Mettersi in proprio: dall'idea all'impresa
Creare impresa significa anzitutto avere delle idee, un sogno
nel cassetto, un progetto da realizzare. Essere imprenditori significa saper
trasformare l'idea in un progetto imprenditoriale, realistico e realizzabile.
Diventare imprenditori
L'imprenditore è qualcuno che progetta, organizza e realizza
in piena autonomia il proprio lavoro.
Di solito, la
volontà di mettersi in proprio scaturisce:
- dal desiderio di autonomia e quindi dalla possibilità di prendere le decisioni
"da soli", pur tenendo sempre presenti le esigenze del mercato
- dalla consapevolezza di avere le competenze e la creatività
necessarie per avviare la propria impresa e per risolvere positivamente i
numerosi problemi che possono presentarsi - dalla voglia di autogestirsi
Questi aspetti positivi non devono far sottovalutare alcuni
lati meno allettanti, che pure caratterizzano l'attività imprenditoriale:
- maggiore responsabilità nei confronti di terzi, come collaboratori,
dipendenti, clienti, fornitori o finanziatori
- necessità di una adeguata preparazione professionale in
merito all'attività che si vuole svolgere
- diminuzione del tempo libero a disposizione - rischi
economici
Ma quali caratteristiche deve possedere un buon imprenditore?
- competenze: percorso personale di formazione, studi,
esperienze lavorative e interessi coltivati, capacità tecniche, professionali e
personali
- motivazione: la voglia di riuscire investendo energie e
tempo
- propensione al rischio: l'imprenditore deve porsi delle
mete ambiziose ma raggiungibili, e per perseguirle deve essere disposto ad
affrontare i rischi connessi, che ha comunque cercato di valutare e stimare
preventivamente
- fiducia nelle proprie capacità e ottimismo: indispensabili
per superare le difficoltà iniziali e per procedere con determinatezza verso la
realizzazione dei propri obiettivi
- capacità di relazione: l'impresa opera in un contesto
aperto e deve saper relazionare con l'esterno
- leadership: la capacità di condurre ed influenzare il
comportamento e gli atteggiamenti degli altri consente di dare un'impronta
precisa alla propria azienda e al modo di lavorare dei collaboratori,
proiettando all'esterno un'immagine di solidità e di coerenza
- creatività: ricercare soluzioni nuove e innovative rispetto
al contesto in cui l'impresa opera: essere curiosi ed informati sulle strategie
adottate dai concorrenti e sulle richieste e i bisogni dei potenziali clienti.
Occorre individuare le opportunità e trasformarle in punti di eccellenza per
l'azienda
- capacità critica: permette di valutare razionalmente la
propria idea e consente di leggere continuamente i mutamenti del mercato
permettendo di "aggiustare", se non addirittura cambiare, la rotta della propria
attività in considerazione delle nuove tendenze
Trovare l'idea
Trovare l'idea è sicuramente la prima difficoltà che il
potenziale imprenditore incontra sul suo cammino. Naturalmente non esiste un
percorso definito che porti ad una nuova idea, ma sicuramente si può preparare
un terreno favorevole alla sua individuazione, adottando uno spirito
d'osservazione e di critica costruttiva e sviluppando la propria curiosità.
Come? Osservando, ad esempio:
- la realtà economica locale, nazionale ed internazionale leggendo quotidiani
economici e pubblicazioni specialistiche, in modo da ottenere informazioni
sull'andamento dei diversi settori di attività e sulle loro possibilità di
espansione o contrazione
- la vita quotidiana, cioè lo stile di vita degli altri.
L'opportunità di avviare un'attività potrebbe nascere proprio dall'assenza o
scarsità di concorrenza in un determinato settore. Anche le attività coltivate
al di fuori del contesto lavorativo (come gli hobby e gli interessi) possono
essere spunto per la creazione di una nuova attività
- l'ambiente di lavoro, sia che ci si trovi in una grande
azienda o in una piccola impresa, consente di individuare il campo specifico di
attività, la concorrenza, i clienti con le loro esigenze e l'evoluzione del
settore
- le idee degli altri
La mia idea può dar vita ad un progetto realistico?
Per rispondere a questa domanda dovrete:
- definire l'idea dettagliando il più possibile qual è il prodotto o servizio
che volete offrire, a quale mercato si rivolge, in che cosa si differenzia
rispetto ai prodotti o servizi già esistenti
- ricercare altre informazioni consultando libri, studi
monografici, ricerche che hanno per oggetto il settore in cui desiderate operare
- raccogliere pareri di esperti e non, sottoponendo l'idea a
qualcuno che non sia coinvolto come voi, ma che potrebbe essere un potenziale
cliente, avere delle competenze tecniche specifiche, avere un'esperienza
imprenditoriale oppure conoscere la concorrenza
- far emergere gli ostacoli, confrontandovi con l'esterno: le
persone con cui parlerete vi aiuteranno a far emergere o evidenziare eventuali
ostacoli che dovrete superare, le incoerenze tra l'idea e le competenze, l'idea
ed il mercato di riferimento, l'idea e le risorse da investire.
Errori da evitare
- Innamorarsi
di un'idea:
il rischio è quello di sottovalutarne i punti di debolezza, pensando che avrà
successo senza verificarne oggettivamente fattibilità, limiti e margini di
profitto.
- Improvvisare:
non basta una buona idea per un progetto imprenditoriale vincente. Occorre
valutare meticolosamente risorse e opportunità. Per avere successo l'idea deve
essere innovativa, ma anche vendibile, competitiva e perseguibile.
-
Essere rigidi:
occorre essere flessibili, adeguandosi velocemente alle richieste del mercato.
Bisogna essere elastici, procedere per tentativi, correggendo man mano il tiro
in base alle risposte del pubblico.
- Ignorare
la propria posizione finanziaria:
la mancanza di capitali o la loro sbagliata gestione possono portare rapidamente
al fallimento. Nel primo anno di vita, l'obiettivo è soprattutto tenere in piedi
l'azienda. Per non essere soffocati dai costi non trascurate i tempi di
pagamento e monitorate costantemente la liquidità di cassa.
- Sottovalutare
i rischi:
essere ottimisti è buona cosa, ma senza farsi prendere la mano. Calcolate i
rischi riconoscendo i vostri limiti (soprattutto economici!). Quindi attenzione
alle spese: l'innovazione rende più competitivi sul mercato ma occorre scegliere
le tecnologie giuste e accessibili al proprio budget. E supportarle con un
costante aggiornamento del personale.
- Crescere
troppo:
può sembrare un paradosso ma la crescita esponenziale, per una piccola attività,
può rivelarsi fatale. Decidere di espandersi significa valutare se l'aumento
della domanda è strutturale o il prodotto è destinato a ridimensionarsi.
Significa sostenere maggiori costi in attesa che arrivino gli incassi.
Un'opzione alternativa può essere appaltare a società terze, per non perdere le
commesse, verificando che queste abbiano una solida posizione nel mercato.
- Vivere
per lavorare:
tralasciare la vita affettiva e non ritagliarsi un po' di tempo libero non rende
più efficienti e produttivi. Essere responsabile non significa lavorare troppo,
ma trovare un equilibrio tra attività lavorativa e vita privata.
Quale impresa
La scelta
della forma giuridica da adottare per creare un'impresa è di fondamentale
importanza per la riuscita dell'intero progetto. Per una scelta corretta è
necessario tenere in considerazione le esigenze dell'imprenditore, il capitale
che si vuole impegnare, il grado di responsabilità che ciascuna forma giuridica
comporta, le diverse implicazioni fiscali e, infine, la complessità degli
adempimenti contabili ed organizzativi.
Ditta individuale
E' ideale
per chi non ha soci e soprattutto ha l'esigenza e la volontà di lavorare in
piena autonomia. Solitamente viene scelta per imprese di dimensioni limitate,
con volume di affari contenuti, come ad esempio le attività artigianali.
Per l'avvio dell'attività è sufficiente iscriversi alla Camera di Commercio e
aprire una partita IVA, senza dover ricorrere ad un notaio. Gli oneri fiscali,
amministrativi e contabili sono ridotti al minimo. Non è necessario tenere libri
sociali e la costituzione o lo scioglimento dell'impresa non sono tassati. Per
liquidare l'attività bisogna chiudere la partita IVA e comunicare la cessazione
alla Camera di Commercio ed eventualmente, se si è iscritti, all'Inps e Inail.
E' obbligatorio tenere i libri previsti dalla normativa fiscale e cioè libri IVA
e libri contabili.
Il problema si pone nella denuncia dei redditi, in quanto i redditi dell'impresa
(dopo aver scontato l'Irap) si sommano a quelli personali e quindi tassati a
loro volta con le aliquote progressive previste dall'Irap. In questo modo più è
alto il guadagno più lieviteranno le imposte. Inoltre il rischio dell'impresa
coinvolge tutto il patrimonio personale dell'imprenditore.
Impresa familiare
E' una
particolare forma dell'impresa individuale dove oltre al titolare partecipano
anche il coniuge o i parenti (fino al terzo grado). Particolarmente indicata per
volumi di affari ridotti, quindi attività artigianali e commerciali.
Oltre ai vantaggi indicati per l'impresa individuale c'è un vantaggio di natura
fiscale, legato al fatto che il reddito viene distribuito anche sui familiari a
patto che quest'ultimi non percepiscano più del 49% dell'intero reddito
conseguito dall'impresa.
Le Società
Un'altra
grande possibilità per fare impresa è data dalla costituzione di una società.
Esistono svariate tipologie di società, che possiamo suddividere in 4 grandi
aree:
- Società di persone: Società semplice (Ss), Società in nome collettivo (Snc),
Società in accomandita semplice (Sas)
- Società
di capitali: Società a responsabilità limitata (Srl), Società a responsabilità
limitata unipersonale, Società per azioni (Spa), Società in accomandita per
azioni (Sapa)
- Società
cooperative
- Piccole
società cooperative
Per tutte queste forme la costituzione della società deve avvenire per atto
pubblico in presenza di un notaio. Ogni società deve possedere uno statuto, deve
essere iscritta al Registro delle Imprese nella Camera di Commercio di
riferimento dove ha sede legale la società stessa.
Le società di persone o microimprese
Il nodo
cruciale per la nascita di una microimpresa sta nell'ubicazione di quest'ultima.
Infatti, la sede legale, amministrativa e operativa dell'impresa deve essere
situata nel medesimo posto.
Non possono avviare una microimpresa le società operanti o che vorrebbero
inserirsi nella produzione di beni in agricoltura, commercio, servizi
socio-assistenziali e formazione.
Queste società hanno caratteristiche simili alle ditte individuali, in quanto
dal punto di vista contabile viene pagata prima l'Irap pari al 4,25% sul reddito
dell'impresa, dopodiché viene ripartito l'utile tra i soci (in base alle diverse
quote di partecipazione), ed infine si somma ciascun utile al reddito personale
dei soci determinando così la propria quota Irpef.
Questa formula è particolarmente consigliata per imprese di piccole dimensioni
con un numero ridotto di soci e di capitali, ad esempio per attività agricole,
commerciali o di servizi.
I costi di costituzione e della gestione ordinaria sono sufficientemente
contenuti e i giovani possono trarre beneficio in quanto possono avvalersi di
finanziamenti e contributi regionali. Inoltre le procedure fiscali, contabili e
tributarie sono agevolate.
Il rischio maggiore deriva dal fatto che tutti i soci (ad eccezione degli
accomandanti delle Sas) hanno responsabilità illimitata, quindi in caso di
fallimento i creditori possono rivalersi anche sul patrimonio privato dei membri
della società. Inoltre, se un socio non copre i debiti, saranno gli altri a
doverne rispondere. E' fondamentale la scelta di soci onesti, leali e
professionali.
Tipologie di società di persone
- Società
semplice (Ss) Tutti i soci solitamente hanno potere di rappresentanza e di
amministrazione. E' una forma giuridica spesso utilizzata per attività agricole
o per gestire patrimoni immobiliari.
- Società in nome collettivo (Snc) Per queste società non esiste un limite
minimo di capitale sociale e tutti i soci hanno responsabilità illimitata. La
gestione organizzativa e fiscale dell'azienda è sufficientemente agile.
- Società in accomandita semplice (Sas) Al contrario delle Snc, la
responsabilità è mista. La caratteristica fondamentale è che i soci si dividono
tra accomandanti e accomandatari. I primi hanno il compito di rispondere ai
debiti sociali in relazione alla quota conferita e non hanno alcun potere
amministrativo o di rappresentanza. I secondi invece gestiscono a tutti gli
effetti l'attività e sono responsabili con tutto il patrimonio personale. La
scelta di questa forma giuridica è consigliata agli imprenditori che vogliono
coinvolgere soci per apportare capitale nell'azienda, da affiancare ai soci che
invece partecipano soprattutto con la propria competenza professionale.
Le società di capitale
Per
imprese di elevata consistenza è la scelta più adatta. I rischi sono alti in
quanto gli investimenti sono elevati, ma se l'attività prende piede i profitti
lievitano. E' previsto un amministratore o un consiglio di amministrazione e per
le aziende Spa e Srl con capitale sociale superiore a 20.000 euro è necessario
eleggere un collegio sindacale con funzione di controllo del rispetto da parte
della società delle norme legali e fiscali.
Le tasse da pagare sono direttamente proporzionali al reddito conseguito dalla
società, quindi non progressive, e corrispondono al 41,25% dell'imponibile
(4,25% per l'Irap e 37% per l'Irpeg). Si suddividono gli utili e questi vengono
aggiunti al reddito imponibile per calcolare l'Irpef dei singoli soci, i quali
però godono di un credito di imposta per quanto già pagato dalla società.
La responsabilità dei soci dipende dalle quote di capitale che hanno investito e
soprattutto non è personale, perciò i creditori non possono rivalersi sul loro
patrimonio privato (ad eccezione dei casi in cui viene violata la legge da parte
di uno o più soci).
Ci sono enormi vantaggi a livello fiscale in quanto gli utili dell'azienda sono
liberamente gestibili, possono essere accumulati e distribuiti ai soci nei
momenti fiscalmente più convenienti. La gestione aziendale può essere conferita
anche a chi non è socio. Il ruolo dei soci passa in secondo piano rispetto ai
capitali che loro stessi hanno investito.
Gli svantaggi hanno a che fare con le elevate spese di costituzione e di
gestione in quanto gli aspetti burocratici e fiscali sono complessi. Il reddito
fiscale è soggetto ad aliquota del 36%, quindi si avrà una maggiore tassazione
nel caso in cui l'aliquota del socio è minore del 36%. In caso in cui non
vengano rispettate le norme contabili e fiscali i soci sono esposti in termini
di responsabilità sia dal punto di vista civilistico che penale. Fondamentale
quindi affidare la conduzione dell'impresa a persone fidate ed esperte.
Tipologie di società di capitali
- Società
a responsabilità limitata (Srl) Forma giuridica utilizzata per imprese di
carattere non artigianale. Il capitale non può essere inferiore a 10.000 euro, è
composto da quote le quali possono essere liberamente trasferite. Nelle
votazioni in assemblea dei soci, il valore del voto è direttamente proporzionale
alla quota che il socio possiede. Queste società non possono in ogni caso
emettere obbligazioni.
- Società a responsabilità limitata unipersonale Si tratta di un'impresa con un
unico socio, una specie di ditta individuale con le caratteristiche di una Srl.
Poco utilizzata, perlomeno in Italia.
- Società per azioni (spa) Il capitale sociale è costituito da azioni e non può
essere inferiore a 100.000 euro. Sono liberamente trasferibili come avviene per
le quote delle Srl. I soci si suddividono gli utili in base alle azioni che
possiedono.
- Società in accomandita per azioni Una via di mezzo tra le Sas e le Spa, in
Italia poco utilizzata.
Le società cooperative
Esistono
diversi tipi di cooperative:
- agricole: operano per la produzione, lavorazione e/o conservazione di beni
agricoli
- di
consumo: acquistano merci all'ingrosso e le rivendono a prezzi più vantaggiosi
sia ai soci che a terzi - edilizie: costruiscono o acquistano immobili da
vendere o affittare ai propri soci - di produzione e lavoro: producono beni e
servizi di vario genere
Sono per certi aspetti simili alle società di capitali ma hanno una struttura
concepita per uno scopo mutualistico. I soci devono essere almeno 9 e ciascuno
non può avere una quota societaria superiore a 10.000 euro, 15.000 solo in
alcuni casi previsti dalla legge. Il capitale sociale dipende dal numero di
soci, perciò varia in relazione all'entrata o uscita di questi. E' vietato
distribuire utili maggiori al 5% del capitale versato (ovviamente calcolati dopo
aver rispettato i requisiti mutualistici). Un'altra particolarità è che i soci
hanno il medesimo potere di voto indipendentemente dalla quota investita.
Questa forma societaria presenta enormi vantaggi di natura fiscale: quando le
retribuzioni dei soci sono almeno il 60% delle altre spese, la cooperativa è
esente dalle tasse Irap e Irpeg. I redditi che i soci percepiscono sono
considerati come redditi da lavoro dipendente.
L'attività della cooperativa è finalizzata a trarre vantaggi per i propri soci,
dando loro la possibilità di ottenere beni e servizi a costi vantaggiosi
rispetto a quelli proposti dal mercato. La responsabilità dei soci può essere
limitata o illimitata a seconda della tipologia scelta. Le cooperative possono
godere di contributi regionali a condizioni favorevoli, contributi a fondo
perduto e finanziamenti agevolati.
Il limite è costituito dal numero dei soci: devono essere almeno 9 e, se si
vuole partecipare a gare d'appalto, ne occorrono 25. La cooperativa non è
gestita saldamente da un individuo o da un gruppo ristretto e quindi è più
soggetta a spaccature e incomprensioni. Il guadagno dei soci è costituito
praticamente solo dalla retribuzione per il lavoro svolto.
Piccola impresa cooperativa
A introdurre questa nuova forma giuridica in Italia è stata
la Legge Bersani (legge 266 del 1997). Queste cooperative sono più facilmente
gestibili, il numero di soci va da minimo 3 a massimo 8, evitando così il
rischio di cooperative formate da soci solo di nome e non di fatto. Sono
particolarmente indicate per le forme artigianali dove i soci vogliono mantenere
un buon livello di autonomia.
Il vincolo è che i soci siano esclusivamente persone fisiche, non sono ammessi
soci in forma di persone giuridiche. Esiste una distinzione tra socio lavoratore
e socio sovventore: quest'ultimo, pur non svolgendo una mansione all'interno
della cooperativa, può ricevere un utile in funzione della quota sociale
versata. Ogni socio apporta una quota massima di 80 milioni di lire (oppure 120
per cooperative che si occupano di manipolazione, trasformazione, conservazione
e commercializzazione di prodotti agricoli) nel capitale sociale o, meglio
definito, di rischio. Una quota o azione invece può valere 50.000 lire. Se
dovesse cessare l'attività, il capitale di rischio versato inizialmente viene
rimborsato ma il patrimonio della cooperativa viene destinato ad enti
mutualistici.
Dal fatturato si attinge per gli stipendi, si sottraggono le spese, dopodiché il
20% degli utili rimasti si versa nella riserva legale della cooperativa,
patrimonio non tassabile e indivisibile. Un altro 3% degli utili va ad
incrementare il fondo mutualistico dell'associazione di cooperative a cui si
appartiene. A questo punto l'utile restante è suddiviso tra tutti i soci.
E' come se fosse una piccola società semplificata, quindi gode di un regime
fiscale più favorevole. Se i vincoli mutualistici descritti in precedenza sono
rispettati, non occorre pagare l'Irpeg. Non necessita di un consiglio
d'amministrazione ma solo di un presidente (a cui può essere affidata la
rappresentanza legale), un vicepresidente, e un'assemblea dei soci che in
pratica gestisce la cooperativa. Dal punto di vista dei contributi, i soci sono
come dei dipendenti e il loro stipendio può essere aumentato del 20% in più
rispetto alle retribuzioni correnti.
Quando la cooperativa si occupa di produzione industriale o artigianale
occorrono capitali elevati per l'acquisto delle attrezzature necessarie e per il
personale adeguato. Diventa fondamentale quindi recuperare finanziamenti
pubblici, cosa non sempre facile da realizzare. Per questo motivo è utile
rivolgersi ai servizi competenti che hanno lo scopo di fornire informazioni
sulle opportunità esistenti e soprattutto sulle modalità e i criteri per
ottenerle. Un buon punto di riferimento sul territorio sono le Camere di
Commercio.
Le imprese artigiane
E' definita "artigiana" l'impresa che ha per scopo prevalente
un'attività di produzione di beni, anche semilavorati, o di prestazioni di
servizi, escluse le attività agricole, commerciali, di intermediazione di beni o
ausiliare di queste ultime, di somministrazione di alimenti o bevande. L'impresa
artigiana deve rispettare dei limiti dimensionali:
- fino a 18 dipendenti per l'impresa che non lavora in serie
- fino a 9 dipendenti per l'impresa che lavora in serie,
purché con lavorazione non del tutto automatizzata
- fino a 32 dipendenti per l'impresa che svolge la propria
attività nei settori delle lavorazioni artistiche, tradizionali e
dell'abbigliamento su misura (apposita tabella allegata alla legge 443/1985)
- fino a 8 dipendenti per l'impresa di trasporto
- fino a 10 dipendenti per l'impresa di costruzioni edili
Le imprese artigiane devono iscriversi, entro 30 giorni dall'inizio
dell'attività all'apposito Albo delle imprese artigiane. L'iscrizione comporta
anche l'inserimento negli elenchi previdenziali (Inps) per il titolare, i soci
partecipanti al lavoro ed eventuali familiari collaboratori.
Le forme giuridiche per l'iscrizione all'Albo delle imprese artigiane
- Impresa individuale
- Società in nome collettivo
- Società in accomandita semplice
- Società a responsabilità limitata con unico socio
- Società a responsabilità limitata pluripersonale
- Società cooperativa con soci contitolari
E' necessario che la maggioranza dei soci (o uno se i soci sono due) partecipino
personalmente e manualmente all'attività. Nelle società in accomandita semplice
tutti i soci accomandatari devono svolgere personalmente e manualmente il
proprio lavoro nel processo produttivo. Nelle Srl pluripersonale la maggioranza
dei soci partecipanti al lavoro deve possedere la maggioranza delle quote
sociali e deve detenere la maggioranza negli organi deliberanti. L'iscrizione
all'Albo viene disposta dalla Commissione provinciale per l'artigianato entro 60
giorni dalla notifica dell'apposita domanda.
Le Srl Artigiane pluripersonale
Con la legge 57/2001 è stata ammessa la possibilità di
inserire fra le imprese artigiane anche le società a responsabilità limitata con
più soci. Fra i soci sono così ammesse persone che mettono solo il capitale ma
che per legge non possono lavorare nel processo produttivo dell'impresa.
Per rispettare il carattere artigianale i soci che lavorano nell'impresa devono
avere la maggioranza delle quote del capitale sociale della Srl e detenere il
controllo degli organi deliberanti dell'impresa (assemblea dei soci,
amministratore unico o il consiglio di amministrazione qualora esso venga
costituito). Per esempio, nel caso la Srl abbia due soli soci l'artigiano dovrà
avere più della metà del capitale della Srl, mentre l'altro socio (che per legge
non potrà lavorare) verserà la rimanente quota.
Il lavoro personale dei soci può essere anche intellettuale (es. tenere la
contabilità) e non solo manuale, tuttavia esso deve essere utile al "processo
produttivo" dell'impresa.
I vantaggi di una Srl artigiana pluripersonale
1. Il patrimonio personale dell'artigiano e della sua
famiglia è separato da quello dell'impresa.
2. E' possibile avere soci finanziatori dell'impresa, cioè
soci che mettono parte del capitale ma che non lavorano.
3. I soci che lavorano mantengono sempre il controllo della
società.
4. Rende più facile l'accesso e riduce i costi del credito
bancario
5. La trasmissione dell'impresa crea minori problemi
6. E' possibile utilizzare gli incentivi fiscali riservati
alle sole società di capitale
7. La tassazione del reddito di impresa diventa
proporzionale. La convenienza di tale forma di tassazione va però valutata caso
per caso
Le Srl con più soci hanno alcuni obblighi propri delle società di capitali, fra
cui quello della redazione del bilancio dell'impresa secondo principi contabili
fissati dalla legge. Tutti i soci hanno il diritto a partecipare agli utili
della Srl, anche se è possibile fissare quote diverse - per i soci - di
ripartizione degli utili. Ogni socio ha il diritto di intervenire alle assemblee
delle Srl (ma non è obbligato, quindi non si può escluderlo dalla società se non
partecipa) e di votare.
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