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Tratto da: “GRAND HOTEL” – 1977

 

 Rete 1  - Ore 19,20 - Zorro

 

GUY WILLIAMS, il Don Diego de La Vega della “Spada di Zorro” non è precisamente il giovanottone che appare nella serie TV. Ha ormai cinquantatre anni (è nato a New York nel 1924) e il suo aspetto fresco e atletico è dovuto al fatto che il serial è vecchio di almeno quindici anni, tant’è vero che in una parte molto secondaria vi compare Lee Van Cleef, prima della cura, cioè prima che il cinema italiano lo scoprisse e lo rilanciasse. Se Van Cleef è un americano che ha trovato l’America in Italia, Williams è un guaglione nostrano che ha fatto fortuna perché i suoi genitori hanno seguito la rotta di Colombo. Di nascita fa Armando Catalano, e in famiglia, fino ai vent’anni, ha sempre parlato siciliano. Scoperto da una talent scout mentre passeggiava a Broadway, ha girato da protagonista anche qualche film per il grande schermo: “Il tiranno di Siracusa” e “Capitan Sinbad”. Pochi sanno che George J.Lewis, cioè Don Alejandro de La Vega, padre di Zorro, ha recitato anche lui, parecchi anni fa, la parte del bandito mascherato. Fu nella “Frusta nera di Zorro” che l’autore nato in America da madre spagnola, duellò e fustigò vestito di nero. Quando la Walt Disney mise in cantiere i telefilms, i produttori si ricordarono dell’anziano attore che per i suoi marcati lineamenti latini poteva figurare benissimo come babbo dell’eroe.  

 

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Tratto da: “GRAND HOTEL” – giugno 1978

  

GUY WILLIAMS – LA SPADA DI ZORRO

 

Rete 1 ore 19,20

 

Ed ecco spiegata la straordinaria abilità di Guy Williams, entusiasmante interprete di Zorro, nel maneggiare la spada. Guy Williams si chiama in realtà Armando Catalano ed è figlio di siciliani emigrati in America. I suoi genitori erano grandi amici dei fratelli Nadi, celebri campioni di scherma livornesi degli Anni Venti. Proprio nel 1920, Nedo Nadi diventò infatti campione olimpionico di fioretto e sciabola individuali. Fu il fratello Aldo ad insegnare ad Armando Catalano i segreti della scherma e a fare di lui uno spadaccino imbattibile. Il risultato fu che quando gli venne offerta la parte di Zorro, il maestro d’armi assegnatogli dalla produzione trovò che non aveva più niente da insegnargli.  

 

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tratto da "TV SORRISI E CANZONI" - n.31-  luglio 1978

 

IL SEGNO DI ZORRO

Zorro è diventato "inafferrabile" anche per la nostra tv. Per una questione di diritti di trasmissione non ottenuti in tempo, la serie di telefilm interpretati da Guy Williams alias Armando Catalano, prevista (e annunciata) a ritmo quotidiano, s'è bruscamente interrotta. Zorro appare ora sul video una volta la settimana, facendosi certamente rimpiangere dai telespettatori che avevano salutato il suo ritorno assegnandogli un 80 tondo tondo di gradimento.

 

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Tratto da: “ONDA TV” – gennaio 1986

  

COM’ERANO, COME SONO: GUY WILLIAMS, PRIMO ZORRO IN TV

 

CON LE DONNE LASCIO ANCORA IL SEGNO

 

L’attore di origine italiana, noto per aver interpretato l’eroe mascherato, non demorde. “Nonostante abbia sessantadue anni, conosco ricette infallibili per sedurre”. “sono ancora un buon spadaccino, presto tornerò sullo schermo”. “La mia famiglia vive a Los Angeles, ma io ho aperto un ristorante in Argentina”

 

Benos Aires, gennaio

E’ notte. Un’ombra scivola sui tetti e la luna illumina lo svolazzare di un mantello. Fulminea una lama saetta e lascia un messaggio di avvertimento, una “Z”: Zorro ha colpito ancora.

Chissà quante volte, il romantico cavaliere senza paura che vendica i torti e sconfigge l’arroganza del perfido governatore della città, ha popolato i sogni dei ragazzi. Le sue gesta al cinema e i televisione hanno segnato un’epoca e ancora oggi, nonostante l’avvento di supereroi infallibili dotati di poteri soprannaturali, il fascino della sua lama guizzante, delle rocambolesche cavalcate, dell’invincibilità di fronte al cattivo, del romantico costume, rimane comunque intatto.

La più famosa serie di telefilm su questo fantastico personaggio è quella interpretata da Guy Williams, l’attore divenuto famoso negli Stati Uniti alla fine degli anni Cinquanta, interpretando ben 82 episodi nella parte di Zorro, l’eroe mascherato.

Oggi Guy Williams, che in realtà si chiama Armando Catalano ed è di origine siciliana, è un piacente signore di sessantadue anni, che vive tra Los Angeles, dove ha moglie e figli, e Buenos Aires dove invece ci sono i suoi maggiori interessi di lavoro: un ufficio di pubbliche relazioni e un famoso ristorante.

Ci viene incontro a bordo di una due cavalli: i capelli neri appena spruzzati di grigio, l’imponente statura (un metro e ottantacinque centimetri) e il portamento altero ci rimandano l’immagine del seduttore di un tempo, appena un po’ sgualcita da qualche chilo di troppo, dovuto alla sua passione per la buona cucina.

“E’ l’abitudine italiana ereditata dai miei genitori”, ammette l’attore “come il vino, che non manca mai sulla mia tavola, o la pizza. Per cuocerla nel modo giusto ho fatto costruire, nel giardino della mia casa a Marina del Rey, un grande forno a legna. Quando sono a casa infatti cucino io, mia moglie non sa neanche da che parte incominciare”.

Sposato da oltre trent’anni con Janice, un’ex indossatrice, Guy ha due figli: Steve, trentadue anni, avviato alla carriera politica, e Toni, una splendida ventisettenne che fa la fotomodella come la madre.

“Loro vivono tutto l’anno a Los Angeles, mentre io, specialmente in questi ultimi mesi, passo la maggior parte del mio tempo a Buenos Aires. Devo curare i miei interessi e gestire la mia immagine”, confessa l’ancora intraprendente Guy.

Infatti, mentre a Hollywood il nome di Guy Williams non evoca più grandi cose, in Argentina l’attore è ancora incredibilmente famoso. L’abbiamo potuto constatare noi stessi: il personale dell’albergo in cui siamo alloggiati, non appena ha sentito che prendevamo un appuntamento con l’attore, ci ha subissato subito di domande d’autografo. Tra i collezionisti, per esempio, la copertina di un giornale dedicata a Williams è valutata addirittura centomila lire.

“Ormai Buenos Aires è la mia seconda città. C’ero venuto per la prima volta invitato da Isabella Peron e l’accoglienza ricevuta mi aveva stupito. Qui io sono ancora Zorro!. E pensare che non avrei dato un dollaro per il successo di quel personaggio”, confessa adesso l’attore.

Quando fu chiamato da Walt Disney a interpretare il personaggio di Zorro, Guy Williams aveva già trent’anni. Fino a quel momento, era pressoché sfaccendato. Nato a New York da emigrati siciliani, commercianti benestanti, Guy capì subito di non essere tagliato né per il lavoro né per lo studio. Bello, alto, dal fascino latino, trovò modo di sbarcare il lunario facendo il modello pubblicitario.

“Era un mestiere molto bel pagato e poco faticoso”, ricorda. “Mi dava la possibilità di conoscere un sacco di gente e di conquistare molte donne. Fu allora che pensai di cambiare nome in Guy Williams. Erano gli anni a cavallo tra il Quaranta e il Cinquanta e nessuno allora, specialmente in quel mondo, poteva permettersi il lusso di chiamarsi con un nome sfacciatamente italiano. Mi tinsi perfino i capelli di biondo quando mi offrirono una piccola parte in un film. E pensare che Walt Disney mi disse che per il personaggio di Zorro avrebbe voluto volentieri un attore latino!”.

A proposito di Disney, Guy Williams racconta: “Walt aveva delle perplessità per il doppio personaggio: Zorro appariva poco in scena e solo di notte, mentre Don Diego de la Vega, l’identità ufficiale del vendicatore, faceva troppo spesso la parte del coniglio o del damerino vanesio. Per un film che durava un’ora e mezzo poteva andare anche bene, ma per un telefilm di molti episodi, c’erano dei problemi di credibilità. Non sapendo cosa fare, lasciò a me l’iniziativa. Pensai di interpretarlo in modo da lasciar intendere che la differenza era studiata per ingannare i nemici, non lo spettatore. L’accendo della voce era identico, ma, mentre Zorro gesticolava in modo molto spagnolo, Diego si comportava come un vero americano, colto ed educato. Il successo mi dimostrò che avevo ragione.”

Guy vive ancora di rendita. Nonostante non abbia fatto più film da protagonista, se si eccettua Lost in Space (Sperduto nello spazio) del ’68, l’attore ha mantenuto i contatti con Hollywood tanto che ha intenzione di proporre una nuova serie sul personaggio che lo ha reso famoso.

“Mi piacerebbe fare Zorro da vecchio. Tiro ancora bene di spada e amo cavalcare. Lo farei meglio adesso di allora. Potrebbe essere un’idea”.

Solo, nel suo studio, nell’attico di un grattacielo di Buenos Aires, Guy Williams butta giù di getto idee su idee, poi le inserisce in un computer e le archivia. “Questo ‘coso’”, dice alludendo al calcolatore, “è meglio di tanti appunti presi di fretta quando mi viene in mente qualcosa. E’ la mia cassaforte. Prima usavo questa vecchia borsa di pelle, l’unico cimelio di Zorro che mi rimane”, dice porgendoci una sacca sdrucita che l’uomo mascherato usava nei telefilm per riporre i messaggi da lanciare con il coltello. “Ora mi affido solo alla memoria elettronica. Lì ci sono anche le ricette da inserire nel libro che sto per pubblicare”.

Che Guy Williams amasse cucinare è risaputo, ma queste sono ricette un po’ particolari. Si tratta di mille modi per sedurre una donna usando soprattutto cibi afrodisiaci. In breve: una vera e propria guida del perfetto seduttore. Zorro, nonostante siano passati circa trent’anni, non si arrende e cerca di colpire ancora.

Esteban Rey

“NEL MIO RISTORANTE LA SPECIALITA’ E’ L’ARROSTO. Buenos Aires. Guy Williams, il cui vero nome è Armando Catalano ed è di origine siciliana, è propietario di un ristorante che ha aperto nella capitale argentina. La sua casa però è a Los Angeles, dove abita la sua famiglia: la moglie Janice, ex indossatrice, e i due figli, Steve, 32 anni, avviato alla carriera politica e Toni, 27, una fotomodella sulle orme della madre.” (Foto Gamma-Volpe)

 

 

I GRANDI ZORRO DELLO SCHERMO

  

DOUGLAS FAIRBANKS (1920)

Con “Il segno di Zorro” di Fred Niblo, Douglas Fairbanks portò per la prima volta sullo schermo il famoso spadaccino ottenendo un grosso successo di pubblico grazie anche alla sua interpretazione impeccabile. Nato a Denver (Colorado) nel 1883, Fairbanks, il cui vero nome era Elton Ulman, fu il primo e più grande eroe di Hollywood. Il pubblico lo adorava e il suo matrimonio con Mary Pickford, altra stella del cinema, completò il suo mito vivente. Spesso Fairbanks produsse e scrisse i soggetti per i suoi film in costume. Morì a Hollywood nel 1939.

 

TYRONE POWER (1940)

Una riedizione del “Segno di Zorro” con un altro idolo americano, Tyrone Power, diretto da Rouben Mamoulian che curò molto l’immagine dell’attore. Fu lui il regista di un altro capolavoro di “Try”, Sangue e Arena. Power era nato a Cincinnati (Ohio) nel 1913 da un idolo di Broadway: Tyrone Power senior, che morì durante le riprese di “The Miracle Man” nel 1932. Il figlio esordì proprio quell’anno e divenne in breve tempo la punta di diamante della “20th Century Fox”. Tyrone morì, come il padre, sul set di “Salomone e la regina di Saba” nel ’59.

 

ALAIN DELON (1973)

Alain Delon è stato l’ultimo Zorro in ordine di tempo. Ha interpretato il celebre personaggio con la regia di Duccio Tessari. Il film si avvale di apprezzabili accorgimenti tecnico-stilistici e di accurate ambientazioni. Delon è nato a Sceaux, alla periferia di Parigi, nel 1935. Prima di diventare attore ha fatto diversi lavori, dal lavapiatti al cameriere. Abile manager di se stesso, ha ampliato la sua attività diventando produttore cinematografico e recentemente anche regista. Il suo ultimo film è stato “Parole di flic” e ha riscosso un buon successo.  

 

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