Isaac Newton nacque a Woolsthorpe, in Inghilterra, nel 1643. Fu astronomo, fisico e matematico, con le sue rilevanti scoperte nel campo della fisica non pote non influenzare la stessa filosofia, in particolare Newton fu l'ordinatore di tutta una serie di concetti relativi alla dinamica dei corpi che trovarono la sintesi suprema nella teoria della gravitazione universale, legge che sarà alla base di tutta la cosmologia successiva e verrà messa in discussione e perfezionata sostanzialmente soltanto dalla relatività di Einstein. Altri studi di grande importanza furono quelli relativi al calcolo infinitesimale, la cui paternità condivide con Leibniz, e quelli sull'ottica (sua la scoperta che la luce solare che attraversa un prisma contiene tutti i colori dello spettro). Opere principali: Proposizioni sul moto (1684), Principi matematici della filosofia naturale (conosciuti semplicemente come Principia - 1687), Ottica (1704).
Sommario 1. La legge della gravitazione universale 5.
L'universo (e Dio) secondo Newton
Una leggenda vuole che l'idea della legge di gravità si sia presentata a Newton osservando la caduta di una mela da un albero, Newton si sarebbe chiesto cosa sarebbe successo se la mela fosse caduta da un'altezza pari alla distanza tra la Luna e la Terra e si accorse che la mela e la Luna potevano essere soggette alla stessa legge. In realtà la formulazione della legge di gravità è l'ultimo atto di un lungo percorso scientifico che aveva portato numerosi fisici a formulare solo parzialmente le leggi della dinamica e della meccanica dei corpi dopo le scoperte effettuate in questo campo da Galileo. Newton
affermò che le masse dei corpi celesti si attraggono proporzionalmente
al prodotto delle masse e in ragione inversa del quadrato delle distanze,
tale attrazione prese il nome di gravità. Tale
legge, semplice in sé, comportava una rivoluzione epocale nella
meccanica dei corpi, la gravità era valida
universalmente in tutti i luoghi dell'universo e implicava una reciproca
relazione di tutti i corpi presenti nel cosmo. La
legge di gravitazione universale comportava altra conseguenze. L'universo
descritto da Newton possiede la qualità di essere uniforme in
senso assoluto. Ciò significa che ogni regione spazio-temporale
dell'universo sottostà non solo alle medesime leggi fisiche,
ma presenta anche una uniformità delle condizioni temporali e
geometriche dello spazio che saranno in epoca moderna riviste dalla
relatività. La
definizione della legge di gravità implica la distinzione tra
massa e peso di un corpo: la massa
di un corpo è la quantità di materia presente in esso
ed è indipendente ed autonoma rispetto alla forza di gravità;
Il peso è invece il risultato della forza di gravità
che subisce il corpo in relazione alla massa che attrae.
Più
ci si allontana dalla Terra, che è l'agglomerato di materia più
grande nelle immediate vicinanze dell'uomo, più la forza
di gravità da essa esercitata sui corpi decresce rapidamente,
ecco perché gli odierni astronauti godono dell'invidiabile dono
della perdita di peso. Dunque,
ancora una volta, come si è già visto per Galileo, il
nuovo metodo scientifico, basato sull'isolamento (sull'astrazione) dei
fenomeni dalla realtà percepita,
non permette solo di arrivare a conclusioni che esulano dal senso comune,
ma permette anche di prevedere in modo straordinario il comportamento
dei corpi in regioni dello spazio ancora inesplorate
(gli astronauti subiscono necessariamente gli effetti di quella legge
di gravità che fu scoperta tre secoli prima delle loro esperienze
in assenza di peso). Prima
di formulare la teoria della gravità Newton si occupò
di ottica e in particolare della rifrazione della luce in un prisma:
scoprì che nel colore della luce solare sono presenti tutti
i colori e che il colori stessi si separano dal colore del sole (la
luce bianca) per il diverso angolo di rifrazione che subiscono ad opera
del prisma. Nei Principia Newton formula le sue quattro regole metodologiche dalle quali la scienza autentica non può prescindere: 1. Attenersi alle sole cause necessarie per spiegare un fenomeno, ovvero fare proprio l'assunto del di Ockham "Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem", il quale predicava la regola di non moltiplicare le spiegazioni (gli enti e le loro cause) senza che vi sia una stretta necessità; 2.
A stessi fenomeni medesime cause, ovvero, nel caso si osservi
un fenomeno identico a un altro, applicare a questo fenomeno le stesse
spiegazioni dell'altro. Questo significa che ogni fenomeno è
sottoposto a una sola spiegazione e non a due diverse;
Newton cercò comunque di conciliare la parola della Bibbia con le sue scoperte scientifiche, in uno sforzo già tentato da Galileo, convinto che le sue teorie non potessero contrastare con le verità rivelate dalla religione. Innanzitutto Newton si domandò da dove potesse provenire la velocità iniziale indispensabile al moto dei pianeti e in questo riconobbe l'opera di Dio. Newton si comportò, in sostanza, come Aristotele, e volle dare un primo motore all'universo. L'Universo
di Newton non conosce ancora la relatività
di Einstein. La fisica di Newton è classica, in quanto prevede
un universo in cui le condizioni cosmologiche sono assolute, dove lo
spazio e il tempo sono grandezze autonome e determinate. Il tempo scorre
uguale dovunque, sempre in avanti, nessuno può rallentarlo o
modificarne il passo. Lo spazio è infinito e lineare,
nulla può incurvarlo (ancora ignaro che ciò che può
incurvare sia lo spazio che il tempo, secondo le teorie di Einstein,
è proprio l'effetto della gravità).
Newton afferma poi che Dio ha creato il mondo fondandolo su principi e leggi semplici (come, ad esempio, la legge di gravità) e che lo scopo degli uomini è quello di portare alla luce e decodificare tali semplici algoritmi. E' propria di Newton e della scienza del suo tempo la convinzione che tutto possa essere spiegato con leggi semplici e universali, valide per ogni grandezza e in ogni contesto, ovvero in senso assoluto e non relativo. Questo affermare il compito di decodificare la legge della natura fondata da Dio, inoltre, rientra appieno nell'idea propria della scienza moderna di definire uno spazio entro cui la potenza dell'uomo possa agire concretamente e liberamente. La stesso esempio della mela e la Luna, quest'ultima ridotta a semplice corpo tra i corpi soggetto alla stessa legge alla quale soggiace una semplice mela, spiega molto bene l'intenzione della scienza moderna di definire un campo d'azione omogeneo fatto di cose uguali tra loro, relativamente alla possibilità di soggiacere alla medesima regola. |
Scheda
di Synt - ultimo aggiornamento 13-11-2004
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