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COME FUNZIONA LA
SPETTROSCOPIA

(ovvero la luce della materia)

 


Che cos'è lo spettro
(non è un fantasma...)

Come già accennato, fu Newton il primo scienziato moderno ad approfondire gli studi sulla luce. Newton scoprì che la luce bianca che proviene dal Sole, se passata attraverso un prisma, viene scomposta a ventaglio e se ne possono distinguere tutti i colori che la compongono.

Che la luce venga rifratta è evidente nel classico esempio della matita immersa in un contenitore pieno d'acqua: la sua forma si spezza, proprio perché l'acqua agisce da prisma e rifrange l'immagine.

Come mai succede questo? Newton volle dimostrare come i colori dello spettro non siano creati dal prisma stesso (come sosteneva
Cartesio), ma che la luce che colpiva il prisma avesse già in sé tutti i colori che ne scaturivano. Legò assieme due fili di diverso colore, uno rosso e uno blu, e notò come i due fili osservati attraverso il prisma non fossero più continui tra loro, ma l'immagine di uno era più bassa rispetto a quella dell'altra. I due fili, visti attraverso il prisma, non erano più sulla stessa retta perché il prisma spostava (rifrangeva) l'immagine di un colore più di quello dell'altro.

La comparsa delle righe nere

Nel 1802, W. H. Wollastron, inglese, grazie ad una più precisa osservazione dello spettro solare, notò che al suo interno comparivano delle righe verticali nere. Tuttavia non ebbe la costanza di approfondire l'argomento.

Esempio di righe di FraunhoferNel 1914 fu un giovane ottico tedesco, J. Von Fraunhofer, a capire che le righe nere avevano una loro regolarità, e che in ogni porzione di colore proveniente dalla luce del sole erano presenti sempre ben determinate righe scure, delle medesima grandezza e nella medesima posizione.

Fu invece Gustav Kirchhoff, tedesco di Heidelberg, a dare una spiegazione alla natura delle righe nere. Kirchhoff scoprì che i gas incandescenti ad alta pressione che compongono il sole emettono uno spettro di luce continua (ovvero diffusa), mentre i gas incandescenti a bassa pressione, che si trovano sulla sua superficie, emettono uno spettro discontinuo.

Immagine A
Esempio di spettro continuo. L'originale luce bianca solare è scomposta uniformemente in tutti i colori. I gas ad alta pressione emettono radiazioni diffuse.
 
Immagine B
Esempio di spettro non continuo.
I gas incadescenti a più bassa pressione emettono radiazioni che si concentrano molto vicine tra loro. Ad esempio, il sodio è caratterizzato da due linee vicine nella banda del giallo. Queste due linee sono "l'impronta digitale" del sodio.

La lunghezza d'onda degli elementi a bassa pressione (immagine B) entra in interferenza con quella degli elementi ad alta pressione (immagine A), e, sovrapponendosi e annulandosi a vicenda, creano l'effetto visivo delle righe nere.

Le applicazioni pratiche

Visto che ogni elemento emette onde di luce che formano una caratteristica e personale righatura, gli scienziato usano la spettroscopia per identificare gli elementi che compongono le stelle, le galassie, i pianeti, e in generale ogni corpo celeste che emetta luce e quindi radiazioni (la luce è una radiazione elettro-magnetica, ricordate?).

Ecco svelato il mistero di come facciano i nostri amabili scienziati a sapere così tante cose dell'universo senza averle ma toccate con mano! Potenza della luce...

 

 

 

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