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L'ideologia del Superuomo:

In questa fase è evidente il rifiuto dei principi borghesi di profitto ed ugualità che non fanno altro che bloccare la personalità dell'individuo; il rigetto della cristianità intesa come freno del vivere dionisiaco; la volontà di potenza e dell'affermazione di se; il mito dell'superuomo. Tutti questi concetti sono intrisi  di un forte accento antiborghese e reazionario ed infatti lo scrittore si scaglia violentemente contro la realtà borghese in cui trionfano principi democratici ed egualitari. Proprio per questo egli propose il dominio di una classe privilegiata sopra la massa, dando vita ad una politica aggressiva dello stato, in grado di ridare splendore alla nazione risollevandola dalla mediocrità presente. Al tempo stesso questo nuovo personaggio creato da D'Annunzio non rifiuta l''immagine precedente dell'esteta, ma la ingloba in se; la bellezza è essenziale per il processo di elevazione. Egli non fugge dalla realtà ma si impone come dominatore della realtà stessa. Proprio in questo quadro nel 1894, D'Annunzio pubblica il suo quarto romanzo "Il trionfo della morte" che non rappresenta la completa realizzazione della nuova figura, ma una fase di transizione, in cui il protagonista, Giorgio Aurispa, è ancora un esteta, non lontano da Andrea Sperelli del "Piacere". Il "Trionfo della morte" fu pubblicato prima, parzialmente e a puntate, sulla "Tribuna Illustrata" e sul "Mattino" di Napoli, e poi in volume nel 1894. Il romanzo ha una debole struttura narrativa ed è articolato in sei parti. E' incentrato sul rapporto contradditorio ed ambiguo di Giorgio Aurispa con l'amante Ippolita Sanzio, ma su questo tema di fondo si innestano e si sovrappongono altri motivi e argomenti: il ritorno del protagonista alla sua casa natale in Abruzzo è il pretesto per ampie descrizioni del paesaggio e del lavoro delle genti d'Abruzzo. Giorgio cerca di trovare l'equilibrio tra superomismo e misticismo, e aspira a realizzare una vita nuova. Per questo vive il rapporto con l'amante come limitazione, come ostacolo: per il suo fascino irresistibile, Ippolita Sanzio è sentita come la "nemica", primigenia forza della natura che rende schiavo il maschio. Solo con la morte Giorgio si libererà da tale condizione: per questo si uccide con Ippolita, che stringe a sé, precipitandosi da uno scoglio. Grande caratteristica di quest'opera è il cambiamento della forma narrativa, infatti anche il "trionfo della morte" si sposta nella direzione del romanzo psicologico, incentrandosi sulla visione soggettiva del protagonista, in cui si svolge tutta la vicenda. Il romanzo successivo, " Le vergine delle rocce" nel 1895, rappresenta un cambiamento, in quest'opera D'Annunzio non vuole più rappresentare un personaggio tormentato e incerto, ma un eroe forte e sicuro di se stesso. Il romanzo che venne definito " Il manifesto politico del superuomo" contiene la completa esposizione delle nuove teorie aristocratiche, reazionarie ed imperialistiche dannunziane. La morte, il disfacimento hanno sempre influenzato D'Annunzio, questo svela la costante attrazione per i temi di matrice decadente, che può essere riscontrato direttamente nei suoi personaggi. Nel 1900 viene pubblicato il "fuoco" definito come " il manifesto artistico del superuomo", dove lo scrittore mira ad ottenere un'opera in cui ci sia una fusione di poesia, musica, danza ed attraverso di essa vuole creare un nuovo teatro. Nel 1910 esce "Forse che si forse che no", dove l'affermazione superomistica presenta nuove caratteristiche, infatti il protagonista realizza la sua volontà eroica nel volo aereo, riprendendo così il discorso della celebrazione della macchina già avviato nelle Laudi con "Maia".

Gabriele D'Annunzio a cavallo

Foto di Gabriele D'Annunzio

Francobollo di Fiume con il volto di D'Annunzio

Stampa ritraente Gabriele D'Annunzio