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Ascoli!

 

Situato a sud-ovest del capoluogo su un'altura, formata da tre colline, dominanti la valle del Carapelle, nel fertile Tavoliere delle Puglie. Paesaggisticamente il versante più bello è quello che guarda verso il comune limitrofo di Candela. Le fiancate dell'altura su cui sorge sono state ricoperte di alberi sempre-verdi per prevenire smottamenti del terreno geologicamente di natura argillosa.

 Economia  [modifica]

La popolazione, non più dedita come in passato ad attività prevalentemente agricole, continua ancora a produrre cereali, olio di oliva, vino e formaggi in quantità superiore al suo fabbisogno. In compenso nella popolazione si è sviluppato un notevole interesse per l'artigianato tessile e per piccole attività industriali o artigianali. Da qualche tempo nei dintorni si estrae metano. La risorsa più importante per questa città continua ad essere il suo territorio, che per estensione è al quinto posto tra tutti i comuni della provincia. Sembra abbastanza attecchire l'industria edilizia, in continua espansione.

Anticamente chiamata Ausculum, da aus(s), ossia fonte. La specifica potrebbe riferirsi all'antica Satricum che sorgeva nei pressi.La prova certa che anticamente il nome della città fosse questo è stato possibile rilevarlo scritto con lettere greche sulle monete,che in esse si coniavano tra il IV e il III a.C,perché lo riferisce R.Garrucci,a pag 110 del II volume del libro Monete dell'Italia Antica e V.B.Head a pagina 45 del libro Storia numismatica.

Di antica origine, la città fu importante centro italico, ebbe moneta propria con la scritta Auhuscli.

I primi abitanti furono i Dauni, popolazione indo-europea giunta via mare dalle sponde illiriche nel XI secolo a.C. che si mescolà con le preesistenti popolazioni di origine mediterranea.

 L'avanzata di Pirro verso Roma - 280 a.C. - 275 a.C.Nel 279 a.C. Ascoli si trovò al centro dello scontro che oppose i Romani, che avevano già fatto grandi passi nella loro espansione sul suolo italico, a Pirro, re dell'Epiro chiamato in aiuto da Taranto, il quale cercava di crearsi qui un impero. L'esito della battaglia presso Ascoli, con la quale la città entrò nella storia e che rimane il fatto di maggior rilievo accaduto nel suo territorio, rese proverbiale tanto l'esculana pugna quanto la vittoria di Pirro.

Plutarco narra che: "Gli eserciti si separarono; e, da quel che si dice, Pirro rispose a uno che gli esternava la gioia per la vittoria che un'altra vittoria così e si sarebbe rovinato". Sotto i Romani poté continuare a coniare ed emettere a suo nome monete di bronzo, così come aveva fatto durante la dominazione greca precedentemente.

Durante la Seconda guerra punica (218-201 a C.), la città si alleò con Roma contro Annibale,che sterminò quasi l'esercito romano nell'agosto del 216 nella battaglia di Canne, presso Canosa di Puglia. Durante la guerra sociale, Lucio Cornelio Silla vi fondò la Colonia Militare Firmana, assegnandola ai veterani della Legio Firma, in località Giardino, vicino al nucleo urbano ascolano, in ottima posizione per controllarne militarmente il territorio. Fu qui che, probabilmente, sostò il poeta Orazio durante il suo celebre viaggio a Brindisi, nel 38 a.C., e fu principalmente questa colonia ad importare definitivamente in Ascoli la civiltà romana

«A mezzo il sec. IX», scrive lo storico ascolano Romolo Caggese,«i Saraceni la diedero alle fiamme;nel 1040,essa si ribellò ai Bizantini uccidendo il catapano Niceforo Ducliano; il 4 maggio 1041 si combatté a pochi chilometri dalla città,sull'Ofanto,la battagia che assicurò ai Normanni il dominio delle Puglie. Durante la dominazione angioina,fu feudo di parecchie case,tra le quali quella dei d'Aquino, e spesso teatro di rivolte sanguinose contro signori feudali e vescovi odiati.Nel 1530 divenne feudo di Antonio De Leyva, e finalmente dei duchi Marulli». Nel 1753 per volere di Carlo III di Borbone fu istituito ai fini fiscali l'Onciario catastale della Città di Ascoli allo scopo di abolire i privilegi feudali della nobiltà e del clero.«Fu teatro, nel 1799, di una vasta tragedia sanfedista ,oggi ricordata da una lapide in piazza Cecco d'Ascoli.È sede di uno dei più antichi vescovati pugliesi.Ha come si è detto, una notevole cattedrale, e un castello dell'età angioina in gran parte abbandonato »(1).Durante l'ultimo periodo dell'ancien regime ,Ascoli Satriano -secondo Nevill Colclough - è stata «una società meno stratificata,più coesiva e più compatta di quella che era destinata a diventare sotto l'impatto della riforma agraria ,della modernizzazione e della capitalizzazione della sua economia che seguirono l'abolizione della Regia Dogana e l'apertura del tavoliere nei primi anni del XIX sec.» (2).

 Dalla Rivoluzione industriale ad oggi  [modifica]

 Il quarto stato, un celebre dipinto realizzato dal pittore Giuseppe Pellizza da VolpedoLa Rivoluzione industriale fece sentire i suoi effetti negativi anche su Ascoli: causò la perdita del lavoro a molta gente e creò il boom dell'emigrazione, dell'abbandono delle campagne verso le città, con la conseguenza che il paese incominciò rapidamente a spopolarsi. Pur di lavorare molti ascolani emigrarono ovunque e vi fu persino chi andò a fare il minatore negli Stati Uniti d'America, al tempo in cui era molto diffuso il canto popolare " Mamma mia dammi cento lire,chè in America voglio andar ...[1]".

Lo sviluppo demografico della popolazine ascolana (vedi sotto: fonte ISTAT) ha conosciuto dal 1861 dei periodi di alti e bassi fino al 1961, anno in cui ha raggiunto il massimo storico con 11.966 abitanti. Da questo momento in poi la popolazione è andata gradualmente diminuendo a causa della continua emigrazione di disoccupati in cerca di lavoro in Italia ed all'estero ed anche verso le Americhe e gli Stati Uniti, durante la grande ondata d'immigrazione passata attraverso Ellis Island tra il 1892 e il 1954, che viene considerata la più grande di tutti i tempi.

I discendenti degli ascolani sbarcati nella celebre stazione americana di accoglienza degl'immigrati sono cresciuti esponenzialmente e oggi sono circa duemila dei 20 milioni di italo-americani che vivono negli Stati Uniti ,stando ad un calcolo proporzionale effettuato sulla base dei dati riferiti dallo storico Alexander DeConde nel libro "America half sweet,half better" (3). Non è possibile fare un calcolo più preciso attraverso il database di Ellis Island, perché gl'immigrati sbarcati sono stati catalogati in base alla nazionalità e non in base al comune di provenienza. Finché il database non sarà aggiornato tale calcolo è possibile solo attraverso i permessi di espatrio rilasciati dal Comune di Ascoli Satriano. Gli espatri avvennero maggiormente dal 1903 al 1914, scemando poi gradualmente fino a subire un battuta di arresto a causa dell'apertura delle ostilità decise dal governo Mussolini. Le emigrazioni ripresero normalmente nel dopoguerra, finché il governo americano decise la chiusura di Ellis Island e la sua trasformazione in Museo dell'immigrazione. Secondo Pamela Reeves autrice del saggio Ellis Island, Gataway to American Dream, l'immigrazione avvenne soprattutto per tre motivi: per sfuggire alla povertà cronica, alle persecuzioni politiche e alle condanne penali ricevute nei paesi d'origine.

Da questo punto in poi è difficile sapere se Ascoli Satriano e i suoi abitanti siano stati protagonisti come in passato di importanti avvenimenti della storia italiana. Comunque,dopo i tragici bombardamenti di Foggia del 1943, Ascoli Satriano fu liberata dalle truppe anglo-americane, al cui seguito partecipò anche lo scrittore irlandese James Joyce, il quale nello scrivere poi il celebre romanzo Ulisse, ne parla per via della famosa battaglia avvenuta nel 279 a.C., durante l'interrogazione a uno studente

 « Non ricordo il luogo,professore, 29 a.C. Ascoli, disse Stephen, dando un'occhiata al nome ed alla data sul libro con i suoi sfregi cruenti. Sì, professore. E disse: Un'altra vittoria come questa e siamo spacciati »

 (James Joyce, Ulisse)

 Il Dopoguerra  [modifica]

Ascoli Satriano nel dopoguerra, prima, durante e dopo la Riforma fondiaria si trovò - per la sua vicinanza a Cerignola - al centro di importanti lotte bracciantili e contadine contro il latifondismo, la mezzadria e le gabbie salariali. Scioperi, manifestazioni ed occupazione di terre erano frequenti. Sindacalisti e politici come Giuseppe Di Vittorio, Baldina Di Vittorio, Alfredo Reichlin, Michele Magno, Michele Pistillo, Pietro Carmeno, Angelo Rossi, ecc. periodicamente pronunciavano dei discorsi appassionati per organizzare e sostenere le rivendicazioni delle classi lavoratrici in Piazza Cecco d'Ascoli.

 Ascoli oggi  [modifica]

Ascoli oggi è una realtà in trasformazione. La popolazione in genere è dedita ad attività impiegatizie, commerciali, artigianali, ma ricava la sua ricchezza soprattutto dal suo territorio e dall'agricoltura in fase di modernizzazione. Parte della ricchezza così prodotta - unitamente alle banche- sta finanziando la nascente industria delle costruzioni che, a partire dagli anni sessanta, lentamente sta modificando il suo aspetto paesaggistico da paese agricolo in centro urbano, come dimostra il fatto che ovunque edifici in cemento armato stanno sostituendo vecchie abitazioni contadine in pietra, muratura o tufo. L'abitato comunque è in continua espansione, sia perché le giovani coppie preferiscono abitare in nuove abitazioni e sia perché gli Ascolani residenti altrove tendono ad investire parte dei loro risparmi nell'acquisto di una casa per le vacanze e per i "weekend" nel loro paese d'origine, come dimostra anche il numero delle agenzie immobiliari in continua crescita.

Il 21 luglio del 2003 il Presidente della Repubblica concede ad Ascoli il titolo di città. In seguito a questo D.P.R. il comune modifica il proprio stemma