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3.La ricerca dei giovani architetti statunitensi.

La ricerca architettonica della giovane postavanguardia americana si sviluppa principalmente verso due direzioni che sembrano mostrare come il dibattito s’imperni ancora sull’opposizione tra forma e assenza di forma. L’architettura intermediale, interattiva e virtuale, può cioè distinguersi in due filoni di ricerca: l’architettura della De-formazione e l’architettura della In-formazione.

Il primo filone comprende gli studi sull’innovazione formale che emerge dal progresso nella scienza e nella tecnologia del computer. “L’uso immaginativo delle tecniche digitali ha il significato di comprimere i processi di evoluzione dello spazio e del tempo, rendendo possibile lo sviluppo di spazialità architettoniche ibride e interconnesse” (Perbellini, Pongratz 2000). La generazione del progetto al computer, attraverso metodologie dinamiche di manipolazione e deformazione, conduce a una nuova plasticità. 

L’introduzione di sistemi topologici, in grado di reagire a eventi esterni e di esserne deformati, è l’aspetto predominante. “Il processo di progettazione in generale ha spesso a che fare con corpi flessibili a priori, intricati in un’infinita interazione sensoria con le condizioni fisiche esterne” (ibidem). L’elaborazione è spesso resa dinamica con l’utilizzo dell’animazione e riproduce un processo simile alla mutazione genetica e alla selezione naturale dell’evoluzione biologica. 

Il risultato è una forma architettonica curvata, modellata da influenze esterne e “in grado di reagire con la sensibilità di un sistema duttile” (ibidem). In essa è presente la traccia visibile delle forze che l’hanno determinata. 

Il secondo filone di ricerca è interessato ai cicli sempre più veloci della cultura consumista e all’onnipresenza dei flussi d’informazione. Si esplorano la cultura mediatica e la tecnologia traendo spunto dalla proliferazione d’immagini, propria della nostra cultura, verso il progetto di una forma aperta, mai conclusa. 

Al primo filone appartiene Karl Chu che rifiuta la geometria cartesiana ed è interessato alla metafisica. La sua strategia di progettazione si muove secondo la modellazione creativa di strutture genetiche stimolata da sistemi evolutivi, in grado cioè di automodificarsi e autorganizzarsi. La Dimensione di Turing, un universo monodimensionale, e il tempo stabiliscono il piano di riferimento per l’apparizione della Superficie Universale di Turing, arrotolata e srotolata dalla Macchina Universale di Turing.

Lo studio Form, di Gregg Lynn basa la propria strategia sull’omogeneizzazione dei condizionamenti e delle forze esterne, incorporati in un continuum fluttuante. Lynn utilizza software nati per l’industria degli effetti speciali e dell’animazione per produrre un’architettura dinamica e flessibile che interagisca con l’ambiente. I processi di trasformazione, come la curvatura e la torsione di un’ampia superficie continua, sono controllati e guidati dall’architetto. Egli introduce dei campi di forza, che possono essere la riproduzione delle reali condizioni esterne (movimento delle auto, vento, sole, ecc.), all’interno dell’ambiente simulato. Nel progetto della Hydrogen House (fig.1), ad esempio, il passaggio di un’auto, nel corso dell’animazione, spostava le superfici facendole slittare le une sulle altre. L’interesse principale di Lynn sono le strutture note come blob, dotate di forze interne e massa gravitazionale, interagiscono tra loro formando una singola unità.

La ricerca di Jesse Reiser e Nanako Umemoto si muove verso sistemi strutturali in grado di generare la complessità attraverso la flessibilità. Essi usano sistemi dinamici basati sul tempo. La forma viene modificata, indipendentemente dalla funzione, in un continuo andare e venire dai modelli reali a quelli computerizzati, una versione più interattiva del metodo di Gehry.

Nonchi Wang ha fondato Amphibian Arc nel 1992, convinto fin da allora che le frontiere dell’architettura si espandono insieme con l’ampliarsi dei confini della coscienza umana. Dal 1993 egli concentra i suoi studi sull’idea di architettura liquida, “come risposta architettonica alla perpetua propensione dell’umana consapevolezza verso l’universo digitale dell’età del computer” (Perbellini, Pongratz 2000). Gli spazi da lui creati sono trasformati da una curvilinearità che esprime il rifiuto della geometria Euclidea poiché, ipotizzando lo spazio come tridimensionale e piano, essa non può rispondere alla complessità della natura. Nel progetto del Fortune Dynamic Warehouse (fig.2) ha prodotto un modello virtuale per studi sulla luminosità ma anche per la realizzazione dei disegni esecutivi. Il brise-soleil è determinato dal percorso del sole attraverso le quattro stagioni, riprodotto al computer.

Neil M. Denari Architects è uno degli architetti appartenenti al filone di ricerca dell’architettura dell’In-formazione. Egli osserva che l’interesse dei consumatori non è più stimolato dal valore d’uso o dalla caratteristica funzionale dell’oggetto ma dal simbolo seduttivo del suo logo. Egli si propone di progettare un’architettura che risponda al linguaggio dei segni investendolo di una nuova natura grafica. L’architettura, per replicare al veloce scorrere del mondo, “deve divenire a sua volta flusso, capace di mutare velocemente le proprie sorti: dallo spazio alla superficie, alla grafica, alla luce e daccapo” (N. Denari cit. in Perbellini Pongratz 1998).

Elizabeth Diller e Ricardo Scofidio (figg.3-4) indagano il rapporto dell’architettura con le arti visive. Il computer e la telematica sono utilizzati come strumenti architettonici. Con i loro progetti- installazioni evidenziano come l’interazione tra le immagini registrate e l’esperienza in tempo reale cambia il nostro modo di osservare gli eventi sociali.

Winka Dubbeldam studia le nozioni di spazio nomadico, misurato o dinamico. Il computer non è solo uno strumento ma anche un elemento attivo della costruzione dell’ambiente.

Marcos Novak costruisce modelli matematico- algoritmici virtuali mediante procedure generative determinate da numerose variabili. Le variabili derivano dalle influenze esterne che possono essere la trasposizione di caratteristiche del mondo reale. 

Hani Rashid e Lise Anne Couture (Asymptote Architecture) derivano la forma architettonica dall’interpretazione del contesto fenomenico e culturale del sito. I loro studi coinvolgono il cinema, i media e le arti visive proponendo il radicale mutamento del rapporto tra architettura e spazio geometrico.

Thomas Leeser (fig. 5) sfida il linguaggio architettonico convenzionale, cambiando i suoi obiettivi man mano che il linguaggio architettonico assimila le sue idee.  Non basta utilizzare il computer per essere all’avanguardia e resistere alla normalizzazione: la quotidianità è diventata il più efficace veicolo di cambiamento.

Fig.X - Sezione.

Fig.X - Sezione.

Fig.X - Sezione.

Fig.X - Sezione.

 


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