sei sul sito di Giovanni Fraterno Le idee ispirate dal coraggio sono come le 
pedine negli scacchi, possono essere mangiate 
ma anche dare avvio ad un gioco vincente.
(Johann Wolfgang von Goethe)

Comunicazione importante:
questa pagina web, come le altre 3 a quest'ultima abbinate, sono state superate dal sito web dal TITOLO: 2001: ultimus annus confusionis, dove faccio vedere che l'anno zero non solo esiste dal punto di vista logico, ma anche dal punto di vista storico, ed è il 753 A.U.C.

3 pag abbinate: Quando è cominciato il terzo millennio ? ----- L'anno zero esiste ----- Il calendario con la conv A
FAQ
Le mie risposte a 37 domande ricorrenti in merito a Quando è cominciato il terzo millennio? e a L'anno zero esiste.
(data dell'attivazione di questa pagina web: 15° giorno di gennaio 2001)
(l'ultimo aggiornamento è avvenuto il 18° giorno di maggio 2001 )
di ing. Giovanni Fraterno
( giofra@freemail.it ) --- ( http://digilander.libero.it/giovannifraterno )
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Riepilogo delle domande

Domanda n.1: Giovanni, visto che l'anno zero esiste, perchè non rimediare retrodatando gli avvenimenti ?

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Domanda n.2: Giovanni, siccome la morte di Verdi è avvenuta nel 1901, quest'anno ricorre il primo centenario della sua morte, dato che facciamo:
(100 + 1901) = 2001.
In quale anno cade invece il 22-esimo centenario della morte di Eratostene, avvenuta nel 195 a.C ?

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Domanda n.3: Giovanni, siccome ci sono più familiari le distanze, nell'ambito dell'analogia spazio-tempo, qual'è il modo corretto di ragionare ?

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Domanda n.4: Giovanni, se considero l'analogia fra un segmento orientato e la retta del tempo, e fisso lo 0 in un punto del segmento orientato, che separa i numeri negativi (che sono anni a.C., nell'ambito dell'analogia), dai numeri positivi (che sono anni d.C., nell'ambito dell'analogia), l'anno 0 non esiste ?

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Domanda n.5: Giovanni, ma in fondo non è cosa grave, l'anno zero esiste si matematicamente, ma in pratica no.

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Domanda n.6: Giovanni, forse è tutto giusto quello che dici, ma questa cosa che gli anni cominciano da zero, proprio non mi convince.

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Domanda n.7: Giovanni, ma gli storici cosa dicono precisamente in merito all'inizio del conteggio degli anni ?

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Domanda n.8: Giovanni, ma allora esiste anche il millennio zero ?

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Domanda n.9: Giovanni, il tuo schemino della risposta n.4, è errato. Trovo infatti assurdo che il 1 d.C. termini 2 anni dopo l'istante d'inizio del calendario. Come puo' il primo anno terminare due anni dopo l'inizio ?

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Domanda n.10: Giovanni, visto distingui fra conteggiare, calcolare e contare, potresti aggiungere dell'altro in modo che si capisca meglio la differenza ?

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Domanda n.11: Giovanni, nella sezione "L'anno zero esiste" di questo sito, scrivi:

"Se l'origine è in 0 allora il conteggio è:
1,2,3,4,5,..... (convenzione A caramelle)
0,1,2,3,4,..... (convenzione A anni)."

Io credo, invece, che anche per le caramelle la sequenza di conteggio, nell'ambito della convenzione A, sia:
0,1,2,3,4,.....
per cui esiste anche la caramella zero.

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Domanda n.12: Giovanni, la tua risposta alla domanda n.2, quella su Eratostene, mi lascia perplesso, potresti essere più convincente ?

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Domanda n.13: Giovanni, puoi raccontarci un pò quali sono stati i sistemi di datazione del passato ?

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Domanda n.14: Giovanni, ma in fondo anche la A è una convenzione, e non sono forse anche una convenzione i nomi che si è scelto di dare agli anni ?

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Domanda n.15: Giovanni, dici che non bisogna confondere fra loro: conteggiare, calcolare e contare, ma io non credo che le cose, di cui scrivi, siano complesse al punto da richiedere tutte queste distinzioni.

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Domanda n.16: Giovanni, ma sei sicuro che gli storici dicono che l'anno zero non può esistere ?

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Domanda n.17: Giovanni, ma il calendario dell'anno in corso con la convenzione A come è fatto ?

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Domanda n.18: Giovanni, nella tua risposta alla domanda n.14, dici che, per conteggiare gli anni, è legittima anche la convenzione degli anni-note. Se è così, qual'è lo schemino con gli anni-note, analogo a quello di seguito riportato
      a.C.      < >      d.C.
-2      -1       0      +1      +2      +3 istanti Capodanni
 | 2a.C. | 1a.C. | anno0 | 1d.C. | 2d.C. | anni
e che tu hai utilizzato nella risposta alla domanda n.4, per far vedere dove si colloca l'anno zero ?

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Domanda n.19: Giovanni, quello che non riesco a capire é perché non venga riconosciuta una verità banale e cioè che i nostri antenati, é vero che hanno cominciato a contare con 1, e quindi secondo te con la convenzione B, ma quello che voglio far notare é che quell'uno va letto come 1° (primo), e quindi: 1° avanti Cristo, 1° dopo Cristo, e così via.

Pertanto, secondo me, non ci sono convenzioni A e B , ma, il problema, è solo una questione di interpretazione.

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Domanda n.20: Giovanni, non ci capisco più niente. Non c'è un sistema per mettere ordine in questa babele di convenzioni ? E poi scommetto che se ti chiedo qual'è il 3°anno d.C., per ognuna delle convenzioni, tu stesso sei in difficoltà.

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Domanda n.21: Giovanni, permettimi, però, di farti notare che, dimostrare l'esistenza dell' "anno zero", nella cronologia cristiana, equivale a dimostrare che Napoleone non fu sconfitto a Waterloo; un evento storico è un fatto, non è un'opinione, non può, quindi, essere soggetto, a teorizzazioni.

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Domanda n.22: Giovanni, ma se, per assurdo, si decidesse di numerare con lo 0 il primo anno d.C., bisognerebbe attribuire, per coerenza, lo stesso valore anche all'ultimo anno a.C. .

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Domanda n.23: Giovanni, la tua risposta alla domanda n.22 non mi convince.
L'analogia che infatti proponi fra gradi centigradi e anni, secondo me, non ha senso.
Vorrei, infatti, farti notare che, se è vero che tra due diversi gradi termometrici, ci sono sempre infiniti altri gradi termometrici, così come fra due qualsiasi numeri reali, ci sono sempre infiniti altri numeri reali, nel caso degli anni, il concetto di quantità minima indivisibile non sussiste.

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Domanda n.24: Giovanni, ma dato che, come tutti convengono (te incluso), con l'inizio del 2001, il nuovo secolo ed il nuovo millennio sono certamente iniziati, non pensi che il problema dell'anno0, ripresentandosi fra 100 anni, sia superfluo ?

domande: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37
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Domanda n.25: Giovanni, volendo replicare a chi contesta l'esistenza dell'anno0, con una risposta semplice e sintetica, cosa bisogna dire ?

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Domanda n.26: Giovanni, c'è una soluzione semplice al dilemma sulla cronologia ?

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Domanda n.27: Giovanni, a me pare che in relazione all'analogia che fai, fra tempo e temperatura, tu confonda gli istanti di tempo, con gli intervalli di tempo, e piu' in generale i numeri reali con i numeri naturali, i primi espressione del continuo, i secondi del discreto.

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Domanda n.28: Giovanni, sono ormai anch'io convinto che l'anno zero esiste ed è esistito, ma perchè c'è tanta resistenza ad accettare questa cosa, che ormai mi appare ovvia ? Potresti anche spiegare meglio cos'è l'eternal bug ?

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Domanda n.29: Giovanni, sul tuo sito hai scritto:

"Questo comporta un eterno errato scorrimento in avanti, dei nomi assegnati agli anni, e l'impossibilità di porvi rimedio, se non facendo danni maggiori, dato che ciò significherebbe retrodatare gli avvenimenti di duemila anni di storia e le vicende personali di ognuno di noi. L'eternal bug è dunque questo eterno errato scorrimento e questa impossibilità di porvi rimedio."

In realtà io credo che, un sistema semplice ed efficace, per risolvere l'Eternal Bug, sia quello di datare in avanti, di un anno, gli avvenimenti del "periodo avanti Cristo", chiamando l'anno1a.C, anno0, l'anno2a.C., anno1a.C., e così via.

Lasciando viceversa tutto come è ora, per quanto riguarda gli avvenimenti, storici e personali, del "periodo dopo Cristo".

Se si tiene anche conto del fatto che le date, degli avvenimenti antichi, le conosciamo, spesso, solo in modo approssimativo, fare quanto ti ho detto, a me pare semplice, efficace e che non comporti grandi problemi.

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Domanda n.30: Giovanni, l'analogia che fai fra anni e gradicentigradi, non mi convince. Guarda che il gradocentigrado0, è un punto, una posizione, e rappresenta la temperatura precisa in cui l'acqua diventa ghiaccio, non è dunque un intervallo, e quindi nell'ambito dell'analogia, un anno, e nella fattispecie, l'anno0.

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Domanda n.31: Giovanni, tu dici che gli anni non sono numeri, ma sono entità tangibili che non si possono far sparire, e allora dimmi:
quale colore ha, quanto è largo, lungo e alto, e quanto pesa un anno ?

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Domanda n.32: Giovanni, secondo gli stessi storici, la cronologia cristiana sembra che abbia dei "buchi", e che Gesù stesso non sia nato il 25 dicembre del 1a.C., per cui quello che hai scritto sul tuo sito, andrebbe corretto, per tener conto anche di queste cose.

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Domanda n.33: Giovanni, l'analogia che fai con i piani, non mi convince. I piani sono discreti il tempo no.

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Domanda n.34: Giovanni, io penso che i Cristiani chiamino anno1 quello che tu chiameresti anno0, e che non si può dire se hanno ragione loro o se hai ragione tu: entrambi i punti di vista sono ugualmente validi, ma siccome i Cristiani sono piu' di te, ecco che democraticamente hanno ragione loro.

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Domanda n.35: Giovanni, ma sei sicuro abbia senso dire che:
l'anno0, anche se è chiamato anno1, essendo però in realtà l'anno0, andrebbe chiamato anno0.
In fondo se qualcuno chiama un anno, anno1, vuol dire che per lui è l'anno1, e non l'anno0.

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Domanda n.36: Giovanni, tu dici che i gradi (i gradicentigradi) si mettono insieme per misurare la temperatura, come gli anni si mettono insieme per misurare il tempo.

Io penso invece che le due grandezze, il tempo e la temperatura, sono "disomogenee", nel senso che l'analogia che proponi non è valida.

Se dico che ho abitato per 3 anni in una certa città, e che poi vi ho abitato per altri 5 anni, posso dire di avervi abitato per otto anni.

Se rilevo una temperatura "non definitiva" di 3 gradi, e in relazione al medesimo oggetto, rilevo una temperatura "definitiva" di 8 gradi, se fosse realistica la tua analogia, si è portati a concludere di aver misurato una temperatura di 11 gradi.

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Domanda n.37: Giovanni, sul tuo sito hai scritto che contare è espressione del discreto, ed avviene con i numeri naturali, mentre conteggiare è espressione del continuo, ed avviene con i numeri reali. Potresti, in merito, aggiungere dell'altro.

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Domande e risposte

Domanda n.1: Giovanni, visto che l'anno zero esiste, perchè non rimediare retrodatando gli avvenimenti ?

Risposta del 15/1/2001: non è opportuno un cambiamento, dato che il rimedio sarebbe peggiore del male. Ma questo non deve significare che bisogna rinunciare a capire cosa sia successo.

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Domanda n.2: Giovanni, siccome la morte di Verdi è avvenuta nel 1901, quest'anno ricorre il primo centenario della sua morte, dato che facciamo:
(100 + 1901) = 2001.
In quale anno cade invece il 22-esimo centenario della morte di Eratostene, avvenuta nel 195 a.C ?

Risposta del 31/1/2001: gli anni sono trascorsi e trascorreranno con questo ritmo:
-195,-194, .......-2,-1,0,1,2, .....,2000, ...,2005,2006,2007,...
per cui:
(2200 + ( -195) ) = ( 2200 - 195 ) = 2005
l'anno cercato è dunque il 2005.

Siccome però la sequenza di conteggio che si è utilizzzata è stata:
...................-2,-1,1,2,........
che è mancante dello zero, quando sopraggiungerà l'anno 2005, il contatore del tempo segnerà questa data: 2006.

Sul pianeta X la sequenza di conteggio che utilizzano è invece:
....................-2,-1,2,.........
per cui quando sopraggiungerà l'anno 2005, il contatore del tempo segnerà questa data: 2007.

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Domanda n.3: Giovanni, siccome ci sono più familiari le distanze, nell'ambito dell'analogia spazio-tempo, qual'è il modo corretto di ragionare ?

Risposta del 15/1/2001: chiamiamo quid elementare un qualcosa di non ulteriormente divisibile.

Se la distanza è X centimetri, il quid elementare delle distanze è 1 centimetro.

Fisso l'origine in 0 e comincio a contare:
1,2,3,.......... .
Quando sarò arrivato in X, mi fermo, se avrò contato fino a 100, la distanza X sarà lunga 100 centimetri, ovvero 1 metro.

Immaginiamo adesso che il tempo che io debbo misurare sia lungo X anni, per cui il quid elementare del tempo sia 1 anno.

E allora, faccio le stesse cose che ho fatto per le distanze.

Fisso l'origine in 0 e comincio a contare:
1,2,3,..........
delle "cose", gli anni, che giustamente si chiamano 0,1,2,3,... . Quando sarò arrivato in X, mi fermo, se avrò contato fino a 2000, il tempo X sarà lungo 2000 anni, e mi sarò fermato in corrispondenza dell'ultimo istante del 1999.

Se fosse stata utilizzata la corretta (nel senso di più adatta) sequenza, ovvero:
....-2,-1,0,1,2,......
la data, sul contatore del tempo, sarebbe stata: l'ultimo istante del 1999.

Siccome è stata utilizzata la sequenza:
....-2,-1,1,2,......
la data, sul contatore del tempo, è stata: l'ultimo istante del 2000.

Sul pianeta X utilizzano la sequenza:
....-2,-1,2,......
per cui la data, sul loro contatore del tempo, è stata: l'ultimo istante del 2001.

Cambiano si le date, a seconda delle convenzioni, ma il tempo X (distanza, nell'ambito dell'analogia) è sempre lo stesso.

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Domanda n.4: Giovanni, se considero l'analogia fra un segmento orientato e la retta del tempo, e fisso lo 0 in un punto del segmento orientato, che separa i numeri negativi (che sono anni a.C., nell'ambito dell'analogia), dai numeri positivi (che sono anni d.C., nell'ambito dell'analogia), l'anno 0 non esiste ?

Risposta del 20/1/2001: se analogia deve essere, il ragionamento corretto è il seguente.

Consideriamo il segmento a destra di zero, e compreso fra zero ed uno, ed immaginiamolo lungo 1 chilometro.

Da zero fino ad un quid elementare delle distanze prima di 1, tale segmento sarà rappresentativo del cosiddetto chilometro zero.

In modo analogo l'intervallo di tempo compreso fra zero ed un istante prima di 1, sulla retta del tempo, sarà rappresentativo dell'anno zero.

Ovvero, in termini di schemino:
      a.C.      < >      d.C.
-2      -1       0      +1      +2      +3 istanti Capodanni
 | 2a.C. | 1a.C. | anno0 | 1d.C. | 2d.C. | anni

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Domanda n.5: Giovanni, ma in fondo non è cosa grave, l'anno zero esiste si matematicamente, ma in pratica no.

Risposta del 17/1/2001: è esattamente il contrario. L'anno zero esiste nella pratica e non matematicamente.

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Domanda n.6: Giovanni, forse è tutto giusto quello che dici, ma questa cosa che gli anni cominciano da zero, proprio non mi convince.

Risposta del 17/1/2001: non capisco questa difficoltà a capire questa cosa del contatore-data, e del fatto che una cosa cominci da 0 e non da 1.

Altre cose cominciano da 0.

Per esempio, una striscia di 8 bit, ha 256 configurazioni, che vanno dalla configurazione (che diventa l'anno nell'ambito dell'analogia) che si chiama:
00000000
alla configurazione (che diventa l'anno nell'ambito dell'analogia)
11111111.

Poi le conto e dico:
1,2,3,......256 (che nell'ambito dell'analogia sono date).

Ma certamente non commetto l'errore di dire: non esistendo lo 0 nella sequenza di conteggio, vuol dire che la configurazione
00000000 (che diventa l'anno zero nell'ambito dell'analogia)
non esiste.

Altre cose ancora cominciano da 0. Non esiste forse il chilometro zero ? Certo che si. Nel caso poi, che siano quelli percorsi da un'autovettura, il conteggio, se non erro, comincia da zero.

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Domanda n.7: Giovanni, ma gli storici cosa dicono precisamente in merito all'inizio del conteggio degli anni ?

Risposta del 18/1/2001: dal Newsgroup it.cultura.storia, nel thread con oggetto: "BUCO nel calcolo del Tempo ?" del 2/1/2001 delle ore 11,04, il Sig. Veniero Fogliata, con il post di martedì 2 gennaio 2001 delle ore 19.26, dice fra l'altro:

"Questa numerazione è stata introdotta dopo il 600, ed è diventata ufficiale ai tempi di Carlo Magno. Per comodità non è stato introdotto l'anno zero, bensi si è stabilito che Gesù fosse nato alla fine dell'uno avanti Cristo e capodanno sia venuto l'uno dopo Cristo."

Oggi, io penso, si debba più correttamente dire: "......non è stato introdotto il numero zero nella sequenza di conteggio".

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Domanda n.8: Giovanni, ma allora esiste anche il millennio zero ?

Risposta del 19/1/2001: nella sezione "Quando è cominciato il Terzo Millennio" di questo sito, ho scritto che la convenzione che usiamo attualmente per misurare il tempo terrestre è la A per le ore, minuti ecc, e la B per i giorni, mesi, anni, secoli, e millenni.

Se conteggiassimo l'età di Gesù con la convenzione A (quella che usiamo per conteggiare l'età delle persone), diremmo che la sua età, ad oggi, è di 2000 anni e 18 giorni.

C'è dunque stato un millennio zero nell'età di Gesù.

Abbiamo però adottato la convenzione B anche per i millenni, ma attenzione, questo comporta solo che il contatore-data è partito da 1 e non da zero. E non che il millennio zero non esiste.

Se fossimo partiti da 2, avremmo forse detto che mancava il millennio 0 ed il millennio 1. Certo che no ?

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Domanda n.9: Giovanni, il tuo schemino della risposta n.4, è errato. Trovo infatti assurdo che il 1 d.C. termini 2 anni dopo l'istante d'inizio del calendario. Come puo' il primo anno terminare due anni dopo l'inizio ?

Risposta del 22/1/2001: il primo anno non è il 1 d.C., ma l'anno zero.

L'anno zero è l'intervallo di tempo che unisce il primo istante di tale anno, con il suo ultimo istante.

L'anno uno è l'intervallo di tempo che unisce il primo istante di tale anno, con il suo ultimo istante.

Poi li conto (1,2) e dico: dal momento in cui è nato Gesù sono trascorsi 2 anni.

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Domanda n.10: Giovanni, visto distingui fra conteggiare, calcolare e contare, potresti aggiungere dell'altro in modo che si capisca meglio la differenza ?

Risposta del 28/1/2001: il conteggio (conteggiare) avviene grazie ad un contatore.

Il contatore del tempo dà origine alla cosiddetta data.

A suo tempo si convenne di effettuare il conteggio degli anni, adottando la convenzione B.

Questo ci costringe, quando vogliamo conoscere gli anni trascorsi, a fare dei calcoli (calcolare), togliendo appunto 1 anno, agli anni che si leggono sulla data.

Se si fosse stabilito di adottare per il conteggio degli anni, una convenzione non numerica, o una convenzione numerica bizzarra, con una sequenza di conteggio fatta di salti e buchi (buchi tipo quello che determina l'assenza apparente dell'anno zero nell'ambito della convenzione B), l'unico modo per conoscere gli anni trascorsi, è contarli (contare).

Nel conteggio (conteggiare) determinato dall'adozione di una convenzione numerica, si può decidere di partire da qualsiasi numero.

Quando invece si conta (contare) si parte sempre da 1.

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Domanda n.11: Giovanni, nella sezione "L'anno zero esiste" di questo sito, scrivi:

"Se l'origine è in 0 allora il conteggio è:
1,2,3,4,5,..... (convenzione A caramelle)
0,1,2,3,4,..... (convenzione A anni)."

Io credo, invece, che anche per le caramelle la sequenza di conteggio, nell'ambito della convenzione A, sia:
0,1,2,3,4,.....
per cui esiste anche la caramella zero.

Risposta del 29/1/2001: immaginiamo che 10 caramelle vadano a comporre una confezione, e che 3 confezioni vadano a comporre un cartone.

Immaginiamo di voler sistemare un contatore che debba determinare la chiusura automatica delle confezioni e dei cartoni.

Il contatore deve, evidentemente, conteggiare le caramelle e le confezioni.

Il quid elementare del sistema di conteggio è la caramella.

Per cui la sequenza di conteggio comincia nel momento in cui, la prima caramella, passa sotto un sensore, determinando il seguente conteggio:

 1/0 (ossia 1 caramella e 0 confezioni)
 2/0
 ...
 9/0
10/0 (qui è chiusa la prima confezione)

 1/1
 2/1
 ...
10/1 (qui è chiusa la seconda confezione)
 
 1/2
 2/2
 ...
10/2 (qui è chiuso il cartone).
E allora: la prima caramella è la caramella uno, mentre la prima confezione (che si compone di quid elementari) è la confezione zero.

Il contatore non potrà, infatti, conteggiare come composta la prima confezione (segnando 1 e non 0), dato che la sua composizione è in corso.

Passiamo adesso dalle caramelle al tempo.

Il quid elementare del sistema di conteggio del tempo al momento non si conosce, e forse non esiste.

Di sicuro però: secondi, minuti, ore, giorni, mesi, anni, secoli e millenni, sono le nostre confezioni di caramelle.

I secondi infatti compongono le ore, le ore i giorni, e così via.

Per cui, come esiste la confezione zero di caramelle, così esiste: il secondo zero, il minuto zero, l'ora zero, il giorno zero, il mese zero, l'anno zero, e così via.

Saltare dall'1a.C. all'1d.C., significa che il contatore del tempo, segnando appunto 1 (1d.C.) e non 0, ha conteggiato come concluso il primo anno (l'anno zero), quando in realtà, la sua composizione era in corso.

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Domanda n.12: Giovanni, la tua risposta alla domanda n.2, quella su Eratostene, mi lascia perplesso, potresti essere più convincente ?

Risposta del 1/2/2001: come si è già scritto, siccome la morte di Verdi è avvenuta nel 1901, quest'anno ricorre il primo centenario della sua morte, dato che facciamo:
(100 + 1901) = 2001.

Invece di chiederci adesso, come è avvenuto nella domanda n.2, in quale anno cade il 22-esimo centenario della morte di Eratostene, avvenuta nel 195 a.C, chiediamoci più semplicemente: ma in quale anno cade il decennale di un episodio avvenuto nel corso del 2a.C. ?

La risposta, data in forma del tutto analoga a quella relativa alla domanda n.2, ma in maniera più convincente, dato che appaiono tutti gli anni del decennale, sarà:

gli anni sono trascorsi e trascorreranno con questo ritmo:
.......-2,-1,0,1,2,3,4,5,6,7,8,.....,2001,2002 ....
per cui:
(10 + ( -2) ) = ( 10 - 2 ) = 8
l'anno cercato è dunque il 8d.C. .

Siccome però la sequenza di conteggio che si è utilizzzata è stata:
...................-2,-1,1,2,........
che è mancante dello zero, quando è sopraggiunto l'anno 8d.C., il contatore del tempo segnava questa data: 9d.C. .

Sul pianeta X la sequenza di conteggio che utilizzano è invece:
....................-2,-1,2,.........
per cui quando è sopraggiunto l'anno 8d.C., il contatore del tempo segnava questa data: 10d.C. .

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Domanda n.13: Giovanni, puoi raccontarci un pò quali sono stati i sistemi di datazione del passato ?

Risposta del 1/2/2001, in collaborazione con il Sig. Veniero Fogliata: vedremo alcuni sistemi di datazione del passato, collocando l'istante d'inizio di tali calendari, relativamente all'attuale sistema di datazione.

I Romani effettuavano la datazione utilizzando il calendario Ab Urbe Condita (AUC), che partiva dal 753 a.C., anno della fondazione di Roma .

La datazione dei Greci, invece, ha avuto la sua origine all'epoca della prima olimpiade, cioé nel 776 a.C. .

Per date precedenti a quelle di cui sopra, entrambi questi popoli ricorrevano ad un altro calendario, con inizio della datazione risalente all'episodio della caduta di Troia, collocabile nel 1186 a.C.

Avvenimenti ancora più antichi non erano in grado di datarli.

I Greci, successivamente, con Alessandro Magno, adottarono anche un calendario che partiva dall'incoronazione di Nabonosser nel 747 a.C. . E i Greci della Siria, anche quello che partiva dalla battaglia di Gaza nel 312 a.C. .

Anche i Romani ricorsero a differenti calendari: l'era giuliana datava dal 45 a.C., l'era di Azio dal 32 a.C., etc. .

Gli Ebrei datavano (e datano) a partire dal 3760 a.C., ma usarono anche altri calendari.

Uno ad esempio, datava a partire dal 166 a.C. e celebrava l'inizio della rivolta dei Maccabei.

Il conteggio degli anni dalla nascita di Cristo fu ideato da Dionigi Esiguo nel 535 d.C., ma si affermò lentamente e divenne predominante solo all'epoca di Carlo Magno.

Dionigi collocò la nascita di Gesù il 25 dicembre del 1 a.C., ma solo dal successivo 1 gennaio datò l'1d.C., operando con ciò una sorta di dilatazione temporale.

Gli attimi della nascita, cioè, si dilatano e diventano lunghi 1 settimana.

Bisogna a questo punto dire che Dionigi fece un errore di calcolo.

Quando infatti Erode il Grande morì, la data, secondo il calendario Ab Urbe Condita (AUC), era quella del 749 AUC, e quindi era il 5 a.C. .

Valutando che Erode avesse ordinato la Strage degli Innocenti nei suoi ultimi mesi di vita, Gesù sarebbe dunque nato nel 5 a.C. (e non il 25 dicembre del 1 a.C.).

Ma è più probabile, anche in virtù del fatto che fu ordinata la strage di tutti i bambini al di sotto dei tre anni, che la nascita di Gesù vada fatta risalire ad almeno il 7 a.C. .

Ma c'è dell'altro.

Nel medioevo, e per molto tempo, ci fu chi collocò l'inizio dell'anno al 25 dicembre, ignorando l'esistenza di quella che si potrebbe chiamare, dilatazione temporale di Dionigi, sicché molte volte, è stato ed è difficile stabilire, per un documento ad esempio del 28 dicembre 953, se lo scrivente ritenne di datare il periodo natalizio del 952 o quello del 953.

L'attuale sistema di datazione, in sostanza, aggira entrambi i due tipi di problemi, con esso infatti si conviene che Gesù sia nato alla fine del 1a.C., e che il capodanno successivo sia venuto l'1.d.C. .

Ma meglio sarebbe dire che si è convenuto che l'Era non Cristiana sia terminata alla fine del 1a.C., e che il capodanno successivo sia venuto l'1.d.C. .

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Domanda n.14: Giovanni, ma in fondo anche la A è una convenzione, e non sono forse anche una convenzione i nomi che si è scelto di dare agli anni ?

Risposta del 4/2/2001: la convenzione A, quella cioè di conteggiare gli anni da zero, non induce, fra l'altro, nell'errore di dire che l'anno zero non può esistere.

Nella peggiore della ipotesi dunque la A è la migliore delle convenzioni, ma, ormai, rimediare retrodatando gli avvenimenti, sarebbe una catastrofe. Capire è invece doveroso.

Nelle Scienze, poi, le migliori (nel senso di più adatte, e che funzionano) convenzioni si chiamano verità scientifiche.

Riguardo ai nomi, anche quelli, certo, fanno parte della convenzione che si decide di adottare.

Le sequenze di conteggio possono essere numeriche e non numeriche.

Le prime si ordinano da sole. Le seconde non sempre.

Una sequenza di conteggio non numerica che non si ordina da sola, potrebbe ad esempio essere:
anno del dragone
anno della pulce
anno dell'orso
.................

Una sequenza di conteggio non numerica che si ordina da sola, potrebbe ad esempio essere:
do
re
mi
fa
sol
.....

La sequenza di conteggio che si è adottata per il nostro calendario, è una sequenza di conteggio numerica, mancante del numero 0, che si ordina da sola.

Si poteva anche convenire di adottare la più bizzarra (ma comunque legittima) delle sequenze di conteggio numeriche. Ad esempio, non partendo da 1 e inserendo altri buchi.

Però, qualunque sia la convenzione, se si decide di conteggiare gli anni con una sequenza di conteggio, pur bizzarra, che impiega nomi del tipo:
3d.C., 21a.C., 4a.C.,
quello che è certo, è che gli anni realmente trascorsi avranno i nomi:
.....| 2a.C. | 1a.C. | anno0 | 1d.C. | 2d.C. |.....
che dunque diventano: anni effettivamente trascorsi, con i nomi adeguati alla sequenza di conteggio numerica, pur bizzarra, che si è adottata.

Diversamente, dire che l'anno zero non esiste, è come dire:
avendo scelto la sottoindicata convenzione non numerica delle note, che si ordina da sola, e che è mancante della nota "re":
do
mi
fa
sol
............

vuol allora dire, che l'anno "re" non può esistere.

Anche i nomi, dunque, fanno parte della convenzione, ma le cose esistono indipendentemente da come si è deciso di chiamarle nell'ambito di un conteggio, pur bizzarro.

Se decido di adottare la convenzione delle note per conteggiare gli anni, mancante della nota "do", dirò:

l'anno "do" esiste, quello che manca è la nota "do" che dovrebbe conteggiarlo, e cosi l'anno "do" è trascorso, nel mentre la sua data, sul contatore del tempo, era "re".

Certamente non dirò la sciocchezza che l'anno "do" non può esistere.

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Domanda n.15: Giovanni, dici che non bisogna confondere fra loro: conteggiare, calcolare e contare, ma io non credo che le cose, di cui scrivi, siano complesse al punto da richiedere tutte queste distinzioni.

Risposta del 5/2/2001: è la scelta della convenzione B, che ci costringe a distinguere fra: conteggiare, calcolare e contare.

Le tre operazioni, di cui sopra, si fondono in una soltanto, guardare, se, viceversa, si fosse adottata la convenzione A, quella che usiamo per conteggiare l'età delle persone.

Se in questo istante volessi conoscere il tempo terrestre, debbo guardare il contatore del tempo, fare mente locale che il conteggio (conteggiare) avviene con la convenzione B, quindi fare dei calcoli (calcolare) per conoscere il tempo trascorso.

Solo così posso individuare il numero (contare): degli anni, dei mesi, dei giorni, delle ore e così via.

Con la convenzione A, tutto ciò non è necessario.

Se in questo istante volessi conoscere il tempo terrestre, mi basta guardare il contatore del tempo della convenzione A per ottenere la risposta.

Se ad una persona, infatti, che compie 50 anni domani, gli chiedo in questo istante l'età, per rispondermi a lei basterà dare uno sguardo (guardare, invece che conteggiare+calcolare+contare) al suo contatore del tempo, e quindi risponderà:
49 anni, 11 mesi, 30 giorni, 10 ore, e così via.

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Domanda n.16: Giovanni, ma sei sicuro che gli storici dicono che l'anno zero non può esistere ?

Risposta del 6/2/2001: da pag. 12 del libro di Storia di prima Media che abbiamo in casa:

titolo: I nuovi sentieri della storia
autori: Alvaro-Bellesini-Fiorio
editore: De Agostini (ultima edizione)

si legge fra l'altro:
"Anche le persone adulte si sbagliano. Fate attenzione: il primo secolo d.C. inizia con l'anno 1 e termina con l'anno 100"
e poi aggiunge:
"non può esistere un anno zero !"

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Domanda n.17: Giovanni, ma il calendario dell'anno in corso con la convenzione A come è fatto ?

Risposta del 11/2/2001: come quello riportato sulla pagina web con url:
http://utenti.lycos.it/fraternogiovanni/calendarioA.htm

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Domanda n.18: Giovanni, nella tua risposta alla domanda n.14, dici che, per conteggiare gli anni, è legittima anche la convenzione degli anni-note. Se è così, qual'è lo schemino con gli anni-note, analogo a quello di seguito riportato
      a.C.      < >      d.C.
-2      -1       0      +1      +2      +3 istanti Capodanni
 | 2a.C. | 1a.C. | anno0 | 1d.C. | 2d.C. | anni
e che tu hai utilizzato nella risposta alla domanda n.4, per far vedere dove si colloca l'anno zero ?

Risposta del 13/2/2001: si è detto, che la convenzione degli anni-note, impiega la sottoriportata sequenza di conteggio non numerica che si ordina da sola:
do
re
mi
fa
sol
.....

Lo schemino cercato è dunque:
      a.C.      < >      d.C.
-MI     -RE      DO      +RE     +MI     +FA istanti Capodanni
 | MIa.C.| REa.C.| annoDO | REd.C.| MId.C.|  anni
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Domanda n.19: Giovanni, quello che non riesco a capire é perché non venga riconosciuta una verità banale e cioè che i nostri antenati, é vero che hanno cominciato a contare con 1, e quindi secondo te con la convenzione B, ma quello che voglio far notare é che quell'uno va letto come 1° (primo), e quindi: 1° avanti Cristo, 1° dopo Cristo, e così via.

Pertanto, secondo me, non ci sono convenzioni A e B , ma, il problema, è solo una questione di interpretazione.

Risposta del 13/2/2001: ribadito che, i nostri antenati, quando scrivono 2d.C. intendono l'anno 2, e non il 2°(secondo) anno, si può aggiungere che anche quella riportata nella domanda è una convenzione.

Nello specifico una convezione con sequenza di conteggio non numerica (non hanno infatti senso le normali operazioni aritmetiche) che si ordina da sola:

1°
2°
3°
4°
5°
.....

e per la quale il classico schemino degli anni trascorsi (e solo nell'ambito di questa convenzione) diventa:
      a.C.      < >      d.C.
2°a     1°a     1°d      2°d     3°d     4°d istanti Capodanni
 | 2°a.C.| 1°a.C.| 1°d.C. | 2°d.C.| 3°d.C.|  anni
domande: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37
dom. e risp.: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37




Domanda n.20: Giovanni, non ci capisco più niente. Non c'è un sistema per mettere ordine in questa babele di convenzioni ? E poi scommetto che se ti chiedo qual'è il 3°anno d.C., per ognuna delle convenzioni, tu stesso sei in difficoltà.

Risposta del 13/2/2001: la convenzione, e relativo schemino, con i numeri ordinali

      a.C.      < >      d.C.
2°a     1°a     1°d      2°d     3°d     4°d istanti Capodanni
 | 2°a.C.| 1°a.C.| 1°d.C. | 2°d.C.| 3°d.C.|  anni
può anche fungere da convenzione, appunto, ordinatrice, e aiutarci nel rispondere alla seconda domanda posta.

Nell'ambito della convenzione B, per la quale lo schemino è:

      a.C.      < >      d.C.
-2      -1       0      +1      +2      +3 istanti Capodanni
 | 2a.C. | 1a.C. | 1d.C. | 2d.C. | 3d.C. | anni
dopo la semplice sovrapposizione col primo schemino ordinatore, la risposta cercata è:
nell'ambito della convenzione B, il 3°anno d.C. è l'anno 3d.C., essendo il 1°anno d.C. l'anno 1d.C. .

Nell'ambito della convenzione C, per la quale lo schemino è:

      a.C.      < >      d.C.
-2      -1       0      +1      +2      +3 istanti Capodanni
 | 2a.C. | 1a.C. | 2d.C. | 3d.C. | 4d.C. | anni
dopo la semplice sovrapposizione col primo schemino ordinatore, la risposta cercata è:
nell'ambito della convenzione C, il 3°anno d.C. è l'anno 4d.C., essendo il 1°anno d.C. l'anno 2d.C. .

Nell'ambito della convenzione anni-note, per la quale lo schemino è:

      a.C.      < >      d.C.
-MI     -RE      DO      +RE     +MI     +FA istanti Capodanni
 | MIa.C.| REa.C.| annoDO | REd.C.| MId.C.|  anni
dopo la semplice sovrapposizione col primo schemino ordinatore, la risposta cercata è:
nell'ambito della convenzione anni-note, il 3°anno d.C. è l'anno MId.C., essendo il 1°anno d.C. l'annoDO .

Nell'ambito della convenzione A, per la quale lo schemino è:

      a.C.      < >      d.C.
-2      -1       0      +1      +2      +3 istanti Capodanni
 | 2a.C. | 1a.C. | anno0 | 1d.C. | 2d.C. | anni
dopo la semplice sovrapposizione col primo schemino ordinatore, la risposta cercata è:
nell'ambito della convenzione A, il 3°anno d.C. è l'anno 2d.C., essendo il 1°anno d.C. l'anno0 .

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Domanda n.21: Giovanni, permettimi, però, di farti notare che, dimostrare l'esistenza dell' "anno zero", nella cronologia cristiana, equivale a dimostrare che Napoleone non fu sconfitto a Waterloo; un evento storico è un fatto, non è un'opinione, non può, quindi, essere soggetto, a teorizzazioni.

Risposta del 27/4/2001: per dimostrare che è il "numero zero" (e non l' "anno zero") che manca nella sequenza (convenzionalmente da noi adottata) di conteggio numerica degli anni (che si ordina da sola), ho utilizzato argomenti della scienza logico-matematica, ovvero quella che utilizzano (come me del resto) i sostenitori del fatto che il terzo millennio è cominciato quest'anno.

Perchè mai la scienza logico-matematica dovrebbe andar bene solo nel secondo caso ?

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Domanda n.22: Giovanni, ma se, per assurdo, si decidesse di numerare con lo 0 il primo anno d.C., bisognerebbe attribuire, per coerenza, lo stesso valore anche all'ultimo anno a.C. .

Risposta del 27/4/2001: sulla scala termometrica c'è un solo zero e non due zeri.

Per gli anni, in termini di schemino, è:

      a.C.      < >      d.C.
-2      -1       0      +1      +2      +3 istanti Capodanni
 | 2a.C. | 1a.C. | anno0 | 1d.C. | 2d.C. | anni

Dal che si evince che ogni anno, ad esempio l'annoX, è racchiuso tra il primo istante dell'annoX, ovvero l'istante +X, ed il primo istante dell'anno successivo, ovvero l'istante +(X+1).

Per la scala termometrica le cose funzionano nello stesso modo, ovvero in termini di schemino:

          (gradi -) < > (gradi +)
-2        -1         0       +1       +2       +3 primi quid grado
 | grado-2 | grado-1 | grado0 | grado1 | grado2 | gradi

con considerazioni analoghe.

Ogni grado cioè, ad esempio il gradoX, è racchiuso tra il primo quid del gradoX, ovvero il quid +X, ed il primo quid del grado successivo, ovvero il quid +(X+1).

Se esistessero due anni zero lo schemino diverebbe:

      a.C.      < >      d.C.
-1       0       0      +1      +2      +3 istanti Capodanni
 | 1a.C. | anno0 | anno0 | 1d.C. | 2d.C. | anni

con un anno0 che, a dispetto di tutti gli altri anni, e di qualsiasi logica, sarebbe racchiuso fra due istanti 0.

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Domanda n.23: Giovanni, la tua risposta alla domanda n.22 non mi convince.
L'analogia che infatti proponi fra gradi centigradi e anni, secondo me, non ha senso.
Vorrei, infatti, farti notare che, se è vero che tra due diversi gradi termometrici, ci sono sempre infiniti altri gradi termometrici, così come fra due qualsiasi numeri reali, ci sono sempre infiniti altri numeri reali, nel caso degli anni, il concetto di quantità minima indivisibile non sussiste.

Risposta del 28/4/2001: gli anni, i gradi centigradi e le caramelle, sono una cosa, i numeri reali, cardinali e ordinali, un'altra.

Gli anni si chiamano ad esempio: anno0, anno41, anno2001.

I gradi centigradi si chiamano ad esempio: grado0, grado24, grado100.

Il comodissimo modo in cui chiamiamo gli anni ed i gradi centigradi, ci facilita i calcoli.

Quando infatti dobbiamo fare dei conti (anni trascorsi da una certa data, escursione termica fra 2 temperature, ecc.), li mettiamo in corrispondenza biunivoca con i numeri, ed in modo talmente naturale ed immediato, che li confondiamo con i numeri (quando diciamo, ad esempio, che l'anno0 non esiste e/o non è esistito).

La scelta dei nomi dati agli anni, poi, è talmente indovinata, che, nel caso li si voglia contare, e se si fosse scelta la convenzione A, non c'è neppure bisogno di far ricorso a questa corrispondenza biunivoca.

Le caramelle invece si chiamano ad esempio: Perugina, Rossana, Nestlè.

Anche ora, per contarle, utilizzo i numeri, ma non per questo le caramelle sono numeri.

Il conteggio avviene con un contatore.

Il contatore delle caramelle, conteggia le caramelle, e siccome le caramelle sono quantità minime indivisibili, il conteggio comincia da 1.

Il contatore della temperatura, conteggia la temperatura, e siccome la temperatura non ha una quantità minima indivisibile, il conteggio comincia da 0: grado0, decimogrado0, centesimogrado0, ...... .

Il contatore del tempo (calendario), conteggia il tempo (e non gli anni), e siccome il tempo non ha una quantità minima indivisibile, il conteggio comincia da 0: anno0, mese0, giorno0, ora0,....... .

Gli anni, dunque, somigliano molto più alle caramelle che ai numeri.

Dire che l'anno0 non esiste, e/o non è esistito, è come confondere le caramelle con i numeri.

Quello che in realtà manca, è solo e semplicemente il numero 0, nella sequenza di conteggio del contatore degli anni.

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Domanda n.24: Giovanni, ma dato che, come tutti convengono (te incluso), con l'inizio del 2001, il nuovo secolo ed il nuovo millennio sono certamente iniziati, non pensi che il problema dell'anno0, ripresentandosi fra 100 anni, sia superfluo ?

Risposta del 1/5/2001: no, dopo la pubblicazione sul Web di questo articolo, che penso dimostri l'esistenza dell'anno0, il "dilemma sulla cronologia" si presenterà, non più ogni millennio e/o ogni secolo, ma ogni anno.

E così, ad esempio, il dilemma del prossimo inizio d'anno sarà:
ma dal 1 gennaio 2002, l'anno, è giusto chiamarlo 2002, o è più corretto chiamarlo 2001 ?

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Domanda n.25: Giovanni, volendo replicare a chi contesta l'esistenza dell'anno0, con una risposta semplice e sintetica, cosa bisogna dire ?

Risposta del 5/5/2001: replicare con le seguenti osservazioni, incontestabilmente e banalmente ovvie.

Il tempo sta agli anni, come la temperatura sta ai gradi centigradi.

Dire che l'anno zero non esiste (e/o non è esistito), è come dire che il grado centigrado zero non esiste.

Il tempo sta agli anni, come la tastiera di un PC sta ai suoi tasti.

La differenza è che la tastiera ha una quantità minima indivisibile, il tasto, il tempo no.

Per cui il conteggio dei tasti della tastiera comincia da 1, mentre il conteggio del tempo comincia da zero.

Dire che l'anno zero non esiste (e/o non è esistito), è come dire che il tasto di un PC, il primo, non esiste.

Ma poi li conto i tasti di questo strano PC, e scopro che ci sono tutti, e che il loro numero è identico a quello di tutti gli altri PC.

Il problema è solo che qualcuno si è divertito a sistemarci sopra le etichette sbagliate.

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Domanda n.26: Giovanni, c'è una soluzione semplice al dilemma sulla cronologia ?

Risposta del 6/5/2001: la A (quella cioè di conteggiare gli anni da zero) è la migliore delle convenzioni, dato che:

- non si cade nell'errore di dire che l'anno zero non può esistere e/o non è esistito

- tutti gli anni hanno un nome, un istante di inizio ed un istante di fine

- è possibile conoscere il tempo trascorso senza fare calcoli, ma semplicemente guardando il contatore del tempo (calendario A)

- è possibile spiegare matematicamente perchè ad esempio il decennale di un episodio, avvenuto nel corso del 2a.C., cade nel 8d.C., facendo una semplice sottrazione:
(10 + ( -2) ) = ( 10 - 2 ) = 8

- finalmente mette d'accordo storici e matematici

- c'è forse il riscontro storico: il numero zero nella sequenza di conteggio della convenzione B (quella della cronologia cristiana e che conteggia gli anni da 1) non c'è, perchè all'epoca non si conosceva il numero 0

- è possibile spiegare semplicemente perchè il terzo millennio è iniziato all'inizio di quest'anno.

Ciò nonostante, la convenzione A, non la si può più adottare, per il fatto che la B, rispetto a tutte le altre convenzioni adottate nelle scienze, ha una sua peculiarità, "è maligna".

La B dobbiamo pertanto tenercela e basta.

I tentativi infatti di trovare una soluzione al dilemma sulla cronologia sono tutti destinati a fallire: per quanto ci si sforzi di trovare una soluzione che contempli la "doverosa" collocazione dell'anno0, il rimedio sarebbe comunque peggiore del male.

Il tutto si riduce quindi alla semplice ammissione: che non è vero che l'anno0 non può esistere, ma che esiste ed è esistito, solo che sopra è stato applicata un'etichetta non consona, ovvero l'etichetta anno1.

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Domanda n.27: Giovanni, a me pare che in relazione all'analogia che fai, fra tempo e temperatura, tu confonda gli istanti di tempo, con gli intervalli di tempo, e piu' in generale i numeri reali con i numeri naturali, i primi espressione del continuo, i secondi del discreto.

Risposta del 6/5/2001: quello che facciamo quando misuriamo la temperatura, è praticamente uguale a quello che facciamo quando misuriamo il tempo.

Cambia solo il numero dei sacchi piccoli da infilare nei sacchi grandi.

Nel caso della temperatura: 10 piccoli in 1 grande.

Nel caso del tempo: ....., 60 sacchi-secondo in un sacco-minuto, ....., 24 sacchi-ore in un sacco-giorno, .....,12 sacchi-mese in un sacco-anno, ....., 10 sacchi-secolo in un sacco-millennio,..... .

Il ritmo di riempimento di questi sacchi del tempo, viene scandito da un contatore del tempo (il calendario), che, "espressione del continuo", conteggia il tempo.

Se il calendario della convenzione A segna: millennio0, secolo0, anno2, mese6, giorno.., ora.., minuto.., ....., il tempo misurato è lungo un numero reale (espresso in anni) pari a 2,5.... .

Man mano che questi sacchi del tempo vengono chiusi, sopra va applicata un'etichetta.

Sul primo: millennio, secolo, anno, mese, ora,...., l'etichetta che va applicata è l'etichetta 0.

Cosi come l'etichetta che applichiamo sui primi sacchetti della temperatura è: grado0, decimogrado0, centesimogrado0,..... .

Contare è "espressione del discreto", ed avviene con i numeri naturali.

E allora quando conto i sacchi-anno, che si chiamano: anno0, anno1,......, quando sarò arrivato a 10, sul sacco-anno corrispondente, è scritto anno9.

Il problema della convenzione B è, che quando sarò arrivato a 10, sul sacco-anno corrispondente è scritto anno10.

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Domanda n.28: Giovanni, sono ormai anch'io convinto che l'anno zero esiste ed è esistito, ma perchè c'è tanta resistenza ad accettare questa cosa, che ormai mi appare ovvia ? Potresti anche spiegare meglio cos'è l'eternal bug ?

Risposta del 9/5/2001: anch'io ho potuto verificare di persona che c'è una sorta di resistenza mentale ad accettare l'esistenza dell'anno0.

Questa resistenza è probabilmente anche all'origine del fatto, che il piano a livello della strada, dei nostri edifici, viene chiamato piano terra, e non piano0.

La cosa è, come tutti sanno, senza conseguenze.

Ben diversa sarebbe stata la situazione, se si fosse deciso di assegnare al piano0, il nome di piano1.

Quest'ultima cosa, è esattamente quello che è avvenuto con la cronologia cristiana degli anni, con inizio del conteggio da 1 (convenzione B).

Gli anni: anno0, anno1, anno2,....., hanno cioè, ognuno, il nome dell'anno che viene subito dopo.

Quello che invece pensano gli storici, e non solo, è che l'anno0 non può esistere e/o non è esistito.

E' evidentemente una sciocchezza.

Se infatti ciò fosse vero, e se la stessa cosa si fosse fatta con i piani di un edificio, ciò equivarebbe a far sparire il piano terra, ovvero il piano0.

Quello che in realtà mancherebbe non è il piano terra, ma solo il numero zero.

I piani di un edificio e gli anni, non si possono far sparire, perchè nè i piani, nè gli anni, sono numeri.

L'eternal bug si sarebbe potuto evitare, se solo si fosse deciso di fare, come si è fatto con i piani degli edifici.

Dando cioè un nome qualsiasi al primo anno, se proprio era di turbamento la parola anno0, chiamandolo ad esempio:
annodipartenza
annopippo
ecc.

Fra i tanti nomi che si sarebbero potuti scegliere, si è scelto l'unico che si sarebbe dovuto evitare assolutamente, ovvero il nome dell'anno successivo all'anno0, e cioè il nome anno1.

Questo comporta un eterno errato scorrimento in avanti, dei nomi assegnati agli anni, e l'impossibilità di porvi rimedio, se non facendo danni maggiori, dato che ciò significherebbe retrodatare gli avvenimenti di duemila anni di storia e le vicende personali di ognuno di noi.

L'eternal bug è dunque questo eterno errato scorrimento e questa impossibilità di porvi rimedio.

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Domanda n.29: Giovanni, sul tuo sito hai scritto:

"Questo comporta un eterno errato scorrimento in avanti, dei nomi assegnati agli anni, e l'impossibilità di porvi rimedio, se non facendo danni maggiori, dato che ciò significherebbe retrodatare gli avvenimenti di duemila anni di storia e le vicende personali di ognuno di noi. L'eternal bug è dunque questo eterno errato scorrimento e questa impossibilità di porvi rimedio."

In realtà io credo che, un sistema semplice ed efficace, per risolvere l'Eternal Bug, sia quello di datare in avanti, di un anno, gli avvenimenti del "periodo avanti Cristo", chiamando l'anno1a.C, anno0, l'anno2a.C., anno1a.C., e così via.

Lasciando viceversa tutto come è ora, per quanto riguarda gli avvenimenti, storici e personali, del "periodo dopo Cristo".

Se si tiene anche conto del fatto che le date, degli avvenimenti antichi, le conosciamo, spesso, solo in modo approssimativo, fare quanto ti ho detto, a me pare semplice, efficace e che non comporti grandi problemi.

Risposta del 10/5/2001: quello che proponi va innanzitutto corretto, ma anche corretta, la tua proposta, è fattibile ?

Ma andiamo con ordine.

Bisogna innanzitutto correggere la tua proposta, per evitare di ricadere nello stesso errore della convenzione B.

Con la convenzione B, gli anni del "periodo dopo Cristo", si chiamano con il nome dell'anno successivo. E non ci siamo.

Con la tua proposta ricadi però, sostanzialmente, nello stesso errore.

Vuoi infatti chiamare gli anni del "periodo avanti Cristo", con il nome dell'anno successivo. E ancora una volta, non ci siamo.

La correzione, però, alla tua proposta c'è.

Per evitare che il tuo cambiamento sia fittizio, dato che, così come è, non intacca la natura degli anni, bisogna modificare quello che Dionigi stabilì.

L'attuale sistema di datazione, (si veda la risposta alla domanda n.13), fu ideato da Dionigi, che collocò la nascita di Gesù, il 25 dicembre del 1a.C., ma solo dal successivo 1 gennaio, datò l'1d.C..

L'Eternal Bug, si sarebbe evitato, se, viceversa, Dionigi avesse collocato la nascita di Gesù, il 25 dicembre del 1a.C., e datato anno0, dal successivo 1 gennaio.

Agli anni, abbiamo detto che, i nomi non si possono cambiare.

Quello che però possiamo fare, è correggere quello che Dionigi propose a suo tempo, e convenire di collocare la nascita di Gesù, il 25 dicembre dell'anno0, e di far iniziare l'Era Cristiana, ovvero il "periodo dopo Cristo", dal primo istante dell'anno0 stesso.

In tal modo, il nuovo nome che assumeranno gli anni: ..., 3a.C., 2a.C., 1a.C., che chiameremo rispettivamente: ..., 2a.C., 1a.C., anno0, saranno anni effettivamente trascorsi, con il nome adeguato a questa, che potremmo chiamare, "convenzione corretta di Dionigi", e procedere, tranquillamente, a datare in avanti gli avvenimenti del vecchio "periodo avanti Cristo".

Sono stati risolti tutti i problemi ?

Vediamo.

Innanzitutto bisogna procedere, come si è detto, a ricollocare gli avvenimenti del vecchio "periodo avanti Cristo".

Ma bisogna anche ricollocare gli avvenimenti di fine secolo e di fine millennio, del vecchio "periodo dopo Cristo", nel secolo e nel millennio successivo.

Così, ad esempio, tutti gli avvenimenti dell'anno2000, rimangono si nell'anno2000, ma vanno ricollocati nel ventunesimo secolo e nel terzo millennio.

Con la "convenzione corretta di Dionigi", infatti, il ventunesimo secolo, ed il terzo millennio, hanno inizio il primo istante dell'anno 2000, e non del 2001.

E' tutto a posto ora ?

Purtroppo non ancora.

Come abbiamo trovato la doverosa sistemazione all'anno0, bisogna, per coerenza, trovare una doverosa sistemazione, anche al mese0 e al giorno0.

E allora avremo bisogno di calendari, il cui primo mese è il mese0, e il cui primo giorno è il giorno0.

Non solo. Bisogna ricollocare anche tutti gli avvenimenti del "periodo dopo Cristo", che per quanto riguarda l'anno, è si quello giusto, ma non per quanto riguarda il mese ed il giorno (che bisogna retrodatare).

Rispetto alla retrodatazione degli avvenimenti degli ultimi 2000 anni, la "convenzione corretta di Dionigi", effettivamente provoca meno sconquassi.

Ma siamo disposti ad accettare tutti i cambiamenti che essa prevede ?

Se si, allora l'Eternal Bug sarà stato neutralizzato, diversamente dovremo tenercelo.

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Domanda n.30: Giovanni, l'analogia che fai fra anni e gradicentigradi, non mi convince. Guarda che il gradocentigrado0, è un punto, una posizione, e rappresenta la temperatura precisa in corrispondenza della quale l'acqua diventa ghiaccio, non è dunque un intervallo, e quindi nell'ambito dell'analogia, un anno, e nella fattispecie, l'anno0.

Risposta del 13/5/2001: sei nell'ascensore a piano terra (piano0), parti, ma dopo mezzo metro si blocca l'ascensore.

Chiami col cellulare l'amministratore, e lui volendoti aiutare, se ti chiede a che piano sei, tu cosa gli rispondi ?

La temperatura in corrispondenza della quale l'acqua diventa ghiaccio è :
0,0000000..000000000.

Il gradocentigrado0 va da
0,0000000..000000000
a
0,9999999..999999999 .

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Domanda n.31: Giovanni, tu dici che gli anni non sono numeri, ma sono entità tangibili che non si possono far sparire, e allora dimmi:
quale colore ha, quanto è largo, lungo e alto, e quanto pesa un anno ?

Risposta del 13/5/2001: quale colore ha, quanto è largo, lungo e alto, e quanto pesa un gradocentigrado ?

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Domanda n.32: Giovanni, secondo gli stessi storici, la cronologia cristiana sembra che abbia dei "buchi", e che Gesù stesso non sia nato il 25 dicembre del 1a.C., per cui quello che hai scritto sul tuo sito, andrebbe corretto, per tener conto anche di queste cose.

Risposta del 13/5/2001: ma questo è un altro discorso: è storia e non matematica.

Il mio ragionamento ricalca quello che fanno gli storici stessi, quando dicono che pochi mesi fa, è iniziato il terzo millennio.

Ma mentre loro aggiungono e scrivono nei libri di storia:
"perchè non può esistere un anno0"

io dico:
perchè manca il numero0 nella sequenza di conteggio degli anni, ma l'anno0 esiste, solo che è stato chiamato con il nome dell'anno successivo, provocando l'eternal bug.

Non voler accettare questa cosa, è frutto di una resistenza mentale, che non riesco a spiegarmi.

E allora vorrei questa volta farla io una domanda:
qual'è l'origine di questa resistenza, e perchè da turbamento il fatto che un anno, dei giorni o dei mesi, siano e si chiamino zero ?

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Domanda n.33: Giovanni, l'analogia che fai con i piani, non mi convince. I piani sono discreti il tempo no.

Risposta del 13/5/2001: i piani di un edificio stanno agli anni, come lo spazio sta al tempo.

Come i piani sono il frutto del conteggio dello spazio, così gli anni sono il frutto del conteggio del tempo.

Se, come credo, spazio e tempo non hanno una quantità minima indivisibile, il conteggio, anche al livello più infimo possibile, non potrà mai iniziare da 1.

Per cui conteggiarli (spazio e tempo), è in sostanza metterli in corrispondenza biunivoca con i numeri reali, espressione del continuo.

Se, ma non credo, spazio e tempo hanno una quantità minima indivisibile, allora ci sarà un livello di conteggio infimo di partenza, che inizia da 1.

Per cui conteggiarli (spazio e tempo), è in sostanza metterli in corrispondenza biunivoca con i numeri naturali.

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Domanda n.34: Giovanni, io penso che i Cristiani chiamino anno1 quello che tu chiameresti anno0, e che non si può dire se hanno ragione loro o se hai ragione tu: entrambi i punti di vista sono ugualmente validi, ma siccome i Cristiani sono piu' di te, ecco che democraticamente hanno ragione loro.

Risposta del 13/5/2001: noi siamo quello che siamo, e le cose sono quello che conveniamo che siano.

Il problema è che Dionigi ha stabilito la natura degli anni, nel momento in cui ha collocato la nascita di Gesù, il 25 dicembre del 1a.C. (e questa è la convenzione), ma poi ha stravolto l'essenza degli anni stessi, quando dal successivo 1 gennaio, datò l'1d.C., e non anno0, provocando l'eternal bug.

Il primo anno è e si chiama anno0.

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Domanda n.35: Giovanni, ma sei sicuro abbia senso dire che:
l'anno0, anche se è chiamato anno1, essendo però in realtà l'anno0, andrebbe chiamato anno0.
In fondo se qualcuno chiama un anno, anno1, vuol dire che per lui è l'anno1, e non l'anno0.

Risposta del 13/5/2001: adesso ti dimostro che è la tua domanda che non ha senso.

Se si fosse deciso di chiamare il piano0 dei nostri edifici, non piano terra, ma piano1, (che è poi quello che è successo con gli anni), avrebbe senso l'osservazione:
ma sei sicuro abbia senso dire che: il piano0, anche se è chiamato piano1, essendo però in realtà il piano0, andrebbe chiamato piano0 ?

La non esistenza dell'anno0 è una causa persa, ed è proprio il caso di dirlo, in partenza.

Sono i sostenitori della non esistenza dell'anno0, altrettanto capaci di dimostrare, e facilmente, l'insensatezza della seguente osservazione duale (in realtà sensata) e che io propongo loro:
siete sicuri abbia senso dire che l'anno1, essendo chiamato anno1, anche se in realtà è l'anno0, è giusto che si chiami anno1 ?

domande: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37
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Domanda n.36: Giovanni, tu dici che i gradi (i gradicentigradi) si mettono insieme per misurare la temperatura, come gli anni si mettono insieme per misurare il tempo.

Io penso invece che le due grandezze, il tempo e la temperatura, sono "disomogenee", nel senso che l'analogia che proponi non è valida.

Se dico che ho abitato per 3 anni in una certa città, e che poi vi ho abitato per altri 5 anni, posso dire di avervi abitato per 8 anni.

Se rilevo una temperatura "non definitiva" di 3 gradi, e in relazione al medesimo oggetto, rilevo una temperatura "definitiva" di 8 gradi, se fosse realistica la tua analogia, si è portati a concludere di aver misurato una temperatura di 11 gradi.

Risposta del 16/5/2001: chiamiamo "sintesi X" la tua frase relativa al tempo, ovvero la frase:
se dico che ho abitato per 3 anni in una certa città, e che poi vi ho abitato per altri 5 anni, posso dire di avervi abitato per 8 anni.

La "sintesi X", scritta con altre e più parole, diventa quello di seguito riportato. Chiamiamolo "sviluppo X".

In quella città vi abito dall'istante0. Da quell'istante ho fatto partire il contatore del tempo, ovvero il calendario con la convenzione A (con inizio del conteggio da 0 e non da 1). .

L'ho guardato una prima volta, e siccome il calendario segnava anno3, ho capito che erano stati conteggiati gli anni:
anno0, anno1 ed anno2.

Successivamente l'ho guardato una seconda volta, e siccome il calendario segnava anno8, ho capito che erano stati conteggiati anche gli anni:
anno3, anno4, anno5, anno6 ed anno7.

A questo punto, ho contato (partendo da 1) gli anni (anno0, anno1,......, anno7), ed ho capito di avervi abitato per 8 anni.
E d'altronde il mio calendario con la convenzione A segnava 8. .

E qui finisce lo "sviluppo X".

Ora io dico che il tempo sta agli anni, come la temperatura sta ai gradi.

E quindi: il "calendario della convenzione A", sta agli anni, come un "termometro a contatore", sta ai gradi.

Scambiamo allora, nello "sviluppo X", le parole
"calendario con la convenzione A",
con le parole
"termometro a contatore",
e la parola
"anno",
con la parola
"grado".

Otterremo così lo "sviluppo Y" di seguito riportato.

Di quell'oggetto ho misurato la temperatura grazie ad un termometro a contatore.

L'ho guardato una prima volta, e siccome il termometro a contatore segnava grado3, ho capito che erano stati conteggiati i gradi:
grado0, grado1 e grado2.

Successivamente l'ho guardato una seconda volta, e siccome il termometro a contatore segnava grado8, ho capito che erano stati conteggiati anche i gradi:
grado3, grado4, grado5, grado6 e grado7.

A questo punto, ho contato (partendo da 1) i gradi (grado0, grado1,......, grado7), ed ho capito che la temperatura ha raggiunto gli 8 gradi.
E d'altronde il mio termometro a contatore segnava 8.

E qui finisce lo "sviluppo Y".

Ora lo "sviluppo Y", in forma sintetica, diventa la "sintesi Y" di seguito riportata.

Se rilevo una temperatura "non definitiva" di 3 gradi, e in relazione al medesimo oggetto, rilevo una temperatura "definitiva" di 8 gradi, posso concludere di avere misurato una temperatura di 8 gradi.

Sintesi che è perfettamente analoga alla "sintesi X", ovvero alla frase:
se dico che ho abitato per 3 anni in una certa città, e che poi vi ho abitato per altri 5 anni, posso dire di avervi abitato per 8 anni.

Conclusione: l'analogia fra tempo e temperatura, ovvero fra anni e gradicentigradi è senz'altro corretta, e, dunque, fra tempo e temperatura, non c'è nessuna "disomogeneità".

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Domanda n.37: Giovanni, sul tuo sito hai scritto che contare è espressione del discreto, ed avviene con i numeri naturali, mentre conteggiare è espressione del continuo, ed avviene con i numeri reali. Potresti, in merito, aggiungere dell'altro.

Risposta del 18/5/2001: ad una persona vengono indicate due stanze, e gli viene detto di contare ed etichettare numericamente, i mattoni presenti in ognuna di esse.

Lo avvertono però che nella stanza A, i mattoni da etichettare e contare, sono un pò strani, dato che, ognuno di essi, è a sua volta l'insieme di mattoni più piccoli.

Il nostro omino decide di cominciare dalla stanza B.

Apre allora la porta, e vede 3 grossi mattoni.

Si avvicina, e dopo essersi accertato che, nessuno dei 3, è a sua volta l'insieme di altri, scrive su un foglio che la stanza B contiene solo 3 grossi mattoni, e sistema, su ognuno dei 3, rispettivamente i numeri 1, 2 e 3.

Il nostro omino pensa di aver già ultimato metà del compito che gli è stato assegnato, e senza indugi va nella stanza A.

Entrando si vede addirittura un unico grosso mattone.

" Qui le cose sono ancora più semplici e rapide ", pensa il nostro omino, " debbo solo applicare l'etichetta1 su quell'unico grosso mattone, ed andare via ".

Poi si ricorda dell'avvertimento ricevuto prima di cominciare.

Si avvicina dunque al grosso mattone, e verifica che, effettivamente, quello che in realtà da lontano sembrava un unico blocco, in realtà è un grosso castello di 10 piccoli mattoni.

Smonta il grosso castello nei suoi 10 componenti e, naturalmente, quello che appariva come un grosso mattone, in realtà non esiste più.

" E adesso che faccio ? ", pensa l'omino, " Dove sistemo quest'etichetta1 ? Dato che il grosso mattone non c'è più ".

Dopo un pò pensa: " Quello che ho fra le mani, sono questi 10 piccoli mattoni ".

" Ci sono e li vedo, dunque posso contarli e sistemarci sopra le etichette da 1 a 10 ".

" Al grosso mattone iniziale, che non esiste più, e che dunque non posso contare, riservo invece, appoggiandola a terra, l'etichetta0 ".

" E utilizzo quest'ultima come base di ricostruzione del grosso mattone iniziale, che ultimato sarà il mattone che è e si chiama grossomattone0 ".

Quando però, prende fra le mani, uno dei 10 piccoli mattoni, per applicarci sopra l'etichetta1, si accorge che in realtà si tratta di un piccolo castello di 10 minuscoli mattoni.

Smonta il piccolo castello nei suoi 10 componenti e, naturalmente, quello che appariva come un piccolo mattone, in realtà non esiste più.

" E adesso che faccio ? ", pensa l'omino, " Dove sistemo quest'etichetta1 ? Dato che il piccolo mattone non c'è più ".

Dopo un pò pensa: " Quello che ho fra le mani, sono questi 10 minuscoli mattoni ".

" Ci sono e li vedo, dunque posso contarli e sistemarci sopra le etichette da 1 a 10 ".

" Al piccolo mattone iniziale, che non esiste più, e che dunque non posso contare, riservo invece, appoggiandola a terra, l'etichetta0 ".

" E utilizzo quest'ultima come base di ricostruzione del piccolo mattone iniziale, che ultimato sarà il mattone che è e si chiama piccolomattone0 ".

Quando però, prende fra le mani, uno dei 10 minuscoli mattoni, per applicarci sopra l'etichetta1, si accorge che in realtà si tratta di un minuscolo castello di 10 microscopici mattoni.

Smonta il minuscolo castello nei suoi 10 componenti e, naturalmente, quello che appariva come un minuscolo mattone, in realtà non esiste più.

" E adesso che faccio ? ", pensa l'omino, " Dove sistemo quest'etichetta1 ? Dato che il minuscolo mattone non c'è più ".

E, da qui in poi, procede in modo analogo a quanto descritto in precedenza, ancora per parecchio.

A un certo punto si stanca e pensa:

" Mi hanno chiesto di contare i mattoni, anche in questa stanza A, ma io non lo sto facendo ".

" In realtà sto solo mettendo da parte l'etichetta0 per il grossomattone0, per il piccolomattone0, per il ........ ".

" Probabilmente, questa storia andrà avanti all'infinito ".

" Cosa posso fare per assolvere il mio compito ".

" Non riesco a contare, posso però tentare di conteggiare ".

" Vediamo ".

" Il grosso mattone iniziale, si compone di 10 piccoli mattoni ".

" Ogni volta che dunque aggiungo all'etichetta0, che funge da base per la ricostruzione del grossomattone0, uno dei 10 piccoli mattoni, l'apporto, al suo aspetto definitivo, è pari ad 1/10, ovvero 0,1 ".

" Il conteggio inizia dunque da 0,1 e procede, con passo 0,1, fino ad arrivare ad 1, ovvero il grossomattone0 nel suo aspetto completo ".

" In realtà, ognuno dei 10 piccoli mattoni, si compone, a sua volta, di 10 minuscoli mattoni ".

" Il conteggio inizia dunque da 0,01 e procede, con passo 0,01, fino ad arrivare ad 1, ovvero il grossomattone0 nel suo aspetto completo ".

" In realtà, i 10 minuscoli mattoni, si compongono, a loro volta, di 10 microscopici mattoni, e questi ultimi, a loro volta, di mattoni ancora più piccoli e così via ".

" Se voglio tener conto di questo fatto, il conteggio ha inizio sempre un pò più vicino a 0 ".

" Si passa infatti a 0,001, poi a 0,0001 e cosi via, con il passo di conteggio che è rispetivamente: 0,001, 0,0001 e così via ".

" Se questa storia va avanti all'infinito, il conteggio avrà inizio in 0, e non esisterà più alcun passo di conteggio ".

" Quello che dunque avrò conteggiato, è una grandezza continua, in corrispondenza biunivoca con tutti i numeri reali compresi fra 0 ed 1, con 0 incluso ed 1 escluso ".

" Il conteggio dunque di una grandezza fisica continua (tempo, temperatura, spazio, ...... ) è, in realtà, una sua misura. Misura che si ottiene contanto: grossimattoni, piccolimattoni, minuscolimattoni, e cosi via, a partire dal grossomattone0, piccolomattone0, minuscolomattome0, e così via ".

" Se ad esempio il frutto del conteggio di una grandezza fisica continua è: grossomattone0, grossomattone1, piccolomattone0, piccolomattone1, piccolomattone2, minuscolomattone0 minuscolomattone1, minuscolomattone2, e basta, il numero reale, misura di una siffatta grandezza, è: 2,33. Se, invece, a seguire, vengono mattoni via via più piccoli, il numero reale, misura di una siffatta grandezza, è: 2,33.... ".

Le conclusioni che si possono trarre da questo ragionamento, in relazione alle grandezze fisiche continue, sono dunque:

- in quanto continue, non si possono contare, ma solo conteggiare

- il frutto del loro conteggio sono: grossimattoni, piccolimattoni, minuscolimattoni e così via

- tali mattoni, a differenza della grandezza che conteggiano, si possono contare

- li si conta ovviamente a partire da 1, e sono mattoni che includono il grossomattone0, il piccolomattone0, il minuscolomattone0, e così via

- tali mattoni forniscono, messi opportunamente insieme, una misura della grandezza conteggiata, ma non sono la grandezza conteggiata, che infatti non si può contare

- tale misura è espressa, in generale, da un numero reale, dato che, fra una misura ed un'altra, ci sono infinite altre misure

- il frutto del conteggio della temperatura, sono mattoni che vanno di dieci in dieci, proprio come nell'esempio, e sono e si chiamano ad esempio: grado0, grado21, decimogrado9, centesimogrado0, e così via

- il frutto del conteggio del tempo, sono mattoni che non vanno di dieci in dieci, ma questo ha ben poca importanza, e sono e si chiamano ad esempio: secolo0, secolo3, anno0, anno2000, mese0, mese11, giorno0, ora0, minuto0, secondo4, e così via

- il frutto del conteggio dello spazio, sono mattoni che vanno di dieci in dieci, proprio come nell'esempio, e sono e si chiamano ad esempio: chilometro0, chilometro21, metro9, centimetro0, e così via.

Un discorso a parte va fatto nel caso in cui lo spazio, sia quello percorso da un ascensore.

In tal caso siamo di fronte ad un "conteggio interrotto", dato che, si ammette si che il grosso mattone iniziale, si compone di 10 piccoli mattoni, ma poi volutamente si ignora che questi ultimi si compongono di 10 minuscoli mattoni, che a loro volta si compongono di mattoni ancora più piccoli e così via.

Qui, il frutto del conteggio sono solo i piani di un edificio (piano terra, piano1, e così via), che da soli, evidentemente, non forniscono una misura dello spazio percorso dall'ascensore.

Essendo comunque tutti, il frutto di un conteggio sostanzialmente identico, possiamo senz'altro dire che gradi, anni, chilometri e piani sono fatti della stessa pasta e si rapportano, rispettivamente, con la temperatura, il tempo, e lo spazio, in modo sostanziamente analogo.

Come pertanto esiste il grado0, il chilometro0, e il piano0 (piano terra), così esiste l'anno0.

Da ultimo vorrei far notare che il conteggio, si riduce semplicemente a contare, quando il nostro omino sarà riuscito a trovare dei mattoni senza sottomattoni.

Se il nostro omino verificherà, per esempio, che il grosso mattone è fatto di 10 piccoli mattoni, e questi sono, ognuno, a loro volta, fatti di 10 minuscoli mattoni e basta, allora, finalmente, potrà contarli.

Saranno naturalmente 100, e su ognuno applicherà le etichette che vanno da 1 a 100.

Mentre, dunque, nel discreto, il primo mattone è il mattone1, nel continuo il primo mattone è il mattone0.

Far sparire il mattone0 del continuo, e quindi l'anno0, equivale dunque a far sparire il mattone1 del discreto.

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