2.Verso
un'Hyperarchitettura.
L’obiettivo
della mia ricerca è di analizzare la risposta degli architetti che
lavorano negli Stati Uniti ai cambiamenti determinati dalla nuova
tecnologia dell’informazione. Il motivo per cui ho scelto di esaminare
la situazione statunitense sta nel fatto che proprio nelle grandi città
come New York e Los Angeles sono concentrati i flussi d’informazione e
la molteplicità di molte culture e identità.
I
giovani architetti della postavanguardia si stanno muovendo alla ricerca
di un’architettura caratteristica dell’età dell’informazione, cioè
Hyperarchitettura. La
struttura dell’ipertesto (hypertext) è la chiave delle connessioni
tra le informazioni, poiché permette di cercare ciò di cui si ha
bisogno attraverso percorsi. Allo stesso modo l’Hyperarchitettura
vuole essere un’architettura non solo narrativa e metaforica ma anche
interattiva, che possa quindi avere strutture, spazi e situazioni
navigabili e modificabili come un ipertesto (Prestinenza Puglisi
1998).
Negli
Stati Uniti il Computer Aided Design (CAD) è entrato da tempo a far
parte degli strumenti dei progettisti e si sta superando quella fase
iniziale, di cui parlava Cinzia Talamo, in cui il nuovo mezzo è
utilizzato in modo limitato o improprio.
Nelle
università americane il CAD e le teorie ad esso correlate sono
l’argomento di numerosi corsi. Alla Columbia University, ad esempio,
è stato recentemente istituito un programma di studi chiamato
eloquentemente Paperless Studio,
poiché tutte le fasi di progettazione nei corsi di architettura sono
computi su computer. Gli insegnanti, per evitare che gli studenti
producano mere aggregazioni grafiche anziché spazi architettonici,
inseriscono sempre esercizi che coinvolgano uno spazio misurabile,
definiscono regole da rispettare e direzioni da seguire. Agli studenti
non vengono insegnate solo le funzioni basilari o le particolarità dei
programmi CAD, viene loro mostrato il possibile ruolo del computer come
media e come generatore di forme e modelli. Molti giovani architetti
iniziano ad insegnare subito dopo la laurea, senza alcuna esperienza
pratica precedente, sfruttando così l’occasione di sviluppare le idee
teoriche, legate alla tecnologia CAD, che applicheranno successivamente
nel loro lavoro.
L’architettura
sperimentale è mossa da una nuova intuizione sulle configurazioni
virtuali dello spazio, cercando un’integrazione tra informazioni,
tecnologia e utenti. “Qual è il senso estetico dell’interattività?
L’architettura nuova consentirà a ciascuno di essere attore e
protagonista?” (Perbellini, Pongratz 2000). Sono alcune delle domande
a cui le ricerche cercano di rispondere. |