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Anno sc. 2003/2004

Chiesa di San Mauro

Di fronte al mare Ionio, sulla sommità dell'altura dell'Altolido (circa 60 metri s.l.m.), lungo la strada che congiunge Gallipoli a Santa Maria al Bagno, si staglia solitaria e in rovina la chiesetta di San Mauro, l'ultima testimonianza di un antico complesso monastico che probabilmente ha avuto un ruolo molto importante nei secoli dal XII alla fine del XIV. É documentato che nello stesso luogo preesistevano già insediamenti di monaci basiliani  provenienti dall'Impero Bizantino per sfuggire alle persecuzioni iconoclaste istigate dall'editto dell'imperatore Leone III del 727.

L'atto più antico relativo al monastero è databile all'anno 1111, mentre al 1° maggio del 1149 risale la donazione più remota fatta al monastero stesso, quando un tal Salomone, signore di Aradeo, dona al convento una casa a due piani. Altre donazioni, fatte da privati cittadini a favore del monastero di San Mauro fino all'anno 1227, sono attestate in una serie di pergamene scritte in greco di cui purtroppo oggi non si ha più traccia.

Il monastero godette sicuramente di ricche rendite e di un grande benessere, tanto è vero che alcune fonti testimoniano che l'egumeno del monastero  (appellativo riservato al superiore del convento nella Chiesa greca, di cui i monaci di San Mauro seguivano il rito) nel 1325 versava agli esattori pontifici una somma di gran lunga superiore  a quella pagata dallo stesso vescovo della diocesi di Gallipoli.

All'inizio del XV secolo il monastero si avviò verso una decadenza progressiva fino alla scomparsa di qualsiasi traccia di vita monastica.

Nel 1497 il complesso di San Mauro con tutte le proprietà, tra cui vaste estensioni dell'Altolido e varie "grancie" (molo simili a popolose masserie) che assicuravano una rendita di 100 ducati l'anno, passò alla dipendenza del Vescovo di Gallipoli. Nel 1760 queste rendite furono assegnate al seminario diocesano di Gallipoli per interessamento di monsignor Branconi, in quegli anni vescovo della diocesi.

Dopo l'unità d'Italia, quando il nuovo Stato incamerò e mise in vendita i beni ecclesiastici, tutto il territorio circostante insieme alla chiesa di San Mauro venne acquistato, con regolare atto notarile stipulato a Maglie, dalla famiglia Stajano, che ne è tuttora proprietaria.

Pianta della chiesa

Ancora fino ai primi decenni del XIX secolo, la Chiesa di San Mauro era un luogo di culto, tanto è vero che nei giorni festivi vi veniva celebrata la Messa, frequentata dalle popolazioni dei dintorni e ogni anno il primo maggio in onore del Santo si svolgeva una fiera, il cui spirito festoso sembra rivivere oggi nella caratteristica festa di primavera "Lu Masciu", che si tiene a maggio. 

Le vicende connesse alla Chiesa di San Mauro sono raccontate dallo storico Bartolomeo Ravenna nelle sue "Memorie istoriche della città di Gallipoli", pubblicate nel 1836.

Oggi resta solo una chiesetta deturpata da mani vandaliche e ben poco si è salvato degli affreschi medioevali che decoravano la volta ed i pennacchi della navata centrale.

Ci auguriamo che i lavori di restauro intrapresi arrivino a compimento e ridiano al Salento un monumento importante del suo passato.

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Progettazione e realizzazione:
Prof. Livio Maritati