RAGGI DI LUNA 2010

 

VENERDI' 16 LUGLIO PARTE LA SECONDA EDIZIONE DELLE PASSEGGIATE SERALI " RAGGI DI LUNA" ORGANIZZATE DALLA NOSTRA ASSOCIAZIONE. APPUNTAMENTO ALLE ORE 20.30 IN PIAZZA SAN GIOVANNI CON LAMPADINE E GIUBOTTI CATARIFRANGENTI. QUOTA DI ADESIONE € 2,50. LE ISCRIZIONI SI POSSONO EFFETTUARE PRESSO EUROBIKE DI PASQUALE FORNARI - VIA BRINDISI A SAVA E PRESSO L'IDEAL BAR DI PIAZZA SAN GIOVANNI - ATTENZIONI I MINORI DEVONO ESSERE ACCOMPAGNATI.

RAGGI WEB

PIANTIAMOLA

 

ANCHE LA NOSTRA ASSOCIAZIONE ADERISCE AL PROGETTO DEL GRUPPO SCOUT AGESCI SAVA 2 PER LA REALIZZAZIONE DEL PARCO ANNESSO AL SANTUARIO DELLA MADONNA DI PASANO. CONTRIBUISCI ANCHE A TU PORTANDO MARTEDI' 5 GENNAIO 2010 DALLE ORE 15.30 IN POI TUTTO QUANTO PUO' FARE UN PARCO: ALBERI, PIANTE, BULBI, SEMI, PANCHINE E GIOCHI DA GIARDINO, ARNESI E ATTREZZI, DONAZIONE IN DENARO FINALIZZATO ALLO SCOPO ETC. ETC.. VI ASPETTIAMO NUMEROSI

PIANTIAMOLA

STIAMO LAVORANDO PER VOI www.domuspasano.org

 

1°BIMBIMBICI A SAVA

 

Si è tenuta domenica 17 Maggio 2009 la prima edizione di bimbimbici a Sava

 

TESSERAMENTO 2009

SI AVVISA CHE E' IN CORSO IL TESSERAMENTO 2009, LE QUOTE DEVONO ESSERE VERSATE ENTRO IL MESE DI MAGGIO. RICORDIAMO CHE LE QUOTE DEVONO ESSERE CONSEGNATE NELLE MANI DEL PRESIDENTE FRANCESCO PALMA O DEL CASSIERE ROBERTO FRANCO.

€ 5.00 BAMBINI

€ 10.00 SOCIO ORDINARIO

€ 20.00 SOCIO SOSTENITORE

ARCHIVIO DELLE ESCURSIONI DOMENICALI

 

 


Cicloescursione alla Madonna della Grotta

Percorso escursionistico del 2 dic 2007

madonna grotta Anche questa Domenica si parte con un nebbione che aumenta sempre più per poi cominciare a diradarsi alle porte di Francavilla Fontana. Abbiamo scelto un percorso cicloturistico un pò diverso dal solito, puntiamo direttamente alla masseria della Madonna della grotta in agro di Ceglie Messapica. Percorriamo la provinciale con accortezza, la visibilità è davvero scarsa. Leggi tutto

 


Strada dell'arneo, una discarica lunga chilometri

Percorso escursionistico Macchia e nebbie

La nebbia è fitta, iniziamo a pedalare ed è impossibile indossare gli occhiali, le lenti sono bagnate. Arriviamo ad Uggiano Montefusco e da lì per una strada secondaria raggiungiamo il "Cardinale" e poi sempre diritti per i "Castelli".Nei pressi incontriamo la Chiesa di Madonna Concedi Grazia: un piccolo santuario, del XVIII sec. I fedeli lo visitano di Sabato, bisognerà approfondire la conoscenza. All' incrocio, dove la strada dell'Arneo


Grottaglie: le cave di Fantiano

Percorso escursionistico cave e grotte

Fà freddo, ha nevicato il giorno prima, minaccia di pioggia incombente. Le previsioni meteo ci hanno indotto a procrastinare "Raggi nei paraggi" ma noi, indomiti o incoscienti, fate voi, partiamo alla volta di Grottaglie.
I completi invernali fanno il loro dovere, ma il vento di maestrale ci taglia il viso. A buona andatura percorriamo la provinciale che ci conduce a S.Marzano di S.Giuseppe e a circa 2 km. dall'abitato ci fermiamo un attimo, il tempo di scattare un paio di foto, alla "Casa rossa":questa masseria il cui corpo principale è del XIX sec., conserva un trappeto semi ipogeo databile al XVII sec, purtroppo in condizioni di degrado strutturale. Nella zona sono state ritrovate tracce di insediamenti tardo antichi ed altomedievali.bici
Oltrepassiamo S. Marzano e pedaliamo verso Grottaglie. All'incrocio con la  tristemente famosa Francavilla Fontana - Carosino, sostiamo per riflettere su un'opera, la "rotonda", che dopo decine di morti e famiglie distrutte, la Provincia ha pensato bene di realizzare.
Via verso la meta. Oltrepassiamo Grottaglie, città ricca di tradizioni e centro di produzione di una famosa ceramica, ed imbocchiamo una strada secondaria che conduce a Martina Franca. Non possiamo non rilevare la maleodorante presenza di un canale di scolo e disseminati lungo il ciglio della strada rifiuti ed oggetti in eternit. Addirittura una piccola discarica nel cortile di un fabbricato sottoposto al manto stradale.>>>


 

http://www.youtube.com/watch?v=9OUFEgL9bjI

http://www.youtube.com/watch?v=6Q_45HGoo2w

http://www.youtube.com/watch?v=HMUCt6xbTJU

http://www.youtube.com/watch?v=3wVkObGwTsc

you tube


Ma che cos’ha di così miracoloso la bicicletta? E'una medicina tanto efficace da non avere data di scadenza

La bicicletta fa parte dell’essere umano: è un suo prolungamento organico. Chi sa pedalare vive più a lungo ed è più felice di chi sa guidare soltanto l’automobile. L’involuzione della civiltà occiden-
tale è iniziata a metà del novecento, quando il numero delle biciclette è stato superato da quello delle automobili. I sociologi più acuti oggi ci invitano a cambiare stile di vita: non bucare l’ozono, riciclare le carte di caramella, lavarsi i denti con mezzo bicchiere d’acqua.

Stefano Garzano – da Proposta Educativa Scout

 

Diciotto biciclette per un auto

«La bicicletta richiede poco spazio. Se ne possono parcheggiare diciotto al po-
sto di un’auto, se ne possono spostare trenta nello spazio divorato da un’unica vettura. Per portare quarantamila persone al di là di un ponte in un’ora, ci vo gliono dodici corsie se si ricorre alle automobili e solo due se le quarantamila persone vanno pedalando in bicicletta.
L’uomo in bicicletta può andare tre o quattro volte più svelto del pedone, con sumando però un quinto dell’energia. Per portare un grammo del proprio peso per un chilometro di strada piana brucia soltanto 0,15 calorie. La bicicletta è il perfetto traduttore per accordare l’energia metabolica dell’uomo all’impeden-
za della locomozione. Munito di questo strumento, l’uomo supera in efficienza non solo qualunque macchina, ma anche tutti gli altri animali. Un’élite accumula distanze incalcolabili in tutta una vita di viaggi circondata da premure, mentre la maggioranza spende una fetta sempre maggiore della
propria esistenza in spostamenti non voluti. Nelle società opulente, coloro che fruiscono di alte velocità sono sballottati da un’isola all’altra senz’altra compagnia fuorché quella di altri passeggeri diretti da qualche altra parte. La solitudi ne dell’abbondanza potrebbe cominciare a rompersi se la gente riprendesse a usare l’innata facoltà di muoversi intorno al luogo in cui vive. L’ambiente impoverito dell’isola pedonale potrebbe così incarnare l’inizio della ricostruzione
sociale».
Ivan Illich,in Elogio della bicicletta,
Bollati-Boringhieri,Torino 2006


 

 

 

 

 

Eno-gastronomia in bicicletta

enogastro07/12/2007 - In bicicletta alla scoperta delle bellezze paesaggistiche e artistiche del Miranese. Arte, enogastronomia, tradizione, folclore, musica e spettacoli in un’unica offerta culturale. Questo è quanto propone il Progetto Interreg IIIA dal titolo “Turismo grande opportunità per il miranese. Mete nella Terra dei Tiepolo”, nato dalla collaborazione tra Italia e Slovenia, per valorizzare il territorio del Miranese, potenziando il turismo.
Il progetto prevede l'attivo coinvolgimento di un partner sloveno, la Camera di Commercio di Capodistria che favorirà la ri-presentazione di iniziative realizzate in Slovenia anche sul territorio del Miranese. Partner partecipanti sono la Confesercenti di Venezia, la Camera dell'Economia di Capodistria, la Provincia di Venezia, la Camera di Commercio Venezia, la Legacoop Veneto e Dieffe Scarl. L’obiettivo è di dare valore e visibilità alle tante attrattive del Miranese nel suo complesso, promuovendo la zona come area di interesse turistico sia per l’utenza nazionale che estera.

“Obiettivo del progetto – ha spiegato Maurizio Franceschi, segretario provinciale della Confesercenti – è di promuovere il Miranese, sviluppando la sua vocazione turistica e la capacità ricettiva”.

Mete prevede la realizzazione di un art-box, vale a dire un cofanetto, per la promozione dell’ecoturismo. Gli itinerari saranno a disposizione di turisti ed abitanti nei negozi e negli alberghi dell’area del miranese.

Cinque differenti schede tematiche guideranno il turista alla scoperta l’entroterra veneziano:

a. La bicicletta: mezzo di trasporto ideale per uno stile di vita più sostenibile e per godere delle bellezze paesaggistiche del luogo.
b. I Tiepolo: la “Terra dei Tiepolo” rimanda alla illustre famiglia di artisti che abitarono e impreziosirono quest’area di campagna, contribuendo a caratterizzare un periodo storico di passaggio come quello della fine della Repubblica Serenissima.
c. Aree naturalistiche parchi e ville venete: è una terra ricca di aree di interesse naturalistico, di zone fluviali, di acque di risorgiva, di ville, parchi e castelli. E’ un habitat ideale per flora e fauna autoctona ma anche zona di passaggio di rotte migratorie.
d. Le manifestazioni: alla scoperta delle importanti manifestazioni che durante l’anno animano il territorio (da Ubi Jazz al Palio di Noale, dalla Festa della Filatura di Salzano al Zogo dell’Oca di Mirano, passando per le Feste Cortesi di Santa Maria di Sala). L’obiettivo è quello di mettere in rete i vari appuntamenti al fine di creare un unico grande calendario di eventi a cui il cittadino e il turista possano riferirsi durante l’intero arco dell’anno.
e. La storia e la cultura: l’obiettivo è quello di individuare le modifiche del territorio e di interpretarle attraverso gli eventi storici locali.
Saranno, inoltre, organizzati cinque eventi enogastronomici:
• a cena in un luogo tipico di Capodistria: l’occasione per scoprire la terra e la cultura slovena e concretizzare questo gemellaggio.

• slow bike: percorso ciclistico a tappe nel territorio dei comuni sopra indicati alla scoperta dei luoghi e dei sapori nell’arco di una giornata.
• cena sotto le stelle: occasione unica di degustazione dei prodotti tipici del miranese in una piazza che si trasformerà per l’occasione in un rappresentativo ristorante a cielo aperto.
• gran gala di METE: cena finale con tutti gli operatori coinvolti caratterizzata dalla degustazione di prodotti tipici locali e accompagnata da un concerto.

• a cena con un luogo tipico della Terra dei Tiepolo: cena in un ambiente di esemplare connubio tra ristorazione ed eventi culturali


 


SAVA - CITTA' DEL VINO

Il cuore pulsante del Primitivo di Manduria- Sava

logo

La zona di produzione del Primitivo a denominazione di origine controllata, orgoglio dei cittadini di questa terra, che, con una magica arte raffinatasi nel secolo e tramandatasi di generazione in generazione, ne curano la coltivazione, non è molto ampia. Ha il "cuore pulsante" nei comuni di Manduria e Sava, e si estende nel resto del versante orientale della provincia jonica (Avetrana, Torricella, Fragagnano, Lizzano, San Marzano, San Giorgio, Roccaforzata, Faggiano, Pulsano, Leporano, Monteparano, Carosino e Talsano) e in tre comuni confinanti della provincia di Brindisi (Erchie, Oria e Torre Santa Susanna).
In questa zona omogenea, i cui terreni sono caratterizzati dalla presenza di roccia calcarea tufacea spesso fessurata, poggiante su uno strato di argilla e sotto uno strato di terre fertili, si producono quattro versioni del Primitivo DOC.
Le caratteristiche del Primitivo di Manduria
Il Primitivo di Manduria DOC classico è secco, austero, di 14 gradi, robusto, corposo, rosso come il Borgogna, asprigno, completo, ma con quel suo denso colore cardinalizio che si impone anche con un intenso profumo. Il disciplinare impone che il Primitivo DOC classico debba essere posto in commercio non prima del giugno dell'anno successivo a quello di produzione delle uve. E' un vino classico per arrosti, selvaggina e sughi di carne.
C'è poi la versione dolce naturale del Primitivo di Manduria DOC: è un vino delizioso con gradazione minima di 16 gradi complessivi. E' un vero e proprio nettare, indicato con pasticceria secca di mandorle, crostate di frutta e frutta secca in genere. Ha invece due anni di invecchiamento e non meno di 18 gradi la versione liquorosa secca del Primitivo DOC. E' uno splendido vino da dessert, amabile, ma non forte, intenso, profumato.
Infine il top dei primitivi: il liquoroso dolce naturale. E' invecchiato in barrique per non meno di due anni. Di colore rosso violaceo, può arrivare sino a 19 gradi. Ma il suo sapore è decisamente dolce, vellutato, carnoso, gustoso. E' un dolce tutto particolare, non mieloso né lezioso, ma forte e robusto, che dà una sensazione di piacere puro. Un vino, insomma, che nulla ha da invidiare agli storici liquori da dessert, come il Porto o lo Cherry. Un vino straordinario, che non va bevuto, ma gustato a piccoli sorsi.
Caratteristiche, quindi, che rendono unico ed inimitabile il Primitivo di Manduria DOC. Diverso anche dal californiano Zinfandel, che recenti studi hanno dimostrato avere le stesse caratteristiche genetiche del Primitivo. Si tratta, però, di due vini differenti che i diversi territori di produzione hanno caratterizzato in modo esclusivo.
Rosso intenso come il sangue, lascia il segno sulle labbra di chi lo gusta, attratto dal sul profondo colore vellutato e dal suo profumo inconfondibile, eppure limpido, schietto e trasparente, dove ci si rispecchia tra quei riflessi purpurei. Il Primitivo cambia secondo il metodo di lavorazione ma resta sempre forte, robusto, un po' selvatico, evocando piacevoli sensazioni e riscaldando il cuore e l'animo.
L'origine della selezione della pianta e successivamente la definizione di Primitivo viene attribuita ad un uomo di chiesa, "Don Francesco Filippo Indelicati" primicerio della chiesa di Gioia del Colle, il quale notò che tra i vitigni da lui amorevolmente coltivati c'era una pianta che giungeva a maturazione prima di tutte, dava un'uva particolarmente gustosa e dolce e si poteva vendemmiare già sul finire di Agosto. Il successo di queste uve fu tale che spinse i coltivatori di Gioia del Colle ad estenderla ai terreni circondanti. A Manduria e dintorni, la pianta ha trovato, sin da allora un habitat naturale ottimale, soprattutto nelle lingue di terra che costeggiano il mare, ma anche altrove, il clima ha favorito quell'appassimento naturale del frutto, che fa aumentare gli zuccheri ed elevare la gradazione alcolica. I terreni favorevoli hanno aiutato la pianta ad affondare le radici, la dove potesse trovare la frescura sotterranea per combattere il sole cocente d'estate ed essa è cresciuta rigogliosa e fiera, modellandosi alle bizzarrie del vento.


Tutta questa forza del vitigno la si ritrova pienamente nel prodotto del suo frutto, infatti, il Primitivo è un vino che si beve a piccoli sorsi, lo si centellina piano piano con parsimonia, gustandone il suo bouquet ricco e aromatico che soddisfa e fonde gusto e odorato. Classico vino da meditazione, decantato da poeti e scrittori, ottimo per innaffiare ed esaltare varie pietanze e ben s'accompagna con arrosti, cacciagione e selvaggina, giungendo al top su salse e cibi piccanti. Invecchiato, invece, trova la sua perfetta collocazione con le specialità dolciarie pugliesi a base di pasta di mandorla, con i tipici "scajuèzzuli" e "cupeta".
Un vino alla riscossa
Oltre un secolo è oramai trascorso da quando don Menotti Schiavoni imbottigliò il primo Primitivo di Manduria. Risale al 1891 la prima etichetta di cui si ha memoria e testimonianza. Il vino, di cui Menotti Schiavoni era gelosissimo (solo pochi amici erano ammessi alla degustazione), veniva prodotto sulle dune di Campomarino, la località rivierasca frazione di Maruggio, a pochi chilometri da Manduria. Questo Primitivo fu denominato da Menotti Schiavoni proprio Campo Marino.
E dopo oltre un secolo da quella prima bottiglia di Campo Marino, il Primitivo è entrato, di diritto, nel gotha dei vini. Un risultato possibile grazie alla costanza e alla laboriosità dei contadini, nonché alla lungimiranza e alle capacità dell'ultima generazione di produttori.
Dopo aver per anni mortificato il prodotto principe dell'agricoltura di questa terra svendendolo ad importatori francesi o tedeschi, oppure a produttori di altre zone d'Italia, che hanno utilizzato come vino da taglio il Primitivo DOC, ideale per dare più spessore qualitativo a vinelli rossi di minor corpo, a Manduria si è voltata pagina. Da quando si è finalmente presa coscienza delle notevoli potenzialità del Primitivo, fra i piccoli produttori si sta assistendo ad una importante inversione di tendenza. Non si estirpano più i vigneti di Primitivo per incassare il relativo premio della Comunità Europea, ma, anzi, si è sviluppata una vera e propria corsa alle concessioni per ottenere le autorizzazioni ad impiantarne di nuovi.
Il Primitivo è ritornato ad essere il fulcro dell'intera economia di questa zona. Corteggiate dagli importatori di tutti i continenti, le bottiglie del Primitivo DOC, dopo una già capillare distribuzione in tutta Europa, hanno oggi conquistato le tavole sia degli americani che dei giapponesi. Si esportano decine di migliaia di bottiglie nei Paesi del sud-America e dell'Asia. E recentemente con il Primitivo pasteggiano anche gli australiani e gli svedesi.

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