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Racconti di Vita, di Sogni, d’Amore e di Fantasia.
di
“Il Destino in una
foto: io & mio marito in 2° Elementare” ************* Dedica dell'Autrice: A Mio Marito *********** Ancora una dedica! Questo mio libro, nel quale cercherò di tracciare e rendere visibile, aiutandomi con dei racconti d’Amore, di Vita vissuta e di Fantasia, la presenza del Destino nelle nostre terrene Esistenze, vuol essere dedicato anche a tutti coloro che fermamente credono che l’animo umano faccia parte di un “Tutto”, immenso ed infinito, e che quel tutto sia: Vita e Morte insieme, accettazione e rassegnazione e soprattutto intelligenza per capire questo, proprio perché disponiamo di una mente ed uno Spirito atti a cogliere ed a percepire il Tutto, cioè quello che noi veramente siamo, carne e spirito, insieme, indivisibili, ogni giorno. Questo mio libro, quindi, è anche dedicato a tutti coloro che credono che la Vita è un dono miracoloso ed il più prezioso che ci sia mai stato fatto! |
E non ultimi a tutti coloro che credono proprio nel Destino, vissuto e sentito come un percorso di vita, che ognuno sarà destinato a percorrere sino all’esalazione dell’ultimo respiro, ovvero in quell’ “ultraterreno progetto” elaborato su misura per noi, ma gestito da noi medesimi, che non ci vede come marionette mosse dalla mano di Dio, ma protagonisti delle nostre “tracciate esistenze”: perché nostro è il “libero arbitrio”, sempre nostra l’ultima scelta di imboccare questo o quel sentiero, sino a giungere, un dì, su quella che sarà la nostra personalissima “via del tramonto”.
Lo dedico in definitiva a tutti coloro che hanno la sapienza di saper scegliere e la forza di non opporsi al Destino, ma di accettarlo e farlo proprio per proseguire innanzi, sia che Esso si compia nel Bene o nel Male: perché questa è la Vita !
Monia Di Biagio.
Premessa dell’Autrice
Ci si stupisce a volte di quanti turbinosi giri, possa fare una Vita prima di giungere sulla soglia del proprio “compiuto” Destino.
Quel Destino, tracciato per noi, ma scritto da noi, che come un filo conduttore,
invisibile, capita a volte, che resti celato tra le righe di un’intera
esistenza, perché non si è avuta la prontezza di cogliere la sua presenza sul
nostro cammino.
Lungo il “percorso della vita”: gli improvvisi cambiamenti di programma, le
drastiche rotture, le inaspettate deviazioni, ci portano a credere, che per noi,
non ci sarà mai un vero “punto di arrivo”. Momenti difficili questi, spesso
decisivi, in cui scegliere ci appare estremamente complicato. Di volta in volta
ci troviamo innanzi ad un “nuovo bivio”, non il primo non l’ultimo, e ci
chiediamo se la strada, che stiamo per prendere, sarà poi, proprio quella
giusta. Poi ci facciamo coraggio, compiamo una scelta, che ben sappiamo non
essere mai l’unica possibile, e ci chiediamo se proprio questa ci condurrà alla
fine di questa nostra momentanea situazione esistenziale, e quindi a chiudere
quel capitolo di vita ed alla fine di quel percorso di crescita, che qualcuno ha
posto lì per noi, ma che proprio noi abbiamo pienamente districato, evoluto e
vissuto. Ognuna di queste volte, che la nostra persona verrà così messa alla
prova, ci sembrerà di essere giunti ad un importantissimo traguardo, che
varcheremo da soddisfatti vincitori, sentendoci più vicini, più partecipi,
dell’arcano gioco della vita. E questo è verissimo: perché di esperienza in
esperienza, riusciamo a comprendere sempre un po’ di più il motivo di questa
nostra terrena esistenza. Anche se, certamente, fino all’esalazione dell’ultimo
respiro non potremmo mai affermare di essere veramente arrivati, perché nostra
fedele speranza: è che la vita prosegua! Comunque sia, capita in questi
enigmatici momenti di vivere una vita che non ci sembra la nostra, perché ne
perdiamo il controllo e non riusciamo a renderci conto di dove stiamo andando. Perché la vita stessa prende il sopravvento e giorno dopo
giorno, ora dopo ora, ci porta lontano e noi siamo in sua balìa. Poi
all’improvviso, senza volerlo tutto ci appare chiaro. Anche quei segnali che
lungo la via, non avevamo saputo leggere, ora sono lì, espliciti e lampanti. Ci rendiamo
conto, con il senno del poi, che se solo avessimo fatto più attenzione, lungo la
strada, forse ci saremmo resi conto anticipatamente e da subito, quale direzione
stava prendendo la nostra vita. Ma abbiamo dovuto scegliere, ed abbiamo saputo
farlo! Forse abbiamo imboccato la
strada giusta o forse quella sbagliata, sarà da vedere, quello che conta: è che
abbiamo avuto l’opportunità di scegliere, e che ora siamo lì, proprio dove la
nostra coscienza ci ha condotto.
Proprio come i protagonisti di un gioco virtuale, si potrebbe affermare che: un
nuovo “check point” è stato raggiunto, non ci resta che “salvare” ed
immagazzinare quella parte di esistenza vissuta, nella nostra memoria, affinché
il ricordare le azioni già compiute ci sia di insegnamento nel gestire quello
che verrà!
Solo allora, alla chiusura di un capitolo esistenziale, mentre docili e fieri,
al tempo stesso, ci appropinquiamo al nuovo inizio di uno completamente da
scrivere, tutto si acquieta, freniamo la nostra spasmodica corsa verso l’ignoto.
Il vissuto si assottiglia e diventa meno pesante. Una molla scatta dentro noi e
perplessi ci fa esultare: <<Tutto questo per arrivare fin qui!?>>
La certezza del “complicato”, nell’intercorrere tra passato e presente, diviene
“facile”, quasi banale, allorquando il ricordo di quanto ci ha visto
protagonisti sul palcoscenico delle nostre vite, ci sfiora la mente.
Riprendiamo, così, sulle spalle il bagaglio di esperienze e nuovamente ci
avviamo, più cheti e consapevoli, verso il nostro futuro.
Monia Di Biagio.
Prefazione dell’Autrice.
Avevo onestissimamente
paura, una paura folle a dire il vero, dettata dalla vergogna, di scrivere, per
poi pubblicare e quindi rendere noto, questo libro. Poi ascoltando i consigli di
quanti mi conoscono veramente e mi vogliono bene, qualcosa in me è cambiato, una
molla è scattata….e l’ho fatto. Eccolo!
La mia paura nasceva, e tuttora che sto mettendo nero su bianco è presente in
me, dal fatto che raccontare “certe cose”, certe personalissime sensazioni,
certe oniriche visioni, perché di questo, in gran parte, si tratta, avrebbe
potuto farmi additare come pazza, come visionaria, perché di certo è proprio
questa la conclusione alla quale più facilmente si giunge, quando ci si trova a
leggere d’una diversa realtà, che per ragioni personali, sociali o morali, non
vogliamo e non possiamo accettare, e quindi neanche condividere, se non
ironicamente o ancor peggio sarcasticamente con chi si appresta a raccontarla.
Accingendomi a fare di questi “racconti particolari” una raccolta, in me era ed
è presente, soprattutto il “Timore della critica”, quell’apprensione che ci
coglie prepotente, frenandoci psicologicamente, fino a spingerci a credere di
essere senza ritegno alcuno, a parlare di tali, personalissime, “strane
situazioni”, che forse sarebbe il caso tacere, principalmente, se non ci
sentiamo sufficientemente pronti ad incorrere nell’altrui giudizio, non in linea
con il nostro pensiero particolare, ma molto più probabilmente con quello più
generale del resto della comunità; ma anche il “Timore morale”, quell’ansia cioè
di esporsi troppo e malamente, quando ci si trova a voler rendere nota una
propria intima realtà, per così dire “non proprio in quei canoni”, che tutti si
aspetterebbero.
Dobbiamo riuscire a superare questo facile, banale, moralistico, falsamente
ideologico ed egoistico modo di vedere, senza più aver paura di esporci o farci
conoscere troppo, anche da chi, probabilmente, non ha la minima intenzione di
fare la nostra conoscenza, perché rispetto allo standard societario, potremmo
rientrare nella scomoda categoria dei diversi, quella che per numero minoritario
è più facile bandire, per realizzare il più comodo livellamento ideologico della
società.
Di tutta risposta, a questi dubbi iniziali, io ho appena deciso di uscire
volontariamente fuori dalle righe, dai binari del mio iniziale e dubbioso modo
di pensare e tenterò di farlo, facendomi interiormente conoscere, sino al limite
del “consentito”, aiutandomi ed usando come tramite esplicativo, alcuni di
questi miei racconti, nello specifico quelli onirici, che danno inizio a questa
raccolta e che trovano vita e prendono spunto proprio da ciò che mi è capitato e
che mi capita ancora, ed abbastanza spesso, e che senza poterci far niente sono
certa mi capiterà ancora: un legame, “prettamente onirico”, appunto, con quello
che avverrà, o con chi carnalmente non è più in mezzo a noi.
Ripeto, confermo: non posso farci nulla. Non ho mai voluto un legame con
l’aldilà, mai l’ho anelato e cercato. Lo temo di giorno, non posso che
accettarlo di notte, quando si congiunge alla mia Anima di sua iniziativa, senza
che io abbia l’opportunità razionale di innalzare delle barriere, tra me ed “il
sapere”, che gratuitamente mi viene dato di conoscere.
Evidentemente il mio inconscio funge un po’ come una radio che può cogliere e
mandare in onda certi ultraterreni segnali: immagini reali e chiare sino nei
minimi dettagli, che mi appaiono solo in una dimensione onirica, l’unica che da
essere umano razionale e pensante, riesco ad accettare.
A volte, si tratta di messaggi dall’aldilà che non mi fanno paura perché
giungono nel mio cuore quando più sono rilassata, o meglio dormiente, anche
perché spesso mi sono chiesta: cosa mi accadrebbe se questo mio cosiddetto
“sesto senso” onirico, trasportasse queste visioni ultraterrene nella mia realtà
di tutti i giorni? Forse “stramazzerei” al suolo e subitamente verrei a far
parte integrante di quella stessa ultraterrena realtà, che tanto, tramite me ha
da dire, e da dirmi! Perciò fortemente cerco di evitarlo e mi oppongo a questa,
seppur remota, possibilità!
Ma, se in questi ultraterreni e notturni incontri, un messaggio è celato, e come
credo fermamente che sia, è insito in questi miei “sogni”, allora non posso far
altro che comunicarlo, tenermelo per me sarebbe assurdo, non servirebbe a nulla,
perché sarebbe come tenere nascosta, ed egoisticamente tutta per me, o al
massimo per pochi eletti, quella che “io” colgo come realtà delle cose: la
nostra unica e “perfetta unione” di esseri umani, con quello che c’è e quello
che ci sarà, ovvero lo stretto legame che stringiamo con il presente che ci
circonda e che potremmo, tutti, stringere senza alcun problema, volontariamente
o involontariamente, con tutto ciò che è oltre il visibile ed il tangibile!
Un’ unione incredibile questa, che ha del miracoloso, e che potrebbe essere più
semplicemente e naturalissimamente descritta come il “cogliere la vita nella sua
totalità” e che tutti, ne sono certa, potremmo stringere, accettando
primariamente il fatto che la nostra realtà è più ampia di quella in cui ogni
giorno si muovono ed agiscono i nostri corpi morituri e secondariamente perché
dotati di un’Anima e di una mente, che nelle sue piene capacità, ancora troppo
sconosciute, potrebbe giungere con estrema naturalezza, oltre ciò che noi stessi
abbiamo denominato come tangibile! Un universo parallelo ancora tutto da
scoprire e delineare quello della nostra mente, che, è sempre bene ricordarlo,
usa cinque sensi, ma ne possiede sei…..O forse più! Ed è proprio quest’ultimo
senso, di cui tutti disponiamo, che per comodità di morale e societaria, per non
essere cioè diversi dalla massa che non intende usarlo e non sa che farsene,
facilmente ma erroneamente riponiamo nel cassetto delle capacità in disuso!
In definitiva questo messaggio indelebile, lasciato sulla segreteria del mio
cuore mi, ci, vuol far capire quanto sia “completa e complicata” la Vita e
l’Essere umano: dal concepimento al primissimo giorno di vita, durante questa,
fino alla Morte e naturalmente, Oltre!
A proposito di questi miei “strani racconti”, una mia carissima amica mi ha
detto: “Li ho letti, pubblicali!” Presa in contropiede, e vergognandomi
esageratamente, che ora anche lei, con mio timoroso permesso, oltre una
ristrettissima cerchia di persone, che si contano brevemente sul palmo di una
sola mano, avesse saputo di me e dei miei sogni…Frettolosamente ho risposto: “No. Pubblicarli no, non posso farlo, voi siete gli
unici testimoni di questo mio involontario mondo interiore!” “Pubblicali” ha
aggiunto lei “I sensibili capiranno, perché sono certa che i sensibili provano
quello che provi tu!”
Certo, “I sensibili”…Quelli, che come me, volenti o nolenti sanno perfettamente
di possedere sei sensi e non cinque….forse solo loro….Coloro che io amo definire
gli “Animi Nobili”, (crogiolandomi in questo che potrebbe essere additato come
un auto-complimento, un personalissimo compiacimento, ma non è così….) coloro
che possono sentire oltre il concreto, oltre la realtà quotidiana delle cose che
ci circondano, coloro che piangono per una triste scena vista in tv, per un film
drammatico durante il quale proviamo pena e dispiacere per le vite di quei
personaggi virtuali, inesistenti eppure così veri, così vicini a noi; o per
coloro che soffrono terribilmente per un animale barbaramente ucciso o per un
solo nuovo albero abbattuto; coloro che soffrono terribilmente per le barbarie
così presenti e radicate nella società attuale e che ferocemente pretendono e
gridano giustizia dalle pagine di un giornale, di un libro, da un Tg, da un talk
show o dall’aula di un tribunale; coloro che sono nati con una penna tra le mani
e di ogni sensazione fanno mirabile poesia; coloro che riescono a dipingere il
cielo proprio con gli stessi colori del cielo, quell’ azzurro che esula da
quello di primo acchito colto dagli occhi, e che è invece quello colto
dall’Anima, quello che quando si riesce proprio a vederlo ed ad immagazzinarlo
interiormente, più forte fa palpitare il cuore! Coloro che del pianto di un
bambino maltrattato, fanno musica e le loro note volano lontane, toccando ognuno
di quegli animi, la cui vita non sarebbe nulla senza il preciso impegno di
riuscire a renderla ogni giorno migliore!
Coloro che, proprio come me, amano così tanto la Vita, tanto da struggersi nel
vederla calpestata, annientata, che si sentono parte integrante di essa, del
tutto e non riescono a scindere il loro essere dal resto del mondo, del cosmo,
di questa vita e di quella che verrà!
A loro, a me, a voi: è dedicato questo mio libro, perché so che “gli Animi
Nobili” certamente capiranno me, come io ho già capito, che la mia Anima con
questi racconti si legherà inestricabilmente alla loro, alla vostra, per sempre!
Proprio perché esponendo così tanto me stessa, decido di mettere la mia
emotività nelle loro, nelle vostre, creative e sensibili mani, e certamente
tutti voi saprete apprezzarla e custodirla con il mio stesso Amore.
E’ quindi a voi, che senza più ritegno alcuno m’affido!
Nella profonda speranza che questa serie di Racconti: di vita, di sogni, d’amore
e di fantasia, siano per voi una buona ed affascinante lettura, atta a far
cogliere la presenza del Destino nelle nostre vite; una buona e migliore
conoscenza di quanto è, e quanto potrebbe essere l’animo umano, se solo non lo
rilegassimo sempre nella “dispotica morale” di una società sempre più uguale a
se stessa dove il diverso viene bandito, perché di quella utopistica morale, che
vuole renderci automi non pensanti, ha deciso di farne cartastraccia; e
soprattutto nella speranza che in almeno in alcuni di voi, che inizialmente
derideranno tutto ciò, possa avvenire quel cambiamento di opinione che rende
liberi nei confronti del Tutto che ci circonda: quello che sin da ora potremmo
vedere e quello che non riusciamo ancora a vedere, ma potremmo senza dubbio
alcuno, con un pizzico di apertura mentale in più, cogliere in futuro!
E se cambiamento di vedute rispetto al “Tutto” ci sarà, fors’anche nell’Animo
più miope, allora io mi sentirò profondamente onorata di aver inoltrato questo
potente e prezioso messaggio, nel quale è celata una “nuova verità”, in realtà
vecchia come il mondo stesso, tutta da vivere e condividere, non più da alcuni,
ma sarebbe grandioso da tutti: e cioè che la vita di ogni singolo essere umano,
nella sua totalità, gestita e vissuta con Anima, mente, intelligenza, cuore e
sensi…tutti……fa parte di un “insieme straordinario”, che va dal microcosmo al
macrocosmo, fino a giungere ed oltrepassare l’infinito;
di un “miracoloso progetto” più grande di noi, chiamato DESTINO o VITA, al quale
noi e proprio noi, siamo stati scelti a farne parte.
Ed è proprio questa “visione totalizzante” della realtà fisica e metafisica, che
io fortemente anelo per me e per voi: perché solo così riusciremo a comprendere
il vero senso della VITA, che incredibilmente ci è stato donata con Amore, il
più grande che si conosca.
Questo quindi è il mio sincero e straordinariamente sentito augurio, scaturito
da quanto sinora la vita ha voluto insegnarmi: accorgetevi di essere parte del
Tutto, perché ad esso, siamo legati a filo doppio; amate la Vita ed accettate la
Morte; credete per fede, senza porgervi domande, in quanto di meraviglioso ci
attende dopo quest’ultima; amate anche il più piccolo ed insignificante degli
esseri viventi, perché loro sono voi e voi siete loro; cogliete la Vita con
intensità; non vi stupite mai di quello che la vostra mente può fare, perché
essa è guidata da una forza che esula dall’essere umano in se, va
oltre….quell’Otre che un giorno ci sarà data possibilità di vedere, di scoprire,
di VIVERE ancora e questa volta per sempre.
Non c’è nulla di strano nel riuscire a percepire il Tutto, perciò non
vergognatevene MAI, come invece ho fatto io per lungo tempo di riuscire a
percepirlo; e se questo dovesse improvvisamente accadere, non abbiate paura e
non temete l’altrui giudizio, perché forse voi siete più completi spiritualmente
di chi vi giudica malamente; anzi a mio avviso, al contrario: nulla è più strano
di un cuore che non sente la Vita, che non riesce a percepirla nella sua
interezza; di uno sguardo che è incapace di vedere oltre il limite più esterno
delle cose; mentre non è affatto strano, per me, che il Tutto tenti di farsi
sentire continuamente da noi, proprio perché lui è in noi e noi siamo in lui;
che vita e morte a piacimento si possano mescolare, proprio perché vita e morte
sono il Tutto, siamo noi: E’ IL NOSTRO DESTINO, la nostra condizione di esseri
umani!
Vivete e percepite “il Tutto” con estrema gioia ed estremo dolore, con estrema
accettazione ed estrema rassegnazione, sempre!
Caramente e
sentitamente,
Monia Di Biagio.
1° -I sogni in
un Baule |
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