Stemma Città di Montichiari
Girelli Dopo elezioni

  Ultimo aggiornamento: 30-09-04

Home
Regione
Bacheca 2003
Personaggi
Ricorrenze
Eventi
Ultimissime
Insegnamenti di Moro
Democrazia
Calendario
25 Aprile 04
Risultati
Provincia
Consigliere
Girelli Dopo elezioni
Rilancio del centrosinistra

 

Comunicato Stampa

           Venerdì 16 Luglio 2004

Il segretario della Margherita replica a Bragaglio che aveva addossato ai centristi la responsabilità della sconfitta di Bino

"Basta all'egemonia dei Ds"
Girelli: "Non vedo il vento di sinistra: Bergamo e Milano casi circoscritti"


Nel centrosinistra è cominciato il chiarimento. Ovvero un dibattito senza troppi veli e giri di parole sulle ragioni della sconfitta alle provinciali. Ha cominciato l'Italia dei Valori con una nota che ha addossato parecchie colpe al candidato presidente Tino Bino. Ma il "botto" l'hanno fatto l'altro giorno i ds con una conferenza in cui il segretario provinciale Claudio Bragaglio ha individuato nel risultato della Margherita il punto di debolezza: "Il centro del centrosinistra ha segnato il passo".

Un'analisi che ha fatto montare su tutte le furie i dirigenti della Margherita. Il segretario provinciale, Gianantonio Girelli, replica contrattaccando.

Con una premessa: "Bino - ricorda Girelli - ha fatto un buon lavoro. Tutti dimenticano che fino a qualche mese fa c'era il timore che la Casa delle libertà potesse vincere al primo turno. Invece il secondo turno ce lo siamo giocato fino all'ultimo: forse, anzi, è stato in quella fase che nella percezione di molti sembrava ci fosse qualche possibilità in più".
Di solito il candidato presidente ha un effetto-traino sul proprio partito. Nel caso di Bino e della Margherita non è stato così...
Quella di Bino è stata una candidatura espressione della Margherita, che noi però abbiamo consegnato alla coalizione, mettendolo in condizione di lavorare al programma e all'allargamento della coalizione. Questo era anche lo scotto da pagare per tenere insieme tutti.
Però voi continuate ad avere un andamento a due velocità, nei Comuni e nelle provinciali...
In effetti il risultato del voto ci obbliga a ripensare a quanto è accaduto. Con nostri uomini abbiamo riconquistato Lumezzane, dove siamo la maggioranza nella maggioranza, e poi Carpenedolo e Bedizzole, abbiamo confermato Gardone Valtrompia e Sarezzo. A livello provinciale, invece, il 9.4% non coglie le aspettative, anche se è un risultato con banalizzerei.
I sindaci uscenti candidati nei collegi provinciali non hanno avuto l'effetto sperato?
Certo, l'effetto non è stato come si pensava, anche se tutti i primi nostri eletti sono sindaci. Noi paghiamo, fra l'altro, il fatto di non aver corso alle europee con un nostro simbolo. È un meccanismo perverso quello che ci ha portato a cambiare continuamente il simbolo. Dobbiamo invece lavorare sull'organizzazione territoriale del partito, che non può essere solo un comitato elettorale, ritagliandoci un preciso profilo dentro la coalizione.
È riaperta la guerra per la leadership?
È ora di mettere fine all'egemonia dei Ds nella coalizione. È un'esigenza nostra ma è un'esigenza soprattutto della coalizione. Ci sono zone dove l'elettorato ha una forte connotazione centrista e se non passa il messaggio che il centro è fondamentale nella coalizione, non si vince.
A Milano e Bergamo veramente vincono candidati non centristi...
A Bergamo si è vinto in città su una rottura della Casa delle libertà, a Milano la presidenza Colli non ha saputo coagulare il centrodestra. Io non sento proprio soffiare venti di sinistra da ogni parte. Di certo per la Margherita si apre una stagione di lavoro sui contenuti e sui programmi per affermare la propria identità.
Avete dei rimproveri da fare anche agli alleati "minori"?
Non possono continuare a esistere certe ambiguità. Non è possibile che alcuni partiti sentano l'esigenza di marcare la propria differenza con uscite su autostrade e caccia, per giunta fatte a casaccio. Tutto questo dà un'immagine di non affidabilità. A quel punto la soluzione migliore è nella chiarezza, come s'è fatto a Lumezzane.
Dove voi avete respinto l'alleanza con Rifondazione comunista...
Anche nel caso di Rifondazione si tratta di capire cosa si condivide e cosa no, e se - quando si stipula un'alleanza - si condividono oppure no i programmi. In questo caso non si trasmette una coesione che, pure, nelle elezioni provinciali su tanti punti c'è stata.
Cosa significa ripartire dai programmi?
Il centrosinistra governa la maggioranza dei Comuni, e nel centrosinistra nei Comuni la Margherita è maggioranza. Si tratta di mettere in rete queste presenze che avrebbero la possibilità di esercitare un forte condizionamento. Questo non vuol dire mettere chi ha vinto in Broletto in condizione di non governare, ma consente di far capire le proposte di governo del centrosinistra, anche perchè l'elettorato chiede affidabilità e proposte concrete. E chiede anche un modo nuovo di comunicare. Per noi si apre una stagione di maggiore proposta per prendere in mano la guida della coalizione.
Intanto i Ds vi ricordano che, rispetto alle politiche, siete scesi dal 16 al 9%, mentre loro sono saliti dal 9 al 12%.
Sembra che tutti nel centrosinistra vadano a cercare il perchè della mancata vittoria in casa d'altri. Il confronto con le politiche è improprio: allora noi beneficiammo dell'effetto-Rutelli. Il mio auspicio comunque è che venga mantenuta la fedeltà alla federazione di Uniti nell'Ulivo ma si rafforzi anche il partito, perchè dev'essere chiaro che la Margherita non è un fatto transitorio.
La scelta di Martinazzoli vi ha danneggiato?
La sua scelta ha comunque sottolineato il dubbio che la Margherita non rappresenti il centro del centrosinistra, ma è una posizione che poi non è andata all'incasso di grandi consensi.
Recriminazioni anche verso la Civica?
Il nostro tentativo di presentarci come "civica" era per aprirci alle espressioni del civismo. Invece i professionisti del civismo hanno anteposto alcune logiche di posizionamento pensando a risultati che non sono arrivati. Certo, se guardo a risultati di amici come Rizzardi e Groli, penso proprio che quei voti potevano venire a noi.
Il vostro esito deludente apre anche una questione sul voto e sul mondo cattolico? Esiste ancora, ha un ruolo?
Io ritengo che il mondo cattolico esista, e proprio per questo bisogna tornare all'idea originaria della Margherita, del popolarismo cattolico che si apre a forze più laiche. Un'idea tipica della Dc, un'operazione ancora incompiuta.
Alle regionali andrete con il vostro simbolo?
Non è certo un'idea sbagliata.
Delusi dal listone unico?
Noi l'abbiamo vissuto come un'imposizione, l'elettorato ce l'ha riconsegnato. Si ha un bel dire che è il primo partito: è una coalizione. Noi abbiamo perso voti a vantaggio dell'Udc, i Ds verso Prc e Comunisti italiani, l'elettorato socialista cercava un proprio simbolo e ha trovato quello di De Michelis. L'esperienza di Uniti nell'Ulivo è da ripensare, e anche Prodi deve imparare a guidare i processi, non solo a proporli. La politica fatta per e-mail non è nelle nostre tradizioni.
Triciclo troppo sbilanciato a sinistra?
La sensazione c'è, ma c'è anche la decisione del nostro partito di invertire questa tendenza. Per noi e per il bene della coalizione. E mi lasci aggiungere un'ultima cosa.
Prego.
A Brescia ci vorrebbe anche uno svecchiamento dei gruppi dirigenti della coalizione. Passino le correzioni con la biro rossa, però sono sempre gli stessi professori che le fanno. Noi della Margherita, invece, un rinnovamento del gruppo dirigente lo stiamo già facendo.
Massimo Tedeschi




© Copyright 2000-2001, Edizioni Brescia S.p.A. - Tutti i diritti riservati - Website by Intesys s.r.l.
               

     

   

Home | Regione | Bacheca 2003 | Personaggi | Ricorrenze | Eventi | Ultimissime | Insegnamenti di Moro | Democrazia | Calendario | 25 Aprile 04 | Risultati | Provincia | Consigliere | Girelli Dopo elezioni | Rilancio del centrosinistra

Ultimo aggiornamento: 30-09-04