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San Gerardo Maiella nasce a Muro Lucano il 6 aprile 1726 da
Domenico, modesto sarto, e da Benedetta Galella.
La sua vita è costellata di eventi prodigiosi che lo vedono
protagonista fin dalla tenera età: gioca con Gesù bambino e da
lui riceve un panino bianco, riceve la prima comunione
dall'Arcangelo San Michele.
A 23 anni, al seguito di una missione predicata dai Missionari
Redentoristi scappa di casa calandosi dalla finestra e lasciando
un biglietto: 'Perdonami mamma, vado a farmi Santo". Un grande
amore verso Gesù Eucaristia e Gesù Crocifisso, verso la Madonna,
che lo guidò nella sua breve esistenza. Uomo di preghiera
svolse, come fratello coadiutore redentorista, diverse attività:
portinaio, sagrestano, questuante, artista.
Umile e paziente
fu messaggero di pace, di perdono e di amore nelle zone più
povere della Puglia, della Basilicata e della Campania: ovunque
lo accompagnavano prodigi, conversioni e guarigioni.
Si distinse per lo zelo apostolico, la pazienza nelle infermità,
la carità verso i poveri, la profonda umiltà nel periodo di una
infamante calunnia, l'eroica obbedienza, le penitenze e la
preghiera costante. Scrisse numerose lettere di direzione
spirituale e un "Regolamento di vita". Il Signore lo favorì
di carismi, tra cui la profezia, l'intelligenza dei cuori e il
dono
dei miracoli.
Gli umili ed i poveri lo riconobbero come il loro santo fin
dalla sua morte avvenuta in questo convento di Materdomini il 16
ottobre 1755.
Proclamato Santo da Papa San Pio X il giorno 11 dicembre 1904, è
venerato come particolare patrono delle mamme e dei loro
bambini, protettore delle gestanti.
La Basilica di S.
Gerardo è stata ricostruita e ampliata sul suo sito originario
in diverse fasi.
Dopo la Canonizzazione del 1904, il flusso di pellegrini crebbe
al punto tale che l'ingrandimento del tempio in onore di S.
Gerardo divenne l'urgenza principale. Il 16 ottobre 1913
iniziarono i lavori di ampliamento che terminarono il 31 agosto
1929 con la consacrazione della stessa ad opera dall'Arcivescovo
di Napoli, Card. Alessio Ascalesi. il 18 febbraio 1930, Papa Pio
XI concedeva il titolo di Basilica minore. I documenti diocesani
ci tramandano che la facciata della Basilica era in stile
neoclassico e costruita con pietra di Pescopagano con l'interno
a croce latina. Aveva tre navate a
doppio sistema di archi e la volta presentava stucchi carichi
d'oro con pitture ornamentali. Le vetrate istoriate
riproponevano episodi della vita del Santo. Era segnalata la
presenza di un organo polifonico.
Nel 1931 la statua della "Materdomini" fu incoronata con diadema
di oro dal Capitolo Vaticano per mezzo dell'Ecc.mo Mons. Giulio
Tommas. Tutta questa ricchezza di arte e di devozione venne
distrutta dal terribile sisma del 23 novembre 1980.
A distanza di 20 anni, il 30 aprile 2000, nel corso del Grande
Giubileo, veniva restituita al culto la Basilica. Non più ricca
di tanti fregi ed affreschi, è stata ricostruita sulla stessa
pianta della precedente risultando un po' più
allungata in quanto è stato inglobato il porticato d'ingresso.
Un'altra variazione è la collocazione della tomba del Santo che
non si trova più nell'altare della navata destra, dove è rimasta
la statua di San Gerardo, ma al centro della chiesa dietro un
bellissimo altorilievo in marmo, opera dell'artista G.A.
Lomuscio, dove si intravede la nuova urna in cristallo, argento
e madreperla, che contiene il corpo di San Gerardo. La visione è
semplice e affascinante. Niente sfarzo, soltanto poche linee che
richiamano la vita povera del Fratello Santo e la preziosità
delle sue Reliquie. |