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Il garante per la concorrenza apre un'istruttoria su FS ed RFI (finalmente!) (24/12/2010)

L'autorità garante per la concorrenza avvia finalmente un'istruttoria della durata di un anno per verificare la presenza di comportamenti atti a impedire la piena liberalizzazione del settore ferroviario e favorire l’unico operatore presente, ai danni degli utenti dei servizi ferroviari in questione, inclusi i passeggeri “pendolari”.

Leggi l'intera delibera (PDF 57Kb)

Disservizi da nuovo orario: La Lombardia si muove e l'Emilia... resta a dormire (24/12/2010)

Sopralluogo notturno dell'assessore ai trasporti della Lombardia Raffaele Cattaneo e dei suoi dirigenti nei punti più critici della rete ferroviaria. Chissà alla stessa ora cosa stavano facendo i suoi emeriti colleghi dell'Emilia Romagna.

A gennaio 2011 un "bonus straordinario" per risarcire i pendolari lombardi dei disagi subiti.

Dichiarazione di Cattaneo: ".. nella fascia di punta, il ritardo entro i 5 minuti si è attestato troppo al di sotto dei nostri standard. La qualità del servizio di questi primi giorni di nuovo orario è stata inaccettabile e i pendolari hanno ragione a protestare. Farò di tutto perché le cose migliorino".

Meno carrozze sulla MI-PC-BO: tolte per fare un treno in più sulla rete regionale (24/12/2010)

Il consigliere del Comune di Piacenza Roberto Colla ci ha inviato la risposta dell'assessore regionale Peri (file .PDF 150Kb) all'interpellanza presentata dal consigliere regionale Pollastri a seguito della lettera inviata dallo stesso Colla ai consiglieri regionali piacentini (lettera anch'essa allegata al documento).

Nella sua lettera il consigliere Colla segnala che molti dei treni pendolari di ritorno da Milano sono stracolmi di viaggiatori ed avrebbero bisogno di un maggior numero di carrozze. Colla segnala, giustamente, che il problema non è la fermata a Lodi, che alcuni pendolari piacentini chiedono di sopprimere infischiandosene dei loro concittadini che lavorano a Lodi ed hanno lo stesso diritto di avere un treno veloce per il ritorno, ma il numero di carrozze dei nostri treni che negli ultimi 5 anni è stato progressivamente ridotto dalla regione Emilia Romagna dalle 13 iniziali ad 8 o addirittura a 6.
Concordiamo quindi sulla proposta di aggiungere le carrozze mancanti, non su quella di avere i treni Vivalto. E' vero infatti che ogni carrozza Vivalto porta più passeggeri, ma la composizione dei Vivalto è di sole 5 carrozze, quindi alla fine coi Vivalo si perderebbero posti. Va anche ricordato che con i treni Vivalto, a parte "l'estetica", ci si perde in: spazio per i bagagli, comodità dei sedili (molto più stretti e con meno spazio per le gambe), riscaldamento insufficiente e presenza di spifferi dovuti alla non corretta ventilazione, bagni inagibili per difetto di progettazione, ecc.
Se rimettono i Vivalto torniamo al medioevo.

L'Assessore Peri nella sua risposta sostiene che la regione Emilia Romagna nel 2010 ha preferito ridurre la composizione di alcuni treni come l'R2283 (17.20 da Milano), autorizzando la riduzione di carrozze: dalle 10 previste nel 2009 si è passati alle 8 del 2010, questo per aggiungere un nuovo treno sulla rete regionale. E' la solita filosofia contraria al miglioramento dell'efficienza e della velocizzazione del servizio. Ricordiamo infatti che avere molti treni sulla rete giova a Trenitalia che può così occupare le tracce orarie impedendo l'ingresso ad eventuali concorrenti e allo stesso tempo accresce il numero di treni-chilometro offerti, quindi anche i compensi che la stessa Trenitalia riceve dalla regione, senza incrementare gli effettivi posti per i passeggeri. Se da un treno se ne ricavano due, il finanziamento ricevuto dalla regione raddoppia senza che dover aggiungere alcuna nuova carrozza.

Peri sostiene anche che la scelta di ridurre il numero di carrozze è stata compiuta in base ai dati forniti da Trenitalia, che ovviamente aveva tutto l'interesse a dire che il treno 2283 non era sovraccarico, ma viaggiava con posti vuoti! (non ci è dato però di sapere quanti fossero quei posti vuoti). Ci troviamo nuovamente con un controllore (la regione) che si fida ciecamente dei dati forniti dal controllato (le ferrovie), a parte poche verifiche di dubbia affidabilità (a cui noi pendolari non possiamo partecipare) e soprattutto fatte in maniera molto selettiva.
In ogni caso Peri precisa che l'aggiunta di carrozze su quei treni sarebbe uno spreco di risorse dato che i viaggiatori sulla MI-PC restano in piedi per soli "20 minuti". L'assessore dimostra ancora una volta una scarsa sensibilità nei confronti del servizio offerto dalla regione Emilia-Romagna ai pendolari piacentini diretti a Milano ed una profonda ignoranza (nel senso di ignorare) delle reali condizioni del servizio che viene effettivamente erogato sulla linea Piacenza-Milano.

Lettere dai pendolari: Orario dicembre 2010: incremento dei disservizi sulla Piacenza – Milano e prospettive di  aumenti delle tariffe ferroviarie (24/12/2010)

Egregio Sig. Sindaco di Piacenza,
Egregio Presidente della Provincia di Piacenza,

facendo seguito a precedenti lettere relative alla segnalazione di disservizi ferroviari, Vi scrivo la presente, in chiusura dell’anno 2010, per richiamare la Vostra attenzione sulle problematiche in oggetto.
Come noto, nel mese di dicembre 2010, sono stati introdotti i nuovi orari ferroviari che hanno avuto impatto anche sulla tratta ferroviaria Piacenza–Milano–Piacenza. L’introduzione dei nuovi orari ferroviari, non solo non ha recepito le richieste di modifiche avanzate dai pendolari in vigenza del vecchio orario ferroviario, ma, peggio ancora, ha generato un evidente incremento dei disservizi ferroviari.
Con specifico riferimento ai treni utilizzati dal sottoscritto nella tratta ferroviaria Piacenza–Milano–Piacenza, Vi segnalo quanto segue:

Sulla tratta Piacenza – Milano la partenza del treno regionale veloce (di nome e, purtroppo, non di fatto!) 2274 è stata anticipata di dieci minuti dalla stazione di Piacenza (7:54 in luogo delle 8:04), ma purtroppo il treno cumula ora costantemente 10/15 minuti di ritardo fino alla stazione di Milano Rogoredo (orario di arrivo teorico 8:33, orario di arrivo effettivo in media 8:45), con la negativa conseguenza di aver di fatto allungato i tempi di percorrenza senza che l’anticipazione dell’orario di partenza sia servita a nulla (solo a creare disagi a tutte quelle persone che erano abituate a disporre di un treno con partenza poco dopo le 8 del mattino).

Il costante ritardo in arrivo a Milano Rogoredo di tale treno dipende, tra gli altri fattori, dall’averlo nuovamente fatto transitare sulla linea ferroviaria lenta che attraversa, con continui rallentamenti, tutte le stazioni minori tra Lodi e Milano Rogoredo (in vigenza del vecchio orario ferroviario il treno RV 2274 veniva fatto transitare sulla linea ferroviaria soprelevata veloce tra Lodi e Milano
Rogoredo).

Richiediamo pertanto di “lottare” per la richiesta di transito sulla linea veloce a beneficio di una auspicabile puntualità del treno in arrivo a Milano Rogoredo.
I problemi più gravi, direi intollerabili visto il costo del servizio ferroviario (anche in considerazione di quanto si dirà più sotto), si manifestano tuttavia sulla tratta Milano–Piacenza per la quale era stata, innumerevoli volte e da più parti, richiesta l’introduzione di un treno regionale veloce, con sosta intermedia nella sola stazione di Lodi, nella fascia oraria delle 19:00. E’ stato, invece, purtroppo mantenuto il treno regionale 20427, delle 18:59 da Milano Rogoredo, che, oltre ad essere lurido, con sedili strettissimi, frequentemente senza riscaldamento, effettua numerose fermate fino a Piacenza, viaggiando ad una velocità inconcepibilmente lenta e con continue soste sulla tratta ferroviaria.

Tale treno, che dovrebbe impiegare già ben 50' circa per il percorso Milano Rogoredo – Piacenza, a fronte dei continui rallentamenti e della velocità “lumaca” di crociera, raggiunge spesso il vergognoso tempo di percorrenza di un'ora. In linea generale è comunque doveroso rilevare che nella fascia oraria 18 – 20, ad eccezione del treno regionale 2285 (per il quale, analogamente a quanto sopra evidenziato per il treno regionale veloce 2274 sulla tratta Piacenza – Milano, è stato anticipato l’orario di partenza a Milano Rogoredo pur continuando tale treno a cumulare un costante ritardo medio di dieci minuti ed oltre), non vi è traccia di un treno regionale veloce con sola sosta intermedia nella stazione di Lodi. Non è pensabile che i pendolari debbano impiegare circa un ora per la tratta Milano Rogoredo – Piacenza, viaggiando su treni con sedili strettissimi ed in condizioni igieniche pietose. Richiediamo pertanto di “lottare” per la richiesta di un paio di treni regionali veloci, con sola sosta a Lodi, in partenza da Milano Rogoredo alle 19 ed alle 20.

Circa i ritardi è curioso notare come Trenitalia S.p.A. e/o Ferrovie Regionali Emilia Romagna/Lombardia continuino imperterrite (dopo le recenti prime sconfitte nelle aule di giustizia sulle cause intentate dai pendolari piacentini per la richiesta di risarcimento danni esistenziali da disservizi ferroviari) a rilevare gli stessi ritardi sui tabelloni informativi posti nelle stazioni con un, guarda caso, costante arrotondamento in difetto: tipicamente a fronte di ritardi dei treni di 10/15 minuti, ne vengono segnalati 5!
In relazione alle prospettive di nuovi pesanti aumenti (si è parlato del 25%) delle tariffe ferroviarie, definirle inaccettabili è riduttivo: in un paese civile l’incremento dei costi dei servizi pubblici deve essere legato, oltre all’andamento dell’inflazione (che certamente non implica aumenti tariffari di tale entità), al preventivo e consolidato miglioramento del servizio. Non appare pertanto accettabile, a fronte della disastrosa situazione ferroviaria sopra descritta, l’applicazione di neanche un minimo incremento delle tariffe ferroviarie considerando anche i pesanti incrementi tariffari subiti negli scorsi anni, a fronte di disservizi ferroviari che si sono sempre perpetrati nel tempo.

Vi ricordo, infatti, come i prezzi dell’abbonamento annuale (seconda classe) Piacenza – Milano nel bienno 2008 – 2010 abbiano già subito i seguenti incrementi:
– 2008, Euro 569,10, con possibilità di utilizzare nel prezzo dell’abbonamento i treni IC ed ESCity;
– 2009, Euro 650,40, per abbonamento base, senza più possibilità di utilizzare i treni IC ed ES City (per i quali è ora richiesto il pagamento di una tessera annuale dal costo di Euro 110,00);
– 2010, Euro 704,60, per abbonamento base, senza più possibilità di utilizzare i treni IC ed ES City (per i quali è ora richiesto il pagamento di una tessera annuale dal costo di Euro 110,00);

Se venisse applicato il paventato aumento delle tariffe ferroviarie del 25%, il costo dell’abbonamento annuale salirebbe nell’anno 2011 alla considerevole cifra di Euro 880,75, con folle ed ingiustificato incremento percentuale, a parità di costo del servizio (poiché nell’anno 2008 il prezzo di Euro 569,10 includeva l’uso dei treni IC ed ES City, il futuro prezzo 2011 di confronto sarebbe pari ad Euro 990,75 ovvero Euro 880,75 + Euro 110,00 per tessera mi muovo tutto treno), del 74% circa in quattro anni.

Vi prego di trasmettere la presente lettera agli assessori ai trasporti delle regioni Emilia Romagna e Lombardia, magari invitandoli a “testare” personalmente quanto da me sopra rilevato.
La situazione per i numerosi pendolari della linea ferroviaria Piacenza – Milano è diventata insostenibile ed auspico pertanto un Vostro intervento concreto nei confronti di Trenitalia S.p.A. e/o Ferrovie Regionali Emilia Romagna/Lombardia. Nell’attesa di un Vostro concreto riscontro, mi auguro celere per il bene di tutti i pendolari.

Lettere dai pendolari: Diario di un pendolare 13a puntata (vi consigliamo la lettura) (24/12/2010)

20-12-2010 quei treni che.... si addormentano al lunedì mattina
Il peggior modo per iniziare la settimana è................. dover "prendere" un treno Eurostar FRECCIABIANCA nella fascia oraria compresa tra le 8 e le 9, nella stazione di Piacenza.
Nonostante io sia partito da casa in orario utile per prendere il treno delle 7.54, non ho fatto i conti con il traffico pre-natalizio, ma soprattutto non ricordavo che i 40 posti auto più vicini alla stazione, grazie ad una discutibile ordinanza dell'Amministrazione comunale di Piacenza, sono stati messi a pagamento e non avendo con me i 6 EURO da versare per la tariffa quotidiana, ho dovuto lasciare l'auto, a circa 1 km dalla stazione, in prossimità del famoso "Kiosko", un locale da me sempre frequentato con grande divertimento nelle serate estive, ma che ahimè nelle rigide mattine invernali è sempre chiuso.
N.B: i 40 posti sono (e saranno sempre) VUOTI, naturalmente!!!
La spiacevole e consueta informazione appresa dal tabellone più odiato che ci sia all'arrivo nell'atrio della stazione (dove, peraltro, da qualche giorno sono scomparse anche le poltroncine metalliche che rendevano leggermente meno drammatiche le lunghe attese) ha confermato che dopo le 8 sulla tratta Piacenza-Milano il servizio fa semplicemente schifo!
Nella fattispecie il treno ES9802 Frecciabianca portava 20' di ritardo e nella lista dei treni in transito era uno di quelli "messi meglio"!
Dentro di me ho pensato che una delle possibili cause potesse essere il millimetro di neve caduto questa notte, ma come al solito non è stata fornita alcuna motivazione alla sfilza di ritardi dei treni provenienti da ogni dove, per cui sono tuttora nell'oblio della disinformazione, "piaga" tipica del terzo millennio!
Il treno è arrivato a Piacenza con 17' di ritardo ed è partito comunque con 23' (dopo 6’ di attesa inspiegabile).
E' bello arrivare a Rogoredo alle 9.20, con 23 di ritardo..... almeno la metropolitana è vuota!
Grazie ancora Trenitalia!!!

22-12-2010
Stazione di Piacenza: Treno Regionale 2274 delle h.7.54: finalmente su "materiale" VIVALTO!!!??? Questa “novità” ci sarà solo per oggi.....!!! Il treno arriva in discreto orario alle porte della stazione di Lodi (8:13), ma come oramai capita dall'entrata in vigore del nuovo orario, si ferma per alcuni minuti, probabilmente a causa del "traffico", ed entra nella stazione lodigiana con 3/4 minuti di ritardo: IN-CRER-DI-BI-LE? No, quando abbiamo a che fare con Trenitalia! Il treno è arrivato a Rogoredo alle h.8:40 accumulando in totale 7' di ritardo. 46 minuti per “coprire” la tratta Piacenza-Rogoredo: semplicemente inaccettabile! Partire prima non serve mai!
Grazie ancora Trenitalia!!!

22-12-2010
Viaggiare con Trenitalia, che orrore! L'odissea dei pendolari sulla Milano-Piacenza continua ad arricchirsi di capitoli sempre più tragici e scoraggianti. Questa sera (22/12) a Rogoredo il nostro treno abituale, vale a dire IC 599 diretto a Terni, era annunciato con 25' di ritardo per un guasto! Il materiale è vecchissimo, la manutenzione assente, per cui in pochi istanti abbiamo deciso di prendere il treno regionale delle h.17.59 che ferma a Lodi, Secugnago, Casale, Codogno, S.Stefano prima di raggiungere l'agognata meta piacentina.... L'apparizione sul binario 4 è davvero allucinante: il convoglio è così composto: le 3 carrozze di coda (su 6 totali) sono chiuse e buie! Le altre 3 sono debolmente illuminate, ma soprattutto gelide, sporche, maleodoranti e scomodissime. Non c'è un seggiolino "integro"; la paura di contrarre qualche malattia è altissima! Anche un maialino avrebbe qualche remora a sguazzare in questo "rudo"! Naturalmente siamo su "Senza traccia" di personale Trenitalia a cui chiedere almeno l'accensione del riscaldamento; posso capire che per preservare la propria incolumità, il capotreno rimane nascosto da qualche parte, ma qui stiamo veramente vivendo una "tragedia" dopo l'altra! Il più fantasioso regista di film "horror" non riuscirebbe mai a scrivere una trama più allucinante di quelle che potremmo raccontargli quotidianamente.
Il treno viaggia in "orario", ma ogni secondo trascorso a bordo di questa specie di "container" equivale all'eternità! Non riesco a trovare le parole appropriate per descrivere il mio stato d'animo: depresso? inviperito? svuotato? rassegnato? forse ho trovato quello giusto: "SCONSOLATO"
Le lacrime, infatti, stanno scendendo a fiumi dai miei occhi, mi verrebbe voglia di spaccare tutto , anche se qui è già tutto rotto per cui non avrei nemmeno tale soddisfazione.
Questa specie di mezzo di trasporto sta per terminare il suo e il nostro calvario, sono le 18:48 e stiamo partendo da S.Stefano; all'orizzonte si vedono le luci che adornano il viadotto TAV e i bagliori della "sky-line" di Piacenza…
Grazie ancora Trenitalia!!!

Il Presidente dell'associazione pendolari di Piacenza da Maurizio Costanzo (20/12/2010)

Ettore Fittavolini, in qualità di Presidente dell'Associazione Pendolari di Piacenza, il giorno 15 dicembre ha partecipato alla trasmissione "Bontà loro", condotta da Maurizio Costanzo su Rai 1, che aveva come tema il pendolarismo.
Chi volesse vedere la registrazione della trasmissione può collegarsi al seguente link:

Bontà loro - pendolari

Parte in salita il nuovo orario invernale (20/12/2010)

Partenza tutta in salita per il nuovo orario entrato in vigore domenica 12 dicembre. Il regalo di Santa Lucia, infatti, non è stato per nulla gradito dai numerosi pendolari di Piacenza e provincia, che si sono visti recapitare per tutta la settimana una serie vergognosa di ritardi. Qualche esempio? Solo per quanto riguarda la linea Piacenza-Milano (dunque i treni del mattino), la palma d’oro per il treno più disastrato va al regionale 2912, in partenza alle 7.37: in soli quattro giorni ha accumulato ben 68’ di ritardo (una media di 17’ al giorno); secondo per un’incollatura il 2272, che parte alle 6.48: 66’; il terzo posto spetta al treno 2122 delle 7.08 che ha “maturato” 51’; ultimo nella classifica dei treni considerati (con menzione d’onore, però) il 2274 delle 7.54 che vanta 32’. E questo nei primi giorni della settimana, quando ancora non si poteva imputare tutto alle “difficili condizioni meteorologiche”. Non si vuole poi infierire riportando nel dettaglio i ritardi registrati per gli InterCity (anche 150’).

Si parlava invece di “menzione d’onore” per il treno delle 7.54. La partenza del suddetto, infatti, è stata anticipata di ben 10’ (e tutti i pendolari sanno benissimo cosa significhi avere a disposizione, la mattina, 10’ in meno per raggiungere la stazione), con l’unico – desolante – risultato di dimezzarne il tempo di sosta a Piacenza. Per il resto, purtroppo, non è cambiato assolutamente nulla, visto che l’orario d’arrivo nelle stazioni milanesi coincide con quello previsto dal precedente orario estivo. Insomma: si parte alle 7.54 da PC per arrivare a Lambrate alle 8.50. Non male, vero? 56’ di percorrenza su Lambrate (oltre un’ora su Centrale) per un treno che si fregia del titolo di “regionale veloce”. Come si può ottenere un risultato così brillante? Semplice: basta far partire un treno in perfetto orario da PC, poi rallentarlo prima di Codogno, fermarlo a Codogno (dove non effettua servizio viaggiatori), poi rallentarlo prima di Casale, fermarlo a Casale (dove non effettua servizio viaggiatori), rallentarlo prima di Lodi, fermarlo a Lodi (dove, per effettuare servizio viaggiatori, impiega una decina di minuti), fermarlo prima di Rogoredo e poi, se Dio vuole, a Rogoredo. L’aggettivo “veloce” è così fuori luogo che persino lo speaker elettronico che annuncia l’arrivo del treno si inceppa leggermente nel pronunciarlo, forse turbato – lui, che in fondo è solo una “macchina” – da quel senso di vergogna che manca totalmente ai dirigenti di Trenitalia.

Per quanto riguarda poi i cambiamenti d’orario nelle fasce serali, si registrano scelte davvero dissennate. Fra le decine di lettere di protesta arrivate all’Associazione Pendolari, alcune raccontano di una situazione paradossale, che riguarda la linea BO-PC-GE e interessa non pochi pendolari emiliani e liguri: con l’introduzione del nuovo orario, infatti, è stato eliminato l’unico collegamento diretto in quella fascia con la città ligure, ossia il treno che partiva da Piacenza alle 20.27 con arrivo a Genova alle 22.23. Attualmente, dunque, gli utenti di questo servizio hanno solo due alternative: o mantenere lo stesso percorso adattandosi a lunghissime attese per le coincidenze (e arrivando a Genova alle 0.30) oppure orientarsi sugli AV BO-MI triplicando la spesa.
Anche sulla MI-PC la situazione non è affatto migliore: la partenza di alcuni treni è stata anticipata, quella di altri posticipata (senza tenere in nessun conto la preannunciata intenzione di cadenzare in maniera precisa i treni al 20° minuto di ogni ora), con il risultato di creare intervalli più lunghi fra un regionale “veloce” e l’altro, senza però ridurre i tempi di percorrenza. Ma in compenso i passeggeri possono impiegare il tempo del viaggio non navigando a vele spiegate in Internet o telefonando anche in galleria (strabilianti opportunità riservate agli utenti dei Frecciarossa), ma cercando più banalmente un modo per non morire assiderati. Per evitare ai pendolari uno choc da escursione termica, infatti, in queste serate numerose carrozze erano prive di riscaldamento (e talvolta di luce). Molto natalizio (… in una grotta, al freddo e al gelo), ma poco apprezzato da chi si prepara a “festeggiare”, insieme all’arrivo dei re Magi, un congruo aumento degli abbonamenti.

Lettere dai pendolari: Dove è finito il prospettato cadenzamento rigido? (20/12/2010)

Ho controllato il nuovo orario dei treni e avrei un'osservazione: si era parlato di cadenzamento orario dei treni regionali al ritorno da Milano, per intenderci i vari "Bologna" 2283, 2285, 2287 ecc.
Invece vedo che il 2285, che oggi parte da centrale alle 18.20, verrà anticipato alle 18.15. (mentre il 2287 e' stato posticipato dalle attuali 19.15 alle 19.20 ....).
Per me l'anticipo di 5' del 2285 e' un grosso problema (arrivo a Lambrate con autobus, non con metropolitana), era molto meglio l'orario attuale (18.20 da centrale).
Si sa almeno la logica di questo cambiamento? Non mi sembra che migliori la distribuzione dei treni in quella fascia oraria, e non è congruente con gli orari degli altri Bologna (tutti alle 20' di ogni ora, compreso il 2287 che è stato spostato per avere il cadenzamento allineato agli altri), e non serve a migliorare il tempo di percorrenza (che è rimasto uguale).

Lettera del Presidente dell'associazione Valdarda sui disservizi ferroviari (20/12/2010)

Nuova odissea ai pendolari Valdardesi e Piacentini oggi 16 dicembre 2010.
Ore 6,52 arriva a Fiorenzuola d'Arda il 2122 regionale veloce (ex interregionale) da Bologna a Milano Centrale:8 carrozze anziché le solite 10/11 (ci siamo abituati) delle quali 6 fredde (riscaldamento non funzionante); delle 2 calde,una era di prima classe ergo per le "bestie pendolari" che viaggiano in seconda classe solo una utilizzabile.
Noi di Fiorenzuola facciamo presente la situazione al controllore il quale ci dice che ha già deciso di sua volontà di far arrivare il treno alla stazione di Piacenza e di non farlo più ripartire e perché non funzionante il riscaldamento e perché un gran numero di porte non funzionanti e perché,testuali parole del controllore stesso,egli non voleva correre il rischio di essere "menato" dai passeggeri furiosi per le condizioni di viaggio da animali in cui Trenitalia ci faceva viaggiare. Naturalmente gli diciamo che se aveva già preso questa decisione,quantomeno ne dovevamo essere informati alla stazione di Fiorenzuola per darci modo di raggiungere Milano con i nostri mezzi.

Per farla breve riusciamo a convincere il controllore a far proseguire il viaggio fino alla destinazione finale e cioè Milano Centrale. Ma la vera barzelletta comincia ora e mi spiego:il nostro treno per il rotto della cuffia siamo riusciti a fargli proseguire la sua corsa fino a Milano mentre volevano farlo fermare definitivamente a Piacenza,ma guarda caso i ferrovieri lombardi e più specificatamente quelli della stazione di Codogno,fanno fare fermata straordinaria al nostro 2122 ,treno in carico all'Emilia,proprio alla stazione di Codogno che come ricorderete da una piccola ricerca fatta da me, ha un numero enorme di treni da e per Milano:per fortuna che le condizioni estreme di viaggio anche in termini di sicurezza sconsigliavano il proseguo del viaggio,salvo poi con la fermata straordinaria di Codogno,far salire altra gente.COMPLIMENTI come sempre a Trenitalia ed a tutti i suoi dipendenti a partire dal "mitico" amministratore delegato Moretti,il peggiore che un azienda anche pubblica possa avere.

Piccole note di contorno.
Con l'introduzione del nuovo orario da domenica 12 dicembre 2010,il 2272 delle 6,32 a Fiorenzuola ad oggi non è mai arrivato in orario,il 2122 ed il 2274 idem e parliamo di 10/15' di ritardo,il 2285 delle 18,15 (era 18,20 fino a sabato 11 dicembre) da Milano Centrale ha di fatto aumentato il tempo di percorrenza perché finora non ha rispettato l'orario di arrivo (si parte prima per arrivare dopo),dicasi stessa cosa per il 2287 sempre da Milano Centrale delle 19,20; questo per parlare dei principali treni che riguardano i valdardesi ed i piacentini in genere e relativo ai ritardi,ma poi ci sono da aggiungere soppressioni varie che come sapete non vengono conteggiate nei ritardi,per non parlare poi delle sempre peggio condizioni in cui ci fanno viaggiare toccando aspetti importanti come il comfort (pulizia, riscaldamenti,posti a sedere,ecc.) e la sicurezza (porte non funzionanti,posti in piedi per mancanza di carrozze o chiusura delle stesse,ecc.).

Tradotto passano gli anni,Trenitalia prende un sacco di soldi dalle regioni e le cose anziché migliorare,peggiorano.
Mi permetto di consigliare al Governo di privatizzare le FS come ha fatto per l'Alitalia,mi permetto di consigliare a Moretti di cambiare mestiere,mi permetto di consigliare le regioni a non fare più contratti con Trenitalia.

Tagliati i collegamenti Bologna-Piacenza-Genova (20/12/2010)

Scrivo per protestare e per evidenziare la incongruenza del nuovo orario Ferroviario del 13/11/2010.
Viaggio sulla linea Bologna - Piacenza - Genova per lavoro nei week-end da oltre 20 anni e dal prossimo 13/12/2010 mi sono accorto che (l’unico) treno regionale diretto da BO a GE (3974) (peraltro con una fermata a Piacenza di 30 min. circa) con il nuovo orario viene limitato a PC.
Ripreso dallo scoramento e dopo un accurato studio del nuovo orario mi accorgo che l’unica variante possibile (a meno di non passare da Alessandria o da La Spezia cambiando 4 treni con tempi biblici o coincidenze da 7 minuti) resta la via Bologna - Piacenza con regionale 3974 modificato, attesa di 48’ a PC per il regionale 20378 con cambio a Voghera e “intervallo” di soli 7 minuti per prendere? l’IC 689 da Voghera a Ge con arrivo oltre 25 minuti dopo l’attuale orario e spesa maggiore, altrimenti attesa di 76’ (!) nella suddetta stazione per arrivare a GE alle ore 0.30 del giorno dopo con il regionale 2199.
L’unica alternativa sono gli AV Bologna Milano al costo spropositato del TRIPLO della tariffa precedente.
Anche se sono consapevole delle limitazioni avute dalla Regione Liguria mi sembra quindi un metodo "strisciante" per aumentare il biglietto ben oltre l'inflazione, il costo del petrolio ecc., bastava un aumento simile a quanto ci sarà sugli altri treni regionali ora denominati RV.
Morale sembra che qualcuno abbia deciso di tagliare fuori la Liguria dalla linea per BO e nel mio caso per un totale di 354 Km circa ci vogliono adesso (in caso di perdita della suddetta via nemmeno segnalata dal sito di Trenitalia, che preferisce la più redditizia via Mi) oltre 6 h, poco più della media di un buon cavallo...

Nel 2005 , prima di un analogo e sconsiderato “taglio” analogo all’attuale ci mettevo 4 h con due soli cambi di treno...
Mi sembra francamente troppo , so per certo che il treno BO-GE 3974 arriva al venerdì a Ge con centinaia di persone.
Almeno si ripensi la tempistica con l’IC 689 Milano-Genova per evitare la perdita della “coincidenza” , come del resto era a fine anni ’90 (solo che non si cambiava a PC).

Altra lettera

Sono un genovese costretto da vent'anni a fare il pendolare settimanale da Parma a Genova e viceversa per motivi di lavoro.
TRENITALIA con il nuovo orario ha eliminato il collegamento regionale diretto, via Voghera, che partiva da Parma alle 19,23 con arrivo a Genova alle 22.23
Inoltre e' stato eliminato anche il collegamento diretto, via La Spezia, in partenza da Parma alle 18,46 con arrivo a Genova alle 22.52.
Capisco la necessità di ridurre i costi, ma penso che almeno uno dei due collegamenti diretti, (magari quello più veloce via Voghera), era giusto mantenerlo per rispetto dei pendolari come me e dei Liguri in generale che NON SONO CITTADINI DI SERIE B.
E' SCANDALOSO che da Piacenza sia stato eliminato l'unico collegamento con Genova che, come detto, partiva da Parma alle 19,23 e da Piacenza alle 20.27, con arrivo a Genova alle 22,23.
Si poteva almeno far si che, con il treno regionale Piacenza-Torino delle 19,17, i viaggiatori diretti a Genova potessero scendere a Voghera e trovare coincidenza con un treno regionale per Genova, ma nemmeno questo e' stato previsto.
Sembra invece che per TRENITALIA la Liguria sia una regione straniera e periferica e che non sia degna di avere collegamenti regolari e diretti con una regione confinante come l'Emilia-Romagna.
Ho inoltrato un reclamo a TRENITALIA per esporre le stesse rimostranze e sono in attesa di una loro risposta.
Inoltre ho inviato una lettera analoga al quotidiano genovese "IL SECOLO XIX".

Lettere dai pendolari: Rastrelliere gratuite e sottopassi in P.le Marconi (20/12/2010)

Vorrei segnalare ufficialmente che il nostro amatissimo Sindaco, che tanto si prodiga per i bisogni dei pendolari, ha finalmente risolto in modo definitivo la spinosa questione delle rastrelliere gratuite in piazzale Marconi.
Non soddisfatto della fantasiosa ubicazione originale, in mezzo alle campane di raccolta del vetro e ai cassonetti dell'immondizia (è ancora vivo il ricordo del meraviglioso fetore rilasciato dai cassonetti dell'umido che per alcuni giorni hanno accompagnato il deposito e recupero dei nostri mezzi), le rastrelliere sono ora sparite, sostituite da una recinzione che rende inutilizzabile l'area interessata. Che dire.....un grande grande grazie! E' proprio la soluzione che attendevamo da tempo.
Un grande grazie anche per il fatto che, spenti i riflettori sull'inaugurazione del piazzale, i passaggi sotterranei sono stati chiusi e transennati. E' interessante notare che il decoro del piazzale, tanto declamato come alibi da questa amministrazione, in questo caso passa in secondo piano.

Lettere dai pendolari: I pendolari meritano più rispetto dagli amministratori (20/12/2010)

Sono pendolare da 11 anni, prima per studio e poi, fortunatamente, per lavoro. Sottolineo fortunatamente perché il pendolarismo non è una scelta, ma un obbligo per tanti giovani e meno giovani di Piacenza, che trovano nella nostra città ben poche opportunità di lavoro. Dopo aver attraversato per tanti anni quegli ambienti (parcheggio di via dei Pisoni e deposito biciclette) tuttora lerci, maleodoranti, bui e mal frequentati, dopo aver subito 3 furti di biciclette, ora che gli amministratori si sono degnati di considerare le problematiche di questa ampia area, non solo decidono di mettere a pagamento il deposito di biciclette e buona parte dei posti auto limitrofi, ma riducono sensibilmente i posti auto dopo l´inconcepibile tracciamento degli stalli, tant'è che alle 7,15 di mattina ora risulta impossibile trovare posti liberi. Come se non bastasse, devo anche ascoltare minacce di tolleranza zero contro chi oserà lasciare la propria 2 ruote in Piazzale Marconi perché i nostri modesti mezzi di trasporto sono troppo brutti da vedersi. Pensi che avevo partecipato con entusiasmo all´approvazione del Bilancio Sociale del Comune ed ero fiducioso che sarebbero state implementate soluzioni per semplificare la vita dei pendolari. Tra l´altro avevo richiesto proprio in questa occasione di aggiungere posti auto senza però metterli a pagamento. Ora purtroppo assisto a un accanimento incomprensibile verso i pendolari la cui unica colpa è di essere costretti a migrare fuori Piacenza. Meritiamo più rispetto da parte degli amministratori perché non siamo un costo per la collettività ma un valore aggiunto. Nessun pendolare che io conosca ha mai chiesto espressamente parcheggi a pagamento ma chiede sicurezza nell´intera area, che è un servizio per sua natura non delegabile a terzi, e chiede semplicemente che i posteggi auto e bici siano liberi come lo erano fino a luglio. Insisto soprattutto sul parcheggio auto a pagamento (si trova davanti al deposito bici) di cui purtroppo pochissimi parlano: non viene utilizzato da nessuno, ma proprio nessuno, e sottrae circa cinquanta posti (salvo futuri ampliamenti dell´area a pagamento!). Lo so bene in quanto ci passo tutti i giorni e per chi frequenta il luogo è evidente il grande disagio che si deve sopportare ogni giorno. Alcuni si sono rassegnati all´ennesimo balzello e hanno sottoscritto l´abbonamento per il deposito della bicicletta ma ciò non vuole affatto significare che la situazione vada bene così com´è. Chiediamo solo un'area adeguata di posteggi liberi per motocicli, automobili e biciclette.

Il sito dell’associazione pendolari spegne 10 candeline (20/12/2010)

In questi giorni ricorre il decimo anniversario dell’apertura del sito Internet dell'Associazione Pendolari di Piacenza. Dai 900 visitatori/anno del 2001 siamo passati ai 20.000 degli ultimi anni. Appare per primo nel motore di ricerca Google quando si inseriscono le parole "associazione pendolari".  E’ un sito dall’aspetto semplice, ma che dà voce a migliaia di pendolari piacentini che altrimenti resterebbero inascoltati. Raccoglie anche la storia completa del pendolarismo piacentino nell’ultimo decennio, con migliaia di articoli e lettere inviati dai pendolari, utili link per chi viaggia e tante foto e filmati che documentano disagi o avvenimenti particolari (sarà presto disponibile anche il filmato integrale della seduta del consiglio comunale del 6 dicembre, sui parcheggi in stazione).
Un indirizzo del sito, semplice da ricordare, è: www.pendolari.too.it , ma per evitare i banner pubblicitari consigliamo l'indirizzo originale: http://digilander.libero.it/pendolaripiacenza/ .
L’email dell'associazione resta: pendolari.piacenza@libero.it .
Per il 2011 sono previste alcune importanti novità come la creazione di un blog dedicato al pendolarismo piacentino e la possibilità d’iscriversi all’associazione direttamente dal sito Internet.
Ricordiamo che la nostra associazione è apolitica e apartitica, invitiamo quindi tutti i pendolari a segnalarci problemi, idee, proposte e, per coloro che vogliono sostenerci, a aderire all’associazione.

Lettere dai pendolari: Col nuovo orario si parte prima e si arriva dopo (14/12/2010)

Domenica scorsa è entrato in vigore il nuovo orario 2010-2011 e, come un bambino che attende S. Lucia, elettrizzato dall'attesa e dall'emozione, mi sono alzato dieci minuti prima del solito per poter "prendere in regalo" il treno R2274 che (come da nuova tabella) parte alle 7.54 anziché alle 8.04. Il treno è partito abbastanza in orario (ci mancherebbe altro, dati i 7 minuti di sosta....), ma......già alle 8.03, in prossimità della stazione di Codogno, ha rallentato vistosamente; pochi secondi dopo, una gentile capotreno si affacciava alla porta della carrozza con il telefono portatile all'orecchio. Dopo un breve "colloquio", ci ha informati che"il treno avrà un ritardo di 5 minuti circa per problemi di circolazione, c'è traffico" beh chiaro al lunedì mattina c'è sempre molto traffico su strade e autostrade, ma sulle ferrovie anche?!?!? Il treno si ferma solo tre minuti nella stazione di Codogno e riprende la sua (vio)LENTA marcia lumacosa fino a Casalpusterlengo.(h.8.14); nel frattempo mi sono rassegnato all'ennesima beffa e ho pronosticato almeno 10' di ritardo a Lodi (sono il solito "facile profeta"). h.8:26 un improvviso "gingle" interrompe le mie letture : è la voce metallica che annuncia "CAUSA GUASTO A TRENO PRECEDENTE, IL R2274 HA MATURATO UN RITARDO DI 10 MINUTI" senza scusarsi, ovviamente. Ma comeeeeeeeeeee?!?!?! La capotreno aveva detto che c'era traffico!!! In sostanza, siamo rimasti fermi, inchiodati a qualche metro della stazione Lodigiana per altri 5/6 minuti; siamo entrati in stazione alle 8:32 con 15 minuti "regalati" a Trenitalia, da recuperare questa sera....... QUI ALTRA PRESA PER I FONDELLI: il sofisticato sistema di rilevamento dei ritardi "ruba" sempre due minuti per non parlare del pannello elettronico posto sul binario che ne indicava solo 5'! Tra Lodi e Rogoredo il convoglio viaggia a "tavoletta" ma perde ancora un minuto, accumulandone in totale 16 nella prima stazione milanese. Risultato finale: 55 minuti da Piacenza a Milano, vale a dire IL SOLITO SCHIFO!!! Mi auguro che questo articolo possa essere letto con attenzione anche da quegli incompetenti e sprovveduti che suggeriscono ai pendolari di partire prima per arrivare "in orario" alla sede di lavoro. Ah dimenticavo il solito grazie al gruppo FS per il disservizio quotidiano!

Il ragionier Alfredo stupisce ancora! (10/12/2010)

Il ragionier Alfredo Peri, al secolo Assessore ai trasporti della regione Emilia-Romagna, nel corso della trasmissione "Tempo Reale" andata in onda venerdì 10 dicembre 2010 su Telelibertà, ci ha ancora una volta stupito.
Si è messo a parlare contro Trenitalia, minacciando azioni formali, difendendo il diritto dei pendolari ad avere treni più veloci, puliti e puntuali, sostenendo che il bando di gara per l'affidamento del servizio ferroviario regionale sarà l'unico metodo per mettere alle strette Trenitalia. Sembrava lui il vero paladino dei pendolari piacentini.
Cosa gli sarà capitato? Nulla, solo di essere davanti alle telecamere e di dover parlare a migliaia di persone. Si sa in quelle occasioni i politici diventano tutti buoni, gentili e disponibili.

Sono le stesse cose che ci sentiamo dire da un decennio, ma che grazie al ragionier Alfredo non si avverano mai. Non ci siamo scordati che nel gennaio 2006, a valle dell'eliminazione dei treni Interregionali in favore dei treni Intercity e in seguito ai pesantissimi disservizi creati dei pendolari, il ragionier Alfredo minacciava azioni contro Trenitalia fino ad arrivare alla rottura del contratto. Nulla però è mai stato fatto nonostante i disservizi perdurarono per svariati mesi tra il menefreghismo della regione e del suo assessorato. Non ci siamo dimenticati che poco dopo, quando lui e la sua folta schiera di funzionari dell'apparato hanno preparato il bando per il servizio regionale, non hanno ascoltato le osservazioni di noi pendolari che segnalavamo che quel bando non sarebbe stato altro che un regalo al futuro gestore (che fu, neanche a dirlo, Trenitalia). Un contratto di servizio dove se per esempio si acquistavano e pagavano treni con 10 carrozze, si consentiva al gestore di metterne a disposizione solo 9 senza alcuna penale, o dove si premiava il gestore con incentivi in caso di puntualità (quando invece la puntualità dovrebbe essere il normale servizio che già viene pagato con il contratto).
Ogni anno buona parte delle penali raccolte per i disservizi vengono restituite a Trenitalia sotto forma d’incentivi per il miglioramento del materiale rotabile (link1, link2, link3, link4, link5, link6), quando invece sarebbe la stessa Trenitalia con i suoi fondi a dover ristrutturare e ammodernare le proprie carrozze.

Non crediamo nemmeno che il ragionier Alfredo, che finanzia il servizio regionale con centinaia di milioni di euro di soldi pubblici, lo accetti alla cieca senza nemmeno aver preso visione dell'orario che entrerà in vigore e che “lui” paga coi nostri soldi. Sarebbe come acquistare un appartamento senza aver visto mai la planimetria, come si potrebbe definire colui che facesse una cosa simile?
Parliamoci chiaro ragionier Alfredo, a lei dei pendolari, soprattutto quelli della Piacenza-Milano, che hanno il coraggio di denunciare tutte le cose che non funzionano nel suo sistema di gestione del servizio ferroviario regionale, a lei di quei pendolari non gliene importa granché, deve solo reggere la parte davanti alle telecamere e cercare di farsi “amare” (e perché no votare) da coloro che non la conoscono ancora.
Tra questi però sicuramente non ci sono i pendolari piacentini.

Posizione dell’associazione pendolari di Piacenza sui parcheggi in stazione (9/12/2010)

L’Associazione Pendolari intende chiarire, senza che restino possibili ambiguità, la propria posizione sulla vicenda dei parcheggi in zona stazione. A tale scopo specifica che:

1) Chiede l'applicazione dell'articolo 7 comma 8 del codice della strada che prevede che venga riservato un “adeguato” parcheggio gratuito per biciclette, ciclomotori e motocicli nella stessa area o nelle immediate vicinanze di quello che è stato messo interamente a pagamento. Per "adeguato" si intende sia in termini di posti disponibili (tutti coloro che desiderano lasciare il mezzo nel parcheggio gratuito devono poter trovare un posto) che in termini di copertura, in accordo con quanto previsto dalla legge.

2) Non vuole che il costo della custodia per i mezzi di tutti i pendolari ricada sulla cittadinanza come ipotizzato dal Comune, ma chiede la disponibilità di un adeguato parcheggio gratuito (punto 1), dove la sicurezza venga garantita dalle forze dell'ordine.

3) La nostra associazione non è contraria alla presenza di un parcheggio a pagamento custodito, purché questo sia proporzionato, negli spazi e nei costi per la collettività, alle persone che effettivamente ne fanno richiesta. Stando a quanto ci risulta queste persone sono una minoranza. Molti di coloro che oggi lasciano il mezzo nel capannone a pagamento sono pendolari che, obtorto collo, sono stati obbligati a pagare causa l’assenza di adeguati parcheggi gratuiti.

4) Il capannone a pagamento risulta essere non utilizzato per oltre il 70% del suo spazio. Riteniamo assurdo che quei preziosi posti restino vuoti. Chiediamo che gli spazi ed i costi sostenuti dal Comune per il parcheggio a pagamento diventino oggetto di verifica periodica per valutare la loro effettiva utilità. Spazi e costi dovrebbero essere infatti commisurati alla reale ed effettiva fruizione del servizio a pagamento. In caso contrario ci sarebbe un’ingiusta penalizzazione della maggioranza a favore di un’esigua minoranza.

5) Il parcheggio biciclette situato in Viale S. Ambrogio, peraltro già presente da tempo, è comunque distante dalla stazione e non si trova nelle immediate vicinanze del capannone: non può quindi essere considerato come parcheggio alternativo al fine di soddisfare il rispetto del codice della strada. Dato che già ora quel parcheggio viene poco utilizzato eventuali posti aggiunti in quell’area risulterebbero superflui, proprio perché non prossimi alla stazione. I nuovi posteggi, se non vengono concessi all’interno del capannone, devono almeno essere collocati sul lato sud-est di P.le Marconi da dove proviene la maggior parte dei pendolari, oppure essere confinanti con il capannone dell’ex squadra rialzo.

6) I nuovi 100 posti per bicicletta, di cui ha parlato il Sindaco nei giorni scorsi, ci sembrano comunque insufficienti, soprattutto durante i mesi estivi. Va anche considerato che, quando saranno disponibili adeguati spazi gratuiti, una parte di coloro che ora lasciano il mezzo a pagamento tornerà a parcheggiare negli spazi gratuiti. Quei 100 posti devono quindi essere incrementati per garantire a chiunque la possibilità di scegliere se lasciare o meno il proprio mezzo nel parcheggio gratuito.

7) Nel capannone parcheggiavano anche diversi ciclomotori e motocicli (nei mesi estivi erano alcune decine). In base al succitato articolo 7 anche i possessori di quei mezzi hanno diritto a trovare un adeguato spazio gratuito nelle immediate vicinanze del capannone.

8) I parcheggi auto a pagamento nell’area di via dei Pisoni restano in gran parte vuoti. E’ la dimostrazione che il loro numero è eccessivo, mentre è sempre più difficile trovare parcheggio nei posti auto gratuiti, drasticamente ridotti da una tracciatura non ottimale. Chiediamo al Comune di valutare il progetto di tracciatura presentato dalla nostra associazione (e mai preso in considerazione) che invece avrebbe consentito di ottenere molti più posti auto.

Risposte alle infamanti dichiarazioni del sindaco Reggi e alla lettera di tale Noemi Silva (8/12/2010)

Per evitare che alcune dichiarazioni del sindaco Reggi (pubblicate da “Libertà” del 5 dicembre) passino sotto silenzio, l’Associazione Pendolari di Piacenza reputa necessari alcuni chiarimenti. Per sminuire la manifestazione di numerosi pendolari contro il parcheggio bici a pagamento, svoltasi sabato in occasione dell’inaugurazione di Piazzale Marconi, il sindaco ha infatti affermato che si tratterebbe di una sorta di ripicca dell’Associazione, che da mesi si rifiuterebbe di condividere la sede con l’Unione pendolari e dunque utilizzerebbe in modo strumentale e pretestuoso il problema dei parcheggi.

Ebbene, a beneficio del sindaco (che vogliamo pensare sia stato male o per nulla informato dai suoi collaboratori), dati alla mano ricostruiamo la vicenda che riguarda la sede.
Nel febbraio 2006 alcuni membri dell’Associazione Pendolari (attiva dal 1992) hanno deciso di costituire un’altra associazione (senza dimettersi dalla precedente), che ha preso appunto il nome di Unione Pendolari. Niente di male: le divergenze di opinione esistono e, se non è possibile ricomporle, è giusto che ognuno segua la propria strada. Sennonché, in fase di chiusura di bilancio, i membri dell’Associazione Pendolari si sono accorti di un ammanco, causato da alcune uscite di denaro non giustificate. Nell’impossibilità di risolvere “pacificamente” la questione, l’Associazione ha intentato un’azione legale avanti al giudice di pace di Piacenza: l’esito è stato un accordo transattivo in forza del quale una attuale consigliera dell’Unione pendolari ha corrisposto all’Associazione Pendolari Piacenza una somma di denaro a titolo riparatorio. È evidente a chiunque che, con questi precedenti, una condivisione della sede tra le due associazioni risulta impensabile. Le suddette motivazioni sono state più volte esposte a collaboratori del sindaco, che da oltre un anno (e non da mesi, come ha asserito Reggi) chiedono all’Associazione di mettere in comune la sede.

Non esiste dunque alcun nesso temporale fra la richiesta del Comune e la protesta per il parcheggio biciclette. La protesta è infatti scattata in agosto quando, dopo le innumerevoli quanto inascoltate proposte alternative dell’Associazione, il Comune ha proceduto allo sgombero del capannone, all’avvio dei lavori e, autunnale ciliegina sulla torta, alla minaccia di rimozione (con multa) delle bici parcheggiate sul piazzale.
A suo tempo, l’Associazione aveva chiesto al Comune di destinare un paio di vigili urbani al controllo della zona capannone e parcheggio auto: affiancati dalle pattuglie miste che svolgono anche servizio notturno, avrebbero garantito maggiore sicurezza senza alcuna spesa da parte dei pendolari (e della cittadinanza tutta). Il Comune ha sempre risposto di non avere i soldi per farlo. Eppure, alla fine di novembre l’amministrazione ha dato grande risalto alla novità costituita dai due vigili bici-muniti che dalle 7 alle 19 presteranno servizio proprio sul piazzale e nel parcheggio auto. Non ha il sapore di una beffa, questo miracoloso reperimento di fondi quando ormai il capannone era stato messo a pagamento?

L’Associazione ha anche presentato al Comune ben tre istanze di accesso agli atti, per poter verificare che tutta la procedura di assegnazione dei lavori di riqualificazione del capannone (delibere comunali e quant’altro) fosse stata svolta a norma di legge. A tutte e tre le istanze (presentate due il 17 agosto e la terza il 7 settembre) il Comune ha risposto negativamente, affermando che l’Associazione non aveva titoli per avanzare tale richiesta. Chi ha dunque titolo di presentare un’istanza che riguarda lavori svolti “a favore” dei pendolari, se non un’Associazione di pendolari riconosciuta dal Comune?
La battaglia dell’Associazione per pretendere chiarezza e trasparenza dall’amministrazione sembra invece aver avuto un unico risultato: nel corso di un incontro con l’Associazione (avvenuto l’8 settembre), l’assessore Brambati ha dichiarato davanti ai numerosi convenuti: “Se non condividete la sede interverremo con la forza”. È quindi abbastanza evidente che, se di ripicca si tratta, non parte certo dall’Associazione Pendolari.

Il sindaco, poi, insiste sull’esiguità numerica di quanti contestano il parcheggio a pagamento, sottolineando che la maggioranza dei pendolari è favorevole al provvedimento. Ebbene, le 372 firme raccolte dall’Associazione Pendolari per un parcheggio sicuro ma gratuito sono disponibili per chiunque voglia verificarle: dove sono finite, invece, le millantate 400 firme raccolte a favore di un parcheggio custodito a pagamento? Inoltre, se i contestatori fossero davvero quattro gatti, che bisogno ci sarebbe stato di mandare tutti quei vigili ogni mattina ad applicare l’avviso di rimozione sulle biciclette lasciate sul piazzale? Se i pendolari sapessero dove poter parcheggiare gratuitamente (com’è previsto dalla legge) le loro biciclette, non le lascerebbero certo in giro per Piazzale Marconi, perché anche i pendolari tengono al decoro della loro città, esattamente come tutti i piacentini!

Infine, rispondiamo anche alla lettera della signora Noemi Silva (chissà se è la stessa Noemi Silva tesoriere della "Margherita" nel 2005, quindi donna di partito, come si legge su Internet), che su “Libertà” del 6 dicembre racconta la simpatica storia dell’82enne signor Carlo, il quale, in gioventù, per essere sicuro di ritrovare la sua bici all’uscita dal ballabile, era ben lieto di pagare 10 centesimi a chi gliela custodiva. Siamo pienamente d’accordo con lei, signora Silva: le persone hanno il diritto di divertirsi senza preoccuparsi se all’uscita ritroveranno o no il loro mezzo di trasporto; ecco perché proponiamo al Comune di mettere a pagamento, di domenica, il parcheggio dello stadio. I tifosi possono di certo permettersi una piccola spesa aggiuntiva e, qualora la trovassero troppo onerosa, possono sempre scegliere di restarsene a casa. Una scelta che, purtroppo, è preclusa a chi si deve trasferire ogni giorno in un’altra città per guadagnarsi la pagnotta o per frequentare facoltà universitarie che a Piacenza non esistono. E farlo in treno è forse meno stressante che in auto, ma le garantiamo, gentile signora Silva, che con treni freddi, sporchi e sistematicamente in ritardo non è una passeggiata.

Altra lettera

Vorrei replicare alla sequenza di inesattezze e offese verso i pendolari che leggo su Libertà di oggi 6 dicembre nell'articolo firmato dalla Sig.a Noemi Silva.
Da quanto scrive deduco che la Signora non abbia mai avuto occasione di posteggiare la sua auto o la sua 2 ruote in uno dei parcheggi limitrofi alla stazione né tantomeno di usufruire di uno degli stupendi treni allestiti dalle ferrovie. Nella sua idea mistificata di pendolarismo poco importa se mai abbiamo chiesto di sprecare denaro pubblico, poco importano le proposte di ristrutturazione ben più economiche e razionali mai considerate dagli amministratori, poco importa se ogni giorno dobbiamo sopportare ritardi, sporcizia e disservizi vari sulle varie tratte ferroviarie. La pregherei cortesemente di fare un salto nel capannone di sera a vedere la calda atmosfera che vi si respira, chissà, potrebbe essere una nuova esperienza. Magari noterebbe anche quei curiosi mezzi di locomozione chiamati treni che gli sprovveduti che non hanno ancora imparato a usare l´automobile utilizzano per spostarsi. Potrebbe scoprire un mondo nuovo e che la realtà è ben diversa quando la si vive sulla propria pelle giorno dopo giorno.

Comunicato stampa (6/12/2010)

Comunicato stampa Associazione Pendolari Piacenza (file PDF 44Kb)

RITARDI A GO-GO e treni supersaturi (8/12/2010)

Lunedì scorso 30 novembre serata indimenticabile per i pendolari della tratta MI-PC.
All'arrivo nella stazione di Rogoredo, il "quadro" è indiscutibilmente tragico! il Reg. per Livorno delle 17.17 porta 25' di ritardo, anche se sono quasi le h.18, ed è pronto al binario 6;
- il Reg. per Bologna delle 17.32 porta 30' di ritardo;
- TAV Frecciarossa diretto a ROMA TERMINI porta ben 50' di ritardo;
- altri treni regionali diretti in altre zone della Lombardia portano circa 30' di ritardo ciascuno o, ancor peggio, la cancellazione!
Salgo al binario 6, dove è pronto il "Livorno" (che ferma anche a PC), ma immagino sia già sovraffollatissimo!
W L'OTTIMISMO! La scena sarebbe da filmare: le carrozze sono già piene come uova e ad ogni porta ci sono altre decine di persone arrampicate sugli scalini, altre che spingono per accedere agli scalini, altre che imprecano perché non riescono nemmeno a trovare un pertugio per spingere! Forse anche per questi ultimi motivi il treno non riesce a partire...

Ma udite! udite!, il "nostro" IC diretto a Terni viene annunciato in arrivo e in orario!! Sarà vero? sembra di si anche se... entra in stazione con qualche minuto di ritardo... tutti a bordoooo! L'andatura del nostro treno tartaruga è ovviamente lentissima perché, noncurante della sua qualifica di "IC", dà precedenza a tutti: 27 minuti da Rogoredo a Lodi e.... il ritardo s'impenna! E’ doveroso ricordare che il treno IC 599 è programmato per coprire i 72 km che separano Milano Centrale da Piacenza in "soli" 66 minuti....

Il nuovo orario è alle porte, chissà quali e quanti miglioramenti offrirà! Vi prego di non ridere di queste mie considerazioni: Io ci credo!!!!
Torniamo alla cronaca del viaggio: il treno transita a Codogno alle h.18:45, ma a quest'ora dovremmo già essere almeno sul ponte di Po! Ahi ahi ahi, anche stasera cenerò tardi!!!
Un sentito grazie per l'ennesima dimostrazione di efficienza by Trenitalia.

Incontro in Comune per i parcheggi gratuiti, il Sindaco comincia a fare retromarcia (6/12/2010)

Lo scorso 6 dicembre si è svolta in Comune la discussione della mozione, presentata dal consigliere Tassi, per chiedere che venissero ripristinati i parcheggi gratuiti per biciclette e ciclomotori alla stazione ferroviaria di Piacenza.
La mozione ha permesso di portare in il problema all'attenzione del consiglio comunale (la discussione è durata  quasi 3 ore) e di evidenziare che, a fronte dell'attuale parcheggio messo a pagamento, non esiste un corrispondente adeguato parcheggio gratuito.

Al termine della discussione la mozione è stata temporaneamente ritirata ed il Sindaco, anche su pressione di una parte della maggioranza, ha fatto retromarcia su alcuni punti molto importanti. Tra questi la data dell'entrata in vigore del provvedimento di rimozione forzata delle biciclette in piazzale Marconi, e la possibilità di inserire un numero adeguato di posti gratuiti in piazzale Marconi (mentre nelle precedenti riunioni in Comune c'era sempre stata negata quella disponibilità). Il Comune si è preso anche l'impegno di ascoltare le richieste della nostra associazione.

Il filmato dell'intera discussione verrà presto reso disponibile su questo sito assieme alle nostre osservazioni e commenti sulle tesi sostenute dai diversi consiglieri e su alcune inesattezze, riportate da alcuni consiglieri durante la discussione, che rivestono però grande importanza nella comprensione e valutazione del problema.

Protesta dei pendolari contro i parcheggi della stazione (6/12/2010)

Contestualmente all’inaugurazione del rinnovato Piazzale Marconi, sabato scorso un nutrito gruppo di pendolari ha voluto rendere evidente la propria insoddisfazione per le scelte attuate dal Comune per quanto riguarda i parcheggi sia delle biciclette che delle auto.
Come si è già detto più volte, la decisione di mettere a pagamento il capannone per il ricovero delle bici e di procedere alla rimozione dei mezzi parcheggiati sul piazzale non ha dato i risultati sperati dal Comune, a dimostrazione che la tattica del “o la borsa o la bici” non funziona: gli abbonamenti finora sottoscritti per un posto bici custodito sono soltanto 113 (e non 130 come sostenuto anche dal sindaco) e c’è da chiedersi cosa stiano aspettando i rimanenti 287 che, secondo una fantomatica raccolta di firme che nessuno hai mai avuto l’onore di vedere, non stavano più nella pelle per avere un posto sicuro in cui ricoverare il proprio mezzo. In compenso continuano ad aumentare le persone che aderiscono alla campagna dell’Associazione pendolari “Io pedalo ma non pago!”. A questo proposito occorre chiarire che i pendolari che sostengono questa posizione non sono “barboni” (come qualcuno li ha gentilmente definiti) o sanguisughe che vogliono godere di diritti pagati da altri: al contrario, l’Associazione pendolari si batte affinché spese superflue non ricadano sulle spalle di tutti i piacentini, e soprattutto perché venga rispettato l’art. 7 del codice della strada che prevede, laddove vengano istituiti parcheggi a pagamento per auto o bici, la realizzazione di “adeguati” posti gratuiti nelle immediate vicinanze. Che le rastrelliere gratuite cui il Comune fa riferimento per tacitare le proteste siano largamente insufficienti è un dato palese, tanto che addirittura il sindaco Reggi ha dovuto promettere (ai microfoni delle emittenti locali presenti sabato mattina in Piazzale Marconi) che provvederà a far aggiungere altri posti gratuiti. Saranno forse collocati sotto la statua dei Pontieri o all’ombra della Lupa?
Ma nemmeno i pendolari che raggiungono la stazione in macchina sono soddisfatti della risistemazione del parcheggio di via dei Pisoni. Un intervento che mettesse fine alla sosta selvaggia nell’area era assolutamente indispensabile: di un’ipotesi di tracciatura degli spazi si era fatta carico la stessa Associazione pendolari, che aveva a suo tempo presentato agli amministratori un regolare progetto (pubblicato anche da “Libertà”) grazie al quale si sarebbero potuti ricavare oltre 360 posti auto (a norma di legge) anziché i 280 allora disponibili. Ebbene, quel progetto è rimasto lettera morta. Il Comune ha optato per un altro tipo di tracciatura, con il brillante risultato che ora i posti sono circa 260, 40 dei quali a pagamento. Dunque sono drasticamente diminuiti, con grande gioia di chi, rifiutandosi di pagare 6 euro al giorno (vedi parcheggio auto a pagamento che resta vuoto) per lasciare la macchina in stazione, è costretto a lunghi giri viziosi nella zona, consumando benzina e inquinando allegramente l’aria di tutta la città.
In compenso, però, i pendolari potranno venire in stazione con il proprio camper, oppure con la roulotte o addirittura con una limousine a 8 posti, dal momento che l’ampiezza di numerosi spazi consente un comodo parcheggio anche a mezzi di tali dimensioni.

Nuovo orario vecchi disservizi, la regione Emilia Romagna non mantiene le promesse (6/12/2010)

Da qualche giorno è disponibile anche attraverso il nostro sito (www.pendolari.too.it) il link al nuovo orario ferroviario in vigore dal prossimo 12 dicembre. Nonostante la promessa della Regione Emilia Romagna, fatta ad ottobre in Provincia, di trovarci “a metà novembre” per discutere le bozze dell’orario, l’incontro si terrà, forse, poco prima dell’entrata in vigore dell’orario, quando ormai non si può più intervenire.
Da una prima veloce analisi ci sono alcuni cambiamenti poco gradevoli. Spostati gli orari di alcuni treni come il R2285 (18.20 da Milano) che partirà 5’ prima, ed il solito allungamento delle percorrenze. Il 2274 delle 8.04 da Piacenza, stando a quanto riportato sul sito di Trenitalia, partirà alle 7.54 e allungherà di 1’ la percorrenza su Rogoredo e 2’ su Lambrate. Si avvicinerà così all’R2912 (7.37 da PC) lasciando un enorme buco nella fascia seguente, dato che il successivo R20416 delle 8.09 per Milano è lento e inaffidabile perché spesso soppresso.
Unico aspetto positivo la riduzione da 17’ a 7’ (comunque troppi) dell’attesa a Piacenza del 2274, che però poteva e doveva essere fatta ritardando la partenza da Bologna anche per mantenere il 2274 più distanziato dal 2912. Per contro i nostri colleghi lombardi di Codogno, alla stessa ora, avranno il loro treno velocizzato di 5’. Beati loro, probabilmente in Regione non hanno le zavorre di certi funzionari dell’apparato che faticano a capire cosa significhi ridurre i tempi di percorrenza dei treni, dal momento che ogni volta, dopo le trattative coi colleghi dell’altro apparato, quello ferroviario, si lasciano dietro qualche minuto di allungamento dei tempi.
I nostri funzionari regionali non devono avere molto chiaro nemmeno cosa significhi carrozze “aperte e funzionanti” visto che a dispetto dei tanti soldini con cui la regione finanzia il contratto con Trenitalia le carrozze agibili sono sempre di meno.
C’è poi la gestione delle emergenze. In Lombardia le ferrovie, su mandato della regione, trovano la soluzione più efficiente per risolvere i disagi ai pendolari lombardi, in Emilia invece si sceglie la soluzione più penalizzante per i viaggiatori, con buona pace della Regione che non sa nemmeno cosa stia succedendo. Un esempio: lo scorso 2 dicembre, a causa della soppressione a Fidenza del treno R2912 (7.35 da Piacenza per Milano), si sono date le sue fermate al successivo 2274 delle 8.04 creandogli un ritardo di 15’, quando in realtà c’erano l’R20424 delle 7.38, l’R20414 delle 8.09 (entrambi puntuali per Milano) che assieme all’R 2274 avrebbero potuto effettuare tutti i servizi sostitutivi al 2912 soppresso, senza dover dare alcuna fermata aggiuntiva.
Persino un ferroviere in treno si è stupito della scelta, ma si sa, in questi casi meglio abundare, tanto la pelle è quella dei pendolari e poi in Regione Emilia Romagna nessuno si sognerà mai di controllare quello che è accaduto.

Lettere dai pendolari: Che fine hanno fatto le biciclette del Comune? (6/12/2010)

A giugno 2010 ho scattato alcune foto (foto1, foto2), riguardanti le tantissime biciclette di proprietà del comune di Piacenza, costate 800 Euro l’una e abbandonate a marcire nel piazzale comunale in Via Mezzanini, località Borgotrebbia.

Per incentivare l'uso della bicicletta gli amministratori piacentini hanno pensato bene di ritirarle e di nasconderle alla vista dei cittadini.
Visto che sono stati spesi tanti soldi pubblici, perché non metterle gratuitamente a disposizione dei pendolari?

Inaugurazione di P.le Marconi: un boccone amaro per Sindaco e amministrazione comunale (4/12/2010)

Stamattina alle 11 si è svolta in P.le Marconi l'inaugurazione del nuovo piazzale antistante la stazione ferroviaria. Alla manifestazione erano presenti anche tanti pendolari per protestare contro la mancanza di adeguati parcheggi gratuiti per le biciclette e di ciclomotori. I parcheggi gratuiti sono stati sostituiti da un parcheggio a pagamento (che resta semivuoto), senza dare alcuna alternativa, come invece previsto dall'articolo 7 comma 8 del codice della strada.
La protesta era indirizzata anche contro il provvedimento (in vigore dal prossimo 11 dicembre) che prevede la rimozione forzata delle biciclette di coloro che non intendono pagare la gabella del parcheggio a pagamento.

Il Sindaco e gli assessori dell'amministrazione comunale hanno dovuto subire l'umiliazione di assistere alle proteste di normali cittadini proprio nel giorno in cui si sarebbero voluti far belli di fronte alla città.

Devono sapere che i pendolari non intendono arrendersi alle loro vessazioni e utilizzeremo tutti i mezzi legali a disposizione per ricordar loro, in ogni momento, quello che per legge hanno l'obbligo di fare a tutela degli interessi dei cittadini che amministrano.

È possibile scaricare le foto della protesta da questo sito.

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4 dicembre 2010 - La protesta dei pendolari in P.le Marconi (PC) contro il Sindaco e l'amministrazione comunale

Ecco i nuovi orari ferroviari di dicembre 2010 (3/12/2010)

Dal sito delle ferrovie (http://trenitalia.it/) inserendo le date successive al 12 dicembre è possibile vedere i nuovi orari.
Per la tratta PC-MI solo ingiustificati spostamenti di treni e ancora qualche rallentamento.
Ovviamente la Regione Emilia Romagna non ha mantenuto fede alla promessa fatta in Provincia e non ci ha né informato, né consultato.
Fateci sapere le vostre osservazioni sull'orario che le raccoglieremo.

Inaugurazione di P.le Marconi: un'occasione per protestare (3/12/2010)

Sabato 4 dicembre alle 11 è prevista l'inaugurazione di piazzale Marconi con la presenza del Sindaco e di quegli assessori che ci stanno rubando i parcheggi auto, moto e bici.

La nostra associazione ha deciso di partecipare a quell'inaugurazione portando le nostre biciclette davanti al Sindaco e protestando con i nuovi cartelli che è possibile scaricare dai seguenti link:
    - versione a pagina intera pdf 85Kb
    - versione triangolare per bicicletta 140Kb
    - Reggi ridacci i parcheggi 72Kb

Sacrificare un'ora di sabato può far risparmiare centinaia di ore di stress negli anni a venire alla ricerca di quei parcheggi che il Comune ci sta togliendo.

Essere in tanti a protestare è importante, fate il possibile per esserci e invitate quanti più pendolari conoscete. Il futuro dei nostri parcheggi dipende dalla vostra decisione.

Ci incontreremo sabato alle 10.15 presso la sede della nostra associazione (P.le Marconi 32A, di fianco al capannone biciclette) per distribuire gratuitamente, a chi li vorrà, i cartelli da appendere alle biciclette.

Lettere dai pendolari: Cari politici inutile mistificare, i pendolari non sono fessi e sanno quello che vogliono (3/12/2010)

Scrivo per rispondere alla lettera di Giovanna Calciati a Ettore Fittavolini, non perché Fittavolini abbia bisogno di qualcuno che lo difenda, ma perché voglio far sapere ai piacentini che a lamentarsi non sono i soliti "quattro gatti".

Giovanna Calciati dimentica un elemento fondamentale: i pendolari non vogliono il posteggio custodito, i pendolari vogliono il posteggio gratuito, esattamente com´era fino a luglio. Il problema della sicurezza della zona stazione non si risolve con la custodia del posteggio. Per il problema dei furti di biciclette ci sono soluzioni molto più economiche come installare un sistema di videosorveglianza veramente funzionante (non come quello che c´era fino a luglio) o un sistema automatico di controllo degli accessi. Non è necessario distogliere soldi da altre voci di bilancio, anzi, si possono risparmiare i 30.000 euro che il comune ha stanziato per la custodia e destinarli ad altre voci di bilancio che ne hanno veramente bisogno.
Il vero problema di sicurezza non è stato risolto, si è solo spostato di 10 metri, fuori dal capannone.

Vorrei spiegare un'altra cosa a Giovanna Calciati: i pendolari sono abituati ad essere vessati e maltrattati da Trenitalia che ogni anno aumenta i prezzi degli abbonamenti (con le scuse più fantasiose). Molti dei 130 che utilizzano il servizio sono semplicemente rassegnati: hanno visto quegli 8 euro come un ulteriore balzello, hanno alzato gli occhi al cielo e hanno messo mano al portafogli. A questo hanno contributo anche le minacce non troppo velate del comune che prima ha minacciato tolleranza zero e poi ha emanato un ordinanza "di sgombero" come se i pendolari fossero criminali che minacciamo la sicurezza pubblica. Signora Calciati, la mia non è un´opinione, io pendolari li conosco: li vedo tutti i giorni, al mattino e alla sera.

Nostro commento:

I pendolari chiedono solo quello che prevede la legge, ossia un adeguato parcheggio gratuito nella stessa area, non un parcheggio pagato dalla collettività (se non lo conoscono i politici si vadano a studiare l'articolo 8 del codice della strada).
E' inutile e mistificatorio che i politici cerchino di trovare altri fondi da dare alle cooperative al posto nostro, così non si fa l'interesse della collettività, ma solo di qualche amico del partito.

Va anche detto che le biciclette parcheggiate a pagamento non sono mai più di una settantina, altro che 130 abbonamenti, ma lo sappiamo che i politici sono abituati a raccontar frottole.

La linea ferroviaria Piacenza-Milano è la peggiore d'Italia - Altroconsumo supporta gratuitamente le cause dei pendolari (3/12/2010)

Secondo l'inchiesta di Altroconsumo la Piacenza-Milano è la peggior linea pendolari.
Noi lo sapevamo già...
Altroconsumo offre assistenza legale gratuita ai pendolari delle due tratte peggiori (Piacenza-Milano e Bergamo-Carnate-Milano) per fare causa a Trenitalia.
Leggi i dettagli: link1 , link2

A Fiorenzuola biglietteria chiusa quando si devono fare gli abbonamenti (1/12/2010)

Buon giorno a tutti anche se di buon giorno non si tratta almeno dalle premesse: sono Santiangeli Enrico rappresentante dell'Associazione Pendolari Valdarda.
Oggi 1 dicembre 2010,GIORNO DI RINNOVO ABBONAMENTI, la biglietteria della stazione di Fiorenzuola d'Arda è CHIUSA.
Già la suddetta biglietteria fà servizio ridotto nel senso che al pomeriggio di tutti i giorni ed al sabato è chiusa,ma se poi non rimane aperta neanche negli orari
che la stessa ha stabilito e cioè la mattina dalle 6,45 alle 13,15 e soprattutto nei giorni utili agli abbonamenti,siamo alle comiche.
Considerate cari signori che a tutt'oggi NON è possibile fare glia abbonamenti neanche via internet e solo per la stazione di Fiorenzuola,perché se lo voglio fare da
e per Piacenza,da e per Pavia,da e per Fidenza,la cosa è possibile.
Inoltre essendo la stazione medesima oggetto di ristrutturazione,hanno anche tolto le biglietterie automatiche ed il bar adiacente NON fa abbonamenti.
Tradotto in parole molto povere cos'è successo stamane per il "tapino" della Valdarda? E' successo che ha fatto un biglietto di andata e ritorno,sperando
nei giorni prossimi di fare l'abbonamento o da Milano o via internet (se la magnanima Trenitalia ce lo consentirà) o se Dio vorrà dalla stessa stazione di Fiorenzuola.
Consideriamo adesso le conseguenze negative di tutto ciò:

a) forte disagio e fonte di malumore (e sono pacato);
b) aumento dei costi per via del biglietto di corsa semplice;
c) per chi non fosse riuscito a fare il biglietto di cui sopra al bar,discussioni con il controllore nonché multa (quindi altri costi) :la fortuna in questi casi è che molto
spesso il personale viaggiante preferisce SONNECCHIARE al calduccio della prima classe.

Adesso la domanda sorge spontanea:ma i signori di Trenitalia che gestiscono la stazione, se l'unico bigliettaio che hanno per Fiorenzuola si ammala,non
hanno un sostituto nel periodo di abbonamenti?
Oppure se il bigliettaio è andato in ferie,perché gliele hanno autorizzate sempre trattandosi della particolarità di questo periodo?
Io penso che queste domande,se ci fosse un minimo di logica (e non bisogna essere dei geni) dovrebbe essere inutile farle per il
semplicissimo motivo che certe situazioni "IMBARAZZANTI" Trenitalia se le potrebbe evitare senza che gli costi un centesimo:SEMPLICEMENTE RIDICOLI.

Ma io non ce l'ho solo con Trenitalia che fa tutto ciò che è illogico ed irrazionale,ce l'ho anche con la Regione Emilia che ha fatto un contratto di servizio con questo
soggetto,soggetto del tutto inaffidabile e che dopo 5 anni di tale contratto non si ancora accorta che paga per un servizio (sempre soldi nostri) che tale non è .
Certo ci sono le penali che però visto la trasparenza della Regione Emilia nessuno conosce,salvo ogni due anni darci il contentino del mese di abbonamento gratuito:
GRAZIE,GRAZIE TANTE.

Assemblea contro i provvedimenti comunali anti bici, moto e auto  (29/11/2010)

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scarica la locandina

Informiamo che il Comune di Piacenza, dopo aver tolto i parcheggi gratuiti in stazione per i mezzi a due ruote dei pendolari, dal prossimo 4 dicembre, con apposita ordinanza, attuerà la tolleranza zero nei confronti di chi non troverà un posto gratuito per lasciare il proprio mezzo.

E’ solo il primo passo verso la completa gestione a pagamento di tutti i parcheggi della stazione (anche AUTO, che oggi vengono multate se trovate fuori dagli spazi). Un affare per la cooperativa a cui il Comune ha già iniziato ad affidare la gestione.

Per combattere queste vessazioni invitiamo i pendolari a partecipare all’assemblea che si terrà lunedì 29 novembre alle ore 21 presso al sede della nostra associazione in P.le Marconi 32A (di fianco al capannone per il parcheggio biciclette).

E’ necessaria la presenza di tutti. Solo in tanti potremo difendere i nostri diritti. Per una volta mettete da parte gli impegni e non pensate che "tanto ci sono altri che si danno da fare".
Da questa vostra scelta dipenderà il futuro dei parcheggi bici, moto e auto alla stazione ferroviaria.
Spargete la voce.

Lettere dai pendolari: Colpiti su due fronti (29/11/2010)

Segnalo che la solerte polizia comunale ha iniziato a multare anche le auto nel parcheggio appena rifatto. E' sufficiente lasciare la macchina non esattamente dentro una delle piazzole bianche per trovare, al ritorno dalla giornata di lavoro, l'odioso foglietto bianco. In passato non era mai successo, che io sappia.
La guerra contro i pendolari prosegue quindi su due fronti. Da un lato c'è un capannone deserto mentre tutti cercano di capire dove lasciare la bici con una certa sicurezza di ritrovarla. Dall'altro c'è un parcheggio Borgofaxhal deserto mentre le auto girano intorno alla stazione in cerca di un posto che non c'è. Questa è la ridicola situazione che vedrebbe un extraterrestre, mentre noi percepiamo soprattutto un senso di disgusto verso questa amministrazione. Ma, visto che ogni tanto fanno i loro ritiri spirituali, perché non vanno a vedere ad Amsterdam, a Copenaghen o anche solo a Bologna quale diversa considerazione si ha per il ciclista? O perché non prendono un bel Ryanair e vanno a Lubecca, dove persino il parcheggio auto dell'aeroporto è gratuito?
Se le azioni molto civili che state portando avanti (anzi, che stiamo, visto che sono iscritto anch'io all'associazione) non avranno risultati, a mio giudizio non resta che un'azione più forte: qualche giorno prima di Natale, tutti (ma proprio tutti) mettiamoci in macchina e andiamocene in giro ai 50 all'ora di legge fra la stazione, viale S. Ambrogio e la Lupa. Occupiamo tutti i parcheggi, intralciamo chi va a fare shopping. Magari si accorgeranno di noi e ci lasceranno parcheggiare la bici come prima. Non lo faranno? Bene, qualche giorno dopo replichiamo. Tanto, chi va a fare shopping vuol dire che non è pendolare.

Lettere dai pendolari: Caro Sindaco di Piacenza (29/11/2010)

Faccio parte del gruppo di pendolari che ogni mattina affluisce al parcheggio di Via Pisoni per poi partire alla volta di Milano. Già non ho assolutamente capito il senso del parcheggio a pagamento per le biciclette; ora che si prospetta la stessa cosa per le auto, vorrei che mi spiegasse meglio la cosa. Credo che un sindaco, in primis, debba fare gli interessi della sua città, quindi dei suoi cittadini; questo comporta evitare costi insensati. Forse non è un problema per lei ma per la maggior parte dei pendolari che va al lavoro ogni giorno anche la cifra mensile prevista per il parcheggio bici può essere un notevole impatto.
Sa, non tutti hanno certi stipendi ed in molte famiglie lavora una sola persona per la quale, a fine mese,anche 10 euro fanno la differenza.
Non vedo, quindi, alcun vantaggio per noi nel parcheggio a pagamento di via Pisoni ma solo per la Cooperativa a cui il Comune ha iniziato ad affidare la gestione ( e non solo).
Vorrebbe essere così gentile da espormi le motivazioni tecnico-logistiche per le quali quanto sopra possa apparirmi un vantaggio?

Lettere dai pendolari: Ordinanza anti biciclette (29/11/2010)

Venerdì 19 novembre il Comune ha emesso una ordinanza, la numero 1339. Come tutti i documenti di questo tipo, nella prima parte ci sono le premesse e poi la decisione.
Vorrei provare a riassumere il documento:
- Premesso che il comune ha speso un sacco di soldi per sistemare l'area antistante la stazione.
- Premesso che le biciclette non sono belle a vedere.
- Considerato che c'è un bellissimo deposito custodito (e a pagamento).
- Si delibera: è vietato parcheggiare le biciclette in piazzale Marconi e chi lo fa verrà punito con la deportazione della bicicletta stessa.
In sostanza il Comune vuole obbligare i pendolari (categoria a cui appartengo) a pagare per parcheggiare la loro bicicletta. E non mi si venga a dire che ci sono dei posti gratuiti e coperti.
Questo si che è un magnifico esempio di come promuovere l'uso delle biciclette e di come sostenere chi tutte le mattine si alza prima dell'alba per andare a lavorare o a studiare fuori città.
Grazie, signor Sindaco lei si che è amico dei pendolari.

Lettere dai pendolari: La genialiata quotidiana di Trenitalia (29/11/2010)

22/11/2010
La genialata del giorno è stata servita poco dopo l'alba, dagli addetti alla gestione del traffico ferroviario di Trenitalia.
Problema e causa scatenante:
il “solito” treno regionale delle h.8.09 è stato CANCELLATO per il "solito guasto";

Soluzione intelligentissima!!!:
ritardare di 5 minuti la partenza del treno Reg 2274 (prevista alle 8.04) e fargli effettuare tutte le fermate intermedie nel tratto Piacenza-Lodi;

Effetti collaterali (devastanti...):
1) pendolari piacentini "inferociti" e assaliti dall'indecisione sull'essere o non essere, anzi no..... il dubbio che li attanaglia è "rimanere a bordo del R2274 o attendere il treno ES 9802 delle h.8.24 che non effettua fermate intermedie?" mmmmh, si prova a rimanere a bordo...
2) i pendolari bolognesi partiti alle 5.50, "non la prendono assolutamente bene" perché si sentono come ostaggi, sia perché quotidianamente devono sopportare inspiegabilmente una sosta a Piacenza di 17 minuti (più altri 5 oggi) sia perché devono subire ulteriore danno grazie alla geniale "decisione" di cui sopra. Mentre sto scrivendo mi rimbombano ancora nelle orecchie i loro “vaffa” e “va a c….” nei confronti della "gestione" Trenitalia
3) Il treno R2274 già normalmente carente di posti a sedere, soffre progressivamente di sovraffollamento di stazione in stazione, diventa sempre più invivibile, raggiunge Lodi con 15 minuti di ritardo (alle 8.40) GIA' PIENO COME UN UOVO!!! nella stazione lodigiana un'altra bella "CARICATA" di pendolari e viaaaaaaaaaa!!! Nel frattempo il capotreno/ controllore/ tuttofare (molto zelante) trova anche il tempo di elevare contravvenzioni a qualche viaggiatore “non in regola”

All'orizzonte, anche oggi, un ritardo mostruoso con ripercussioni sull'orario di fine lavoro serale, una settimana difficilissima visto l'inizio e, guardando al futuro, una bozza di nuovo orario allucinante che renderà Milano Centrale "off-limits" per la maggior parte dei treni regionali!!

Al nostro arrivo nella stazione di Rogoredo, alcune porte non si sono aperte e la calca di persone si è spostata rovinosamente in altre carrozze per tentare la discesa; alla fine mi sono ritrovato sul marciapiede della stazione senza rendermene conto, quasi come se un’onda anomala mi avesse trascinato giù dal carrozzone. Mentre scendevo poi verso la stazione MM, ho sentito alcuni pendolari lamentarsi “calorosamente” per aver fatto il viaggio in carrozze gelide!

Ancora un GRAZIE DI CUORE a Trenitalia e buon lavoro a tutti!

I pendolari stanno maturando una "tolleranza zero" verso un Comune di Piacenza (23/11/2010)

La questione del deposito biciclette a pagamento è una brutta storia in cui il Comune si è infilato colpevolmente e dalla quale cerca di divincolarsi inciampando continuamente.
L'ultima novità l’abbiamo scoperta ieri leggendo gli avvisi che alcuni Agenti hanno appeso alle biciclette parcheggiate all'aperto nel piazzale della stazione: è stata emanata una ordinanza (numero 1339) che autorizzerà il Comune a rimuovere le stesse ("in via sperimentale", per un paio di mesi, a partire dal 4 Dicembre) per questioni di decoro e sicurezza dell'area.

Si tratta del provvedimento che attuerà l’annunciata "tolleranza zero", una minaccia che aveva creato tanta amarezza in quei pendolari che si erano sentiti trattare dal Comune come delinquenti.
Per il Comune si tratta invece del disperato tentativo di riempire un deposito biciclette che da quando è stato messo a pagamento è rimasto desolatamente vuoto.
Già, vuoto: sono solo qualche decina gli abbonamenti finora sottoscritti.
Probabilmente fra i 400 firmatari a sostegno del servizio di custodia qualcuno deve aver cambiato idea, o forse gli altri avevano firmato senza leggere i termini della petizione?
Personalmente io sto maturando una "tolleranza zero" verso un Comune che dichiara di condividere ed appoggiare le battaglie dei pendolari e poi si nega al confronto, rifiuta persino di prendere in considerazione le proposte e manca di trasparenza negando alle Associazioni l’accesso agli atti di delibera.

Sto maturando una "tolleranza zero" verso un Comune che, anche dinanzi all’evidenza, non ammette che sarebbe bastato suddividere il deposito per accontentare sia chi richiede la custodia sia chi desidera solamente legare la bicicletta senza bagnarsi quando piove.
Sto maturando una "tolleranza zero" verso un Comune che non risolve i problemi ma semplicemente li sposta: così come i senzatetto che prima soggiornavano nel deposito biciclette ora infastidiscono all'uscita dello stesso, rimuovere le biciclette dal piazzale della stazione le farà riaffiorare agganciate alla cancellata del giardino Margherita.
Sto maturando una "tolleranza zero" verso un Comune che dichiara che i pendolari che non desiderano usufruire del servizio di custodia possono utilizzare gratuitamente gli spazi che l'amministrazione ha ricavato all'esterno, quando invece è sotto gli occhi di tutti che tali spazi non sono stati né ampliati né sistemati: stiamo sempre parlando di una tettoia installata tempo addietro ad uso degli uffici della Provincia e quindi non destinata (per dislocazione e capienza) alla fruizione dei pendolari.
Sto maturando una "tolleranza zero" verso un Comune che promuove la mobilità sostenibile e poi mi invoglia ad andare in stazione in auto perché, in assurdo, in questo modo spenderei meno che a parcheggiare la bicicletta.
Ma soprattutto sto maturando una "tolleranza zero" verso un Comune che motiva l'ordinanza citando velocipedi parcheggiati "in evidente stato di abbandono": siccome io non ne ho visti, non vorrei che l'equivoco di fondo nascesse dal fatto che qualche zelante amministratore consideri "rottami" tutte quelle biciclette che non sono esattamente le eleganti citybike di ultima generazione.
Ebbene, vorrei chiarire che quei mezzi non sono “rottami”: sono le nostre biciclette “da stazione”.
Non valgono molto, certo non valgono la spesa per la custodia, tuttavia sono i mezzi che ogni mattina ci portano al lavoro. Ecologicamente: per questo sono mezzi dignitosi anche se arrugginiti.

Il Comune di Piacenza userà la forza contro le biciclette e contro coloro che non intendono finanziare le cooperative messe dal Comune, senza bando, a gestire i parcheggi (23/11/2010)

Come volevasi dimostrare la demenzialità del Comune di Piacenza ha partorito l’ennesimo obbrobrio.
Il giorno 22 novembre alcuni pendolari ci hanno segnalato che all’alba 2 pattuglie 2 dei vigili urbani, che in decenni non si erano mai visti, né in zona né soprattutto al capannone deposito delle biciclette, con zelo ed indefesso spirito di sacrificio, hanno iniziato ad apporre sulle biciclette posteggiate in Piazzale Marconi il volantino in allegato.
Sono state effettuate telefonate ai vigili urbani e abbiamo avuto conferma che l’ordinanza indicata nel volantino è stata promulgata (altrettanto allegata, con anche l’indirizzo web cui reperirla).

http://www.comune.piacenza.it/info/ordinanze/up-down_load/Ord1717.pdf

Sottolineiamo con forza che si tratta di un provvedimento VERGOGNOSO, da una prima lettura si evince tutto il senso di spregio che questa amministrazione dimostra di avere nei confronti dei pendolari piacentini, e dei miseri appigli cui si affida per intimidire i pendolari ciclisti e costringerli a parcheggiare le biciclette nel capannone a pagamento.
Continueremo con ancora più vigore la nostra campagna “ IO PEDALO MA NON PAGO “ e ci opporremo con ogni mezzo legale a tale vergogna.

Lunedì 29 novembre alle ore 21 in sede si terrà un'assemblea per decidere come reagire al provvedimento squadrista e alla dittatura (la vera faccia di questa amministrazione) che la giunta comunale sta tentando d'imporre ai pendolari che non intendono adeguarsi al volere dei tiranni, capaci solo d'imporre balzelli per un parcheggio che invece per legge dovrebbe essere garantito anche con adeguati spazi gratuiti.

A Milano Lambrate tantissimi nuovi parcheggi gratuiti per i pendolari (22/11/2010)

Mentre alla stazione di Piacenza i pendolari che usano le due ruote sono vessati dall’amministrazione comunale e non trovano un degno e sufficiente numero di posti gratuiti dove parcheggiare i mezzi, in altre città pendolari s’incentiva l’uso delle due ruote installando rastrelliere gratuite di fronte alla stazione. Diciamo subito che non si vogliono fare confronti sul piano politico, ma paragonare due differenti gestioni dei parcheggi pendolari per bici e moto, in due stazioni ad elevatissimo afflusso pendolare come Piacenza e Milano Lambrate.
Milano Lambrate, con 12 binari, riceve ogni giorno un numero di pendolari superiore alle migliaia che partono da Piacenza. A Lambrate arrivano treni da Brescia, Bergamo, Cremona, Mantova, Lodi, Piacenza, Parma e Pavia. Lasciare un mezzo a due ruote a Lambrate è sempre stato un problema. I pochi posti esistenti obbligavano tanti pendolari a parcheggiare negli spazi più disparati, per contro l’amministrazione si è sempre mostrata tollerante, comprendendo le fatiche e i diritti e di chi riduce il traffico e l’inquinamento. In risposta alle richieste presentate, anche dalla nostra associazione, all'amministrazione milanese, dallo scorso ottobre a Lambrate sono entrati in funzione ampi parcheggi (foto1, foto2) con centinaia di posti gratuiti per bici e moto. Sebbene i posti non siano al coperto, offrono la grande comodità di trovarsi proprio davanti alla stazione. Un enorme vantaggio per chi perde tante ore in viaggio. Chi ha approvato quella collocazione deve avere un concetto assai diverso di “immagine della città”, rispetto agli amministratori piacentini che invece vogliono attuare la “tolleranza zero” verso chi non trova un parcheggio gratuito per la propria bicicletta.

L’altro problema di Lambrate, comune a Piacenza, era la scarsa sicurezza per i mezzi lasciati in sosta. Da diversi mesi questo problema è stato risolto con la presenza di forze dell'ordine (polizia e militari) che stazionano di fronte alla stazione ferroviaria, a ridosso dei parcheggi.
Va detto che a differenza di Piacenza, dove la maggior parte dei pendolari sono piacentini, a Lambrate i pendolari non sono milanesi. A dispetto di questa “estraneità”, il consiglio di zona e lo stesso Vicesindaco di Milano, hanno sempre risposto alle nostre segnalazioni e molte volte anche risolto i problemi evidenziati. Solo per fare qualche esempio alcuni anni fa furono collocati degli archetti metallici in un'area adibita a parcheggio biciclette, per evitare che questa venisse indebitamente occupata dai furgoni di alcuni ambulanti; nella stessa area fu sanzionata e fatta smontare in 24 ore un’enorme impalcatura eretta, senza autorizzazione, per ristrutturare la facciata della stazione; venne infine protetta un’area comunale adibita a parcheggio biciclette che le ferrovie stavano fagocitando per usarla come area di carico e scarico. Sono esempi di come un’amministrazione dovrebbe difendere gli interessi dei cittadini, in questo caso nemmeno residenti, quindi non votanti in quella città. Una sensibilità e degli interventi ben lontani dalle crudeltà che il Comune di Piacenza sta imponendo in questi giorni a molti pendolari piacentini, costretti a lasciare il proprio mezzo in posti di fortuna, lontano dalla stazione, alla mercé dei vandali, mentre il capannone messo a pagamento resta vuoto. Ricordiamo anche i sei mesi che lo scorso anno furono necessari per rimuovere il muro abusivo eretto nel parcheggio di via dei Pisoni. Rimozione effettuata solo grazie all’istanza di accesso agli atti presentata dalla nostra associazione che costrinse qualche ufficio della burocrazia piacentina a darsi una mossa.
Come detto lungi da noi la volontà di comparare l’intera gestione delle due città (quando si tratta di mettere le mani sulla città o gestire i soldi pubblici, gli amministratori di ogni colore non temono confronti). Quello che però possiamo affermare con certezza è che, per quanto riguarda il sostegno ai pendolari che usano le due ruote, l’amministrazione piacentina ha di certo ancora molto da imparare.

I primi frutti del parcheggio bici a pagamento (22/11/2010)

L’introduzione del pagamento per la custodia di biciclette e motocicli parcheggiati nel capannone della stazione sta dando i suoi frutti.
Il primo è la sensazione da “deserto dei tartari” che colpisce chiunque si affacci alle porte del capannone: come spesso documentato anche dalle foto pubblicate su Libertà, le bici parcheggiate non sono mai più di una cinquantina. Le altre rastrelliere fanno bella mostra di sé, ma restano tristemente inutilizzate. Colpa della brutta stagione? Può darsi; eppure, nei dintorni della stazione, pali, ringhiere e rastrelliere GRATUITE sono presi d’assalto da bici di ogni modello e colore. Molte recano i cartelli con lo slogan della campagna “Io pedalo ma non pago!” (cartelli che qualcuno si diverte a decorare con “simpatici” commenti – coraggiosamente anonimi – o che addirittura vengono strappati e fatti sparire); altre persone, pur non avendo applicato alla loro bici il cartello, evidentemente ne condividono i contenuti, dal momento che continuano a parcheggiare fuori dal capannone.
Il secondo frutto viene colto prevalentemente dalle pendolari di sesso femminile ed è ben descritto nella email che E.D. ha inviato all’Associazione Pendolari: “Esprimo la mia indignazione per quanto accaduto al parcheggio bici adiacente la stazione. Il lavoro mi costringe a orari flessibili e a rientri oltre le 22. La chiusura notturna del parcheggio, oltre a ostacolarmi nel raggiungere la stazione, mi costringe a passare per luoghi tutt'altro che sicuri per una ragazza che si muove sola. Purtroppo questa scelta, ai miei occhi ottusa e assurda, mina la sicurezza delle persone invece di tutelarla. Spero che la voce delle persone torni a essere ascoltata e che si smetta di pensare sempre e solo agli interessi privati. Da un’amministrazione che si dice di centrosinistra mi aspettavo una maggiore attenzione ai servizi per la società; sono profondamente delusa e infinitamente arrabbiata”.
Come già l’Associazione Pendolari aveva evidenziato, il problema sicurezza, ben lontano dall’essere stato risolto, è semplicemente stato trasferito in una zona limitrofa. E se cesseranno i furti all’interno del capannone (ci mancherebbe altro, con quel che costa a tutta la cittadinanza sorvegliare le biciclette di 50 pendolari!), non si potrà dire altrettanto per gli apprezzamenti (non sempre gradevoli) e le richieste di denaro che le pendolari si sentono rivolgere, e non solo a tarda sera.
Altro frutto che non si può ignorare è l’aumento del numero di auto parcheggiate negli spazi ancora gratuiti. Di nuovo colpa del maltempo? Forse. O forse – come qualcuno ha scritto anche a Libertà – si tratta di pendolari ex ciclisti che si sono chiesti: chi me lo fa fare di pedalare fino in stazione per poi pagare il parcheggio della bici (o rischiare di farmela rimuovere in nome della minacciata “tolleranza zero”), quando invece posso spostarmi comodamente in macchina e parcheggiarla gratis?
Questa domanda se la sarebbero dovuti porre innanzitutto gli amministratori comunali, che però, purtroppo per i pendolari piacentini, forse hanno già in tasca la risposta. Quale? Per par condicio… parcheggi a pagamento per tutti!

In aumento i disservizi ferroviari sulla Piacenza-Milano (22/11/2010)

Si avvicina il cambio dell’orario ferroviario, ma delle bozze ancora nessuna traccia. Speriamo non arrivino gli ultimi giorni quando ormai l’orario sarà congelato. Intanto la linea Piacenza-Milano è diventata una Caporetto. I treni da e per Bologna vengono usati come zattere di salvataggio e obbligati ad effettuare fermate intermedie per guasti e soppressioni dei treni lombardi. Una tecnica che viene applicata a senso unico, quando infatti ad essere nei guai sono i treni emiliani le ferrovie si guardano bene dal trovare soluzioni alternative. L'8 novembre il treno emiliano 2283 (17.20 da MI), già stracarico, ha ritardato la partenza, aggiungendo le fermate e i pendolari di un treno lombardo soppresso, sebbene dopo poco un regionale semivuoto avrebbe fatto le stesse fermate.
Il 9 novembre il treno da Bologna 2274 (8.04 da PC) è stato ritardato di 5’ e costretto ad effettuare tutte le fermate fino a Lodi per sopperire alla soppressione di un treno lombardo.
Il 18 novembre lo stesso 2274 aveva carrozze non riscaldate e in una di queste un finestrino restava aperto per la gioia di chi ama correre nelle umide e fredde campagne lombarde col vento tra i capelli. Lo stesso giorno il 2285 (18.20 da Centrale) è rimasto fermo 20’ fuori Lodi causa guasto di un treno lombardo, e nonostante fosse seguito da un treno locale, si è dovuto sobbarcare tutte le successive fermate arrivando a Piacenza con 40’ di ritardo. Si aggiunga che la maggioranza dei treni viaggia con molte carrozze chiuse per mancanza di personale, che però noi paghiamo coi nostri carissimi abbonamenti. Dove finiranno tutti quei soldi? Un metodo per ridurre il sovraffollamento dei treni però le ferrovie lo stanno mettendo a punto. Il 15 novembre il treno 2283 per Bologna è partito da Lambrate con un minuto d’anticipo, lasciando a piedi parte dei pendolari che arrivano all'ultimo minuto. Il prestigioso risultato è stato ottenuto mettendo avanti di 2’ l'orologio al binario, illudendo così il capotreno che fosse ora di partire. Un intelligente escamotage, probabilmente frutto della più avanzata ricerca FS, che può servire anche a ridurre i ritardi dei treni.

Lettere dai pendolari: Pendolari ciclisti vessati dalla giunta del comunale di Piacenza (22/11/2010)

Un bel giorno anzi…. bruttissimo giorno, la giunta comunale si è svegliata e ha deciso che, per far fronte ai tagli del governo, i primi soggetti coi quali far cassa dovessero essere i pendolari "ciclisti", categoria di persone già esposte a stress notevoli per le malefatte quotidiane di Trenitalia....... ma andiamo per gradi.
- I pendolari che raggiungono la stazione ferroviaria in bicicletta, prima di tutto NON INQUINANO e in questo periodo di allargamento della ZTL fanno certamente un favore al sindaco e a tutti i cittadini!
- I pendolari lavoratori, producono reddito fuori da Piacenza, ma lo spendono poi in Piacenza e provincia;
- Le persone costrette a spostarsi in treno per lavorare o studiare, non lo fanno per divertimento o per far piacere al signor sindaco, ma esclusivamente per necessità
-I l signor sindaco che è, temporaneamente, un ex-pendolare (ma che a fine mandato tornerà a farci compagnia...) sembra essere più attento alla cementificazione continua delle aree verdi e all'eventuale futuro da parlamentare, piuttosto che a rendere più vivibile la città facendo costruire piste ciclabili sicure e non solo facendo tracciare qualche ridicola striscietta rossa sulle strade più trafficate della città stessa, vendendole per piste "omologate"!!!
- Il parcheggio bici a pagamento proprio non lo digerisco, non tanto per la cifra che viene mensilmente richiesta per usufruire del servizio, ma perché, di fatto, non ha cambiato nulla a livello di sicurezza o degrado dell'area adibita al parcheggio stesso; una pulitina e la sostituzione della rete anti-piccione sono semplicemente fumo negli occhi
- In queste sere andando al ritiro bici, non ho mai visto un addetto alla vigilanza fare le cosiddette "ronde" per scoraggiare eventuali malintenzionati; in compenso mi pare di averne intravisto qualcuno nella stanza adibita ad ufficio.
In pochi secondi un ladruncolo qualsiasi potrebbe spaccare qualche lucchetto e "asportare" le biciclette, altro che sicurezza!
Sono il primo a riconoscere che la situazione precedente era assolutamente fuori-controllo per la poca disciplina di alcuni colleghi pendolari (e di chissà quali altri personaggi,soprattutto...) nella sistemazione delle biciclette e dei ciclomotori, scooter ecc.
IL RISULTATO è sempre lo stesso: Per colpa di pochi , ci va di mezzo la moltitudine!
Grazie ancora per l'ennesima beffa! per finanziare la costruzione di sculture orribili sulle rotonde o riqualificare piazza sant'Antonino si sono dilapidati milioni di euro, per i 30000 spesi (forse..) per il parcheggio, bisogna invece battere cassa ai poveri pendolari ciclisti! NON CI SIAMO ASSOLUTAMENTE!!!

Lettere dai pendolari: Diario di un pendolare 12a puntata (22/11/2010)

10 nov 2010 - La genialata quotidiana di Trenitalia

La genialata del giorno è stata servita poco dopo l'alba, dagli addetti alla gestione del traffico ferroviario di Trenitalia.
Problema e causa scatenante:
il treno regionale delle h.8.09 è stato CANCELLATO per un "guasto";
Soluzione intelligentissima!!!:
ritardare di 5 minuti la partenza del treno Reg 2274 (prevista alle 8.04) e fargli effettuare tutte le fermate intermedie nel tratto Piacenza-Lodi;
Effetti collaterali (devastanti...):
1) pendolari piacentini "incavolati neri" e assaliti dall'indecisione sull'essere o non essere, anzi no..... il dubbio che ci attanaglia è "rimaniamo a bordo del R2274 o attendiamo il treno ES 9802 delle h.8.24 che non effettua fermate intermedie?" mmmmh, decidiamo di rimanere a bordo...
2) i pendolari bolognesi partiti alle 5.50, "non la prendono assolutamente bene" perché si sentono come ostaggi, sia perché quotidianamente devono sopportare inspiegabilmente una sosta a Piacenza di 17 minuti (più altri 5 oggi) sia perché devono subire ulteriore danno grazie alla geniale "decisione" di cui sopra. Mentre sto scrivendo odo ancora il loro colorito disappunto nei confronti della "gestione" Trenitalia
3) Il treno R2274 già normalmente carente di posti a sedere, soffre progressivamente di sovraffollamento di stazione in stazione, diventa sempre più invivibile, raggiunge Lodi con 15 minuti di ritardo (alle 8.40) GIA' PIENO COME UN UOVO!!! nella stazione lodigiana un'altra bella "CARICATA" di pendolari e viaaaaaaaaaa!!!

All'orizzonte, anche oggi, un ritardo mostruoso con ripercussioni sull'orario di fine lavoro serale, una giornata di "M...." visto l'inizio e, guardando al futuro, una bozza di nuovo orario allucinante che renderà Milano Centrale "off-limit" per la maggior parte dei treni regionali!!
Ancora un GRAZIE DI CUORE a Trenitalia e buon lavoro a tutti!!

Lettere dai pendolari: Al Sig. Assessore Peri (22/11/2010)

Probabilmente la mia mail non sarà nemmeno letta, ma cestinata subito appena arrivata.
Ribadisco quanto già detto in passato, e aggiungo che per chi, come purtroppo capita a me, l’arrivo in stazione a Rogoredo è solo una parte del viaggio, perché mi aspettano ancora circa 25 minuti di “mezzi” a scelta tra il passante o altri treni che arrivano a Milano Garibaldi e circa 15 minuti di strada a piedi, il ritardo continuo e persistente del treno 2272 mi costringe a prendere il treno precedente, per Sesto San Giovanni delle ore 6:35.

Trovo alquanto difficile continuare in questo modo per un lungo periodo, ormai è passato un anno, ci aspetta un nuovo cambio di orario che, so per esperienza (dopo 15 anni di pendolarismo) non sarà facile da affrontare (in genere i problemi aumentano e si risolvono dopo alcuni mesi, non giorni!!!), porterà un sicuro peggioramento del servizio (basta vedere cosa è successo lo scorso dicembre con il treno delle 6:48), costringerà chi come me ha orari fissi a fermarsi in ufficio più a lungo alla sera per recuperare i ritardi mattutini e quindi a tornare più tardi con le solite inevitabili conseguenza sulla vita privata.

Ci piacerebbe (a noi pendolari tutti) vedervi viaggiare con noi per qualche mese, per provare questa fantastica esperienza!!!!!

Arenaways: finalmente arriva il primo treno privato in Italia (16/11/2010)

Finalmente si è incrinato il monopolio di Trenitalia sul servizio ferroviario. Da lunedì scorso la compagnia Arenaways ha iniziato il servizio sulla tratta Torino – Milano. Il pachidermico potentato delle ferrovie dello stato sta tentando di mettere in tutti i modi i bastoni tra le veloci ed efficienti ruote delle nuova compagnia ferroviaria, cercando di impedire le fermate intermedie tra Torino e Milano.
Il dado però è ormai tratto e ci auguriamo che rappresenti l’inizio della fine dei quotidiani dis-servizi imposti a carissimo prezzo dall’attuale sistema ferroviario, pervaso da interessi ben diversi da quelli di effettuare un servizio pubblico efficiente.

Da parte nostra tutto il sostegno e i migliori auguri al coraggioso Sig. Arena che auspichiamo possa presto portare i suoi treni anche sulle remunerative tratte pendolari piacentine.
Noi di idee ne abbiamo tante e saremmo felici di poterlo incontrare, anche solo per fargli i complimenti.

Istanza di accesso agli atti per i lavori di ristrutturazione del capannone biciclette: il Comune non vuole fornire i documenti (8/11/2010)

In agosto la nostra associazione ha presentato al Comune di Piacenza alcune istanze per avere accesso agli atti con cui è stata autorizzata la ristrutturazione del capannone biciclette alla stazione. Il Comune però non vuole fornire le informazioni sostenendo che né l’associazione, né il singolo pendolare, hanno titolo per chiedere quegli atti. Vorremmo sapere chi altri potrebbe averne i requisiti. Siamo di fronte alla totale mancanza di trasparenza di chi ci amministra, fenomeno molto in voga nel nostro paese, che ricorda certi regimi pre-caduta del muro di Berlino.

Alla nostra associazione, riconosciuta da quasi 20 anni dall’amministrazione comunale, viene addirittura chiesto di dimostrare la propria rappresentatività. Negli stessi giorni in cui un dipendente comunale s’inventava quelle scuse per negarci le informazioni richieste, un suo collega ci convocava ufficialmente ad un incontro in Comune, come rappresentanti dei pendolari, per prendere visione delle scelte del Comune proprio sul futuro del capannone biciclette. Il Comune ha persino deliberato e firmato con la nostra associazione “la consulta dei pendolari”, un atto che ufficializza il ruolo consultivo dell’associazione sulle problematiche legate al pendolarismo.

Questo atteggiamento contraddittorio tenuto dal Comune nei nostri confronti può trovare solo due spiegazioni: o in Comune il livello di confusione è tale che, nonostante le nostre repliche e segnalazioni, un ufficio non sa quello che fa l’altro, oppure quei lavori di cui chiediamo conto non sono stati autorizzati a norma di legge ed ora si cerca di correre ai ripari negando una documentazione che di fatto non esiste.

Fatto sta che a partire dal 20 agosto scorso i pendolari hanno perso l’uso del capannone, e molti di loro si sono visti tranciare la catena e portar via il mezzo regolarmente parcheggiato prima di andare in ferie.
Se in tutta questa operazione qualcuno non ha rispettato le regole stia certo che non ci fermeremo di fronte a un diniego arrogante e immotivato.

Per quanto riguarda i lavori ci sono diverse cose che non ci tornano. Uno degli assessori presenti alla riunione di settembre aveva affermato che le rastrelliere rotte sarebbero state sostituite, ad oggi però sembrano essere state semplicemente spostate.
Nel tentativo di giustificare l’ingente cifra spesa per la ristrutturazione del capannone (in totale sono più di 36000€), un dirigente comunale confermava che i vetri sostituiti all'interno del capannone erano pari a 60-70 m². Questa superficie è molto superiore a quella dei vetri incrinati, da noi accertata prima dei lavori, con la raccolta di una dettagliata documentazione filmata e fotografica che dimostra come moltissimi vetri fossero ancora in perfette condizioni fino al giorno prima dell’inizio dei lavori. Chiunque può verificarlo entrando nel capannone e contando i vetri realmente sostituiti, ben visibili rispetto a quelli originali.

Un documento comunale consegnatoci da un consigliere conferma che uno dei lavori previsti era proprio la sostituzione dei “vetri retinati”. Chi ha redatto quel documento si è dimenticato di specificare quanti vetri dovessero essere effettivamente sostituiti, o forse non interessava stabilire i costi reali dell'opera che il Comune si apprestava a finanziare, nel dubbio “melius abundare”. Va anche detto che trattandosi di vetri con retinatura interna non presentavano rischi di frantumazione anche se incrinati, tant’è che erano in quelle condizioni da diversi anni. Per la cronaca nello stesso fabbricato, di proprietà comunale, il vetro rotto del portone della nostra sede (quello sì frantumatosi in mille pezzi per un atto vandalico) da otto mesi attende di essere sostituito, si vede che noi non siamo simpatici agli amministratori.

Un altro punto nella lista dei lavori era la sostituzione dell’enorme rete anti piccioni tesa all’interno del capannone. Anche in questo caso la nostra documentazione fotografica mostra che la rete non è stata affatto sostituita.
Oltre alla tinteggiatura dei locali vi è anche un punto sulle “verniciature varie”, grazie a questo sono state ridipinte anche le porte metalliche di accesso lato stazione che invece, come possiamo dimostrare, non necessitavano di una nuova verniciatura.

Il documento comunale precisa infine che è “a carico del Comune l'onere della spesa per recinzioni, ponteggi e protezioni”. Non siamo esperti di lavori pubblici, ma ci sembra curioso che la “ditta appaltatrice" che si candida ad eseguire i lavori pubblici non disponga nemmeno dei ponteggi per effettuarli e sia il Comune a pagarglieli. Sarebbe come dover fornire i pennelli a un imbianchino o le chiavi inglesi a un meccanico.
Sarà una prassi consolidata o una bizzarria della nostra amministrazione? Noi intendiamo andare a fondo alla questione, cominciando a rendere disponibili alle autorità preposte la documentazione fotografica e i filmati realizzati, nell'auspicabile ipotesi in cui vengano richiesti approfondimenti in merito alle suddette spese.

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Porta metallica di accesso al capannone biciclette com’era prima dei lavori: non necessitava di una nuova verniciatura come invece è stato fatto (e pagato).

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Rete antipiccioni prima dei lavori: era in perfetto stato e non c’era bisogno di cambiarla; è stata inserita tra i lavori pagati con la ristrutturazione del capannone, ma non è stata sostituita.

Riparazione velocipedi alla stazione: è concorrenza leale? (8/11/2010)

La gestione del parcheggio biciclette alla stazione ferroviaria ha recentemente distribuito, con tanto di logo del Comune di Piacenza, un depliant con le tariffe per la riparazione delle biciclette che viene effettuata all'interno dello stesso capannone. Può una cooperativa sociale, che riceve ogni anno un cospicuo finanziamento comunale, mettersi in concorrenza con altre attività commerciali, avviando un'attività di riparazione delle biciclette con vendita dei pezzi di ricambio? Il volantino infatti riporta i prezzi per la sostituzione (quindi il ripristino delle parti usurate con parti nuove) di vari elementi della bicicletta.
Senza nulla togliere al personale che opera nel capannone, a cui di certo non sono rivolte queste osservazioni, riteniamo ci possa essere una forma di discriminazione nei confronti di quei commercianti che riparano le biciclette, che, a differenza dei gestori del parcheggio, non ricevono alcuna sovvenzione dal Comune.

Il dubbio ci era stato confermato nell'incontro di settembre da un assessore comunale quando aveva ribadito che, in base alla normativa vigente, i gestori del parcheggio non avrebbero potuto vendere pezzi di ricambio per le biciclette.
Sperando che chi di dovere possa fare piena luce sulla legittimità della vendita di materiale ciclistico all'interno del capannone biciclette, offriamo a coloro che desiderino affrontare ufficialmente la questione la nostra disponibilità a testimoniare quanto sopra esposto.

Risposte alla lettera pubblicata su Libertà il 30 ottobre 2010 (8/11/2010)

Desidero replicare alla lettera pubblicata su Libertà il 30 ottobre u.s. a firma Filippo Brianti.
Che, se è lo stesso Filippo Brianti il cui profilo su Facebook (visibile a tutti gli internauti) recita città nella quale ti trovi adesso: Port Harcourt, Nigeria e quale città natale: Piacenza, c'è da essere ammirati per l'ardore con il quale segue le vicende “ad cà nossa”.
Se invece da pendolare decennale, continua la transumanza quotidiana da Piacenza verso altro luogo per lavorare, è evidentemente poco informato e, molto francamente, sento puzza di Unione Pendolari sotto la missiva.

Caro Brianti, chi le risponde fa il pendolare dal 1981, con ogni mezzo di trasporto su Milano ma non solo, avendo anche vissuto all'estero, sempre per lavoro, ed ormai veleggia verso i 30 anni di contributi. Come lui, lo hanno fatto mio padre, che adesso si gode una meritata pensione, e mia sorella, che per fortuna sua ha smesso dopo 20 anni, non senza fare fatica, di lavorare a Milano e continua a farlo finalmente a casa sua.
Tre pirla, come si dovrebbe dire in dialetto meneghino? Tre Tafazzi smaniosi di flagellarsi quotidianamente gli zebedei su è giù per treni e metrò, spinti da mire di carriera? Non credo proprio.

Caro Brianti, se potessi lavorerei a casa mia ed eviterei di sprecare preziose ore della mia vita, e soldi, tra i disservizi delle rotaie e le nebbie di gelide mattine invernali.
Ne guadagnerei in stress ed in salute.
Come me, svariate migliaia di piacentini che tutte le mattine, per studiare e lavorare, da decenni, si danno appuntamento alla stazione ferroviaria e prendono treni infami ad orari impossibili per produrre reddito e cultura altrove, pagando poi tasse a Piacenza.
Quello stesso reddito che nella nostra città non sono riusciti a trovare, quei corsi universitari che nella nostra città non ci sono.
E allora via verso Milano o Parma, ma non solo, per cercare altrove quello che la nostra città non offre, e continua a farlo sempre di meno, da decenni.
Non scelta, ma necessità.

Si legga un bel rapporto sullo stato del pendolarismo piacentino, non fatto da noi, ma dall'Università Cattolica qualche anno fa, per rendersi conto cosa vuole dire essere terra di confine e di emigrazione quale la nostra provincia è sempre stata. Anche qui avrei una bella storiella personale da raccontarle, ma forse basterebbe leggere quelle che il giornale, da anni, pubblica sul tema, ovvero le migliaia di piacentini che sono andati in giro per il mondo, miei nonni compresi, a cercare fortuna.
O una delle tante indagini fatte in questi anni, per prima quella del Censis, per capire che nella stragrande maggioranza si tratta di scelta obbligata, non voluta e soppesata.

Non siamo tutti dei Giorgio Armani, che a 16 anni è volato via da Piacenza ed è diventato quello che è diventato. Se fosse rimasto qui, cosa avrebbe combinato?
O dei Federico Ghizzoni (orgoglioso, da piacentino, che sia il mio amministratore delegato) o dei Gotti Tedeschi, tanto per citare altri due nomi di concittadini assurti alle cronache internazionali per gli incarichi di prestigio che ricoprono.
Ma proprio perché, come lei scrive, siamo cittadini italiani, e fino a prova contraria pagatori di tasse, o almeno quelli che, come il sottoscritto, sono a reddito fisso, qualche diritto lo accampiamo.

Tra di essi, quello alla sicurezza, che dovrebbe essere costituzionalmente garantita, ma evidentemente è diventata merce a pagamento, come l’aria che respiriamo.
Che nelle cose spicciole di casa nostra, è quella che abbiamo sempre reclamato per il parcheggio del capannone delle biciclette, da sempre gratuito, e che invece con abile operazione trasformista ad alto tasso cooperativistico, ci viene scippato dal Comune, e messo tutto a pagamento (non una quota parte) , con guardiania non richiesta, con la scusa di qualcuno che invece così lo voleva.
Con l'aggiunta di 40 posti auto a pagamento, anch'essi mai richiesti. E pensare che doveva essere solo una tracciatura delle righe bianche dei posteggi auto!!!
Ma quella zona (leggi Borgofaxhall) non doveva essere un parco, un posteggio per i pendolari ed un’autostazione delle corriere???

Vogliamo parlare molto francamente di quel qualcuno, che ha fatto passare firme raccolte nel 2008 per generica richiesta di sicurezza nella zona, diventate con la bacchetta magica quelle per il posteggio delle bici a pagamento? Chiedere ai comitati dei giardini per avere conferma.
O sempre di quel qualcuno che mette nella bacheca del sottopasso in stazione, vicino alla nostra, l'avviso se volete sono 40 Euro al mese per posteggiare la macchina a Borgofaxall, tariffa agevolata, vi ci mando io! Leggere nome e cognome in calce, quello stesso nome e cognome che si è visto solo quando in sede da noi è arrivata Rai 3 (mai vista prima, lei, non Rai 3), si è presentata fuori tempo massimo quale candidatura al rinnovo del nostro consiglio, e vistosela negare (da noi i pendolari sono tutti uguali) si è catapultata a fare la consigliera altrove.
O di quel qualcuno che nelle ultime riunioni in Provincia, dice che sì, va bene, ma tanto visto che le tariffe dei treni sono così basse, potremmo anche pagare di più(!!!) oppure il Mi muovo va benissimo, è proprio un bel spendere, per me che faccio il funzionario in Regione, io che prendo l'Eurostar City tutti i giorni per andare a Bologna ed ancora di quel qualcuno che spinge sempre sul tema Frecce Bianche ed Intercity per averne che fermino a Milano Rogoredo, dato che è la fermata che serve a lei, la signora qualcuno.
O di quel qualcuno, che senza essere pendolare, fa il segretario del Crufer a Bologna, dopo esserne stato presidente.

Caro Brianti, non è così che si fanno gli interessi dei pendolari, né tantomeno si aveva diritto a pontificare allora e adesso a spargere guano, depositando i propri mezzi di locomozione all'interno della sede dell'Associazione Pendolari. Perché è così che facevano i signori Chiodaroli, Acerbi, etc, tanto per fare nomi e cognomi (mi ci stanno tirando per i capelli) fintantoché alla fine del dicembre 2005 sono spariti, lasciando qualche sospeso, e venendo poi espulsi per gravi inadempienze statutarie, con un bilancio che il sottoscritto, eletto prima consigliere e poi presidente dell'Associazione all'inizio del 2006, non ha potuto e voluto firmare. Chiedere all'Ufficio del Giudice di Pace di Piacenza.

Quegli stessi personaggi che adesso vogliono una sede, e la vorrebbero avere al posto della nostra, e guarda caso il Comune li supporta, poverini.
Stia tranquillo Brianti, lì le biciclette od i ciclomotori non ce li parcheggia nessuno, il sottoscritto per primo.
Cerchiamo di predicare bene e di razzolare altrettanto, a differenza di qualcun altro.
E poi, caro Brianti, ho tutto il diritto di lamentarmi con il Comune per cose che non vanno e che non ho, visto che le tasse non le pago per finta, e non accetto che 380 firme di pendolari raccolte, quelle sì per mantenere la gratuità del capannone deposito biciclette, vengano fatte passare come il mugugno di una minoranza sediziosa (Assessore Brambati). E che si parli nei nostri confronti di tolleranza zero (Sindaco Reggi), quasi fossimo nella New York dei10.000 omicidi, o poi si giri la frittata come poco estetica la presenza delle biciclette nel piazzale della stazione (mai stati in Olanda???) e si giustifichino gli 80.000 euro finali del costo dell'operazione come tanto abbiamo dato da lavorare a chi ne ha bisogno (Assessora non mi ricordo il nome) .
Mi aspettavo qualcosa di diverso da chi nei volantini elettorali dichiarava che sarebbe sceso sui binari al nostro fianco con la fascia tricolore, per difendere i diritti di migliaia di pendolari piacentini. Evidentemente, pura propaganda. Una volta eletto, il nulla.

Su di una cosa concordo con lei, caro Brianti, una sola.
Che ci sia molta inciviltà.
Nel modo di parcheggiare le macchine, ad esempio.
Chi tardi arriva, male alloggia, ed anche nei pendolari c'è una minoranza di maleducati, i fenomeni che all'ultimo si presentano e vorrebbero trovare posto praticamente sui binari.
Peccato che quella tolleranza zero, da noi sempre e reiteratamente richiesta contro questi personaggi che discreditano la categoria, e danneggiano i loro colleghi, non venga applicata, in quanto i nostri appelli in tale senso, rivolti ai competenti assessorati, sono ad oggi lettera morta. Ovvero, zero vigili e zero interventi in zona.
Se poi invece di trovarsi a Port Harcourt, Nigeria, è dalle nostre parti, si presenti ad una delle assemblee che regolarmente la nostra Associazione organizza presso la sede, ed avrà modo di conoscere le persone, ovvero i pendolari veri, e tutta una serie d’informazioni sulla nostra attività, in dettagli che lo spazio, che pur generosamente il giornale ci concede, non può contenere.
Grazie per l'attenzione.
Ettore Fittavolini

Altra lettera

Vorremmo rispondere alla lettera apparsa su Libertà lo scorso 30 ottobre in cui il signor Filippo Brianti difendeva la scelta del Comune di mettere completamente a pagamento il parcheggio biciclette per i pendolari. In quella lettera si tenta di screditare l'Associazione pendolari per la campagna che sta portando avanti in difesa di un adeguato parcheggio gratuito.

Cominciamo col dire che non è, come sostiene il Sig. Brianti, che si debba scegliere “tra un parcheggio a pagamento e nessun parcheggio”: questa è la mistificazione messa in atto da chi vorrebbe obbligare tutti a usare il parcheggio a pagamento. Forse il signor Brianti non sa che il codice della strada all'articolo 7 comma 8 prevede che, nelle aree come quella in questione, quando l'amministrazione comunale decide di dare in gestione o mettere a pagamento un parcheggio, deve garantire “su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze” un “adeguato” parcheggio gratuito. Quello che l’Associazione pendolari di Piacenza sta facendo, quindi, non è altro che cercare di difendere i diritti sanciti dalla legge. Se 400 pendolari (non parenti o amici) hanno firmato di loro iniziativa, non su nostra pressione, la petizione per avere un parcheggio gratuito, lasciando il numero del documento d’identità, significa che non “ci nascondiamo dietro il nome di altre persone” e non “guardiamo ai nostri interessi personali” come invece il signor Brianti tenta d’insinuare. Provi il Sig. Brianti, che vorrebbe che tutti parcheggiassero a pagamento, a portare le firme coi relativi documenti d’identità di altrettanti pendolari che vogliono un parcheggio a pagamento.

Ci colpisce anche sentir dire che saremmo noi, con la richiesta di un parcheggio gratuito, a riversare le spese sulla comunità per scelte che tornano a nostro esclusivo vantaggio. Il capannone gratuito non costava nulla, per garantire la custodia al mezzo del Sig. Brianti, invece, ora la comunità dovrà spendere 30.000€ all’anno, a cui vanno aggiunti i 50.000€ di coloro che, non trovando più il posto auto, dovranno parcheggiare nei posti a pagamento appositamente istituiti per finanziare la custodia delle biciclette.

Se il signor Brianti avesse letto con più attenzione le nostre richieste saprebbe che noi, a differenza di quelli come lui che non ammettono che altre persone possano pensarla diversamente o avere esigenze differenti, non obblighiamo tutti a parcheggiare gratuitamente, tant’è che abbiamo sempre chiesto che il rapporto fra i posti gratuiti e quelli a pagamento rispecchiasse la reale volontà degli utilizzatori. Attualmente invece i posti gratuiti sono praticamente inesistenti e la tolleranza zero annunciata dal Comune, guarda caso solo in quell’area, obbligherà con la forza coloro che non troveranno posto, a pagare per averne uno. Quello che il signor Brianti sta cercando di difendere ci sembra solo un atto di prepotenza e vessazione nei confronti di chi invece contribuisce fattivamente a ridurre il traffico e l’inquinamento nella nostra città.

Per quanto riguarda l'utilizzo dei locali della nostra sede questi sono stati affidati all'associazione dal Comune e i consiglieri ne posseggono le chiavi. Il poter usufruire dei locali della sede, inclusi i bagni, è senza dubbio un vantaggio di cui peraltro chiunque potrebbe beneficiare candidandosi come consigliere dell’associazione e dando la sua disponibilità a lavorare (gratuitamente) per l'associazione al rientro dal lavoro o nei fine settimana, invece di andarsene a casa come fanno tutti gli altri. Pur godendo di questa opportunità, l’associazione si batte per garantire a chi lo desideri di avere uno spazio adeguato per parcheggiare gratuitamente e in maniera sicura le biciclette: disponendo di un posto per lasciare il proprio mezzo, che bisogno c’è di battersi per avere posti gratuiti? Se fossimo degli opportunisti sarebbe stato nostro interesse accettare le decisioni del Comune inchinandoci, come hanno fatto altri, alla volontà dell’amministrazione, tanto noi il nostro posto ce l’avremmo avuto comunque. Chi ci obbligava a schierarci dalla parte di coloro che vogliono anche un parcheggio gratuito e sicuro, se non la disinteressata volontà di tutelare i diritti di un considerevole numero di viaggiatori e di far rispettare la legge?

Se tutti fossimo succubi delle decisioni di chi ci governa anche quando le riteniamo ingiuste, e nessuno di noi si fosse mai impegnato per difendere i diritti dei pendolari (che sono altra cosa rispetto alla brioche e cappuccino a cui il signor Brianti cerca banalmente di assimilarli), quel posto nel capannone che lui utilizza da tanti anni e che ora avrà modo di godersi in prima fila, non esisterebbe più da tempo, abbattuto molti anni or sono dalla volontà dell’amministratore di turno.

Franco Trespidi
Federica Albini

Altra lettera

Ho già scritto poco tempo fa per denunciare apertamente le mancanze della Giunta nella complessiva gestione di tanti ambiti della Stazione Ferroviaria di Piacenza: sicurezza delle persone e dei veicoli, viabilità e non ultimo il tanto discusso progetto di riqualificazione del deposito per le biciclette. Ovviamente il Sindaco Reggi non ha risposto ad una singola domanda fatta in quella occasione. Ci ha pensato però il Sig. Filippo Brianti, sfortunato pendolare che da anni subisce furti della sua bicicletta, a farmi capire come deve andare il mondo.

Lo ringrazio per la bella lettera ed anche per l’insalatona di concetti che ha voluto esprimere. Alcuni sono validissimi: il diritto di poter scegliere di pagare un servizio di custodia per le bici, avere più educazione nel parcheggiare le auto nei parcheggi limitrofi alla stazione. Tutto sacrosanto. Il pendolare però fa un poi un pochino di confusione quando afferma che noi pendolari pretendiamo troppo dalla amministrazione e che non ce l’ha ordinato il dottore di andare a lavorare a Milano od altrove.

Io non incolpo nessuno Sig. Brianti, io trovo scandalosa tutta la riqualificazione della Stazione e se mi permette, in quanto cittadino di Piacenza, vorrei sapere come vengono spesi i soldi che tanto mancano alle casse comunali ed il motivo per cui, dopo anni ed anni la Giunta si è svegliata per farci pagare e per inibire il parcheggi coperto. Poi se il Sindaco diceva di essere un pendolare nel periodo di campagna elettorale vada a chiedere a lui se ha cambiato idea. Il sindaco dinamico si faceva chiamare!!!! Era sufficiente, e dico solo sufficiente, che in Piazzale Marconi venissero previste rastrelliere, magari anche coperte, per tutti coloro che non volevano pagare il servizio di custodia. Questo si che sarebbe stato un bel biglietto da visita per la città e lo spazio c’è visto che abbiamo un piazzale enorme inutilizzato.
Stessi dubbi valgono per le citate mamme del Giordani. Siamo fuori tema ancora una volta, salvo il fatto che per anni si è tollerato il parcheggio selvaggio delle auto; quando è arrivato un bel parcheggio a pagamento ecco che il Sindaco fa il muscoloso. Come è strana la vita eh? A me non sta bene che il Comune si svegli solo quando c’è da spillare soldi ai cittadini. Se al sig. Brianti si, affari suoi!!
Vorrei inoltre rassicurare il Sig. Brianti che i pendolari che hanno citato situazioni viste all’estero sono persone che hanno legami famigliari e di lavoro che occasionalmente fanno i turisti come da Lei descritto. Sempre a generalizzare eh? Anzi, prima di dire molto democraticamente che dobbiamo tacere (!), La posso informare che io quando vado a Londra vado per incontrare i parenti, mia moglie è inglese, normalmente non vado a farmi fare la classica fotografia davanti a Buckingham Palace con le ben note guardie reali. Lei probabilmente ne avrà una nell’albo dei ricordi vero? Oppure non partecipo all’evento molto “turistico” organizzato a Londra con Sindaco con i Piacentini londinesi. La prossima volta staremo zitti se qualche utile suggerimento per i nostri amministratori Le da cosi fastidio (alla faccia della tolleranza!!!).
Sono certo che il parcheggio si farà come è stato deciso ed il Comune non arretrerà di una virgola, ma è anche vero che sarà molto interessante verificare che tutti i processi amministrativi legati ai lavori del deposito biciclette siano stati fatti in conformità delle leggi e dei regolamenti. Vero Sig. Sindaco?

Lettere dai pendolari: L'indignazione di un pendolare per il pagamento del parcehggio biciclette (8/11/2010)

Sono pendolare da 11 anni e parcheggio tutti i santi giorni nel parcheggio per pendolari e sono profondamente indignato per la situazione che si è venuta a creare anche perché, essendo stato invitato a partecipare all´approvazione del Bilancio Sociale del Comune avevo chiesto espressamente di eliminare il degrado di questa ampia area ma di non mettere a pagamento nulla. Da questo punto di vista mi sento anche preso in giro. Io proprio non riesco a riscontrare miglioramenti:

- La sicurezza nel parcheggio non è affatto migliorata sotto ogni punto di vista anzi gli ubriachi e gli sbandati che stanziano in zona si sono fatti più molesti;
- I posti liberi per biciclette si sono nettamente ridotti rispetto a 5 anni fa e sfido chiunque a provare il contrario visto che una volta si trovavano numerosi posti in Piazzale Marconi;
- I motocicli e ciclomotori non possono più parcheggiare al coperto;
- Trovo assurdo pagare un abbonamento dal costo annuo superiore per molti pendolari me compreso al valore del bene custodito (la bicicletta);
-Per far posto al parcheggio auto a pagamento e grazie ai nuovi stalli i posti auto sono drasticamente calati e mi tocca parcheggiare a ridosso di via dei Pisoni perchè alle 07,15 il parcheggio è ormai tutto saturo! Inoltre temo che la tendenza in futuro sarà di rendere a pagamento l´intero parcheggio.
- Non si capisce perchè dobbiamo adeguarci in peggio alle altre città emiliane, prendiamo semmai spunto dagli elementi positivi delle altre città.
- La sicurezza (che tutt'ora non percepisco come garantita, almeno per i non paganti) è un diritto, non qualcosa da dare in gestione a terzi.
- Non ritengo giusto che debba contribuire anche il cittadino per un servizio non richiesto nel momento in cui andrebbe al contrario incentivato a usare la bicicletta, soprattutto d´inverno.
- Personalmente non spenderò 1 solo euro sia per il parcheggio auto a pagamento che per quello per biciclette e non mi farò intimidire da minacce di "tolleranza zero", non siamo pericolosi criminali siamo cittadini che devono andare a lavorare.
Tengo a precisare che tutto questo non lo penso solo io ma credo tutti quei cittadini che hanno firmato la petizione per non pagare il posteggio dentro e a ridosso del capannone.

Io pedalo ma non pago! (3/11/2010)

La decisione del Comune di mettere a pagamento il parcheggio biciclette della stazione ha sollevato un nugolo di polemiche, ma ha contribuito anche a scalfire alcune certezze che si credevano ormai consolidate, per esempio che la matematica non sia un’opinione. Leggendo infatti l’intervento dell’Unione Pendolari pubblicato su Libertà del 20 u.s., si scopre che ben 450 pendolari hanno sottoscritto la richiesta di avere un parcheggio custodito A PAGAMENTO purché a tariffa agevolata. D’altra parte, l’Associazione Pendolari ha raccolto quasi 400 firme di pendolari che chiedono un parcheggio GRATUITO e SICURO. E allora, delle due l’una: o i pendolari piacentini sono grafomani affetti da una forma severa di schizofrenia, persone disposte a firmare per un parcheggio che sia gratuito ma contemporaneamente a pagamento, al chiuso ma all’aperto, bianco ma rosso, rotondo ma quadrato, oppure nessuno finora si era accorto che, in un capannone in grado di ospitare circa 400 biciclette, ne stavano stipate ben oltre 800. Evidentemente non se ne erano resi conto nemmeno i tecnici comunali, che hanno sempre parlato di un’utenza inferiore ai 400 mezzi di trasporto, ciclomotori compresi.
Sempre nell’intervento dell’Unione Pendolari si legge: “Qualcuno avrebbe voluto questo servizio gratuito, ma il dover corrispondere una tariffa garantisce che chi ne usufruisce ne abbia effettivamente l’esigenza”. Insomma, il parcheggio a pagamento sarebbe il modo più efficace per smascherare i tanti che fanno i pendolari per diporto, o i tantissimi che si alzano alle sei del mattino solo per precipitarsi a parcheggiare la loro bicicletta in stazione fingendosi abilmente pendolari!

Per venire a cose più serie, preoccupano invece le dichiarazioni di diversi amministratori che parlano di “tolleranza zero” nei confronti delle biciclette parcheggiate al di fuori degli spazi consentiti. Posto infatti che – lo ripetiamo –quasi 400 persone si sono dichiarate contrarie al parcheggio a pagamento (e dunque si rifiuteranno di utilizzarlo), e posto anche che il Comune ha messo a disposizione solo un centinaio di posti gratuiti (all’aperto), viene da chiedersi dove diamine potranno collocare le loro biciclette i rimanenti 300 pendolari “obiettori”. I pronunciamenti del Comune sembrano lasciare spazio a due sole alternative: o paghi o ti rimuoviamo la bici, tranciando i lucchetti e magari appioppandoti una bella multa per divieto di sosta.
È evidente che si tratta di una situazione inaccettabile. L’Associazione Pendolari continuerà quindi a opporsi a una decisione che reputa iniqua, e a chiedere che il Comune ritorni sui suoi passi e assicuri un numero adeguato di posti gratuiti ma al coperto, magari dividendo salomonicamente il capannone in due parti, una gratis e l’altra a pagamento.
Per questo motivo, l’Associazione ha lanciato la campagna “IO PEDALO MA NON PAGO!”, che consiste nel manifestare l’assoluta contrarietà al parcheggio a pagamento esponendo sulla propria bicicletta un volantino con il suddetto slogan. I volantini sono scaricabili dal sito (www.pendolari.too.it), oppure se ne può ritirare la versione extra-lusso (plastificata e double face!) direttamente presso la sede dell’Associazione (p.le Marconi 32A) in occasione dell’incontro che si terrà giovedì 28 ottobre alle ore 21, al quale vi invitiamo a partecipare numerosi.
È importante infatti che, soprattutto in prossimità dell’inaugurazione del servizio a pagamento (1 o 2 novembre), la nostra insoddisfazione diventi palese a tutta la cittadinanza e la nostra protesta possa circolare anche al di fuori degli spazi “ferroviari”: c’è modo migliore che dotarla di “due ruote”?

Lettere dai pendolari: Esperienze con le ferrovie di altri paesi (3/11/2010)

Sono un piacentino che da 5 anni si è trasferito in Olanda per motivi di lavoro. Dopo una decina di anni vissuti faticosamente come pendolare sulla linea Pc-Mi, ora sono un pendolare “felice” della linea Amsterdam-L'Aia: la distanza che percorro ogni giorno non è sostanzialmente mutata, ma ora ho finalmente dimenticato tutte le spiacevoli sensazioni che viaggiando con Trenitalia ogni tanto mi assalivano e che gli amici piacentini con cui sono rimasto in contatto vivono ancora. Voglio quindi descrivervi la situazione olandese.
Sul tema della puntualità ritengo che le ferrovie olandesi non siano seconde a quelle svizzere: regolarmente il treno arriva in stazione all'orario previsto, rimane in banchina un paio di minuti per far salire e scendere le persone, quindi riparte in perfetto orario. I ritardi sono un’eccezione ma, se capitano, vengono comunicati per tempo e giustificati senza ricorrere a scuse ridicole tipo “cattive condizioni meteorologiche”. Eppure qui l’inverno è davvero rigido!
La mia linea è servita da due tipologie di treni, che si differenziano per il numero di fermate effettuate lungo il percorso. Il punto interessante è che “locali” e “diretti” si alternano nell'arco della giornata (dalle 5 di mattina all'una di notte) con una frequenza di almeno 2 corse all’ora, 6 negli orari di punta. È chiaro che un cadenzamento di questo tipo garantisce massima flessibilità, mentre ricordo bene che per tornare, per esempio, da Milano di sera, restava solo la Freccia del Sud delle 23 (e la tentazione di prendere un taxi per evitarlo!).

Sì, qui le tariffe sono più alte, ma se decidessimo di confrontare il servizio offerto dal mio treno “diretto” (pulizia dei vagoni, comodità dei sedili), credo che per l’Italia dovremmo prendere in considerazione un treno di categoria superiore (per esempio un Intercity), e a questo punto la situazione di vantaggio si ribalterebbe.
Immagino che tanti, pensando all'Olanda, focalizzino l'immagine di una bicicletta: effettivamente qui è il mezzo di trasporto più popolare, e se capiterete sui treni pendolari olandesi vi stupirete nel vedere quante ne vengono caricate: molte sono pieghevoli e per questo non occorre neppure pagare un supplemento. Le stazioni, poi, almeno le più grandi, sono dotate di parcheggi multipiano e multilivello: le bici sono così tante che vengono disposte su due livelli mediante un meccanismo che permette facilmente di farle scivolare una sopra l’altra. Tutti questi meccanismi di rastrelliere a leveraggi sono stati realizzati e vengono manutenuti dal Comune: il deposito è sempre gratuito.
Per quanto riguarda poi l’argomento “furti”, i miei nuovi colleghi mi hanno insegnato una regola semplice ma efficace: nell'acquisito di una bici si deve mettere in conto che un 10% del suo valore dovrà essere investito in dispositivi di sicurezza. Insomma qui ho imparato che per ritrovare la bicicletta può essere sufficiente una catena di buona qualità e un aggancio sicuro.
Per concludere volevo esprimere la mia solidarietà ai pendolari piacentini: non sono passati molti anni da quando ho lasciato l’Italia, ma la mia impressione è che la situazione sia decisamente peggiorata. Auguro loro di trovare nelle autorità una sensibilità rinnovata e che finalmente chi ne ha la possibilità (e il dovere!) si schieri al loro fianco contro Trenitalia nella battaglia per il ripristino dei diritti fondamentali.
Un saluto, buon viaggio!

Lettere dai pendolari: Diario di un pendolare 11a puntata (27/10/2010)

La segnalazione si riferisce ad un pesante disservizio subito ieri sera da tutti pendolari sulla linea Milano-Piacenza e, in particolare, al treno IC 599 diretto a Terni il treno parte in ritardo di 5/6minuti da Rogoredo a causa del precedente ritardo del fiore all'occhiello FRECCIAROSSA TORINO-ROMA che fa tappa a Rogoredo dopo aver attraversato Milano nelle sue viscere.
Si viaggia abbastanza bene fino a Lodi, mantenendo inalterato il ritardo iniziale, dopodiché si riparte mooooltolentamente....
Ore 18.40 prosegue una lunga sosta sospetta tra le stazioni di Secugnago e Casalpusterlengo trascorrono minuti inesorabilmente ma nessun annuncio viene diffuso a bordo transitano alcuni treni in senso opposto, ma sul nostro senso di marcia tutto fermo iniziano ad assalirmi pensieri di ogni tipo ci sarà stato un suicidio, avremo davanti un treno guasto,ecc. ecc. alle 18.50 finalmente il capotreno diffonde un annuncio il cui contenuto ci ha fatto sbellicare dalle risate seppur amarissime

CAUSA TRAFFICO INTENSO ILTRENO RITARDERA' Di 15 MINUTI CIRCA

cosa? ma siamo in ferrovia o su un'autostrada? questi ne inventano una al giorno per nascondere la verità: ILSOLITO SCHIFO!!!
alle 18.55 il treno approda a Casalpusterlengo dove si ferma circa due minuti, tempo necessario per assoldare un plotone di forzuti ai quali far trainare il carrozzone fino alla stazione di Codogno nel tempo record di circa 10 minuti.
(per fare 3 km circa...)
dopo una ulteriore marcia sofferta e perigliosa, il peggior treno del mondo raggiunge Piacenza alle 19.14 (28' di ritardo) in stazione (almeno per una volta) l'indicazione del ritardo è corretta...
pochi istanti dopo la discesa dal treno viene diffuso l'annuncio che CAUSA PRECEDENTE GUASTO TEMPORANEOAGLI IMPIANTI DI CIRCOLAZIONE I TRENI SUBISCONO RITARDI FINO A 30MINUTI
ma come? mezzora fa sul treno hanno parlato di traffico intenso, qui di guasto temporaneo, ma chi pensano di prendere in giro?
Non mi sorprendo più di nulla... E'SOLO LA TRISTE REALTA'..... VIAGGIARE QUOTIDIANAMENTE NEL DISAGIO ECHEEK-TO-CHEEK CON IL DISSERVIZIO e LA DISINFORMAZIONE
Anche oggi Trenitalia ci ha preso in ostaggio più del dovuto; le solite scuse per il disagio arrecato potranno essere utilizzate per pulirsi il... naso!
Alla prossima!

Assemblea su parcheggi bici, moto e auto a pagamento e altro (27/10/2010)

Giovedì 28 ottobre alle ore 21 presso la sede dell’associazione pendolari di Piacenza (p.le Marconi 32A, di fianco al capannone biciclette) si terrà un’ASSEMBLEA con il seguente ordine del giorno:
1.    Situazione deposito biciclette.
2.    Campagna di protesta “io pedalo ma non pago”.
3.    Futuro del parcheggio auto.
4.    Resoconto incontro con Provincia e Regione.
5.    Raccolta di idee, lamentele e proposte.

Siete tutti invitati. Solo con l’azione di tutti possiamo tutelare i nostri diritti.
Spargete la voce.

Lettere dai pendolari: Sulle affermazioni di Reggi e Brambati (25/10/2010)

Scrivo la presente perché sono stufo di leggere sui quotidiani locali dichiarazioni di guerra del nostro Signor Sindaco e del nostro brillante assessore Brambati sulla questione deposito biciclette della stazione ferroviaria di Piacenza: “tolleranza zero per tutti coloro che parcheggeranno abusivamente le loro biciclette in Piazzale Marconi” ed “è ora di finirla con le biciclette davanti alla stazione perché essa rappresenta il biglietto da visita della città”.
Affermazioni incredibili! Sono anni che i pendolari/viaggiatori decidono di utilizzare o di non utilizzare il deposito delle biciclette. Da quando i nostri amministratori hanno deciso di chiudere i locali per ristrutturare il deposito certamente la situazione è pure peggiorata. La cosa che fa sorridere, ma poi nemmeno tanto, è che si sono svegliati da un torpore lungo secoli solo quando hanno deciso di affidare a qualche loro “amico” la gestione dei summenzionati locali (ovviamente a pagamento).
Per il nostro Sindaco ed il per l’assessore Brambati deve essere stato difficile digerire la ferma opposizione dell’Associazione Pendolari e di coloro che usavano in maniera costante il deposito biciclette. Non sono capaci evidentemente a gestire il dissenso e se ne escono con affermazioni che hanno del vergognoso!!!!.
Visto che al Sindaco Reggi sta a cuore la presentazione della nostra città, può dare risposta alle seguenti domande se è così sicuro della sua buona fede nel sottoscrivere “tolleranza zero” nei confronti degli abusivi delle biciclette:

1.    E’ da aprile 2009 che avete piazzato il cantiere davanti alla stazione ed i lavori di rifacimento del piazzale sono ancora da terminare. Tutto è fermo e siete ben oltre i tempi programmati. Nel frattempo è passato un inverno terribile per le condizioni atmosferiche che ha fortemente condizionato la sicurezza pedonale e veicolare di Piazzale Marconi (ghiaccio ovunque, pozzanghere alte mezza gamba etc). Poi è arrivata l’estate e abbiamo avuto una selva piena di ratti e spazzatura proprio tutt’attorno alla fontana della stazione (guardi che essere green-oriented come si definisce la Sua Giunta non significa che dovete lasciare gli “erbassoni” alti un metro). Senza contare le automobili parcheggiate in maniera selvaggia ovunque, anche nei posti riservati ai disabili (quando mia moglie ha chiesto spiegazioni ad un agente della Polfer si è messo a ridere ed ha affermato che non sarebbe intervenuto perché avrebbe preso, cito testualmente, “dei nomi”). Vergogna! Nel frattempo è stato costruito un ponte provvisorio sul Po’ e si sta per terminare quello definitivo (il vecchio ponte è crollato a fine aprile 2009 quindi proprio quando sono state piazzate le prime transenne. Viva l’efficienza dei Vostri cantieri! Probabilmente i lavori non verranno finiti prima di dicembre perché, oltre alle opere da terminare e di sgombero del cantiere, ci sarà anche da collaudare l’utile scala mobile che diventerà la prossima toilette di Piazzale Marconi (ci saranno anche le telecamere mi dirà, beh io le rispondo che ai balordi che ci sono in giro non frega nulla della telecamera!!!). Bene dopo questa bella premessa, mi potrebbe spiegare dove è stato Signor Sindaco in questo anno e mezzo? Non Le interessava il biglietto da visita della città?

2.    Non tutti piacentini hanno occasione di passare davanti alla stazione durante l’arco della giornata. Consiglio a tutti di farlo perché è una vera esperienza sociologica. Gente nulla facente e balordi di ogni risma con i piedi scalzi, ubriachi e spesso seduti o sdraiati sui marciapiedi con una bella bottiglia di birra. (Ma non c’era una ordinanza che vietava il consumo di alcolici, ovviamente per strada, nella zona della stazione?). Mi sono vergognato ogni volta che parenti e amici sono transitati in quella zona. Il commento tipo è stato: Ma dove sono i piacentini? Ma che gente c’è li? Tengo a precisare che le persone che hanno fatto questi commenti non sono pericolosi razzisti o altro. La posso rincuorare che tali giudizi sono stati espressi sia da stranieri sia da italiani che votano il PD. Con la chiusura del deposito bici è pure peggiorata la situazione perché i balordi non hanno più un posto dove stare. Ma come Signor Sindaco, non Le interessava il biglietto da visita della città?

3.    Viene continuamente proclamato dalla Sua Giunta e da altri organismi che Piacenza avrebbe km e km di piste ciclabili. Io uso la bicicletta per i miei spostamenti quotidiani e per fare sport. Ma dove sono le piste ciclabili a Piacenza? Sui marciapiedi insieme ai pedoni? Immancabilmente ostruite o da macchine abusive o da raccoglitori della spazzatura? Ma per favore su!!!! Le piste ciclabili sono altra cosa e Le è già stato fatto notare in passato, ma come al solito Lei non ammette il dissenso, si infuria ed afferma che sono sterili polemiche. Ma Le capita mai di andare all’estero ed osservare come funzionano le cose? Si faccia un giro in Inghilterra od in Germania (Le consiglio Friburgo, potrebbe avere qualche utile spunto). Tutto ciò per arrivare a dire che non abbiamo nemmeno una pista ciclabile degna di questo nome che arriva in stazione. Abbiamo invece uno splendido ed enorme piazzale che limita le carreggiate ingolfando di fatto il traffico veicolare (automobili e bici). Ci sono le code anche al sabato sera!!! Ma come Signor Sindaco, non Le interessava il biglietto da visita della città? Crede di incentivare il trasporto su due ruote in questo modo?

4.    Ma veniamo al punto più comico della faccenda. Continuiamo a sentire che in altre città il costo per lo stesso “servizio” è persino più alto. Ma permettetemi la domanda….un bel chi se ne frega? Non ho capito bene, noi ci ispiriamo a scellerate scelte fatte da altre amministrazioni? L’Associazione Pendolari di Piacenza, unica vera associazione che si è opposta, è stata informata a giochi fatti ed anzi i suggerimenti di buon senso forniti agli assessori Carbone e Brambati sono finiti nella pattumiera. Giusto quindi spillare soldi da gente che già soffre il pendolarismo e che paga le tasse. Ancora una volta, intende incentivare il trasporto su due ruote in questo modo? Ma Signor Sindaco, Lei non era dalla parte dei pendolari?

5.    Sono stati spesi più di 30.000 Euro per finanziare questa operazione di rinnovo locali dicendo allo stesso tempo che non ci sono fondi per la sicurezza. Paradossale!!!!!! E pensare che sono stati già spesi denari pubblici per un sistema di video sorveglianza del deposito che non ha mai funzionato correttamente. Dobbiamo pagare la nostra sicurezza? I vigili urbani sono addetti solo a comminare le multe oppure un giro in stazione vanno anche in stazione a fare i controlli?

6.    Mi potrebbe spiegare Signor Sindaco come mai nei giorni di mercato le biciclette vengono parcheggiate in centro storico in maniera più che selvaggia e non è mai stato detto nulla a riguardo? Forse il mercato cittadino non è un biglietto da visita della nostra città? Forse non potete costringere in maniera così coercitiva tutti coloro che vi si recano?

In passato c’erano depositi anche privati che fornivano un servizio di custodia a pagamento per coloro che volevano essere sicuri che non accadesse nulla alla propria bicicletta. Sono passati tanti anni e di sicuro riproporre anche istituzionalmente il pagamento di tale servizio è assolutamente lontano da qualsiasi logica di incentivazione. Vedi esempi di città europee in cui anzi si disincentiva l'utilizzo dell'auto per favorire la bicicletta. I tempi sono cambiati e ridurre l’uso dell’auto è di sicuro la via da seguire. Sono consapevole che è irritante per Lei Sig. Sindaco rispondere alle domande sopra elencate, perché purtroppo non sono domande fatte per polemizzare, ma sono oggettivamente problemi a cui la Sua Giunta non sa rispondere in modo efficace ed efficiente. Anzi ha dimostrato proprio il contrario.

Lettera del Presidente: ennesima mattinata di sofferenza (25/10/2010)

La solita, ennesima mattinata di sofferenza per i pendolari.
Anche stamattina, 18 ottobre dell’anno 2010, alla prima giornata pseudo - invernale, la gioiosa macchina da guerra by Trenitalia si è bloccata, ed ancora una volta uno dei tanti postulati delle leggi di Murphy si è manifestato in tutta la sua verità.
Ovvero, arrivi prima in stazione per arrivare dopo in ufficio.
Equipaggiati di tutto punto con tutto il nostro armamentario di sopravvivenza ci siamo presentati alle 6,30 in stazione, in un atrio freddo brulicante di passeggeri in attesa, lavoratori e studenti pronti a prendere il regionale da Bologna delle 6, 48.
Mal ce ne incolse perché il succitato convoglio, come recitava il tabellone, risultava inopinatamente cancellato.
Motivo ? A noi peones della rotaia non è mai dato sapere, e d’altronde nemmeno negli sgabuzzini blindati degli omini vestiti di verde vi erano notizie.
Nemmeno un generico per "cause tecniche" oppure un "trenitalia si scusa per il disagio" gracchiato in altoparlante in automatico: non siamo nemmeno degni di quello.

Il primo ed unico convoglio utile per che deve arrivare fino a Milano Centrale era il successivo regionale da Bologna delle 7,08.
Abbiamo quindi assistito, una volta arrivato il convoglio, all’inscatolamento come sardine dei passeggeri in attesa di due treni su di uno solo, che ovviamente aveva raccolto nelle precedenti stazioni della tratta, tutti gli orfani del treno soppresso.
La salita è avvenuta non senza difficoltà, visto che tra i servizi offerti, ma non richiesti, vi erano alcune porte non funzionanti.
Ciliegina sulla torta, carrozza di prima classe declassata a seconda, causa riscaldamento non funzionante, con l’ulteriore perla di un finestrino aperto, ed in quanto rotto non richiudibile.
Fossimo stati in piena estate, la cosa (visto che l’aria condizionata è perennemente rotta) non sarebbe magari dispiaciuta, nonostante il frastuono assordante che tale condizione provoca, ma con le temperatura di brivido di queste mattine non era proprio il caso.
Forse in ferrovia qualcuno è convinto che il freddo conservi….ma non siamo latticini….
A Lodi, ennesima controprova delle leggi fisiche sull’impenetrabilità dei corpi. Un orda di pendolari della bassa è riuscita in parte ad occupare ogni pertugio disponibile, toilettes e passaggi di intercomunicazione compresi (cosa quest’ultima vietata dal regolamento di viaggio). Evidentemente gli spettacolari "nuovi" (si fa per dire) convogli della linea S6 non c’erano o non sono molto graditi ai nostri confratelli di sventura.

In un effetto stalla garantito, ed ovviamente in ritardo, abbiamo viaggiato alla volta di Milano, ove le soste, a cominciare da Rogoredo, sono state oltremodo lunghe e difficoltose nella discesa dei passeggeri, infilati ovunque uno addosso all’altro, ed alla ricerca di porte che funzionassero.
Convoglio poi arrivato a destinazione, Milano Centrale, in ritardo.
Per il sottoscritto, 20 minuti di ritardo in ufficio.
Poiché al peggio non c’è mai fine, dopo avere espletato i preparativi per iniziare la giornata, la mail automatica di Google news “ treni “ ci ha fornito la chicca del millennio, ovvero la seguente dichiarazione di Gianni Letta, Sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Il quale, a margine di un convegno a Roma al quale era presente il padrone del vapore (leggasi Moretti tutto minuscolo) ha su di lui dichiarato :
“ E’ un manager straordinario, innamorato della sua azienda, che è pubblica, come se fosse privata, la sua “ (!!!!!!).
Roba da far piangere i vitelli, come dice il buon Kit Carson…
Peccato che non siamo in un fumetto.
A prescindere, buon viaggio a tutti.

Lettere dai pendolari alle autorità piacentine sul parcheggio bici a pagamento (25/10/2010)

Esprimo la mia indignazione per quanto accaduto al parcheggio bici adiacente la stazione.
Il lavoro mi costringe ad orari flessibili e a rientri oltre le 22. La riapertura del parcheggio oltre ad ostacolarmi nel raggiungere la stazione mi costringe a passare per luoghi tutt'altro che sicuri per una ragazza che si muove sola.
Purtroppo questa scelta ai miei occhi ottusa e assurda mina la sicurezza delle persone invece di tutelarla.
Spero che la voce delle persone torni ad essere ascoltata e che si smetta di pensare sempre e solo agli interessi privati.
Da una amministrazione che si dice di centro sinistra mi aspettavo una maggiore attenzione ai servizi per la società, sono profondamente delusa ed infinitamente arrabbiata.

Lettere dai pendolari: Ritardi Piacenza-Parma (25/10/2010)

Sono una studentessa di Piacenza che utilizza la tratta Piacenza - Parma per recarsi all'Università.
Purtroppo devo spesso assistere a ritardi dei treni regionali, che apparentemente accumulano ritardo proporzionalmente al ritardo dei treni Eurostar che sono diretti nella stessa direzione.
Questo è evidente (per lo più per la tratta Parma - Piacenza) se si seguono i cambiamenti del tabellone: all'aumentare del ritardo dell'Eurostar aumenta quello del treno regionale.
Capisco che questo possa dipendere anche dalle attuali condizioni (penose) della stazione di Parma (che attualmente ha solo due binari funzionanti a causa di lavori) ma non potrebbe invece dipendere esclusivamente dal fatto che viene data la priorità ai treni Eurostar?
Vorrei sapere se il fatto di dare precedenza ad alcuni treni piuttosto che ad altri, costituisce, in quanto disparità di servizio, una violazione della normativa circa il trasporto ferroviario e, se sì, a chi posso rivolgermi per sottolineare questo problema.

Io pedalo ma NON pago! (15/10/2010)

L'associazione pendolari di Piacenza NON ritiene accettabile:

che il Comune non abbia preso in considerazione nessuna delle nostre proposte per soluzioni alternative ed abbia preso una decisione che va chiaramente contro ogni logica di mobilità ecosostenibile.

che il Comune non tenga conto del parere negativo di una Associazione che rappresenta gli utenti e 370 firme pervenuteci fino ad ora in sede;

che il Comune dichiari che la possibilità di un parcheggio gratuito è garantita dalle rastrelliere posizionate nella via di accesso agli Uffici della Provincia quando sa benissimo che sono del tutto insufficienti, quasi completamente allo scoperto e senza alcuna garanzia di sicurezza;

che sia vietato l'accesso al capannone a ciclomotori e motocicli, anche se spinti a mano;

che il Comune dichiari di aver risolto il problema di sicurezza quando gli "sbandati" che prima bivaccavano nel capannone si sono semplicemente spostati fuori, continuando ad infastidire le persone ed i pendolari che si recano a prendere i propri mezzi;

che il Comune dichiari "tolleranza zero" verso chi parcheggerà in maniera disordinata: è una minaccia che ha il solo scopo di riempire un parcheggio a pagamento che altrimenti rimarrebbe vuoto;

che il Comune abbia imposto 40 posti auto a pagamento (perennemente vuoti) quando inizialmente aveva dichiarato che la sperimentazione sarebbe stata con 20 posti (comunque già troppi);

che il Comune abbia iniziato una tracciatura del parcheggio auto senza tenere conto dello studio da noi presentato, redatto da un architetto del Politecnico di Milano. Dalla nostra analisi la disposizione scelta dal Comune comporterà il sacrificio di circa 100 posti auto gratuiti.

che ogni anno si spendano 30000Euro di denaro pubblico per finanziare una cooperativa senza risolvere i problemi dei pendolari.

che il Comune si rifiuti di rendere noti i provvedimenti che hanno avviato questa operazione, rifiutandosi di rispondere a tre istanze di accesso agli atti presentate dalla nostra associazione.

Per questi motivi abbiamo intrapreso una serie di AZIONI con le quali puntiamo ad ottenere una revisione della posizione della giunta comunale.

Stiamo promuovendo la campagna "IO PEDALO MA NON PAGO". Per questo invitando tutti i pendolari a stampare i volantini in PDF
    - versione a pagina intera pdf 85Kb
    - versione triangolare per bicicletta 140Kb
e ad appenderli alle biciclette che parcheggeremo FUORI dal capannone fino a quando questa situazione non si risolverà.

Chiediamo anche a coloro che utilizzano un'auto o una moto di sostenere l'iniziativa "IO PEDALO MA NON PAGO" mettendo in bella vista il manifesto sul proprio mezzo.

Segnaleremo la questione ai media, anche a livello nazionale, in modo che i riflettori accesi su queste vessazioni sbugiardino i sostenitori di tali provvedimenti e mettano in luce eventuali tornaconti.

Ricorreremo al TAR per avere visione degli atti comunali che ci sono stati negati.

Per fare questo abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti. Dobbiamo fermare ogni tentativo di sfruttamento economico dei pendolari.
Ricordiamoci che se passa questa filosofia tra pochi anni potremmo dover fare i conti con la messa a pagamento di tutti i posti auto, moto e bici alla stazione. Senza contare gli aumenti dei prezzi, a totale discrezione di chi avrà il monopolio della gestione (vedi sistema FS).

Restano ovviamente valide tutte le altre iniziative promosse fino ad ora.
Spargete la voce, abbiamo bisogno del sostegno di tutti voi.

Lettere dai pendolari: Chi vive da poco a Piacenza si stupisce della “operazione parcheggi a pagamento per i pendolari” (15/10/2010)

Lettera alle autorità comunali
sono residente a Piacenza da poco meno di un mese, dopo esser stato cittadino modenese ed aver viaggiato in treno per anni al fine di recarmi quotidianamente al lavoro nella nostra città.
Voglio semplicemente esprimere la mia più totale censura all’operazione di ristrutturazione, in zona stazione, del capannone deposito bici e dell’adiacente parcheggio. Si sa, Piacenza è, per posizione geografica e non solo, orientata al pendolarismo ed una consistente fascia di popolazione (è bene ricordarlo, con diritto di voto) si serve quotidianamente dei posti auto e bici. 8 euro al mese per lasciare la bici nel capannone sono una cifra a mio avviso iniqua: con quattro mesi di affitto del posto si compra una bici al mercatino dell’usato. A questo punto, non è meglio abbandonarla fuori e rischiare? Il valore aggiunto offerto dal capannone custodito è pressoché nullo. Il servizio del meccanico infatti è da pagarsi profumatamente a parte.

Altresì questa nuova configurazione dell’area non risolve i problemi legati alla sicurezza e al degrado della stessa soprattutto nelle ore serali. La patria delle persone senzatetto e di coloro a cui non rimane che una bottiglia di vino, infatti, si è semplicemente spostata di pochi metri. Per rendere più credibile l’operazione, almeno, si sarebbe potuta riqualificare Via Dei Pisoni. Invito a fare una passeggiata lungo il marciapiede sconnesso, per visionare di persona i rifiuti, le siringhe, il vallo dell'ex ferrovia usato come wc, ovviamente strizzando l’occhio al bel tetto in eternit (?) dell’edificio che costeggia la strada. Mi auguro che vengano presto adottate soluzioni che, almeno per una volta, diano un servizio aggiunto e non servano ancora a penalizzare solo una fascia di utenti, o quanto meno si apra un confronto costruttivo con la cittadinanza.

Lettere dai pendolari: Vagabondi più insistenti del solito (15/10/2010)

Buongiorno sono pendolare da Piacenza a Milano, volevo sapere se nessun altro si è lamentato del degrado e delle persone che bivaccano fuori dal "nuovo" capannone di via dei Pisoni deposito solo per le biciclette.... gli scooter non si possono mettere.

Queste persone fino a l'altro ieri non rompevano le scatole a nessuno, ma da una settimana circa vuoi che gli hanno tolto il bivacco interno al capannone, la sera sono molto insistenti nel chiedere soldi o altro insultando i pendolari che se ne vanno stancamente a casa.

Spero che non succeda nulla di grave ma esempio l'altra sera si è sfiorata la rissa. La Polizia non può fare nulla?  Le donne che viaggiano sono abbastanza preoccupate di dover passare davanti a queste belle personcine specialmente dalle 19 in poi.

Meno parcheggi per i pendolari piacentini: PROTESTIAMO (12/10/2010)

Con l'entrata in vigore del parcheggio biciclette a pagamento, l'amministrazione comunale piacentina ha ridotto drasticamente la possibilità di parcheggiare gratuitamente non solo le due ruote, ma anche le auto. Rispetto al nostro progetto per la ritracciatura dei parcheggi auto, presentato lo scorso luglio, sono sparite decine di posti auto. La finalità sembra essere quella di far guadagnare il più possibile la cooperativa che gestirà i parcheggi auto, bici e moto a pagamento.

Da sempre la nostra associazione si è bate contro ogni forma di parassitismo fatto sulla pelle dei pendolari.
L'amministrazione comunale con queste decisioni sta dimostrando tutta la sua ostilità a chi invece, con enormi sacrifici, porta da altre Regioni e Province tante preziose entrate a questa città.

Non dobbiamo arrenderci accettando questi soprusi e vessazioni. Se vogliamo cambiare le cose occorre far sentire la nostra voce esprimendo le nostre convinzioni a chi dovrebbe tutelare i nostri diritti.

Email a cui protestare:

as.brambati@comune.piacenza.it; segreteria.brambati@comune.piacenza.it; pierangelo.carbone@comune.piacenza.it; as.carbone@comune.piacenza.it; roberto.reggi@comune.piacenza.it; sindaco@comune.piacenza.it

I parcheggi gratuiti, sicuri, coperti e vicino alla stazione sono un nostro diritto. Ottenere quello che ci spetta è possibile, basta non arrendersi all'arroganza dei potenti.

FACCIAMOCI SENTIRE
Spargete la voce.

Sui parcheggi a pagamento alla stazione ferroviaria (11/10/2010)

Il Comune ha recentemente diffuso le tariffe dei parcheggi a pagamento che, per i pendolari con abbonamento ferroviario, saranno di 8€ al mese per le bici e 10€ per ciclomotori e moto. Per i 50 posti auto in prossimità del capannone biciclette il prezzo unico è di 6€ al giorno. Il Comune consentirà anche la sosta gratuita delle due ruote con 50 posti su Viale S. Ambrogio e 50 nel vicolo tra Borgofaxhall e la stazione (tutti posti già esistenti).

Alcune osservazioni e domande sorgono spontanee.
360 pendolari che utilizzano le due ruote hanno già firmato la nostra petizione per chiedere che il capannone biciclette resti gratuito e che la sicurezza nell’area degradata della stazione venga garantita, come prevede la legge, dal Comune senza imporre ulteriori tasse. E’ bene precisare che la grande maggioranza delle firme è arrivata spontaneamente dai pendolari che ce le hanno consegnate in sede (ogni firma è corredata del numero di documento d’identità). Dove andranno a parcheggiare i loro mezzi tutte quelle persone? Chi garantirà la sicurezza negli spazi non custoditi?

Da sempre abbiamo chiesto che gli spazi siano proporzionali all’effettiva domanda. Il capannone biciclette contiene 400 posti a pagamento che potrebbero restare in gran parte vuoti, mentre è molto probabile che buona parte dei pendolari non troverà un posto per parcheggiare gratuitamente il proprio mezzo fuori dal capannone. Perché non si è valutato a priori la reale domanda di posti custoditi?

Veniamo all’aspetto economico. Da anni chiediamo una maggior presenza delle forze dell’ordine per garantire la necessaria sicurezza nei parcheggi della stazione. Il Comune ci ha sistematicamente risposto di non avere soldi per aumentare la vigilanza. Com’è possibile che, quando si è deciso di dare in gestione i parcheggi, dal bilancio siano saltati fuori 30.000€ da regalare ogni anno alla cooperativa che li gestirà?

Il sostentamento della cooperativa verrà assicurato anche dai posti auto a pagamento in prossimità del capannone biciclette, che frutteranno circa 60.000€ l’anno. L’introito complessivo, anche escludendo i proventi del parcheggio bici, che rappresentano una minima parte, sarà di circa 90.000€ l’anno. Il vero “business” quindi non sta nella gestione del parcheggio biciclette, ma di quello auto e nel finanziamento comunale. Paradossalmente i gestori del capannone potrebbero avere guadagni e occupare quei preziosi spazi anche senza alcuna bicicletta in sosta. Non se ne andranno mai più. Si sta cercando di mettere in piedi un sistema che divora soldi pubblici e denaro dei pendolari per garantire la custodia a qualche bicicletta. Ha senso? Anche nell’ipotesi molto favorevole che nel capannone vengano lasciati alcuni mezzi a pagamento, si tratta di costi enormi per la collettività senza raggiungere l’obiettivo della sicurezza nell’area della stazione.

Il Comune infatti non ha indicato come, con tutti i soldi spesi, si pensi di garantire la sicurezza nei parcheggi della stazione esterni alla custodia, spazi usati ogni giorno da migliaia di viaggiatori. La custodia non fa altro che spostare il problema nelle aree limitrofe, come abbiamo verificato in queste settimane di chiusura del capannone.

Perché avviare un’iniziativa con tali costi per un risultato così misero? Un pendolare ha proposto la seguente spiegazione. Potrebbe essere un escamotage per evitare di mettere a bando la gestione del parcheggio auto, la principale fonte di profitto di tutta l’operazione. Poiché il Comune non ha fornito alcuna garanzia sulla futura gratuità dei restanti posti auto, di fronte all’eventualità di un ampliamento del parcheggio auto a pagamento sarà naturale affidarne la gestione a chi già ne custodisce una parte. In questo modo la gestione dei parcheggi auto dei pendolari (un profitto garantito sulla pelle di migliaia di persone) potrebbe essere affidata a una cooperativa senza alcun bando di gara.

Oltre all’immoralità di far pagare un servizio dovuto a coloro che già sopportano enormi fatiche e vessazioni per poter lavorare, o a chi ogni giorno si sacrifica per ridurre il traffico e l’inquinamento, sembra che tutta l’operazione sia orientata a privilegiare gli interessi e i profitti di pochi più che il bene della comunità piacentina.

Chi ci guadagna da tutta questa manovra non sono certo le centinaia di pendolari firmatari della nostra petizione, né quelli che per accedere ai parcheggi dovranno affrontare gli stessi vagabondi di prima, né i piacentini che ogni anno dovranno sborsare decine di migliaia di euro a fondo perduto. Il guadagno lo avrà invece la cooperativa che andrà a gestire il parcheggio con profitti garantiti e la possibilità futura di espandersi senza concorrenza.

Di questa curiosa decisione comunale ci sono ancora molti aspetti poco chiari che avremo modo di approfondire prossimamente. Noi ovviamente continueremo la nostra battaglia invitando chi è d’accordo a raccogliere le firme col modulo scaricabile dal nostro sito (www.pendolari.too.it) e, come ci hanno suggerito in molti, a boicottare questo ignobile provvedimento dell’amministrazione comunale.

Appello dei pendolari piacentini al presidente della Provincia (11/10/2010)

È passato ormai molto tempo da quando l’Associazione Pendolari di Piacenza ha avuto l’opportunità di parlare con il dott. Massimo Trespidi, all’epoca da poco insediato alla presidenza della Provincia. In tale occasione, egli spese molte buone parole e dichiarò le sue migliori intenzioni di occuparsi dei problemi del pendolarismo.
Ebbene, spiace dover constatare che parole e intenzioni sono rimaste tali. Da allora, infatti, nulla è cambiato per i pendolari piacentini, se non in peggio. I nuovi orari (invernale/estivo) hanno continuato ad alternarsi senza che gli effettivi utenti del servizio potessero, tramite la Provincia, far sentire la propria voce, esprimere esigenze, evidenziare i problemi e le criticità. L’ente suddetto, infatti, ha il diritto di richiedere alla Regione le bozze degli orari prima che entrino in vigore, ma non risulta che questo sia più stato fatto dallo scorso dicembre; o, se è stato fatto, da un anno a questa parte nessuno ha comunque consultato le associazioni pendolari per raccogliere le loro eventuali proposte di modifica.
Una Provincia, inoltre, ha la possibilità di chiedere (tramite la Regione) che Trenitalia elimini o aggiunga alcune fermate ai treni che la Regione medesima paga. Nemmeno questo risulta che sia stato fatto: altrimenti, non si spiegherebbe l’assurdità di far fermare diversi treni pagati dall’Emilia Romagna in stazioni come Secugnago, Casale, Codogno e Santo Stefano Lodigiano, già debitamente servite dai treni lombardi: si crea infatti la vistosa – e costosa – anomalia di avere (in più fasce orarie) treni cosiddetti “gemelli”, ossia che partono a distanza di 5 minuti l’uno dall’altro ed effettuano le stesse identiche fermate.
Insomma, i nodi che una Provincia dovrebbe impegnarsi a sciogliere sono tanti.
La proposta del presidente Trespidi di acquistare, appositamente per i pendolari piacentini, una navetta ferroviaria da collocare sulla linea Parma-Piacenza-Milano, se sembra lodevole, in realtà non soddisfa le reali esigenze dei pendolari, che non sono peraltro nemmeno stati consultati in proposito. Quello che serve ai pendolari, infatti, non è un treno “in più” che vada a ingolfare la cosiddetta “linea storica”, non è un treno che, accodandosi a decine di altri, impieghi non meno di 50 minuti per arrivare, per esempio, a Milano; quello che veramente occorre è che treni pendolari già in servizio possano usufruire della linea dell’alta velocità, perlomeno negli orari più caldi del trasferimento pendolare e sulla tratta Piacenza-Milano, come del resto previsto dal contratto di servizio stipulato tra Provincia di Piacenza, Comune e le Ferrovie, disatteso da anni.
È dunque per discutere di questi e altri urgenti problemi che l’Associazione Pendolari di Piacenza si augura di poter incontrare al più presto il presidente Trepidi, sollecitandolo fin d’ora ad acquisire dalla Regione le bozze del nuovo orario invernale.

Lettere dai pendolari: Perché il Comune comincia a far pagare le biciclette (30/9/2010)

Per coprire dalle 6 alle 22, 365 giorni anno occorrono 3 persone. Costo minimo 35/40Keuro Totale costo personale almeno 105Keuro/anno
Il comune da 30Keuro/anno
Valore posto bici per un anno 120 Euro
200 bici equivalgono a circa 25Keuro/anno (siamo ottimisti)
Rimangono da coprire 50Keuro/anno come fare?
Servono almeno 50 posti auto. Valore annuale circa 1000 Euro (200gg x 5Euro/gg)
Ma allora perché il comune parte dai posti bici?
Forse per non aprire un bando di gara, chi vorrebbe rimetterci 50Keuro all’anno, poi si estende ai posti auto, magari 100 e l’affare c’è per chi è già dentro.
A pensar male si fa peccato ma spesso ci si prende (citazione da uno che se ne intende).

Nostro commento

Per garantire una custodia ad alcune biciclette i soliti noti del Comune hanno messo in piedi un'operazione mastodontica, che imporrà un costo annuo di 30.000 Euro alla collettività piacentina, oltre ad i costi sopportati da chi, non trovando posto, dovrà lasciare l'auto a pagamento.
Facciamo notare che il parcheggio custodito non tutela in alcun modo la sicurezza di chi frequenta gli altri parcheggi in quell'area, come invece chiedono le centinaia di pendolari che stanno firmando, di loro iniziativa, la nostra petizione per chiedere un parcheggio biciclette gratuito, sicuro, coperto e nelle immediate vicinanze della stazione.
Va anche ricordato che già ora esiste il vicino parcheggio a pagamento del centro commerciale che però solo una pendolare, amica del titolare, utilizza.

Sembra quindi che tutta l'operazione sia stata messa in piedi con la scusa formale di custodire il parcheggio biciclette, ma sembra essere solo il primo passo per dare in gestione agli amici di qualcuno una fetta del parcheggio auto, destinata ad allargarsi (i 20 posti di luglio sono già diventati 50) e a garantire lucrosi introiti alla società che lo gestirà e perchè no a qualche partito che, grazie alla legge, potrebbe ricevere regolari finanziamenti dalla cooperativa che andrà a gestire il parcheggio.
Invitiamo tutti coloro che vogliono fermare questa ennesima speculazione ai danni dei pendolari a firmare al più presto la nostra petizione.

Il Comune di Piacenza impone i parcheggi a pagamento alla stazione di Piacenza: i pendolari e i cittadini dovranno pagare i profitti della cooperativa che lo gestirà (13/9/2010)

Premessa
Nel corso di un incontro in Comune tenutosi l’8 settembre 2010 l'amministrazione comunale di Piacenza ha informato sull'evoluzione dei lavori nei parcheggi di via dei Pisoni e sull'intenzione di mettere interamente a pagamento il capannone per bici e moto, oltre che una parte del parcheggio auto.
L’amministrazione comunale era rappresentata dagli assessori Carbone e Brambati e dal dirigente comunale preposto a detti lavori. Di seguito sono raccolte le informazioni ricevute dal Comune seguite da alcune osservazioni fatte dall’associazione o ricevute dai pendolari.

Riassunto
Il Comune di Piacenza darà in gestione ad un privato tutto il capannone per il parcheggio di biciclette, ciclomotori e motocicli, ed una parte del parcheggio auto di via dei Pisoni che quindi saranno messi a pagamento.
Il Comune ha specificato che il progetto attuale non prevede alcuna area di sosta gratuita per biciclette ciclomotori e motocicli.

Poiché per mantenere un'adeguata custodia del parcheggio sono necessarie notevoli risorse economiche, oltre al pagamento della quota mensile versata dai pendolari, il gestore del parcheggio potrà contare:
- sull'introito derivante dalla messa a pagamento di una parte dei posti auto in prossimità del capannone biciclette (dove attualmente è collocato il parcheggio provvisorio per biciclette e ciclomotori);
- su un contributo di 30.000 € che il Comune di Piacenza si impegna a versargli ogni anno;
- sul fatto che il Comune si accollerà tutte le spese derivanti dai consumi di luce e acqua.

Informazioni fornite dal Comune sui parcheggi auto
I 40 -50 posti auto che verranno messi a pagamento in prossimità del capannone dovrebbero essere compensati dall’ampliamento del parcheggio auto gratuito nell'area in fondo al parcheggio che oggi è in carico alla società Tempi.

Il costo giornaliero del parcheggio auto a pagamento sarà di circa 4-6 Euro. Il Comune ipotizza che quel parcheggio sia destinato “a chi va a prendere il treno per fare delle commissioni, non ai pendolari”.
Il Comune stima che il gestore del parcheggio auto (che sarà lo stesso gestore del capannone biciclette) potrà introitare “qualche migliaio di euro all'anno” dalla gestione del suddetto parcheggio auto.

Non vi è la certezza che l'ampliamento del parcheggio gratuito nell'area di Tempi fornirà lo stesso numero di posti auto tolti col parcheggio a pagamento, ma si cercherà di avere una disponibilità più o meno simile. Non vi è nemmeno la garanzia che l'ampliamento del parcheggio gratuito avvenga prima che il parcheggio a pagamento entri in funzione.

Verrà predisposta una nuova recinzione lato ferrovia con base in cemento per evitare che le automobili sfondino la recinzione metallica come avviene ora.

Osservazioni dei pendolari sui parcheggi auto
Contrariamente a quanto era stato anticipato dal Comune nell’incontro del 30 luglio 2010 i posti auto a pagamento, che nella presentazione di fine luglio dovevano essere al più una ventina, sono passati a 40-50.

Dai dati forniti dall'amministrazione comunale (costo di “4-6 Euro al giorno” per automobile, e “qualche migliaio di Euro l'anno” d’introito per il gestore di quel parcheggio) si può facilmente verificare che in un anno dovrebbero parcheggiarvi circa un migliaio di automobili, ognuna per una sola giornata. Questo significa un utilizzo medio del parcheggio pari a pochissime auto ogni giorno, ovvero di gran lunga inferiore alla capienza prevista per quel parcheggio pari a 40-50 posti.
Stando quindi ai dati forniti dal Comune, i 40 -50 posti auto di quel parcheggio dovrebbero rimanere vuoti e inutilizzati per la gran parte dell'anno. Non si spiega quindi il motivo di riservare tanti posti auto a pagamento.
Al contrario se il parcheggio venisse utilizzato al pieno della sua capienza (com’è facile immaginare data la carenza di posti auto nella zona e la fretta dei pendolari che arrivano all'ultimo minuto) l'introito per il gestore, sempre utilizzando i dati forniti dal Comune, passerebbe a 200-250 Euro al giorno, ovvero circa 50.000 Euro all’anno per il solo parcheggio auto.
Un profitto, fatto sulla pelle dei pendolari, che fa certamente gola a molti.

Il progetto presentato dal Comune non accoglie i suggerimenti proposti dall'associazione pendolari di Piacenza col progetto presentato a luglio 2010, dove si chiedeva un ampliamento dell'attuale parcheggio auto gratuito. Con la soluzione prospettata è probabile che non solo i posti auto gratuiti per i pendolari non vengano aumentati, ma che addirittura vengano ridotti.

Informazioni fornite dal Comune sul parcheggio biciclette, ciclomotori e motocicli
L’amministrazione comunale ha informato che tutta l'area sotto il capannone biciclette verrà messa a pagamento. I costi mensili previsti dovrebbero aggirarsi tra 8 e 18 euro.

Il Comune ha ammesso di non aver fatto alcun sondaggio preventivo tra i pendolari che utilizzano detto parcheggio per valutare il livello di gradimento, quindi di utilizzo, di un eventuale parcheggio a pagamento.
L'amministrazione comunale ha comunque ribadito che al momento non è previsto alcun parcheggio biciclette, ciclomotori e motocicli gratuito.

L'amministrazione ha ammesso di aver rimosso dal capannone oltre 100 biciclette, in concomitanza con l'inizio dei lavori. Al momento solo una piccola percentuale è stata restituita ai legittimi proprietari.

Per accedere alla stazione non sarà più consentito il transito all'interno del capannone, i pendolari dovranno entrare da un'apertura lato ferrovia e percorrere un tratto che li porterà sul primo marciapiede della stazione ferroviaria.

Le rastrelliere all'interno del capannone biciclette non verranno sostituite, ma verranno riparate quelle danneggiate. La motivazione di questa scelta è la mancanza di risorse economiche.
All'interno del capannone sono stati sostituiti 60-70 m² di vetrate che, a detta del Comune, erano a rischio di caduta.

La gestione del capannone e del parcheggio auto a pagamento verrà affidata ad una cooperativa.
L'amministrazione comunale finanzierà con 30.000 € all’anno detta cooperativa e si farà carico di tutte le spese relative ai consumi per la gestione.

La cooperativa che gestirà il parcheggio potrà effettuare riparazioni dei mezzi in loco.

Il parcheggio a pagamento per biciclette, ciclomotori e motocicli dovrebbe rimanere aperto per circa 15 ore al giorno con l'utilizzo di turni su tre persone.
L'amministrazione comunale ipotizza che il parcheggio a pagamento venga utilizzato da circa 400 persone. Il parcheggio a pagamento funzionerà per un periodo di prova.

Osservazioni dei pendolari sui parcheggi biciclette, ciclomotori e motocicli
L'associazione pendolari di Piacenza ha informato il Comune che nel corso dell'ultima riunione del consiglio direttivo, tenutasi il 3 settembre 2010, il consiglio si è detto contrario alla messa a pagamento del capannone biciclette, ciclomotori e motocicli.

L’associazione infatti ritiene non sia corretto che la sicurezza all'interno del capannone per biciclette ciclomotori non venga garantita dalle forze dell'ordine, ovvero gli organi preposti e pagati per risolvere i problemi. Che vengano penalizzati coloro che, utilizzando i mezzi a due ruote, contribuiscono a ridurre l'inquinamento e il traffico cittadino. Che a pagare siano coloro che, già oberati dalla faticosa vita pendolare, utilizzano un parcheggio non per divertimento, ma per motivi di lavoro o di studio.

È bene ricordare che già ora esiste la possibilità, per chi lo desideri, di lasciare il proprio mezzo in un vicino parcheggio a pagamento. A detta dello stesso custode di quel parcheggio però questa soluzione è stata finora utilizzata da una sola pendolare, che peraltro usufruisce di un elevatissimo sconto sulla tariffa in virtù dalla personale amicizia col gestore del parcheggio. Il fatto che quel parcheggio a pagamento, già esistente, non venga utilizzato dai pendolari dovrebbe far riflettere sulla scelta operata.

E’ mancata qualsiasi possibilità di confronto approfondito in merito alla soluzione imposta a fine luglio e attuata ad agosto 2010 dal Comune di Piacenza.
L’associazione ritiene sia stato uno sbaglio non verificare preventivamente il gradimento tra i pendolari della soluzione adottata dal Comune. Il rischio è quello di aver investito denaro in attività inutili e al contempo creare disagi a quei pendolari che non intendono lasciare il proprio mezzo in un parcheggio a pagamento.

L'associazione ha fatto notare che con una spesa ipotizzata anche di soli 8 euro al mese, un pendolare è in grado di comprarsi due biciclette usate all’anno. Pertanto è molto probabile che una cospicua parte di pendolari, che utilizza mezzi di scarso valore, trovi più convenienza ed abbia quindi la necessità di utilizzare un parcheggio gratuito.

La valutazione del range di prezzo da adottare è stata fatta dall’amministrazione in base a comparazioni con servizi simili offerti da altre città che però non hanno le stesse problematiche di pendolarismo di Piacenza e soprattutto senza considerare quelle realtà pendolari che invece offrono parcheggi gratuiti. Non è stata presentata alcuna garanzia sul vincolo del costo dei parcheggi a pagamento nel corso negli anni a venire, ne tantomeno sulle dimensioni future del parcheggio auto a pagamento.

L'associazione pendolari di Piacenza ritiene sia legittimo il diritto, per chi lo desidera, di lasciare il proprio mezzo in un parcheggio gratuito, coperto, nelle immediate vicinanze della stazione, di dimensioni adeguate al numero di persone che intendono farne uso e la cui sicurezza venga garantita, come dovuto, dalle forze dell'ordine.
Per questo chiede che l’eventuale parcheggio a pagamento venga collocato altrove o che una parte sufficientemente ampia all'interno del capannone resti comunque a disposizione di chi vuole parcheggiare il proprio mezzo gratuitamente.

L'associazione fa notare che la presenza di un eventuale parcheggio a pagamento in prossimità di quello gratuito, non fornisce una maggior garanzia di sicurezza al parcheggio gratuito. Il gestore del parcheggio gratuito avrà infatti tutto l'interesse ad ospitare il maggior numero di mezzi, quindi tutto l'interesse che l’eventuale parcheggio gratuito non sia sicuro.
In caso di richiesta di una maggior sicurezza per l'eventuale parcheggio gratuito, sarebbe poi molto probabile sentirsi rispondere dall'amministrazione che la stessa già investe annualmente 30.000 € nel parcheggio custodito, pertanto chi volesse una maggior sicurezza sarebbe invitato ad usufruire del parcheggio custodito disincentivando l'uso di quello gratuito.

Per contro è evidente che la presenza di un parcheggio gratuito produrrebbe una riduzione del profitto per la cooperativa che gestirà il parcheggio a pagamento. E’ possibile che sia questo il principale motivo per cui un parcheggio gratuito sarà sistematicamente osteggiato in termini di spazi, sicurezza o vicinanza alla stazione fintanto che vi sarà la presenza di un interesse economico legato al parcheggio a pagamento.

L'associazione fa notare che nei mesi precedenti, a fronte delle richieste di un più intensivo utilizzo delle forze dell'ordine per un adeguato controllo dell'area, il Comune ha sempre risposto di non disporre delle risorse economiche necessarie.
Oggi invece si scopre che nel bilancio comunale si sono trovati 30.000 € per finanziare la cooperativa. A questa somma vanno aggiunte tutte le spese relative ai consumi di cui si farà interamente carico il Comune.
Il privato che gestirà il parcheggio riceverà inoltre in dote le spese di ristrutturazione sostenute dall'amministrazione comunale nei mesi di agosto e settembre 2010, nonché potrà servirsi delle apparecchiature e dei manufatti presenti all'interno del capannone.

Vista la scarsità di risorse economiche non si comprende per quale motivo il Comune abbia finanziato, nella ristrutturazione del capannone, anche alcune attività inutili come la completa riverniciatura dei due portoni di accesso lato piazzale Marconi che si trovavano in perfette condizioni.
Non è stato corretto l'atteggiamento tenuto dall'Assessore che, di fronte alla suddetta osservazione, invece di rispondere a tono o di portare le adeguate giustificazioni, ha controbattuto dando la responsabilità del lavoro al dirigente che segue i lavori, per chiedere subito dopo di avere “rispetto per una persona che lavora”. La strategia dello scaricabarile, tipica dei politici, e la conseguente richiesta di pietas nei confronti del capro espiatorio designato, non fa onore a chi dovrebbe rappresentare un'amministrazione seria e responsabile. Come non fa onore, a colui che per primo dovrebbe rispettare la legge, il mancato rispetto del divieto di fumare all'interno dei locali comunali, norma più volte disattesa dall'Assessore in questione.

A fronte del previsto investimento comunale di 30000 € all’anno si potrebbero cercare soluzioni alternative, anche più economiche, che garantiscano la sicurezza dell'area senza gravare sui pendolari e senza regalare profitti ad alcuni, a danno delle risorse pubbliche.
Per questo motivo l'associazione pendolari di Piacenza ha proposto alcune alternative:
1) Destinare i 30.000 € annui all'acquisizione di nuovo personale dei vigili urbani affinché venga impiegato in maniera intensiva per la vigilanza del capannone biciclette e zone limitrofe.
2) Automatizzare l'accesso al capannone, per esempio con un sistema di controllo degli accessi tramite badge nominativo. Una delle telecamere presenti nel capannone potrebbe essere utilizzata per riprendere chi entra ed esce da quel locale. Con la presenza di più accessi e uscite si potrebbe mantenere attiva la funzionalità del capannone anche in caso di guasto di uno degli accessi.
La manutenzione del suddetto sistema costerebbe meno dei 30.000 € annui previsti dal Comune per la cooperativa ed il costo per i pendolari potrebbe essere limitato all’acquisto una tantum della tessera d’ingresso. L'accesso tramite badge fornirebbe inoltre la possibilità di conoscere chi è entrato nel capannone e l’ora d’ingresso e uscita; consentirebbe anche di conoscere l'elenco delle persone che hanno diritto ad accedervi.

Altre forme di controllo alternative potrebbero comunque essere analizzate e discusse. Abbiamo però notato che l'amministrazione ha avviato e realizzato l’opera in tutta fretta, in un periodo dove notoriamente i pendolari sono in vacanza, evitando così di dover affrontare un confronto approfondito sulla soluzione proposta.

L'associazione pendolari di Piacenza ribadisce che, considerato il periodo di vacanza in cui si è compiuta la rimozione delle biciclette dal capannone, l'avviso di rimozione non è stato dato con sufficiente anticipo. Molti pendolari, soprattutto coloro che vengono a lavorare a Piacenza, ad agosto non hanno avuto la possibilità di essere informati del provvedimento, né tanto meno di rimuovere il proprio mezzo.

Riguardo alla minima quantità di biciclette finora ritirate dai pendolari l'associazione fa presente che, trattandosi molto probabilmente di mezzi appartenenti a persone che si recano a Piacenza per lavorare, queste persone non hanno né la possibilità né il tempo di andare a ritirarli. Oltretutto essendo la maggioranza delle biciclette utilizzate dai pendolari, mezzi di scarso valore, può non essere conveniente chiedere permessi di lavoro per andare a ritirare il proprio mezzo.

Il Comune sostiene di aver avvertito per tempo la nostra associazione convocandola per l'incontro del 30 luglio 2010. L'associazione fa presente che detta convocazione è stata inviata con un solo giorno di preavviso, in un periodo dove notoriamente i pendolari sono in ferie. Oltretutto chi è riuscito a partecipare lo ha fatto pensando di discutere della tracciatura dei parcheggi auto all'interno del parcheggio di Via dei Pisoni e si è trovato a dover fronteggiare decisioni già prese dal Comune in merito alla messa a pagamento del capannone per il parcheggio delle biciclette, senza la possibilità di alcuna analisi critica del progetto presentato.
L’atteggiamento tenuto dal Comune è stato profondamente scorretto nei confronti dell’associazione, ed era evidentemente finalizzato a forzare l'attuazione di un progetto per evitare ogni preventiva discussione e approfondimento con i pendolari.

Conclusioni
La soluzione adottata dal Comune non risolve il problema del vagabondaggio e dei bivacchi nei pressi dell’area in questione, causa principale dei danneggiamenti ai mezzi e delle molestie alle viaggiatrici. La presenza di un parcheggio custodito all’interno del capannone infatti, negando l'accesso ai vagabondi, non farà altro che spostare la loro presenza nelle zone limitrofe non presidiate, ma comunque utilizzate dai pendolari.
Per questo motivo la risposta del parcheggio custodito non può essere considerata una risposta efficace alla richiesta di sicurezza presentata dai pendolari all'amministrazione comunale.

I costi per quest’opera di dubbia utilità saranno notevoli:
- 30000 € all’anno per la collettività piacentina a cui vanno aggiunte le spese annue per i consumi all’interno del capannone e quelle sostenute per la ristrutturazione dello stesso;
- un costo fisso da pagare per i pendolari che utilizzeranno il parcheggio custodito;
- pesanti disagi e totale assenza di sicurezza per chi, utilizzando un mezzo di scarso valore non intende fare uso del parcheggio a pagamento.

L'amministrazione sostiene di volere un confronto con i pendolari, ma fino ad ora l’associazione è stata convocata solo per informarla di scelte che erano già state prese dal Comune. Durante gli incontri avuti è apparsa evidente la volontà del Comune di affidare la gestione dei parcheggi biciclette, ciclomotori, motocicli e automobili ad una cooperativa e garantirle un ricavo.
Il Comune ha detto che valuterà la possibilità di avere un’area coperta per il parcheggio gratuito, ma non è stata espressa alcuna volontà di assicurare all'interno dell’attuale capannone uno spazio di dimensioni adeguate, la cui sicurezza venga garantita quotidianamente dalle forze dell’ordine per tutti coloro che intendano parcheggiare il proprio mezzo gratuitamente.

E’ più che mai necessario e urgente l’intervento dei pendolari per fermare quello che sta diventando di un saccheggio alle spalle dei pendolari e dei cittadini piacentini.
Invitiamo chi è d’accordo a firmare e raccogliere le firme in difesa di un parcheggio gratuito, sicuro, di dimensioni sufficienti e nelle immediate vicinanze degli accessi alla stazione, attuando ogni forma di protesta legale contro lo sperpero di denaro pubblico, affinché il Comune di Piacenza abbandoni questa insensata decisione.

Ringraziamenti per raccolta firme (13/9/2010)

Desideriamo ringraziare tutti coloro che stanno attivamente contribuendo alla raccolta di firme per la richiesta di parcheggi gratuiti per biciclette e ciclomotori, lasciandoci ogni sera infilate sotto la porta dell'associazione le tante firme raccolte.

A dispetto della libertà delle persone di aderire alla nostra iniziativa stiamo notando che ogni giorno vengono strappati gli avvisi messe per segnalare la raccolta di firme. Evidentemente chi ha l'interesse politico ed economico a gestire il parcheggio biciclette, ciclomotori e automobili ha già iniziato la campagna contro di chi non intende soggiacere al ricatto economico messo in atto dall'amministrazione comunale.

Invitiamo tutti coloro che ritengono che la sicurezza sia un bene comune e debba essere garantita ai cittadini dalle forze dell'ordine e non dai privati, ad aderire alla nostra iniziativa di raccolta firme.
Solo con la mobilitazione di tante persone sarà possibile ripristinare un servizio di parcheggio gratuito e sicuro degno di una città di pendolari come Piacenza.


Raccolta di firme per la gratuità del parcheggio pendolari (4/9/2010)

A fronte della vergognosa proposta dell'amministrazione comunale di Piacenza di far pagare la sicurezza del parcheggio di via dei Pisoni, la nostra associazione ha deciso di promuovere una raccolta di firme per chiedere che la sicurezza all'interno del capannone per il parcheggio di biciclette ciclomotori e motorini alla stazione ferroviaria di Piacenza venga garantita senza addebitare alcuna spesa a chi lascia il proprio mezzo in sosta.

E' intollerabile che qualcuno faccia profitti sulla pelle di cittadini costretti a recarsi in stazione per lavoro o studio, oltretutto con mezzi che producono un bassissimo inquinamento.

Aiutateci a sconfiggere gli interessi di chi cerca di mettere le mani nelle nostre tasche.
Firmate e diffondete il seguente modulo (file PDF 30Kb), poi riconsegnatelo ai nostri consiglieri o infilatelo sotto la porta della nostra sede in Piazzale Marconi 32A (di fianco al capannone delle biciclette).

Aumento dei danneggiamenti nel parcheggio di via dei Pisoni (27/8/2010)

Nelle ultime settimane c'è stata un'impennata dei danneggiamenti e dei furti ai mezzi, a due e quattro ruote, lasciati in sosta nel parcheggio di via dei Pisoni. Subito dopo Ferragosto una banda di ragazzini, attraversando il parcheggio delle biciclette, dava calci a destra e a manca ai mezzi lasciati in sosta. Qualche giorno dopo una ventina di automobili, sempre nello stesso parcheggio, sono state pesantemente vandalizzate a colpi di bastone. Una tale violenza gratuita contro i mezzi lasciati in sosta in quel parcheggio non si era mai vista. È preoccupante la concomitanza con le decisioni che le prossime settimane verranno prese in merito al futuro di quel parcheggio.

A chi sostiene che un maggiore ordine e una maggiore pulizia, nonché la messa a pagamento dei parcheggi, migliorino la situazione, rispondiamo che è mistificatorio confondere i problemi di pulizia e ordine con quelli della sicurezza. Per la pulizia e l'ordine può essere sufficiente una custodia, mentre per la sicurezza è necessario l'intervento delle forze dell'ordine, già finanziate dalle tasse di tutti i contribuenti. Sappiamo bene che in un parcheggio a pagamento gli eventuali danneggiamenti all'autovettura non sono a carico di chi gestisce il parcheggio, oltretutto i danneggiamenti alle auto in questione sono avvenuti di notte, quindi fuori da eventuali fasce di custodia.

Giustificare il pagamento di un pizzo con la prospettiva di una maggior sicurezza è solo un espediente intimidatorio per favorire il profitto di quei privati che stanno cercando di appropriarsi della gestione del parcheggio per lucrare sulla pelle dei viaggiatori pendolari.

Parcheggio biciclette a pagamento: Il poliziotto cattivo e il poliziotto buono (17/8/2010)

Lo stratagemma del poliziotto cattivo e del poliziotto buono viene abitualmente usato da politici e amministratori per far accettare alle persone cambiamenti peggiorativi della propria condizione.
Come pendolari lo abbiamo sperimentato più volte con Regione e ferrovie. Per indurci ad accettare dei peggioramenti nel servizio si inizia recitando la parte del “poliziotto cattivo”. Significa prospettare peggioramenti più gravi di quelli che nella realtà si vorrebbero attuare, mostrando un futuro molto più nero di quello che si avrebbe in realtà. In questo modo ci si ritagliano dei margini di manovra che permettono in una fase successiva di poter recitare la parte del “poliziotto buono”, per mostrare un parziale ravvedimento e un atteggiamento più favorevole nei confronti delle richieste dei pendolari. Per dimostrare all’opinione pubblica e ai pendolari che si sta venendo incontro ai loro bisogni.

I pendolari dal canto loro si sentono soddisfatti e pensano di essere riusciti ad incidere sulle decisioni prese in Regione e dalle ferrovie. In realtà senza saperlo stanno accettando cambiamenti peggiorativi della propria condizione, cambiamenti certamente inferiori a quelli prospettati inizialmente, ma che rappresentano il vero obiettivo della controparte.
Insomma mazziati e contenti.

Questa breve introduzione permette d’interpretare in maniera diversa, comunque non rassicurante, le pesanti affermazioni sulla sorte del parcheggio biciclette di via dei Pisoni. Lo scorso anno, quando era stato prospettato l’inserimento d’un parcheggio parzialmente a pagamento all’interno del capannone dell’ex squadra rialzo (già osteggiato all’epoca dalla nostra associazione), si diceva che sarebbe comunque rimasta un’area destinata a parcheggio gratuito ed i costi previsti per quello a pagamento erano decisamente inferiori rispetto a quelli annunciati ora.

Avendo che fare con politici consumati, molto consumati, viene subito da pensare che anche in questo caso si stia tentando di utilizzare lo stratagemma del poliziotto cattivo e del poliziotto buono. Recentemente infatti all’interno dell’amministrazione qualcuno si è schierato a favore dei pendolari. Speriamo che questa presa di posizione non sia ispirata dalla necessità di trovare un comodo compromesso per l’amministrazione, ma cerchi di difendere con ogni mezzo il diritto dei pendolari di parcheggiare il proprio mezzo gratuitamente. Combattendo fino in fondo e con tutti i mezzi per garantire la totale e perenne gratuità dell’attuale parcheggio biciclette, ciclomotori e motocicli alla stazione, evitando ignobili e vergognose decisioni che obbligherebbero tantissimi cittadini, che contribuiscono a ridurre l’inquinamento e il traffico nella nostra città, a doversi pagare di tasca propria la sicurezza in un luogo pubblico, quando invece migliaia di persone che vanno a divertirsi allo stadio o sulle feste pubbliche (come ad esempio i venerdì piacentini) possono contare gratuitamente su decine, se non centinaia, di uomini delle forze dell’ordine a tutela della loro sicurezza e di quella dei loro mezzi a due ruote parcheggiati gratuitamente in quelle aree.

Piacenza: il Comune contro i pendolari ciclisti (14/8/2010)

L'amministrazione comunale ha deciso che dal prossimo 20 agosto inizieranno i lavori per la risistemazione del capannone per il parcheggio di biciclette e ciclomotori alla stazione ferroviaria. Il risultato sarà quello di cedere la gestione del parcheggio ad un privato che potrà lucrare sulla pelle dei pendolari.
Secondo un ben collaudato copione la decisione è stata presa quando la maggior parte dei pendolari sono in vacanza. Approfittando di una richiesta che avevamo inviato al Comune per chiedere, dal prossimo settembre, un incontro sul tracciamento delle righe nel parcheggio auto di via dei Pisoni, i personaggi che da anni rifiutano di incontrarci hanno fissato al 30 luglio un incontro sulle sorti del parcheggio biciclette, avvisandoci con due soli giorni di preavviso.

Cercano di abbindolare l’opinione pubblica e i pendolari giustificando l'inutile spesa di 36.000 Euro come la risposta alla richiesta di sicurezza nel capannone.
Dovevamo aspettarcelo quando a maggio scorso abbiamo incontrato il vicesindaco che, parlando della ristrutturazione di quel capannone ci aveva detto “ho 30.000 Euro da utilizzare”. Alla nostra richiesta di non spendere inutilmente quei soldi il vicesindaco aveva risposto dando la sua disponibilità a discuterne. Evidentemente ci ha detto un bugia, dato che ci siamo trovati, come sempre capita con quest’amministrazione che solo a parole dice di voler ascoltare i cittadini, il regalino d'agosto già confezionato a nostra insaputa. Evidentemente quei soldini da spendere forzosamente c'erano, e non si poteva non darli a qualcuno.

Come abbiamo avuto modo di dire più volte, la sicurezza è un diritto di ogni cittadino, per essa ognuno di noi già paga profumatamente molte tasse e gabelle, per questo dovrebbe essere garantita dai numerosi organi di polizia a disposizione di Stato e Comune. Il giochetto che invece si sta tentando di fare è quello di spendere soldi pubblici per adattare un capannone alle esigenze del privato che lo andrà a gestire. Si vogliono spendere soldi pubblici per “donare” il parcheggio ristrutturato a qualche personaggio, o combriccola di personaggi, che poi faranno profitti sulla pelle dei viaggiatori pendolari costretti a parcheggiare il proprio mezzo in stazione.
Perché il Comune, dopo oltre un decennio di temporeggiamento, invece di vendere la pelle dei pendolari ai privati non decide di recuperare quegli 11,2 miliardi di lire (più i relativi interessi) che il vicino Borgofaxhall da oltre un decennio deve rendere alla comunità piacentina come risarcimento per essersi visto abbuonare gli oneri di urbanizzazione?

Far pagare il parcheggio a chi utilizza un mezzo ecologico come la bicicletta per recarsi al lavoro è un gesto assurdo, vile ed incivile. Per contro, invece, coloro che la domenica vanno alla partita o a fare shopping in centro potranno parcheggiare la loro bicicletta o il loro ciclomotore del tutto gratuitamente.
È ovvio che questo porterà molti pendolari a ritornare all'uso dell’auto; magari qualcuno sarà costretto a prendere l'autobus, contribuendo così a risanare il deficit della società Tempi che, poverina, deve pur recuperare da qualche parte le tante spese di rappresentanza sostenute nell’ultimo periodo.
Con un parcheggio biciclette completamente a pagamento qualche emerito con la tessera di partito e relativo amico parcheggiatore, potrebbe  proporre di estendere anche il numero dei parcheggi auto a pagamento.
Dal momento in cui la legge contempla la possibilità per qualsiasi privato o società di sostenere i partiti politici con elargizioni in denaro, tutti potrebbero trarre beneficio dal vivere sulla pelle dei pendolari.

Chi negli anni ‘90 ha provato a lasciare l'auto in sosta in un parcheggio gratuito nella zona, sa bene quale tipo di lebbra rappresenti un parcheggio a pagamento nelle vicinanze di uno gratuito. Giorno dopo giorno il parcheggio a pagamento si allargava sottraendo, senza alcuna autorizzazione, i posti gratuiti ai pendolari. Dopo alcuni mesi gli effettivi posti auto a pagamento erano quasi raddoppiati a scapito di quelli gratuiti. Inutili sono state le innumerevoli denunce fatte all'amministrazione di allora (parente molto prossima di quella attuale). Forse il parcheggio a pagamento aveva qualche sostenitore influente, visto che a dispetto della legge ha mantenuto tutti i posti occupati fino a quando un provvidenziale cambio di giostra ha decretato la fine di quel sistema.

Per scongiurare che questi fenomeni si ripetano ed evitare che gli interessi di partito lucrino sulla pelle dei già maltrattati pendolari, ci muoveremo con ogni mezzo per bloccare ogni abuso e lo spreco di denaro pubblico.

Lettera dal Presidente: LAVORI AL DEPOSITO BICICLETTE (12/8/2010)

Leggo dell’inizio dei lavori, previsto per il prossimo 20 agosto, per la riqualificazione del deposito biciclette della stazione ferroviaria.
Ben vengano, così come ce li hanno prospettati (ero assente per ferie, ma la nostra Associazione era ben rappresentata) per quanto concerne la parte di pulizia ed ammodernamento, durante la riunione tenutasi il 30 luglio u.s. con gli Assessori Brambati e Carbone.
Non siamo invece per niente d’accordo per l’avvio dell’ennesima operazione gabella relativa al ventilato passaggio a pagamento del deposito stesso, seppure in via sperimentale.
Per alcune e variegate motivazioni.

Innanzitutto, sono stati recentemente spesi fior di decine di migliaia di euro per un nuovo sistema di controllo a mezzo telecamere, per poi scoprire che le medesime registrano immagini di pessima qualità, che banalmente nessuno poi guarda, per scoprire che è financo un’impresa prenderne visione per i pendolari che si sono trovati nella spiacevole situazione di avere subito furti o danneggiamenti, muniti di regolare denuncia.
A che cosa sono serviti questi investimenti in tecnologie per la sicurezza? Per chi ha la memoria corta rileggersi la querelle Brambati (assessore) / Bricchi (ex ns referente del Comune, adesso, beato lui, in pensione) che ci ha deliziato mesi or sono a riguardo.

In secondo luogo, per avere un controllo dell’area sarebbe ora che i preposti delle variegate forze dell’ordine, ad iniziare dalla Polizia Municipale (che non abbiamo il piacere di vedere molto spesso, se non quando viene da noi chiamata per auto in colossale divieto di sosta che impediscono le uscite dai parcheggi pendolari della zona) facessero opera di radicale pulizia della fauna di avvinazzati senza fissa dimora che da anni sporcano, orinano e molestano nel deposito e nel parcheggio adiacente, al punto che il gentil sesso pendolare ne ha paura.
E che hanno addirittura preso possesso e lucchettato locali di proprietà altrui.

Carissimi assessori, sareste contenti di sapere le vostre mogli o le vostre figlie potenzialmente alla mercè di tali soggetti, la cui presenza giornaliera in zona è sicura come il sorgere del sole tutte le mattine ?
La situazione è ben nota, anche nei giorni scorsi si sono sprecati gli interventi dei politici nostrani a riguardo, e nei mesi scorsi i quotidiani locali hanno fatto fior di servizi, con tanto di documentazioni fotografiche a testimoniare il degrado dell’area.

Da ultimo, siamo leggermente arrabbiati (con tripla zeta) per il fatto che si voglia ancora una volta mettere mano alle nostre tasche, già spremute dagli ennesimi aumenti delle tariffe ferroviarie, (la sorpresa del 1° di agosto è recentissima) per offrire la possibilità di ritrovare solo a pagamento il proprio mezzo di trasporto ivi lasciato.
Il diritto alla sicurezza a tutte le ore, a prescindere dal costo di tale operazione, dovrebbe già essere garantito dalle valanghe di soldi di tasse che a vario titolo i dipendenti a reddito fisso e gli studenti, ovvero la stragrande maggioranza dei pendolari, si vedono decurtare dai loro stipendii.

Una città come Piacenza, e soprattutto le sue migliaia di pendolari, merita più rispetto ed ordine.

Come sempre, se proprio non potete farne a meno, buon viaggio a tutti.

Oltre al danno, la beffa (12/8/2010)

Dobbiamo segnalare un fatto spiacevole (l’ennesimo) verificatosi a bordo di un treno pendolare il giorno 28 luglio. Il regionale per Piacenza che parte alle 18.20 da Milano Centrale arriva a Lambrate già pieno e con ben tre carrozze chiuse. Quando i passeggeri salgono, non trovando posto nelle carrozze di di seconda classe si dirigono verso quelle di prima, dove qualche posto libero si può ancora trovare. D’accordo, è vietato dal regolamento, ma il suddetto regolamento non prevede nemmeno che i treni viaggino con i passeggeri in piedi e stipati nei corridoi. Il controllore che arriva non è minimamente disposto a chiudere un occhio, neanche fino a Lodi, e pretende il pagamento della differenza. I “portoghesi” si alzano, ma qualcuno chiede come mai ci siano tre carrozze chiuse. “Perché sono da solo sul treno” risponde il controllore, proprio nel momento in cui, come per magia, alle sue spalle si materializza il secondo controllore. Agli sguardi interrogativi dei presenti, si affretta ad aggiungere: “Il collega è in servizio solo nella tratta più critica, fino a Piacenza”. Appunto, fanno notare i pendolari, il che significa che le tre carrozze si potrebbero aprire almeno fino a Piacenza. “Signori, conosco i miei doveri!” tuona il controllore. “Aprire le carrozze adesso e far spostare la gente significherebbe accumulare almeno un quarto d’ora di ritardo!” E ciò detto se ne va. Bene, però noi pendolari conosciamo i nostri diritti, che sono quelli di viaggiare su treni che abbiano il numero di carrozze che la regione Emilia Romagna paga profumatamente a Trenitalia. E in ogni caso, al danno di aver fatto il viaggio in piedi, si è aggiunta anche la beffa: il treno è arrivato a Piacenza con un quarto d’ora di ritardo.
Come privati cittadini e come Associazione Pendolari chiediamo dunque conto a Ferrovie Emilia Romagna del comportamento di questo controllore, del quale siamo pronti a fornire il numero di matricola.

Lettere dai pendolari: Diario di un pendolare 10a puntata (25/7/2010)

Giovedì 22 luglio: Treni in super-ritardo, segnalazioni ingannevoli, viaggiatori in grossa difficoltà

Stamattina il treno Regionale 2274 delle h.8:04 era annunciato con ritardo di 35’ minuti (per guasto generico).... e il ritardo di tutti i convogli diretti a Milano in coda al 2274, era almeno di 5’.
Lo spettro di trascorrere la mattinata sui binari si stava materializzando; mentre stavo chiacchierando con i colleghi nell’atrio circa la possibilità di salire sul regionale delle 8.09 (con arrivo previsto a Rogoredo alle 9.01) abbiamo deciso di lasciarlo partire dato che il treno ES*9802 “Frecciabianca” delle 8.24 portava “solo” 5’ di ritardo (con arrivo previsto alle 8.57)
Dopo alcuni minuti, l'indicazione del ritardo del frecciabianca è stata di nuovo corretta a +10'; ….... che fregatura!!; mai fidarsi del tabellone! Come orientarsi sul treno “migliore” in quel groviglio di informazioni contrastanti e ingannevoli?
Alle 8.30 circa, è arrivato in stazione il R2274, ma nonostante fosse annunciato in partenza è rimasto fermo ancora diversi minuti; a quel punto era chiaro a tutti che il reg stava “attendendo” l’arrivo del Frecciabianca per dargli la precedenza: saranno stati soddisfatti i pendolari presenti sul regionale, che, dopo un viaggio tremebondo hanno dovuto accettare un ulteriore prolungamento del loro “CALVARIO”; perfetto stile Trenitalia!!
Siamo saliti quindi su Es*9802 che ha raggiunto Rogoredo alle 9.10 con 13’ di ritardo, senza alcuna scusa “metallica” a bordo , nonostante l'ennesimo disservizio!!
Come già scritto in occasioni precedenti, sto limitando le segnalazioni per motivi di tempo e per non sembrare ripetitivo, ma i viaggi nelle carrozze forno (soprattutto sui treni regionali) sono all’ordine del giorno; GRAZIE ANCORA ALLE FS PER LO SCHIFO DI SERVIZIO!

Una proposta per la regolamentazione della sosta nell’area “ex squadra Rialzo” (19/7/2010)

Dopo aver esaminato la proposta presentata dal Comune per la regolamentazione del parcheggio sito nell’area ex squadra Rialzo, l’Associazione Pendolari di Piacenza ha chiesto all’architetto Massimiliano Lazzarotti di concretizzare in un progetto alternativo (qui pubblicato il progetto elaborato dall’architetto Lazzarotti - file pdf 630Kb) le proposte che da anni vengono avanzate dai pendolari che di quell’area usufruiscono. In attesa di un incontro (che auspichiamo avvenga a breve) con i tecnici del Comune per confrontare i rispettivi progetti, l’Associazione invita tutti i pendolari a esprimere la propria opinione inviando una mail all’indirizzo pendolari.piacenza@libero.it oppure partecipando all’incontro del Consiglio direttivo che si terrà giovedì 22 luglio alle ore 21.15 presso la sede di Piazzale Marconi 32A.

Occorre osservare innanzitutto che la soluzione proposta dal Comune di Piacenza prevede l’ingresso da via La Primogenita e l’uscita da via dei Pisoni (a senso unico), e un parziale tracciamento degli stalli fra l’area ex Tempi e l’inizio parcheggio Rialzo.
Il progetto qui pubblicato esprime invece la volontà di conservare inalterata la situazione ampiamente sperimentata dagli stessi fruitori, cercando di tenere in considerazione la fluidità di percorso durante la manovra di parcheggio, gli accessi obbligati alle altre proprietà (parcheggio centro commerciale Borgofaxhall, ingresso area di cantiere) e il doppio senso sia in entrata che in uscita dal parcheggio per entrambe le vie di accesso.
Secondo tale progetto, l’ingresso e l’uscita al parcheggio avvengono infatti sia da via La Primogenita che da via dei Pisoni: in questo modo è possibile mantenere la bretella che corre parallela a via Colombo e che ha origine dalla rotonda tra via Bolzoni e via Colombo, di fronte all’ingresso del mercato ortofrutticolo.
Per agevolare il flusso di circolazione delle auto all’interno del parcheggio, la presenza dell’isola centrale in direzione del deposito biciclette permette di regolarizzare il senso di percorrenza, lasciando aperta la possibilità di uscita nelle direzioni più opportune.
Per ampliare il numero di parcheggi, di cui viene indicato il tracciamento, il progetto prevede anche di utilizzare, temporaneamente, una piccola superficie di proprietà Tempi.
Tale proposta prende spunto da un monitoraggio giornaliero dell’area (effettuato dagli stessi pendolari per un periodo di circa un anno) che ha permesso di verificare come la zona di deposito degli autobus/corriere venga utilizzata solo parzialmente. A fronte di tali risultati, il Comune di Piacenza potrebbe farsi carico della richiesta a Tempi di utilizzare pro tempore la suddetta area (o una sua porzione).
Il progetto mantiene comunque la propria autonomia anche nell’eventualità che Tempi decida di non cedere l’area.
I posti auto previsti sono 364, di cui 306 su area “ex squadra Rialzo” e 58 su area Tempi, la cui superficie totale (da acquisire parzialmente) è di circa 800 mq.
Si segnala inoltre che, per divenire pienamente fruibile, l’area “ex squadra Rialzo” necessita di una sistemazione del manto stradale. Durante il lungo e piovoso inverno, infatti, si sono create diverse buche, e nella parte sud, al confine con il parcheggio del centro commerciale Borgofaxhall, si verificano spesso allagamenti che rendono impraticabili gli spazi adibiti a parcheggio.

Guasti sempre più frequenti e abbonamenti sempre più cari (19/7/2010)

Dei continui guasti a linee o motrici che determinano ritardi imprecisati si è già parlato più volte. Vi sono però guasti che rendono i viaggi quotidiani non solo faticosi, ma addirittura pericolosi per la salute dei passeggeri.
Guasti “di stagione”, per esempio, sono quelli che riguardano l’aria condizionata. È infatti frequentissimo viaggiare in carrozze in cui l’aria condizionata non funziona: il caldo soffocante costringe allora a spalancare – quando possibile – i finestrini, esponendo i sudati viaggiatori a un incrocio di correnti, foriere di potenti raffreddori e maligni colpi d’aria. Quando invece il condizionamento funziona, si può star certi che le temperature interne, a fronte dei 34-35 gradi esterni di questi giorni, sono di carattere vagamente siberiano. Alzi una mano il pendolare che non ha mai accusato dolorose cervicalgie per aver viaggiato con il soffione dell’aria condizionata puntato alla nuca. Inutile, ovviamente, chiedere al controllore di fare qualcosa: i sofisticati sistemi di condizionamento installati a bordo non prevedono infatti la possibilità di regolare la temperatura, ma sono dotati esclusivamente del pulsante di accensione e spegnimento. ON e OFF, tertium non datur. E lo stesso vale, naturalmente, per il riscaldamento in inverno.

Sempre in estate è anche molto frequente imbattersi in torrentelli che, sgorgati dai condizionatori, scorrono gioiosi lungo i corridoi. Con l’occhio al pavimento, il pendolare saltella da una riva all’altra, cercando di approdare incolume al proprio posto. Ma talvolta non si trova al sicuro neppure lì, perché, come è accaduto il 7 giugno scorso ai passeggeri del regionale MI-BO partito da Centrale alle 18.20, l’acqua gocciolava, o scrosciava, a ogni sobbalzo del treno, nientemeno che dalle lampade d’illuminazione, e direttamente sui sedili. Il controllore, subito chiamato, ha ritenuto di “risolvere” il problema appoggiando sui sedili tre o quattro tovagliette di carta prese dalla toilette, dopo averci scritto a penna ATTENZIONE PIOVE ACQUA. Semplice ed efficace, no? Almeno per i primi 28 secondi, il tempo perché la carta diventi un fradiciume grigiastro con venature di inchiostro blu. Agli interdetti viaggiatori, però, una domanda frulla ancora in capo: siamo certi che l’allegro ruscelletto che scorre nelle lampade al neon sia conforme ai “rigidi” standard di sicurezza applicati da Trenitalia?
Insomma, si cerca di sorridere, ma non si possono certo dimenticare i guai “quattro stagioni” con i quali i pendolari devono confrontarsi quotidianamente e che potrebbero davvero provocare incidenti: porte di intercomunicazione malfunzionanti, che nella migliore delle ipotesi richiedono l’intervento di Hulk per essere aperte e nella peggiore si trasformano improvvisamente, appena cambia la pendenza del treno, in implacabili ghigliottine; oppure – e questo è davvero un fatto gravissimo – treni che viaggiano con le porte esterne aperte senza che il personale di bordo se ne accorga o possa far qualcosa per rimediare se non fermare il treno.

È ovvio che il problema di fondo riguarda la carenza di manutenzione: vetture vecchie di trent’anni non possono non mostrare i segni del tempo. Ebbene, davanti allo sfacelo in cui versano le carrozze su cui viaggiano migliaia di pendolari piacentini, i nostri amministratori, anziché pretendere un miglioramento del servizio esistente, parlano (si veda Libertà del 16 luglio) di istituire una “navetta ferroviaria” Parma-Piacenza-Milano in collaborazione con Atm e Ferrovie Emilia Romagna. I problemi, ammettono, sono tanti: si riuscirà a trovare la nuova traccia ferroviaria necessaria a far viaggiare il treno metropolitano? Quanto incideranno i tagli imposti alle regioni dall’ultima finanziaria sulla fattibilità del progetto? Quanto durerà il viaggio su un treno che, molto probabilmente, sarà costretto a fare innumerevoli fermate e a dare la precedenza a tutti gli altri convogli?, si chiedono inoltre i pendolari.
Fra tanti dubbi, una sola certezza: dal 1° agosto, in Emilia Romagna, aumenterà il prezzo di tutti gli abbonamenti di seconda classe, dell’1,2 per cento per gli annuali e del 3,7 per i mensili. Per i biglietti di corsa semplice, invece, si parla di un bel 5,5 per cento in più.
Qualcuno sarebbe disposto a scommettere che questi soldi verranno utilizzati per migliorare le condizioni di viaggio dei pendolari?

Parcheggi pendolari e viabilità nell’area di via dei Pisoni (5/7/2010)

Il Comune ha reso note le proposte di modifica di viabilità e parcheggi auto per l’area a sud della stazione ferroviaria. A seguito di un incontro con il vicesindaco Cacciatore del maggio scorso erano state sollevate alcune questioni legate a quei parcheggi:
1) La definizione dei posti auto nel piazzale antistante il fabbricato Berzolla.
2) L'ampliamento del parcheggio di via dei Pisoni, includendo anche solo temporaneamente parte dell’area recintata di proprietà Tempi.
3) Il confronto sulla carta tra l'attuale capienza del parcheggio di via dei Pisoni e quella che si avrebbe con la tracciatura dei posti auto.
Il Comune sostiene che la tracciatura dei posti auto a norma di legge ne riduca il numero. Proprio per evitare ciò era stato chiesto di comparare in anticipo i posti ottenibili a norma di legge con il numero di auto presenti attualmente nel parcheggio.
Che la viabilità e la sosta in quell'area debbano essere in qualche modo regolamentate è comunque fuori di dubbio visto che vi sono persone che, a dispetto delle norme, lasciano il mezzo dove capita senza preoccuparsi dei disagi che creano.

La scarna proposta arrivata dal Comune è purtroppo poco comprensibile. Anziché riportare una pianta dell’area, sicuramente nella disponibilità degli uffici competenti, mostra una foto aerea sgranata senza i confini delle pertinenze. Alcune bande bianche segnalano le aree di parcheggio senza indicare il numero di posti auto. Sarebbe bastato poco per presentare un progetto con tutte le informazioni utili.
Un dato certo è l’inserimento dei sensi unici in entrata da via La Primogenita e in uscita in direzione via dei Pisoni. Questa scelta produrrebbe un appesantimento della viabilità su piazzale Roma ed aree limitrofe: la mattina, chi arriva da via Colombo e dalla parte sud-est della città dovrebbe superare le rotonde di Piazzale Roma per entrare da via La Primogentita; la sera coloro che sono diretti a nord dovrebbero lasciare il parcheggio da via dei Pisoni. Va tenuto presente che sebbene la strada di accesso su via dei Pisoni sia stretta e l'incrocio di due veicoli sia problematico, il traffico è generalmente in una sola direzione a seconda dell'orario: la mattina quasi tutti entrano, la sera quasi tutti escono e i casi d’incrocio di veicoli sono rari. L’accesso da via La Primogenita è invece sufficientemente ampio per sostenere entrambi i sensi di marcia.
A queste considerazioni va aggiunto che una sola strada per l’accesso ed una sola per l’uscita (anziché due com’è ora) produrrebbero intasamenti negli orari di arrivo e partenza dei treni pendolari. Un altro disagio lo subirebbe chi la mattina, non trovando posto nel parcheggio di via dei Pisoni, dovrebbe fare il giro dell'oca, perdendo tempo prezioso, per raggiungere il successivo parcheggio di viale Sant'Ambrogio.

È quindi auspicabile mantenere gli attuali ingressi e uscite del parcheggio. Per migliorare il flusso di veicoli è semmai consigliabile levare gli arbusti lungo la stradina che porta a via dei Pisoni, o valutare la possibilità di allargarla di qualche metro.
Sembra poi superfluo “tracciare i primi spazi fra ex Tempi e inizio parcheggio Rialzo” per valutare il numero di posti che andrebbero persi. Come si diceva, la verifica può essere fatta a priori sulla carta per tutta l'area di parcheggio. A valle del confronto si potrà decidere se effettuare o meno la tracciatura.
Dalla proposta del Comune sembra di capire che verrà anche ridotto il numero di posti auto nel piazzale antistante il Berzolla. Non c’è invece alcuna proposta di parcheggi nell’area vuota, di proprietà Tempi, posta di fianco al Berzolla.

Confidando in un tempestivo incontro con i tecnici del Comune per ottenere una positiva soluzione ai problemi sopra descritti, si invitano i pendolari a fornire altri suggerimenti per redigere un progetto (che sarà scaricabile dal questo sito) che tenga conto delle loro esigenze.

Pendolare piacentino “bloccato” sul treno è costretto a proseguire fino a Parma (30/6/2010)

Viaggiando ogni giorno avanti e indietro sui treni capitano le avventure più curiose, ma raramente si tratta di episodi divertenti. Alcuni sono grotteschi, alcuni sfiorano il paradosso, altri lo superano abbondantemente. Come quello che è accaduto alla stazione di Piacenza il 28 giugno scorso.
Max (il nome potrebbe essere di fantasia) è un giovane libero professionista che svolge la propria attività a Milano e dunque è un assiduo frequentatore della tratta Milano-Bologna. La sua professione lo costringe a rientrare a Piacenza in tarda serata e in alcuni periodi lo impegna anche nei finesettimana. Facile quindi che la stanchezza abbia il sopravvento e che Max, nel viaggio di ritorno verso casa, si addormenti. Conoscendo questa sua debolezza, si è abituato a puntare la sveglia del cellulare, per potersi godere l’oretta di riposo senza il patema di risvegliarsi magari a Reggio Emilia. Anche lunedì 28, salendo sul Frecciabianca che parte dalla Centrale alle 20.30, Max ha diligentemente puntato la sveglia alle 21.10, dieci minuti prima dell’orario di arrivo a Piacenza. Poi, la testa ciondoloni, ha lasciato che Trenitalia facesse la sua parte. È anche per questo motivo che molti pendolari scelgono di viaggiare in treno: per evitare, dopo una giornata di intenso lavoro, l’ulteriore stress di mettersi al volante e rischiare magari un colpo di sonno in autostrada. Peccato, però, che la loro fiduciosa aspettativa di un viaggio meno stressante venga il più delle volte disattesa.
Quando Max riapre gli occhi al suono della sveglia, il treno è già fermo nella stazione di Piacenza, dove evidentemente è arrivato con insolito anticipo. Raccatta le sue cose e sia avvia all’uscita, scoprendo però che la porta più vicina è chiusa. Prova alla successiva, a quella dopo ancora, per accorgersi che tutte le porte del treno sono chiuse, serrate, sigillate. Con appena un accenno di apprensione (in fondo sono solo le 21.15, è ancora presto) si mette alla ricerca del controllore. Quando finalmente lo incrocia e gli fa presente che dovrebbe scendere, si sente rispondere che il personale di bordo ha l’ordine tassativo di chiudere le porte 5 minuti prima della partenza e che per i ritardatari rimane aperta un’unica porta in testa. E comunque ormai è tardi, non ce la farà mai a raggiungere la carrozza di testa, lasci perdere, doveva svegliarsi prima. Nel lasso di tempo che il controllore impiega per fare la paternale al passeggero “distratto”, dal treno sarebbe potuto scendere l’intero esercito napoleonico. E mentre l’allibito Max, indeciso se lanciarsi in una corsa disperata lungo i corridoi alla ricerca dell’unica porta aperta o far valere le proprie ragioni, cerca di spiegargli che tutte le porte erano già chiuse ben più di 5 minuti prima della partenza (prevista per le 21.22), il treno comincia lentamente a muoversi, titubante all’inizio, poi sempre più baldanzoso. Prossima fermata: Parma. Giunto all’indesiderata destinazione, a Max non resta che aspettare il primo treno utile per tornare a Piacenza, dove arriva finalmente alle 22.40. Giusto in tempo per una doccia, una cena ormai fredda e poche ore di sonno prima di ripartire l’indomani.

D’ora in poi, forse, Max punterà la sveglia in modo che suoni appena dopo Lodi, per essere certo di non ripetere l’esperienza, ma la disavventura capitata a lui mette in luce un problema che riguarda non solo chi arriva, ma anche chi deve partire. Dove sta, infatti, il buon senso nella scelta di tenere aperte, negli ultimi minuti prima della partenza, soltanto le porte della carrozza di testa, quella in assoluto più lontana dalle scale che portano ai binari? Perché, se qualcuno arriva in stazione all’ultimo minuto (ovviamente a causa di qualche inconveniente), è anche costretto a una forsennata corsa lungo il marciapiede, magari con tanto di valigia al seguito?
E poi non è la prima volta che la chiusura inderogabile delle porte viene effettuata in anticipo sui tempi previsti, con il risultato di lasciare a piedi, impalati sul marciapiede a contemplare un treno fermo ma inespugnabile, viaggiatori che pure erano arrivati in perfetto orario.
Perché sempre più spesso si ha l’impressione di trovarsi di fronte, anziché a un servizio “per” i viaggiatori, a un servizio “contro” i viaggiatori?

Unica nota positiva: nessuno ha avuto cuore di chiedere a Max di pagarsi il viaggetto fuori programma. D’altronde, il gesto magnanimo di Trenitalia è già stato ampiamente ammortizzato. L’abbonamento Piacenza-Milano di Max e dei suoi colleghi pendolari, infatti, dal 2007 a oggi è aumentato del 43 per cento.

Accanto alla mensa ferrovieri, divieti di sosta sistematicamente ignorati (30/6/2010)

Dal 18 giugno 2009 negli spazi che separano il primo binario e i locali del dopolavoro ferroviario sono stati apposti numerosi cartelli di divieto di sosta, taluni che prevedono anche la rimozione forzata. Contestualmente all’installazione del mitico tornello – croce dei pendolari senza nessuna delizia – che regola l’accesso ai binari per i pedoni che provengono, per esempio, dal parcheggio biciclette, è stata infatti proibita la sosta di cicli e motocicli nell’area coperta antistante l’ascensore. L’obiettivo era chiaramente di evitare che qualche viaggiatore un po’ pigro, o molto in ritardo, utilizzasse tale area per lasciare la sua due ruote, con l’antiestetico risultato di vedere cumuli di biciclette accatastate alla bell’e meglio contro i muretti. Anche di fianco al tornello è stata vietata la sosta, e le righe blu tracciate per terra segnalano uno spazio riservato alle auto della Polfer.
Nel corridoio che, passando di fianco alle cucine della mensa dei ferrovieri, conduce al deposito biciclette vige il divieto con rimozione forzata, esattamente come davanti alla porta della centralina termica che si trova proprio all’imbocco del capannone per le bici: l’accesso alla centralina deve infatti essere consentito sempre, per permettere eventuali interventi d’emergenza che scongiurino incidenti.
Insomma, un bel giro di vite ai parcheggi selvaggi delle bici, che possono trovare posto nel locale loro riservato. E infatti le bici sono sparite dalla zona. Peccato, però, che al loro posto siano spuntate come funghi le auto e le moto. In bello spregio a cartelli e divieti, ogni giorno qualcuno trova assai comodo piazzare la macchina o la moto proprio lì dove non potrebbero assolutamente stare.
“Far rispettare i divieti non è di nostra competenza” sostiene un agente della Polfer interpellato. “Tocca al responsabile Rfi della stazione.”

Ebbene, sapete dove si trovano gli uffici dei responsabili Rfi? Esattamente all’inizio del suddetto corridoio, praticamente all’altezza del bar del dopolavoro, segnalati da una targa nuova nuova con tanto di logo Rfi in bella mostra. Quelli che non vengono mostrati sono invece gli orari di apertura al pubblico (ammesso che qualcuno abbia intenzione di ascoltarlo, il pubblico). Un signore gentile, incrociato per caso, dopo aver cercato di indirizzarmi alla Polfer mi informa che per il problema dei divieti bisogna rivolgersi “ai capi” e che gli uffici sono aperti dalle 8 (circa) alle 15.30 (circa). Insomma, per far notare ai dirigenti che ogni giorno c’è chi trasgredisce sotto il loro naso divieti che loro stessi hanno imposto, è necessario che qualcuno si prenda una mezza giornata di ferie o, quantomeno, un paio d’ore di permesso. L’ho fatto, perché ormai la curiosità di andare in fondo alla questione era troppa. Così alle 8.40 del mattino successivo salgo negli uffici Rfi. Fra diverse scrivanie desolatamente sguarnite del legittimo scrivano, chiedo informazioni all’unica impiegata presente: sì, i divieti li hanno messi loro come da ordinanza della Regione, ma tra metterli e farli rispettare c’è una bella differenza. “Non avremmo nemmeno i mezzi per farlo” mi dice la signora, un po’ stupita che qualcuno si ponga il problema. “E poi, magari quelli che parcheggiano davanti alla centralina termica saranno i manutentori.” Le faccio notare che le auto in sosta sono spesso più di una, e parcheggiate in modo che nemmeno un manutentore riuscirebbe ad accedere alla centralina. Vista poi la frequenza con cui i presunti manutentori si presentano, più che di manutenzione bisognerebbe parlare di accanimento terapeutico ai danni di una povera centralina indifesa. A quel punto, e dopo aver verificato dalla finestra che anche in quel momento una macchina è parcheggiata dove non dovrebbe, la signora allarga le braccia: “Sa, a volte, per quieto vivere…”. Per quieto vivere allargo le braccia anch’io, ringrazio e la saluto. In fondo è stata gentile: con gentilezza mi ha spiegato che la legge è uguale per tutti, ma per qualcuno un po’ meno.

Disagi sulla linea Bologna-Milano dovuti a continui guasti (30/6/2010)

Mese di giugno travagliato per i pendolari piacentini che viaggiano sulla linea Bologna-Milano. Il verificarsi di numerosi guasti a convogli e infrastrutture ha infatti provocato ritardi e disagi quasi quotidiani, cui “Libertà” ha dato ampio spazio. Eccone un sunto.
Lunedì 7 giugno. Un guasto tra Secugnago e Lodi blocca la linea dalle 7 del mattino. Una decina di treni si incolonnano e sono costretti ad attendere il proprio turno per procedere. Si registra una media di 30 min di ritardo.
Mercoledì 9. A Casalpusterlengo, il regionale 20422 si ferma per 20 min fuori stazione senza che i pendolari possano salire: guasto, interruzione o congestionamento della linea? Dal personale della stazione nessuna informazione. Il ritardo complessivo accumulato all’arrivo a destinazione è di una trentina di minuti.
Giovedì 10. Il Frecciarossa Milano-Napoli è costretto a fermarsi nei pressi di San Rocco al Porto per un guasto. Sono le 11.40, ma perché arrivi un convoglio sostitutivo e si effettui il trasbordo di tutti i passeggeri occorre aspettare le 15.
Venerdì 11. Il regionale da Bologna in partenza alle 8.04 viene annunciato con 30, poi 40, poi 50 min di ritardo per un guasto. Il primo treno utile è l’espresso delle 8.09, che però non effettua fermate fino a Milano Centrale. Peccato, perché l’80 per cento dei viaggiatori che partono da Piacenza a quell’ora scende a Rogoredo o a Lambrate. I numerosi pendolari incerti sul da farsi – a Milano è previsto anche uno sciopero dei mezzi, il che renderebbe più difficile spostarsi dalla Centrale per raggiungere i rispettivi posti di lavoro – si rivolgono al personale di bordo perché chieda di poter effettuare fermate straordinarie nelle stazioni milanesi di “serie B”. La richiesta non è peregrina, è già stato fatto altre volte, e poi l’espresso in questione ha un tempo di percorrenza talmente lungo che, per non arrivare in Centrale con eccessivo anticipo, è spesso costretto a fermarsi prima di Lambrate in attesa. Occupare quei minuti per consentire ai passeggeri di scendere alla propria destinazione non inciderebbe sull’orario d’arrivo in Centrale. Ma il capotreno sembra terrorizzato all’idea di prendere in mano il cellulare e contattare la “stanza dei bottoni” per avanzare una proposta così rivoluzionaria. Nicchia, temporeggia, si cela dietro un paio di “Non posso, non so”, fino al verdetto definitivo, che puzza di scusa: “Non risponde nessuno”. Tenendo fede al motto che regola la loro vita – “Mah, speriamo bene…” – molti pendolari diretti a Rogoredo e Lambrate salgono senza sapere che sarà di loro, almeno fino a Lodi, quando scoprono che le fermate straordinarie sono state concesse. Bene o male, riusciranno ad arrivare al lavoro, ma ancora una volta in ritardo a causa del guasto di un treno. Chi non si è arrischiato a salire per mancanza di informazioni certe, subirà ritardi ancora maggiori.
Lunedì 14. Sul tabellone arrivi-partenze della stazione Centrale la colonna che segnala i ritardi è fitta di numeri, che vanno da 30 a 60. Molti treni, compresi Frecciarossa ed Eurostar, sono attesi invano sui marciapiedi. Il regionale che dovrebbe partire per Bologna alle 17.20 è annunciato con “soli” 20 min di ritardo, per “attesa treno corrispondente”. Quando il corrispondente arriva, il controllore che ne scende non sa dare spiegazioni: “Mah, non saprei dire… Ci siamo fermati spesso qua e là…”. Per un guasto, o per via di qualche “incrocio magico” partorito dal nuovo orario estivo, il regionale arriva a Piacenza con 25 min di ritardo.
Giovedì 17. Il regionale per Bologna delle 18.27 da Lambrate è annunciato con 20 min di ritardo. Molti pendolari, temendo che il ritardo sia destinato a protrarsi, come spesso accade, optano per il regionale delle 18.50 che, anche se più lento, offre maggiori possibilità di sedersi. Mal gliene incoglie, purtroppo, perché a causa di un non meglio precisato guasto che costringe a viaggiare per un tratto a binario unico, il treno si arena nella stazione di Codogno, dove attende per 20 min il passaggio di un Eurostar diretto a Milano. Sommandoli al tempo inspiegabilmente perso a Lodi e a Santo Stefano Lodigiano (dove non sale/scende mai nessuno), si ottiene la bella cifra di 35 min di ritardo.

Insomma, un bollettino di guerra, che dimostra quali siano i livelli di incuria e di mancanza di organizzazione che caratterizzano le ferrovie.
Negli stessi giorni, “Libertà” ha pubblicato anche l’ipotesi ventilata dal sindaco Reggi di un treno “piacentino” per i pendolari: ipotesi subito corretta, il giorno dopo, dal presidente della Provincia Trespidi, che parla di un’eventuale collaborazione con l’Azienda Trasporti Milanesi per realizzare un servizio di autobus. A parte il fatto che una linea di collegamento con autobus esiste già, sembra proprio che nessuno dei nostri amministratori si ricordi del contratto sottoscritto da Trenitalia con la Provincia di Piacenza, che prevede la possibilità per i viaggiatori piacentini di usufruire, negli orari “caldi” del pendolarismo, della linea dell’Alta velocità. Che ne è stato di quegli accordi? Vanno considerati lettera morta? Anziché pensare a nuovi treni che ingolferebbero ulteriormente una linea già intasata (“i binari sono quelli che sono” riconosce lo stesso Reggi), o voler incentivare – anacronisticamente – il trasporto su gomma, non sarebbe opportuno insistere affinché quel contratto venga rispettato e a qualche treno pendolare già in esercizio sia concesso di viaggiare sull’Alta velocità, visto che il cadenzamento dei Frecciarossa lo consentirebbe?
Vero è che riuscire a dialogare con Trenitalia non è facile. Come lamenta Reggi, l’interlocutore non risponde. Ma forse un motivo c’è. È di questi giorni, infatti, la notizia che l’ingegner Moretti, amministratore delegato dell’azienda, è stato insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro. Prevedibile, quindi, che sia troppo impegnato a lustrare l’armatura e a bardare il suo destriero. Al novello Cavaliere e ai suoi palafrenieri una raccomandazione: lo tratti bene, Cavaliere, il suo ronzino… non vorremmo che per indifferenza, ignavia o distrazione lo condannasse a morte e le toccasse, come a noi, viaggiare in treno.

206 euro di multa a un disabile che non ha obliterato il biglietto (30/6/2010)

Lambrate, venerdì 14 maggio. Il regionale delle 15.27 per Parma arriva già pieno. Salire è un’impresa e chi ci riesce è costretto a stiparsi in ogni pertugio possibile. Fra i tanti viaggiatori non può passare inosservato un gruppo: saranno una quindicina di ragazzi fra i 20 e i 30 anni, non hanno disabilità fisiche evidenti, ma salta subito all’occhio che si tratta di giovani con problemi. Sono accompagnati da due adulti, un uomo e una donna che continuano a guardarsi attorno preoccupati: nella ressa il gruppo è stato diviso in due tronconi e ricongiungerli sembra impossibile. All’improvviso arriva il controllore che, giunto all’altezza del gruppetto di ragazzi rimasti separati dagli accompagnatori, chiede di mostrare il biglietto. A quel punto uno di loro, con malcelato orgoglio, dichiara: “Non ce l’ho, voglio fare il viaggio senza pagare per fregare le ferrovie!”. Ma mentre la maggior parte dei presenti sorride, aspettandosi che il controllore faccia altrettanto e tiri dritto, l’uomo in divisa si ferma e s’impunta, reiterando la richiesta del biglietto. La situazione è talmente assurda che si levano i primi mormorii. Accortasi della discussione, arriva intanto l’assistente, che si rende conto che, del gruppo di pazienti psichiatrici che accompagna, solo Mario (il nome è di fantasia) è sfuggito al suo controllo e non ha timbrato il biglietto. A questo punto, una persona di buonsenso avrebbe scarabocchiato qualcosa sul biglietto per renderlo inutilizzabile e si sarebbe allontanata. Ma poiché il controllore in questione deve dimostrare di essere integerrimo, dopo essersi sincerato che Mario è maggiorenne prende carta, penna e calamaio e inizia a redigere il verbale, senza lasciarsi smuovere dalle proteste di chi assiste alla scena. Risultato? Al ragazzo (che, giova ricordarlo, è un paziente psichiatrico) viene comminata una multa di… 206 euro!!
Intendiamoci, viaggiare senza biglietto o con il biglietto non obliterato non si può e non si deve. Ma, innanzitutto, sarebbe interessante sapere come il solerte controllore sia arrivato a calcolare l’incredibile cifra di 206 euro: salire in treno senza obliterare comporta infatti una multa di 44 euro in Emilia Romagna e di 50 in Lombardia (noblesse oblige?) se non ci si “autodenuncia” al personale di bordo, “che possono arrivare anche a 200 se uno si nasconde” precisa un controllore interpellato. Se uno si nasconde?! A Mario si potrà contestare di tutto, ma non certo che abbia cercato di nascondersi! Che si sia forse macchiato dell’orribile delitto di vilipendio (delle Ferrovie) dello Stato, dichiarando di voler “fregare” Trenitalia?
C’è poi da chiedersi come mai tanta sollecitudine, tanto zelo nel compiere il proprio dovere, venga improvvisamente meno in altri casi, per esempio nei confronti di gruppi di giovani o adulti che non solo viaggiano senza biglietto, ma disturbano gli altri passeggeri schiamazzando e insozzando il treno. “Io quelli li lascio fare perché sono tanti e ho paura di prenderle” ha confessato un altro controllore, ormai prossimo alla pensione e dunque più loquace. Giustissimo, nessuno chiede al personale di mettere a repentaglio la propria incolumità affrontando branchi di teppisti. Molto più prudente, quindi, prendersela con persone come Mario e la sua affranta assistente, e affondare il colpo per rimpolpare le casse di Trenitalia.
Un episodio odioso, che si commenta da sé, e dimostra quanto ancora sia di là da venire l’incontro fra regole e buonsenso nell’applicarle.

Aumenti degli abbonamenti ferroviari PC-MI negli ultimi 3 anni (28/6/2010)

E' un piacere notare che anche quest'anno è stato mantenuto il trend di aumento degli abbonamenti, come mostra la seguente tabella abbiamo raggiunto un +43% rispetto al 2007.

Data Costo abb. annuale (€) Aumento annuo (€) Aumento annuo (%) Aumento dal 2007 (%)
1° Apr. 2007 495      
1° Apr. 2008 569.1 74.1 14.97% 14.97%
1° Mag. 2009 650.4 81.3 14.29% 31.39%
1° Giu. 2010 711 60.6 9.32% 43.64%

Questi aumenti, di gran lunga superiori al tasso d'inflazione, avvengono a fronte di servizi in costante peggioramento, il tutto ovviamente con l'assenso della Regione Emilia Romagna e dei consiglieri che la governano.

Per chi scende a Milano Rogoredo o per coloro che hanno un abbonamento ATM (che consente di viaggiare anche sulle linee ferroviarie milanesi) è possibile ridurre leggermente la spesa stipulando l'abbonamento annuale fino a Locate Triulzi (valido quindi fino a Milano Rogoredo ed estendibile nelle altre stazioni con l'abbonamento ATM) al costo 656 euro annui.

Trenoproblem, un sito per conoscere i ritardi dei treni (28/6/2010)

Segnaliamo trenoproblem.it, un sito che si occupa di segnalazioni, informazioni e servizi per chi viaggia in treno, saltuariamente o quotidianamente.
Trenoproblem è nato da un'esperienza di 15 anni di vita pendolare, in balia di un servizio di trasporto monopolistico e medievale come quello delle Ferrovie dello Stato.

Il curatore del sito ci informa che è iniziata una fase sperimentale del servizio di invio orari e ritardi su richiesta, via sms.
Attualmente il servizio funziona solo con clienti Vodafone (per sfruttare l'invio gratuito di sms) e, a fronte di un sms inviato dal viaggiatore (al costo di un normale sms) richiedente orari o ritardo
di un treno, fornisce l'informazione rispondendo con un sms gratuito.

E' inoltre in fase di completamento il servizio ulteriore (sempre con sms gratuiti) d'informazione giornaliera sul ritardo di un particolare treno.

Se siete interessati visitate il sito:
http://www.trenoproblem.it/index_sms_info.html

Continua la manipolazione dei ritardi mostrati ai passeggeri (28/6/2010)

Chissà come mai sono sempre inferiori a quelli reali...
Ritardo manipolato 1
Ritardo manipolato 2

Blog delle esperienze pendolari: le migliori saranno pubblicate su un libro (14/6/2010)

Nasce un blog dedicato alle esperienze di tutti i pendolari d'Italia. L'idea è quella di raccogliere le storie di vita di tutti i pendolari e scegliere le migliori che saranno poi pubblicate in un libro.

Il link del blog è www.storiedipendolari.blogspot.com

Lettere dai pendolari: Chi pagherà il treno dei pendolari? (14/6/2010)

Premetto che sono un pendolare sulla ormai abbandonata linea ferroviaria PC-MI. Sono costretto a scrivere a Libertà dopo aver letto l’articolo pubblicato il 9 giugno avente per oggetto “Un treno piacentino per i pendolari”. Per chi non lo ha letto, il nostro Sindaco ha affermato che si starebbe pensando di sviluppare un progetto, in seno alla società Tempi, per introdurre attraverso ATM di Milano un treno “tutto piacentino” per i poveri pendolari piacentini. Da fruitore del servizio da circa 9 anni sono rimasto particolarmente irritato dai contenuti e le affermazioni contenute nell’articolo. Il Sindaco si è risvegliato dal torpore in cui è rimasto negli ultimi anni. Dopo mesi di completa assenza dell’assessore Carbone, vorrei rammentare ai lettori che dovrebbe essere responsabile anche di pendolarismo, il Sindaco fa la sua “epifania” prospettando un progetto che cade proprio in concomitanza dei ben noti eventi legati alle dimissioni di Botti ed il cronico disavanzo della società.

Le affermazioni del primo cittadino sono come sempre poco chiare e poco consistenti. Mi piacerebbe capire cosa significa, cito il Sindaco,“..c’è la possibilità dell’ingresso di privati per fornire una risposta sulla tratta Pc-Mi, ci stiamo ragionando con la Provincia in maniera laica, senza ideologie e appartenenze specifiche”? Si afferma quindi che non si ispireranno a logiche politiche, ma cercheranno di sviluppare qualcosa di nuovo. Siamo alle barzellette. C’è un problema ben chiaro, la politica non c’entra nulla!!! Se si rompe un tubo in casa chiamo l’idraulico, non lo riparo con la politica! Sono mesi e mesi che snobbate le lamentele dei pendolari e che non date il sacrosanto supporto che dovreste dare. E’ inutile che Lei ponga le sue rimostranze a Moretti (AD di Trenitalia), guardi non lontano da Lei, magari in Regione Emilia-Romagna. Nelle ultime elezioni è stato riconfermato l’assessore Peri che ha dimostrato una completa incompetenza ed incapacità gestionale dei trasporti regionali. Chiami l’Assessore signor Sindaco e gli chieda cosa ha fatto e cosa sta facendo per far rispettare i contratti di servizio firmati con Trenitalia. Se si pensa che un’iniziativa del genere, tutta da dimostrare nella fattibilità e nella sua efficacia, possa risolvere i problemi del trasporto pendolare ci si sbaglia di grosso. Lo sa che ci sono anche le zecche sui treni? Sono convinto che se verrà implementato questo progetto, lo ritroveremo di sicuro nel prossimo Bilancio Sociale di fine mandato, pagato con soldi dei cittadini, nella voce Pendolarismo. Un bello spot elettorale come lo splendido e molto funzionale piazzale della Stazione che attende ancora di essere completato dopo più di un anno dalla posa delle transenne del cantiere (aprile 2009). Prima di pensare a treni nuovi si dovrebbe pensare a far funzionare quello che si ha: in altre parole si dovrebbe pretendere e verificare che quello che si è comprato (il servizio ferroviario regionale) venga effettivamente reso agli utenti.

Per non parlare del contratto disatteso da Trenitalia che doveva garantire anche ai pendolari la possibilità di usare la linea AV.

L’iniziativa sollevata nel citato articolo, un vero fulmine a ciel sereno dopo tanti mesi di inoperosità della Giunta, sembra una bella opportunità per prendere “due piccioni con una fava”: il costo di questo servizio sarà a carico di sicuro dei pendolari che continuano a chiedere un servizio migliore e servirà forse a ripianare le casse di Tempi. Complimenti siete davvero geniali!

Lettere dai pendolari: Diario di un pendolare 9a puntata (14/6/2010)

Lunedì 7 giugno: Guasto temporaneo? Segnalazioni ingannevoli, viaggiatori fregati.

All'arrivo nella stazione di Piacenza, alle 8 circa, la colonnina dei ritardi sul tabellone era praticamente "immacolata"; nel frattempo, però, la voce metallica stava diffondendo l'annuncio che i treni da/per Milano avrebbero subito ritardi fino a 30 minuti a causa di un "guasto temporaneo agli impianti di circolazione tra le stazioni di Lodi e Secugnago".

Ho attraversato il sottopassaggio , ho raggiunto il binario 6 dove il treno Regionale 2274 delle h.8:04 era pronto alla partenza, ho lanciato uno sguardo al tabellone.... il ritardo di tutti i convogli diretti a Milano era stato corretto a +20'.
Lo spettro di trascorrere la mattinata sui binari si stava materializzando; mentre stavo chiacchierando con un collega sul marciapiede adiacente il treno R2274, alcuni viaggiatori hanno deciso di scendere da quest'ultimo per fare un salto al bar, ecc.

Dopo alcuni minuti, l'indicazione del ritardo del R2274 è stata di nuovo corretta a +10'; trascorrono ancora pochi secondi e viene annunciata la partenza del treno: saliamo immediatamente (i 10' di ritardo non sono ancora "maturati" e sono convinto che alcuni pendolari siano rimasti al bar, lasciando probabilmente anche qualche effetto personale a bordo.... che fregatura!!); il treno comunque parte ignorando quindi le segnalazioni ingannevoli del tabellone!

Il treno viaggia abbastanza velocemente fino a Secugnago, dopodiché rallenta vistosamente (probabilmente il guasto non era "temporaneo"....) e raggiunge Lodi alle 8:42 (orario previsto di arrivo nella stazione di Rogoredo!)

A Rogoredo siamo arrivati alle 9:02 con 20 minuti esatti di ritardo anche se la voce metallica a bordo ,scusandosi per l'ennesimo disservizio, ne ha denunciati solo 15: miracoli della matematica!!
Per quanto riguarda il "diario pendolare", nelle ultime settimane, è stato latitante non perché le cose stanno andando meglio, ma semplicemente perché non ho più a disposizione il notebook per raccontare le disavventure quotidiane.

Tra queste, una delle più "originali", si è verificata tre settimane fa: ero a bordo del treno IC 597 diretto a Terni (fermo nella stazione di Rogoredo), il convoglio non partiva mai, i minuti trascorrevano... Ad un certo punto dopo circa 10/15 minuti di attesa, il capotreno ha diffuso il messaggio "Il treno è fermo a causa di un reset del locomotore"; questa non l'avevo mai sentita e, da informatico, ho sudato freddo perché ho pensato "Se resettando un mini-computer ci vuole qualche minuto affinché si riavvii completamente, quanto tempo impiegherà un locomotore vecchio come il mondo a rimettersi in moto?"

Le modifiche all'orario ferroviario sulla PC-MI (8/6/2010)

Dal prossimo 13 giugno, sulla testa dei pendolari piacentini pioverà l'ennesimo orario ferroviario deciso senza aver ascoltato le loro proposte e senza aver mantenuto quanto promesso. Nella riunione tenutasi a Piacenza il 1° dicembre scorso infatti, era stato detto che i treni emiliani (quelli diretti a PR e BO) avrebbero avuto una percorrenza di 52’ tra Milano Centrale e Piacenza; quei treni resteranno invece con lo stesso orario e le stesse fermate attuali.
Una novità dell'orario è l'introduzione, nelle fasce pendolari tra Lodi e Rogoredo, di treni suburbani della linea S1. I treni lombardi da e per Piacenza quindi non effettueranno più le fermate tra Lodi e Rogoredo, ma tutte quelle tra Lodi e Piacenza (per questo motivo i treni emiliani avrebbero potuto evitare alcune fermate intermedie ed essere velocizzati).
Da Piacenza dunque non sarà più possibile raggiungere direttamente stazioni come Tavazzano o Melegnano; si dovrà cambiare a Lodi e affidarsi alle ben note coincidenze ferroviarie.

Ecco alcune delle modifiche presenti sulle bozze del nuovo orario (scaricabili dal sito dell'associazione www.pendolari.too.it). All’andata i treni delle 6.43 e 6.48 vengono scambiati, ma quello per Milano Greco partirà alle 6.35, farà tutte le fermate fino a Lodi, e arriverà alle 7.54 a Greco con una velocità media di 55 km/h pur saltando le fermate tra Lodi e Rogoredo.
Il treno R20422 partirà 6 ‘ prima, alle 7.15, fermerà anche a Codogno e Secugnago per arrivare alla stessa ora a Milano. Unica novità all'andata è l'introduzione dell’R20414 in partenza alle 8.09 da PC, con tutte le fermate fino a Lodi, arrivo a Rogoredo alle 9.03 e a Lambrate alle 9.17. E’ poco utile per chi va a Milano da Piacenza dato che segue di 5’ il più veloce R2274 delle 8.04. Per di più quel treno tra Rogoredo e Lambrate (6Km) sarà dirottato, come avviene per molti treni piacentini, sulla linea lenta che percorrerà alla velocità media di 26 km/h, come fosse una bicicletta.

Nella fascia serale la situazione non migliora con la quasi totale assenza di treni veloci tra Milano e Piacenza. C’è sì la velocizzazione del regionale R20425 (che diventerà 17.15 da P.ta Garibaldi, 18.41 a PC) ma quel treno resta comunque troppo lento per i viaggiatori piacentini. C'è poi un rimescolamento delle tracce orarie dei treni R20427, R20429 e R20431. Il risultato sembra essere un allungamento delle percorrenze e l’arrivo a Piacenza del 20429 solo 4’ prima del’unico treno pseudo veloce nella fascia di rientro l’R2285 per Bologna. Quei pochi minuti di distanza tra i due treni sono la garanzia che il 2285 non sarà mai puntuale a Piacenza.
Nel nuovo orario non c'è più traccia del treno R20433 per Piacenza che oggi parte alle 18.25 da Centrale. Anticipato e rallentato anche l’R20409 delle 18.50 da Lambrate per Piacenza. Partirà 9’ prima del treno R2665 per Mantova e arriverà a Codogno 8’ dopo il Mantova. Questo è un indice dell’efficienza del servizio per Piacenza in un'ora di punta come quella. Anche il successivo R2287 per Bologna continuerà a subire immotivatamente fermate (quindi rallentamenti) tra Lodi e Piacenza visto che è seguito a ruota dal treno gemello R20435 che effettua lo stesso servizio. Da ultimo è stato allungato di 4’ il tragitto dell’R20357 (19.35 da Garibaldi), per fermata a S. Stefano.

Con questo nuovo orario la velocità media dei treni pendolari nelle fasce pendolari tra PC e MI, è di 64 km/h, scende a 63 km/h tra MI e PC. E’ interessante notare come le migliaia di viaggiatori piacentini diretti a Milano avranno 10 treni per l'andata, di cui solo uno veloce (ossia con velocità media pari a 80 km/h). Per confronto i colleghi di Codogno, che sono molti di meno, nella stessa fascia e direzione avranno 10 treni, di cui tre veloci. Al ritorno i piacentini avranno 14 treni, di cui solo tre veloci. I colleghi di Codogno ne avranno invece 16 di cui 5 veloci. La stazione di S. Stefano, che di viaggiatori per Milano ne ha un numero esiguo rispetto a Piacenza, per il ritorno serale disporrà di ben 9 treni.
Una considerazione a parte meriterebbero gli ormai rarefatti ex Intercity, ora chiamati PAX. Molto più costosi per i viaggiatori che pur senza effettuare molte fermate pendolari hanno spesso tempi di percorrenza da lumaca.

Non c'è da stupirsi di questa ennesima umiliazione dei pendolari piacentini visto che la nuova amministrazione dell'Emilia-Romagna ha deciso di nominare come assessore ai trasporti lo stesso che nel decennio precedente ha distrutto il servizio ferroviario regionale. Sorprende però che nessuno dei politici e amministratori piacentini, che avrebbero il dovere di tutelare i nostri diritti, si sia mosso per tempo per dar voce alle richieste dei pendolari e scongiurare l’ennesimo impoverimento dei collegamenti ferroviari piacentini.

Perchè mancano le carrozze (8/6/2010)

Dal nuovo orario ferroviario che entrerà in vigore la prossima settimana si vede che i treni pendolari veloci, usati dalla maggioranza dei pendolari piacentini diretti a Milano, si contano sulle dita di una mano. Non a caso quei treni sono sempre sovraffollati. Oggi ancor di più per la drastica riduzione del numero di carrozze che negli ultimi sei mesi le ferrovie hanno applicato col tacito consenso della regione Emilia-Romagna.
Il personale FS però ci informa che a Bologna giacciono abbandonate ben 110 carrozze che vengono cannibalizzate per recuperare i pezzi di ricambio. Usare una carrozza che vale tanto denaro come fonte di ricambi non è certo una soluzione economicamente vantaggiosa. Perché non si riparano quelle esistenti invece di volerne acquistare di nuove? Il materiale media-distanza (quello dei vecchi treni interregionali) offre un ottimo comfort viaggio, non c'è bisogno di spendere soldi per ridisegnare la forma dei sedili o i portabagagli, basta copiare ciò che è stato progettato trent'anni or sono da chi veramente conosceva i bisogni dei viaggiatori.

Il personale FS ci ha informato che quando invece servono per questioni d’immagine, le carrozze appena ristrutturate e perfettamente funzionanti saltano fuori in men che non si dica. Così è stato per la recente fiera “Cibus” tenutasi a Parma. In quell’occasione sulla tratta Parma - Salsomaggiore è stato messo un treno completamente ristrutturato. Quando si vuole quindi le carrozze nuove, pulite e funzionanti saltano fuori.

Perché allora sui nostri pochi treni veloci continuano a mancare le carrozze? Un ferroviere ci spiega che la strategia delle ferrovie è quella di disincentivare l'utilizzo dei treni a basso costo. Lo scorso dicembre, dopo quattro anni d’immotivata cancellazione, sono stati ripristinati molti collegamenti diretti con treni regionali tra Milano e Bologna. Ovviamente i viaggiatori che in questi quattro anni hanno imparato a diffidare dei costosi ed inaffidabili treni Intercity ed EScity, ora si riversano in massa sui collegamenti a basso costo offerti dai treni regionali. L'unico modo rimasto alle ferrovie per costringere i viaggiatori a servirsi di Intercity ed EScity è quello di ridurre il numero e la funzionalità delle carrozze dei treni regionali, sperando che il principio di incompenetrabilità dei corpi obblighi i viaggiatori a trasferirsi sui treni di classe, e costo, superiore.

Bozze nuovo orario giugno 2010 (30/5/2010)

Rendiamo disponibili le bozze (forniteci dai colleghi pendolari della Lombardia), dell'orario ferroviario sulla tratta PC-MI. Da diverse settimane abbiamo chiesto alla Provincia di recuperarle e di poter confrontarci con regione ed FS, sul nuovo orario. Sperando di poter avere il prima possibile l'incontro previsto vi anticipiamo le bozze disponibili.

Piacenza Milano (file *.JPG 380Kb)

Milano-Piacenza (file *.JPG 380Kb)

Stipati come animali - lavoro a rischio (30/5/2010)

Sono un pendolare che da Lodi usufruisce della linea Piacenza - Milano. Mi unisco alla protesta evidenziata ne "le torture quotidiane per i pendolari" del 26/4/2010. Confermo che negli ultimi mesi ad alcuni treni è stato ridotto drasticamente il numero di carrozze, passando dalle 10-11 o più di un tempo ormai lontano alle 6-7 attuali. Considerando che spesso i treni arrivano già pieni e che in alcune stazioni aspettano centinaia di persone, i pendolari sono costretti a viaggiare in piedi pigiandosi all'inverosimile.
Il mio problema è che per motivi di disagio fisico non riesco a salire su treni strapieni (non mi riferisco ai treni semplicemente "pieni", poiché su quelli non provo particolare disagio), per cui ultimamente mi vedo costretto ad aspettare i treni successivi accumulando ritardi su ritardi sul posto di lavoro. Visto che la pazienza del mio datore non è e non sarà infinita, probabilmente sarò costretto a comprare una piccola utilitaria per recarmi sul posto di lavoro. L'ipotesi peggiore, invece, sta nel fatto che la piccola utilitaria a breve non posso permettermela, per cui dovrò sperare nella magnanimità di altri per non perdere il lavoro. Ora mi chiedo: se dovessi perdere il posto di lavoro per questo motivo, che magari ad alcuni potrà sembrare banale, ma per me non lo è, cosa farò? In questo momento, essendo padre di famiglia devo dire che sono abbastanza preoccupato e che se a breve le cose non miglioreranno dovrò affrontare delle situazioni molto difficili e per le quali, attualmente, non conosco la soluzione. Ora mi chiedo ancora: perché devo essere costretto a comprare un'utilitaria? Perché per colpa di alcuni personaggi (i soliti) che non fanno il loro dovere devo pagare io sulla mia pelle? Perché dovrò chiedere i danni a regioni e ferrovie? Perché, se costretto, lo farò.
Con questo messaggio voglio esprimere solidarietà a tutti i pendolari che viaggiano in condizioni "animalesche", ma soprattutto solidarietà a chi come me ha un disagio che va oltre le condizioni di viaggio, un disagio che può condizionare forzatamente la vita di tutti i giorni.

Le prospettive del servizio ferroviario su Milano (30/5/2010)

A cinque mesi dall’entrata in vigore del nuovo orario il servizio ferroviario pendolari non riesce a riprendersi dalle molte mutazioni che sono state inserite nella circolazione. Chissà se a ogni cambio d’orario il servizio continuerà a peggiorare o se qualcuno prima o poi metterà un limite a questa carneficina.
Al termine dell’ultimo incontro con le ferrovie, tenutosi il 1° dicembre scorso in Provincia, abbiamo avuto la possibilità di discutere con chi in Trenitalia e RFI pianifica le tracce orarie. Quelle persone, gentili e preparate, ci hanno indicato le possibili modifiche per l’orario di giugno 2010. Si dovrebbe arrivare a un rigido cadenzamento delle tracce orarie: significa che tutti i treni per una stessa direzione dovranno partire allo stesso minuto in ore successive. La periodicità potrà essere oraria o bioraria. Secondo Trenitalia questa scelta dovrebbe migliorare la puntualità e velocizzare il servizio. Secondo noi, però, la puntualità è innanzitutto garantita dall'affidabilità del materiale rotabile più che dal cadenzamento delle partenze. Un cadenzamento rigido inoltre non tiene conto della variabile affluenza dei viaggiatori a seconda degli orari. Un treno all’ora può essere adeguato in alcuni momenti del giorno, ma è del tutto insufficiente nelle ore di punta del traffico pendolari dove, come peraltro previsto dagli accordi tra ferrovie e amministrazioni, si avrebbe bisogno di un servizio più frequente. Nella soluzione prospettata a dicembre, però, non c’erano spazi per treni veloci ogni mezz’ora. Questa scarsa flessibilità dell'orario rischia quindi di compromettere l'efficacia delle modifiche che le ferrovie intendono attuare a giugno.

Vediamo cosa potrebbe succedere dal prossimo 13 giugno. I treni della linea S1, che uniscono Lodi a Milano Rogoredo con tutte le fermate e periodicità mezz’oraria, dovrebbero essere estesi anche nelle fasce pendolari. Di conseguenza i regionali da e per Piacenza in carico alla Lombardia effettueranno solamente le fermate tra Piacenza e Lodi. Si creerà quindi una “rottura di carico” a Lodi, con l’obbligo per molti viaggiatori diretti oltre Lodi di dover cambiare treno in quella stazione, con i rischi e i disagi connessi al cambio treno. Un altro disastroso effetto sarà la duplicazione dei convogli circolanti sulla linea, con ovvio appesantimento della circolazione e rischio di forti ritardi. L’ultima conseguenza per fortuna non riguarda i pendolari piacentini, ma le centinaia di viaggiatori diretti a Lambrate/Centrale che salendo sui treni della S1 dopo Lodi saranno costretti a cambiare treno a Rogoredo per raggiungere la propria stazione.

Diversa sorte dovrebbe toccare ai treni dell’Emilia-Romagna, ovvero quelli provenienti o diretti a Parma e Bologna. Stando a quanto ci fu detto a dicembre, questi dovrebbero effettuare solo le fermate di Lodi, Rogoredo e Lambrate, e arrivare a Centrale in 52’. Visti i tempi di oggi potrebbe sembrare una velocizzazione, ma se si aggiungono gli inevitabili ritardi, si torna al di sopra delle potenzialità della linea storica, che con le stesse fermate potrebbe essere percorsa in meno di 45’. Basti pensare che sedici anni or sono, quando la tecnologia era più arretrata, le ferrovie si erano impegnate a garantire, per la stessa tratta e con le stesse fermate, tempi di percorrenza non superiori a 50’.
L’altro problema dei treni dell’Emilia-Romagna è il cadenzamento. La rappresentante di TrenItalia ci disse che era probabile un cadenzamento biorario. Significa che nelle fasce pendolari ci dovrebbero essere al più un treno da 52’ all'andata e un paio al ritorno. Numeri largamente insufficienti e inferiori a quanto i piacentini disponevano in passato.
Si prevede una periodicità a mezz’ora per i treni regionali con molte fermate, anche in piccole stazioni che portano un ridotto numero di viaggiatori, e si lasciano senza treni veloci decine di migliaia di viaggiatori emiliani con l'esigenza di arrivare velocemente a Milano. Ci saranno così tanti treni lenti e semivuoti che intasano la linea e pochi treni (pseudo)veloci con i passeggeri sempre in piedi.

La rappresentante di Trenitalia ha comunque lasciato aperta una possibilità, dicendo che si tratta solo di una questione economica. Se la regione Emilia-Romagna sarà disposta a pagare, i treni veloci potrebbero essere più frequenti.
C’è poi la questione dei treni pendolari sulla tratta ad Alta velocità. A dicembre segnalammo la cosa all’orarista di Trenitalia. Chissà che lei non riesca ad attuare quella che sarebbe la soluzione più logica ed efficiente: portare migliaia di pendolari piacentini a Milano in meno di mezz’ora

Moretti e Trenitalia citano l’autore di un libro sulle ferrovie (30/5/2010)

È di pochi giorni fa la notizia che l’ingegner Mauro Moretti, amministratore delegato di Trenitalia, e l’intero gruppo Ferrovie dello Stato hanno citato in giudizio Claudio Gatti, autore del libro Fuori orario, e la casa editrice Chiarelettere che l’ha pubblicato nell’ottobre 2009. A sentire i vertici FS, infatti, le affermazioni di Gatti sarebbero non vere, o comunque non più vere da quando Moretti è diventato amministratore delegato. Dunque, dopo averci riflettuto per un semestre, Moretti ha deciso di caricare l’intero ufficio legale della sua azienda su un bel pullman (ché viaggiando in treno non sarebbe mai arrivato a destinazione) e di lanciarlo a rotta di collo contro Gatti – reo di aver condotto un’inchiesta sul servizio ferroviario italiano – chiedendo l’irrisoria cifra di 26 milioni di euro per danni morali e non solo.
Senza naturalmente voler entrare nel merito della questione (a deciderne saranno le autorità competenti), ci siamo chiesti se davvero i disservizi denunciati da Gatti facciano parte di un passato ormai remoto e se ritardi, sporcizia, guasti e decisioni incomprensibili delle ferrovie siano solo un ricordo.

L’esperienza di chi vive la non invidiabile condizione di pendolare racconta una storia diversa. Parla per esempio di treni perennemente in ritardo di almeno 10-15 minuti (quando non 25, come è accaduto il 18 maggio u.s. al regionale 2285 MI-BO in arrivo a Piacenza): eppure, le statistiche diramate da Trenitalia affermano che in fatto di puntualità le nostre ferrovie sono competitive a livello europeo. Si tratta allora di allucinazione collettiva? O il passaggio da una regione all’altra (Emilia Romagna - Lombardia, per citarne due a caso) coincide con il salto in una diversa dimensione temporale? Forse la risposta è molto più semplice, e non chiama in causa eventi soprannaturali: mentre le altre ferrovie europee considerano puntuali i treni arrivati al massimo 5 minuti dopo l’orario previsto, per le ferrovie di casa nostra la tolleranza arriva a 15 minuti, e così diventa evidente l’equazione 14 min. di ritardo = 0 ritardo. E se, nell’azienda in cui lavorate, la macchinetta per timbrare il cartellino non è d’accordo? Pazienza, prima o poi recupererete.
Sempre l’esperienza racconta di carrozze sporche ben oltre l’immaginabile. E non si parla di occasionali briciole sparse, testimonianza di recenti colazioni o pranzi improvvisati, ma di sporcizia “stagionata”, appiccicata da mesi al pavimento, ai finestrini, ai sedili e su su fino ai poggiatesta, dove nessuno osa ormai poggiare alcunché. Per tacere delle toilette, che al sol pensier il cuore si spaura.
L’esperienza pendolare registra anche storiche sudate estive, al limite della liquefazione, a bordo di treni con aria condizionata non funzionante ma finestrini debitamente sigillati, oppure formidabili raffreddori collezionati grazie all’assenza di riscaldamento nella stagione invernale. Il che porta inevitabilmente a considerare il problema della manutenzione, così carente da provocare non solo disagi ma autentici disastri, come nel caso – tragicamente eclatante – di Viareggio.

E per finire (ma solo per mancanza di spazio) il problema dell’Alta velocità. Esaminarlo nella sua interezza richiederebbe decine di pagine e la consulenza di esperti, dunque per limitarci ancora una volta all’esperienza vissuta si può dire delle tante sere di paziente attesa del treno pendolare, fermo in un punto imprecisato fra Centrale e Lambrate per cedere il passo a un imponente Frecciarossa che, essendo in ritardo, sgomita sui binari destinati al trasporto pendolare. Per le imperscrutabili ragioni che dettano le scelte di Trenitalia, invece di essere alcuni treni pendolari a usufruire della linea per l’Alta velocità (come da contratto sottoscritto con la Provincia di Piacenza), accade esattamente l’inverso, perlomeno in prossimità di grandi centri come Milano e Bologna dove il traffico è già congestionato.
Insomma, per l’ing. Moretti la lettura di Fuori orario deve aver rappresentato un ben brusco risveglio dal sogno di aver realizzato un’opera molto prossima alla perfezione. Comprensibile, dunque, che si sia innervosito, anzi, inferocito, a giudicare dalla reazione: 26 milioni sarebbero un’enormità persino per un colosso dell’editoria, figuriamoci per una casa editrice come Chiarelettere. Che il messaggio sia: “Colpirne uno per spaventarne cento”?
Ebbene, spiace deludere l’ing. Moretti, ma chi spreca ogni giorno parte della propria vita a causa dei suoi treni in ritardo, chi è costretto a viaggiare nella sporcizia e nel fetore, chi subisce scelte imposte dall’alto e mai spiegate, non ha alcuna intenzione di lasciarsi intimorire. I pendolari non rinunceranno a leggere, a informarsi, a discutere tra loro e, soprattutto, a far sentire la propria voce. Pur non potendo vantare la potenza di fuoco di un amministratore delegato, i pendolari hanno dalla loro il numero: sono tanti, ingegner Moretti, piccoli ma tanti. Come zanzare continueranno a disturbare il suo sonno ronzandole nelle orecchie i loro diritti e come formiche marceranno determinate per affrontare le FS (acronimo forse di Formichiere Supremo?) e dimostrare che Anche le formiche, nel loro piccolo, s’incazzano.

Giacca scambiata (10/5/2010)

Il giorno 30 aprile su una carrozza di prima classe del treno R2274 da Bologna per Milano, nello scendere alla stazione di Rogoredo ho scambiato senza accorgermene la mia giacca di pelle nera con quella di un altro viaggiatore. Della cosa mi sono accorto solo entrando in ufficio quando ho appeso la giacca. Nella tasca interna ho trovato due biglietti di 1° classe Piacenza - Milano. Quindi la giacca è probabilmente di un piacentino che viaggia saltuariamente.
Nella pausa pranzo ho provveduto a consegnare alla Polfer di Milano la giacca che ho inavvertitamente scambiato, ma non so come avvisare il proprietario della giacca, di cui purtroppo non ho alcun riferimento, e rimediare al più presto all’involontario errore dello scambio degli indumenti.
La mia giacca l’ho ritrovata all’ufficio oggetti smarriti di Milano Centrale consegnata dal personale di Trenitalia.

I pendolari: origine di tutti i mali delle ferrovie (10/5/2010)

In base al ben noto teorema che l’origine di tutti i mali che affliggono le ferrovie italiane sono i pendolari, ci permettiamo di rivolgere un accorato appello a quanti usufruiscono quotidianamente dell’impeccabile servizio offerto da Trenitalia: “Per favore, statevene a casa!”. Insomma, siete proprio certi di aver bisogno di alzarvi ogni mattina e di recarvi al lavoro, magari in una città diversa dalla vostra? Pensateci bene: non sarebbe meglio se ve ne restaste a casa, dedicandovi al giardinaggio e al ricamo (le signore) oppure al bricolage e alla manutenzione dell’auto/moto (i signori)? E, in ogni caso, se la mattina proprio non ce la fate a rimanere a casa, potreste almeno evitare di tornarci la sera? Cos’è questa smania che vi spinge ad accalcarvi su poveri, piccoli treni in orari strampalati come le 7 o le 8 di mattina oppure nella fascia tra le 17 e le 19? È ormai assodato che i treni che viaggiano senza passeggeri o con utenza selezionata, come nel giorno dell’inaugurazione dei Frecciarossa, sono molto più puntuali e puliti. Chiedersi poi a cosa serva l’andirivieni di fiammanti convogli semivuoti significa proprio remare contro e rivela scarso amor di patria: innanzitutto sono belli, così colorati, mentre sfrecciano sui binari nuovi nuovi dell’Alta velocità, facendo sberleffi ai tanti regionali (brutti, sporchi, cattivi e stipati di gente) costretti a inchinarsi al loro passaggio; e poi consentono all’Azienda di essere competitiva a livello europeo, mondiale e – presto – interplanetario.
FIN QUI ABBIAMO SCHERZATO, NATURALMENTE. Ma mica tanto. Perché sembra che sia proprio questo il ragionamento sotteso alle più recenti scelte di Trenitalia. Una fra tutte, la sistematica riduzione del numero di carrozze per i treni più “caldi”, quelli che viaggiano negli orari di punta del pendolarismo.
Ormai da mesi, infatti, gli habitué del regionale Bo-Mi delle 8.04 da Piacenza (solo per fare un esempio) si sono resi ben conto che qualcosa non funziona: se chi sale a Pc riesce a malapena a sedersi (e difficilmente di lunedì), i viaggiatori lodigiani posso rinunciare a ogni velleità, a meno di affastellarsi sui colleghi piacentini, fiorenzuolani o fidentini. Che sarà mai successo? Le ipotesi possibili sono solo due: o i pendolari della linea hanno improvvisamente preso ad autoclonarsi, a moltiplicarsi come cellule impazzite, a fotocopiarsi in tre dimensioni, oppure il numero di carrozze è drasticamente diminuito. Esclusa – dopo una breve ricerca in rete – l’eventualità di una proliferazione pendolare scientificamente acclarata, resta l’evidenza che il treno è stato brutalmente mozzato, come la coda di una lucertola da un ragazzino cattivo. Ma, a differenza della coda, le carrozze mancanti non ricrescono più. Da 10 che erano, sono diventate 7 (nei giorni di vacche grasse) o addirittura 6. Le motivazioni? Varie ed eventuali, a seconda della fantasia del controllore cui vi rivolgete, ma nessuna abbastanza credibile, tant’è che basta la banale domanda “Quante carrozze abbiamo, quest’oggi?” perché il vostro interlocutore di turno abbassi gli occhi oppure si rivolti come punto da un aspide (confermando il celebre detto sulle code di paglia…).
E la situazione di disagio (è un eufemismo, s’intende!) si fa addirittura paradossale la sera, quando non si tratta nemmeno più di aspirare a un posto a sedere, ma semplicemente ad aver salva la vita. Prendiamo ad esempio due regionali BO-MI molto frequentati, in partenza da Centrale rispettivamente alle 17.20 e alle 18.20, e ormai sistematicamente accorciati di tre o quattro carrozze.
Chi sale a Lambrate è già preparato a farsela in piedi almeno fino a Lodi (o a Casale, se è sul 17.20), ma non può abituarsi al momento di panico che si verifica all’arrivo a Rogoredo, dove una folla di pendolari cerca di esercitare il diritto (a quanto pare l’unico finora garantito dal possesso di un abbonamento) di salire sul treno. Così, ci si trova subito a dover fare i conti – violandola – con la legge fisica dell’impenetrabilità dei corpi. Perché la condizione media di viaggio consiste in un’ammucchiata ben poco dignitosa, dove l’unico passatempo consentito è l’accurata osservazione dei pori dilatati dal sudore sul viso del passeggero che ci sta incollato addosso.
E se al danno vogliamo aggiungere la beffa, basta descrivere quanto accaduto venerdì 30 aprile, proprio a Rogoredo, quando un controllore si è messo a correre affannosamente sul binario urlando a squarciagola: “Basta, non potete salire, non ci state, non ci state, non ci state!!!”. Poi, in preda a una mezza crisi isterica, ha pensato bene di chiudere con la chiavetta la porta di testa: chi c’è c’è, e pronti via! Resta da chiedersi cosa sarebbe potuto accadere se qualcuno si fosse sentito male in viaggio, con i finestrini sigillati e la porta chiusa. Anzi, sbarrata con tale cura che a Lodi non si è più riaperta, costringendo i passeggeri intenzionati a scendere a incolonnarsi in mistica processione per guadagnare la via d’uscita più vicina. Risultato: tra discussioni, sali e scendi, tira e molla, il treno ha accumulato ben 40 minuti di ritardo.
E questo prova indefettibilmente che, senza pendolari, i treni per i pendolari viaggerebbero davvero meglio. CVD, direbbe un matematico: Come Volevasi Dimostrare.

Lettere dai pendolari: Il posto del capotreno (10/5/2010)

Sono uno studente pendolare sulla tratta Piacenza - Milano. Volevo segnalare l'episodio avvenuto lo scorso 27 aprile sul treno R2283, in partenza alle 17.20 da Milano Centrale e diretto a Bologna. All'arrivo del treno a Lambrate ci siamo accorti che la carrozza di testa (una 1° classe declassata) era chiusa e sulle porte era apposto il cartello "fuori servizio". Oltre alla solita mancanza di carrozze c'era quindi anche l'impossibilità di accedere ad una di esse. Dopo essere saliti su una carrozza vicina abbiamo notato che il controllore aveva preso possesso di uno scompartimento di 3 posti mettendo la sua valigia e dei fogli di carta su quei 3 sedili e apponendo il cartello "compartimento di servizio destinato al capotreno".
Dalla partenza da Lambrate il controllore non è più riuscito a raggiungere il suo posto data la quantità di persone stipate nella carrozza. Alla richiesta di spiegazioni sul motivo della carrozza chiusa ha risposto dicendo che le porte erano guaste e non c'erano le condizioni per viaggiare in sicurezza, dopodiché ha aggiunto in tono molto saccente: "Sapevo già che qualcuno si sarebbe lamentato di questo". Arrivati a Lodi finalmente gran parte delle persone ha trovato posto. Nei posti destinati al controllore, che non era riuscito a raggiungere, si erano sedute due persone e rimaneva disponibile soltanto il posto occupato dalla sua valigia. Dopo aver dato il segnale di partenza da Lodi il controllore si è diretto verso gli occupanti di quei posti dicendo per ben due volte ai viaggiatori "dovreste lasciarmi il posto", indicando il cartellino attaccato alla parete. Non ha nemmeno pensato di spostare la sua valigia nell'apposito spazio (alla faccia dell'odiosa vocina metallica che continuava a ripetere questo avviso), ma ha preteso di far alzare uno dei due sfortunati che si erano seduti in quel posto. Cosa ci possiamo fare?

nostro commento
       
Ci risulta che il regolamento FS dia diritto al capotreno di occupare per sé uno scompartimento (ovvero 3 o 4 posti) in caso non sia agibile lo spazio a lui riservato. Il controllore aveva quindi il diritto, anche se non l’obbligo, di richiedere per se tutti quei posti. Capita spesso di vedere viaggiatori in piedi e posti a sedere occupati dalla borsa o dai fogli del controllore, purtroppo questo è il regolamento FS.
Il controllore però, a nostro avviso, avrebbe potuto aprire la carrozza chiusa, presidiando una delle uscite (quindi aprendo e chiudendo ogni volta con la sua chiave una porta di quella carrozza e mantenendo chiuse le altre). Questo è ciò che fanno molti suoi colleghi in situazioni simili proprio per garantire la sicurezza dei viaggiatori ed evitare che le persone restino stipate, com’è accaduto quel giorno, anche nei passaggi d’intercomunicazione fra le varie carrozze, condizione questa vietata dal regolamento ferroviario. Invece quel capotreno, una volta arrivati a Piacenza, alla domanda "Perché non ha presidiato la carrozza con le porte guaste aprendole manualmente?", ha preferito girare la testa da un’altra parte e non rispondere.

Il servizio pubblico ferroviario e la tutela degli utenti (1/5/2010)

Segnaliamo questo interessante documento preparato dall'avv. Umberto Fantigrossi (file PDF 1.3Mb)

Linea Piacenza – Milano: un campo minato per i pendolari (26/4/2010)

23 aprile 2010, uno sciopero di 24 ore del personale FS dell’Emilia-Romagna e della Toscana blocca buona parte della circolazione sulle nostre linee. Scatta il cosiddetto servizio minimo garantito che però in questo caso crea più problemi di quanti ne risolva. Sebbene lo sciopero sia emiliano ad essere soppressi sono, stranamente, anche alcuni treni in carico alla Lombardia, come il R20424 delle 7.38 che ferma in tutte le stazioni tra Piacenza e Milano. Per supplire alla soppressione di quel treno le ferrovie pensano bene di trasferire tutte le sue fermate sull’unico treno regionale emiliano garantito a quell’ora: l’R2912 delle 7.35 per Milano. Con tutte quelle fermate l’R2912 arriverà a Milano con 35’ di ritardo. Siamo al paradosso: per la soppressione di un treno lombardo che non centrava con lo sciopero ne fa le spese l’unico treno emiliano garantito a quell’ora. Ricordiamo infatti che il successivo R2274 delle 8.04 per Milano, che dal 2006 non è più un treno garantito, è stato soppresso lasciando a spasso centinaia di viaggiatori diretti a Rogoredo e Lambrate. Sarebbe invece più logico che fosse l’ultimo treno della fascia ad effettuare quel servizio.
Con le fermate al 7.35 le ferrovie non si sono affatto preoccupate, come invece fanno per altri treni, del disservizio che avrebbero creato a chi lo utilizza abitualmente. Una soluzione poteva essere quella di aggiungere solo la fermata di S. Stefano e lasciare che a Codogno fosse il successivo treno della Lombardia a coprire il servizio nelle restanti stazioni.

E’ invece toccato ai tanti pendolari piacentini del 7.35 diretti a Milano (o almeno a quelli che non si erano rassegnati a fare tutte le fermate) dover scendere alla successiva stazione di Codogno per attendere il treno lombardo R2648 in arrivo da Mantova, anch’esso diretto a Milano, che però non effettua alcuna fermata intermedia.
Ormai viaggiare in treno sulla Piacenza-Milano è diventato come attraversare un campo minato, servono le stesse due cose: una mappa per sapere dove cambiare direzione (o treno) e tantissima fortuna.
Per andare o tornare da Milano i trasbordi a Codogno, Lodi, Rogoredo o Centrale sono ormai una consuetudine.

Torniamo al nostro viaggio. Il treno in arrivo da Mantova era composto da ben 10 carrozze. Sui treni dell’Emilia Romagna 10 carrozze non si vedono più dal dicembre 2009. Alcuni ferroviari però ci hanno detto che anche i nostri treni (come l’R2285 delle 18.20 da Milano) per contratto dovrebbero averne 10, contro le 5 -7 abituali che ci obbligano a viaggiare ammucchiati come i tonni durante la mattanza. Sul Mantova invece, nonostante i piacentini supplementari, c’era posto a sedere per tutti. La stessa identica cosa si è ripetuta al ritorno, quando i piacentini hanno dovuto prendere il lungo e capiente treno lombardo R2661 per Mantova, e fare il solito cambio a Codogno causa soppressione per sciopero dello striminzito treno emiliano R2283.

Queste semplici osservazioni sulle carrozze che sono sparite dai treni emiliani portano a chiedersi se il Sig. Vasco Errani, neoeletto presidente della regione Emilia Romagna, sappia quante carrozze paga con il contratto di servizio e quante le ferrovie ne offrano realmente ai viaggiatori. Probabilmente non lo sa, visto che ha di nuovo sentito il bisogno di affidare l’assessorato ai trasporti della Regione alla stessa persona che da dieci anni sta aiutando le ferrovie a massacrare il nostro servizio ferroviario. Persona che, a dispetto del diploma in ragioneria che possiede, riesce a spendere sempre più soldi pubblici per avere un servizio di treni sempre più lenti e meno capienti, dando la possibilità alle ferrovie di affermare artificiosamente che i ritardi sono diminuiti e quindi di pagare meno penali. Per fare un esempio lo scorso 22 aprile il treno R 2283 (17.20 da MI per BO) a Piacenza e Fiorenzuola aveva accumulato ritardi per rispettivi 15 e 20 minuti, ma data la percorrenza lentissima è comunque arrivato puntuale a Bologna. Quindi i disagi dei piacentini di quel giorno per FS e Regione non esistono dato che a Bologna il treno era in orario.

Per quanto ci è dato di sapere il contratto di servizio non prevede una penale esattamente proporzionale al numero di carrozze mancanti. Chissà se Errani ci sa dire a quanto ammontano le penali per mancanza di carrozze che le ferrovie dovranno pagare alla Regione per i primi quattro mesi del 2010. Periodo in cui tantissimi treni emiliani diretti a Milano hanno viaggiato con un numero di carrozze ridicolo.

Chissà infine cosa staranno facendo quei politici che un paio di mesi or sono erano venuti a manifestare il loro interesse per le problematiche dei pendolari. Ci dissero che quello era solo il primo passo in aiuto dei pendolari piacentini e non l’effetto della campagna elettorale. A loro avevamo spiegato i danni che quell’assessore ai trasporti aveva arrecato al servizio ferroviario, chiedendo pubblicamente, come punto irrinunciabile, di non sostenere una maggioranza che lo avesse ricandidato. Ci sembra invece di capire che è bastata una poltroncina di palazzo per appianare ogni eventuale riluttanza.

Lettere dai pendolari: le torture quotidiane per i pendolari (26/4/2010)

Sono una pendolare che per motivi di lavoro viaggia in diverse fasce orarie sulla linea Piacenza - Milano. Voglio segnalare che negli ultimi mesi è diventato impossibile trovare posto in treno, sia a sedere che in piedi. Il fenomeno sta assumendo proporzioni enormi con treni che viaggiano ormai spesso con solo 5 carrozze. Il 20 aprile scorso ho preso il treno delle 11.50 per Milano, a quell'ora pensavo di trovar posto senza problemi, invece con solo quattro carrozze di 2° classe m’è toccato restare in piedi, insieme a molti altri viaggiatori. Sabato scorso ho preso il treno delle 13.34 a Rogoredo, anche lui composto da quattro carrozze di 2° classe e una di 1°. Sebbene fosse sabato il treno è arrivato alla stazione di Rogoredo già con le persone stipate nei corridoi. Lo stesso avviene nelle fasce pendolari, con i treni da Rogoredo come il17.32, il 18.34, il 19.29 che viaggiano con le persone fin sui predellini di metallo, o quelli da Piacenza delle 7.08 e 8.04. Questa situazione va avanti da almeno tre mesi. Che fine hanno fatto i treni di 12-13 carrozze che c’erano un tempo? Quando chiedo qualcosa al controllore mi viene detto che per Trenitalia è accettabile che i viaggiatori rimangano in piedi per tratte di poche decine di chilometri come tra Milano e Lodi o Piacenza. Per me che subisco questo disagio però questa condizione non è per niente accettabile.

In questa stagione ci sono anche altri fastidi. Di mattina la temperatura è bassa e se il riscaldamento è rotto, come a volte accade, si patisce il freddo. La sera invece nei giorni più caldi e affollati si comincia a sudare perché i finestrini sono bloccati e il condizionamento è guasto.

All'arrivo a Piacenza mi tocca anche fare i conti la coda che si forma per uscire dalla stazione. Tutta colpa di una strettoia che le ferrovie hanno messo senza alcun motivo da qualche anno e di cui tutti sembrano essersi dimenticati. Mi ha detto una collega che un problema simile c’è anche all’arrivo alla stazione di Parma. Lì, a causa dei lavori di ristrutturazione, bisogna aspettare diversi minuti prima di poter imboccare il sottopassaggio per uscire dalla stazione.

Insomma viaggiare in treno è diventato uno schifo. Com'è possibile che le ferrovie continuino a trattarci in questo modo? Dove sono finite le nostre amministrazioni comunali, provinciali e regionali che dicono di stare dalla parte dei pendolari?

Le questioni aperte con Comune e Provincia (26/4/2010)

Oltre alle problematiche con le ferrovie restano aperte anche alcune questioni locali. Un problema molto sentito è quello del carente numero di posti auto nel parcheggio di via dei Pisoni. Da alcuni mesi stiamo chiedendo un incontro col Comune per trovare una soluzione almeno temporanea a quella situazione. Un rappresentante del Comune ci aveva proposto di destinare temporaneamente a parcheggio una parte della vicina area in carico alla società Tempi. Purtroppo nonostante le nostre ripetute richieste non abbiamo ricevuto alcuna convocazione. Ci siamo quindi permessi di utilizzare questa rubrica per pubblicizzare una soluzione che almeno temporaneamente potrebbe aumentare il numero di posti auto nel parcheggio di via dei Pisoni. Partendo da una mappa di quell'area consegnatoci dall’amministrazione comunale, e facendo riferimento esclusivamente alle aree in carico alla società Tempi, abbiamo riorganizzato i posti auto già presenti nella versione originale. Pensiamo che questo progetto (file jpg 50Kb), sebbene artigianale, possa fornire un valido spunto per l'incontro con i rappresentanti comunali.

Anche sul fronte Provincia sono aperte alcune questioni. La più importante è quella sul miglioramento del servizio ferroviario. Lo scorso dicembre la Provincia si era fatta carico di sostenere nei confronti di Regione e delle ferrovie alcune richieste che come ben sappiamo non sono state accolte. In vista del prossimo cambio d'orario di metà giugno sarebbe opportuno rinnovare con vigore quelle richieste. E’ anche necessario che la Provincia chieda al più presto alla regione Emilia-Romagna le bozze del nuovo orario ferroviario che le ferrovie stanno preparando. Ricordiamo che la Provincia ha diritto ad avere le bozze del nuovo orario, questo consente agli amministratori e ai pendolari di poter prendere visione per tempo delle modifiche e quindi preparare eventuali osservazioni.

Resta infine l'annosa questione dell'azione legale che Provincia e Comune avevano iniziato più di un anno fa con una diffida ad adempiere rivolta alle ferrovie. I termini della diffida sono ampiamente scaduti e noi pendolari aspettiamo con ansia gli sviluppi legali che dovrebbero sancire il diritto dei viaggiatori piacentini di poter transitare coi nostri treni sulla tratta ad alta velocità.

Tutto sul Mese gratuito per gli abbonamenti ferroviari (20/4/2010)

Da anni la nostra associazione, assieme alle migliaia di viaggiatori pendolari piacentini, chiede che il 100% delle penali pagate da Trenitalia venga restituito direttamente ai viaggiatori. Purtroppo ad oggi solo il 50% ci viene restituito. E' il segno che resta ancora molto da fare, ma anche la prova che con le continue proteste e con le pesanti cause a Regione e Trenitalia si può ottenere quanto ci è dovuto.

A maggio 2010 i pendolari potranno utilizzare un mese gratuito a (molto) parziale risarcimento dei disagi subiti. Per sapere chi ne può usufruire e come ottenerlo potete scaricare i dettagli da questo documento (PDF 60Kb) estratto delle informazioni ricevute.

Per chi ha un abbonamento annuale ricordiamo che la richiesta di prolungamento di un mese deve essere fatta entro e non oltre il 30 giugno prossimo.

Dove finisce il buon senso (12/4/2010)

Giovedì 8 aprile, stazione di Milano Lambrate, il treno R2285 per Bologna è annunciato con 10’ di ritardo. Brutto segno, quando inizia con 10’ anziché 5’ il ritardo è destinato a crescere. Passano infatti i 10’ e del treno non c’è nessuna traccia; solo dopo un po’ il ritardo viene aggiornato a 20’. Anche quella scadenza però non viene rispettata. Il 2285, in ritardo sul ritardo previsto, si presenta alcuni minuti dopo composto solo da sette carrozze. Come prevedibile molti restano in piedi, beffati due volte, dal ritardo e dalla mancanza di posti. Chiedo lumi al controllore che con molta gentilezza mi spiega che il ritardo è dovuto al tardivo piazzamento del materiale alla stazione di Milano centrale, causa l’eccessivo traffico ferroviario. Se quel treno non parte subito, ci spiega il capotreno, è costretto ad attendere la partenza di altri treni, fintanto che non viene accodato all’EScity delle 18.35 per Ancona.
Chiedo come sia possibile che molti dei ritardi siano causati da problemi nel piazzamento, visto che anche il posizionamento dei treni nelle stazioni viene studiato e pianificato da ferrovieri con esperienza che lavorano con simulazioni al computer per risolvere i conflitti di circolazione. La risposta è che il traffico è talmente congestionato che è comunque impossibile rispettare i tempi previsti. I casi sono due, o la movimentazione dei convogli viene gestita “alla carlona”, oppure tutto il costoso lavoro di pianificazione che viene rifatto per ogni nuovo orario non è attendibile.
Sembra comunque che nessuno abbia intenzione di risolvere il problema del piazzamento del materiale rotabile a Milano centrale, visto che ogni anno si ripresentano le stesse difficoltà, causa di molti ritardi e disservizi.

Il controllore mi dice anche che, nonostante il ritardo nel piazzamento, il personale del treno con un grosso impegno era comunque riuscito a renderlo pronto per la partenza entro l’ora prevista, le 18.20. Purtroppo il dirigente di controllo del traffico non ha autorizzato la partenza, vanificando così lo sforzo del personale. Probabilmente pensava che il treno non sarebbe stato pronto in tempo, o forse i treni dell’Emilia Romagna, come il 2285, a Milano sono considerati treni di serie B. Così, seppur pronto, il treno è stato mantenuto fermo per oltre 20’ alla stazione di Milano centrale.

Le assurdità non sono finite. Arrivati in ritardo alla fermata di Lodi il treno è stato messo in sosta sul primo binario per lasciar passare il regionale diretto a Mantova, che in quella stazione non ferma. Che strano, quando sono i treni emiliani a trovarsi davanti un treno della Lombardia in ritardo vengono tenuti dietro senza pietà. Quante volte ci siamo fermati fuori dalle stazioni di Secugnago, Casalpusterlengo, Codogno, nella vana speranza di poter superare un regionale che ci stava davanti? Una sola spiegazione sorge spontanea: il sorpasso dei treni nella tratta in questione viene deciso a Milano che evidentemente, come avviene da anni, tende a privilegiare i treni della propria regione.
Grazie a quest'ultimo regalino il ritardo a Piacenza è stato superiore a 30’, per un treno che a Milano centrale, all’ora prestabilita, era regolarmente pronto a partire.

Concludo con la frase, ancora attualissima, usata da un vecchio ferroviere che negli anni ‘70 addestrava i giovani controllori:
”Dove finisce il buon senso inizia la ferrovia”.

Come sapere che fine faranno gli EScity in estate (12/4/2010)

Alcuni pendolari ci hanno chiesto che fine faranno i servizi EScity con la prossima estate. Segnaliamo un interessante sito che dice il periodo in cui resta in vigore il treno: http://www.e656.net/orario/treno/9825.html
NOTA: al posto di 9825 va inserito il numero dell'EScity che interessa.

Alcuni esempi:
ES 9802   08:24 PIACENZA    09:10 MI C.LE
Si effettua dal 14/12/2009 al 11/12/2010 sempre.
E' soppresso dal 13/06/2010 al 12/09/2010 il Sabato, nei festivi

ES 9825   18:35 MI C.LE    19:20 PIACENZA    
Si effettua dal 13/12/2009 al 11/12/2010 sempre

Lettere dai pendolari: Immotivata ingiunzione di pagamento (12/4/2010)

Sono stata pendolare per ben 5 anni dal 2003 al 2008 in quanto studentessa dell´Università Bocconi di Milano. Ora, lavorando in provincia di Parma, mi muovo in macchina e per fortuna evito i faticosi ed estenuanti viaggi con Trenitalia.
Qualche giorno fa mi è arrivata un´ingiunzione di pagamento di 50€ per una multa già pagata agli sportelli della stazione di Piacenza nel 2005.
Sono piuttosto fiduciosa che non dovrò pagare tale multa una seconda volta soltanto perché ho tenuto fino ad oggi la ricevuta di pagamento. Presto mio padre andrà in stazione e spero di non avere ulteriori sorprese!
Ci tenevo però a segnalarvi l´accaduto in quanto la ritengo davvero una cosa indecorosa e una delle tante prese per i fondelli attuate da Trenitalia.
Avrei voluto anche fare un reclamo sul sito di Trenitalia, ma quest´ultimo mi permetteva di segnalare soltanto fatti accaduti dal 2009 ad oggi...ulteriore beffa!

Nostro commento

E’ davvero odioso vedere come alcune grandi società o enti possano permettersi di torturare i cittadini con arbitrarie ingiunzioni di pagamento. Questo avviene perché, a quanto ci risulta, non esistono penali per chi si permette di chiedere il pagamento di una somma non dovuta. L’unica strada a disposizione del cittadino è quella giudiziaria; ma chi avvierebbe una causa per chiedere il rimborso per la perdita di tempo e per il disagio arrecato da un’illegittima richiesta? Per chi chiede i soldi due volte invece c’è solo l’opportunità di estorcere denaro alle persone; nel peggiore dei casi si spedisce una lettera di scuse. Al contrario, chi deve dimostrare di aver già versato la somma, ha l’obbligo di conservare la documentazione dell'avvenuto versamento, perde tempo per cercarla e ripresentarla, vive con la preoccupazione di vedersi arrivare un’ingiunzione.
Se vi fossero severe sanzioni automatiche verso chi richiede ingiustamente una somma già pagata si combatterebbe in maniera molto più efficace lo spudorato parassitismo di tanta burocrazia.

L’immagine prima di tutto (12/4/2010)

"L'immagine prima di tutto". Sembrerebbe il solito motto caro alle nostre ferrovie, ma l’invasione di grandi monitor nelle stazioni ferroviarie questa volta ha una altro significato. Non si tratta di schermi per la segnalazione delle informazioni ai viaggiatori, ma di monitor per trasmettere la pubblicità. A differenza di quelli per la clientela questi sono molto più ampi, ben visibili e disseminati ovunque nelle stazioni. In certi casi, come nel secondo sottopassaggio alla stazione di Piacenza, si è addirittura spostato in un angolo il monitor per le informazioni ferroviarie per far posto a quello della pubblicità (50Kb). Oltretutto questi monitor trasmettono in continuazione anche l’audio degli annunci pubblicitari, rendendo fastidiosa la sosta nelle loro vicinanze.
Con i proventi di tanta pubblicità ci si aspetterebbe che le informazioni in stazione fossero debitamente segnalate, invece avviene proprio il contrario. La prima cosa che si nota è che, a differenza dei monitor pubblicitari, molti di quelli per la segnalazione ai passeggeri sono ad altezza uomo, quindi alla portata dei vandali. Su quei piccoli monitor nessuno ha pensato di visualizzare, oltre agli elenchi degli orari di partenza e arrivo dei treni, anche un’informazione altrettanto importante come l’ora attuale. Ammesso che FS sia in grado di conoscerla, visto che gli orologi nelle sue stazioni possono arrivare ad accumulare errori in anticipo o in ritardo di oltre 2 minuti rispetto all'ora reale.

Vediamo ora un caso emblematico come la stazione di Milano Lambrate. Nella prima metà del 2009 molti monitor del sottopasso centrale erano non funzionanti. Finalmente dopo molti mesi, a settembre 2009, quei monitor sono stati sostituiti, ma incredibilmente su quelli nuovi non è stato montato il consueto vetro protettivo (esempio di monitor con schermo protettivo), lasciando così colpevolmente scoperto l'intero pannello a cristalli liquidi. Con una sorprendente sincronia, a pochi giorni dalla sostituzione tutti i pannelli senza il vetro protettivi sono stati danneggiati resi inservibili. Quasi come se qualcuno avesse aspettato di proposito la fine dei lavori. Ci chiediamo chi abbia autorizzato la messa in funzione di pannelli senza il vetro protettivo e se questi lavori malfatti siano stati pagati dalle ferrovie. Vorremmo sapere se i dirigenti di Lambrate, dai loro blindati uffici ai piani alti della stazione (inaccessibili al pubblico per qualsiasi forma di segnalazione), si sono accorti dell'assenza dei vetri protettivi e del successivo danneggiamento, visto che da settembre 2009 i nuovi monitor giacciono ancora danneggiati nel sottopassaggio. Chi pagherà per questo errore che da mesi sta causando un disservizio a centinaia di persone che accedono a quel sottopassaggio?

Noi pensiamo che a pagare debbano essere le ferrovie. Per questo, in risposta alla solita logica ferroviaria che punta all'accaparramento di denaro a discapito del servizio per i viaggiatori, la nostra associazione ha presentato una forma di protesta contro le pubblicità esposte o distribuite nelle stazioni e sui treni. I pendolari saranno invitati a non acquistare i beni e i servizi reclamizzati in quei luoghi.

Lettere dai pendolari: Come combattere i disservizi (12/4/2010)

Ciao a tutti; anch'io sono una pendolare che si fa ogni giorno Piacenza - Milano. Non so più cosa fare: treni sempre in ritardo, sporchi, 9 volte su 10 si viaggia in piedi, ecc.... E l'abbonamento aumenta! Ho mandato centinaia di lettere di protesta con insulti a tutte le sedi delle FS, ma non cambia nulla! Perché non ci si organizza e non si paga più l'abbonamento?! Per legge si paga un servizio se il servizio viene dato: nel caso FS non mi pare ci sia quel gran servizio! Se dovessimo pagare in base al servizio ricevuto, dovremmo pagare un terzo della cifra attuale! Si può fare qualcosa tutti insieme? Trovare alternative, tipo linee bus sostitutive, ecc?
Grazie per l'attenzione

Elezioni consiglio direttivo (12/4/2010)

Il giorno 8 aprile si è svolta l'assemblea annuale che ha eletto i seguenti 15 consiglieri: Ettore Fittavolini, Nunzio Malpeli, Alessandro Daffra, Umberto Turini, Maria Paola Canepari, Mauro Trespidi, Emanuele Zanotti, Giancarlo Vecchi, Franco Parisi, Anna Solimando, Federica Albini, Massimiliano Lazzarotti, Andrea Rigolli, Lorenzo Groppi, Franco Trespidi.

Nuova viabilità in Piazzale Marconi (6/4/2010)

Il Comune ci informa del cambiamento della viabilità in P.le Marconi a seguito della nuova sistemazione di quell'area.
Ecco come sarà la nuova circolazione.
Abbiamo già ampiamente espresso la nostra contrarietà a quest'opera realizzata solo per utilizzare soldi pubblici. Non resta che augurarvi buona fortuna!

Anche i fulmini sono classisti? Energia elettrica per i Frecciarossa e blocco di 2 ore per gli altri treni (6/4/2010)

Confermiamo in toto quanto scritto dai colleghi pendolari della linea di Genova.
Una situazione vergognosa, quella verificatasi ieri sera alla stazione Centrale di Milano, ove i passeggeri di serie B, i famosi peones della rotaia, ovvero il 95% del viaggiante giornaliero sulle scassate FS, sono stati lasciati allo sbando, con informazioni carenti, lacunose o del tutto inesistenti.
Il sottoscritto, insieme a tanti altri pendolari piacentini, era salito sull’ES City 9825 delle 18,35 direzione Ancona.
Ci siamo accorti che il treno non partiva, e scesi per chiedere a qualche omino vestito di verde come mai, abbiamo visto spuntare un avviso sul tabellone in testa al binario che recitava 20 minuti di ritardo, diventati quasi subito 40.
Il tutto nella più totale disinformazione, solo un annuncio semiautomatico diffuso con il solito ritardo dagli altoparlanti di stazione segnalava una fantomatico guasto alla linea elettrica tra Milano Centrale e Lambrate.
Naturalmente non specificando alcunché circa la possibilità di usufruire di treni regionali diretti a Piacenza, originati da altre stazioni quali ad esempio Milano Porta Garibaldi, mentre i viaggiatori occasionali non sapevano a quale santo rivolgersi, se diretti ad una qualsiasi delle città emiliane sulla tratta oltre la nostra.
Un specie di capotreno (?) materializzatosi all’improvviso sul binario, segnalava che il guasto non coinvolgeva i binari dall’1 al 13 ( ma sarà stato poi vero, dato che treni per Torino e Venezia non ne venivano annunciati in partenza ?) e dichiarava che non appena ricevuto il segnale verde, il treno sarebbe partito !
Nel frattempo venivano immotivatamente cancellati i treni regionali diretti a Bologna, il 2285 delle 18,20 ed il 2287 delle 19,15 (quest’ultimo soppresso sempre immotivatamente anche la sera prima, per cui il sottoscritto di nuovo insieme ad altri supersfigati era dovuto correre al metro’, arrivare a Rogoredo e prendere il primo regionale disponibile alle ore 19,37, treno lumaca che ferma in tutte le stazioni, e vedersi depositato alle 20,50 in stazione a Piacenza).
Ancora peggio per i pendolari di Mantova, in quanto l’unico treno disponibile per loro, quello delle 18,50, veniva anch’esso cancellato.
L’unico treno disponibile era quindi il nostro.
Alcuni temerari sceglievano di nuovo la via del metrò e di Rogoredo, mentre altri, sottoscritto compreso, fiduciosi con riserva delle parole del ferroviere, rimanevano in attesa, mentre si vedevano partire i Frecciarossa in orario.
Questo “ appena ci danno il verde partiamo “ è diventato alla fine un ritardo di 90 minuti, per cui abbiamo lasciato alle ore 20,05 da Milano Centrale, arrivando a Piacenza alle 20,50.
Con la comica di vedere nella nostra stazione il reg. 2285 per Bologna dato a tabellone con 115 minuti di ritardo: ma non era stato soppresso ???

Questa situazione vergognosa delle continue soppressioni, e la totale mancanza di informazioni sta sfinendo la nostra pazienza.
Evidentemente l’assessore (ex ormai ? lo speriamo vivamente) regionale ai trasporti in questo periodo era così impegnato a declamare in campagna elettorale le qualità (!!!) del servizio ferroviario emiliano da non accorgersi che da almeno 1 settimana i regionali da Parma e Bologna partono ed arrivano con 6/7 carrozze massimo, di cui magari 1 fuori servizio, e senza carrozze di 1° classe, oppure quando ci sono vengono declassate, privando i regolari possessori di abbonamenti e di biglietti di usufruire di un servizio (si fa per dire…) per il quale pagano profumatamente in anticipo !!!
Che dire poi dei colleghi pendolari di Cadeo, che alla mattina hanno il treno per andare al lavorare, ma alla sera devono arrivare a Fiorenzuola e farsi venire a prendere perché di regionali che fermano a Cadeo non ce ne sono ?
O del fatto che da Milano Centrale in pieno orario pendolare ci sono clamorosi buchi di orario, ovvero tra le 17,40 e le 18,20 e dalle 18,35 alle 19,15 non parte nessun treno diretto a Piacenza !!!!
Chiedo formalmente con la presente che i fenomeni delle FS addetti a sparare così solertemente bufale ai media, ovvero il Minzolini de noantri di Roma, e la Coppa da Bologna (il noto salume piacentino si scusa per l’ononimia ) ci spieghino il perché delle soppressioni con parole vere, se ne sono capaci, e non con le solite panzane.
Se poi sono così fiduciosi di vedere ribaltate in appello le sentenze sul danno esistenziale (quelli sopra citati che cosa sono ????) così come dichiarato, che si augurino di non avere a bordo dei loro maleodoranti convogli i giudici di tale grado di giudizio.

Se proprio potete farne a meno, non viaggiate in treno!

Lettere dai pendolari: Diario di un pendolare 8a puntata (6/4/2010)

Mercoledì 31 marzo:

Servono poche parole per descrivere le performance negative degli ES*9825 e ES*9823 (FRECCIABIANCA) sui quali ho viaggiato rispettivamente lunedì e martedì sera: questi treni prevedono un tempo di percorrenza di 45 minuti, da Milano centrale a Piacenza, senza fermate intermedie!

Dal mio punto di vista 45 minuti sono già tantissimi per “coprire” la tratta (72 km); se poi aggiungo che, sia ieri che l’altro ieri, a Piacenza, hanno “accusato” entrambi 10 minuti di ritardo, cadiamo ancora una volta dalla padella nella brace! Semplicemente inaccettabile, in primis, perché per usufruire di questo “OTTIMO servizio” gli abbonati devono sborsare la somma di 110 euro, anticipatamente. Per non parlare poi di chi viaggia occasionalmente che deve sborsare per il singolo viaggio 16,5 Euro!! Cose dell’altro mondo!

Elezioni consiglio direttivo (5/4/2010)

Ricordiamo che fino a tutto martedì 6 aprile è possibile votare via Internet i candidati per il nuovo consiglio direttivo dell'associazione.

I candidati sono i seguenti: Ettore Fittavolini, Nunzio Malpeli, Alessandro Daffra, Umberto Turini, Maria Paola Canepari, Mauro Trespidi, Emanuele Zanotti, Giancarlo Vecchi, Franco Parisi, Anna Solimando, Federica Albini, Massimiliano Lazzarotti, Andrea Rigolli, Lorenzo Groppi, Franco Trespidi.

E' anche possibile votarli partecipando all'assemblea annuale che si terrà giovedì 8 aprile alle ore 21 presso la sede dell'associazione in piazzale Marconi 32A. Durante l'assemblea sarà anche illustrato il bilancio consuntivo 2009 dell'associazione e presentato il bilancio preventivo 2010. Saranno discusse le tematiche di rilievo del pendolarismo ed ascoltate le proposte e i suggerimenti dei presenti.

Invitiamo tutti a partecipare.

Lettere dai pendolari: Disservizi Piacenza-Milano (5/4/2010)

Un pendolare ci fornisce il dettagliato elenco dei disservizi del mese di marzo.

Disservizi PC-MI marzo 2010 (file PDF 12Kb)

Odissea dei pendolari di Fiorenzuola (30/3/2010)

Ennesima odissea hanno dovuto sopportare i pendolari del nord Italia ed in particolare,come sempre succede,quelli della provincia di Piacenza,ieri 30 marzo a seguito di un guasto alla stazione Centrale di Milano:è mancata la corrente elettrica nei binari dal 10 al 24 della stazione bloccando la partenza della maggior parte dei treni e condizionando negativamente anche quelli in arrivo.
Arrivati come al solito in stazione verso le 18,00 per prendere il 2285 delle 18,20 per Bologna e, malgrado la consueta scarsissima informazione,ci siamo resi conto quasi subito che la situazione non si sarebbe risolta in breve tempo, per cui abbiamo deciso di andare alla stazione di Milano Lambrate per prendere il regionale 20409 delle 18,50 per Piacenza.
Arrivati a Lodi in orario alle 19,25 il capo treno su richiesta di pochi pendolari lombardi,viene chiamato nella sala di controllo della stazione e gli viene comunicato che il suo treno farà fermate straordinarie a Secugnago ed a Codogno:totale il treno parte con 8 ' di ritardo. Siccome l'orario previsto di arrivo a Piacenza del 20409 è alle 19,53 ed alle 19,52 parte da Piacenza il regionale 3973 per Rimini, decido di chiamare il dirigente di Trenitalia Emilia dott.Minonne per chiedergli se poteva far aspettare il 3973 alcuni minuti per darci la possibilità di arrivare a destinazione senza ulteriori ritardi:dopo vari tentennamenti a amene scuse,mi dice che farà presente il nostro problema ma che non avrebbe assolutamente garantito nulla.
Con le due fermate straordinarie dove peraltro scendono si e no una ventina di persone,il 20409 arriva a Piacenza anziché alle 19,53, alle 20,01: risultato è che il 3973 non ci ha aspettato ed abbiamo dovuto aspettare a Piacenza il 2287 alle 19,40 con 30' di ritardo potendo così arrivare finalmente in quel di Fiorenzuola alle 21,01.
Risultato finale:uscito dall'ufficio alle 17,40,arrivato a casa alle 21,20,cioè 220' per fare 96 km di ferrovia per un velocità media di 24 km/h. Credo che se fossi andato a cavallo come facevano nel 19° secolo ci avrei messo lo stesso tempo; e poi parlano di alta velocità.
Ma il punto che voglio sottolineare è un altro e sicuramente più importante.
Le associazioni pendolari della Valdarda e di Piacenza sono anni che vanno dicendo a tutti che in Emilia Romagna manca un interlocutore di Trenitalia che si faccia carico, presso gli utenti e la stessa Trenitalia, dei problemi derivanti da eventi straordinari in modo da far impattare nel minor modo possibile sui pendolari, i disagi derivanti da tali eventi.
Perché quattro sparuti pendolari lombardi ottengono in 5/6 minuti delle fermate straordinarie in Lombardia ed invece un centinaio di pendolari piacentini non riescono ad ottenere di far aspettare una coincidenza di soli 8/9 minuti affinché non debbano perdere ulteriore tempo?
Ricordo fra l'altro che il treno per il quale si era chiesto di aspettare pochi minuti,il 3973, è un treno in carico alla regione Emilia Romagna, quindi pagato a Trenitalia con i soldi degli emiliani; ricordo anche che i lombardi ottengono fermate straordinarie, sul loro territorio,di treni sempre in carico alla regione Emilia Romagna,quindi pagati sempre dagli stessi emiliani.
Perché la Lombardia,pur con tutti i problemi che hanno con i treni,riescono comunque ad essere a fianco dei loro pendolari com'è giusto che sia e la nostra "amatissima" regione non ci riesce o non vuole?
Dov'è la Regione,dov'è la Provincia di Piacenza,dove sono i politici tutti che si fanno vivi con le associazioni pendolari solo quando ci sono le elezioni e promettono tutto e di più,salvo poi lentamente sparire nel nulla?
Perché la Regione Lombardia ed i suoi politici non si fanno vivi solo per le elezioni ma evidentemente restano presenti anche dopo?
Forse che noi piacentini in quanto frontalieri dobbiamo chiedere la scissione dall'Emilia e sperare di farci accogliere tra le loro
più sicure e protettive braccia?
Dove sono le forze dell'ordine quando sono evidenti i rischi di ordine pubblico e quotidianamente vengono superati i limiti di sicurezza dei viaggiatori?
Facciamo notare che la polizia è intervenuta per sospendere i campionati giovanili di nuoto a Cremona per motivi di sicurezza e c'è un indagine penale aperta:non è ora che qualche Procuratore si interessi anche a Trenitalia?
Le associazioni pendolari della Valdarda e di Piacenza che rappresentano migliaia di pendolari chiedono ed esigono che in Emilia si diano una svegliata e risolvano questo problema.
Basta con le promesse mancate.

Lettere dai pendolari: FS applica la par condicio meteorologica (30/3/2010)

Martedì 30 marzo 2010 ore 17.30, un temporale si abbatte su Milano. Dato che d'inverno ghiacciano gli scambi e d'estate si dilatano le rotaie non poteva mancare l'effetto speciale con la pioggia: sottopassi allagati alla stazione di Milano Lambrate e linea elettrica “temporaneamente” fuori servizio tra Milano centrale e Lambrate. A Lambrate il treno R 2285 delle 18.27 per Bologna è annunciato con 15’ di ritardo, una bazzecola, poteva andare molto peggio. Sta per partire il regionale 20433 delle 18.25, ma nessuno vi presta attenzione perché fermerà in tutte le stazioni e conviene quindi aspettare il Bologna. Con incredibile tempismo, che le FS non ci fanno mai mancare in queste occasioni, un minuto dopo la partenza del 18.25 viene annunciato che il 2285 arriverà con 30’ di ritardo. La situazione si complica. Nel frattempo l'altoparlante continua ad informare i viaggiatori che si tratta di un guasto temporaneo ed infatti negli stessi istanti un bel treno Freccia Rossa attraversa la stazione in direzione Bologna. Segno che per qualche fortunato il guasto alla linea non ha avuto le stesse conseguenze. Alle 18.45 nessuna novità sui ritardi, a questo punto, per evitare di essere fatto fesso due volte non aspetto lo scadere dei 30’ per vedere se il treno 2285 arriverà e salgo sull’R20409 in partenza le 18.50 dal Lambrate. Posso considerarmi fortunato, gli sventurati che si trovano in centrale non hanno nemmeno quello. Arrivati puntuali alla stazione di Lodi il treno 20409 resta fermo una decina di minuti. Sul marciapiede nessun controllore, e nessuno annuncio dall'altoparlante. Finalmente, con molto ritardo, una voce annuncia che il treno fermerà anche a Secugnago e Codogno. Ci sono voluti 10 minuti per completare la procedura per l'assegnazione delle due nuove fermate. Anche questa è una misura dell'efficienza del sistema ferroviario, basato ancora su foglietti di carta firmati e scambiati a mano tra i vari addetti. Risultato: si perde più tempo ad autorizzare le due fermate aggiuntive che a farle. D'altronde cosa ci starebbero a fare i burocrati di nomina politica se non li si lasciasse liberi di “lavorare” e di “organizzare” l’altrui lavoro?

Poiché non si capisce il motivo di quelle due fermate aggiuntive e in particolare quale sia il treno che dobbiamo sostituire, alla stazione di Codogno decido di recarmi in testa al treno per chiedere lumi all’unico controllore/capotreno. Arrivo in testa al treno, dove l'avevo visto salire, e scopro che non c'è. C'è rimasta solo una porta che conduce alla cabina del macchinista, sulla quale però campeggia la scritta: “Vietato l'accesso ai viaggiatori”. Decido così di aspettare qualche minuto, non vorrei mai incappare in qualche sanzione. Solo quando il treno è già fermo alla stazione di Piacenza, dalla cabina di guida esce il controllore, mentre all’interno resta il macchinista. Chiedo al controllore il motivo delle due fermate aggiuntive: “non so”, mi risponde, “qualcuno aveva bisogno di scendere lì”. Quindi le fermate in FS Lombardia devono essere diventate a richiesta. La cosa che più mi preoccupa però è che i viaggiatori per una parte del viaggio sono rimasti abbandonati a se stessi. Cosa sarebbe successo se un viaggiatore avesse avuto un’urgenza? Sicuramente qualche capace manager avrà escogitato una procedura d’emergenza anche per questi casi. Non mi stupirei che ci fosse un modulo M257bis da ritirare in biglietteria previa presentazione del titolo di viaggio, da compilare in tute le sue parti, e da inserire sotto la porta chiusa dove è vietato l'accesso ai passeggeri. La procedura dovrebbe essere seguita alla lettera e bisognerebbe fare attenzione che durante detta operazione non si produca alcuna distrazione al macchinista, altrimenti ci sarebbe la multa di € 100 oltre al rimborso di € 500 per ogni minuto d’interruzione del pubblico servizio. Perché si sa, un treno che subisce 1 minuto di ritardo a causa dei viaggiatori crea un danno gravissimo alle ferrovie, soprattutto di immagine.
Alla fine però non mi posso lamentare, queste FS mi hanno portato a Piacenza con solo 50’ di ritardo rispetto al previsto. I poveri disgraziati che si trovavano in centrale forse si trovano ancora la visto che il treno R2285 a Piacenza è segnato, per ora, con soli 80’ di ritardo.

5 per mille (29/3/2010)

Informiamo i cittadini che è possibile destinare il 5 per mille dell'IRPEF alla nostra associazione fornendo il nostro codice fiscale 91060430336 durante la dichiarazione dei redditi. Ricordiamo che non costa nulla visto che quei soldi sarebbero comunque incassati dal fisco.

I soldi raccolti saranno utilizzati per il proseguimento delle decine di cause che la nostra associazione sta portando avanti contro le ferrovie per conto di altrettanti pendolari. Sebbene alcune di queste cause abbiano dato esito favorevole sappiamo che le ferrovie ricorreranno in appello e se necessario anche in cassazione. Per sostenere tutti i gradi di giudizio ci è quindi indispensabile disporre di adeguate risorse economiche che al momento non possediamo.

Ricordiamo che, per statuto, nessuno dei consiglieri dell'associazione riceve compensi e l'attività svolta per l'associazione è completamente gratuita.
Ricordiamo anche che chi destina il 5 per mille alla nostra associazione ha diritto ad ottenere gratuitamente la tessera di socio.

In questi giorni è stata avviata anche la campagna di tesseramento 2010, invitiamo tutti pendolari ad iscriversi alla nostra associazione sostenendoci con un'offerta libera.

Lettere dai pendolari: Linea Cadeo - Parma: viaggio senza ritorno (29/3/2010)

Siamo un gruppo di pendolari che per motivi di studio e lavoro viaggiano quotidianamente da Cadeo a Parma utilizzando per gli spostamenti il treno.
Con il nuovo orario di Trenitalia, entrato in vigore il 13 dicembre 2009, noi di Cadeo ci troviamo di fronte a notevoli disagi, anzi ad un solo grande disagio!
Per il mattino è stato riconfermato il solito treno diretto a Bologna che ferma a Cadeo alle 7.08 ma non abbiamo più nessun ritorno!

La cosa ci sembra abbastanza ridicola poiché paghiamo l’abbonamento mensile da Cadeo e ci troviamo costretti ad utilizzare un altro mezzo per rientrare a Cadeo con notevoli disagi dal punto di vista degli orari e coincidenze: questo grava notevolmente sui costi mensili che già sosteniamo per un servizio che Trenitalia non garantisce a fronte del pagamento mensile di 54 Euro per l’abbonamento Cadeo – Parma.

Quasi sempre siamo costretti a farci venire a prendere con l’automobile a Fiorenzuola da famigliari: questo è ridurre l’inquinamento? Se pensiamo che ricorriamo a blocchi della viabilità in città, a domeniche a piedi, ecc. perché non pensare di agevolare gli spostamenti dei pendolari, garantendo un treno anche al ritorno e nello stesso tempo avere meno auto che aumentano l’inquinamento sia sulla via Emilia che a Fiorenzuola? La soluzione noi pendolari l’abbiamo trovata, ora sta alle autorità competenti prendere l’iniziativa per rendere la vita più semplice a pendolari e studenti di Cadeo.

Come dare più soldi alle ferrovie e peggiorare il servizio (29/3/2010)

Diversi ferrovieri ci hanno informato che dallo scorso mese di ottobre è stato modificato il regolamento che definisce il numero massimo di carrozze che ogni controllore deve gestire. Il numero è passato da 6 a 8. Questa scelta dovrebbe ridurre il rischio di trovare carrozze chiuse per mancanza di personale. Va però precisato che le 8 carrozze controllate tornano ad essere 6 se ci sono problemi al sistema di controllo delle porte. Tutto quindi si basa sull’affidabilità di quel sistema.
Il nuovo regolamento comporta anche alcuni aspetti negativi che è bene analizzare.
In pochi anni si è passati dalle 13 carrozze imposte per contratto, alle 6 - 8 carrozze che oggi sono la regola sui nostri treni. L’effetto, oltre all’allarmante carenza di posti a sedere (ricordiamo che i treni sulla MI - BO hanno aumentato il numero di fermate, quindi verosimilmente anche il numero di passeggeri), è la drastica diminuzione del personale a disposizione dei viaggiatori. La scelta di affidare 8 carrozze ad un solo controllore sarà un freno alla costituzione di treni con più di 8 carrozze (fino allo scorso anno c’erano quelli da 10 carrozze), perché sarebbe necessaria la presenza di un secondo controllore, quindi maggiori costi, solo per qualche vagone in più. Otto carrozze affidate ad un solo controllore possono anche creare problemi alla circolazione dato che nelle stazioni situate in curva, come per esempio quelle di Lodi o Lambrate, il singolo controllore ha grosse difficoltà a verificare che alla partenza tutte le porte siano sgombre da passeggeri. Martedì 23 marzo il treno R2287 da Milano per Bologna è stato fermo oltre 5’ alla stazione di Lambrate perché il controllore non riusciva a trovare una posizione da cui vedere che tutte le porte fossero libere. Lo stesso controllore, dalla posizione in cui si trovava, non riusciva nemmeno a mostrare il segnale di partenza al macchinista che lo ha dovuto chiamare al telefono per sapere quando partire.
Considerando che da qualche tempo anche il numero dei macchinisti per ogni treno è stato dimezzato, si può presumere che le ferrovie abbiano drasticamente ridotto i costi per ogni convoglio. Si è infatti passati dai treni con 13 carrozze, una motrice e cinque persone a bordo, a quelli con 6 - 8 carrozze, una motrice e due persone a bordo. Il dimezzamento delle risorse impiegate consente il raddoppio del numero di convogli senza quasi utilizzare nuove risorse. È il solito gioco delle tre carte dove il numero totale di posti a sedere offerti resta invariato, con la differenza che la presenza di molti più convogli sulla linea rallenta e rende più critica la circolazione. Questa scelta però consente a politici e assessori ai trasporti di affermare capziosamente che hanno aumentato il numero di treni chilometro, l'ingannevole parametro che solo all’apparenza mostra un incremento dell'offerta. Anche le ferrovie ne traggono vantaggio. La presenza di più treni satura le tracce impedendo l’ingresso di potenziali concorrenti, mentre il maggior numero di treni chilometro consente di esigere più soldi per il servizio offerto. Ancora una volta a farne le spese sono i cittadini e i viaggiatori che pagano di più per avere un servizio scadente.

Sui volantini nei parcheggi della stazione (29/3/2010)

Per amore di verità desideriamo replicare a quanto pubblicato lo scorso 25 marzo su Libertà circa i volantini lasciati sulle auto in sosta nell’area di Borgo Faxhall/Via dei Pisoni. Ci siamo occupati del problema a seguito della segnalazione di un pendolare che ha trovato il volantino sulla sua auto regolarmente parcheggiata.
Il volantino, che riporta come intestazione ben visibile la scritta “UNO” in caratteri grandi e di color rosso, inizia con la seguente frase: “Questa non è un'area di parcheggio, ma una corsia di scorrimento!”. Nel caso in questione l’affermazione non è corretta perché l’auto era parcheggiata regolarmente. A preoccupare il pendolare è stata una frase successiva: “… ti preghiamo di parcheggiare negli appositi spazi perché nei prossimi giorni prenderemo provvedimenti con l’ausilio delle forze dell’ordine…”. Per chi sa di aver parcheggiato correttamente, questo non può essere considerato un messaggio amichevole. La spiegazione che ci è stata fornita, e che ad oggi ci sembra più plausibile, è che possa essersi trattato di un errore nel piazzamento dei volantini.
Per quanto riguarda la scritta “UNO”, è stata da noi interpretata come la numerazione di una serie di volantini perché non veniva specificato in alcun modo che quello era il riferimento al nome di una ditta. Riferimento peraltro incompleto perché, stando a quanto ci è stato detto dallo stesso titolare, il nome legale della ditta non è semplicemente “UNO”, ma include anche il nome di battesimo del titolare.
Il volantino poi non era a norma di legge. Ricordiamo infatti che il volantino costituisce "stampato" ai sensi dell’articolo 1 della legge n.374/1939. Detta legge stabilisce che lo stampato debba recare, sul frontespizio, l’esatta e ben visibile indicazione del nome e del domicilio legale dello stampatore nonché dell’anno di effettiva pubblicazione (art. 5 comma 1). La stessa legge prevede inoltre per lo stampatore l’obbligo di consegnare quattro esemplari alla Prefettura della provincia nella quale ha sede l’officina grafica ed un esemplare alla locale Procura della Repubblica.
Detto questo è comunque comprensibile la preoccupazione, di quella ditta, di mantenere sgombra la strada dai mezzi di quei cittadini indisciplinati che con i loro parcheggi impediscono ai mezzi di soccorso di intervenire tempestivamente e senza ostacoli in caso di necessità; anche se non comprendiamo perché la stessa preoccupazione non sia stata manifestata nei confronti del muro di fioriere (che nella stessa area da marzo 2009 ha impedito per mesi ogni passaggio) segnalandolo alle competenti autorità per farlo rimuovere.
Per quanto ci riguarda comunque consideriamo chiarito l'equivoco e siamo ben felici di sapere che le intenzioni di chi ha messo il volantino non volevano essere una minaccia per gli automobilisti.

Assemblea annuale ed elezioni Consiglio direttivo (20/3/2010)

Rendiamo noto che giovedì 8 aprile 2010 si terrà l'assemblea annuale dell'associazione pendolari di Piacenza presso la sede di P.le Marconi 32A.
Data la scadenza del consiglio direttivo in questo periodo si terranno anche le elezioni del nuovo consiglio. I soci che fossero interessati a candidarsi come consiglieri dovranno presentare la propria candidatura in sede o via email (pendolari.piacenza@libero.it) entro venerdì 26 marzo. Le votazioni si terranno da lunedì 29 marzo a martedì 6 aprile.

I nuovi sondaggi FS: non è tutto oro quello che luccica (15/3/2010)

Martedì 9 marzo, il treno R2283 delle 17.20 da Milano per Bologna parte con uno sprint che incolla i passeggeri al sedile. Viaggia alla massima velocità (160Km/h) nei tratti tra le diverse fermate e incredibilmente arriva con un minuto d’anticipo, alle 18.14, alla stazione di Piacenza. Mai vista una corsa simile. Le cose in FS però non avvengono mai per caso. Arrivati a Piacenza una viaggiatrice riferisce che a bordo di quel treno c’era del personale FS che raccoglieva tra i viaggiatori la disponibilità a partecipare ad un sondaggio telefonico sulla qualità del servizio ferroviario. Non ci sarebbe nulla di strano se non fosse che il sondaggio avrebbe riguardato unicamente il servizio offerto da quel treno e solamente in quella giornata. E’ l’ultima astuzia architettata dalle ferrovie, i lamentosi pendolari non potranno più dire che i ritardi vengano manipolati, né che il loro parere non viene ascoltato.

Vediamo però cosa accade gli altri giorni, quando non ci sono sondaggi e quindi non vale la pena di mettere il treno “a marcia privilegiata”, come molto probabilmente è avvenuto quel giorno per il 2283. Come dice il nome, la marcia privilegiata (contemplata dall’articolo 27 del regolamento per la circolazione dei treni) viene disposta “allo scopo di meglio garantire il rispetto dell'orario per un determinato treno”. Di solito la si usa quando a bordo c’è qualche “alta personalità” o qualche giornalista ficcanaso. Qualche anno fa è stata persino applicata in occasione della visita su un treno pendolare piacentino di “capitan ventosa” per Striscia la notizia. Nulla quindi vieta di utilizzarla in occasione di un sondaggio.

Andiamo al giorno precedente il sondaggio, lunedì 8 marzo. Il treno R2285 delle 18.20 da Milano per Bologna resta fermo a Lodi per diversi minuti. Gli altoparlanti annunciano che il treno ripartirà dopo una decina di minuti. Dopo un quarto d’ora però s’informa la clientela che causa guasto del treno il primo treno utile per Piacenza è il regionale 20429 che sta per arrivare in ritardo sul primo binario. Viste l’esperienze passate, pur sapendo che il regionale in arrivo fermerà in tutte le stazioni, centinaia di persone scendono dal 2285 e si accalcano nell'angusto sottopassaggio della stazione di Lodi per cambiare treno. L'R20429 è costretto ad attendere diversi minuti per poter caricare tutti passeggeri. Quando il carico è ultimato arriva però la beffa. Un controllore del 20429 viene a sapere tramite cellulare che il 2285 è stato riparato e sta per ripartire. Ormai però i viaggiatori sono tutti a bordo del 20429 che viene fatto partire senza diramare quell’informazione. Così alla stazione di Casalpusterlengo i tanti passeggeri trasbordati subiscono la mortificazione di vedere il risorto 2285 che li sorpassa semivuoto. I dirottati arrivano a Piacenza alle 19.45, con oltre 30’ di ritardo. Ovviamente non c’era nessuno a chiedere loro cosa ne pensassero del servizio offerto.

Passiamo ora alla mattina successiva al sondaggio. Mercoledì 10 marzo. Alle 7.30 del mattino erano caduti 20 cm di neve, nulla di eccezionale, tranne che per FS i cui treni viaggiavano con pesanti ritardi causa la catastrofe naturale in corso. Il treno R2912 delle 7.35 (che va da Parma a Milano) viene via via annunciato con ritardi crescenti. Poiché il successivo regionale delle 7.38 è stato soppresso, il 2912 dovrà accollarsi le fermate in tutte le stazioni. Parte da Piacenza con oltre 40 minuti di ritardo senza che i viaggiatori siano informati che subito dopo c’è l’R2274 delle 8.04, anch’esso in ritardo, che però non effettua tutte le fermate, quindi dovrebbe arrivare prima a Milano. La maggior parte dei viaggiatori sale dunque sul 2912. Si arriva all’ingresso di Codogno assieme al treno proveniente da Mantova. Da orario il treno emiliano avrebbe il diritto di entrare per primo in stazione, ma, come spesso accade, le imparziali ferrovie lombarde decidono di far passare il Mantova. La probabile giustificazione è che il Mantova, non dovendo effettuare tutte le fermate, non può rimanere dietro al locale. Una logica corretta che però non viene applicata all’altro treno emiliano, il 2274 che segue a ruota il 2912. Anche lui non effettua tutte le fermate, ma inspiegabilmente viene mantenuto dietro al 2912 per tutto il tragitto, fin dopo la stazione di Tavazzano, dove i due treni prendono strade diverse.
Quel giorno i ritardi dei treni pendolari piacentini per Milano tra le 6.30 e le 9.00 (presi dal sito FS) si commentano da soli: R20416 delle 6.43 43’; R2272 delle 6.48 soppresso; R20420 delle 7.01 15’; R2122 delle 7.08 31’; R20422 delle 7.21 10’; R2912 delle 7.35 1h15’; R20424 delle 7.38 soppresso; R2274 delle 8.04 34’; R20400 delle 8.51 18’.
Anche stavolta all’arrivo nessuno ha chiesto ai viaggiatori cosa ne pensassero del servizio offerto.

A dispetto di tutto questo c’è da immaginare che grazie ai nuovi sondaggi i risultati della "customer" (si pronuncia castomer ed è l’abbreviazione usata dai manager di grido per indicare la "customer satisfaction", ovvero la soddisfazione della clientela), siano schizzati all’insù. I rampanti della rotaia, ideatori del sondaggio, hanno finalmente escogitato un modo per fornire dati reali, ascoltare i pareri della clientela e dimostrare che il servizio ferroviario per i pendolari è “ottimo ed abbondante”. Meritano senza dubbio un bell’aumento di stipendio.

Lettere dai pendolari:quei favolosi treni per i pendolari piacentini (15/3/2010)

Da oltre 10 anni mi reco a Milano in treno (prima per studio e adesso per lavoro) e da quando è entrato in vigore il nuovo orario (Dicembre 2009), i pendolari piacentini possono scegliere, nella fascia tra le 7 e le 8, questi favolosi treni:
1) R2122 delle 7.08 (da Bologna a Milano Centrale). E' un treno storico per i pendolari piacentini. Data la percorrenza, aveva parecchie carrozze (10-12) ed era facile sedersi. Da quando è entrato in vigore il nuovo orario il treno ha soltanto CINQUE carrozze, ed arriva a Piacenza che è stracarico e si fa fatica a salire. La giornata non inizia certo bene. Oltre alla levataccia, ci tocca stare pure in piedi. Chi ha permesso che un treno così importante subisse una così drastica riduzione nel numero delle carrozze? Perché nessuno ci dice che composizione dovrebbero avere i treni regionali? Tutto questo è assolutamente inaccettabile. E' una presa in giro totale.
2) R20422 delle 7.21 (da Piacenza a Milano P.ta Garibaldi). Sul treno si trova posto (del resto parte da Piacenza). Da quando è entrato in vigore il nuovo orario, il treno ha soltanto CINQUE carrozze (prima otto o nove) ed è fatto con materiale rotabile anteguerra. Il treno è sporchissimo e i finestrini sono interamente oscurati dai graffiti. Il treno accumula un ritardo CRONICO di 5 minuti su Milano Rogoredo (arriva alle 8.08 anziché alle 8.03) e chi a Rogoredo prende il passante ferroviario perde regolarmente quello delle 8.08 e deve attendere quello delle 8.23. Il ritardo procurato ammonta così a 20 minuti.
3) R2912 delle 7.35 (da Parma a Sesto S. Giovanni). Causa passaggio dell'intercity alle ore 7.30 in stazione a Piacenza, il treno arriva sempre con 5 minuti di ritardo. Resta poi fermo 5-10 minuti pochi metri prima di Rogoredo arrivando di solito con 5-10 minuti di ritardo. L'unico vantaggio è che ha di solito 10 carrozze comode.

I tempi di percorrenza Piacenza - Milano Rogoredo sono oramai di 50 minuti ABBONDANTI, una volta ci voleva lo stesso tempo per raggiungere Milano Centrale.
Colgo pertanto l'occasione per complimentarmi con:
- Tutte le persone che hanno in qualche modo collaborato a redigere l'orario ferroviario attualmente in vigore. Penso sia stato difficile concepire una simile porcheria. Qualunque modifica, anche casuale, potrà positivamente modificare il prossimo.
- Trenitalia, concessionaria del servizio regionale Piacenza - Milano. I treni sono sporchi, in ritardo, e adesso non ci sono pure più carrozze e si resta in piedi. Da anni si sente parlare di importanti investimenti nel settore regionale. A cosa servono? A demolire le poche carrozze rimaste?
- Tutte le autorità politiche che negli ultimi 10 anni si sono apertamente schierate con i pendolari, ma soltanto a parole. In realtà non hanno fatto altro che avallare tutte le richieste di Trenitalia senza alcuna resistenza. Le nostre sofferenze sono anche colpa loro.
Nella speranza (vana) che la situazione possa in qualche modo migliorare, colgo l'occasione per porgere distinti saluti.

Lettere dai pendolari: dove sono finite le carrozze? (16/3/2010)

Il servizio da Natale scorso ha scavato la fossa ben al di sotto del livello a cui era già arrivato. Non so quante volte ho viaggiato in piedi sia al mattino da Piacenza che la sera da Milano. Venerdì 26 febbraio sono tornata con il regionale delle 13.27
da Lambrate per Bologna. Cinque carrozze, arrivato già stipato da Centrale. Ho viaggiato in piedi fino a Piacenza perché neppure a Lodi si è svuotato. A Lodi i pendolari che erano ammassati nel locale biciclette hanno inveito contro il capotreno.
Ho visto una mamma con un bimbetto di circa 1 anno salire e poi scendere a Rogoredo, perché non avrebbe potuto viaggiare col bimbo in braccio né lasciarlo a terra in mezzo alle gambe degli adulti senza aria. Mi è stato detto che il treno delle 15.27 da Milano era nelle stesse condizioni. Mi piacerebbe sapere che fine hanno fatto le carrozze dei treni.
Ultimamente la media è 7-8 carrozze contro le 10-11 di prima. Spesso le carrozze sono quelle di prima declassate (quindi meno posti a disposizione) e non manca mai (in testa o in coda) la carrozza bar, uno spazio enorme inutilizzabile perchè senza sedili. In pratica con queste tipologie di vagoni la carrozza risulta presente, ma mancano i posti a sedere!
E non parliamo dei ritardi...

Lettere dai pendolari: Diario di un pendolare 7a puntata (8/3/2010)

Lunedì 8 marzo 2010: NON C’è SPERANZA…

Stamattina si è verificata l’ennesima, QUOTIDIANA, performance abominevole del treno R2274: stiamo parlando naturalmente del treno più “RITARDATO” del mondo! Il treno parte sempre abbastanza puntuale (da Piacenza) grazie all'orario dilatato che gli “consente” una sosta di 17 minuti in stazione! NO COMMENT! Il convoglio è partito lentamente verso la Lombardia ed è riuscito ad accumulare subito ritardo: spinto dai soliti energumeni reclutati sul ponte di Po, ha raggiunto faticosamente la stazione di Codogno alle 8:23! “CO-SE DELL’AL-TRO MON-DO”; con sudore e fatica abbiamo raggiunto Lodi alle h.8,37! Siamo quindi a 11’ di ritardo. A questo punto, mi sono detto che NON C’è SPERANZA! Questo treno fa veramente schifo (in tutti i sensi) sia perché viaggia sempre con ritardo, sia perché è sporco, con sedili rotti e con porte che non si aprono! Il nostro carrozzone non ha rallentato ulteriormente! I minuti di ritardo accumulati senza motivi apparenti sono rimasti 11 a Rogoredo. Motivazione: “Problemi di circolazione, ci scusiamo per il disagio…” , solite “balle” ed ennesima beffa a Rogoredo dove sul tabellone del binario il treno portava SOLI 5’ di ritardo! Personale di bordo assolutamente assente e pendolari imbestialiti già all’inizio della settimana!
Grazie ancora FS per i disagi immotivati di cui ci fai dono quotidianamente e, ciò nonostante , buona settimana a tutti!

Mercoledì 10 marzo: PENDOLARI: “UNA VITA AL LIMITE”

Oggi, quando ho guardato fuori dalla finestra (alle 6.25), ho visto che stava ancora nevicando
e che, sulla strada, erano già caduti 25/30 cm. di neve.
Ho pensato che raggiungere Milano sarebbe stata "un’impresa", dato che Trenitalia va in crisi
anche quando le rotaie sono assolutamente asciutte, figuriamoci con le abbondanti nevicate!
La mia protesta odierna non nasce solo dal ritardo mostruoso accumulato dal treno su cui ho viaggiato, ma anche dall'incapacità cronica di FS di informare e consigliare i pendolari e i viaggiatori occasionali nella scelta del convoglio su cui salire.

Considerando che a Piacenza, l'ufficio informazioni è chiuso da anni, il tabellone e gli annunci sonori dovrebbero essere precisi e tempestivi, ma così non è , né oggi, né mai!!
Le tecnologie attuali consentirebbero di monitorare il traffico ferroviario in "tempo reale" ma, evidentemente, gli addetti non sono in grado di utilizzare "gli strumenti" o (e sarebbe peggio!!) se ne fregano e aggiornano le informazioni quando capita!
Scegliere il treno diventa quindi più difficile che centrare un "6" al Superenalotto; io sposo da sempre la regola di salire sul primo treno che transita (che solitamente è efficace, ma oggi mi ha "castigato" severamente!). NEL TERZO MILLENNIO, comunque, in un paese che si ritiene evoluto come il nostro, è inaccettabile dover ricorrere alla "dea bendata"!

In questi giorni, durante i viaggi in treno, sto leggendo "La mia vita al limite" di Messner: le avventure estreme raccontate in quelle pagine potrebbero essere facilmente paragonate a quelle vissute quotidianamente dai pendolari anche se in contesti ambientali completamenti diversi! Anche noi viviamo costantemente al limite della.... crisi di nervi!
Per concludere, il treno R2912 ha raggiunto Rogoredo con 73 minuti di ritardo! E' stato ulteriormente emozionante, all'arrivo, constatare che alcuni treni partiti da PC dopo il nostro , fossero transitati a Rogoredo già da alcuni minuti…!
Ora mi sto chiedendo se, questa sera, dato che la neve continua a scendere, dovrò pernottare su una panchina a Rogoredo…

Giovedì 11 marzo: L'ennesimo bruttissimo "scherzo" ferroviario

questa sera sono stato vittima dell'ennesimo bruttissimo "scherzo" da parte di Trenitalia: nella stazione di Milano Rogoredo, il treno IC599 delle 17.59 (diretto a Foligno) è annunciato con 15 minuti di ritardo (anche dal tabellone); quando la sera "inizia" così, la situazione può solo peggiorare...

Decido quindi di salire sul R20431 diretto a PC, in partenza alle 18.05 (quasi puntuale!) dal binario 4. Si sono appena chiuse le porte, il convoglio è ancora fermo, in stazione viene diffuso l'annuncio dell'arrivo del suddetto IC sul binario 8:COSAAAAA? Mi precipito alla porta, tentando invano di aprirla; mi verrebbe voglia di spaccare tutto, ma siamo imprigionati! Cerco di calmarmi, di ragionare e mi ri-siedo, anche se sono convinto che presto l'IC ci sorpasserà.

Dopo qualche secondo il Regionale parte velocemente verso Lodi e, dentro di me, accarezzo il sogno che il convoglio riuscirà a star davanti all'IC almeno fino a Lodi. Il sogno finisce tra S.Zenone e Tavazzano dove il ns. carrozzone si è fermato circa 10 minuti per farsi sorpassare dall'IC, su un binario adiacente.
Mi vergogno a scrivere ciò che ho pensato, in quei momenti, di FS, di Trenitalia, di RFI e di tutte le società che orbitano nel mondo ferroviario; NON HO PROBLEMI INVECE AD AFFERMARE CHE, ANCHE IN QUESTO CASO, L'INCAPACITA' E IL MENEFREGHISMO DEGLI ADDETTI AI LAVORI CI HA COSTRETTO, ANCHE OGGI, A "SBAGLIARE" TRENO
E A REGALARE ALMENO ALTRI 20/25 MINUTI DELLA NOSTRA VITA ALL'INEFFICIENZA ASSOLUTA DEL SERVIZIO.
E non mi vengano a dire che è colpa di qualche semaforo o simili, perché non accetterò mai tale spiegazione! Mi scuso per la volgarità, ma sono veramente stufo di essere preso per il "cool" in questo modo!!!

Lettera aperta a Moretti (15/3/2010)

Diffondiamo la lettera aperta a Moretti (file PDF 100Kb), Amministratore Delegato di FS, prossimo alla scadenza del mandato, inviata dall'Or.S.A. (Organizzazione Sindacati Autonomi e di base). Concordiamo con l'auspicio finale espresso dall'Or.S.A.

Arriva la class action contro Trenitalia - Finalmente! (9/3/2010)

Diffondiamo il comunicato dell'ACU (Associazione Consumatori Utenti) emesso in proposito. Chi è interessato può aderire contattando l'ACU agli indirizzi riportati nel comunicato.

La Regione Liguria darà assistenza legale al pendolare denunciato (9/3/2010)

L’Ass. ai Trasporti della Regione Liguria Vesco ha raccolto l’appello lanciato dal Coordinamento dei Pendolari Liguri in favore di Maurizio Carnevali, il collega di Santa Margherita denunciato dalla Polfer per interruzione di pubblico servizio, riconoscendo la motivazione dell’esasperazione dovuta ai continui disservizi da parte di Trenitalia.

“Non lo lasceremo solo” afferma l’Assessore, che i pendolari liguri ringraziano per la sensibilità dimostrata nei confronti di una persona che ha reagito di istinto ad uno stillicidio di disservizi.

Alla fine del 2005 fu del resto la Regione a denunciare Trenitalia per interruzione di pubblico servizio, e la magistratura di affrettò ad archiviare la pratica. Speriamo vivamente che la stessa cosa accadrà con il nostro collega.

Lettere dai pendolari: ennesima soppressione del 6.48 per MI (8/3/2010)

Lunedì 08/03/2010
Tanto per iniziare bene la settimana, e per confermare nei fatti quanto di male a parole stiamo dicendo relativamente al servizio ferroviario in Emilia Romagna, stamattina per l’ennesima volta è stato soppresso il reg.
2272 da Parma per Milano Centrale, che dovrebbe partire alle ore 6,48.
Treno soppresso causa non meglio identificato “problema al materiale rotabile”.
Uno dei treni più gettonati dai pendolari piacentini, ma non solo, in quanto permetterebbe di arrivare (se fosse in orario, ma è una pia illusione) a Milano Rogoredo, stazione di raccordo con la Metropolitana ed il Passante Ferroviario, alle ore 7,30.
Conseguenze pratiche, l’intasamento in ogni ordine di posti già a Piacenza del successivo reg. 2122 da Bologna, arrivato come al solito con il numero di carrozze inferiori a quanto previsto dal Contratto di Servizio, con ulteriore aggravio della situazione a Lodi.
E’ stato riempito ogni pertugio disponibile, passaggi di intercomunicazione compresi, (cosa contraria al regolamento di marcia) e con ritardo siamo di nuovo arrivati a Milano Centrale, che avevamo lasciato non più tardi di venerdì sera, non rimpiangendo assolutamente di non doverci ritornare per un paio di giorni.
Ancora una volta, molti pendolari avranno ritardi nel ritorno a casa, coincidenze con altri mezzi perse, decurtazioni dallo stipendio dei minuti rubati dalle Ferrovie alla nostra vita.
VERGOGNA, VERGOGNA, VERGOGNA !!!!

Risposta di Fittavolini al Crufer (8/3/2010)

Lettera (160Kb) del Presidente della nostra associazione al Crufer.

Lettere dai pendolari: Dove sono finite le carrozze?  (8/3/2010)

Il servizio da Natale scorso ha scavato la fossa ben al di sotto del livello a cui era già arrivato. Non so quante volte ho viaggiato in piedi sia al mattino da Piacenza che la sera da Milano.
Venerdì 26 febbraio sono tornata con il regionale delle 13.27
da Lambrate per Bologna. 5 carrozze, arrivato già stipato da Centrale. Ho viaggiato in piedi fino a PC perché neppure a Lodi si è svuotato. A Lodi i pendolari che erano ammassati nel locale biciclette hanno inveito contro il capotreno.
Ho visto una mamma con un bimbetto di circa 1 anno salire e poi scendere a Rogoredo, perché non avrebbe potuto viaggiare con il bimbo in braccio né lasciarlo a terra in mezzo alle gambe degli adulti senza aria. Il treno delle 15.27 era nelle stesse condizioni, mi hanno detto.
Mi piacerebbe sapere che fine hanno fatto le carrozze dei treni.
Ultimamente la media è 7-8 carrozze contro le 10-11 di prima. Spesso le carrozze sono quelle di prima declassate (meno posti) e non manca mai la carrozza bar senza seggiolini (in testa o coda). In pratica anche se ci sono queste tipologie di vagoni non ci sono i seggiolini!
e non parliamo dei ritardi...

Lettere dai pendolari: Buco di servizio su Milano (8/3/2010)

Vorrei segnalare la mancanza di treni regionali per Milano nella fascia oraria tra le 12 e le 14. La cosa più buffa, per non dire una grande beffa, è il regionale R20366 da Piacenza a Codogno, in partenza da Piacenza alle 12.44 con arrivo previsto a Codogno per le 12.57. Giusto quattro minuti dopo la partenza del regionale R2652 (proveniente da Mantova e diretto a Milano), in arrivo a Codogno alle 12.53. Così il treno R20366, che potrebbe essere utile per andare a Milano a quell’ora, effettua un trasporto quasi per nessuno.
Perché non anticiparlo di 5 minuti e permettere a chi ne ha la necessità di usare i regionali anziché gli EScity? Facendo peraltro risparmiare ai viaggiatori i 110Euro annui per il supplemento EScity. Se non si può anticiparlo almeno si crei un'alternativa al Frecciabianca 9810 che molto spesso fa ritardo!

Lettere dai pendolari: Diario di un pendolare 6a puntata (8/3/2010)


lunedì 15 febbraio: Viaggio sul treno più disastroso che ci sia!

Stamattina ennesima o consueta performance vergognosa del treno R2274: è una cosa inaudita, inorridente, inaccettabile, in poche parole il viaggio a bordo del treno più sgangherato della Terra!
Il treno parte abbastanza puntuale da Piacenza (e ci mancherebbe altro... l'orario prevede una sosta di 17 minuti in stazione! ALLUCINANTE) e tutto ciò riempie di gioia i pendolari di Bologna che si alzano alle 4:30 per essere a Milano Rogoredo alle 9.00! (quando va bene).
Il convoglio ha effettuato subito una sosta inspiegabile di 5 minuti nella stazione di S.Stefano per dare precedenza ad un gruppo di formiche che invadevano le rotaie!

IL convoglio ha poi viaggiato col freno tirato fino a Lodi, effettuando fermata straordinaria (non comunicata) a Codogno per non schiacciare le formiche, e ancora nelle campagne di Casale e Secugnago per farci ammirare il meraviglioso paesaggio nebbioso e tristissimo , impiegando la bellezza di 42 minuti per percorrere ben 37Km!

I 20 minuti di ritardo accumulati faticosamente tra Piacenza e Lodi sono diventati 21 a Rogoredo dove erano passate le h.9.00 già da tre minuti: peggioramento esponenziale quotidiano! Grazie ancora FS per i disastri che riesci a combinare! Arrivare alle 9.40 in ufficio è veramente divertente perché si ha la certezza di doverci rimanere almeno fino alle 18.40! Rientrare a casa (forse) giusto per dormire qualche ora e via di nuovo sul treno più disastroso. Che bella vita!


martedì 16 febbraio: a Carnevale ogni scherzo vale.

Stamattina ennesima o consueta performance vergognosa del treno R2274: è una cosa inaudita, inorridente, inaccettabile, in poche parole il viaggio a bordo del treno più trascurato del mondo!
Il treno parte con 4 minuti di ritardo da Piacenza nonostante l'orario preveda una sosta di 17 minuti in stazione! ALLUCINANTE)

Incredibilmente, però, parte arazzo verso Lodi e non effettua le solite fermate intermedie (non previste) e ancor più incredibilmente raggiunge in orario la stazione del capoluogo della Bassa!!Ho pensato immediatamente ad una carnevalata, e al fatto che si fossero fermati tutti gli orologi!!

Lo scherzo (ahi noi) è bello quando dura poco, infatti, pochi km dopo l'innesto sulla linea veloce (???) il nostro carrozzone si è fermato 10 minuti per dare precedenza a due gioielli delle FS che sfrecciavano in entrambi i sensi di marcia, i famosissimi FRECCIAMARRONE!!!!!

I minuti di ritardo accumulati per questa assurdità sono diventati 12 a Rogoredo: Grazie ancora FS per i disagi che riesci a crearci quotidianamente! Arrivare ritardo in ufficio è il nostro divertimento preferito! Grazie ancora!!!


martedì 23 febbraio: DUE GOCCE D’ACQUA CREANO OCEANI DI RITARDI

Stamattina si è verificata l’ennesima, QUOTIDIANA, allucinante performance vergognosa del treno R2274: è una cosa inaudita, inorridente, inaccettabile, in poche parole il viaggio a bordo del treno più disastroso del mondo!
Il treno parte con 6/7 minuti di ritardo da Piacenza nonostante l'orario preveda una sosta di 17 minuti in stazione! ALLUCINANTE! Questo perché oggi è arrivato a Piacenza alle h.8.09 con 22 minuti di ritardo, anche se, sul tabellone gigante dell’atrio era indicato con SOLI 10’!
Il convoglio è partito lentamente verso la Lombardia ed è riuscito ad accumulare ancora ritardo: a Lodi (h.8.35) siamo saliti quindi a 9’ minuti. A questo punto, mi sono detto “Il treno si lancerà come un FRECCIAMARRONE verso Milano a folle velocità, annullando tutto il ritardo accumulato”; BUGIA!
Il nostro carrozzone ha rallentato ulteriormente! I minuti di ritardo accumulati senza motivi apparenti sono diventati ben 17 a Rogoredo: naturalmente nessuna motivazione, nessuna scusa dall’altoparlante ed ennesima beffa a Rogoredo dove sul tabellone del binario il treno portava SOLI 5’ di ritardo! Grazie ancora FS per i disagi che riesci a crearci quotidianamente! Arrivare in ritardo in ufficio è il nostro divertimento preferito! Oggi ho pensato che le due gocce di pioggia avessero fatto arrugginire le rotaie e che la bassa velocità di crociera fosse legata a questo inconveniente! La voce metallica però era in silenzio stampa per cui non sapremo mai la verità (come al solito…)


venerdì 26 febbraio

Mi rendo conto di essere ripetitivo e noioso, ma scrivo “solo” cose vere e soprattutto non le scrivo tutti i giorni per mancanza di tempo o perché la delusione sconfigge il desiderio di protestare!
Stamattina si è verificata l’ennesima, QUOTIDIANA, allucinante performance vergognosa del treno R2274: è una cosa inaudita, inorridente, inaccettabile, in poche parole il viaggio a bordo del treno più scassato del mondo!
Il treno parte in orario da Piacenza mooooolto lentamente verso la Lombardia ed è riuscito ad accumulare subito ritardo tra S.Stefano e Codogno e tra Codogno e Casale: a Lodi (h.8.35) eravamo quindi a +9’ minuti. A questo punto, mi sono detto “Il treno si lancerà come un FRECCIAMARRONE verso Milano a folle velocità, annullando tutto il ritardo accumulato”; SOGNA!! SOGNA!!
Il nostro carrozzone non ha guadagnato proprio nulla, anzi…. sono diventati 10 a Rogoredo: naturalmente nessuna motivazione, nessuna scusa dall’altoparlante ed ennesima beffa a Rogoredo dove sul tabellone del binario il treno portava SOLI 5’ di ritardo!!! Grazie ancora FS per i disagi che riesci a crearci quotidianamente! Arrivare in ritardo in ufficio è il nostro divertimento preferito! Speriamo in un marzo migliore….SI MA DI QUALE MILLENNIO?!


Lunedì 1° marzo REPETITA NON IUVANT

Stamattina si è verificata l’ennesima, QUOTIDIANA, performance abominevole del treno R2274: stiamo parlando naturalmente del treno più “RITARDATO” del mondo!
Il treno parte puntuale (e riposato) da Piacenza grazie all'orario che gli “consente” una sosta di 17 minuti in stazione! ALLUCINANTE!!!
Il convoglio è partito lentamente verso la Lombardia ed è riuscito ad accumulare subito ritardo: spinto da energumeni reclutati sul ponte di Po, ha raggiunto faticosamente la stazione di Codogno alle 8.23! “CO-SE DELL’AL-TRO MON-DO”; tra Codogno e Casale sono stati assoldati altri forzuti spingitori di carrozzoni e grazie alla loro forza abbiamo raggiunto Lodi alle h.8.39! siamo quindi a 13’ di ritardo. A questo punto, mi sono detto, verranno reclutati altri forzuti per dare maggior smalto alla prestazione del convoglio; così è stato, ma il treno si è fermato ben 4 minuti ripartendo da LODI solo alle 8.43 (orario in cui il treno dovrebbe già essere a MILANO)
Non basta!! Il nostro carrozzone ha rallentato ulteriormente! I minuti di ritardo accumulati senza motivi apparenti sono diventati ben 17 a Rogoredo: naturalmente nessuna motivazione, nessuna scusa dall’altoparlante ed ennesima beffa a Rogoredo dove sul tabellone del binario il treno portava SOLI 5’ di ritardo!!! Personale di bordo assolutamente assente (dopo Codogno) e pendolari inferociti dall’inizio di settimana e di mese assolutamente INCORAGGIANTE!!!
Grazie ancora FS per i disagi immotivati di cui ci fai dono quotidianamente! Arrivare in ritardo in ufficio è il nostro divertimento preferito! Oggi ho pensato che la “colpa” fosse della leggera foschia che “allieta” saltuariamente le mattine di fine inverno e che la bassa velocità di crociera fosse legata a questo inconveniente, dato che i macchinisti sono costretti a viaggiare a vista non essendo dotati dei sofisticatissimi sistemi di controllo satellitare come i loro colleghi della TAV! Trenitalia però è sempre in silenzio stampa per cui non sapremo mai la verità (come al solito…..)

mercoledì 3 marzo NIENTE DI VERO TRANNE I RITARDI

stamattina siamo stati vittime dell’ennesima, QUOTIDIANA, performance inorridente del treno R2274: stiamo parlando naturalmente del treno più scassato del mondo!
Il treno parte puntuale (e riposato) da Piacenza grazie all'orario che gli “consente” una sosta di 17 minuti in stazione!
Il convoglio è partito lentamente verso la Lombardia ed è riuscito ad accumulare subito ritardo: spinto dalle imprecazioni dei pendolari ha raggiunto faticosamente la stazione di Codogno già con 10 minuti di ritardo! Tra Codogno e Casale a passo di lumaca; abbiamo raggiunto Lodi alle h.8.38! Siamo quindi a 12’ di ritardo. A questo punto, mi sono detto: “il treno EScity 9802 in partenza da Piacenza alle 8.24 ci starà già mordendo le “chiappe” e tra poco ci sorpasserà!”
Per pietà non è successo! Il nostro carrozzone ha mantenuto qualche metro di vantaggio! I minuti di ritardo accumulati senza motivi apparenti sono rimasti 12 anche a Rogoredo: naturalmente nessuna motivazione, nessuna scusa dall’altoparlante ed ennesima beffa a Rogoredo dove sul tabellone del binario il treno portava i SOLITI 5’ di ritardo!!! Personale di bordo assolutamente assente e pendolari imbestialiti!!! Qualche minuto dopo il nostro arrivo, anche il treno ESCity è sbarcato a Rogoredo, confermando la sensazione descritta prima…
Grazie ancora FS per i disagi immotivati di cui ci fai dono quotidianamente! Arrivare in ritardo in ufficio è il nostro divertimento preferito!


Giovedì 4 marzo: BEATI COLORO CHE NON DEVONO VIAGGIARE IN TRENO…

Stamattina siamo stati vittime dell’ennesima, QUOTIDIANA, performance negativa del treno R2274: stiamo parlando naturalmente del treno più sgangherato del mondo!
Il treno parte puntuale da Piacenza grazie all'orario che gli “consente” una sosta di 17 minuti in stazione!
Il convoglio è partito lentamente verso la Lombardia ed è riuscito ad accumulare subito ritardo nei pressi di Codogno e successivamente tra Codogno e Casale: abbiamo raggiunto Lodi alle h.8.34 con 8’ di ritardo.
Il nostro carrozzone ha peggiorato sensibilmente anche dopo Lodi, i minuti di ritardo accumulati senza motivi apparenti sono saliti a 11 a Rogoredo: naturalmente nessuna motivazione, nessuna scusa dall’altoparlante ed ennesima beffa a Rogoredo dove sul tabellone del binario il treno portava i SOLITI 5’ di ritardo!!! Personale di bordo assolutamente assente (dopo Codogno) e pendolari incavolatissimi!!!
Grazie ancora FS per i disagi immotivati di cui ci fai dono quotidianamente! Se vogliono dirottarci sul treno ES*city in partenza da PC alle 8.24 (PER FARE CASSA!!!) lo dicano pure, perché è assolutamente chiaro!

Regionali del 2010: punti d'interesse dei pendolari piacentini (1/3/2010)

Ecco cosa l’associazione pendolari di Piacenza chiede ai candidati per il Consiglio regionale.

1    Pendolari ed alta velocità: vista l’esigenza di migliaia di viaggiatori emiliani (soprattutto delle province di Piacenza e Parma) di recarsi direttamente e velocemente a Milano, ottenere entro dicembre 2010 il transito sulla tratta AV (tra PC e MI) di alcuni treni interregionali pendolari diretti e provenienti da Milano (quindi non treni ad alta velocità, ma gli attuali treni utilizzati per il trasporto locale) con fermate nelle stazioni di Rogoredo, Lambrate e Milano centrale. Detti treni potrebbero effettuare un utile collegamento veloce per il bacino pendolare tra Parma e Piacenza diretto a Milano; raccogliendo i viaggiatori emiliani sulla linea storica tra Parma e Piacenza per poi immettersi sulla linea veloce tramite il raccordo presente subito dopo Piacenza. Stessa cosa per il ritorno da Milano. Pretendere immediatamente dalle ferrovie (vedi accordo Comune e Provincia di Piacenza con FS) o acquistare per conto della Regione, motrici a doppia alimentazione in grado di trainare i treni pendolari sulla tratta ad alta velocità.

2.    Richiedere da subito a FS e sostenere la velocizzazione dei treni sulla linea storica Piacenza - Milano rispettando il protocollo d’intesa tra Comune di Piacenza e FS che prevede 50’ massimi di percorrenza tra Piacenza e Milano Centrale con fermate nelle stazioni pendolari di Lodi, Rogoredo e Lambrate, con un cadenzamento di 30’ nelle fasce pendolari.

3.    Sostenere e migliorare il sistema di treni Regionali e Interregionali che deve essere inteso come il sistema per il trasporto pendolare. Non consentire la loro sostituzione con treni Intercity o Eurostarcity che impongono costi maggiori ma non garantiscono tempi di percorrenza migliori e non effettuano alcune fermate pendolari.

4.    Coinvolgere attivamente i pendolari piacentini nella scelta del materiale rotabile ogni volta che la Regione o le ferrovie decidano di acquistarne di nuovo o di revisionarne di vecchio, ascoltando il parere dei pendolari e facendosi carico delle loro osservazioni e richieste. Prevedere senza preavviso ispezioni ai treni in circolazione in presenza dei pendolari piacentini. Rendere accessibili ai pendolari tutte le informazioni relative alle trattative sulle modifiche d’orario, e le proposte FS/Trenitalia. Pretendere dalle ferrovie e rendere disponibili a tutti i pendolari le bozze d’orario di tutte le linee ferroviarie afferenti a Piacenza con almeno due mesi d’anticipo rispetto alla loro entrata in vigore. Coinvolgere attivamente i pendolari piacentini nella definizione del contratto di servizio con le ferrovie e dei nuovi orari facendosi carico delle loro osservazioni e richieste. Istituire ufficialmente e organizzare con cadenza almeno trimestrale, presso la città di Piacenza, incontri con i pendolari piacentini a cui dovranno partecipare anche i rappresentanti di FS di Milano/Bologna e della stazione di Piacenza.

5.    Pretendere che il 100% delle penali pagate dalle ferrovie alla Regione venga restituito immediatamente in forma diretta mediante rimborsi ai viaggiatori. Prevedere nei nuovi contratti di servizio indennizzi automatici in caso di disservizi accertati e comunque di scostamenti rispetto agli standard di qualità prefissati. Fornire ai pendolari piacentini la possibilità di accedere da Piacenza ai dati del sistema Riace (accessibile alla Regione) per il monitoraggio dei ritardi ferroviari.

6.    Evitare che il CRUFER, organo politicizzato, abbia l’esclusività dei rapporti con Regione/ferrovie. Per questo motivo modificare la legge regionale che identifica il CRUFER come unico interlocutore della Regione.

7.    Assicurare agli eletti nelle varie liste l’autonomia di non sostenere la maggioranza in presenza di proposte e misure che si discostino dagli impegni programmatici a favore dei pendolari.

Il bilancio di metà mandato per i pendolari piacentini (1/3/2010)

Sabato scorso una giuria popolare ha concluso la valutazione dell’amministrazione comunale sul bilancio sociale di metà mandato. L’evento è stato un’opportunità per decine di cittadini di esporre il proprio parere verso chi amministra la nostra città.
Per offrire un quadro completo ai giurati però sarebbe stato corretto consentire, oltre che al Sindaco intervenuto la prima giornata, anche ad altri di portare la propria testimonianza. I tempi si sarebbero dilatati, ma una giuria dovrebbe poter ascoltare le dichiarazioni di tutti. Come associazione pendolari avremmo potuto fornire ulteriori elementi di giudizio. Si va dalla diffida contro le ferrovie fatta in favore dei pendolari (a cui però, ad un anno di distanza, non è ancora stato dato seguito), alla mancata convocazione della consulta dei pendolari, prevista ogni due mesi per discutere le specifiche problematiche relative a viabilità e parcheggi in zona stazione. Quest’ultima inadempienza ha accentuato i disagi per i pendolari. Nel 2009 per molti mesi centinaia di pendolari hanno dovuto subire, senza alcun motivo, i disagi causati da un muro abusivo eretto nel parcheggio di via dei Pisoni. Sempre nel 2009 l’ennesima discutibile ristrutturazione di P.le Marconi, tutt’ora in corso, ha paralizzato la circolazione in quell’area. C’è poi il marciapiede di via La Primogenita, fagocitato dal monolite Borgofaxhall, che attende da anni la promessa rimozione dell’irregolare cancellata.

Al di là di queste osservazioni, i contributi e le proposte della giuria saranno certamente uno stimolo per l’amministrazione. Con tutto il rispetto per i giurati però, quando si deve valutare il lavoro svolto, l’approccio scientifico prescrive l’intervento dei cosiddetti “referee”, un insieme di esperti del settore in grado di comprendere nel dettaglio la materia trattata e dotati dell’esperienza necessaria per valutare con competenza e precisione l’attività svolta. I partecipanti alla giuria, peraltro in numero statisticamente poco significativo, sono invece stati sorteggiati tra la popolazione. Un gesto sicuramente democratico, ma che rischia di produrre valutazioni incomplete e poco significative.

Un’ultima osservazione è d’obbligo sul costo dell’operazione pari a 70.000 euro, non certo un’inezia. È vero che oggi tutto costa caro e con una cifra come quella si fa ormai ben poco (basti pensare che con lo stesso importo qualche anno fa si acquistò il monoblocco di cemento, detto fontana, posto al centro della rotonda che immette sul cavalcavia del cimitero). Non è però corretto ricorrere all’espediente di spalmare quell’importo sui 100.000 piacentini, per minimizzarne il costo, sostenendo che l’operazione è costata meno di 1 euro a testa. Con questa scusa si potrebbero spendere cifre enormi per iniziative discutibili e poi giustificarle come una ridicola spesa per ognuno degli italiani. L'effetto integrale invece non può essere trascurato; almeno una parte di quei 70.000 euro di soldi pubblici meritavano un utilizzo più produttivo.

Un risultato positivo comunque questa iniziativa l’ha portato. E’ l’aver stimolato dei cittadini a confrontarsi sull’operato degli amministratori. Se ci abituassimo a farlo più spesso, senza delegare ad altri questo nostro diritto, potremmo ottenere sempre il meglio da chi ci amministra e governa.

Lettere dai pendolari: Come prendere il primo treno utile (1/3/2010)

Sono un pendolare del sabato sulla tratta Parma - Piacenza - Milano e, specie nel viaggio di andata, patisco (con altri) varie angherie ferroviarie, soprattutto dopo l’entrata in vigore del nuovo orario FS.

Qualche settimana fa ero in attesa del treno R20400 (il treno credo più lercio d’Europa), annunciato prima con 5’ di ritardo, poi 10’, 20’, 30’ e infine soppresso. Il tutto mentre il treno medesimo era fermo 200 metri fuori dalla stazione di Parma e veniva dato più volte in arrivo e perfino in partenza dall’altoparlante! Nel momento in cui tutti i display si sono spenti, l’altoparlante ha annunciato la soppressione del treno mentre, due binari più in là, giungeva il Frecciabianca 9802 (treno da “sciuri”) diretto a Milano, semivuoto e caldo, su cui tutti ci siamo avventati come furie.
Inizia il viaggio su questo treno “di ripiego” e arriva l’ineffabile controllore che inizia a chiedere valanghe di Euro ai malcapitati. Mi sono messo alla testa dei rivoltosi e ho detto al controllore che intendevamo applicare la nozione di “primo treno utile al raggiungimento dei nostri obiettivi di clienti”. I capotreno, in questi casi, rispondono sempre che non sono autorizzati a far viaggiare i passeggeri col biglietto ordinario. Abbiamo allora invitato l’ineffabile controllore a richiedere l’autorizzazione aggiungendo che, in ogni caso, se avesse voluto insistere nel suo proposito di gabelliere, avrebbe dovuto farlo chiamando la POLFER.

Dopo un quarto d’ora arriva l’autorizzazione a farci viaggiare con il biglietto ordinario e proseguiamo il viaggio senza altri problemi. L’unico disagio (comunque sopportabile) quello di arrivare in Centrale mentre la maggior parte di noi (un centinaio di persone) doveva scendere a Milano Rogoredo.
Penso sia la dimostrazione che di fronte ai disservizi no ci si debba arrendere alle vessazioni e imposizioni di Trenitalia, ma occorra far valere i propri diritti.

Aumenti mascherati e insidie nell’acquisto dei biglietti FS (15/2/2010)

E’ durata poco la felicità per lo sconto del 20% sugli abbonamenti Piacenza - Milano di febbraio e per un probabile mese gratis, nella prossima primavera, per gli abbonamenti della regione Emilia Romagna. Lo sconto di febbraio ha infatti coinciso con ulteriori e pesanti aumenti dei costi di viaggio, una coincidenza che sembra voler mascherare i nuovi aumenti e addolcire l’ennesima purga che le FS devono far ingoiare ai viaggiatori. Molti pendolari ci segnalano che a febbraio l’abbonamento mensile Pontenure - Milano è passato da 69 € a ben 75 €. Il Piacenza - Milano a tariffa lombarda che un tempo era considerato carissimo ne costa “solo” 74. Il biglietto da Pontenure a Milano non è più di 4,95 € bensì di 5,10 €. L’abbonamento annuale Pontenure - Milano nell’ultimo anno è passato da 596 € a oltre 700 € con un aumento di quasi il 20% in 13 mesi, roba da far invidia ai tassi d’inflazione dei primi anni ‘80. Alcuni studenti ci hanno poi segnalato che febbraio è il mese in cui molti di loro non hanno i corsi e quindi non potranno beneficiare dello sconto. E’ davvero un gran colpo di fortuna per le FS.

Molti pendolari sono pure incappati in una serie di curiosi disguidi sulle tariffe. C’è chi a gennaio, per un errore da “eccesso di zelo” delle ferrovie, si è trovato a dover pagare l’abbonamento Pontenure – Milano con la maggiorazione che invece sarebbe dovuta entrare in vigore a febbraio. Dato che a quel punto non conveniva più acquistare il Pontenure – Milano, molti hanno optato per il Piacenza - Milano (a tariffa lombarda), perdendo così la possibilità di chiedere successivamente il rimborso per l’errore sul costo del Pontenure – Milano.
Altri sfortunati che hanno acquistato l’abbonamento Piacenza - Milano di febbraio via Internet, lo hanno pagato a prezzo intero senza beneficare dello sconto del 20%. Com’è possibile che Trenitalia possa imporre prezzi differenti a fronte di un contratto (in questo caso della Lombardia) che da diritto ad usufruire di uno sconto del 20%? In questo modo oltretutto, anziché premiare chi acquista un biglietto via Internet, come avviene in tutto il resto del mondo, lo si penalizza. Chi ha subito questo torto può rivolgersi alla biglietteria per compilare una richiesta di rimborso e sperare, perché non è certo, che la domanda di risarcimento venga accolta. L’eventuale rimborso non sarà però in denaro, ma, come usa in FS, con uno sconto sul successivo abbonamento, sempre che si abbia la necessità di farlo. Chissà quanti hanno acquistato l’abbonamento via Internet e non si sono accorti dell’errore. Scommettiamo che le diligenti FS provvederanno, come farebbe qualsiasi società seria, ad inviare immediata segnalazione dell’errore ai malcapitati?

Ancora una volta sembra di aver a che fare con una società che opera al di sopra delle regole, che non solo si permette di sottrarsi all’elementare diritto per un cliente di avere un rimborso in denaro per gli errori o i disagi subiti, ma non riesce nemmeno a mettere in atto in maniera corretta gli aumenti tariffari. Inutile dire che gli errori sono sempre a danno del cliente. Queste ferrovie sembrano essere davvero molto malate. Che si tratti di un male da smisurata ingordigia?

Lettere dai pendolari: Cari assessori regionali ai trasporti (15/2/2010)

Scrivo questa lettera alle due controparti (Emilia e Lombardia) perché, ritrovandomi nella doppia veste di cittadino che paga le tasse e di cliente di Trenitalia (pendolare della tratta Fiorenzuola - Milano), desidero avere risposte dai responsabili della gestione e trasformazione in servizio del mio denaro.
Di seguito riporto a titolo d’esempio alcuni casi come base delle mie successive domande. Lunedì 1° febbraio 2010 il treno R2122 in partenza dalla stazione di Fiorenzuola d´Arda alle 6.52 per Milano e composto da 10 carrozze, aveva il riscaldamento guasto in 2 di esse, nelle quali la gente era seduta con indosso cappotti e giubbotti (probabilmente il riscaldamento si era guastato durante il tragitto), altre 2 carrozze erano completamente chiuse perché inservibili ed una quinta, ghiacciata, aveva persino la neve sui sedili attigui ai finestrini. Il treno è inoltre arrivato a Milano Rogoredo con circa 25 minuti di ritardo.
Venerdì 5 febbraio 2010 il treno per Piacenza, proveniente da Milano Porta Garibaldi ed atteso a Milano Rogoredo alle 17.18, è stato annunciato con 30’ di ritardo causa, cito testualmente “difficili condizioni atmosferiche.” Ricordo che attorno alle 17.00, quando è stato fatto l´annuncio, su Milano c’era una coltre di neve che variava tra i 3 ed i 5 centimetri.
E’ dal mese di dicembre che il succitato treno R2122 non arriva MAI puntuale a Milano Rogoredo (ritardo che varia dai 10 ai 25 minuti), così pure il treno R2285 che in partenza da Milano Centrale alle 18.20 dovrebbe arrivare alle 19.24 a Fiorenzuola d´Arda. Anch’esso non riesce mai ad arrivare puntuale a Fiorenzuola.

Scelti questi esempi tra le innumerevoli amenità che Trenitalia ci riserva quotidianamente, chiedo agli Assessori regionali dei Trasporti, in primis a quello della mia regione (Emilia Romagna), ma anche al suo collega della Lombardia, visto che il tragitto interessa anche questo territorio:
1) Avere 5 carrozze inservibili su 10, che vengono pagate con i soldi dei contribuenti, non dovrebbe comportare una sanzione pecuniaria nei confronti di Trenitalia? Se sì, è stata applicata? In che modo?
2) Nello stesso esempio il treno è arrivato a Milano Rogoredo con circa 25 minuti di ritardo, ma il tabellone ne segnava solo 15 (come a Lodi del resto). Poiché esistono sanzioni per l’accumulo dei ritardi, come vengono calcolati questi ritardi? Perché le segnalazioni sui tabelloni sono sempre a favore di Trenitalia?
3) Come mai cinque centimetri di neve riescono a mandare in tilt il viaggio di un treno in una stagione ed in una regione d’Italia in cui, è risaputo, durante l’inverno c’è la possibilità di neve?

Come potete vedere questa non vuole essere una generica lettera di protesta, bensì, scelti dei casi ben definiti, desidero avere, ripeto, come utente di un pubblico servizio (per quanto è a mia conoscenza, il ministero del Tesoro è l’unico azionista) e soprattutto come elettore delle prossime regionali, delle precise risposte in merito.

Lettere dai pendolari: Multa maggiorata se non si hanno i soldi per pagare. E' legale? (15/2/2010)

Vi scrivo per chiedere un consiglio circa una contravvenzione subita su un regionale. Ho trovato le obliteratrici fuori servizio nel sottopassaggio della stazione Milano Rogoredo.
Per stanchezza non me la sono sentita di girare tutto il treno per trovare subito il controllore, il quale ha pensato bene di notificarmi una multa di 100 euro per non aver pagato i 5 euro che mi chiedeva. Purtroppo in quel momento non avevo
con me neanche quei 5 euro e neppure il bancomat, ma il controllore è stato fiscale. Mi sento doppiamente lesa dall'azienda, per l'obliteratrice fuori uso e per il fatto di essere stata penalizzata perché non avevo contanti.
Vorrei inoltrare ricorso, ma a chi va inoltrato? Non vi sembra irregolare il fatto che il verbale non riporti un indirizzo a cui inoltrare ricorso?

altra lettera

Sono una pendolare sulla tratta Fidenza - Piacenza. Scrivo per raccontarvi quanto mi è successo la scorsa settimana.
Premessa: a gennaio non ho fatto l’abbonamento perché tra ferie e malattia non mi conveniva. Così faccio il biglietto del treno e salgo senza timbrare, proprio per una questione di abitudine ad avere sempre l’abbonamento. Mi accorgo di non avere timbrato quando arriva la bigliettaia che naturalmente mi da 50 euro di multa. Ma la cosa più bella è questa: dato che non avevo 50 euro in contanti la multa è raddoppiata! 100 euro.
A causa di questo nuovo regolamento se non hai contante sul treno la multa raddoppia.
Oltretutto mi sono sentita dire dalla dolce signorina: 1) che “loro vivono con le multe”; 2) che se volevo pagare solo 50 euro potevo ritornare nel pomeriggio verso le 16, quando quel treno tornava, per darle i soldi.
Che senso ha prendere mezza giornata di permesso per aspettare un treno forse puntale? Le ho detto che i miei permessi li uso ogni mattina quando arrivo in ritardo per colpa dei treni. Un bancomat su un treno regionale è una cosa impensabile per le ferrovie, solo sulla TAV forse. Cento euro sono davvero tanti.
Con un reclamo a cui non risponderà mai nessuno ho chiesto la restituzione di 50 euro.
Cosa mi consigliate? Un regolamento così, oltre a tutto il resto, è davvero uno schifo.

Lettere dai pendolari: FS per favore non tormentatemi anche per S. Valentino (15/2/2010)

Gentili signori, ogni giorno subisco la sconcertante e catastrofica inefficienza delle FS.
Sia che si tratti di viaggi di lavoro, con sveglia alle 5.30 del mattino e appuntamento andato in fumo causa vostro ritardo e disinformazione, sia che si tratti di una tratta breve di pendolarismo, sia che si tratti di Eurostar, sia che si tratti carri bestiame regionali, il marchio DOC di FS è inconfondibile: ritardo, maleducazione, disinformazione.
L'opinione unanime delle persone che conosco (non-pendolari) è che le FS siano uno scandalo e una iattura per il Paese.
Siamo costretti a prendere i vostri treni: se ci fosse possibilità di scelta nessuno li prenderebbe. E mi viene da piangere al pensiero di quanti soldi pubblici sono andati e vanno persi nell'alimentare questo servizio a dir poco pietoso.
Detto questo non voglio fare il penoso elenco di tutte le ore che ho perso a causa del vostro orrendo servizio... ma almeno per favore abbiate la bontà di non mandarmi delle newsletter con le vostre offerte per il carnevale e San Valentino.
Grazie.

Lettere dai pendolari: Informazioni fasulle (15/2/2010)

Trenitalia raggiunge nuove vette nei disservizi ai viaggiatori. Adesso si mettono anche a dare informazioni false.
Il 27 gennaio sono arrivato in stazione centrale a Milano attorno alle 18.20. La scusa di turno è lo sciopero e, come al solito, ci sono pesanti ritardi.
Sui tabelloni in testa ai binari è segnato il regionale per Bologna delle 17.20 con un ritardo di 80 minuti.
Fatti 2 conti ne risulta che il treno dovrebbe partire alle 18.40.
Vado al binario 19 per vedere la situazione, e anche il tabellone in testa al binario conferma che il treno va a Bologna.
Per caso sento un ferroviere dire che il treno va a Mantova! Il macchinista conferma. Pochi minuti dopo gli illustri personaggi che stanno all'ufficio movimento si degnano di aggiornare le indicazioni! Del 18.20 per Bologna più nessuna traccia...
Per fortuna ci sono altri treni che vanno a Piacenza, ma mi chiedo: quanti saranno i viaggiatori che non hanno sentito le indicazioni e in piena buonafede sono saliti sul treno sbagliato?

Lettere dai pendolari: Informazioni sbagliate (15/2/2010)

Lettera inviata alle ferrovie
Sono un pendolare piacentino che ogni giorno si reca a Milano per lavoro.
Come probabilmente già ben sapete, il livello di servizio offerto da Trenitalia è pessimo; tuttavia la stessa Trenitalia è riuscita a peggiorare ulteriormente la qualità di servizio offerto giornalmente ai pendolari piacentini.
In particolare mi riferisco al regionale R2122 Bologna - Milano. A partire da gennaio il treno, che prima era composto da 10 carrozze, viaggia sistematicamente con 8 carrozze. Di queste un numero variabile da 1 a 3 è priva di riscaldamento (la temperatura media all'esterno in questi giorni attorno a -2 °C).
Restano quindi da 5 - 7 carrozze in cui i pendolari piacentini devono ammassarsi, taccio sulla situazione quando il treno ferma a Lodi.
Certo di una celere risposta da parte vostra, vi invito a venire alla stazione di Piacenza alle 7.08 uno di questi giorni per verificare di persona la situazione, sarò ben felice di offrire un cappuccino, una volta arrivati a Milano Centrale, a chiunque voglia dividere con me l'esperienza quotidiana.
In particolare gradirei moltissimo che l'assessore Peri potesse vivere questa esperienza assieme a me e ai miei colleghi pendolari.

Lettere dai pendolari: Diario di un pendolare 6a puntata (1/2/2010)

lunedì 1 febbraio: Viaggio sul treno più lento dell'Universo!
Innanzitutto di nuovo grazie a Trenitalia per aver offerto l'ennesima occasione ai colleghi di lavoro per prendersi simpaticamente giuoco di me al momento del mio arrivo ritardato quotidiano in ufficio!
Per l'ennesima volta, al mio arrivo in quel di Lampugnano, sono stato accolto da frasi sibilline, battute spiritose e dalle domande rituali: Oggi ha bucato il treno? Il locomotore scivolava sul ghiaccio? Il capotreno non riusciva a chiudere le porte? Sono gelati i cavi dell'alta tensione a Tavazzano? (fenomeno peraltro tipico dei paesi equatoriali, ma quasi mai delle nostre latitudini!) Perché devo farmi prendere per il ... quotidianamente per colpa delle FFSS??
Stamattina, ennesima o consueta performance vergognosa del treno R2274: è una cosa inaudita, inorridente, inaccettabile, in poche parole il viaggio a bordo del treno più lento dell'Universo!
Il treno parte abbastanza puntuale da Piacenza (e ci mancherebbe altro, l'orario prevede una sosta di 17 minuti in stazione!ALLUCINANTE) e tutto ciò riempie di gioia i pendolari di Bologna che si alzano alle 4:30 per essere a Milano Rogoredo alle 9.00! (quando va bene). Il convoglio ha viaggiato col freno tirato fino a Lodi, effettuando fermata straordinaria (non comunicata) a Codogno per servizio passeggeri, altre fermate immotivate nelle campagne di Casale e Secugnago per farci ammirare il meraviglioso paesaggio innevato e illuminato dal sole, impiegando la bellezza di 36 minuti per percorrere ben 37Km! Nel frattempo, durante (ma non solo) queste soste immotivate, abbiamo dovuto sopportare un personaggio che probabilmente aveva ingoiato una radio, che ha continuato a parlare ad alta voce al telefono (e non), destando nella maggior parte dei presenti insofferenza e occhiate di disperazione tipiche del lunedì: che gioia! I 14 minuti di ritardo accumulati faticosamente tra Piacenza e Lodi sono diventati 17 a Rogoredo: peggioramento esponenziale quotidiano!
Grazie ancora FS!

Nuovo treno per Milano: solo una promessa elettorale? (1/2/2010)

Il Sig. Alfredo Peri, già Assessore ai trasporti della nostra regione, con l'avvicinarsi delle prossime elezioni regionali, s’è improvvisamente accorto dei disservizi subiti da molti viaggiatori ferroviari e sta preparando per loro un piacevole regalino di fine mandato.
Pochi giorni fa il Sig. Peri ha infatti chiesto a Trenitalia un nuovo treno regionale da Parma per Milano, con arrivo alle 9.00 a Milano Rogoredo e alle 9.10 a Milano centrale. E’ senz’altro un servizio utile visto il buco a quell’ora di treni pendolari per Milano, notiamo però che manca la fermata a Milano Lambrate. Senza Lambrate resterebbero a piedi oltre un terzo dei pendolari piacentini ed emiliani diretti a Milano. Raggiungere Lambrate coi mezzi pubblici o con altri treni partendo da Rogoredo o Centrale è infatti un’ardua impresa che allungherebbe a dismisura il tempo di percorrenza. A parte questa “svista”, che speriamo venga corretta, il nuovo treno per essere utile deve poter viaggiare velocemente, quindi senza le soste (per precedenza) fuori dalle stazioni lombarde.

Visto che il buco di servizio è stato creato da Trenitalia, con lo spostamento ad altro orario dell’Intercity delle 8.08, logica vorrebbe che fosse Trenitalia a pagare le spese per il ripristino di tale servizio. Il Sig. Peri però ha molta fretta, non può attendere l’orario di giugno. Sarà per le intollerabili sofferenze dei pendolari di quella fascia oraria o perché a giugno le elezioni saranno già finite? Fatto sta che il Sig. Peri s’è affannato a richiedere l’immediata entrata in servizio del nuovo treno, non ci sono problemi, paga la Regione (che come sempre fa rima con Pantalone). Che strano, quattro anni or sono, a valle del disastroso orario di dicembre 2005, quando ci sarebbe stato molto più bisogno d’immediate modifiche all'orario, il signor Peri, dopo aver minacciato e mai proceduto all’annullamento del contratto di servizio con FS, non ha mosso un dito per cambiare l’orario. All’epoca però le elezioni regionali c’erano appena state e sulla sua poltroncina da assessore poteva dormire sonni tranquilli ancora per molti anni. Tutti i nodi però, prima o poi, vengono al pettine.
Anche questa modifica all’orario, dunque, ce la pagheremo noi, senza considerare che in questo periodo il servizio fornito ai pendolari è talmente vergognoso che si potrebbe pretendere quel nuovo treno come risarcimento degli attuali disservizi. Ma che senso ha rovinare i rapporti con le FS quando le casse regionali possono rendere tutti più felici?

A parte questo ammirevole gesto in favore dei pendolari, il curriculum del Sig. Peri in quel settore non è dei più brillanti. E’ come se in lui ci fossero due personalità opposte: il Sig. Alfredo, buono, disponibile, premuroso e attento, quando siamo in periodo elettorale, ed il crudele Mr. Peri per tutto il resto del tempo. E’ Mr. Peri che nel dicembre 2005, incurante degli appelli dei pendolari, ha concesso la sostituzione degli interregionali con gli intercity; sempre lui ha autorizzato le ferrovie a ridurre le carrozze e i posti a sedere senza alcuna penale; è lui che invece di restituire ai viaggiatori il 100% delle penali pagate dalle ferrovie, preferisce ritornarle in buona parte alle stesse ferrovie, lasciando ai pendolari solo le briciole; è lui che tollera la circolazione di carrozze sporche, gelate o roventi, scomode e non funzionanti, fidandosi quasi ciecamente delle dichiarazioni fornite dalle ferrovie; sempre lui trova ogni modo per foraggiare FS con nuove sovvenzioni; lui si alza durante le riunioni ed esce dalla sala quando parlano i pendolari piacentini; lui stipula i contratti di servizio ad uso e consumo delle ferrovie, senza ascoltare i suggerimenti dei veri pendolari; lui si è avvalso di associazioni e comitati infarciti di tesserati di partito per far credere che i pendolari stavano dalla sua parte; lui ha permesso il sistematico allungamento dei tempi di percorrenza dei treni pendolari e da anni non fa nulla per consentire il transito dei treni pendolari sulle tratte ad alta velocità, realizzate con i soldi pubblici, (dice che i treni TAV non sono affar suo, è vero, ma quelli dei pendolari sì!); è lui infine che, alla faccia dell’inflazione, autorizza gli aumenti dei biglietti suggeriti dalle ferrovie (solo nell’ultimo anno +10% per l’abbonamento annuale PC-MI).

Sarebbe quindi auspicabile che il buon Sig. Alfredo, prima di trasformarsi ancora una volta in Mr. Peri, mutazione che dovrebbe avvenire entro la prossima primavera, decidesse di congedarsi dai pendolari con il bel gesto del nuovo treno per Milano, lasciando ad altri meritevoli colleghi e cittadini l’arduo compito di dedicarsi con spirito leale e competente alla gestione della cosa pubblica.

Lettere dai pendolari: i giochetti di Trenitalia (1/2/2010)

Trenitalia ora pubblicizza “Carta Freccia - viaggiano i vantaggi, scopri come guadagnare tanti punti”, ma qualche anno fa aveva già lanciato la stessa trovata pubblicitaria con “carta viaggio, ogni viaggio un vantaggio”, diventata una beffa per molti viaggiatori come mostra la seguente lettera.

Vi scrivo la disavventura del giorno. Avendo sempre caricato ogni mio viaggio e abbonamento sulla cartaviaggio, mi accingevo, dopo tanto tempo, a consultare il saldo dei punti sapendo di poter chiedere un biglietto "omaggio" (leggi: pagato profumatamente lasciando migliaia di euro prima a Trenitalia; quindi un contentino, ma meglio di niente). Appena connesso al sito, ecco la funesta sorpresa: il mio saldo punti non è sufficiente a chiedere alcun premio, neanche il più basso! Ricordando che periodicamente mi mandavano una mail con il riepilogo dei punti, ho recuperato l'ultima di circa 15 giorni fa in cui si dice che ho quasi centomila punti, e tutti a scadenza 2010. Ho provveduto a mandare subito un reclamo a Trenitalia, che - forse - avrà una risposta (sicuramente negativa) tra più di un mese.
E intanto, il mio viaggio extra, fuori dalla mia tratta pendolare, me lo dovrei pagare. Caro Moretti, le sue care (nel senso economico del termine) frecce, se le metta dove dico io: il prossimo week end "fuori porta" me lo farò in macchina.

Minacce nel parcheggio di via dei Pisoni (1/2/2010)

Dopo l’abbattimento del muro che fino a settembre 2009 impediva il transito dei veicoli nel parcheggio di via dei Pisoni (coinciso con la scomparsa dei custodi di un vicino parcheggio a pagamento), la situazione era tornata tranquilla. Con l'anno nuovo però sono tornati i problemi per i pendolari e su alcune auto sono apparsi volantini poco rassicuranti. I volantini, messi anche sulle auto parcheggiate regolarmente, al di fuori delle corsie di scorrimento, segnalano ai malcapitati pendolari che quella "non è una corsia di scorrimento!", affermazione falsa per chi lascia l'auto nei regolari spazi, e che parcheggiare in quel posto ha già prodotto “l'impedimento del passaggio di un mezzo di soccorso per urgenza”. Com'è possibile se la strada per l'accesso al vicino parcheggio è lasciata sgombra? Perché ce la si prende con un mezzo che non blocca la circolazione quando per mesi quell’area ha dovuto convivere con un muro che impediva il transito di ogni mezzo? Come mai, chi ora mette quei volantini, in quell'occasione non ha provveduto ha chiamare le forze dell'ordine per smantellare il muro? Viene da pensare che quel muro facesse comodo a chi oggi mette questi messaggi.
Il volantino prosegue in maniera intimidatoria dicendo che: ”nei prossimi giorni prenderemo provvedimenti con l'ausilio delle forze dell'ordine”, una minaccia in piena regola.
Alla fine s’informa l'ignaro pendolare che a poca distanza è disponibile un parcheggio a pagamento.
E’ una film già visto quello d’intimidire senza motivo gli utenti per vendere un servizio. Quando dicevamo che la gestione privata di un parcheggio a pagamento non può convivere senza conflitti con la presenza di un parcheggio gratuito, ci riferivamo a questo. Nulla vieta al privato di offrire un servizio, ma costui non ha il diritto di promuoverlo terrorizzando chi non vuole servirsene e preferisce sostare - regolarmente - su un'area che non appartiene al privato, senza impedire il transito di alcun mezzo.
Il foglietto riporta in bella evidenza il curioso titolo “UNO”. Cosa significa? A prima vista potrebbe sembrare un modo per informare il destinatario che quello è il primo di una serie di messaggi.

In questo mondo dove le leggi del profitto regnano sovrane, dove tutela e sicurezza sono garantite solamente ai privilegiati che camminano sopra le nostre teste e dove chi dovrebbe assicurare la legalità spesso si dimentica di farlo (i sei mesi necessari per smantellare il muro abusivo del parcheggio di via dei Pisoni ne sono la prova), spetta ancora una volta solo a noi contrastare questi metodi da basso medioevo senza arrendersi alle prepotenze e intimidazioni altrui.

Lettere dai pendolari: Servizio Frecciarossa scadente (29/1/2010)

Vorrei poter esprimere le mie perplessità sul servizio effettuato da Trenitalia nel periodo immediatamente precedente le festività natalizie e di cui sono stato direttamente protagonista.
Il giorno 22 dicembre infatti, dovendomi necessariamente recare a Roma, ho deciso di acquistare un biglietto di andata e ritorno (previsto per il giorno 23) con servizio ad Alta Velocità, prenotando i posti su un treno Frecciarossa.
Inutile dire i motivi di tale scelta: velocità, posto “prenotato” (essendo periodo di rientri), puntualità del servizio.
Subito la sfortuna vuole che, essendo nevicato la sera prima, il treno arrivi con 80 minuti di ritardo, attesi al freddo, e con lo speaker della stazione che, dopo aver annunciato i primi 45 minuti di ritardo, non si è più fatto sentire.
Evitando di farsi troppe domande, come chiedersi se la neve scende solo in Italia, salgo sul treno e mi accomodo; a Parma sale un primo nutrito gruppo di persone.

Immancabilmente, una famiglia composta da più di otto persone, non avendo trovato con la prenotazione posti a sedere vicini, si sono sistemati nella nostra carrozza dove hanno trovato i posti contigui. In sequenza sono avvenute: una prima “litigata” verbale a Modena, dove un viaggiatore reclamava il suo posto (ovviamente parole sprecate), una seconda a Firenze, quando sono saliti sul treno turisti giapponesi che, sconcertati e senza capire le motivazioni che la famiglia “abusiva” dispensava in italiano, hanno dovuto rinunciare al proprio posto in quanto le prenotazioni erano “saltate”. Si sono quindi dovuti arrangiare e andarsi a cercare un altro posto. Il treno, percorre la tratta storica “Bologna - Roma” (quindi dico addio alla mia alta velocità) e accumula ritardo su ritardo (fra l’altro nei servizi igienici sul treno manca sapone e carta per asciugarsi le mani). Arriva finalmente a Roma con 165 minuti di ritardo e senza che un capotreno o controllore passasse a verificare le prenotazioni.

Il ritorno invece è stato più interessante. Siamo saliti sul treno una ventina di minuti prima dell’orario di partenza; la carrozza si presentava in uno stato pietoso con giornali sparsi ovunque, sacchetti pieni d’immondizia (dagli utenti che hanno utilizzato precedentemente il mezzo). Essendo i vagoni aperti i primi a salire sono stati due bambini che hanno fatto passare tutti i sacchetti e le borse di plastica per cercare di recuperare qualcosa e che poi hanno chiesto la carità. E’ poi è salito il venditore abusivo di calzini (da noi è passato ben tre volte a chiedere se volevamo comprare qualcosa) e, al terzo posto, finalmente una fila di quattro addetti alla pulizia del treno che nei cinque minuti prima della partenza hanno tentato di eliminare i residui dei rifiuti cercando di non far confusione tra oggetti di noi passeggeri ormai saliti sul treno e l’immondizia (ovvio che tutto è risultato un lavoro di pulizia sommario).

Ancora fermi alla stazione abbiamo poi assistito ad un furto in diretta. Un ragazzo che aveva depositato il proprio zainetto sulla cappelliera non lo ha più trovato, il colpevole ci è sembrato un individuo che, facendo finta di aver sbagliato posto, ha appoggiato le sue cose sulla cappelliera e poco dopo se le è riprese, probabilmente aggiungendo anche quelle dello sventurato passeggero che non è più stato in grado di trovarle.
Per la cronaca, il treno è arrivato a Piacenza con 15 minuti di ritardo e, mentre ero a Roma, ho saputo che probabilmente il rimborso per il ritardo del treno dell’andata è incerto (saprò confermarlo o meno quando raggiungerò la biglietteria), rimborso che per altro sarà un buono da utilizzarsi ancora sui treni (in pratica, un girone dantesco dal quale non se ne esce più).

Alla fine di questo viaggio mi chiedo in che percentuale la colpa di tutte queste sventure sia dovuta al progressivo degrado e mancanza di civiltà della nostra società e quanto a Trenitalia, che mentre a parole pubblicizza come innovazione quello che deve essere il fiore all’occhiello della flotta ferrovia, nella realtà fornisce un mezzo appena più veloce degli altri, ma a costi molto maggiori. Se faccio un parallelo con gli aerei, la differenza è lampante: non mi è mai capitato di poter salire a bordo quando voglio, senza biglietto, fare un giro per i corridoi e poi scendere come se nulla fosse. Mi chiedo se il Dirigente Sig. Moretti quando vanta il servizio ferroviario, si rende conto della reale situazione in cui versano le ferrovie da lui amministrate. Mi chiedo ad esempio se è al corrente di queste vicende e soprattutto se è a conoscenza che in alcuni paesi con pochi minuti di ritardo in un anno si licenziano personale e dirigenza.

Bonus per gli abbonamenti di febbraio (29/1/2010)

A febbraio tra Piacenza e Milano l'abbonamento a tariffa lombarda (non il Pontenure - Milano) dovrebbe essere scontato del 20% e quindi diventare più conveniente del Pontenure - Milano.

Leggete l'avviso ai viaggiatori (file .PDF 90Kb).

Aria di elezioni regionali (29/1/2010)

Il Sig. Alfredo rag. Peri, già assessore ai trasporti della nostra regione con l'avvicinarsi delle prossime elezioni regionali cerca di recuperare un decennio di disastrosa gestione del trasporto ferroviario con un regalino per ingolosire i pendolari.
Lo scorso 27 gennaio il Sig. Alfredo si è infatti affannato a chiedere un nuovo treno da Parma a Milano con arrivo previsto a Milano centrale per le 9.10 del mattino.

Le elezioni sono alle porte e la fretta del Sig. Alfredo è tanta, così si è affannato a richiedere l'entrata in servizio di quel treno il più presto possibile, senza attendere il nuovo orario ferroviario di giugno. Che strano, quattro anni or sono, a valle del disastroso cambio d’orario del dicembre 2005, quando vi sarebbe stato molto più bisogno di fare immediate modifiche all'orario, il signorino fingeva di litigare con le FS, ma non ha mosso un dito per cambiare gli orari. Eh già, ma allora mica c’erano le elezioni regionali.
Questa modifica invece verrà pure pagata dalla regione, senza considerare che il buco d’orario l’hanno creato le ferrovie, per giunta in questo periodo il servizio fornito ai pendolari si può definire peggio che inqualificabile, dunque si sarebbe potuto pretendere di avere quel nuovo treno senza sborsare altro denaro.

Sarebbe bello (per lei) Sig. Alfredo poter cancellare con un colpo di spugna tutti disastri che ha combinato in tanti anni. Purtroppo anche prendendoci a martellate sulla testa è dura dimenticarsi di chi nel dicembre 2005, incurante degli appelli dei pendolari, ha deciso di sostituire i treni Interregionali con gli Intercity; di chi ha autorizzato le ferrovie alla riduzione di carrozze e di posti a sedere senza dare alcuna penale; di chi invece di restituire ai viaggiatori il 100% delle penali pagate dalle ferrovie, preferisce ridare la maggior parte di quel denaro alle stesse ferrovie, comprando per loro motrici e carrozze nuove di pacca; di chi autorizza le ferrovie a far circolare treni con carrozze sporche, gelate, scomode e non funzionanti, fidandosi delle certificazioni propinate dalle ferrovie; di chi trova ogni scusa per foraggiare gli amici FS con nuove sovvenzioni; di chi si alza durante le riunioni ed esce dalla sala quando parlano i pendolari piacentini; di chi stipula i contratti di servizio ad uso e consumo delle ferrovie, senza minimamente ascoltare quello che suggeriscono i veri pendolari; di chi si è avvalso di associazioni e comitati infarciti di tesserati di partito per far credere all'opinione pubblica che i pendolari stanno dalla sua parte; di chi ha permesso il sistematico allungamento dei tempi di percorrenza dei treni pendolari; di chi non fa nulla per consentire il transito dei treni pendolari sulle tratte ad alta velocità (costruite con i soldi pubblici); di chi autorizza ogni aumento dei biglietti voluto dalle ferrovie (+10% solo nell’ultimo anno, alla faccia dell’inflazione).

Persone come lei Sig. Alfredo sarebbe meglio che invece di occuparsi della cosa pubblica si prendessero una lunga vacanza dall'altra parte dell'universo.

I deportati della Piacenza-Milano (28/1/2010)

Il 26 gennaio, giorno della memoria, giorno in cui nella stazione centrale di Milano si ricordavano i treni che negli anni dell’occupazione nazista partivano verso Auschwitz carichi di ebrei, la direzione di Trenitalia ha deciso di celebrare a modo suo la ricorrenza, facendo rivivere ai pendolari della linea Milano-Piacenza un travaglio che, seppur non paragonabile alla deportazione, ha rappresentato ben più che un semplice disguido. Verso le ore 16, infatti, per cause che rimangono da accertare, il deragliamento di un treno all’altezza di Secugnago ha portato lo scompiglio su tutta la linea. Vabbè, si dirà, un deragliamento non si può prevedere. Forse, ma resta da chiedersi come mai, nel giro di soli 10 giorni, per ben due volte (era già accaduto il 18 u.s.) un treno sia uscito dai binari a pochi chilometri di distanza da Piacenza, fortunatamente senza conseguenze per i passeggeri. Viene il sospetto che – malgrado l’ingente quantità di danaro incamerata dalle casse di Trenitalia - molto dipenda dall’incuria riservata a mezzi e strutture, dal momento che questa volta non ci si può appellare alle avverse condizioni meteo: a meno che, naturalmente, 15 fiocchi di neve non rappresentino per Trenitalia un ostacolo insormontabile.

Ma torniamo ai fatti. Il deragliamento, come un sasso lanciato in uno stagno, ha provocato una serie di ritardi di entità tale da paralizzare le stazioni milanesi. Se alcuni – pochi – fortunati pendolari hanno dovuto subire ritardi di “soli” 30-40 minuti, chiunque abbia cercato di tornare da Milano a Piacenza verso le 19 ha dovuto fare i conti con la soppressione di due treni consecutivi (nota bene: uno dei due, il 2287 per Bologna, secondo il sito di Trenitalia ha viaggiato regolarmente e con un trascurabile ritardo, peccato che la tratta percorsa si limitasse alla Piacenza-Bologna, con esclusione di quella Milano-Piacenza). I viaggiatori si sono dovuti rassegnare a salire su un convoglio partito alle 19.35 (già gravato da un ritardo di oltre 60 minuti) e giunto, dopo interminabili tribolazioni, alla stazione di Piacenza oltre due ore dopo, con un ritardo complessivo di oltre tre ore. Cause indipendenti dalla volontà dei movimentatori, dunque? Può essere: qualche pendolare di buon animo potrebbe pensarlo.

Nemmeno un santo però potrebbe giustificare quanto accaduto il giorno seguente, 27 gennaio, in occasione dello sciopero dichiarato dai dipendenti di Trenitalia. In tali circostanze, in genere, vi sono alcuni treni garantiti, che viaggiano in orario pendolari; fra questi, solitamente, l’8.04 da Piacenza (la fascia pendolare considerata dalle ferrovie per la mattina è tra le 6 e le 9). Bene, mercoledì 27 gennaio, gli altoparlanti annunciavano che il suddetto era stato soppresso; sul binario 3, però, era in arrivo (con un ritardo di 22 minuti) il treno delle 7.35 per Milano - Sesto San Giovanni. Quel treno è lento e in quell’occasione avrebbe fatto tutte le fermate; arricciando un po’ il naso i pendolari sono saliti sul regionale, convinti che si sarebbe comportato come l’8.04. Invece, con grande sorpresa e comprensibile rabbia di molti viaggiatori, il treno è partito alle 8.01, lasciando a piedi tutti coloro che sono costretti ad arrivare in stazione all’ultimo minuto. Interpellato sui motivi di tale scelta, il capotreno ha scaricato il barile sulle spalle del dirigente centrale operativo della stazione di Piacenza. Una persona che quindi dovrebbe ben conoscere le dinamiche e le esigenze del pendolarismo piacentino.

Anche questa volta le ferrovie invece di offrire un servizio hanno creato un pesante disservizio, aggravato dal fatto che si era in presenza di uno sciopero. Il treno ha poi fermato in tutte le stazioni successive accumulando un ritardo di oltre 50 minuti all’arrivo a Milano.
Su un ritardo complessivo di oltre 50 minuti facevano la differenza i 180 secondi che avrebbero permesso a tanti pendolari piacentini di salire su quel treno? Si può ancora parlare di cause indipendenti dalla volontà di Trenitalia?

Lettere dai pendolari: Diario di un pendolare 5a puntata (26/1/2010)

Giovedì scorso (21 gennaio) il R2274 è arrivato a Piacenza con una sola carrozza di prima classe e almeno quattro di seconda letteralmente CONGELATE!
Naturalmente questo disservizio ha permesso ad alcuni di sedersi in prima anche se non ne avevano titolo. A Piacenza però il treno si riempie e alcune persone con abbonamento
o biglietto di prima sono rimaste in piedi.
Alcuni utenti hanno segnalato i problemi al CST, il quale, si è subito prodigato per riattivare il riscaldamento, sostenendo che a Bologna, al momento della partenza del treno, funzionava tutto!!
Dopo pochi minuti nella carrozza (di PRIMA) sulla quale stavo viaggiando, il CST ha diffuso un messaggio con altoparlante: "Questa è una carrozza di prima classe, le persone in possesso del biglietto di seconda sono pregate di spostarsi nelle carrozze di testa perché il riscaldamento è stato ripristinato!"
NATURALMENTE, NON SI E' ALZATO NESSUNO! e molti pendolari con biglietto di prima classe si sono "arrangiati" oltre ad essersi incavolati notevolmente.
Il problema dell'unica carrozza di prima classe si sta verificando quotidianamente da quando è entrato in vigore il nuovo orario: se a ciò aggiungiamo che questo treno R2274 sostituisce anche il "vecchio" EUROSTAR CITY delle 8.08, per cui parte da Bologna e non più da Parma, è facile intuire (tranne che per Trenitalia) che questo convoglio da Piacenza in poi viaggia e viaggerà sempre stracolmo e con molte persone in piedi. Urge assolutamente l'aggiunta di altre carrozze prima che qualcuno metta le mani addosso o scaraventi giù dal treno il malcapitato CST !
E' necessario ricordare anche il quotidiano ritardo "accusato" da questo treno, variabile casualmente, di 5 - 10 - 15 - 20 minuti: e pensare che sta fermo 17 minuti nella stazione di Piacenza!! Organizzazione eccellente!

Lo stillicidio dei ritardi continua (18/1/2010)

E’ trascorso più d’un mese dal cambio d’orario ferroviario, le nevicate prenatalizie sono per fortuna alle spalle, ma l’assestamento della circolazione ferroviaria non è ancora terminato e i pendolari piacentini non trovano pace sui binari. I troppi errori di progettazione del servizio fanno ora sentire tutto il loro peso. I ritardi di tutti i treni nelle fasce pendolari sono cresciuti a dismisura. Non esiste una fascia che offra un servizio almeno equivalente a quello dell’orario precedente. Non stiamo chiedendo un servizio dignitoso, facciamo semplicemente riferimento al già penoso orario precedente.

Al mattino per Milano si comincia coi regionali 2272 e 20416 in partenza prima delle sette. Sulla carta dovrebbero essere più veloci di prima, invece per i tanti lavoratori costretti ad arrivare entro le otto in ufficio non ci sono più speranze, se non prendendo il treno da zombi delle 6.22.
Il regionale 2122 delle 7.08, uno dei più importanti, ha accumulato ritardi fino ai 72’ del giorno 13 gennaio. Il treno delle 8.04 ha passato tutto il mese ad effettuare fermate straordinarie in Lombardia. Un controllore ci ha riferito che a seguito delle lamentele dei pendolari, la regione Emilia-Romagna ha vietato le fermate straordinarie in Lombardia. Il risultato è che ora quel treno viene quotidianamente fermato, non più nelle stazioni lombarde, ma appena fuori, obbligandolo a decine di minuti di sosta in attesa dell'arrivo o del sorpasso di altri treni della Lombardia. Sembra proprio che i treni e i pendolari emiliani in Lombardia abbiano gli stessi diritti dei lavoratori di colore a Rosarno, con la differenza che loro almeno se ne sono potuti andare. Noi invece quelle sfinenti mortificazioni, frutto anche della superficialità con cui la regione Emilia-Romagna approva le tracce orarie, dobbiamo continuare a subirle ogni giorno, almeno fino a quando non potremo portare i nostri treni sull’alta velocità.
La mattina termina col regionale R20400 con partenza ritardata alle 8.51. Oltre ad aver subito un allungamento di percorrenza, arriva a Milano sempre più in ritardo con orari insostenibili anche per chi è costretto a prenderlo dopo aver accompagnato i figli a scuola o all'asilo.

Di sera la situazione non cambia, tutti i treni per Parma, Bologna o Livorno tra le 17 e le 20 viaggiano con pesanti ritardi e, aspetto comune anche a molti treni del mattino, sono diventati stracolmi di viaggiatori rimasti orfani dei loro treni. Capita così che già a Lambrate non si trovi più posto e a Rogoredo non si riesca nemmeno a salire. La carenza di posti a sedere è anche dovuta all'enorme riduzione di carrozze imposta a molti treni. Dalle 13 carrozze di qualche anno fa, si è passati alle 10 di qualche mese fa per arrivare alle 7-8 di adesso. Per inserire nuovi convogli (lenti), e pretendere quindi altri soldi dalle regioni, le ferrovie hanno mutilato, di carrozze e personale, i treni esistenti. Si saturano così le tratte e si appesantisce la circolazione, con ovvie ripercussioni sulla puntualità e la disponibilità di posti su quei pochi treni pseudo-veloci rimasti. Basti pensare che in un’ora ad altissimo afflusso pendolare come tra le 17.40 e le 18.00 partono da Milano ben 3 treni diretti a Piacenza, tutti però fermano nelle stazioni intermedie e nessuno arriva velocemente nella nostra città. Le centinaia di pendolari piacentini di quella fascia sono così costrette ad ammucchiarsi, senza alcuna sicurezza, sui predellini e nei giunti tra le carrozze del successivo R2285 delle 18.20. Grazie a scelte come questa però gli assessori regionali ai trasporti possono vantarsi di aver incrementato il numero di treni-chilometro.
Quello che servirebbe ai piacentini nelle fasce pendolari è invece l’opposto, meno treni, meglio cadenzati, molto più veloci e con più carrozze (salvaguardando quindi il numero totale di “carrozze-chilometro”, un parametro più adatto dei “treni-chilometro” a valutare la quantità di servizio erogato). Questa soluzione produrrebbe due effetti interessanti: 1) ridurrebbe i costi del servizio (che è parametrizzato sul numero di “treni-chilometro”), quindi i soldi che le regioni versano alle ferrovie; 2) libererebbe molte tracce orarie per eventuali concorrenti. Ma Trenitalia non gradisce la concorrenza e molti amministratori, politici e soprattutto manager delle ferrovie, non amano disporre di meno denaro per gestire i tanti appalti ferroviari, è quindi molto probabile che il servizio continui a peggiorare per poter versare sempre più soldi nelle capienti tasche FS.

Dagli altoparlanti della stazione arrivano inutili frastuoni (18/1/2010)

Con il nuovo orario ferroviario è stata introdotta “un’innovazione” alla stazione di Piacenza. Dagli altoparlanti si sente continuamente una radio trasmessa a tutto volume. Una scelta veramente di cattivo gusto per chi la mattina arriva assonnato in stazione e non vede l'ora di trovare un po' di quiete e silenzio. Dagli altoparlanti, che ovviamente non sono HI-FI, arrivano suoni distorti, fastidiosi e inutili, oltretutto nel solito stile da propaganda nazionalsocialista dei tempi che furono. Faccio un esempio. Una delle sere prima di Natale, al rientro da Milano, con un'ottantina di minuti di ritardo per neve sulle spalle e un viaggio ad alta “compressione”, i viaggiatori hanno dovuto sentire da quegli altoparlanti i vaneggiamenti di chi alla radio annunciava con voce suadente che la neve non aveva causato problemi alla circolazione ferroviaria e che l'efficienza ed il comfort dei treni FS erano a disposizione dei viaggiatori nonostante le avversità meteorologiche.
Probabilmente a breve trasmetteranno anche la pubblicità, visto che alcuni nuovi grandi monitor sono già comparsi in diversi punti. V’immaginate nelle lunghe attese per i ritardi, oltre allo stress e all’arrabbiatura, doversi sorbire continui annunci pubblicitari?
Per contrastare queste scelte applico da tempo una soluzione molto semplice ma efficace. Ho deciso di non acquistare mai nessuno dei prodotti reclamizzati sotto qualsiasi forma in stazione o sui treni. Quando le ditte scopriranno che quella pubblicità potrebbe trasformarsi in un boomerang, ci penseranno bene prima di spendere soldi per tormentare ulteriormente i pendolari.

Lettere dai pendolari: Anche in città solo disagi per i pendolari (18/1/2010)

I pendolari sono trattati male non solo in treno, ma anche nel tragitto per arrivare in stazione. Io per esempio, come tanti altri vado in bici, passo da via Tibini (ed è un rally!), viale dei Mille (anche qui è un rally tra i cubetti di porfido sparsi nella via) per poi buttarmi alla spera in Dio nella rotonda .... e se la passo indenne alle 6.45 - 7.00 del mattino (c'è buio) devo fare lo slalom tra bus e camion di fornitori della mensa FS e di Borgofaxall e auto di pendolari. E’ vero che stanno facendo i lavori, ma non mi sembra stiano predisponendo una pista ciclabile ...anzi hanno ridotto lo spazio transitabile piratamente in bici (perché pedonale) davanti a Borgofaxall. Invece di far passare noi ciclisti e pedoni, il comune ha fatto una splendida aiuola per i fannulloni che quest'estate di sicuro bivaccheranno lì!
Il ritorno è ancora più difficile perché manca anche l'ingresso in rotonda (sempre dalla parte di Borgofaxall). E’ giusto che le macchine abbiano un senso unico, ma per le bici si potrebbe predisporre una pista ciclabile che porti dal deposito biciclette a via dei Mille. Non mi sembra una cosa assurda, mi meraviglia che nessuno ci abbia pensato visto che si vuole tanto ridurre il traffico automobilistico! Se piove è un dramma anche per i pedoni: avete presente il percorso obbligato da transenne? Ecco a metà diventa un guado, ma che problema c'è, tanto ti lava anche il bus o l'automobilista che sfreccia sulla pozzanghera da parte a te! Non si trovino scuse con i lavori in corso: sono mesi che vanno avanti. Il povero pendolare può accettare un disagio di una settimana, ma il disagio di mesi no! Ma è possibile che nessuno si (pre)occupi di noi? Provino Reggi e Brambati a passare una mattina presto ed una sera verso le 19 per verificare di persona.

Lettere dei pendolari: Disastroso il servizio pendolari del mattino presto. Appello di molti viaggiatori a Peri (18/1/2010)

Egregio Rag. Peri,
Con la presente intendo portarLa a conoscenza dei gravissimi disagi, che Lei senz’altro già conoscerà, che dobbiamo sopportare noi pendolari piacentini dopo la sciagurata decisione di Trenitalia di invertire gli orari dei treni del mattino e più precisamente: anticipare la partenza del treno 20416 dalle 6.48 alle 6.43 e posticipare la partenza del treno 2272 dalle 6.43 alle 6.48.
Questa astuta mossa ha così generato il quotidiano ritardo di quei treni a Milano Rogoredo (ogni giorno minimo 10 minuti entrambi), stazione che dovrebbero raggiungere da orario rispettivamente alle 7.30 e alle 7.29. Un solo minuto di differenza, neanche fossero le celebri ed inimitabili ferrovie nipponiche. Questi ritardi hanno poi, come Lei certo immaginerà, effetti devastanti sulle coincidenze con i treni del passante. Insomma se prima col 2272 (in partenza da PC alle 7.43) si giungeva in ufficio alle 7.58 – 8.00, ora col medesimo treno, quando va bene, si arriva alle 8.20 - 8.25!
Trascuro il 20416, che da orario dovrebbe giungere in stazione un minuto dopo. Le chiedo quindi, e con me tanti miei sventurati compagni di viaggio, di attivarsi celermente al fine di ripristinare almeno la situazione precedente.
Per pura carità di patria sorvolo sui disservizi relativi al rientro con le “FRECCEBIANCHE” ex 16.00 ora 16.35, ex 17 ora 17.35 e buco delle 19.00.
Auspicando un suo significativo e rapido intervento Le inviamo distinti saluti

Lettere dai pendolari: Abbonamento col prezzo maggiorato, chi paga per l’errore? (18/1/2010)

Il 30/12 mi reco alla biglietteria per il rinnovo dell'abbonamento Pontenure-Milano. Con mio stupore mi è stato detto che le tariffe erano cambiate e il costo di tale abbonamento era aumentato, superando il costo dell'abbonamento Piacenza-Milano, che quindi risultava essere il più conveniente. Dopo brevi discussioni al riguardo con il bigliettaio, ho dovuto accettare tale realtà, considerandola come ulteriore beffa ai danni dei pendolari, soprattutto in considerazione degli enormi ritardi subiti “causa maltempo” la settimana di natale. Ho così comprato l'abbonamento Piacenza-Milano al costo di 74 Euro, invece del consueto Pontenure-Milano (69 Euro).

Solo successivamente, ho scoperto da altri pendolari che hanno rinnovato l'abbonamento in gennaio, che hanno acquistato regolarmente il Pontenure-Milano all'usuale prezzo di 69 Euro. Pensavo il mio fosse un caso isolato, dovuto all'incompetenza dell'operatore di turno della biglietteria, tuttavia altri pendolari mi hanno fatto notare che molti altri che hanno rinnovato negli ultimi giorni di dicembre hanno avuto lo stesso problema.

Lettere dai pendolari: Diario di un pendolare 4a puntata (12/1/2010)

12 gennaio. Pendolari ammassati, la “suina” ci andrà a nozze!?!?
Non si capisce assolutamente il motivo che ha spinto Trenitalia a ridurre il numero di carrozze che compongono il treno R2274 (Bologna-Milano), considerando che questo convoglio, con l'entrata in vigore del nuovo orario 2010, raccoglie anche quei viaggiatori (non necessariamente pendolari) che fino al 13/12 scorso viaggiavano con ES*9776 Bologna-Milano.
Non siamo noi a non capire, ma è la decisione presa dai "soloni" che organizzano il trasporto ferroviario che è semplicemente assurda e incomprensibile! Non resta quindi che viaggiare tutti i giorni in carrozze vecchie e luride, stracolme di passeggeri, spesso non riscaldate (se non tramite il calore emanato, appunto, dalle persone stesse ammassate ovunque l'una contro l'altra).
Come descritto sopra, anche stamattina, a bordo del R2274, i pendolari da Piacenza in poi hanno potuto viaggiare "cheek-to-cheek" aggrappandosi con un braccio al portapacchi e con l'altro alla persona o al sedile più vicini: lascio solo immaginare quanto si sia aggravata la situazione a Lodi, dove sono salite tantissime persone!
Se a tutto ciò aggiungiamo che il viaggio è durato anche 11 minuti in più NATURALMENTE SENZA NESSUN TIPO DI MOTIVAZIONE!!! Possiamo avere una "fotografia" abbastanza realistica delle condizioni disumane in cui abbiamo viaggiato anche oggi, a causa del DISSERVIZIO CRONICO "offerto" e del menefreghismo più totale mostrato puntualmente ad ogni viaggio da Trenitalia nei confronti di noi poveri pendolari.
Alla stazione di Rogoredo è terminata la "Via Crucis" quotidiana. Si legge in questi giorni
che l'allarme legato all'influenza "suina" sarebbe stato un bluff; io posso solo affermare che se riusciremo a superare "indenni" l'inverno, date le condizioni quotidiane di viaggio assolutamente "favorevoli" al contagio, potremo gridare ad un piccolo miracolo!

100.000 contatti per il nostro sito! (7/1/2010)

Il 2009 si è chiuso positivamente per il nostro sito. I contatti complessivi dall'apertura, avvenuta 9 anni fa, sono stati oltre 100.000 di cui oltre 20.000 solo nell'ultimo anno.
Un risultato gratificante se si pensa che questo sito di norma non viene aggiornato quotidianamente.

L'informazione e la circolazione delle idee sono alla base della democrazia. Con questo sito manteniamo viva la voce dei pendolari che tanti potenti vorrebbero zittire.
Continuate a seguirci per tenere viva l'attenzione sui nostri problemi e continuare la battaglia per la tutela dei nostri diritti.

Lettere dai pendolari: Diario di un pendolare 3a puntata (7/1/2010)

Questa mattina (28/12) ho viaggiato con il treno R2274 che nel tratto Piacenza-Lodi ha accumulato solo qualche minuto di ritardo. Alla stazione di Lodi però è successa una cosa strana e preoccupante: la voce metallica ha annunciato che il nostro treno, prima di Milano, avrebbe effettuato fermata in tutte le stazioni tranne in quella di Tavazzano.
A bordo ci siamo scambiati sguardi increduli e per l'ennesima volta rassegnati. Dopo qualche istante, una voce umana rettifica quanto detto sopra e avvisa che il treno fermerà a Rogoredo e Lambrate , come sempre....
In realtà il treno si è poi fermato diversi minuti alle porte di tutte le stazioni intermedie avallando quindi l'annuncio effettuato per sbaglio nella stazione di LODI; è stato infatti instradato sulla linea storica e si è mantenuto in scia ad un tragico regionale che fermava in tutte le stazioni!

Non è mai superfluo ripetere che tutto ciò avviene sempre nel più totale menefreghismo nei confronti dei pendolari, senza avvisarli, senza metterli al corrente di nulla, lasciandoli in balia delle malefatte quotidiane del servizio ferroviario più vergognoso della terra!!

Il quarto mondo è qui! Il servizio ferroviario fa schifo, viviamo quotidianamente nell'emergenza; quando saliamo in treno non sappiamo se arriveremo, se torneremo, quante ore trascorreremo a bordo di carrozze sporche e invivibili.
Un sentito grazie a Trenitalia che si diverte a rovinarci quotidianamente l'esistenza!
Per la cronaca il treno R2274 ha raggiunto la stazione di Rogoredo con 19 MINUTI DI RITARDO anche se il sito ufficiale di Trenitalia ne indicava 17...

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