Tutte queste domande richiedono di riconsiderare il problema della creazione cercando di conciliare il testo biblico con le conoscenze scientifiche dei nostri giorni. Non è però possibile giungere ad una interpretazione accettabile se si trascurano i Vangeli, e gli altri scritti canonici e il magistero della Chiesa, frutto di duemila anni di studio, che non ha trascurato alcuna disciplina del sapere umano.

È stato scritto che la Bibbia ed in particolare il Vecchio Testamento non è un libro di scienza, non spiega cioè cos’è il cielo, ma come si va in cielo. Questo non significa però che si tratti solo di fatti allegorici narrati senza che possano essere assunti come realmente accaduti. Non tutti evidentemente, ma non possiamo dire che i fatti che riguardano le verità di fede non siano realmente accaduti.

L’uomo esiste ed è formato da corpo e spirito: il corpo è fatto dagli stessi elementi che compongono la terra, lo spirito non è materia e quindi trascende la formazione dell’universo materiale; è quindi creato direttamente da Dio per ogni singola creatura umana. Il peccato originale e lo stato di grazia precedente è argomento di fede al quale siamo tenuti a credere. Lo stesso vale per la tendenza al peccato che è rimasta nell’uomo e che rimane anche dopo il battesimo. Risulta evidente che il dolore e la morte preesistevano alla comparsa dell’uomo, per  gli altri esseri viventi (animali e vegetali). Questi sono argomenti di fede e/o di ragione certi e che non possiamo dimenticare.

La scienza moderna, quasi unanimemente accettata, ci propone un modello dell’universo basato sulla teoria del “Big-bang” e dell’evoluzione, secondo lo schema darwiniano oggi peraltro parzialmente contestato, di tutte le specie animali, compreso l’uomo. La genesi biblica ci offre invece il progetto creativo basato su tempi e modi che coinvolgono il Creatore in atti successivi che ne richiedono il suo diretto intervento. La differenza fondamentale tra i due modelli sta, a mio parere, nel fatto che le teorie umane non prevedono uno scopo, un fine, per ciò che esiste e quindi non se ne comprende l’utilità. La Bibbia invece subordina il tutto della creazione ad un progetto, senza del quale appunto l’uomo non ne può comprendere il significato. Mi sembra opportuno sottolineare che “il fine” della creazione è elemento fondamentale e indispensabile per cercare di comprendere lo stesso significato della nostra esistenza. Se perdiamo di vista il fine, credo sia inutile disquisire sui perché che ci poniamo (su qualsiasi dei perché).

Mi sembra interessante costatare come ogni opera umana presupponga un progetto finalizzato che dia uno scopo alla realizzazione che viene portata a termine. Ogni cosa costruita, ogni cosa pensata, ogni studio, ogni opera d’arte,  prevede che il risultato abbia un’utilità pratica o teorica al fine di soddisfare un bisogno materiale o spirituale. Le realizzazioni umane devono cioè avere uno scopo; al limite si possono persino pensare e realizzare cose banali o inutili, ma che comunque all’origine hanno avuto un’idea da portare a termine, pur sapendo che il risultato sarebbe stato probabilmente senza qualche utilità. 

 

Per analogia, ed a maggior ragione, mi pare del tutto indiscutibile il fatto che l’intera creazione sia un immensamente grande e meraviglioso progetto che vede al suo centro la creatura umana e, alla luce della fede, si deve riconoscere che tutto è stato fatto in vista di Cristo nostro Signore che, essendo Dio fattosi uomo, ha elevato l’uomo alla dimensione divina ed ha santificato l’intero universo. Se non si considera questa possibilità (che la fede ci dona come verità), si cade nella banalità di considerare il cosmo come risultato di un fatto casualmente originato dal cosiddetto “caos“ iniziale. Ciò è tanto irragionevole ed a maggior ragione per il motivo che, comunque, la materia esiste e qualcuno deve pure averla pensata e quindi creata, anche se all’inizio poteva essere quel tanto ipotizzato, unico, piccolo, ma immensamente pesante “blocco” di materia compatta che esplodendo ha dato origine all’intero universo. Il progetto però era già stato predisposto in tutti i dettagli e quindi il tempo stesso è venuto a far parte di questa meravigliosa idea che prevedeva lo sviluppo delle galassie, delle stelle, dei pianeti, della vita vegetale ed animale, l’evoluzione delle specie fino all’uomo. Fin da prima del tempo quindi l’uomo era già stato pensato, ogni uomo e ogni donna facevano già parte di questo progetto, io che scrivo e tu che leggi, il bambino che incontri per strada e quello che non è mai nato perché è stato soppresso con l’aborto. Questo è avvenuto se consideriamo la creazione e l’evoluzione.

1 Lo scopo della creazione

2 Dalla scimmia all'uomo?

3 La creazione dell'uomo

5 Il peccato originale

 6 Comincia la storia dell'umanità

7 Riassumendo

4 Il paradiso terrestre 8 Conclusione