BLUMEN
MYTHOS
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La
struttura mitica
Il fiore e l’uccello, elementi centrali nel mito rappresentato,
possono essere considerati come simboli che si riferiscono al campo umano.
Più precisamente possiamo vedere nel fiore un oggetto femminile e nell’uccello
un oggetto maschile. Diversi indizi vanno in tal senso:
- il genere grammaticale in tedesco (Blumen, cioè
fiore, è femminile, Vogel, uccello, è maschile);
- l'uso simbolico nella lingua naturale (rispettivamente
nel discorso poetico e in quello erotico);
- la forma: l’uccello come oggetto a punta, penetrante,
il fiore come calice che accoglie.
Siamo ora in grado di concludere l’analisi. Avevamo visto
che il fiore assume tutti e due i valori plastici opposti previsti dai
codici 1 e 3. Questo non perché non rispetti i due codici, ma perché si
tratta di una struttura di mediazione, di un mediatore mitico. Il fiore,
cioè, partecipa della doppia natura dell’animato e dell’inanimato, del
celeste e del terrestre. Ma è anche simbolo femminile. Per cui possiamo
concludere con Thürlemann:
Il grande “fiore”
è l’oggetto che, manifestandosi attraverso una struttura plastica complessa,
permette il passaggio dal campo cosmologico (“inanimato” e “celeste”)
al campo “animato” e “terrestre”, quello dei vegetali e degli animali,
ma anche quello dell’essere umano.
Il mito è un racconto,
racconta una storia. Se riprendiamo lo schema della struttura di mediazione,
sembra ora facile formulare un racconto elementare che, nel nostro caso,
si articola sul rapporto fra gli oggetti centrali, “l’uccello”, “il
fiore” e gli “astri”: l’uomo, sottoforma di “uccello”, si unisce alla
donna-“fiore”, ma tramite questa congiunzione entra indirettamente in
contatto con il cosmo, rappresentato nella sua forma pura dagli “astri”.
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