IL PERSONAGGIO:
FRANCO CITTADINO
LO STABIA E' NELLE SUE MANI
Intervista a franco Cittadino, il braccio destro di fausto Silipo, approdato a
Castellammare per ridare brillantezza alla squadra gialloblè.
La scheda per conoscerlo meglio
Franco Cittadino è nato a Catanzaro il 12 Dicembre 1948.
E sposato con Adelaide e padre di Andrea (7anni). Dopo una carriera di calciatore
dalle giovanili del Catanzaro fino alla serie B "appena annusata", ha giocato in
serie D prima di intraprendere il mestiere di allenatore. Diplomato ISEF ha conseguito il
patentino di allenatore di seconda categoria. Amico di Silipo da oltre 40 anni, fin dai
tempi in cui sostennero insieme un provino per la formazione "pulcini" del
Catanzaro, collabora "da sempre" con lui dividendo gioie e dolori.
L'Intervista
Come si definisce Franco Cittadino?
"Una persona umile che ama il suo lavoro e che rispetta il prossimo".
Conosce Silipo meglio di chiunque altro, quale considerazione ha di lui?
"Non posso dare un giudizio sul tecnico perché potrei sembrare di parte, ma
sulluomo si. Di Fausto apprezzo soprattutto, lonestà, la coerenza e
lumiltà".
Nel calcio per un tecnico, nel rapporto coi giocatori, è più redditizio usare il
pugno di ferro o essere permissivo?
"Scarterei entrambe le ipotesi. Basta avere il giusto equilibrio e cercare di
instaurare un buon rapporto coi giocatori. Penso che il dialogo sia necessario e che un
allenatore non debba mai sentirsi su un piedistallo".
In questi ultimi anni ha assunto sempre maggiore importanza la figura del preparatore
atletico al quale vengono additati meriti o demeriti per il rendimento della squadra, è
il segnale dei tempi che cambiano?
"Proprio così, è il frutto di unevoluzione che ha coinvolto il mondo del
calcio. Ormai nulla può e deve essere lasciato al caso per permettere ad ogni atleta di
potersi esprimere al meglio sotto laspetto fisico".
Ha definito il calcio come il suo hobby, ma qual è il rapporto di Cittadino col lavoro
che svolge?
"Indubbiamente non faccio fatica a svegliarmi per andare a lavorare come capita ad un
normale impiegato, anzi lo faccio con piacere, vivo in pieno la mia professione, da
professionista ed è questa la cosa che mi fa sentire realizzato".
Silipo ha dimostrato di avere grossa fiducia nei suoi confronti.
"E un segno di riconoscimento enorme da parte sua, sicuramente non un regalo.
Lo ringrazio per aver scelto il sottoscritto quale suo collaboratore e spero di poterlo
ripagare".
Come sta fisicamente la Juve Stabia?
"Non è nelle condizioni migliori, ma non è neppure messa male. Chi mi ha preceduto
deve essere lodato e ringraziato, ha svolto un buon lavoro, che non è stato frutto
dellimprovvisazione ma che merita rispetto. Lo stesso rispetto che merita il lavoro
che stiamo svolgendo da qualche settimana".
Dove sta intervenendo per curare i problemi fisici della squadra?
"Rispetto il lavoro del mio predecessore e non voglio esprimermi. I problemi, se di
problemi si può parlare, è meglio tenerli nascosti".
E stato difficile, essendo arrivato a campionato in corso, farsi apprezzare dal
gruppo?
"Ad essere sincero alla vigilia ero un po preoccupato della loro reazione. I
miei dubbi, però, si sono dissolti nel momento in cui ho messo piede in uno spogliatoio
composto da giocatori maturi che hanno facilitato il mio inserimento".
Nelle ultime due gare cè stata una costante: la squadra è apparsa più
brillante atleticamente nella ripresa rispetto al primo tempo.
"Il cambiamento di preparazione cè stato ed è naturale che ha portato qualche
piccolo squilibrio. La squadra è uscita fuori alla distanza e questo significa che
cè una reazione alle sollecitazioni e una maggiore tenuta atletica.
Lobiettivo è quello di avere nelle prossime gare la stessa condizione fisica
dallinizio alla fine di una gara".
Mancano dodici gare al termine del torneo, sono sufficienti per vedere perfezionata la
tenuta atletica della squadra?
"Da questo momento in poi, sotto laspetto fisico la squadra può solo
migliorare. Fondamentale sarà non farsi trovare impreparati quando ci sarà, a breve, il
cambio di stagione e bisognerà apportare dei correttivi al programma di lavoro. Confido
molto nella maturità e nella voglia dei ragazzi che vedo lavorare con abnegazione e
serietà. Le prospettive dal punto di vista teorico sembrano rosee resta da verificarle
nella pratica".
Bisognerà, dunque, solo attendere il responso del campo.
"Esatto, anche se ci tengo a precisare che è sempre la mente a comandare le
operazioni del corpo e che, per giudicare la prova di un calciatore, bisognerebbe fare un
discorso più approfondito".
CLEMENTE FILIPPI
|