*5 ANNI DOPO*
-Orvine, come sta mio padre?-
-Male, signorino Inuyasha
.Molto male.-
Il giovane imprecò. Era alto, per la sua età, con lunghi
capelli bianche i luminosi occhi ambrati, così simili a quelli
di suo padre, il suo fisico asciutto, scattante, indicava un esercizio
fisico ripetuto, curiose orecchie canine gli spuntavano dai capelli simili
a neve. Ma in quel momento il ragazzo non pensava al suo aspetto fisico:
suo padre stava morendo.
Uscì in cortile, e diede un calcio a un sasso, che finì
contro le mura, incrinandole. Era triste e arrabbiato. Nello scontro con
quel drago pazzo, Ryoukokusei, era stato ferito molto gravemente
E
ora stava morendo.
Il ragazzo volse la testa verso la stanza del padre, Inu Taishou non emetteva
un suono, ma sapeva che stava morendo, e gli era inconcepibile.
Quel drago bronzeo, Ryoukokusei, era impazzito per la morte del suo cavaliere,
Onigumo, e aveva attaccato la fortezza. Suo padre l'aveva difesa. Non
era colpa di nessuno: quando il drago era sparito nel mezzo, tutti avevano
pensato ce ci volesse RESTARE, come facevano normalmente i draghi che
perdevano il Cavaliere
Chi poteva pensare che non sarebbe stato così?
Inuyasha diede un altro calcio ad un'altra pietra. (Padre
Non mi
lasciare.)
-Signorino Inuyasha! -Inuyasha non si voltò neanche: era il vecchio-pulce
Myoga.
-Che vuoi, Myoga?- Chiese, sgarbato.
-Vostro padre vi vuole, Signorino Inuyasha-
Sussultò. -Arrivo.-
I Draghi volteggiavano nel cielo, il giovane hanyou si voltò un
attimo a guardarli. (Draghi
Quella bimba
) La ricordava benissimo,
quel giorno di cinque anni prima in cui l'aveva vista era rimasto impresso
nella sua memoria indelebilmente
(Ma a che sto pensando! Mio padre
sta male, e vuole vedermi!) Cercando di scacciare quei pensieri, Inuyasha
corse verso le stanze di Inu Taishou.
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-A cosa stai pensando, Kagome?- A quella voce, la ragazza si riscosse.
-A niente, Mirrim- La Dama del Weyr la fissò, non le credeva, ma
non fece commenti.
-Comunque, per oggi l'addestramento è finito, puoi andare.-
Kagome si inchinò, e uscì dalla stanza.
Aveva mentito, non era vero che non pensava a niente
(Pensavo a
quel bambino
Sembrava un piccolo youkai
) Scosse la testa, incredula,
come poteva ricordarlo ancora tanto bene, dopo cinque anni? Eppure era
così. (L'ho visto solo per un istante, ma è come se ci fossimo
fatti una promessa) Uscì dalla caverna, entrando nell'aria fresca,
e rabbrividì. Vestiva solo la tunica dei futuri cavalieri, di lana
bianca, che scendeva fino alle ginocchia, legata in vita da un laccio,
e gambali di cuoio.
Scosse la testa, cercando di scacciare quei pensieri. C'era di meglio,
a cui pensare! Mirrim rasata un'abile Dama del Weyr, ma era sempre stata
cagionevole di salute. Negli ultimi cinque Giri, la sua Ramoth si era
alzata in volo solo una volta, per il volo nuziale, non c'erano quindi
stati nuovi draghetti
Prima di quelli che sarebbero nati da lì
a tre settimane. Ma già era un miracolo che fosse riuscita a sopravvivere
così a lungo, la davano tutti per morta, ma lei resisteva.
Mirrim era una donna bionda, fragile nell'aspetto, eppure allegra e forte
nel carattere. Kagome ebbe uno scatto di irritazione: era certa che se
non fosse stato per il Comandante del Weyr, che la trattava come se fosse
un fragile ninnolo di cristallo, Mirrim non sarebbe stata tanto male.
Osservò la caverna del Comandante Hojo, e scosse il capo, quell'uomo
era un debole. (Credo che sia anche per lui, che Ramoth non si è
alzata in volo
Se io fossi in Mirrim, non vorrei MAI che la mia
Regina venisse presa da lui, nel volo nuziale, com'è accaduto,
ma non c'era altra scelta
avevamo bisogno di quelle uova... Non è
cattivo, ma è debole! Pensa che il Weyr debba solo strisciare ai
piedi dei Signori!) Continuò a camminare, dirigendosi verso gli
alloggi degli allievi, e sentì Chent discorrere col suo cavaliere,
M'rk. Non aveva mai parlato a nessuno del suo dono
Del fatto che
sapeva parlare con TUTTI i draghi. (E' meglio che non lo sappia nessuno,
per ora) Guardò il cielo. (Eppure mi domando che cosa stia facendo
)
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-Te ne devi andare, figlio mio.-
Inu Taishou aveva appena finito di pronunciare quelle parole, che il ragazzo
scattò.
-Per quale ragione dovrai andarmene, padre? Non ho fatto nulla di male.-
Inu Taishou lo zittì con un gesto. Erano soli, nella grande stanza
dalle fredde pareti di pietra, lussuosa quanto doveva esserlo quella del
più grande Signore del continente; il letto dove lui era sdraiato
era stato fatto con duralegno, il migliore. Ma era un letto di morte;
il grande youkai vi era disteso, col petto coperto da bende macchiate
di sangue; ma il suo volto, anche se pallido, era nobile e impassibile
come sempre.
-Figlio, io ti ho amato e protetto, ma sono il solo a farlo. Tuo fratello
Sesshomaru è il primogenito e l'erede, purtroppo, e tornerà
qui appena saprà della mia morte, per riscuotere la tenuta di Ruatha.
E ti ucciderà. Lui ti odia, figlio mio.-
Inuyasha scattò in piedi, dalla sedi dov'era, con le lacrime agli
occhi e la gola stretta in una morsa.
-Perché? Cosa ho fatto io a mio fratello?- Quasi gridò (Padre,
non puoi chiedermelo! Di lasciare tutto quello che ho per andare chissà
dove! Non puoi chiedermelo!)
-Abbassa la voce!- Ordinò il Signore di Ruatha. Inuyasha ubbidì,
anche ferito e moribondo, il padre manteneva tutta la autorità.
Inuyasha si zittì.
-Egli ti odia, perché io ti ho sempre amato più di lui,
e perché sei un hanyou-
-Cosa significa, padre! Tutti mi dicono che sono un hanyou, so di esserlo,
ma chi era mia madre? So solo che era umana, nient'altro!-
Inu Taishou lo fissò, triste (La sua stesse veemenza. ...In fondo,
è giusto che sappia)
-Tua madre.-Disse infine, con dolore. -E' Mirrim, Dama del Weyr-
Inuyasha sussultò, e sgranò gli occhi.(non è possibile
Mia
madre
La Dama del Weyr?)
-Ci conoscemmo molti anni fa. E ci amammo subito. Sapevamo di non potere
mai stare assieme, ma non potemmo farne a meno. La madre di Sesshomaru
era appena morta, ma io non l'ha mai amata. Mai. Era un matrimonio di
convenienza, il nostro. Una decisione tra Signori di Fortezze. Anche per
questo lui ti odia: perché tu sei figlio dell'amore, lui, un patto
tra Signori.-
Inuyasha sedeva sulla sedia, a capo chino, stringendo convulsamente tra
le mani la stoffa dei suoi pantaloni. Lacrime fremevano nei suo occhi.Sua
madre. La Dama del Weyr. Non riusciva quasi a pensarci. Gli mancava il
fiato.
-Ma allora io
Sono del Sangue del Weyr!-
Inu Taishou annuì.
-Si, lo sei.-
Il giovane hanyou non ne poteva più: troppe cose erano accadute,
e tutte assieme. Suo padre ferito, la scoperta che sua madre era viva,
non morta come aveva sempre pensato, anche se nessuno glielo aveva detto,
che era la Dama del Weyr, e che di conseguenza LUI era del Sangue del
Weyr
-Ascoltami, Inuyasha.- Disse ancora Inu Taishou.-So che sei sconvolto,
ma devi andare. Non hai altra scelta.-
Inuyasha alzò di scatto gli occhi, dorati e bagnati di lacrime
che non voleva scorressero.
-Padre, mi ritroverebbero. Se devo morire, voglio morire qui, a casa mia.-
Inu Taishou scosse il capo. -Vai al Weyr, tra i cavalieri di Draghi, da
tua madre.-
Inuyasha fece per ribattere.
-E' un ordine.-
Il ragazzo deglutì.
-Obbedisco- Mormorò, con voce strozzata, e gli artigli che, bucato
il tessuto, graffiavano la pelle delle cosce. Gli occhi gli bruciavano,
la vista era appannata, gli faceva male la testa, e tutto, la stanza,
il letto, suo padre, girava attorno a lui.
-Ora vai-
Il ragazzo si diresse verso la porta, muovendosi a scatti come un burattino.
Giunto all'uscio, si voltò di scatto e si gettò tra le braccia
del padre, piangendo.
Inu Taishou gli accarezzò i serici capelli bianchi, sentendolo
singhiozzare, mentre le lacrime di suo figlio gli bagnavano le fasciature.
.-Padre! Padre! Non mi lasciare!-
-Vorrei tanto non doverlo fare, figlio, ma non sono io che decido, purtroppo.-
Gli sussurrò, stringendolo tra le sue braccia, che stavano perdendo
la presa.
-Ricordati, Inuyasha, tu hai una doppia eredità: quella del Sangue
di Ruatha e quella del Sangue del Weyr. Devi mostrarti degno e forte.-
Inuyasha tirò su col naso. -Lo sarò, Padre.-
-Ricordati che veglierò sempre su di te, figlio.-
Inuyasha annuì, tirandosi in piedi, risoluto.
-Vado.- Disse, deciso, uscendo dalla stanza
-Buon viaggio, figlio.-Mormorò il più grande tra gli youkai,
mentre osservava il suo ragazzo incamminarsi, sempre a scatti, ma deciso,fuori
dalla porta. Stavolta non si fermò.
Poi, ricadde sul cuscino.
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-Notizie da Ruatha! Notizie da Ruatha!-
Kagome si precipitò fuori, insieme agli altri allievi. Era raro
ricevere notizie dal resto del mondo,sempre per la politica "nascosto
è bello" del Comandante Hojo.
F'nir, un cavaliere azzurro, portava notizie importanti, a quanto diceva
il suo Drago.
F'nir corse verso la caverna della Regina, lei gli venne dietro, tenendosi
rispettosamente a distanza, più per non essere mandata via, che
per reale stima. L'unica che stimava davvero nel Weyr era Mirrim.
Ma non era ancora arrivata nella sua caverna, quando senti un doppio grido:
uno fisico, da Mirrim e uno, riflesso del dolore della sua Dama, da Ramoth.
Kagome si tappò le orecchie, cadendo in ginocchio sulla nuda pietra,
e ferendosi la gamba destra su uno spunzone di roccia. Ma non servì
a fermare il grido di Ramoth. Perché, e lo seppe subito, Mirrim
era morta.
Corse da Ramoth , e la vide spiccare il volo, appesantita dalle uova.
(NO! RAMOTH! NON FARLO! LE UOVA! DEPONILE PRIMA!) Gridò, freneticamente
alla Regina folle di dolore per la morte della sua Dama. Un barlume di
comprensione apparve nei suoi occhi. Si accovacciò. E depose le
uova.
Normalmente sarebbero stati tutti lì, draghi e dragonieri, a contarle
e a vedere se c'era un uovo di regina. Ma non aveva importanza. C'era
lei, e, per ora, era sufficiente.
Kagome contò, col fiato sospeso. 8
9
10.
Dieci uova depose la dorata Ramoth, ed erano pochissime per una Regina
che poteva deporne anche sessanta.
Ma per Kagome non aveva nessuna importanza, perché in mezzo a quelle
uova c'era un uovo dorato. Un uovo di Regina.
Fissò tristemente il luogo dove Ramoth era sparita. Poi si riscosse
e si tolse da lì: nessuno doveva vederla in quel luogo, o avrebbero
scoperto il suo segreto, lei parlava ai draghi.
Corse via, nei cunicoli bui delle Grotte del Weyr, un istante prima dell'arrivo
del Comandante Hojo.
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Inuyasha non ne poteva più.
Erano 7 giorni che correva, rincorso dalle truppe del fratello Sesshomaru.
Sconvolto per la morte del padre, aveva sbagliato tutto: non aveva preso
con se abbastanza cibo, e soprattutto aveva fatto male i suoi calcoli,
era vero che sul momento non avevano pensato di cercarlo nel Deserto del
Nord, ma era anche vero che quel luogo gelido e privo di vita lo stava
uccidendo.
Crollò, e la sua mente ritornò a quei fatti di una settimana
prima
Subito dopo essere uscito dalla stanza del padre, si era mosso verso le
cucine, dove aveva preso del cibo. E aveva fatto il suo primo errore:
credendo che così sarebbe stato più leggero, non ne aveva
preso a sufficienza. Poi era uscito, e si era diretto verso un fiume,
che aveva risalito a nuoto. (Giusto
Così non ha potuto sentire
le mie tracce)Ma in seguito si era diretto verso il Deserto del Nord.
(E questo è l'errore che causerà la mia morte) Pensò
amaramente, col volto nella sabbia nera e gelida, troppo stanco e debole
per riuscire ad alzarsi. Non aveva pensato che a suo fratello ci sarebbe
voluto molto più tempo per organizzare le ricerche quanto ne sarebbe
servito a lui per raggiungere il Weyr di Beden per la strada più
diretta. Era stato uno stolto. E ora sarebbe morto. Tentò di rialzarsi,
ma cadde miseramente nella sabbia. (Padre, perdonami! Non sono stato degno
della mia doppia eredità
) Fu l'ultima cosa che riuscì
a pensare, poi, il nulla.
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-F'nel, guarda che abbiamo qui!-
Il cavaliere verde si avvicinò al suo collega azzurro.
-Sembra uno youkai
-
Il cavaliere azzurro scosse la testa.
-No, le sue orecchie non sono quelle di uno youkai. Questo è l'hanyou
figlio di Inu Taishou!-
L'altro cavaliere si chinò ad osservare il ragazzo.
-Hai ragione!Suo fratello lo sta cercando!- Commentò l'azzurro.
.-Allora, abbiamo tre possibilità- Continuò- Lo lasciamo
qui, lo portiamo da suo fratello, o lo portiamo al Weyr- Ammiccò
rivolto all'altro.-Tu che ne pensi?-
Il Cavaliere verde rise, e sollevò il corpo inanimato del ragazzo.
-C'è da chiederlo? I Dragonieri non devono forse combattere le
ingiustizie?-
-Già.,- Replicò l'azzurro. -E non mi importa se Hojo non
sarà d'accordo. E' un debole. Un vigliacco.-
Il Verde annuì, appoggiando delicatamente il corpo esanime del
giovane hanyou sul collo del suo drago. -Se ci obbligherà ad andare
contro il nostro compito, faremo un insurrezione.- Annunciò, torvo.
-Non mi importa se il mio drago è verde e il suo bronzeo! Lui non
vale niente!-
-Si, hai ragione. Ma ora andiamo-
Il Cavaliere Verde annuì, salendo sul collo del suo Drago.
Scomparvero nel mezzo.
Dove fino ad un istante prima il giovane figlio di Inu Taishou stava per
morire, ora rimaneva solo la sabbia nera con l'impronta del suo corpo,
che scomparve subito, per un soffio di vento.
Capitolo 3...
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