I nemici dell'Impero Romano (227-610)


Germani e romani (166-360)

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Cronologia

Le origini del mondo germanico


 

Il nome comune di germani non indica un popolo o una nazione sola. Sebbene simili fra loro, le tribù erano unità sociali autonome e indipendenti, formate da qualche migliaio di persone. Abitavano in villaggi di capanne, utilizzavano strumenti primitivi, si spostavano a piedi o su carri trainati da buoi o cavalli. Sfruttavano la terra in modo ingenuo: la impoverivano in fretta e spesso compivano vere e proprie migrazioni, con donne e bambini, in cerca di nuova terra da coltivare. Le prime tribù conosciute dai romani (forse cimbri e teutoni), nel II secolo avanti Cristo, si stavano muovendo proprio in questa maniera, così come i battaglieri goti nel III secolo d.C., e i longobardi trecento anni dopo, entrando in Italia (569). 

 

Nei primi anni dell'era cristiana i romani avevano rinunciato all'espansione nei territori dei persiani a sud e dei germani a nord. Mentre la società persiana era altamente urbanizzata e gerarchizzata, le tribù del nord erano ancora le più disorganizzate d'Europa. Ciò nonostante nei più pericolosi frangenti militari furono in grado di unirsi e darsi un comando centralizzato. Quindi, distruggendo una grande quantità di legioni, non permisero ai romani di conquistare il loro territorio e sottomettere i loro popoli. Per quasi due secoli, fino al 166 d.C., stabiliti confini e frontiere, i rapporti fra romani e germani furono stabili, rotti solo da scaramucce locali e dedicati ai commerci che stimolavano il desiderio dei germani di arricchirsi e migliorare la propria posizione sociale.

 

 


Le terre d'origine

 

Le tribù germaniche erano unità sociali del tutto autonome, formate da qualche migliaio di persone. Si tratta di genti rimaste fra loro indipendenti per centinaia di anni: la loro situazione era analoga a quella delle altre popolazioni europee, come i popoli italici (fra cui brillarono i romani), i popoli celtici, i popoli illirici. La tesi della migrazione originaria di un'unico popolo indoeuropeo per ognuno di questi gruppi (illiri, italici, celti e germani) è per ora poco verificabile. E' probabile che tribù nomadi o semi-nomadi di "indoeuropei" si siano fuse, nel corso di centinaia d'anni, con preesistenti popolazioni agricole nel sud, e di cacciatori-raccoglitori nel nord-europa.

 

Spesso le tribù germaniche erano in lotta fra loro. Non c'era una coscienza comune di appartenenza etnica. Come detto, non si ha la certezza che ci sia stata un'unica stirpe originaria: grazie ai resti archeologici, si conosce la distribuzione di alcune tribù in una zona, caratterizzata dal freddo e dalle foreste, dove si parlavano dialetti simili, imparentati con le altre lingue indoeuropee. 

 

I reperti archeologici indicano come sede di questi popoli attorno al 2000 a.C. le attuali Scandinavia meridionale, Danimarca e la zona costiera della Polonia, attorno al fiume Vistola. Testimoni oculari di allora e moderne prove archeologiche ci descrivono la somiglianza fra celti e germani, in cui erano molto frequenti capelli biondi, fulvi o rossi e occhi azzurri. Sembra però che i germani godessero di un'alimentazione più ricca di proteine e grassi, e avessero una costituzione media più robusta. 


Gli spostamenti verso sud

 

Intensi movimenti marittimi sono documentati per iscritto dal IV secolo a.C. quando il greco Pitea, nato nella colonia di Marsiglia, circumnavigò la Gallia e arrivò in Norvegia. Lo scambio commerciale dell'ambra prodotta nel nord è documentato da reperti archeologici anche per i secoli precedenti e le imbarcazioni scorte da Pitea forse servivano proprio per i commerci fra l'Europa e la Scandinavia. 

 

Le tribù germaniche antiche abitavano in villaggi di capanne, sfruttavano la terra in modo primitivo, la impoverivano in fretta e spesso compivano vere e proprie migrazioni, con donne e bambini, in cerca di nuova terra da dissodare, spostandosi a piedi o su carri trainati da buoi e cavalli. Queste tribù commerciavano da sempre col resto d'Europa vendendo metalli, ambra e pellicce. Evidentemente la situazione era abbastanza florida. I "germani" crescevano di numero. Un po' alla volta alcuni gruppi si spostarono verso sud. L'espansione demografica non si arrestò per circa dieci secoli: i vichingi e i normanni del medioevo erano i discendenti dei "germani", si comportavano in modo analogo e partivano dalle stesse terre con le loro incursioni marittime.

 


Germani e romani alla frontiera

 

Nel II secolo a.C. i germani erano giunti a più stretto contatto con gli altri popoli europei, fra cui galli e romani, che già conoscevano tramite il commercio. Le tribù germaniche furono dapprima sconfitte dalle legioni romane, ma poi aumentarono di numero e costrinsero l'impero sulla difensiva per un periodo di due secoli. Dopo l'annientamento di tre intere legioni nel 9 d.C., i romani rinunciarono all'espansione in terre abitate da guerrieri e per di più di difficile coltivazione. Nel I e II secolo l'impero si sforzò di mantenere stabili le frontiere, facilitando il commercio, e cercando di prevenire le incursioni dei guerrieri, bloccandoli sul loro territorio, al di là di Reno e Danubio.

Nel III secolo della nostra èra un folto gruppo di germani, quello dei battaglieri goti, si mosse in cerca di terre da abitare, partendo dal Baltico, attraverso le pianure ucraine (Scizia o Sarmazia), arrivando dalla parte opposta, sulle sponde del mar Nero. Qui trovò le popolazioni asiatiche dei sarmati, che si spostavano agevolmente a cavallo e vivevano nelle tende. Col passare degli anni i germanici goti avrebbero assimilato vari concetti e usi sia della cultura asiatica sia di quella romana, entrando anche nell'esercito imperiale. 

 

Al potere su base famigliare si sostituirono delle schiette aristocrazie guerriere. I capi guerrieri divennero i futuri re. I componenti armati del seguito divennero i futuri "nobili". La casta sacerdotale era però del tutto assente. I germani avevano uno spirito religioso pratico e naturalistico, affidato ai racconti orali. Così nel IV secolo le popolazioni attorno al Danubio furono covertite in massa al cristianesimo organizzato, nella versione allora prevalente in oriente, che era quella del prete Ario. 

I goti (196-300)

Mappa della frontiera europea

L'impero in pericolo (235-284)

La riforma dell'impero. La tetrarchia di Diocleziano (284-312)

La diffusione dell'arianesimo

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