CATEGORIE
PLASTICHE 1/9 Che cosa sono le categorie plastiche Lo studio dell’espressione del livello plastico di un’immagine richiede innanzitutto degli strumenti di descrizione. Dobbiamo avere cioè una serie di punti di riferimento fissi che ci accompagnino in tutte le nostre analisi: le cosiddette categorie plastiche. Qualcosa del genere accade in fonologia quando cerchiamo di definire un fonema. Abbiamo in pratica un “set” di caratteristiche (sonoro/sordo, nasale/non nasale, ecc.) che ci permettono di dare una descrizione precisa del fonema in questione. Ma i fonemi di una lingua sono difficilmente più di 30 o 40. Si tratta, cioè, di un repertorio molto limitato che quindi è più facile da controllare e da descrivere. Nel caso delle immagini le cose cambiano. Non abbiamo soltanto alcuni tipi di linee o colori, ma un’infinita e continua variazione. Non è possibile quindi creare una “fonologia plastica”. L’ideale che deve essere preso in considerazione non è quindi tanto quello della fonologia, ma quello della semantica, che è la disciplina che studia il significato. Di fronte all’impossibilità di creare un elenco limitato di categorie che possano descrivere tutti i significati di un universo culturale, la semantica si concentra sulle categorie pertinenti ad un determinato micro-universo dato. Bisogna quindi assumere un approccio un po’ “minimalista” nel descrivere le categorie plastiche. Ciò ovviamente non impedisce che qualche punto di riferimento possa essere comunque dato. |
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