L'OCCHIO ROSSO DELLA NOTTE
- ARAMIS -
- scrivile per la fic -

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INTRODUZIONE! (Scusatemi, ma è necessaria^^)

Questa ff è una AU, io ho preso i nostri personaggi preferiti e li ho "impiantati" in un mondo completamente differente. Risono basata sulla trilogia de "I Dragonieri di Pern" di Anne MacCaffrey. Siamo, appunto, a Pern, un pianeta lontano ma simile al nostro; molte centinaia di anni fa, dei coloni terrestri vi atterrarono, senza prestare molto caso a una strana stella rossa, che ogni tanto (200 anni, circa) si avvicinava. Il pianeta era già abitato dagli youkai e fu immediatamente guerra. Smisero di combattere quando la Stella Rossa si trovò vicina a Pern, e cominciò ad emettere delle Spore (chiamate "Fili") che purificavano gli youkai, uccidendoli, e avevano effetti devastanti sulla vegetazione, distruggendola completamente. Partendo da una razza di lucertole di fuoco esistenti sul pianeta, gli umani crearono i Draghi, che, colo loro fuoco, distruggevano i Fili. Venne allora stipulato un patto, tra umani e youkai: gli umani avrebbero protetto gli youkai e il pianeta dei Fili e in cambio gli youkai avrebbero fornito loro tutto quel che serviva.
Sono passati centinaia di anni, da quel trattato, e gli umani hanno scordato di venire da un altro pianeta.
I personaggi appartengono tutti a Rumiko Takahashi o a chi ne ha i diritti, questo è solo il lavoro di una fan.
Bene, ora comicia questa storia….


RINGRAZIO KYO-CHAN PER TUTTO L'AIUTO CHE MI HA GENTILMENTE FORNITO, E' SOPRATTUTTO GRAZIE A LEI CHE QUESTA FANFICITON E' POTUTA VENIRE ALLA LUCE. INOLTRE QUESTA FF E' DEDICATA A LEI PERCHE' MI HA TRASMESSO IL SUO AMORE PER I DRAGHI.


-Padre! Padre! Ci sono i Dragonieri!-
Le grida del piccolo distrassero Inu Taishou dai suoi cupi pensieri.
-Li ho visti, Inuyasha.- Il piccolo hanyou alzò lo sguardo verso il padre.
-Padre, non sono splendidi!-
Il grande inu youkai sorrise. -Lo sono, seguimi, ora.-
Il cucciolo saltellò dietro al padre, fissandolo con rispetto e allegria.
Ma Inu Taishou pensava ad altro.
Temeva quei draghi che si stavano avvicinando, perché credeva di sapere la notizia che erano giunti a portargli.
Un grande drago marrone, diversi blu e verdi atterrarono sulle torri appositamente predisposte.
Inu Taishou rimase in piedi, in mezzo al cortile, aspettando il più importante tra quei cavalieri,il piccolo Inuyasha, intento, osservava quegli splendidi animali, al sicuro dietro le gambe del padre.
M'rk, il cavaliere del drago marrone, si avvicinò a Inu Taishou.
-Vi porgo i miei rispetti, Signore di Ruatha.-
-E io i miei, Cavalieri del marrone Chenth, per quale ragione venite qui? Di solito, non ci onorate, con la vostra presenza.-
-Sono venuto per la Cerca. Purtroppo la nostra Dama del Weyr sta morendo: è malata e vivrà pochi anni, 4 o 5 al massimo, poi la sua Regina la seguirà nel mezzo. Ci ha incaricato di trovare qualche bimba che lei possa addestrare come prossima Dama del Weyr-
Inu Taishou sentì un senso di vertigine e al tempo stesso una fitta la petto. Non riusciva più a capire dove fosse l'alto e il basso, conosceva soltanto quel dolore che, simile ad un infarto, lo colpiva al cuore, espandendosi sempre di più. (Mirrim… Mirrim…)
-Padre, non vi sentite bene?- Il piccolo hanyou gli tirava l'abito, e aveva dipinta sul musino una dolcissima espressione ansiosa.
-Va tutto bene.- Disse lo youkai, quasi senza volerlo, la voce sembrava talmente afona da non essere più sua. -Potete cercare nelle cooperative degli artigiani, lì ci sono diverse famiglie umane. Spero che troverete quella che state cercando. Se volete scusarmi.-
Inu Taishou si allontanò, e, nonostante il passo fermo, era evidente che qualcosa lo aveva scosso in profondità.
Il piccolo hanyou osservò il padre, era altro, con lunghi capelli bianchi e occhi ambrati come i suoi o quelli di suo fratello Sesshomaru, che non vedeva molto perché viveva in altra fortezza per addestrarsi, ma il suo volto nobile e perfetto era contratto dal dolore, e il suo corpo asciutto e forte si muoveva a scatti, quasi contro la volontà del suo possessore.
Inuyasha smise di saltellare, era solo un cucciolo di 10 anni, ma capiva che suo padre stava molto male, anche se non ne vedeva la ragione.
Inu Taishou si voltò a guardare il figlio.
-Inuyasha -Disse, con foce soffocata -Vai a giocare nelle tue stanze-
Il cucciolo guardò il padre e annuì.
-Si, padre.- Il piccolo si allontanò strascicando i piedi, voltandosi di tanto in tanto a guardare il padre, preoccupato. Inu Taishou si sforzò di sorridergli.
Il piccolo, rinfrancato, corse via.
Inu Taishou entrò nelle sue stanze e si lasciò cadere sul letto. (Mirrim sta morendo) Non riusciva a concepirlo: lei, così piena di vita, di allegria, di forza….(Mirrim).
Ricordava quella umana…Già, una umana, la Dama dell'unico Weyr rimasto, quello di Benden, la Dama della Regina Ramoth e… La donna che lui amava, che aveva sempre amato. Quando tutto era iniziato tra loro, sapevano che il loro amore non poteva avere futuro: lui era il Signore di Ruatha e lei la Dama del Weyr… Ma si erano amati ugualmente, non avevano potuto fare altro. Dal loro amore era nato il preferito tra i suoi figli: Inuyasha. Certo, tutti sapevano che il piccolo era un hanyou, ma ignoravano chi fosse la madre: Mirrim glielo aveva affidato, con le lacrime agli occhi, pochi giorni dopo la sua nascita, (Fu l'unica volta che la vidi piangere…) Persino il piccolo ignorava chi fosse sua madre.
Mirrim…La sua vita. E ora lui non poteva nemmeno andare, e starle vicino per alleviarle la sofferenza…
Questi e altri pensieri erano nella mente del più forte tra gli youkai, ma aveva già preso la sua decisione: doveva vivere, andare avanti, per quanto ci soffrisse, per quanto grande fosse il suo dolore; perché il figlio del suo amore e di quello di Mirrim non ce l'avrebbe fatta da solo in un mondo che lo odiava. Doveva vivere per il suo…No, il loro figlio: Inuyasha.

****************

La donna camminava, diretta verso la piazza della fortezza.
Erano passati un paio di giorni, dall'arrivo dei Dragonieri, ma non avevano ancora trovato nessuna bambina che facesse al caso loro, e stavano cominciando a pensare di andarsene.
La donna rabbrividì per il freddo, nei territori del Nord l'inverno non era ancora finito, nonostante si fosse, ormai a aprile.
Giunse infine alla Fortezza, immensa nel giorno calante, unica tra tutte le fortezze a essere circolare, Ruatha era anche chiamata "La Fortezza del Cerchio", ed era veramente maestosa, con le mura di pietra spessa e prive di erba, come voleva la tradizione, le sue molte torri per i Draghi il grande cancello che ne presiedeva l'entrata.
-Chi va la!-
-Sono la Maestra dell'Arte dei Tessitori! Ho un messaggio che può interessare ai nobili Dragonieri-
Il portone, sferragliando, si aprì.
-Scusateci, Maestra dell'Arte! Non vi avevamo riconosciuta.-
La donna annuì.
-Vorrei vedere il Cavaliere marrone M'rk.-
-Certo, Maestra, subito.-
Passarono pochi minuti, nei quali la donna attese nel cortile di spoglia terra battuta, alla sua destra vi erano le stalle dei corridori, alla sua sinistra il pozzo, dinnanzi a lei, il castello vero e proprio, poco dopo che la donna aveva finito di notare questi particolari, il Dragoniere giunse.
-Maestra dell'Arte.- Disse, con un rispettoso chinare del capo, a cui la donna rispose allo stesso modo. Fissò il dragoniere: alto, sui 50 anni, coi capelli neri già brizzolati e gli occhi pure nerissimi, le spalle larghe, dava una idea di grande forza.
-Dragoniere marrone, io sono venuta qui contro le decisioni della Corporazione delle Arti. Perché vorrei presentarvi mia figlia.-
M'rk si fece attento, conosceva la famiglia di quella donna: era del Sangue dei Dragonieri. Suo marito era stato un cavaliere di Bronzo che, perduto il Drago, s'era andato dal Weyr, e la madre della madre di F'lor era stata una Dama di Regina.
-Mia figlia- Continuò la donna, -ha capacità che la renderebbero una abile Dama. Venite.-
Si incamminarono.
La donna era spaventata, l'enormità del suo gesto la sommergeva: era andata contro un ordine esplicito della Corporazione delle Arti. Se lo avessero saputo, l'avrebbero bandita come Maestra della sua Arte, i Tessitori. Già era raro che una umana, c'e n'erano pochi, nelle Arti, diventasse Maestra, ma lei era la più abile e la più saggia, e l'avevano accettata. Ma non volevano che qualcuno dei giovani che un giorno potevano diventare Tessitori e apprendere i segreti dell'Arte se ne andasse con i dragonieri. Per questo l'avevano proibito. Ma lei non se n'era curata.
M'rk spezzò il silenzio: -La Corporazione ha proibito che voi ci presentasse le vostre figlie, giusto?-
La donna annuì.
-Si, Cavaliere Marrone.Sono pochi, gli umani nelle Arti, e in alcune sono preziosi perché le loro famiglie sono le uniche custodi di alcuni segreti… Non vogliono perdere giovani.-
M'rk scosse la testa.
-E pensare che un tempo venivano a cercarci.- Disse, con un'amarezza senza limiti.
La donna si voltò verso di lui
-Io sono venuta.-
-Si, voi si, Maestra Tessitrice, e ve ne ringrazio.-
Giungeva la notte, nel mondo di Pern, e le stelle si accendevano nel cielo, e nessuno notò la Stella Rossa che, come un malevolo occhio della notte, da qualche tempo si presentava nel cielo di Pern. Nessuno, tranne una bambina.

****************

-Hai visto quella Stellaccia Rossa, Buyo? Sono certa che c'è qualcosa di cattivo, in lei…-
Il whir miagolò.
La bimba lo grattò dietro alle orecchie, e lo sentì fare le fusa.
-Sai, Buyo, la mamma non è ancora tornata, io comincio a preoccuparmi…-
Saltò giù dal davanzale della finestra, dove si era seduta per guardare le stelle accendersi su Pern, e corse nel soggiorno.
La sua casa era abbastanza grande, in confronto alle altre che c'erano nel borgo vicino alla fortezza, aveva 7 stanze, e lei e il suo fratellino dormivano in camere separate.
Il borgo si era sviluppato attorno alla Fortezza del Cerchio e era diviso in quartieri secondo le diverse Arti, la casa più grande del quartiere, l'unica su due piani, era quella del Maestro o della Maestra dell'Arte, come quella della nostra bimba.
In quel momento, stava camminando per il soggiorno, tenendo in braccio il suo wir screziato e lo grattava dietro alle orecchie, parlandogli.
-Mamma dice che sono arrivati i dragonieri…Io li ho anche sentiti, sai? I Draghi, cioè, non i dragonieri! Li sento parlare con i loro uomini. Dici che è strano?-
In quel momento, al piano di sotto, la porta si aprì.
-E' tornata la mamma!- Strillò Sota, il fratellino della bimba.
Sentì la voce della mamma.
-Kagome, dove sei?-
La piccola corse giù dalle scale, e si bloccò: sua madre non era sola.
Con lei c'era un uomo alto che indossava la divisa dai Dragonieri.
-E così, tu sei la figlia di F'lor.-
La bimba lo fissava senza timore.
-Sono Kagome.-

****************

Nel preciso istante in cui M'rk vide la bimba, seppe di aver trovato la persona giusta. Era come il sesto senso che gli aveva permesso di capire fin da quando era ancora nell'uovo che Chenth era suo. Quella bimba apparteneva ai Draghi, e lui l'avrebbe portata con se, al Weyr di Benden, affinché fosse addestrata.

****************

Il giorno dopo, i Dragonieri avvertirono il Signore della Fortezza che avevano trovato ciò che stavano cercando. Erano sul muro che univa le 12 torri della Fortezza del Cerchio, e i Draghi erano pronti a volare.
Kagome era con loro, aveva paura. Aveva solo 9 anni, e già se ne andava dalla sua casa…
Ricordò la chiacchierata con la madre, la sera prima.

-Kagome, tu, come tuo padre, hai il dovere di difendere Pern, perché sei nata dal Sangue dei dragonieri.-
-Cavalcherò un Drago, mamma?-
-Si, piccola mia, si. E vedrai- Aggiunse, accarezzandole i capelli. -La tua regina sarà la più bella e la più grande di tutta la storia di Pern.-
Kagome sorrise, contenta, e non vide le lacrime negli occhi della donna che stava per dire addio, forse per sempre, alla figlia…

-Sei pronta, Kagome? Dobbiamo andare.- Disse gentilmente M'rk, distraendola dai suoi ricordi.
Si guardò intorno, sua madre era ancora lì, era arrivata per dirle addio. Non pensava che sarebbe venuta, aveva una riunione dell'Arte…
Ma era felice che ci fosse, si gettò tra le sue braccia, singhiozzando.
-Mamma! Mamma!-
-Su, piccola mia. Vedrai, ci rivedremo.-
M'k le mise la mano sulla spalla. -E' ora, andiamo.- Disse, con un tono dolce che smentiva la durezza delle parole.
La piccola annuì, cercando di trattenere le lacrime. (Sono quasi una Dama, devo essere coraggiosa) Si portò la manina destra agli occhi, come per strofinarli e togliersi un prurito.
Diede un ultimo abbraccio alla madre e salì con M'rk su Chenth, stringendo forte il Dragoniere. Non guardò più sua madre, sapeva che, se lo avesse fatto, sarebbe scesa per rimanere lì.
M'rk diede un ordine, e i Draghi presero in volo in formazione, portando la piccola Kagome lontano dalla sua casa, verso il Weyr di Benden.

****************

Il piccolo hanyou osservava andare via i Draghi, imbronciato. Adorava quelle creature, e invidiava profondamente la bimba che era stata scelta per andare con loro, e che un giorno avrebbe avuto un drago suo.
I Draghi erano fermi in aria, preparandosi per passare nel mezzo, quel luogo buoi e gelido in cui i draghi potevano passare per andare all'istante da un luogo all'altro, purché avessero in mente un'immagine del posto di arrivo, e lui li guardava per l'ultima volta. All'improvviso, la fortunata bambina si girò e lui la poté vedere bene. Fu un istante, ma durò un'eternità. Un istante lungo come quello nel Campo di Covata, quando i ragazzi imprimono ai draghetti lo Schema di Apprendimento e li rendono propri. Così in quell'unico istante, Kagome del Sangue del Weyr e Inuyasha figlio di Inu Taishou diventarono l'uno dell'altra.
Poi la bimba, il Drago e il cavaliere sparirono nel mezzo.

Capitolo 2...