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Alchimia



LA TAVOLA DI SMERALDO



In verità, certamente e senza dubbio, il di sotto è uguale al di sopra, e il di sopra è uguale al di sotto, per trarre i miracoli da una cosa.
Così come tutte le cose derivano da Uno e dal pensiero dell'Unico, tuttavia tutte le cose nascono da questo Uno mediante la loro unione. Il loro padre è il Sole, la loro madre è la Luna, il vento li allevò nel proprio ventre e la nutrice fu la Terra.
L'Uno è il padre delle meraviglie del mondo intero.
La sua forza è possente quando si sviluppa in Terra. Separa la Terra dal Fuoco e il sottile dal grosso, dolcemente e soavemente. S'alza dalla Terra al Cielo e da qui ritorna alla Terra per ricevere la forza dall'alto e dal basso. Possederà la Luce di tutto il mondo, e le tenebre si allontaneranno.
E' la forza di tutte le forze, penetra nel sottile e nel solido. Pertanto questo mondo è stato creato a somiglianza di un altro mondo più grande.

Per questo si compiranno prodigi, per questo mi chiamo ERMES TRISMEGISTER
Posso e posseggo i tre elementi della saggezza del mondo intero.

Termina qui ciò che ho detto per opera del Sole.

(tratto da: ISIDE SVELATA di H. P. BLAVATSKY – editrice libraria SIRIO)



La tradizione afferma che sul corpo morto di Ermete a Hebron, è stata trovata da un "Isarim" o iniziato, la tavola con il nome di
Smaragdina. Essa contiene alcune sentenze, la cui essenza costituisce la saggezza ermetica. E coloro che leggono soltanto con gli occhi corporei i precetti non diranno nulla di nuovo o di straordinario, poiché si incomincia col dire di non voler esporre nulla di fittizio, ma soltanto cose verissime ed accettate.

" Ciò che è in basso, è come quello che è in alto; e quello che è in alto, è simile a quello che è in basso, per adempiere alle meraviglie dell'unità.
Come tutte le cose sono state prodotte per mediazione dall'unico essere, così pure tutte le cose sono state prodotte da quest'unico essere con l'adattamento.
Il padre è il sole, la madre è la luna.
E' la causa di ogni perfezione su tutta la terra.
Il suo potere è perfetto, se si trasmuta nella terra.
Separare la terra dal fuoco, il sottile dal grossolano, agire con prudenza e giudizio.
Ascendere con la maggiore sagacia dalla terra al cielo e discendere nuovamente in terra; e quindi unire il potere delle cose inferiori con quello delle cose superiori; in questo modo si possederà la luce di tutto l'universo, ed ogni oscurità fuggirà da voi.
Questa cosa contiene maggior forza della forza stessa, perché vincerà ogni cosa sottile, e penetrerà in ogni cosa solida".

Questa cosa misteriosa è l'universale agente magico, la luce astrale, che nella correlazione delle sue forze fornisce l' "alkahest ", la pietra filosofale e l'elisir di vita. La filosofia ermetica la chiama " azoto " o anima del mondo, la vergine celeste, il grande " Magnes "ecc. ecc. La scienza fisica la conosce come " calore, luce, elettricità, magnetismo ", ma ignorando le sue qualità spirituali e la potenza occulta contenuta nell'etere, respinge tutto quello che ignora.

(tratto da: IL GIORNALE DEI MISTERI n° 17 Agosto 1972 – Corrado Tedeschi editore)



Il ritrovamento della Tavola di Smeraldo è avvolto da un clima di leggenda. Si dice che i soldati di Alessandro Magno rintracciassero la Tavola nei profondi sotterranei della Piramide di Giseh.

Anche allora, evidentemente, era in uso la violazione dei sacri sepolcri, alla ricerca di eventuali tesori. E i bravi conquistatori non mancarono di seguire il costume del tempo. Fatto sta, che da questa violazione l'umanità ebbe uno dei massimi doni, che mai ricerca archeologica possa offrirci. Nel testo della Tavola di Smeraldo, filosofi, esoterici, alchimisti, hanno creduto, ciascuno, di ritrovare il proprio credo. Di fato, l'oscurità del testo, si presta ad ogni genere di interpretazione.

Nella traduzione di Fulcanelli, alchimista dei nostri tempi, suona così:

" E' vero, senza menzogna, vero e verissimo; ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso; perciò si compiono i miracoli di una sola cosa. E siccome tutte le cose sono e provengono dall'Uno, per la mediazione dell'Uno, così tutte le cose sono nate da questa cosa unica per l'adattamento.

Il Sole è suo padre, la Luna è sua madre. Il vento l'ha portata nel suo ventre. La Terra è sua nutrice e il suo ricettacolo.

Qui è il Padre di tutto, il Telema del mondo universale. La sua forza o potenza resta intera, se convertita in terra. Separerai la terra dal fuoco, il sottile dallo spesso, lentamente, con grande cura. Sale dalla terra e discende dal cielo, e riceve la forza delle cose inferiori e delle cose superiori. Con questo mezzo avrai la gloria del mondo, ed ogni oscurità si allontanerà da te.

E' la forza, forte di ogni forza, perché vincerà ogni cosa solida. Così è stato creato il mondo. Da ciò nasceranno mirabili adattamenti, il mezzo dei quali ti è qui dato.

E' per ciò che io sono stato chiamato Ermete Trismegisto, essendo in possesso delle tre parti della filosofia universale.

Ciò che ho detto dell'opera solare è completo. "










Alchimia




I libri ermetici furono considerati dagli alchimisti come inestimabile eredità dei segreti di Hermes, velati in veste allegorica per impedire che la preziosa sapienza cadesse nelle mani dei profani: soltanto i saggi potevano ritrovare il cammino in quel mistico labirinti.
Il credo degli adepti, era un’iscrizione tratta da una tavoletta di smeraldo trovata”nelle mani della mummia di Hermes, in un’oscura fossa dove giaceva tumulato il suo corpo”, nascosto secondo la tradizione nella grande piramide di Gizeh. Questo documento frequentemente citato come la
Tavoletta di Smeraldo, è tanto intimamente connesso con l’alchimia che è necessario trascriverlo nella sua integrità.



“Questo è vero, senza falsità, e reale: ciò che è sopra è come ciò che è sotto, onde effettuare i miracoli dell’Unico.

E come tutte le cose per il pensiero di uno sono derivate da una, così tutte le cose sono nate da questa, per adozione.

Il Sole è suo Padre, la Luna è sua Madre, il Vento l’ha portato nel suo grembo, la Terra è la sua Nutrice.
Qui è il padre di ogni perfezione nel mondo.
La sua forza e la sua potenza sono assolute quando si cambia in terra; tu separerai la terra dal fuoco, il sottile dal grosso, delicatamente e con cura.
Esso sale dalla terra al cielo e discende di nuovo in terra per ricevere il potere delle cose superiori e delle inferiori. In questo modo tu avrai la gloria del mondo, e per questo ogni oscurità sfuggirà da te.
Qui entro è il potere, il più forte di tutti i poteri, che vincerà tutte le cose sottili e penetrerà in ogni cosa solida.
Così fu creato il mondo, e da questo risulteranno ed emergeranno ammirevoli adattamenti, i mezzi dei quali sono qui.
E per questa ragione io sono chiamato Hermes Trismegistus, avendo le tre parti della filosofia del mondo.
Ciò che io ho detto delle operazioni del Sole è compiuto”.










la Tavola di Smeraldo




Maestro, ho letto la Tavola di Smeraldo… posso farti delle domande?
Certo figliolo!

Si dice che il di sopra è uguale al di sotto, cosa significa?
Significa che esiste un mondo superiore Spirituale simile al mondo inferiore Materiale dove noi viviamo attualmente. Questo mondo è una coppia del mondo superiore, come se fosse un’immagine allo specchio.

Dice anche che le cose vengono dall’Uno e nell’Uno si devono unire.
E’ vero! Ogni cosa nasce dall’Uno, in quanto esiste solo l’Uno, e da questo Uno si sono formate due energie uguali e contrarie per formare la Materia. L’unione di queste due energie, Maschile e Femminile, dentro nell’Uno, creano la nuova vita. Se questa unione viene fatta a livello materiale nasce una vita materiale, se viene fatta a livello spirituale nasce una vita spirituale. La Ragione (il Sole) ne è il padre, l’Immaginazione (la Luna) ne è la Madre; la passione (Vento) o Fede (fiducia in se stesso) è la forza che la alimenta e la Terra (informazioni terrene) la nutre. Ecco come cresce il nostro IO o nostra Essenza personale.

Cos’è l’Uno?
L’Uno è il tutto, l’Eterno Infinito Essere, che non ha forma e possiede tutte le forme, che non ha nome e possiede tutti i nomi. Se ti è comodo puoi chiamarlo Dio, o con altro nome, non importa; è importante che tu lo senta presente in ogni cosa, persino il Nulla è sempre Lui.

Spiegami la sua forza.
La Forza, o Energia Universale, è l’Essenza prima di tutte le forze esistenti, tali forze unite alla volontà del pensiero generano la forma nella materia. E’ così che noi abbiamo questo corpo. Pertanto se noi separiamo la Materia dallo Spirito (la Terra dal Fuoco) ed il pensiero puro dalle idee assurde imparate su questo mondo (superstizioni, false credenze, paure, incapacità di credere in noi stessi), con dolcezza e con calma, possiamo riunire le due forze (quella dello Spirito e quella della Materia) generando una forza nuova. La nostra Nuova Essenza che possiede il potere di allontanare le tenebre (la nostra ignoranza).

Ho capito, maestro.
Bene! Ora sai perché esiste questo mondo a somiglianza di un altro più grande, perché noi possiamo fare le nostre esperienze usando una forma immaginaria (il corpo) imparando e migliorando il nostro stato di essere, senza subire le conseguenze degli errori commessi, se non altro che usando un'altra forma e ripetendo l’esistenza in questa dimensione. Alla fine tutti arriveremo alla meta.


Taspi






L’ORO POTABILE
e come l’oro puro s’è mutato in piombo?


Un tempo lo Spirito dell’uomo, che era un’infinita moltitudine, era un punto di luce immobile nell’immensità dell’Infinito Eterno, colui che è e non è. Era una parte dell’Infinito Eterno, non aveva ancora coscienza del proprio Sé, non percepiva la propria esistenza: non era.

Un tempo una forza dell’Infinito Eterno si dispose in opposizione ad un’altra forza, uguale ma contraria, solo in apparenza erano contrarie, non erano nemiche, erano la stessa cosa ma si opponevano per creare una sotto-forza più densa: la Materia.
La prima Materia si potrebbe dire che era un Oro purissimo, senza consistenza e senza forma. Le due forze utilizzarono quest’Oro e gli diedero una piccola forma dove inserirono lo Spirito dell’uomo. Ogni Spirito dell’uomo ebbe una sua forma personale iniziale, questa forma avvolse lo Spirito come un tormento: lo Spirito dell’uomo cominciò a sentire.

Il tormento fece reagire lo Spirito dell’uomo e si formulò un pensiero, pensò di vincere questo fastidio. Però, non era ancora cosciente né aveva una conoscenza di sé, il tentativo di liberarsi dalla Materia lo fece avvolgere sempre più densamente in questa Materia, così la Materia che prima era libera nella sua Luce d’Oro, cominciò a perdere la propria consistenza e divenne opaca e poi scura e buia come il piombo: lo Spirito dell’uomo si coprì nel buio del proprio piombo, stava per perdere nuovamente la conoscenza del proprio Sé.
Un tempo, ed era sempre lo stesso tempo, in quanto il tempo non è cosa reale, un’altra forza, che era sempre la stessa forza dell’Infinito Eterno, entrò nel buio dello Spirito dell’uomo per donargli l’ombra della Luce, come la Luna porta l’ombra della luce del Sole nella notte ed il Sole porta l’ombra della luce del Sole immateriale.
Il Portatore di Luce (in latino Lux = luce; Fero = portare), fece reagire lo Spirito dell’uomo e questi cercò di trovare sé stesso, ma con la luce vide pure che non era solo: altri Spiriti di uomo vagavano assieme a lui nell’Infinito Eterno, e tutti erano parte dell’Infinito Eterno, e tutti erano l’Infinito Eterno. Non riuscì ad essere in armonia con loro, mancando la conoscenza del proprio sé non aveva dominio del proprio sé, egli viaggiava nell’Infinito Eterno senza meta e scontrandosi con gli altri Spiriti dell’uomo.
La sua densità fu come la pietra, egli era come una pietra, ma era lo Spirito dell’uomo nell’Infinito Eterno, ed era pietra.
Un tempo, sempre lo stesso tempo, lo Spirito dell’uomo sentì qualcosa e cominciò a pensare, era la prima conoscenza o co-scienza, la sua densità era meno densa di prima, era come pianta, egli era una pianta, ma era lo Spirito dell’uomo nell’Infinito Eterno, ed era pianta.
Il pensiero cominciò a formare una realtà delle cose e delle forme che stavano attorno a lui, lo Spirito dell’uomo cominciò a muoversi da solo; si sentiva come se fosse un animale, ma era lo Spirito dell’uomo nell’Infinito Eterno, ed era un animale.
Ora lo spirito dell’uomo, si trova nel tempo in cui si sente uomo, ma è sempre lo Spirito dell’uomo nell’Infinito Eterno, ed è un uomo.
Un tempo, sempre lo stesso tempo, l’uomo agisce da solo e muove la materia di piombo, ma ancora non ha trovato il proprio Sé ed agisce male. Alcuni, nel profondo buio in cui si trova lo Spirito dell'uomo, percepiscono qualche cosa che non è la materia densa, e dopo un tempo di smarrimento, cercano dentro di sé nella ricerca del proprio Sé, quelli che lo trovano capiscono il rapporto del proprio Sé in armonia con l’Infinito Eterno, si rattristano per il proprio piombo e cominciano a lavorarlo.
Un tempo, sempre lo stesso tempo, in quanto il tempo non esiste, l’uomo trova i mezzi per lavorare il mercurio e qualcuno riuscì a ritrasformarlo nella lucentezza dell’Oro Primordiale, l’uomo (chiamato alchimista) trova ciò che non si può trasmettere, ne diventa parte e si dispiace di non poter condividere tale gioia.
L’uomo, che è una moltitudine, che non ha ancora trovato il proprio Sé nell’Infinito Eterno, e si circonda di ombre di paura, ha paura della luce emanata dallo Spirito dell’uomo, per tale motivo tende a combattere la Verità.



Maestro Filosofo Taspi
Roberto Rossetti



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AI VERI SAPIENTI
SI DISCORRE TEORICAMENTE
SOPRA LA COMPOSIZIONE

DELLA PIETRA DEI PHILOSOPHI
di Fra Marc Antonio
Crassellame Chinese


(tratto da Il simbolismo ermetiico di Oswald Wirth – Edizioni Mediterranee



A profitto dei veri Saggi, discorre qui teoricamente sulla composizione della Pietra filosofale Frate Marc’Antonio Crassellame Cinese.

CANZONE PRIMA
I

Era dal nulla uscito
il tenebroso Caos, massa informe

al primo suono d’Onnipotente Labbro:
sembrava, che partorito
lo avesse il Disordine, anziché a farlo
fosse stato un Dio; tanto era informe.
Stavano inoperose
in lui tutte le cose,
e senza Spirito Divisore, confuso
ogni Elemento in lui stava racchiuso.

Il Nulla, da cui è uscito il Tutto, non potrebbe essere che un’astrazione della mente è il punto matematico privo di dimensioni, che racchiude in potenza tutto quel che deve realizzarsi in atto. Ogni microcosmo procede da un seme o da un germe, la cui energia espansiva risiede in un centro immateriale, donde parte l’azione costruttiva dell’individuo, non diversamente da come il potere che crea si esercita nel macorcosmo. Il caos tenebroso corrisponde alla Materia prima dei Saggi, depositaria di tutte le potenzialità, ma inerte finché non si dia inizio all’azione coordinatrice.


II



Ora chi ridire potrebbe,
come si formò il Cielo, la Terra e il Mare
(così leggeri in loro stessi, e vasti in mole?

chi può svelare come si formò
Luce e moto lassù la Luna, e il Sole,
Stato, e forma come si vede),
chi mai comprendere, come
ogni cosa ebbe Nome
Spirito, quantità, legge, e misura
da questa massa disordinata, impura?

La luce che dissipa il caos non è una radiazione fisica; essa è puramente spirituale e se ne manifestano soltanto gli effetti. E’ l’intelligenza costruttiva, la Ragione coordinatrice, che s’identifica con la Parola divina, di cui si è detto: In Principio erat Verbum. Questo principio, nel quale era il Verbo, rappresenta qui il Centro unico, ma onnipresente, da cui emana in perpetuo l’azione creatrice. A tale Centro sono collegate tutte le creature, che ne traggono vita e intelligenza.
La triade Cielo, Terra e Mare si riferisce allo Spirito ed al Corpo, legati insieme dall’Anima. D’altra parte, il Sole rappresenta la luce dello spirito e la Luna quella dell’anima. Entrambe vengono a simboleggiare il caos, il quale prende forma grazie al Verbo, che s’incarna dando origine ad un centro di individuazione. All’interno della massa confusa, si costituisce così un essere distinto, caratterizzato dal nome che gli viene attribuito. Uno spirito particolare va ad animare quest’essere, per presiedere al suo sviluppo: è il principio che gli Alchimisti chiamano il loro Zolfo. Essendo limitata la sfera d’azione di questo essere (Sale), egli si trova per ciò stesso ad essere determinato quantitativamente. D’altronde, non saprebbe agire e svilupparsi che secondo la legge della sua specie. Gli viene infine imposta una misura, poiché la sua crescita non è indefinita ed egli esiste soltanto in vista della specifica funzione che è chiamato ad assolvere, nel sistema di cui fa parte.


zolfo Sale Mercurio Sole Luna




III



O del Divino Hermete
Emuli figli a cui l’Arte paterna

fa, che la Natura appaia senza alcun velo,
voi solo, soltanto voi sapete
come mai fabbricò la Terra ed il Cielo
dall’indistinto Caos la Mano eterna.
La grande Opera vostra
chiaramente ve lo mostra,
che Dio nel mondo stesso, dove è prodotto
il Fisico, compose Tutto con l’Elisir.

Poiché i procedimenti della Grande Opera (nome utilizzato in massoneria per indicare l’opera che si deve raggiungere) riproducono le fasi successive della creazione, l’Artista (l’iniziato) deve mettersi a “scimmiottare” Dio. Innanzitutto, deve conseguire il suo caos (contenendo la Materia tutto ciò che è necessario al compimento dell’Opera), caos che bisognerà poi coordinare progressivamente, separando preventivamente il sottile dallo spesso (creazione del Cielo e della Terra). Inoltre è indispensabile provvedere alla separazione delle acque inferiori da quelle superiori, allo scopo di isolare il soggetto e costringerlo a lavorare su di sé, dispiegando tutte le risorse. Non meno importante è concentrare la luce diffusa in un focolare fisso, corrispondente al Sole (Zolfo, centro di iniziativa e di azione individuale), quindi raccoglierne i riflessi sparsi con l’ausilio di un astro vagabondo e cangiante analogo alla Luna (Mercurio, ricettibilità, sensibilità alle influenze esterne).





IV



Ma di ritrarre non voglio
con debole penna un Paragone così vasto,

io ancora inesperto figlio d’Arte,
sebbene la vostra meta
al mio sguardo si scoprono le vostre carte,
sebbene mi è noto il provvido Illiasto:
sebbene non mi è nascosto
il mirabile Composto,
per cui Voi di potenza avete estratto
la purità degli Elementi in Atto.

Per
Illiastro bisogna intendere Hyle o la Materia caotica, la quale deve essere scomposta nei suoi Elementi, affinché ciascuno di essi venga purificato separatamente, prima d’essere unito ancora una volta agli altri, in un nuovo caos filosofico, rappresentato dal “mirabile composto” del poeta.



V



Se bene da me s’intende,
che altro non è il vostro Mercurio ignoto,

che un vivo spirito universale innato,
che dal Sole discende
in aereo vapore sempre agitato
a riempire il Centro vuoto della Terra.
Che da qui poi se ne esce
tra zolfi impuri, e cresce
da volatile in fisso, e presa la forma
di umido radicale se stesso informa.


Il Mercurio è un’emanazione del centro motore universale (Sole occulto). Esso penetra tutte le cose, per animarle col moto vibratorio da cui si origina la vita. Al centro di ogni individualità, incontra lo Zolfo (Fuoco realizzatore, energia individuale in espansione); ma lungi dall’entrare in conflitto con questo principio, la cui azione pure è contraria alla sua (centrifuga invece che centripeta “centrifuga=fuggire dal centro; centripeta=tendere verso il centro”), si combina intimamente con tale suo contrario, per dar luogo al fluido vitale particolare dell’individuo. Questo fluido non è altro che il Mercurio fissato intorno al nucleo individuale, dunque dall’etere condensato dall’accumulo delle onde successive della radiazione cosmica. Tale condensazione fluidica corrisponde all’umido radicale, cioè a quella prima riserva di umidità relativa al germe o alla radice di ogni essere, umidità mercuriale destinata ad essere vaporizzata, in vista del suo impiego, dal Fuoco individuale (Zolfo).




VI



Sebbene io so, che senza
sigillarsi di Verno il Vaso Ovale

non si ferma mai in lui vapore illustre,
che, se pronta assistenza
non ha d’occhio Linceo, di Mano industriosa
muore il candido fanciullo alla sua nascita;
che più non nutriranno poi
i suoi primi umori,
come l’Uomo, che nell’utero si nutre
di sangue impuro, e poi di Latte in fasce.


L’uovo filosofico deve essere ermeticamente chiuso, in seguito alla contrazione degli involucri più esterni. Il lavoro interiore può così essere compiuto al coperto, vale a dire nelle condizioni d’isolamento indispensabili per la maturazione del soggetto. Occorre che quest’ultimo si sviluppi con le proprie risorse, secondo le leggi del suo particolare divenire. Tuttavia, una volta acquistata sufficiente consistenza per iniziare il cammino della vita strettamente autonoma (nascita), l’individualità non potrebbe essere abbandonata a se stesa. Ogni apprendistato si effettua sotto la guida di un maestro; ma quanta chiaroveggenza (occhio di lince) e quale sagace discernimento richiede l’educazione di un essere che nessuna influenza estranea dovrà deformare, affinché possa restare scrupolosamente se stesso, pur dispiegando progressivamente l’intera gamma delle proprie virtualità latenti!


VII


Sebbene so tanto; pure
oggi in prova con voi ad uscire non oso,

che anche gli errori degli altri mi danno dubbi.
Nella vostra pietà non hanno luogo,
voi togliete all’ingegno il cuore dubbioso.
Se il Magistero vostro
distintamente io vi mostro
in questi Fogli miei, orsù fate ormai,
che solo legga in risposta: l’Opera che tu sai.


Per istruirsi teoricamente (Apprendistato, primo grado dell’Iniziazione), non ci si potrebbe accontentare di accumulare nella memoria le dottrine altrui, tutto più o meno viziate da errori. Il vero discepolo della scienza deve giungere a scoprire da solo le verità che si celano in fondo al pozzo ermetico. Chi ritiene di esserci riuscito può rischiare di metterle in pratica (Compagnonaggio, secondo gradino dell’Iniziazione), dopo esservi stato incoraggiato dal maestro.
E’ opportuno sottolineare come il poema in questione si divida in tre canti, corrispondenti alla triade dei gradi iniziatici e comprendenti rispettivamente sette, otto e dieci strofe.
Quanto precede trova dunque applicazione alla preparazione intellettuale del soggetto, alla formazione mentale del futuro adepto.
Questi viene poi messo scrupolosamente in guardia contro le concezioni fallaci, che potrebbero distoglierlo dalla realizzazione o dalla vera Opera filosofica. Perciò, all’inizio del secondo canto leggiamo:

CHE IL MERCURIO, E L’ORO DEL VOLGO, NON SONO L’ORO E IL MERCURIO DEI FILOSOFI, E CHE NEL MERCURIO FILOSOFICO VI E’ TUTTO QUELLO CHE CERCANO I SAPIENTI.

Toccando si la pratica della prima operazione, che deve fare l’esperto Lavoratore.

“Non bisogna farsi opprimere mentalmente da politiche religiose, atte a dominare i popoli con la paura e l’ignoranza della verità. Come pure non bisogna ricercare la verità con mezzi materiali quali i minerali (oro, argento, zolfo, ecc.).. Occorre cercare in se stessi e con se stessi”



CANZONE SECONDA



I


Quanto mai s’ingannano gli uomini ignari
dell’Ermetica scuola,

che al suono della parola
applicano solo sentimenti avari:
quindi ai Nomi volgari
d’Argento vivo e Oro
si accingono al Lavoro,
e con l’Oro comune al fuoco lento
credono fermare il fuggitivo Argento.


L’Alchimia è un vasto sistema di allegorie; chi non ne discerne la chiave, farà bene ad astenersi da ogni applicazione pratica. Soprattutto in questo campo la lettera mortifica e soltanto lo spirito vivifica. L’Oro filosofico è un tesoro il cui valore è assoluto e non semplicemente convenzionale, come invece avviene per quelli che definiamo “metalli preziosi”. L’adepto che riuscirà ad ottenere l’Oro sarà ricco spiritualmente e non saprà che fare dei beni che suscitano la cupidigia del volgo.
L’unico motivo che si possono trovare iniziati benestanti e’ solo per la necessita’ di poter agire in questo mondo liberamente senza far parte di una istituzione (che limita la libertà con le proprie regole). La società in cui viviamo rende molto difficile vivere senza beni di sostentamento; pero’ occorre ricordarsi che bisogna vivere col necessario, ma non bisogna rendersi schiavi della ricchezza. Accettare quanto ci viene offerto dalle circostanze della vita, ma non cercare di avere a discapito del prossimo.”




II



Ma, se agli occulti sensi aprono la mente,
ben vedono manifesto,
che manca, e a quello, e a questo

quel Fuoco universale, che è spirito agente.
Spirito che in violenti
fiamme d’ampia fornace
abbandona fugace
ogni metallo, che senza vivo moto
fuori della sua miniera è corpo immobile.

I saggi si guardano bene, dal lavorare su corpi privi di vita; perciò, non sanno cosa fare dei metalli ordinari: li interessano quelli essenzialmente vivi, che non sono altro se non modalità dell’Agente vitale universale. L’Oro, l’Argento, il Mercurio, il Rame, il Ferro, lo Stagno e il Piombo dal punto di vista dell’Ermetismo devono essere considerati soltanto come i simboli delle entità sottili sulle quali pretendono di agire gli adepti.



III



Altro Mercurio. altro Oro Ermete indica:
Mercurio umido, e caldo.

Oro, che è tutto fuoco, e tutta vita.
Una differenza infinita
Non è che ora si manifesti
da quelli volgari ora questi?
Quelli, corpi morti sono, di spirito privi
questi, Spiriti corporei, e sempre vivi.


Sarebbe impossibile trovare per il Mercurio dei Saggi un’immagine migliore di quella che ce lo rappresenta come una vaporosa umidità, distesa all’esterno da un calore diffuso nel suo interno. Esso non ha nulla in comune con l’argento vivo ordinario; gli assomiglia tuttavia per la mobilità, come quello essendo sempre in movimento. Inoltre il Mercurio ordinario penetra nei tessuti con i quali entra in contatto; tale caratteristica ricorda la proprietà essenziale del Mercurio filosofico, che appunto si insinua dovunque, fino al centro stesso di tutte le cose. Quanto all’Oro ermetico, è giusto ricollegarlo alla fissità del Fuoco vitale; esso è più prezioso di tutti i tesori prediletti dagli avari.










IV



O grande Mercurio nostro, in te si riunisce
l’estratto di Argento e di Oro
dalla potenza in atto,
Mercurio tutto Sole, Sole tutto Luna,
trina sostanza in una,
una, che in tre si espande:
o meraviglia grande!
Mercurio, Zolfo e Sale, voi m’insegnate
che di tre sostanze voi solo una siete.


L’Oro tratto da potenza in atto è il Fuoco vitale universale agente, dunque il Verbo, considerato nel suo irraggiamento vivificante. Esso si combina con l’Argento, cioè con la sostanza fluida suscettibile d’essere vivificata, per costituire il grande Agente dell’Opera dei Filosofi, il loro Mercurio, senza il quale non potrebbe intraprendere nulla. In questo Mercurio, si accumula l’energia vitale ad alta tensione; per questo motivo, gli viene attribuito l’appellativo di tutto Sole; esso però è sostanziale, non astratto; va a saturare lo spazio e perciò viene anche detto tutto Luna. Siamo un presenza di quella universale luce vivente, da cui procede ogni esistenza; ora, se questa Luce è necessariamente una nella sua essenza, può manifestarsi a noi soltanto sotto il triplice aspetto al quale corrisponde la triade Mercurio, Zolfo e Sale.


V



Ma dove non è mai questo Mercurio dorato,
che sciolto in Zolfo e Sale,
umido radicale
dei metalli diviene, seme animato?
Ah ch’egli è imprigionato
in carcere così dura,
che perfino la Natura
liberarla non può dalla prigione montuosa,
se non apre le vie all’Arte Maestra.


Per cogliere tutta la portata di questa strofa, occorre leggere il brano tratto dalla simbologia alchemica, qui riportato:


“per l’Ermetismo tutto è luce. Ciò si comprende facilmente per quanto riguarda lo Zolfo ed il Mercurio, poiché questi due principi rappresentano la luce interna o microcosmica, contrapposta alla luce esterna o macrocosmica. Ora, il Sale deriva dalla interferenza di due radiazioni contrarie, che si neutralizzano in una zona relativamente stabile di luce condensata o corporizzata. In tal modo, il Sale diventa il ricettacolo sostanziale, dilatato dall’espansione sulfurea interna, controbilanciata dalla compressione mercuriale esterna.

Ecco del resto come i tre princìpi alchemici possono essere interpretati gli uni rispetto agli altri:
(vedi disegno: i tre principi alchemici)








Se il segno dello Zolfo è il simbolo di un Fuoco costruttore, imprigionato nel germe chiamato a svilupparsi, rovesciandolo si ottiene l’ideogramma di un’Acqua che abbia subito la serie completa delle distillazioni purificatrici, si da esserne messe in risalto le specifiche qualità. Dal punto di vista iniziatico, si tratta dell’Anima integralmente purificata, fortificata dalle prove dell’esistenza e giunta a tale stato di santità che permette la realizzazione di miracoli. Si capisce come stando così le cose, il segno di cui ci stiamo occupando abbia potuto nelle dottrine ermetiche, essere messo in relazione con il Compimento della Grande Opera. Se ne ritrova la raffigurazione nell’immagine dell’Impiccato dei Tarocchi (Arcano XII), così come quella dell’Imperatore (Arcano IV) evoca il segno plutonico dello Zolfo)”.


(vedi disegno: l’energia dell’Uomo)




Se avrai ben compreso la teoria illustrata dalla figura, potrai quindi renderti conto senza difficoltà come il Mercurio – Fluido universale animato passivamente, ma reso aurifico, cioè attivamente animatore, grazie agli stimoli ricevuti da un focolaio d’individuazione - possa scomporsi in Sale (sostanza animica generatrice delle forme, sorta di mediatore plastico) ed in Zolfo (ardore vitale individuale)
Quanto all’Umido radicale, fattore di un’importanza estrema in Ermetismo, bisogna ravvisarvi non solo la vitalità, quale si trova concentrata in ogni germe, ma anche l’insieme delle potenzialità latenti, trattenute nelle zone più intime dell’essere, dove languiscono come in una dura prigione, fino al giorno in cui l’Arte iniziatica giungerà a liberarle, consentendo loro di dispiegarsi senza più vincoli, in tutta l’ampiezza delle loro capacità di espansione.

VI



L’Arte dunque, che fa? Ministra accorta
di Natura operosa
con la fiamma vaporosa,
purga il sentiero, e alla prigione ci porta,
che non con altra scorta,
non con mezzo migliore
di un continuo calore,
si soccorre alla natura, quindi essa poi
scioglie al nostro Mercurio i ceppi suoi.


Con l’Arte ermetica, si rendono permeabili gli involucri che tengono isolato l’Agente interno (Zolfo) dalla sua fonte esterna di azione (Mercurio). A tanto si giunge grazie alle purificazioni iniziatiche, il cui oggetto consiste nel liberare le energie individuali, sepolte sotto il peso soffocante di una materialità ribelle. Per avere successo in quest’opera di emancipazione, è importante che agisca sull’Adepto un calore dolce e ininterrotto; questo deve penetrarlo insensibilmente, per esaltare poco a poco il fuoco vitale ed associarvisi. In tal modo, questo ardore potrà superare gli ostacoli che tendono a soffocarlo ed il Mercurio dei Saggi sarà sciolto dai suoi vincoli.




VII



Sì, sì questo Mercurio animi ignoranti
solo cercare voi dovete,
che in lui solo potete
trovare ciò che desiderano gl’Ingegni sapienti.
In lui già sono ridotti
in prossima potenza
e la Luna, ed il Sole, che senza
Oro, e Argento volgare, uniti insieme
sono dell’Argento, e dell’Oro il vero seme.


Quella dell’Adepto è un’opera di vita. Poco importano le sostanze morte, di cui il chimico studia le relazioni. L’azione del Saggio si esplica sul principio vitale (Mercurio), in virtù del quale si producono in natura tutte le trasmutazioni. Queste corrispondono alle fasi evolutive attraverso le quali passa necessariamente il germe, fecondato in condizioni favorevoli al dispiegamento delle proprie potenzialità latenti. Tale germe diventa allora il punto di partenza, la pietra angolare o cubica di un processo sovente molto complesso di costruzione vitale. L'’energia costruttiva si manifesta allora sotto un duplice aspetto, simboleggiato dalla Luna (organizzazione, determinazione della forma, sensibilità) e dal Sole (espansione, crescita, attività.




VIII



Eppure ogni seme inutile, si vede
se è incorrotto, e integro
non marcisce, e diviene nero.
Al generare la corruzione precede.
Così la Natura provvede
nelle opere sue vivaci,
e noi di lei seguaci,
se non per produrre aborti alfine vogliamo,

prima nereggiare, che biancheggiare dobbiamo.


L’Iniziazione si sforza di liberare lo spirito imprigionato nella materia. Vi può riuscire solo a patto di sciogliere le cortecce che frappongono il loro spessore opaco tra il focolaio dell'iniziativa individuale (Zolfo) e la sua fonte esterna d’azione (Mercurio); a tale dissoluzione corrisponde la morte iniziatica (nero) attraverso la quale bisogna passare, per rinascere alla nuova vita promessa all’Iniziato (bianco).

E’ importantissimo per l’Adepto che si purifichi da tutto quello che in passato ha creduto come verità assoluta; cominciando a farsi dei dubbi, delle domande, degli esami di coscienza sul comportamento verso il prossimo.Uccidere i falsi pudori (inutili ostacoli verso l’Ascesi), non fermarsi davanti ai tabù (inventati per non rispondere). In poche parole occorre ristrutturare completamente il proprio modo di pensare e di agire”


SI CONSIGLIANO GLI ALCHIMISTI INESPERTI A DESISTERE DALLE SOFISTICHE OPERAZIONI, TUTTE CONTRARIE A QUELLE CHE C’INSEGNA LA VERA FILOSOFIA NELLA COMPOSIZIONE DELLA GRAN MEDICINA UNIVERSALE.


CANZONE TERZA


I


O voi che fabbricate l’Oro per Arte

non mai stanchi traete
dal carbone continue fiamme incessanti,
e i vostri in tanti modi, e tanti,
ora fermate, ora sciogliete,
ora tutti sciolti, ora congelati in parte.
Quindi in remota parte
farfalle affumicate, e notte, e giorno
state vegliando a stolti fuochi intorno.

L’Alchimia degli Iniziati non richiede alcuna operazione da laboratorio. Ognuno può dedicarvisi senza il benché minimo apparecchio metallurgico e senza dover spendere un soldo. Il più povero dei Filosofi, fosse anche sprovvisto di tutto, ha dentro di sé tutto il necessario per il compimento della Grande Opera.

II



Dalle insane fatiche ormai cessate
né più cieca speranza,
il credulo pensiero col fumo indori.
Sono le opere vostre inutili sudori,
che dentro una squallida stanza
solo vi stampano sul volto ore stentate.
A quali fiamme vi ostinate?
Non carbone violento, accesi faggi,
per l’Ermetica Pietra usano i Saggi.


La preparazione della Pietra dei Saggi richiede solo applicazioni puramente filosofiche. Il filosofo ermetico è un operaio del pensiero e della volontà; rimane estraneo alle manipolazioni materiali del soffiatore volgare, la cui intelligenza non si è aperta alle verità iniziatiche. Queste si riferiscono ad un esoterismo tradotto da simboli attinti all’antica metallurgia; ma l’Opera dei Saggi differisce dalla quotidiana fatica dei raffinatori o dei fonditori quanto l’attività costruttiva puramente intellettuale e morale dei veri Massoni si distingue dal lavoro di coloro che si attengono alla materialità dei simboli. La muratoria è quella dello spirito e non della casa.



III



Col fuoco, dove sottoterra a tutto giova
alla Natura, l’Arte lavora.
Che imitare la Natura solo deve l’Arte:
il Fuoco è vaporoso, e non lieve,
che nutre, e non divora,
che è naturale, e l’Artificio egli trova,
arrido e fa, che piove;
umido, e ogni ora disseca, l’acqua che stagna,
acqua che lava i corpi, e non bagna le mani.


Ogni azione iniziatica si basa sulla capacità di regolare il Fuoco vitale che anima tutti gli esseri. Conoscere teoricamente questo Fuoco significa possedere l’iniziazione intellettuale, quella di primo grado. L’Adepto va oltre: non si accontenta di dissetare freddamente o di contemplare passivamente. Egli pone in opera il proprio Fuoco interno e riesce a ravvivarlo progressivamente, conservando sempre la facoltà di graduarlo a piacimento. In tal modo, l’individuale si armonizza con l’universale, lo Zolfo si combina con il Mercurio, per generare l’Agente, grazie al quale si compiono i prodigi della Grande Arte.







IV



Con tale Fuoco lavora il seguace dell’Arte
dell’infallibile Natura,
dove questa manca, quella supplisce:
in comincia la Natura, l’Arte finisce,
che solo l’Arte depura.
Ciò che a purificare la Natura era incapace
l’Arte è sempre sagace,
semplice è la Natura, quindi se scaltra
non spiana una le vie, si arresta l’altra.


Il Fuoco vitale universale agisce in Natura in maniera, per così dire, meccanica e neutrale, secondo leggi generali che non si piegano alle applicazioni particolari. Spetta all’Arte incanalare le forze naturali, riunite ed accumulate perché, in determinate speciali circostanze possano produrre gli effetti massimi. L’Arte permette alla Natura di superare se stessa.


V



Dunque a che servono tante sostanze, e tanti
attrezzi, e Alambicchi,
se unica è la Materia, unico il Fuoco?
Unica è la Materia, e in ogni luogo
ce l’hanno i poveri, e i ricchi,
a tutti sconosciuta, e a tutti sta davanti.
Abietta al volgo errante,
che per fango a vile prezzo ancora la vende,
ma preziosa al filosofo, che se ne intende.


Il Fuoco vitale universale, nascosto in tutte le cose, è l’Argento unico, con l’ausilio del quale l’Adepto riesce ad agire su di una Materia anch’essa unica. Questa Materia, delle più comuni, si offre spontaneamente al Saggio, che dovunque trova ad esercitare utilmente la propria azione. Egli sa valutare tutte le risorse, traendone il relativo profitto; la sua arte consiste nel valorizzare quel che è ingiustamente sottovalutato.



“Ripeto, non occorre cercare utensili e materiali per fare la vera Alchimia, ma bisogna lavorare l’unica materia a nostra disposizione che è formata da tre espressioni; Corpo, Anima e Spirito. Una sola cosa (l’IO) che si esprime in tre. Ma la sua forza è formata da una pressione che dall’interno spinge verso l’esterno e dall’altra che dall’esterno spinge verso l’interno: quindi la dualità (il bene e il male, il giorno e la notte, il maschile ed il femminile). Ma il tutto è costruito con i quattro elementi: Terra, Acqua, Aria e Fuoco. La croce! – Qui ho spiegato l’arcano della Sfinge, quando questa era ancora intera nella sua forma”


VI



Questa sola Materia tanto avvilita
cerchino gl’ingegni accorti,
che in lei quanto desideriamo tanto si trova
in lei racchiudono, il Sole e la Luna,
non volgari, non morti,
in lei si racchiude il Fuoco, dove hanno la vita,
essa dona l’acqua ignita (acqua di fuoco)
essa fissa la Terra e dona tutto
che infine occorre ad un intelletto istruito.



La Materia che l’Adepto è chiamato a porre in opera non è altro che la sostanza medesima della specie umana, quella che si potrebbe definire Ominità. Sole (Ragione) e Luna (Immaginazione) vi si associano; vi trova la sua sede l’ardore vitale volontario e sentimentale (Fuoco) e se ne ricava tanto l’acqua ignea (il fluido vitale carico di energie attive) quanto la terra fissa (la base sulla quale deve fondarsi stabilmente ogni azione).


VII



Ma voi senza osservare che un solo composto
al filosofo basta,
ne prendete di più in mano Chimici ignari.
Egli cuoce in un solo vaso ai raggi solari,
un vapore, che s’impasta,
voi mille paste al fuoco avete esposto.
Così mentre ha composto
dal nulla il tutto Iddio, voi finalmente
ritornate il tutto al primitivo Niente.


L’unico vaso corrisponde alla persone dell’Adepto. I raggi solari sono le vibrazioni del Verbo, cioè della Luce universale. Il vapore che si condensa rappresenta la sostanza animica, dapprima diffusa, poi sempre più concentrata, il che la rende più idonea a rifrangere la luce.

E’ molto complesso spiegare la frasedal nulla il tutto Iddio -, partendo dal fatto che nulla si crea e nulla si distrugge si conclude che nulla è stato creato. Questo è vero! Infatti il mondo Materiale non esiste che in forma relativa, inoltre vi sono tanti mondi di diverse dimensioni nello stesso punto! (Cosa assurda per gli scienziati). Potremmo dire che la vita in questa dimensione non è altro che un sogno, un sogno che la nostra Essenza fa per imparare a conoscere sé stesso e gli altri nella continua ascesa verso l’Infinito Eterno.

Quindi possiamo dire che un Pensiero Eterno ha formulato l’idea della forma e noi siamo in questa forma che dobbiamo esaltare al Pensiero Iniziale. Il cammino è lungo e difficile e fatto più volte e in più mondi.”




VIII



Non molli gomme, o escrementi duri,
non sangue, o sperma umano,
non uve acerbe, o quintessenze di erbe,

non acque acute, o corrosivi sali,
non vetriolo romano,
arridi talchi, o antimoni impuri:
non zolfi, non mercuri,
non metalli del volgo alfine adopera
un artefice esperto della grande Opera.


Questa enumerazione ha tutto l’aspetto di una condanna in blocco per tutti i lavori di laboratorio. L’Autore è un Alchimista puramente speculativo e per lui la Grande Opera si riferisce ad una trasmutazione ben più importante per l’Umanità di quanto non potrebbe essere la preparazione dell’oro dal piombo. Ai suoi occhi, il simbolismo metallurgico non è che l’espressione, l’involucro esterno di un misterioso esoterismo, in cui si traspongono i dati di alta mistica, che costituiscono il supremo segreto di tutte le iniziazioni. Purificarsi interiormente, per potersi innalzare abbastanza da rapire il fuoco celeste e quindi consumare l’intima unione dell’Uomo con Dio: questo è l’eterno disegno degli Iniziati di tutte le epoche. Essi mirano non ad arricchirsi meschinamente per godersi la vita e perseguire volgari ambizioni, ma a modellarsi sull’intelligenza che ordina il mondo ed a farsi esecutori della volontà che governa ogni progresso. Siamo dunque ben lontani da tutte le sostanze che possono essere combinate o scomposte da n chimico.

IX



Tanti misti a che serve? L’altra scienza
solo in una Radice
tutto riduce il nostro Magistero,
questa che già quale sia, chiaramente vi ho mostrato
forse di più di quanto permesso,
due sostanze contiene, che hanno una essenza.
Sostanze, che in potenza
sono Argento, e sono Oro, e in atto poi
vengono, se i loro pesi noi li eguagliamo.


Per rendere intelligibili questi versi, ci limiteremo a ricordare i seguenti principi:

il Magistero riconduce ogni cosa ad una sola radice, che è la Luce creatrice.
In questa Luce, è opportuno distinguere il movimento vibratorio, rappresentato dal Sole ed il mezzo vibrante, corrispondente alla Luna.
Questi due fattori di Luce sono, in potenza, Oro (centro fisso di emanazione, di irraggiamento e d’azione) e Argento (sostanza atta ad entrare in vibrazione e a divenire luminosa).
Diventano, in atto, Oro spirituale e Argento animico, appena l’Argento assume proporzioni adeguate al soggetto passivo, in quanto allora si verificano le condizioni necessarie per la costituzione di un essere armonico.

Vi è in tal caso, interferenza dei due principii costruttivi, che sono lo Spirito (Sole, Colonna J
\) e l’Anima (Luna, Colonna B\), con la materia costitutiva fornita dal Corpo (Saturno, Terra, Pietra bruta).

Questa triade, combinandosi, genera il settenario della gamma metallica, come indica la figura sotto riprodotta, la quale spiega, al tempo stesso, il simbolismo dei colori.




IL SETTENARIO



(vedi disegno: il settenario)


“Credo sia bene che io spieghi cosa voleva intendere Wirth parlando delle Colonne J
\ e B\
Molti non fanno più caso al fatto che in tutti i Templi del mondo, e in tutte le religioni passate (oggi non conoscono più la simbologia e la tralasciano), che davanti alla porta d’ingresso si costruivano due colonne, una dovrebbe essere bianca e l’altra nera.
Leggendo la Bibbia nella descrizione del Tempio di Salomone si trovano descritte le due colonne col nome di Jakin Boas, la prima viene associata al Sole e la seconda alla Luna.”









X


Così, che in atto si fanno Argento, e Oro

prima uguagliate di peso
la volante fissa in Zolfo dorato.
O Zolfo luminoso, Oro animato
in te del Sole acceso
l’operosa virtù ristretta adoro.
Zolfo tutto tesoro,
fondamento dell’Arte, in cui la Natura
nuoce l’Oro, che in Elisir matura.


Infine, il supremo tesoro dell’Arte risulta dall’armonizzazione perfetta dello Spirito (Sole) con l’Anima (Luna). Tutta la difficoltà consiste nel realizzare l’armonia in se, per partecipare in tal modo all’armonia universale; ma, una volta conseguita quest’armonia individuale, si effettua una cristallizzazione intorno al perfetto cubo iniziale e l’adepto vi compie nel mezzo la missione di trasmutatore, come gli spetta. Egli esercita un’azione di presenza e, per la stessa virtù della sua armonia personale, diffonde intorno a sé la sua armonia e la sua luce, inducendo gli altri a conformarsi alla sua norma. Questo è l’ideale del vero Saggio, la cui opera è tanto più efficace, quanto più resta segreta. Egli passa inosservato fra i contemporanei, i quali non dubitano neppure di quanto gli siano debitori. D’altronde, la prudenza lo esorta ad agire in segreto, poiché ogni adepto che si tradisce suscita odi pericolosi.



OSWALD WIRTH




***********************





In Gesù Cristo Dio si è fatto uomo e l’uomo si è fatto Dio.
Così Dio è disceso nell’uomo ed è risalito trasportando seco l’uomo, mantenendo distinte le rispettive nature. Se Gesù Cristo fosse stato un angelo, si sarebbe dovuto allora angelizzare Dio, e poi incarnare l’angelo. Ma quest’angelo deificato sarebbe stato allora un Dio intermediario; un idolo spirituale. No! Gesù Cristo è un uomo, un vero uomo simile a noi, ma personificato dall’unione ipostatica.
La divinità che viene attribuita alla sua umanità è la Chiesa, come la nazione è lo stato. Noi siamo dunque le membra di Gesù Cristo, sempre presente sulla terra con il suo spirito e la sua parola.

La nostra sfortuna è di paragonare sempre, interiormente, le cose spirituali con le cose materiali, di sognare degli spostamenti di Dio, degli imprigionamenti della divinità nella carne, infine tutto ciò che rivolta legittimamente i Giudei quando dicono:



Nella carne e il sangue, Dio non è mai caduto,
E non può essere incarnato né infangato,
Facendosi morire per appagare se stesso,

E’ assurdità se non è bestemmia.
Per riscattare Adamo, Dio non è disceso,
Maestro assoluto di tutto, a chi potrebbe essere venduto?
Ammettere in Dio il tempo, la misura e il numero,
E’ imbrattare la luce e oscurare l’ombra,
Che fate? Per Dio, voi prendete un uomo! Un criminale!
E bevete il sangue di un cadavere eterno!



Questi terribili versi sono tradotti dall’ebraico e si trovano in un libro rabbinico che io possiedo; essi sono l’espressione di un doppio errore e di una grande verità.



Eliphas Levi






“Sono dure parole che vanno meditate. Se ciò che noi intendiamo chiamare Dio è l’Eterno Infinito, non può essere “finito” dentro una forma soggetta alla dimensione ed al tempo. Se noi intendiamo Dio ciò che ha creato queste forme di materia, allora abbiamo fatto l’errore di relegare in una sola figura il lavoro di molti Heòni (Maestri costruttori che stanno tra l’Infinito e il finito).
Valutiamo bene il nostro pensiero e non lasciamoci influenzare dalle idee create per dominare i deboli di spirito. “



GENESI – 1/27

“ E Dio creò l’uomo quale sua immagine;
quale immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina lo creò.”

Io sono storpio, io sono cieco, io sono muto…
io sono povero, io sono triste, io sono cattivo…

“a Sua immagine Dio creò l’uomo”!

Dio è bello, Dio vede, Dio parla…
Dio ha tutte le ricchezze, Dio non è triste, Dio è buono…

Ma sono io l’uomo che Dio ha creato?

Nella Sua giustizia Dio pose un albero della conoscenza del Bene e del Male nel Paradiso, ma proibì all’uomo ed alla donna di nutrirsi.
Nella Sua infinita Bontà non voleva la Sua creatura istruita, pose un divieto, un peccato dove l’uomo infante potesse cadere.

Ma non si muove foglia che Dio non voglia? Se l’uomo sbaglia di chi è la colpa?

E se la donna e l’uomo cercarono i sapere, per Dio era peccato! Però essendo Dio il Padre e la Madre dell’essere creato, gli voleva bene, lo amava…


GENESI – 3/16

“e alla donna disse:
Farò assai numerose
le fatiche delle tue gravidanze,
con doglie dovrai partorire figlioli.
Verso il tuo marito porterà la tua passione
ma lui dominerà su di te.” (Dio è maschilista?)

“e all’uomo disse:
Perché hai ascoltato la voce della tua donna
ed hai mangiato dell’albero, su cui ti avevo dato un comandamento, dicendo:
“non devi mangiare”
maledetto sia il suolo per causa tua! (cosa c’entra il suolo?)
Con fatica ne trarrai nutrimento
per tutti i giorni della tua vita.
Spine e cardi farà spuntare per te,
e dovrai mangiare l’erba della campagna.
Con il sudore della tua faccia mangerai il pane;
finché non tornerai nel suolo,
perché da esso sei stato tratto,
perché polvere tu sei e alla polvere tornerai!” (si vive solo per morire?)



Se questo è l’amore di Dio…
ti prego, Dio, non amarmi!
Tutto questo odio per una mela!…
Per uno che ha tutto, anche me!
Per uno che sapeva prima di creare, quello che sarebbe successo.
Con quale amore si può creare una vita sapendo di doverla condannare.


Se proprio era la Saggezza Divina, l’Albero della Sapienza non sarebbe mai esistito!… E neppure l’uomo sarebbe dovuto esistere, se non poteva avere la conoscenza. Come pure non dovrebbe esistere solo per morire.

Mi sembra evidente che valutando le regole e gli insegnamenti delle attuali Religioni, si viene alla conclusione che sono stati loro a creare Dio a propria immagine e somiglianza, con tutti i difetti dell’uomo volgare.

Questo solo per impedire all’uomo di cercare la verità e di percorrere il cammino che porta alla liberazione dalla schiavitù della materia. perché lo Spirito dell’uomo è eterno come eterna è la vita.



Roberto Rossetti

M.F.S.



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