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La Vecchina

SINOSSI

Sullo stesso filone di sensitività e strani incontri, ancora un racconto del genere surreale: l’incontro appunto di una vecchina-cartomante, che a Piazza Navona, in periodo Natalizio, di diversi anni fa, descrisse per filo e per segno all’autrice- protagonista l’uomo che sarebbe divenuto suo marito e che avrebbe incontrato solo un anno e mezzo più tardi quella “lettura dei Tarocchi”! Ma la cosa più intrigante di questo racconto è che la vecchina, subito dopo aver elargito la sua bella premonizione, dicendo alla protagonista: “non temere troverai il vero Amore e sarà per te come una seconda pelle!” solo dopo 5 minuti, era scomparsa nel nulla e sembrava che nessuno sulla piazza romana, tranne la protagonista, l’avesse mai vista!

Breve premessa al racconto: predizione!?

E’ accaduto proprio in questi ultimi giorni, che una mia carissima amica, sia stata fermata per strada da una Vecchina, la quale non voleva né fare i complimenti, ne’ tanto meno chiedere aiuto, eppure l’aveva afferrata con uno scatto improvviso per un braccio, e l’aveva letteralmente bloccata impressionandola grandemente ed ancor di più terrorizzandola quando con roca ed anziana vocina esordì con queste parole: -Io fermo solo le persone, la cui vicinanza mi suscita una previsione altamente negativa, lei Signorina morirà in una casa a picco sul mare!- Pura follia in codesta affermazione oppure no, questa mia amica ha veramente una casa sul mare, di cui la strana Vecchina non poteva di certo sapere, e dove aveva ad ogni modo già deciso di recarsi con il marito quello stesso fine settimana. Quando venni al corrente dello sconvolgente incontro la primissima domanda che mi venne da porre alla mia amica fu “Ed ora cosa fate? Ci andate davvero?” Il loro programma non era cambiato di una virgola, la sua spiegazione fu semplice e disarmante al tempo stesso: -Se questi sono i disegni del destino, lo aspetteremo lì come è scritto!- Sono passati dei mesi e la mia amica gode di ottima salute! Torna spesso in quella casa a picco sul mare, che le infonde ancora gioia e serenità, nonostante la macabra previsione, abbia comunque avuto come più ovvia conseguenza, il velare quel luogo di bellezza e di pace, di un alone di indelebile mistero. Credere o no ai sensitivi, ad i maghi è il grande dilemma da sempre, perché loro vogliono farci credere che i disegni del destino li sanno leggere e con grande anticipo, mentre noi spesso ci troviamo invischiati in situazioni, senza neanche sapere come ci siamo arrivati e cosa ci ha condotto fin lì! Molti di loro poi forse hanno dei veri e propri poteri sviluppati, che i cosiddetti “comuni mortali”, spesso e volentieri non riescono a capire! Altri invece sono dei veri e propri truffatori, che molte ingenue persone hanno fatto piangere, spillando loro un mucchio di quattrini, ma che molti altri hanno fatto ridere, specie quando sono stati sapientemente smascherati in Tv, per poi finire dove è giusto che finiscano! Questa premessa mi è servita per introdurre una storia, vera, che mi è personalmente capitata, che comincia con uno strano sogno e che potrebbe lasciare dubbiosi molti, proprio come ha lasciato perplessa me, quando tutto quello che mi avevano prescritto, poi si è avverato. La mia Vecchina, però, non mi ha predetto la morte, fortunatamente, come invece è successo alla mia povera amica, bensì, all’epoca predisse per me l’Amore, descrivendomi colui che sarebbe stato l’uomo della mia vita ed ora mio marito, nei minimi particolari! Ma come si sol dire: “cominciamo dall’inizio” !

"La vecchina"

Dormivo profondamente già da alcune ore, un qualcosa di imprevisto però venne a disturbare il mio sonno. Un peso opprimente in fondo al mio letto, gravitava sui mie piedi, recandomi un fastidio non indifferente che subito mi fece trasalire in uno stato di dormiveglia. Fu precisamente in questo momento che una figura d’uomo chinandosi su di me mi chiamò dolcemente per nome alitando un soffio d’aria fresca sul mio volto. –Chi sei?- chiesi io mentre spaventata tentavo energicamente, di svegliarmi completamente, per così riprendere coscienza e cancellare quella fastidiosa visione -Ma come non ti ricordi più di me?- proseguì lui –Eppure amor mio ci siamo tanto amati….- non lo ricordavo affatto e quella menzogna mi infastidiva, ma riuscii solo a replicare -Tu non sei vero!- per niente intimidito, anzi la sua voce si fece ancor più supplichevole e dolce, mi chiese –Ti prego vieni con me!- -Con te??? Ma dove?- -Dove il tempo ci ha visti insieme e si è fermato- -No!- -Voglio restare qui!- gridai io –vattene!!!- Ed in quell’ultimo sforzo di ribellione a quella incredibile eppur così vera visione ed alla paralisi causata dal sonno, riuscii ad aprire leggermente gli occhi ed a fatica spingendo con le braccia sul materasso a sollevarmi un po’, in posizione obliqua, poggiata a metà busto sulla spalliera del letto. Fu a questo punto, che vidi sfocato seduto giù in fondo al materasso un uomo sorridente in divisa, una divisa che ricordai anche in seguito nei minimi particolari e che cercando su un libro storico di vecchie foto, scoprii appartenere all’armata del re Vittorio Emanuele...Ma subito l’immagine di colui che diceva essere un vecchio amore, dopo quelle prime intense parole di supplica, scomparve. Naturalmente sconvolta da quel sogno, così tanto reale, che aveva continuato a materializzarsi, di fronte a me, anche quando forzatamente cercavo di trattenere gli occhi semiaperti, ciò che rimaneva di quella inverosimile notte, non riuscii più a chiudere occhio, nel timore che colui che era appena svanito tornasse a farmi visita, e pur odiando un qualsivoglia punto luce acceso mentre si dorme, non potei far altro che tenere accesa l’abat-jour sino alle prime luci dell’alba, quando completamente insonne la spensi, ed ancora sconvolta da tale avvenimento mi alzai. Passarono i giorni, ed il gentil, seppur non benvenuto, milite ignoto, non venne più a farmi visita, tanto che il ricordo di quella sera non era poi più così tanto spaventoso, anzi avevo iniziato a provare per quel cuore innamorato di chissà quale altra dimensione una certa profonda tenerezza. Passarono altri giorni ed ormai quel ricordo e quella tenerezza non facevano più parte dei miei pensieri quotidiani, perché io volutamente li avevo riposti nel dimenticatoio della memoria. Finché….Una sera di tanti anni fa, quando ancora studiavo Lettere all’Università ed abitavo per comodità, per evitare cioè una vita da studentessa pendolare, a Roma, decidemmo con le mie compagne, con le quali condividevo una bella, grande, antica casa nel cuore di Roma, di uscire dopo cena per fare una passeggiata, seppure la temperatura fosse alquanto rigida, era infatti quasi Natale. Il giorno dopo, però, ci saremmo divise, perché ognuna di noi sarebbe ritornata al proprio paese d’origine, per trascorrere le vacanze natalizie in famiglia, così per scambiarci i regali ante tempo, salutarci degnamente e fare due chiacchiere di fronte una tazza di cioccolato caldo fumante, decidemmo di recarci a Piazza Navona, dove è risaputo l’atmosfera “festereccia”, specie quella del Santo Natale e poi della Befana è più viva che mai. La piazza natalizia per eccellenza, rispetto ad altre, pur sempre meravigliose Piazze Romane, che di notte prendono vita con un ritmo totalmente diverso da quello giornaliero, ovvero dove le persone frenetiche che di giorno corrono, salgono e scendono frettolose dai Taxi e dai mezzi pubblici per recarsi al lavoro, vengono sostituite da altre più allegre, che cantano, suonano, ridono, si scambiano battute e complimenti, gli innamorati si abbracciano, si scambiano una rosa venduta da una zingarella di passaggio, o un bacio, immersi in quell’atmosfera romantica, che li coccola e li accompagna tra le braccia della notte. Dove il mondo dei pittori, dei cantori, dei giostranti colora quelle tenebre, altrimenti illuminate solo dalla foca luce dei lampioni. Non riuscirei più ad immaginare una Piazza Navona diversa, o durante un qualsiasi altro periodo dell’anno, se non quello che precede e segue il Natale, quando viva e rumoreggiante, si veste a festa, dove tutto il mondo è paese, e dove anche l’uomo più triste della terra, in una di queste famose serate, riuscirebbe a sorridere almeno un po’. Anche noi, completamente imbacuccate, con lunghi cappotti, sciarpe, guanti e cappelli, camminavamo allegre e sorridevamo a quella vita coinvolgente, desiderose di divertirci ancora di più, magari mettendoci alla prova al tiro a segno, o comprando un po’ di zucchero filato che ci avrebbe appiccicato le mani e la bocca, fin sulle guance: -Se tiri tu- diceva Tamara ridendo-Bisognerà far spostare tutti, baraccante e clienti, altrimenti il centro glielo fai in mezzo agli occhi, ah, ah,ah….- -Io invece voglio farmi fare un ritratto!- diceva Annalisa –No, meglio una caricatura, almeno vieni bene!- scherzosamente dissi io –Spiritosa!- replicò subitamente lei con un simpatico ghigno permaloso. Stavamo così felicemente discorrendo, quando, quasi arrivate sulla piazza, già affollata, ci ritrovammo a passare nella via adiacente, sulla quale, per tutta la sua lunghezza, sui due lati, a destra e sinistra, c’erano maghi e cartomanti. -Aspettate…- dissi io –Guardate? Vi siete mai fatte leggere le carte?- -Nooo..- risposero le due amiche d’avventura all’unisono- –Neanche io!- aggiunsi. -Che ne dite proviamo?- -Perché no, dai!- disse Tamara –No, io no!- disse Annalisa -Ho paura che mi dicano qualcosa che non vorrei sapere, ecco io vi aspetto dal pittore, così intanto inizio a fare la fila per quando sarà il mio turno, per farmi immortalare!- -E va bene paurosona….Dai Tamara, da quale andiamo, a te quale ti inspira di più?- -Ma non so, quello ha una faccia che mi mette paura, quella si vede che è una finta….Boh….- -Guarda laggiù, in fondo alla via a destra, che ne dici della Vecchina? Non c’è nessuno ora da lei, che facciamo andiamo, a me lei mi inspira!- dissi e Tamara -Quanti anni avrà 90? Comunque per me va bene, ha un viso buono, andiamo!- Le fummo appena giunte innanzi, aveva davvero degli occhi buoni e gentili, e sembrava avesse più freddo di noi, che già eravamo praticamente congelate. Era coperta con un lungo ed ampio foulard che le faceva il giro della testa fin sotto il collo, e poi ancora su fino alla tempia, fermato con varie mollettine e fermagli dorati e multicolore. -Buonasera signori’, volete conoscere il vostro futuro, una domanda sola però, pensateci bene, se no le carte non dicono la verità, allora chi comincia di voi due?- -Comincia tu!- fece Tamara -E va bene- mi sedei sulla seggiolina, di fronte la Vecchina e lei iniziò a mescolare il mazzo di carte, con quelle sue anziane mani, segnate dal freddo e dal tempo, estrosamente ingioiellate e coperte a metà da guanti senza fondo. Ora potevo vederla bene nel viso, alla luce di quel fioco e cimiteriale lumicino poggiato sul tavolo, era anche delicatamente truccata, un po’ di belletto sulle gote e sugli occhi, ed un pallido rossetto sulle labbra. Deliziosa! Non saprei descrivere con esattezza la sensazione che quel volto, che mi sembrava famigliare e di conoscere da sempre mi suscitava, alla fine dei conti però credo solo tanta affettuosa tenerezza. Nel tepore della sua vicinanza, sembrava anche meno freddo ora –Ecco fatto, non incrociate nulla signori’, né dita, né gambe, e porgete alle carte la vostra domanda ma….con il cuore!- Per rendere più decisa e sentita la mia domanda chiusi anche gli occhi e profondamente mi concentrai, passarono pochi secondi, –Ecco ho fatto!- -Allora adesso alzate le carte con la mano sinistra, la mano del cuore, all’altezza che volete voi e poggiate il mazzo coperto qui!- Seguii le facili istruzioni, la Vecchina prese il mazzo da me toccato e guardò l’ultima carta –Signori’, ecco questo è lui, un grande Amore….Il Cavaliere lo vedete, ma con la spada che tiene fra le mani vi ha affettato il cuore!- Poi girò tre carte -Infatti, come dicevo, vedete, questo è il passato e c’è ancora lui, ma ormai è finita, non ci dovete più pensare, lui non tornerà mai più da voi, dimenticatelo- Facile a dirsi io ero lì proprio per quello, ormai qualsiasi cosa avrebbe aggiunto non mi avrebbe più interessato, credevo io, perché come girò altre carte, riattirò subito la mia attenzione dicendo: –Ma poi signori’, che vi interessa con questo futuro meraviglioso che vi attende, non temete, presto, tra un anno, conoscerete l’amore….Quello vero. Perché l’Amore….quello vero….non fa mai soffrire, ma solo gioire….- -E chi è? E come farò a riconoscerlo?- -Lo riconoscerete non temete, ma non ora, tra un anno, lui è più vicino di quanto pensate, anzi è proprio sotto il vostro naso, solo che voi presa da altri pensieri prima di un anno non saprete riconoscerlo! Ecco è lui l’uomo della vostra vita…- sulla carta c’era un principe seduto su un trono -….Vostro marito!- -Mio marito, allora mi sposerò?- -Perché credevate che bella così non vi si sarebbe preso nessuno? Non solo lo sposerete ma lui diverrà per voi una seconda pelle, non vi lascerete mai più, fin dal primo momento che vi metterete insieme, sarete indivisibili!- -Io vi ringrazio, ma non sapete dirmi qualcosa di più di questa persona se mi è così vicina…Come posso riconoscerla?- -Se voi passate qui davanti con i vostri amici, io guarderò tra di loro, e vi dirò se lui, lì in mezzo c’è- -Mi chiedete una cosa quasi impossibile, con quale scusa porto i miei amici su questa via?- -Beh, allora sappiate questo, ma non voglio dirvi di più, tempo al tempo, lo riconoscerete e da subito saprete che è lui, perché il vostro futuro marito non solo è una persona che conoscete da tantissimi anni, ma soprattutto indossa una divisa militare, pensateci, che lo conoscete…Beh, vi verrà in mente prima o poi!- La primissima cosa a cui pensai al sentir proferir codeste parole, fu proprio quel sogno passato, in cui un uomo innamorato in divisa era apparso ai mie piedi, non sapevo dire, né tanto meno spiegare, quale fosse il legame tra sogno e predizione, fatto sta che sentivo fossero in qualche arcano modo indissolubilmente legati tra loro, come se quell’angelico incontro in cui ero incorsa giorni prima fosse una predizione nella predizione! Presa da questi miei repentini pensieri mi alzai e sbadatamente ringraziai ancora la Vecchina, che ora sorridendomi in un modo totalmente diverso, era come se avesse colto il mio pensare. Ad ogni modo proprio quelle furono le ultime parole della Vecchina, per me, poi iniziò a predire un terrificante futuro alla mia amica, che preferisco non ricordare! Certo fu che io mi ero alzata da quella seggiolina più dubbiosa di prima, perché ormai sapevo di aver per sempre perduto il mio primo Amore, e che nel mio futuro coniugale c’era un uomo, che per quanto mi sforzassi non riuscivo proprio a capire chi fosse, pensavo a quella divisa, a quella del sogno ed a quella che avrei incrociato in un prossimo futuro, ma non ricordavo chi tra i miei amici o conoscenti fosse militare! Insomma una battaglia persa per il momento per me che non riuscivo proprio a far chiarezza tra predizione e premonizione, ed inoltre avevo di certo rovinato anche la serata alla mia amica, con la bella idea della cartomante e con tutte quelle brutte notizie, che ad un certo punto le fecero dire -Basta!- alzandosi di scatto dal piccolo tavolinetto e mettendo a tacere la Vecchina, che neanche voleva essere pagata. –Ci mancherebbe, quello che è giusto è giusto, anzi ci scusi…- Le demmo 10.000£ ciascuna e la salutammo, io stringendole fortemente le mani, Tamara facendole un cenno con il capo. Ritrovammo Annalisa, intenta a farsi riprendere dal suo artista, in posa senza perdere la concentrazione richiestole, con le labbra socchiuse e strette in un sorriso da cartolina ci chiese: -Allora come è andata?- -Lasciamo perdere!- fece Tamara –Ve l’avevo detto io…..- -Signorina, per favore non si muova!- La sgridò il pittore. Impossibile, ora stavamo ridendo tutte e tre a crepapelle, per la faccia abbattuta di Annalisa, seguita a quell’imposizione -Eh ma no si può lavorare così!- Io e Tamara ci guardammo interdette, voltammo il capo per non coinvolgere la povera Annalisa e scoppiammo a ridere ancora, e sonoramente! Tanto che una voce maschile dietro le nostre spalle ci chiese: -Cosa c’è tanto da ridere?- Erano i nostri amici, incontrati lì per caso, in pochi secondi mi venne in mente che con la scusa dell’artista irritabile avrei potuto farli spostare tutti in gruppo di qualche passo, fino a portarli “casualmente” di fronte alla Vecchina, farle cenno da lontano ed attendere una sua risposta con il capo: “si”, se il mio ipotetico e futuro Lui fosse stato lì in mezzo; ed una scossa di testa per dirmi “no” se non ci fosse stato. Così feci: -Cosa c’è da ridere??? Guarda la faccia di Annalisa, sembra una foto tessera!- Tutti risero, Annalisa compresa, l’artista sbuffò, si inquietò. E con forza cancellò con la sua gomma pane, logora per il vivace e costante sfregamento sulla tela. –Ho capito allontaniamoci un po’, e tu non entrare in coma, tra un po’ veniamo a riprenderti, e vediamo di cancellarti quell’espressione dal volto con un buon cioccolato caldo!- Mosso qualche passo, tra risa e battutine, eravamo ora proprio all’altezza giusta, affinché la Vecchina potesse vederci bene. Tamara aveva capito, senza che le dicessi nulla e mi resse il gioco, mi voltai, facendo la vaga, per un attimo dal gruppo, cercando di agganciare in lontananza lo sguardo gentile della Vecchina, ma lei non c’era più….Sparita! Che strano erano passati solo pochi minuti come aveva fatto, alla sua reverenda età a raccogliere tutto, bagagli e burattini ed ad andarsene in pochi istanti, tanto più che appena conosciuta ci aveva detto chiaramente che lei stava lì tutte le sere e che per abitudine i famigliari la passavano a prendere a mezzanotte? Guardai l’orologio, mancavano cinque minuti alle 23.00. Doveva ancora esserci, invece non c’era più, dove era andata? Con la scusa di buttare in un cestino della cartaccia, che avevo nelle tasche, mi allontanai di soppiatto dal gruppo; il cestino era proprio accanto ad un nuovo mago che aveva preso il posto della Vecchina; così senza far notare i miei movimenti sospetti e senza far sentire loro le mie parole, chiesi a quel mago, dall’accento straniero, dove fosse andata la Vecchina cartomante che poco prima sedeva al suo posto e lui incredibilmente mi rispose così: -Io sono arrivato da dieci minuti, questo è il mio posto da sempre e quando sono arrivato, qui non c’era proprio nessuna Vecchina cartomante! Vuole farsi leggere le carte?- -No grazie, ho già saputo fin troppo per stasera!- Chi era dunque quella dolce Vecchina che aveva voluto, che sapessi ante tempo, quasi leggendomi nel cuore e nella mente, che uno dei miei più grandi desideri presto si sarebbe avverato? Sì, avrei trovato un nuovo amore, con lui avrei dato vita alla nostra famiglia, e tutto questo si sarebbe avverato, con tutta la sua forza nel giro di un anno, tanto da farci diventare l’una per l’altro una seconda pelle! Ora dovevo solo attendere, e vedere se quanto predetto si sarebbe avverato. Quella serata si concluse, allegramente come era cominciata, nel tepore di un Caffè, e le mani finalmente scaldate dal contatto con la tazza bollente di un gustoso cioccolato caldo!

Ah, quasi dimenticavo, forse voi ora vorreste sapere se un anno dopo la mia vita è cambiata davvero? Ebbene sì! Un anno dopo quasi esatto, io mi sono fidanzata con il mio attuale marito. L’amore è scoccato prepotente ed inaspettato la notte dell’ultimo dell’anno del ‘95/96. Poi nel 2000 ci siamo sposati. Le previsioni erano esattissime: “lui era sotto il mio naso” e “lo conoscevo da tanti anni”, perché non solo siamo nati e cresciuti nello stesso paese, ma abbiamo frequentato l’asilo, le elementari e le medie insieme, siamo infatti nati nello stesso anno! Ah, poi, quello che fino a Capodanno ’96, ancora non sapevo, era che mio marito già da allora era un militare…Indossava ed indossa tutt’oggi la divisa dell’Aeronautica! Quella Vecchina non l’ho mai più vista, anche se non nego, che ogni qualvolta che mi ritrovo a passare da Piazza Navona, mi capita di volgere lo sguardo verso quell’angolo della via dove era posto il suo tavolinetto. Ma lei non c’è mai più stata, avrei voluto ringraziarla e raccontarle come era andata a finire la storia, come ho fatto adesso con voi…Ma forse questo lei lo sa già! Il sogno del milite innamorato invece non sono mai riuscita a collegarlo veramente a tutto il resto dell’incredibile vicenda, oggi so per certo che non si trattava di mio marito perché quell’etereo volto che ricordo ancora e benissimo, non era il suo. So per certo che l’onirica apparizione c’entri in qualche modo, ma quale, forse ed almeno in questa vita, non lo scoprirò mai!

Monia Di Biagio

Leggi alcuni racconti tratti da “Destini”:

-I sogni in un Baule
 
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-Il Destino in un libro

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