I nuovi "Smile" continuano a esibirsi per un pò, finchè Frederick Bulsara, appena laureato, decide di voltare definitivamente pagina e propone a May e Taylor di fondare un nuovo gruppo, dove lui sarebbe stato il vocalist. Frederick prende il nome d'arte di Freddie Mercury, in onore al messaggero degli Dei, e il gruppo viene chiamato "Queen", nonostante Taylor preferisse qualcosa come "Rich Kids".. Agli inizi dell'anno sucessivo i Queen sono alla ricerca di un bassista, ed espongono un annuncio simile a quello degli "Smile" per il batterista. Dopo averne provati sei, un amico di Roger Taylor e Brian May presenta loro John Deacon. L'audizione di John impressiona positivamente i tre compagni, dimostrando che non è solo bravo in elettronica, ma soprattutto che se la cava alla grande col basso. Nel Febbraio del 1971 John Deacon completa la rosa dei componenti del gruppo "Queen". Per loro iniziano tre anni di esibizioni dal vivo a Londra e dintorni, finchè nel 1973 firmano il loro primo contratto con la EMI e nel 9 aprile dello stesso anno la EMI presenta ufficialmente i Queen con uno show prestigioso al Marquee di Londra. Dopo aver inciso i loro brani ai De Lain Stuodios di Londra, il 13 luglio 1973, preceduto dal singolo "Keep Yourself Alive", esce il loro primo album: "Queen". Nel frattempo un certo Larry Laurex pubblica un singolo, "Goin' back / I can hear music", che si avvicina molto al loro stile e alla stessa voce del leader dei Queen. Il singolo si rivelerà tempo dopo una prova degli stessi Queen, i quali utilizzarono uno pseudonimo per non comprendere tale singolo nei lavori ufficiali della band, probabilmente un tentativo della EMI di sondare il terreno con due cover, la prima dei Beach Boys, la seconda di Dusty Springfield.

Correva il mese di giugno 1971 quando i Queen tennero il loro primo concerto nel Surray. Era il 9 agosto del 1986 al Knebworth Park di Stevenage di fronte a 200.000 spettatori Freddie Mercury si congedò dal vivo salutando il suo pubblico con queste parole: “Arrivederci, bellissime bellezze! Buonanotte, sogni d’oro, vi amo!”. Ma quanta vita in questi anni era trascorsa fra palchi, estenuanti tournée, lotte con i critici musicali e soprattutto con la stampa, sempre grande nemica del gruppo.

Il gusto per la teatralità di Freddie, il loro disimpegno politico e sociale gli erano valse parecchie critiche, ma furono loro stessi i primi a prendersi in giro smitizzando tutto ciò che luccica nel mondo del rock: “Le nostre canzoni sono di puro intrattenimento”, hanno qualche volta ammesso, “Lasciateci divertire il nostro pubblico”. Le loro canzoni erano immagini di vita quotidiana, a volte di sogni, alcune cantavano l’amore altre, e forse la maggior parte, celebravano l’amicizia. Molte toccarono le vette più alte delle classifiche, altre vennero dapprima ignorate per poi venire osannate a distanza di anni.

Il capolavoro di Freddie Mercury fu certamente Bohemian Rhapsody, ma non dimentichiamo I’m in Love With My Car di Roger Taylor, la sognante The Prophet’s Song di Brian May e la trascinante Another One Bites The Dust di John Deacon. Tutti e quattro i componenti dettero il meglio di se nel corso degli anni ma non possiamo negare che l’elemento catalizzatore è sempre stato Freddie Mercury. Il suo sogno fu sempre quello di far confluire le varie sfaccettature dell’arte in un’unica manifestazione di rock-opera.

Furono gli anni della corsa contro il tempo, delle composizioni più toccanti e struggenti anche da parte degli altri componenti che avevano ormai capito che la vita del loro compagno sarebbe stata breve. Già nel 1988 i Queen avevano interrotto la consuetudine che li faceva accompagnare l’uscita di ogni nuovo album con una lunga tournée: è di quel periodo la dichiarazione di Freddie che ammette di non sentirsi più a suo agio a correre su e giù per un palco.

La sua malattia non fu mai ammessa in pubblico, solo il 23 novembre 1991 il cantante dichiarò ai cronisti, appollaiati come avvoltoi attorno alla sua casa in attesa della fine, di aver contratto l’AIDS. Il giorno dopo, alle ore 18:48 il suo cuore cessò di battere.
Ci ha lasciato un’ultima canzone, Mother Love, di cui non è riuscito a terminare l’incisione vocale. E’ Brian May che lo sostituisce nell’ultima strofa quando ormai il cigno ha smesso di cantare.

Ma la canzone finisce con il vagito di un bimbo. E’ l’immagine della Fenice che risorge dalle proprie ceneri: che sia la stessa che troneggia nel logo dei Queen?

Il logo ufficiale dei Queen L'ormai Storica copertina di Bohemian Rhapsody

Freddie Mercury
1946 - 1991

Il 24 novembre muore Freddie Mercury. Il 25 la notizia rimbalza in Italia, il 26 e' su tutti i giornali... purtroppo. Non che altrove sia diverso, il fatto e' che non e' facile trovare sui nostri quotidiani un commento civile all'accaduto. Quasi ovunque e' un festival di luoghi comuni, una sagra della superficialita' di cui noi italiani ne siamo orgogliosamente portatori sani. Scrive Gloria Pozzi su Il Corriere Della Sera: "Freddie Mercury, voce dei Queen e' spirato a 45 anni nella sua casa da quattro milioni e mezzo di sterline...". Titola a sei colonne di Il Messaggero: "Freddie, idolo scandaloso". E di seguito apre Giancarlo Infante: " Freddie Mercury... e' morto nella sua lussuosa casa londinese di Kensington...per tutta la mattinata di ieri la sua abitazione da cinque milioni di sterline, oltre dodici miliardi di lire, e' stata meta di un continuo pellegrinaggio...". Oppure: " E' Freddie Mercury, star riconosciuta, negli anni ottanta sara' in realta' un solista con gruppo d'accompagnamento, non perdeva occasione per rivelare sconcertanti gusti musicali: dagli episodi spagnoleggianti "las palabras De Amor", al rifacimento del classico "The Great Pretender", fino all'ipotesi kitsch di "Barcellona", raccapricciante ibrido di rock e lirica....".
La lettera di Franco Bronelli pubblicata su Rockstar del gennaio 1992, estende il problema anche alla talevisione, e ci permetteremmo di sottolineare il fatto che non si parla ne di "Domenica In..." ne' di "Qui' non E' la Rai", (programmi spazzatura contenitori) bensi' di telegiornali di "informazione di stato".
La maniera vergognosa nella quale si e' annunciato la morte di un artista del calibro di Mercury, dovrebbe far riflettere seriamente su quello che e' l'informazione oggi e su quali elementi "incompetenti" scrivano certe notizie, vedi "Gloria Pozzi, Giancarlo Infante, quest'ultimo un vero asino, inno all'ignoranza e inadeguatezza nello scrivere dopo quello che ha affermato qualsiasi cosa.
Il tentativo di convincere la gente (per fortuna e' rimasto solo un tentativo) che e' morto perche'era un pervertito, un uomo che viveva la sua privilegiata condizione di rockstar all'insegna della depravazione, e' indicativo della direzione che l'informazione ufficiale ha preso.
Si cerca di imporre alla gente un giudizio controllato, non libero, non imparziale, conforme, politicizzato.
Attenzione ci vogliono far credere che quell'uomo malato di AIDS meritava di morire.
Superficialità e luoghi comuni non dovrebbero, ce lo insegnano in molti, aver nulla a che fare con problemi come l'AIDS. Non si può sensibilizzare la gente colpevolizzando le categorie a rischio. Chi si ammala non è un drogato, un frocio o una puttana, chi si ammala di AIDS è nella maggior parte dei casi una persona che sente sulla propria pelle la superficialità e la freddezza di ciò che lo circonda.

Queen story

La critica non è mai stata eccessivamente clemente con i Queen. I motivi potrebbero essere molteplici, primo fra tutti il fatto che quasi mai c'è stato un gruppo difficile da catalogare come per molto tempo sono stati i Queen. La maggior parte dei giornalisti musicali non gradisce rimanere spiazzata in questa maniera, per cui solitamente condanna, aggiungerei quindi = incompetenza.
Quando i Queen esordirono in inghilterra il rock si orientava essenzialmente in due direzioni: la prima, la più dura, era quella che vedeva l'affermarsi della musica di Jimmy Page e dei suoi Led Zeppelin; l'altra, più raffinata, era quella in cui includeremmo vari personaggi, quali
David Bowie, Marc Bolan e i T. Rex, i Roxy Music, Elton John ed Altri.
Il sound dei Queen non era facilmente inquadrabile in nessuno dei due stili: non era sufficientemente crudo per l'uno, non era abbastanza sofisticato per l'altro, di entrambi pero' presentava quà e là a seconda dei brani, evidenti richiami.

Siamo a Londra alla fine degi anni Sessanta: Brian May, chitarrista e studente in astronomia, vive con il suo gatto e la sua ragazza in un seminterrato a Queensgate. A tempo perso compie con due suoi amici, Roger Taylor, batterista, e Tim Staffel, bassista, alcune session che li porteranno sotto il nome di Smile a pubblicare un 45 giri dal titolo "Earth". Il gruppo così composto dura molto poco: Staffel abbandona, entra Frederick Bulsara, studente di design che con Roger Taylor gestisce una piccola galleria d'arte in Kensington Market. Il nome del gruppo, nel frattempo, diventa Queen. Ultimo tassello è John Deacon, bassista, anche lui studente. I quattro cominciano a provare nuovo materiale, composto in gran parte da May e Bulsara, che da quel momento cambia il nome in Freddie Mercury. Le cose vanno a rilento, soprattutto perchè i quattro decidono di terminare gli studi.
L'alba del 1972 regala ai Queen il primo contratto discografico. Iniziano con la Trident le incisioni del loro primo disco, l'omonimo Queen, pubblicato dalla EMI dopo vari tira e molla. L'album non è un gran successo, e il singolo "Keep Yourself Alive" non entra nella classifica inglese. Si ha già sentore della cattiva attitudine della stampa nei confronti del gruppo che, forse a causa della lunga ed elaborata campagna pubblicitaria, risulta quasi quasi una "creatura" della casa discografica priva di interessanti spunti musicali, Poichè non c'è modo migliore di convincere la gente della propria validità che quello di provarla dal vivo, ecco che l'anno dopo i quattro partono in tournè come supporto ai Mott the Hoople.
Stavolta il successo e notevole e i Queen diventano uno dei giovani gruppi più popolari in inghilterra. Il carisma e l'istrionismo che Mercury esterna sul palco, il modo tagliente e fantasioso con il quale Brian May suona il suo strumento e la potenza ritmica di Taylor e Deacon creano dal vivo una miscela di rara efficacia che non può fare a meno di intrigare un pubblico, quello inglese, sempre affamato di novità.
Il terreno è quindi fertile, siamo nel 1974, Queen II il secondo album, che lancia definitivamente il gruppo dei Queen nel mercato internazionale e che ottiene buone posizione nelle classifiche di vendite ( anche il singolo "Seven seas of Rye" si piazza tra i primi dieci ).
Il disco è senza dubbio più maturo del precedente: composto in gran parte da Mercury, risulta molto più personale ed a tratti elegante, anche negli episodi più duri.
Comincia a farsi notara quella che sarà una delle caratteristiche della canzone dei Queen: i quattro riescono a comporre dei cori molto originali e molto efficaci che arricchisconoulteriolmente la già possente evibrante prestazione vocale di Mercury. Il tour che segue l'album è un piccolo trionfo, tanto che i quattro decidono di tentare la carta americana, sempre come spalla ai Mott the Hoople. Lavventura americana, però dura poco. Brian May si ammala e il tour è interrotto. Ma i quattro non si fermano: sono già al lavoro per "Sheer Heart Attack".
L'album è forse il primo che riceve anche dalla stampa quanto è dovuto, ed è inevitabile, visti i contenuti così vari e così validi. "Brighton Rock" apre la prima facciata: è un bellissimo lavoro di chitarra di Brian May sul quale ben si adagia il doppio personaggio di Freddie "Jimmy/Jenny" Mercury. Il successivo "Killer Queen" esce come singolo, ed arriva fino al secondo posto della Top Ten inglese, raggiungendo vette insperate anche in altri paesi. Altro grande brano è "Stone Cold Crazy": scritto a otto mani è uno dei migliori esempi dell'interesse che i Queen hanno sempre provato verso la parte più Heavy del rock.La maggiore interpretazione di Roger Taylor e John Deacon alla collaborazione dei brani si fa sentire e rende l'album più ricco di spunti musicali diversissimi tra loro.
Nel 1975 i Queen sono già al centro dell'attenzione della scena musicale internazionale e l'effetto sul mercato del loro nuovo album "A Night At The Opera" è devastante: il singolo "Bohemian Rhapsody" è numero uno in Gran Bretagna per ben due mesi, l'album segue più o meno la stessa sorte. Tutti gli album precedenti rientrano in classifica e la vigilia di Natale il grupo suona dal vivo all'Hammersmith Odeon, in diretta sulla BBC. Contemporaneamente all'uscita del successivo " Day At The Races", il primo album autoprodotto dal gruppo, i Queen si lanciano in un grande tour che tocca mezzo mondo. Nuovi mercati e un nuovo pubblico fanno la conoscenza degli ormai famosi spettacoli del gruppo, ricchi di effetti speciali, di luci e suonimirabolanti.
Il 1977 si apre all'insegna di "News Of The World", album per certi versi contraddittorio, che si fa notare per i suoni stranamente poco curati, più veri forse, senza dubbio meno originali. Da questo album sono però tratti due capolavori indimenticabili "We Wil Rock You" e " We Are Thhe Champion".
Nel 1978 è la volta di "Jazz" che segue un po le orme del precedente nonostante "Bicycle Race", "Fat Bottomed Girl" ed altri potenziali singoli non abbiano l'intensità dei loro predecessori. Durante i concerti della band si rende sempre più palese l'importanza di Freddie Mercury, la sua presenza scenica ha un impatto indescrivibile, il pubblico si esalta davanti al suo atteggiamento ambiguamente Macho.
Finalmente l'attività dal vivo raggiunge i solchi del vinile: "Queen Live Killers" è un album doppio che contiene i più grandi successi del gruppo registrati durante il tour europeo del 1979.
L'anno successivo esce "The Game": si tratta ancora una volta di un album estremamente vario, che unisce eisodi disco come la famosissima /e campionatissima) "Another One Bites The Dust", ad altri rock come "Dragon Attack", cose in linea con i lavori precedenti come "Play The Game" e brani più tradizionali come "Crazy Little Thing Called Love" (praticamente un brano rockabilly).
Sempre del 1980 è la colonna sonora di Flash Gordon, alla quale segue una chiacchierata quanto fortunata tournè in Sud America, con una serie memorabile di concerti in Argentina e Brasile.
Appena rientrati in patria, senza un attimo di tregua i Queen incidono "Hot Space", ancora un ibrido di rock e dance che, inutile dirlo, raggiunge di filato la vetta delle chart di mezzo mondo. Stessa sorte capita al primo singolo "Under Pressure", imperdibile duetto Freddie Mercury - David Bowie.
I quattro partono ancora una volta per un tour, alla fine del quale annunciano che hanno deciso di prendersi un attimo di pausa dal gruppo. Si dedicano infatti a progetti solistici spesso agognati e mai realizzati: Brian May con diversi illustri colleghi si impegna nello Star Fleet Projiect, che non ottiene un gran successo; gli altri componenti del gruppo gettano le basi di alcuni progetti che li vedranno protagonisti in seguito.
Dopo due anni di assenza dalle scene musicali i Queen si presentano al Festival di San Remo con "Radio Ga ga", anticipazione del nuovo album, "The Works".
Sia il singolo che il 33 giri rappresenta una caduta di stile del quartetto inglese, un passo indietro per creatività e originalità: quello che regne sul disco è semplicemente pop di media classifica, o poco più.
Le vendite sono comunque ottime. Il tour che segue l'album li vede suonare anche a Sun City, cuore bianco del Sud Africa Razzista, e ciò provoca ulteriori tensioni con la stampa.
Nel 1985 esce il primo album solista di Mercury, "Mr. Bud Guy", anticipato dal singolo "Love Kills". Nello stesso anno i Queen partecipano al Live Aid, grande concerto a scopo di beneficenza trasmesso in diretta in decine di paesi per un totale di oltre un miliardo di spettatori.

"LIVE AID 1985"

Un discorso a parte merita il Live Aid del 1985 e capirete il perchè leggendo questo piccolo approfondimento che illustra il retropalco dell'evento.

I Queen arriavarono in parata verso Wembley, con una flotta di limousine nere: l'area riservata agli artisti era piena zeppa dei più grandi musicisti rock della canzone. Ogni componente del gruppo aveva la sua roulotte camerino e c'erano anche le tre mogli - Chrissy May, Dominique Taylor e Veronica Deacon e i bambini dei May e dei Deacon. Freddie conosceva tutti. Paul Mc Cartney. Gli Status Quo. Sting. Gli U2. I Dire Straits. Quando incontrammo Elton John, gli fui presentato da Freddie come "il mio uomo". Arrivò Phil Collins e domandò a Freddie un autografo.
"Per te ?" chiese Freddie.
"No" disse Phil. " Per i miei bambini". Freddie rise e firmò.
Andò a prepararsi, i Queen erano in programma dopo David Bowie, che era in scena in quel momento. Freddie sarebbe salito sul palco vestito com'era: Jeans, canottiera bianca, un amuleto e cintura borchiata.
Quando fu il momento per i Queen di entrare in scena, accompagnai Freddie fino all'ingresso del palco e, guardando da dietro le quinte, fui testimone oculare dei venti minuti più magici della mia vita. Il gruppo eseguì: "Hammer to Fall, Crazy Little Thing Called Love, Bohemian Rhapsody, Radio Ga ga e Whe Are The Champions. più tardi Freddie e Brian eseguirono la commovente canzone dei Queen "This is The World We Created" le cui royalties furono devolute al "Save The Children Fund".
Finalmente avevo visto il "vero" Freddie Mercury al lavoro, che mandava in delirio oltre 70.000 persone. Riversava ogni sua energia nell'esecuzione: non c'era altro che gli importasse. .....Quando uscirono di scena le parole di Freddie furono:"Grazie a Dio è finita". .....Uscendo dalla roulotte, incontrammo un sogghignante Elton John."Voi bastardi!" disse a Freddie. "Avete rubato la scena a tutti!". Poi si abbracciarono. Dietro al palco, tutti convergevano in direzione di Freddie, Brian, Roger e John. Bob Geldolf, l'organizzatore del Live Aid, disse più tardi:" I Queen sono stati senza dubbio. il miglior gruppo della giornata......

Tratto dal libro di Jim Hutton: "I miei anni con Freddie Mercury"
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Roger Taylor intanto produce Loving You di Feargal Sharkey, mentre Brian May e John Deacon collaborano con Elton John su "Ice On Fire". Subito dopo, però esce il nuovo album anticipato dai singoli "One Vision" e "A Kind Of Magic" (stesso titolo del 33 giri), di cui tre brani, tra cui la bellissima "Who Want To Live Forever", fanno parte della colonna sonora del film "Highlander" il film di Russel Mulcahy con Christopher Lambert e Sean Connery.
Intanto i progetti personali dei quattro premono: è la volta di Deacon che con gli Immortals incide "No Turning Back". Continua però l'attività live del gruppo che tra l'altro vede la pubblicazione di un nuovo album dal vivo. Live Magic. Nel 1987 Mercury incide una fortunatissima cover di "The Great Pretender", che vende benissimo, e contemporaneamente inizia la sua collaborazione con la soprano Monserrat Caballè, che si concluderà con un album dal titolo "Barcellona", la cui title track viene scelta come sigla di apertura delle olimpiadi del 1992 in Spagna.
Intanto anche gli altri si danno da fare, chi producendo (Brian May con Anita Dobson), chi con altre iniziative (Roger cTaylor fonda i Cross, con i quali incide "Shove it!".
nel 1989 esce "The Miracle", il nuovo album dei Queen. E' anche, in un certo senso, un disco vecchio per le atmosfere che ripropone, rock energico , quello dei primi album, lo stesso di brani come "J Want It All", il singolo, "Breackthru", "The Invisible Man". Passano altri due anni prima di un nuovo album, due anni che per Freddie Mercury, si saprà in seguito sono anni di paura e di angoscia. Intanto viene pubblicato nel 1991 "Innuendo", altro disco che ripropone le belle canzoni già sentite a inizio carriera dal gruppo; una particolarità, un singolo, il secondo, "The Show Must Go On".
Il 24 novembre 1991 Freddie se ne va.

Tratto da Rockstar marzo 1992

La storia continua ma non sara' mai come prima

E' dei Queen il disco più venduto di tutti i tempi in GB

E' il Greatest Hits dei Queen l'album più venduto di sempre in Gran Bretagna. Lo dicono i numeri ufficiali della Uk Charts Company, che sabato presenterà la lista completa dei 100 dischi più comprati nel Regno Unito.

Non c'è tanto da meravigliarsi se la band di Freddie Mercury supera tutti: l'album che si apre con Bohemian Rapsody e si chiude, profeticamente, con We are the Champions, uscito nel 1981, totalizza 5 milioni, 407 mila e 587 copie vendute, grazie alle sue innumerevoli perle, da "Another one bites the dust" a "Bicycle race", da "Killer Queen" a "We will rock you".

16 novembre 2006

Queen e Paul Rodgers, il nuovo album
in attesa del tour

Il leader della band Brian May, "Freddie Mercury è sempre con noi"

Tredici anni dopo l’ultimo album Made in Heaven, che conteneva brani postumi del mai troppo compianto Freddie Mercury, morto di Aids nel novembre ’91, ecco di nuovi insieme i Queen con un nuovo album, The Cosmos rocks, in uscita il 15 settembre.
Per Brian May e il batterista Roger Taylor si tratta di una "naturale evoluzione dei Queen". Diversa la posizione del bassista John Deacon, che dal Freddie Mercury Tribute in poi non ha più voluto esibirsi con ciò che rimane della band, nè ha preso parte ad iniziative commerciali a volte di dubbio gusto.
May e Taylor si sono messi a scrivere insieme a Paul Rodgers, il vocalist che li accompagna da tre anni, ed è nato l'album, composto da 13 brani e anticipato dal primo singolo Say It's Not True uscito in download gratuito lo scorso inverno.
"Con Paul c'è stata subito una grande intesa. Suonare dal vivo è fantastico, ma ha un senso solo se produciamo materiale nuovo, non ci va di essere un revival di noi stessi. Il caro Fred, a cui il disco è dedicato, avrebbe apprezzato. E' parte di noi".
Con l'arrivo di The Cosmos Rocks, i Queen e Paul Rogers intraprenderanno un lungo tour che farà tappa in circa 15 nazioni. In Italia si esibiranno venerdì 26 settembre al PalaLottomatica di Roma e domenica 28 settembre al DatchForum di Milano.

06 settembre 2008

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Freddie Mercury

La pagina e' in costruzione

Album

1973 Queen

1974 Queen II

1974 Sheer Heart Attack

1975 A Night at the Opera

1976 A Day At the Races

1977 News of the World

1978 Jazz

1979 Live Killer

1980 The Game

1980 Flash Gordon

1981 Greatest Hits I

1982 Hot Space

1986 A Kind Of Magic

1986 Live Magic

1989 The Miracle

1989 At the Beeb

1991 Innuendo

1991 Greatest Hits II

1992 Live at Wembley 86

1995 Made in Heaven

1997 Queen Rocks

1999 Greatest Hits III

Con questa ultima raccolta finisce definitivamente l'era dei Queen con Freddie Mercury

I Queen ormai muti continuano a fare concerti, ingaggiando un ottimo cantante Paul Rodgers, ma quest'ultimo avra' sempre su di se il peso enorme di Mercury...non potra' mai avere il suo carisma, e a detta di molti i Queen farebbero meglio a sciogliersi definitivamente.

La nascita dei Queen

Queen e Paul Rodgers, il nuovo album in attesa del tour

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in attesa del tour