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La lunga storia dell'Abbazia del Goleto di Sant'Angelo
dei Lombardi, importante per la vita religiosa del Meridione, ma
anche per quella culturale ed economica, si può sintetizzare in
due periodi.
° Epoca delle monache (1135 - 1515);
° Epoca dei monaci (1515 - 1807).
Nonostante l'usura del tempo, il vandalismo degli uomini ed il
susseguirsi dei terremoti, ancora oggi possiamo ammirare alcuni
tesori artistici che resero famoso il Goleto, e questo grazie
all'intervento del Ministero dei Beni Culturali, ed all'impegno
della Sovrintendenza alle Belle Arti di Avellino - Salerno.
La Torre Febronia
Prende il nome dall'Abbadessa che nel 1152 ne dispose la
costruzione per la difesa del monastero. Vero capolavoro di arte
romanica, presenta incastonati numerosi blocchi con bassorilievi
provenienti da un mausoleo romano dedicato a M. Paccio Marcello.
La torre era a due piani e al secondo si accedeva tramite un
ponte levatoio. Nella parte superiore si conservano alcune
sculture simboliche, caratteristiche dell'arte romanica.
La cappella funeraria o chiesa inferiore
Oggi, al centro del complesso monastico, si conservano le due
piccole chiese sovrapposte, che stanno a segnare il passaggio
tra l'arte romanica ( chiesa inferiore, 1200 circa ) e quella
gotica ( chiesa superiore, terminata nel 1255).
La chiesa inferiore nacque come cappella funeraria. Presenta una
pianta a due navate, separate da due colonne monolitiche che
terminano con capitelli bassi dai quali partono gli archi che
sorreggono la crociera e raggiungono le semicolonne emergenti
dalle pareti laterali. È netto il richiamo al gusto romanico -
pugliese, che doveva essere accentuato dalle absidi oggi
scomparse.
All'interno si conserva un'arca sepolcrale finemente intagliata
su pietra rossa. Da una porta laterale, in pietra ben lavorata,
si raggiungono i resti dell'antica basilica del Salvatore.
La cappella di San Luca o
chiesa superiore
È il gioiello dell'abbazia. Si raggiunge da una scala esterna il
cui parapetto termina con un corrimano a forma di serpente con
un pomo in bocca.
Il portale di accesso è sormontato da un arco a sesto acuto e da
un piccolo rosone a sei luci. Sul fronte dell'arco alcune
scritte ricordano che la chiesa fu fatta costruire da Marina II
per accogliere le spoglie di San Luca.
L'interno è costruito da una sala piccola a due navate coperte
da crociere ogivali, che poggiano su due colonne centrali e su
dieci mezze colonne immerse nei muri perimetrali. Le basi
ottagonali delle colonne e i capitelli decorati di foglie
ricurve, su due ordini asimmetrici, richiamano - secondo molti
studiosi - la residenza fatta costruire da Federico II a Castel
del Monte, in Puglia.
All'esterno completano la struttura due piccole absidi sorrette
da mensole e, tutt'intorno alle pareti, barbacani con teste di
animali e motivi ornamentali.
Dei numerosi affreschi cinquecenteschi che arricchivano la
chiesa non restano che due medaglioni, raffiguranti le abbadesse
Scolastica e Marina, e qualche episodio della vita di San
Guglielmo.
Pregevoli gli altari, soprattutto quello costituito da una
lastra di marmo sostenuta da quattro colonnine munite di
eleganti capitelli e di basamenti tutti diversi tra loro.
La pluralità ben amalgamata di forme artistiche diverse,
l'architettura gotico - pugliese, le forme cistercensi, la
scultura irpino - sannitica, fanno della cappella di San Luca
uno dei monumenti più preziosi dell'Italia Meridionale.
La chiesa grande o del Vaccaro
Prende il nome dal grande architetto napoletano Domenico Antonio
Vaccaro, che la edificò tra il 1735 e il 1745.
Pur priva, oggi, della copertura e di altre parti importanti,
conserva tuttavia un fascino incredibile. La pianta è a croce
greca, sormontata - in origine - da una cupola centrale.
All'interno si sono salvati solo alcuni stucchi, mentre si può
ammirare in tutta la sua bellezza il disegno del pavimento,
recentemente restaurato.
Le sculture decorative
Oltre ai blocchi con bassorilievi incorporati alla Torre
Febronia, al Goleto si possono ammirare altre pietre scolpite.
Pregevoli le figure di animali e le decorazioni del portale
principale ( sec. XII ), anche se alcune sono molto rovinate.
Due figure romane ornano le facce visibili di un grosso blocco
di pietra, oggi inserito nel muro che fa angolo con il recinto
del giardino.
Altra bella scultura, che si fa risalire al periodo augusteo, è
posta sul campanile, a fianco dell'ingresso alla chiesa
inferiore. Si tratta di un'opera funeraria e questo spiega la
sua attuale ubicazione.
Infine, merita di essere segnalato il sarcofago policromo che
nel Sei-Settecento custodì il corpo di San Guglielmo. |