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INIZIAZIONE
(tratto da: Il magico mondo di Paracelo)
"Iniziazione” o “Battesimo” è la crescita del principio spirituale, germinante contenuto in ogni uomo, nella coscienza.
Due germi crescono in un uomo, l'uno viene dallo Spirito, l'altro dalla Natura; ma entrambi sono una cosa sola. L'uno può divenire conscio della Natura; l'altro può divenire conscio dello Spirito. L'uno é il figlio di Adamo (materia), l'altro é il figlio di Cristo (spirito).
Vi sono alcuni pochi la cui coscienza spirituale é risvegliata alla vita, che sono morti in Adamo e rinati in Cristo; coloro che sono rinati spiritualmente, conoscono se stessi e sono iniziati nel regno divino.
Iniziazione é dunque una questione di crescita e non può essere ottenuta come dono. Le cerimonie sono solo forme esterne. Il vero battesimo é il battesimo nel fuoco che si sprigiona nella passione (che avviene con l'unione dei due poli: maschile e femminile), la crescita nello spirito della sapienza, la vittoria dello spirito sopra la natura animale dell'uomo.
Sappiamo che nessuno può godere il possesso di un senso esterno, come la vista, l'udito ecc..., se non ha gli organi adatti. Lo stesso vale anche per gli intimi sensi dell'uomo, che pure richiedono l'organizzazione di un corpo spirituale ma tuttavia sostanziale; come il corpo fisico genera i suoi organi nel grembo della madre, così il corpo spirituale é generato nel corpo astrale dell'uomo. Attraverso i sensi del corpo materiale si generano i sensi del corpo spirituale, attraverso i riti e la massima volontà.
L'INIZIATO
(di Taspi)
La parola "Iniziato" indica uno stato dell'essere simile a quella di un terreno "Seminato", infatti iniziare una persona significa seminare in lei il "Seme" che potrebbe risvegliare in essa la propria Vera Essenza Divina.
Continuando l'esempio della natura, dobbiamo constatare che l'uomo comune é simile ad un campo incolto pieno di erbacce. Le "Erbacce" sono le scorie che abbiamo accumulato in questa attuale esistenza (vita) ed in quelle passate. Le scorie sono i pensieri negativi, le emozioni negative, il modo di vivere negativo, e tutto quello che ci ha resi schiavi della materia.
La nostra schiavitù é stata incatenata dalle Anime assetate di potere materiale e di dominio sulle Anime deboli, queste hanno costruito delle religioni, creando un Dio simile a se stessi, e hanno costruito la politica con l'intento di rendere tutto uniformemente alle proprie esigenze personali.
Tutte le guerre e le atrocità avvenute in questo mondo furono per cause religiose o di potere. Quindi per essere Iniziati, occorre percepire questo stato di prigionia che il corpo e l'anima sono costrette a subire dai nostri avidi fratelli. Occorre spogliarci di tutte le scorie che ricoprono il nostro Spirito affinché possa volare libero nel cielo infinito.
Il compito del Maestro, durante l'iniziazione di un profano, é quello di spogliarlo di tutto ciò che é materiale, a partire dal corpo per finire all'anima, e quando tutto l'essere é completamente nudo, seminare in esso il seme della Verità. Poi insegnare all'iniziando come poter accrescere questo seme nella più grande e maestosa quercia, che s'innalza verso il Sole.
Questa operazione viene indicata come: morire per rinascere a nuova vita. Morire, significa spogliarsi di tutto il nostro passato di schiavitù creato dalle religioni e dalla politica con una forma di "morale" e di "leggi" oppressive, utili a creare le paure di agire liberamente.
Ricordiamoci che in origine vi era solo l'UNO, l'Essere Eterno ed Infinito, e che l'UNO ha creato da Sé Stesso una infinità di Sé tante piccole "Fiammelle" che pur essendo nell'Unità sono individui, e tutti questi Sé viaggiano nell'eternità nei vari mondi, con varie esperienze, per imparare il significato di "Essere" unitamente con tutti gli altri nell'Eterno UNO.
Ora se tu intendi percorrere il cammino dell'iniziato, dovrai capire tutto questo, dovrai affrontare con coraggio ogni prova e ogni difficoltà per purificarti. Dovrai combattere contro le tue paure più profonde, dovrai agire contro i tuoi sentimenti, dovrai combattere contro la tua morale. Tutto questo perché solo in un terreno pulito dalle erbacce ed arato si può seminare.
Pertanto se non avrai il coraggio di affrontare la tua morte iniziatica, non potrai lontanamente pensare di avvicinarti al Tempio della Conoscenza Divina, alla Vera Luce.
Anticamente le prove erano molto materiali e chi non riusciva nell'impresa: moriva nel corpo. Oggi con l'evoluzione dell'uomo, non sono più attuali le difficoltà fisiche, ma le prove si sono trasmutate in difficoltà intellettuali, molto più difficili. Anche perché la morte non sarà nel corpo ma nell'anima, e con la morte dell'anima rimane occlusa la possibilità di elevazione in questa esistenza.
Dovremo aspettare la prossima vita per poter riprovare ad essere liberi.
Scegli la tua via
(di Taspi)
La Notte era scura e piena di sofferenza,
il mondo era così denso da soffocare l'Amore
e gli Incubi attanagliavano il pensiero Puro.
Il violento schiacciava il debole cuore
del fanciullo che solo era con se stesso
in cerca della sua vera unica origine.
Quello che cercava era lontano nel buio
di un Universo senza vederne la fine
ed era sperduto in mille Verità
La Notte corre con infiniti Terrori
La notte corre senza alcuna meta
La notte corre ed io non posso volare.
Ho visto sorgere il Sole alla mia Alba
ancora assonnato e con la mente velata,
guardavo la Luce dipingere l'Oscurità.
Un senso di pace invadeva il mio cuore
un senso di gioia e sensazione di piacere
per l'Amore del Bello che tutto contiene.
Ho visto sorgere un bocciolo di Rosa Rossa
nel Giardino dove sono caduti i miei Dèmoni,
su quel terreno duro come la roccia dei cuori.
Ho visto sorgere coloro che sono fatti cadere,
ho visto ridere coloro che sono nel dolore,
ho visto aprirsi i cancelli del nuovo Mondo.
Davanti a me vi erano alcuni sentieri:
alcuni erano assolati e verdeggianti,
altri erano bui e pieni di misteri oscuri.
Tutti i sentieri portavano alla meta,
alla stessa meta: in cima al monte
dove le stelle cantano felici in coro.
Scegliere quale sia il tuo giusto sentiero
é cosa ardua e piena di dubbi,
temi di sbagliare e di finire nel male.
Le tue Paure impediscono la tua scelta,
i tuoi Tabù impediscono il tuo cammino,
la tua istruzione t'impedisce di vedere.
Tu cerchi il Monte, il Tempio, la Verità.
Tu cerchi di possedere la Conoscenza.
Tu cerchi di trovare ogni risposta ai tuoi dubbi.
Perché guardi lontano nell'oscuro Universo
quando puoi vedere nella Luce del tuo Cuore?
Quello che tu cerchi lontano é vicino a te.
Ma non temere su quello che devi scegliere,
non vi sono luoghi oscuri per chi é puro
ogni sentiero per Lui é quello del Monte.
Chi ha la Luce nel Cuore può trovare il Sole
nella più buia notte, nella più buia prigione,
che la densa materia può con l'inganno dare.
Saggio fu colui che disse: "Uomo conosci te stesso!"
E' in questa via che potrai trovare ciò che chiami "Dio"
Conosci il tuo corpo con le tue sensazioni e impara.
Se vincerai le forze della densità che ti avvolge
potrai conoscere chi realmente tu sei
e liberare tutta la Pura Essenza dell'Infinito Amore.
L'Essenza che si sprigiona nell'unione degli opposti
nell'unione del cielo e della terra, del mare e del fuoco.
L'uomo e la donna, l'anima e lo spirito uniti in uno.
L'abbraccio che rende tutto eterno nell'eterno
per la verità che sorge all'alba del nuovo giorno
la Verità che tutto fa capire di quello che siamo.
LA NUDITA' DELL'INIZIATO
La ricerca delle radici sollevando la polvere per trovare l'archè
di Mariano Bianca
Ogni cosa proviene da un'altra ed ogni cosa si proietta in un'altra: ognuna ha un'origine e Si muove verso una nuova forma che la trasforma lasciando inalterata la sua provenienza.
La sua origine si disperde lontano e ciò che sarà non é dato conoscere. Il luogo lontano dell'origine si avvicina e si confonde con quelli a cui ogni cosa si rivolge per cui origine e fine convergono e si uniscono per separarsi nuovamente.
L'origine é la radice, volta verso il basso o l'alto, che segna il fondamento che sorregge ogni cosa e fa si che essa non si disperda pur assumendo infinite forme correlate le une alle altre.
Ma non solo le cose dell'universo che si muovono in questo modo, ma anche ogni uomo che si rivolge alla ricerca dell'archè delle origini che gli permettono di dare un fondamento e un senso al suo essere al mondo.
L'iniziato, diversamente da ogni altro uomo, fa si che la sua ricerca dell'origine sia il centro della sua esistenza. Egli constata la sua presenza nel mondo, osserva gli affari umani e gli eventi del mondo, e da qui procede per accertare con la sua mente che lui stesso e il mondo che lo circonda si danno nella forma ignota che nasconde una lontana provenienza: una provenienza che affonda sempre più a fondo nell'essere, nella vastità del cosmo in cui tutto c'é e non c'é.
L'iniziato rivolge il suo sguardo non solo al cielo e alla terra, ma ad ogni angolo del mondo, perché é in ogni suo interstizio che si cela l'archè d'ogni cosa. In ogni angolo del mondo, in ogni evento, in ogni essere vivente, in ogni uomo, in ogni parola e in ogni silenzio l'iniziato può scorgere quello che sta cercando e che non troverà mai nella completezza, certo che ogni sua attenzione gli permette di sentire la voce dell'essere, il soffio che genera ogni cosa e la fa restare al mondo nel tempo limitato e la trasporta lontano.
Questa é la radice che sottostà sempre a tutto ciò che accade, per questo é un substrato che si cela togliendo quella polvere che copre ogni cosa che appare allo sguardo. L'opera dell'iniziato, in tal senso, non é tanto e solo uno svelamento di qualcosa che sta al di sotto, ma consiste nel togliere la polvere che ricopre le cose e che le fa apparire diverse da quello che sono.
La vita, di per se stessa, é un processo che ricopre ogni cosa di polvere ed é questa che l'iniziato deve saper togliere, ma deve anche fare in modo di non accumularla in sé e nella sua mente. La polvere consiste delle scorie della nostra esistenza che é sempre sottostante, ma la si può cogliere ed osservare solo se ci adoperiamo per ripulire la nostra mente dalla polvere e se siamo in grado di non accumulare su ogni nostro essere al mondo una quantità illimitata di polvere che non ci permette di cogliere in alcun modo la forma delle cose e le loro relazioni.
L'iniziato deve porsi nella condizione di vedere ogni cosa al di sotto della polvere che é stata accumulata su di essa dal fare degli uomini e dall'azione dei fenomeni della natura. La sua mente in primo luogo deve poter essere priva di qualsiasi scoria perché é proprio questa che cela il suo sguardo, che annebbia la sua vista che offusca il suo pensiero e lo distoglie dalla sua meta mirata alla ricerca delle radici. Se egli intende muoversi verso le origini, ricercarle con continuità non può lasciare impolverata la sua mente, ricoperta di scorie e di pulviscolo umano e del mondo, ma deve operare perché ogni pulviscolo sia allontanato per poter mettere a nudo la sua radice, o meglio la sua nudità di fronte a se stesso e al mondo: l'iniziato non può che porsi di fronte a se e al mondo nella sua mera nudità che é quella condizione in cui egli é sollevato da ogni pulviscolo ed é così un soffio: lo pneuma che lo regge in vita e lo fa trascorrere da una forma ad un'altra. Questa é la prima radice: la sua nudità che si presenta a se stesso per poter guardare il mondo e cogliere anch'esso nella sua nudità nella sua trasparenza che permette di vedere oltre.
La nudità dell'iniziato é la sua cifra specifica che lo caratterizza: egli per poter scendere e salire, per poter sprofondare e perdersi, per allontanarsi e ritrovarsi deve porsi nello stato d'essere solo e nudo di fronte a tutto e primariamente di fronte a se stesso; questa nudità é stata sempre quella che ha caratterizzato tutti quegli uomini che non hanno dimenticando il mondo ma si sono posti inerti di fronte ad esso: si sono spogliati, si sono ripuliti dalle scorie, hanno spazzato via la polvere che li copriva attenti a non appesantirsi ancora da essa.
Da qui anche i rituali sacri che servono proprio per ripulirsi e così affrontare se stessi, gli altri e il mondo con la mente e il corpo ripuliti dalle scorie che continuamente si apprestano a seppellirci.
Che cosa é allora questa polvere? Essa non é altro che ciò che copre l'archè il nostro intimo essere, che soffoca gli ideali e la virtù che appesantisce l'intelletto, che non permette di vedere con chiarezza, che ci lega ai meri interessi e fuorvia la nostra azione e così ostacola il cammino verso le radici. Questa polvere é il risultato dello stesso vivere quotidiano e si manifesta in ogni azione che non é libera ed é legata alla chiusura della nostra mente, a tutto ciò che non si muove verso l'ideale ma resta ancorato alla materia che spinge verso il basso, che non é la profondità bensì solo la superficie di ciò che sta sotto.
La nudità dell'iniziato é poi anche la sua disposizione ad essere un cratere, un recipiendario, che può accogliere la saggezza senza timore di perdersi o di allontanarsi da quello che riteneva d'essere e da ciò che reputava fosse il mondo.
La nudità é così anche la condizione del predisporsi a ricevere dimenticando quello che si é ed in ciò consiste proprio ogni rito d'iniziazione che, come sappiamo, é solo l'inizio del proprio camino. L'Iniziato si dispone ad essere nudo e a sollevare in ogni momento da sé la polvere che offusca la sua mente. Questo é il coraggio del vivere da iniziati senza nulla togliere al suo mondo interiore e al suo rapporto con il mondo. L'iniziato, inoltre, proprio per questa sua disposizione alla nudità non é solo uno specchio del mondo, ma é primariamente una trasparenza che permette al mondo di entrare in lui così com'é; se il mondo entra nell'iniziato allora egli si é reso trasparente all'essere e solo così può mirare alla ricerca delle origini, delle sue radici e delle radici d'ogni cosa.
Cosa sono allora queste radici?
Le radici sono ciò che lega ogni cosa, e quindi anche ogni uomo, a una trama che investe tutta la realtà le radici sono il legame ultimativo che permette di affermare la propria appartenenza a una dimensione che oltrepassa ogni condizione contingente: esse sono nell'uomo e oltre il singolo l'uomo.
Sono entro ed al di là di ogni cosa.
Con esse ogni iniziato trova le vie per entrare in se stesso e oltre se stesso, ma sempre aggrappandosi al filo di Arianna che permette di uscire ed entrare nella propria caverna e quindi anche nell'oscurità della realtà nell'ignoto che appare lontano ma che é sempre raggiungibile ed irraggiungibile allo stesso tempo. Le radici non legano nè verso l'alto nè verso il basso, ma in ogni direzione verso cui si pone il nostro sguardo: sono la fitta ragnatela che ci lega a ogni cosa del mondo; ciò non significa affatto che questi filamenti sottili siano la prigione del proprio essere, al contrario sono le direzioni invisibili verso cui ci rivolgiamo e con cui abbiamo intessuto dei legami che oggi possono esserci e domani possono scomparire.
Sono queste le radici che ricerca ogni iniziato, certo che la sua nudit?e la sua solitudine gli permettono di sollevare la polvere e intravedere qualche archè una ricerca che dà ragione del proprio essere al mondo e che permette in ogni condizione di volgere lo sguardo oltre e non fermarsi nè essere legato al contingente, al visibile, a ciò che appare.
Se il Maestro é un iniziato allora non può che seguire queste indicazioni e la sua vita nel tempio e nel mondo deve sempre essere ripulita dalle scorie e dalla polvere ed ogni suo incontro con il proprio fratello si deve caratterizzare dall'essere libero e ciò significa libero da scorie e polveri che offuscano il suo modo di essere. E' proprio questo che dobbiamo imparare nei nostri templi perché e solo questo atteggiamento che ci può permettere di essere trasparenti, di accogliere gli altri ed il mondo senza alcun timore di non essere se stessi o di sperdersi. Un tale timore é solo il segno del nostro legame con i metalli, con il basso della superficie, solo con ciò che appare.
La ricerca delle radici verso cui tende ogni Maestro può svolgersi con l'acquisizione di conoscenze, di valori, di prospettive che permettono di trovare l'archè in ogni dove e in ogni alcunchè che ci circonda; ma ciò non é possibile se la polvere ci ha sommersi e se siamo troppo pieni per poter ascoltare la voce e le parole che ci provengono da vicino o da lontano. Non si può allora che essere pieni e vuoti; pieni di ciò che abbiamo raggiunto e vuoti di fronte a ciò che possiamo raggiungere.
Solo così ci presentiamo a noi stessi e al mondo, nudi e trasparenti e ci possiamo aprire alla ricerca delle radici che possiamo trovare a fianco e lontano e non solo in ciò che riteniamo ce le possa palesare, bensì anche in quello che ci può apparire distante e incapace di fornirci qualche spunto per proseguire il nostro cammino: le radici non si cercano solo dove si pensa di poterle trovare, ma soprattutto là dove si pensa di non trovarle: é in quest'ignoto che esse ci attendono e di fronte ad esse dobbiamo farci trovare nudi e trasparenti.
(tratto da S. - Anno 2001 - Numero 2 Equinozio d'autunno)