Stemma Città di Montichiari
Riforme

  Ultimo aggiornamento: 29-10-04

Home
Su
Regione
Bacheca 2003
Personaggi
Ricorrenze
Eventi
Ultimissime
Insegnamenti di Moro
Democrazia
Calendario
25 Aprile 04
Risultati
Provincia
Consigliere
Girelli Dopo elezioni
Centrosinistra
Assemblea Provinciale
Riforme
Assemblea Provinciale

 

  23-10-04

Riflessione sulla riforma costituzionale approvata dal Parlamento

 

IL TRADIMENTO DELLA LEGA NORD:

MENO POTERI PER LE REGIONI E LE AUTONOMIE LOCALI

LA FINE DELLA DEMOCRAZIA PARLAMENTARE:

LA SVOLTA AUTORITARIA SUL PREMIERATO ASSOLUTO

 

  1. la Riforma Costituzionale approvata in prima lettura da Camera e Senato rappresenta un grave e compromettente passo indietro per le autonomie locali e regionali. Siamo alla controriforma del titolo V della Costituzione approvato dal centrosinistra nella scorsa Legislatura. Tramonta con questa Riforma l’ambizione della costruzione di una “Repubblica delle autonomie”.

 

    1. viene costituito un Senato che pur definendosi federale è la fotocopia di quello attuale. Vengono eletti senatori con un sistema elettorale analogo a quello di oggi. La voce delle Regioni e delle autonomie locali è inesistente, la loro presenza è solo senza diritto di voto e non è disciplinata in nessun modo né per numero né per composizione. Tutti gli stati federali hanno una camera delle autonomie locali. L’Italia decide, al contrario della Germania, di non dare alcun peso nel processo legislativo alle Regioni, Province e Comuni.
    2. La confusione delle competenze. Non si capisce per nulla quali siano le competenze che saranno affidate alla Camera e al Senato. Tanto che viene individuato un marchingegno pasticciato per dirimere i conflitti di competenza tra Camera e Senato: un comitato paritetico di quattro deputati e senatori designati dai presidenti dei due rami del Parlamento.
    3. La vera chicca antiautonomista è l’art. 70 comma 4. Il senato federale può essere espropriato delle sue competenze sull’art. 117 della Costituzione quando il Governo decide che una legge, o parte di essa, sia “essenziale per l’attuazione del programma”. In questo caso la competenza passa alla Camera che decide in via definitiva.

 

  1. La devolution è una bufala. Il nuovo art. 117 della Costituzione ricentralizza competenze che erano concorrenti con le Regioni e che oggi diventano esclusive dello Stato centrale come:

-         promozione internazionale del sistema economico e produttivo;

-         ordinamento della capitale;

-         reti strategiche di trasporto e navigazione;

-         ordinamento della comunicazione;

-         produzione-trasporto-distribuzione dell’energia;

     

          Materie dove decisiva doveva essere la voce del territorio.

          La devolution appare svuotata: la nuova formulazione appare debole e confusa.

  

  1. L’interesse nazionale: il Governo a “gamba tesa” sulle autonomie locali.

La vera chicca antiautonomista è il nuovo art. 127 che letteralmente recita: “...il Governo qualora ritenga che una legge regionale, o parte di essa, pregiudichi l’interesse nazionale” invita la Regione a rimuovere le “disposizioni pregiudizievoli”. Se quest’ultima non procede “il Governo chiama il Parlamento a deliberare a maggioranza l’annullamento della legge regionale”. Non si capisce cosa sia e chi definisca l’interesse nazionale se non discrezionalmente il Governo. Non si capisce come mai scompaia il ruolo terzo della Corte Costituzionale che doveva dichiarare di chi fosse la competenza a decidere su determinate materie. Non c’è nulla di più arbitrario di affidare al Governo e ad una maggioranza il compito di annullare leggi non gradite di Regioni, magari di colore diverso…

 

  1. Oltre ad uno spirito antiregionalista traspare anche una volontà di soffocare anche gli enti locali. Infatti “in barba” alla autonomia statutaria delle Regioni si dichiara che queste possono dotarsi solo di “un organo di consultazione” con gli enti locali. Questo significa che ruolo di Comuni e Provincia risulterà, anche in sede regionale, insignificante.

 

  1. Roma ladrona. L’aspetto grottesco è che, mentre nel testo del centrosinistra si richiamava solo il ruolo di Roma capitale, nella nuova costituzione Roma, potrà dotarsi anche di un’autonomia normativa nelle materie di competenza regionale. Ovvero Roma potrà adottare vere e proprie leggi.

  

  1. La svolta autoritaria del Governo e la fine della democrazia parlamentare. Mentre le autonomie locali sono soffocate la riforma concentra sul Presidente del Consiglio poteri enormi e mai conosciuti. Il ruolo del Presidente della Repubblica diventa puramente notarile.

Il Presidente del Consiglio decide infatti di sciogliere le Camere in esclusiva autonomia ed                  “esclusiva responsabilità”.  

Il Presidente del Consiglio decide, in totale autonomia, la nomina e la revoca di tutti i Ministri. Scompare totalmente la centralità del  Parlamento, infatti non ci sarà più un voto di fiducia parlamentare sul Presidente del Consiglio e sul Governo.

 

     

   

Home | Regione | Bacheca 2003 | Personaggi | Ricorrenze | Eventi | Ultimissime | Insegnamenti di Moro | Democrazia | Calendario | 25 Aprile 04 | Risultati | Provincia | Consigliere | Girelli Dopo elezioni | Centrosinistra | Assemblea Provinciale | Riforme | Assemblea Provinciale

Ultimo aggiornamento: 29-10-04