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Al recupero hanno provveduto nei giorni 25 e 26 febbraio 2004, quindi immediatamente dopo la scoperta, l'antropologo Stefano Ricci e l'archeologa Rita Lanza.
L'attenzione degli studiosi venne subito attratta da un'insolita frattura avvenuta prima della morte del cavaliere e subita nella zona mandibolare che aveva causato la rottura di alcuni denti dell'arcata superiore sinistra.
Nella sepoltura (una fossa a 90 centimetri sotto il livello attuale)  si rinvennero anche due oggetti in material ferroso che presumibilmente erano appartenuti all'individuo.
L'operazione non é stata facile. Soprattutto la riesumazione del cranio é stata difficoltosa per la presenza di due grosse pietre che lo contenevano.
Sottoposti poi, in un periodo successivo, all'esame del Carbonio 14 a Miami in Florida, si é stabilito che i resti risalgono agli anni Trenta o Quaranta del XIV secolo, giusto quando si effettuava la terza fase di interventi costruttivi sul Castello.

 


a lato, le vedute frontale e laterale del cranio ricostruito.