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(1917)L'offensiva austro-tedesca:la disfatta italiana di Caporetto

Sul fronte militare il 1917 sembrò volgere a favore della Germania e dell’Austria. Gli imperi centrali, infatti, si prepararono ad uno sforzo offensivo eccezionale nella speranza di risolvere a loro favore il conflitto prima che le truppe americane sbarcassero in Europa.Praticamente smobilitato il fronte russo, gli eserciti austro-tedeschi sferrarono un nuovo massiccio attacco sul fronte dell'Isonzo.
L'operazione vide per la prima volta la piena collaborazione dei due comandi austriaco e tedesco. L'esercito italiano, sfiancato dagli incessanti sforzi cui l' aveva sottoposto il durissimo comando del generale Luigi Cadorna, non resse all'urto.
Oltre alla stanchezza delle truppe, furono decisivi alcuni errori strategici del supremo comando e la scarsa resistenza garantita dal secondo corpo d'armata.
Costretti a ritirarsi per evitare accerchiamento da parte del nemico, che aveva preso Caporetto (24 Ottobre 1917), gli italiani indietreggiarono in una caotica ritirata fino al Piave perdendo 400.000 uomini tra morti, feriti, dispersi e buona parte dell'artiglieria.Tutto sembrava perduto, ma il paese diede prova di un’insospettabile capacità di reazione. Si formò un nuovo governo di solidarietà nazionale, comprendente anche le opposizioni, presieduto da Vittorio Emanuele Orlando, e l’esercito fu riorganizzato sotto la guida del generale Armando Diaz.
Il generale, per ottenere nuova fiducia dalle truppe e ricaricarne il morale, puntò sulla promessa di distribuire appezzamenti di terra ai contadini dopo la fine del conflitto.Questo progetto, sintetizzato nella parola d'ordine "LA TERRA AI CONTADINI", ebbe larga presa fra i soldati, in prevalenza lavoratori agricoli.Esso determinò, infatti, grandi aspettative tra i militari al fronte, che si sarebbero trasformate in rivendicazioni e conflitti sociali allorquando, nel dopoguerra, queste promesse non vennero mantenute dallo stato.Grazie a quest’iniziativa politica e alla chiamata alle armi della leva del 1899, il generale Diaz riuscì ad arginare la rotta delle truppe italiane.La disfatta italiana di Caporetto fu comunque un importante successo degli Imperi centrali, cui si aggiunsero i vantaggi derivati dalle separate trattative di pace concluse con la Russia

23 ottobre 1917-sera

Fa un po' più freddo.Col ritorno del bel tempo l'alba è gelida.Si attende sempre l'austriaca offensiva.

Del fatto che gli austriaci avessero il proposito di attaccarci con una grande offensiva, si cominciò a parlarne tra noi combattenti fin dal finire del gennaio del 1917.
C'era al fronte l'infallibile servizio informazioni dei cosiddetti "telegrammi truppa"; quando si trattava di avvenimenti di una certa rilevanza le notizie correvano assai più rapidamente dei comunicati ufficiali.Anche sull'eventualità di una possibile pace si era sparsa la voce, e bisogna dire che questa vaga supposizione, se rincuorava i pusillanimi che non pensavano che a se stessi (giacché per loro i nostri Caduti non costituivano una religione e se li ricordavano era solo per trarne il terrore di fare la stessa fine) era tuttavia servita a turbare la determinazione dei veri soldati, perchè aveva incontrato una vasta risonanza anche nel paese.
Successivamente, nel febbraio, era tornata a riaffiorare la notizia di un'azione combinata austro germanica; chi diceva sul Carso, chi sul medio Isonzo, chi nel Trentino e forse più ad occidente al confine svizzero.Più avanti, sulla fine di marzo si era ripreso a parlare di questa offensiva, ponendola in relazione con il parziale arretramento germanico sul fronte occidentale e la ritirata dei russi sui Carpazi.
Nel maggio poi, era stata messa in atto una nostra vigorosa offensiva sul fronte di Gorizia per liberare la piana dall'accerchiamento dei monti San Gabriele, San Daniele e San Marco. Quest'azione, se aveva dato qualche risultato iniziale, era tuttavia terminata senza che fosse granché mutata la situazione tattica della zona, mentre il sacrificio delle nostre truppe era stato notevole e particolarmente al San Gabriele e sulla Vertoiba .[...]
(tratto da "Noi combattenti a Caporetto e al Piave"-edizioni Canova/Alberto Genova-)

La disfatta

I primi feriti

Una trincea sul Piave

Le rappresaglie