"Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per la razza umana ci sia ancora speranza" H.G. Wells 

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Fiab e Fai, alleanza per la mobilità sostenibile

In occasione della Giornata di Primavera che si terrà il 5 e 6 aprile del 2008

Anche quest'anno si rinnova la collaborazione tra FIAB e FAI. In occasione della Giornata di Primavera che si terrà il 5 e 6 aprile del 2008, le associazioni della Federazione Italiana Amici della Bicicletta, presenti sul territorio, organizzeranno escursioni in bicicletta per visitare i beni che verranno aperti al pubblico.

I responsabili locali della Fiab sono già al lavoro per rendere disponibili entro il prossimo 21 gennaio, tutte le notizie utili allo scopo: itinerari, luogo e orario di ritrovo, distanza da percorrere in bici, eventuale trasferimento in treno con bici al seguito, difficoltà dell'escursione. Tutti i dati utili saranno pubblicati sul catalogo nazionale prodotto dal FAI, sul sito internet della Fiab e su quello delle associazioni locali, se esistente.
bicicittà
"Il rinnovato accordo tra FAI e FIAB - dichiara il direttore FIAB Luigi Riccardi - rappresenta un importante occasione per diffondere la cultura della bicicletta come mezzo di trasporto abituale rispettoso dell'ambiente e dei monumenti, sempre più minacciati dall'inquinamento da traffico veicolare. Come per gli anni precedenti, ci aspettiamo che un numero sempre maggiore di cittadini, insieme ai nostri soci, voglia partecipare alle visite guidate in bicicletta, lasciando a casa l'auto".

 


 

Doretta Vicini *

Pedalare sul velluto (dal Manifesto)

Nelle città europee 300 milioni di ciclisti pedalano sul velluto
I tedeschi pedalano in vacanza muovendo un mercato da 5 miliardi di euro, gli inglesi hanno modificato il codice della strada e Londra ha raddoppiato le due ruote, Parigi è invasa da 20 mila biciclette pubbliche, a Copenhagen il 36% dei cittadini va al lavoro su due ruote, in Olanda ci sono parcheggi da 10 mila posti
«From Vision to Reality» era il titolo di Velo City 2007, la più grande conferenza mondiale sulla bici organizzata lo scorso giugno a Monaco di Baviera dalla European Cyclists’ Federation. In Europa ci sono 300 milioni di biciclette - un numero maggiore a quello delle auto ed ogni anno vengono percorsi in bicicletta 100 milioni di km. Nell’Unione Europea circa il 50% di tutti gli spostamenti in auto sono inferiori a 5 km, 30% sono persino inferiori a 2 km.
Camminare o andare in bici è la soluzione ideale per questi brevi spostamenti e offrirebbe un importante contributo alla diminuzione di emissione di CO2. Secondo la Dutch Cyclists’s Federation, se tutti gli spostamenti fino a 7,5 km fossero sostituiti con spostamenti in bici le emissioni di C02 nei Paesi Bassi scenderebbero di 2,4 milioni di tonnellate l’anno. Ma la bicicletta non è solo utile, è anche dilettevole.
La Germania vanta in Europa il primato delle vacanze in bicicletta. 45,4% di turisti tedeschi di oltre 14 anni (21,72 milioni) hanno usato nel 2006 la bici almeno per qualche giorno durante le vacanze. Nel 2005 erano 21,67 milioni contro, ad esempio, 7,9 milioni di sciatori e 3,8 milioni di giocatori di golf. Questa popolarità delle due ruote per le vacanze è dovuta anche all’efficiente rete di alberghi e B&B certificati dalla ADFC, la federazione dei ciclisti tedeschi, che conta 450 associazioni e 113.000 soci ed è sostenuta da 45 aziende. Si tratta di 4.536 strutture (marzo 2007) in continuo aumento. Viene pubblicata anche una lista aggiornata al 2007 (10°edizione) di 2.650 famiglie, che sono disposte ad ospitare gratuitamente i ciclisti.
I paesi prediletti sono quelli che offrono più servizi, quindi, oltre alla Germania, l’Olanda, l’Austria e la Francia, che hanno capito tra i primi l’enorme potenziale di questo mercato, che si aggira in Germania intorno ai 5 miliardi di euro. In media si spende per un viaggio in bici 1.169 Euro.
Anche in Inghilterra non sono i poveri ad andare in bici. Infatti il quinto più ricco della popolazione inglese fa in media due volte e mezzo più chilometri del quinto più povero. La London Cycling Campaign ha riscontrato che le persone con un reddito più alto tendono ad essere più istruite e quindi a comprenderne meglio i benefici per la salute.
Studi inglesi hanno dimostrato, infatti, che i ciclisti abituali hanno un fisico di 10 anni più giovane e che gli ultra 35enni che vanno in bici regolarmente aggiungono due anni all’aspettativa di vita. Per questa ragione il Cyclists Touring Club, che conta 70.000 membri, ha ricevuto una sovvenzione di 4,5 milioni di sterline per promuovere la bicicletta anche nella fascia più disagiata della popolazione. A questa organizzazione va anche il grande merito di essere riuscita a cambiare ben 40 regole nel codice della strada a favore dei ciclisti. Grazie alla loro iniziativa più di tre milioni di frequentatori di cinema la scorsa estate hanno visto un filmato di 60 secondi chiamato CycleHero che dimostra come l’andare in bicicletta può aiutare a risolvere i problemi dell’ambiente
Ma passare alla bici ha benefici effetti anche sulla società in generale. Ogni volta che un automobilista si converte alla bici, dicono sempre gli studi inglesi, il risparmio è di 400 sterline l’anno, che vuol dire un minore aggravio sulle spese sanitarie, su assenze per malattia e tempo sprecato nel traffico cittadino. Un aumento del 20% entro il 2012 farebbe risparmiare 107 milioni di sterline in morti premature tra gli adulti, 52 milioni di sterline in spese sanitarie e 87 milioni di sterline in costi ai datori di lavoro per la diminuzione delle assenze per malattia.
Al momento solo 1,5% di tutti gli spostamenti avviene in bici in Inghilterra, ma questo non vale per Londra dove dal 2000 l’aumento è stato dell’83% secondo uno studio del Transport For London.
Il 2006 è stato l’anno del boom nella capitale britannica. L’uso della bici è salito vertiginosamente con l’aumento della congestion tax da 5 a 8 euro, deciso dal sindaco Livingstone, «Ken il Rosso». Livingstone non è un ciclista - preferisce gli autobus e la metropolitana - ma ha fatto più per la bici in Gran Bretagna di qualunque altra figura pubblica negli ultimi 120 anni. Ha affermato «Voglio che Londra diventi a world-class cycling city», e così è stato. Infatti gli investimenti di Transport for London per la bici sono saliti da 5,5 milioni nel 2000 a 32 milioni fino al 2010.
Ma Livingstone non è l’unico sindaco europeo a essere convinto dei benefici effetti delle due ruote. Anche Bertrand Delanoë ha operato una vera e propria rivoluzione a Parigi con l’introduzione di 20.000 bici pubbliche, che hanno cambiato il volto della città e hanno convinto molti cittadini a lasciare l’automobile e a comprarsi una bici propria. I più convinti assertori della bici sono però gli olandesi e i danesi. A Copenhagen tutti vanno in bici, gli studenti, le donna incinta, i professionisti, i poliziotti...e anche il re. Ci sono 2.000 km di piste o corsie ciclabili. Il 36% dei cittadini si reca al lavoro in bici, a poche pedalate dall’obiettivo che si è posto la municipalità di arrivare al 40% di ciclisti abituali. Dappertutto ci sono parcheggi per le bici e i negozi addetti alla riparazione sono 143 in città, contro una media europea di 10-20, ad eccezione di Praga che ne ha 85, sintomo del considerevole aumento d’interesse (altre informazioni sul sito: www.transportbenchmarks.org). Il numero degli incidenti gravi è diminuito del 18% dal 2002. Una curiosità: al pronto soccorso dell’ospedale di Frederiksberg durante il weekend metà degli incidenti in bicicletta sono di persone che vanno in giro ubriache.
L’Olanda è da tempo un paradiso per i ciclisti. Ad Amsterdam 40% dei pendolari va al lavoro in bicicletta. Ci sono parcheggi enormi che contengono 10.000 biciclette, come quello di Groeningen. Un problema (anche in nord Europa) è quello dei furti. Per cui nel 2003 la città di Amsterdam ha aumentato l’ammenda per l’acquisto o la vendita di bici in strada. La punizione per il furto di bicicletta può comportare fino a tre mesi di prigione.
Molti in Europa guardano a questi due paesi come il principale esempio da seguire. Il primo ministro olandese Jan Peter Balkenende va sempre al lavoro in bicicletta, così come molti avvocati, ed alti dirigenti (come il danese Lars Rebien Sorensen, CEO del gigante farmaceutico Novo Nordisk). Anche il principe olandese Maurits van Oranje per le sue uscite usa spesso la bici.
Ma come si fa a scoraggiare l’uso dell’automobile in città? Con coraggio e molta determinazione. In Danimarca, ad esempio, la tassa per l’acquisto di una nuova auto ammonta al 180%. Entrambe le metropoli nordiche fanno corsi ai guidatori di mezzi pesanti per insegnare loro a stare attenti ai ciclisti quando svoltano a destra e hanno fatto cambiare gli specchietti sui camion in modo che siano in posizione adatta per vedere sempre il ciclista che si sta superando. Nuove misure sono state introdotte per salvaguardare l’incolumità dei ciclisti agli incroci e, nonostante l’aumento dei ciclisti, il numero dei morti è sceso in Olanda a 31 nel 2006 contro i 53 del 2004 e quello dei feriti gravi è sceso da 726 a 567 nello stesso periodo.
H.G. Wells scriveva: «Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per la razza umana ci sia ancora speranza», e la speranza in Europa si sta trasformando in realtà.
* Vice-President European Cyclists Federation

 

 

Franco La Cecla

Il ciclista campa dove l’auto crepa

La bicicletta è l’invenzione del futuro. Bella, egualitaria, stilosa, anti-age, ecologica e sovversiva, eppure nel nostro paese governato da vecchi auto-lesionisti non se ne accorge nessuno. In Europa la bici si fa strada, in Italia le auto continuano l’esproprio illegale di spazio urbano, i ciclisti muoiono e chi sopravvive pedala ai margini o rischia di essere relegato in piste per cittadini di serie B

Nelle attuali condizioni generali delle città, chiunque inviti con allegria ed eco consapevolezza gli utenti della città a servirsi della bici è un istigatore al suicidio.
Hanno un bel parlare i sindaci, le amministrazioni illuminate, perfino quelle che si lanciano verso la bici come servizio pubblico con un sistema di locazione superaccessibile ed ubiquo. Le cifre parlano chiaro. Il numero dei ciclisti uccisi o feriti nel traffico urbano è andato negli ultimi anni aumentando vertiginosamente.

Lo spazio urbano è di tutti
Non ci sono santi. Il ciclista ed il pedone ancor più di lui, sono esposti al pericolo maggiore: i loro corpi sono troppo fragili per circolare in mezzo ad un ammasso di ferraglia cittadina lanciata a più di trenta chilometri orari (che è la velocità oltre la quale qualunque impatto di un veicolo con un corpo umano genera quasi sempre la morte di quest’ultimo). E’ inutile e perfino criminale spingere i cittadini a servirsi delle bici come scelta ecologica, è ridicolo pensare che le piste ciclabili siano al riparo dei pericoli della strada. Fin quando la città, fin quando le città italiane saranno il luogo dove alle automobili è permesso il privilegio anacronistico di circolare avremo solo una ecologia alla Montezemolo o alla Pecoraro Scanio, cioè una ecologia dell’aggiustamento e della negoziazione che come effetto ha di far pagare i costi dell’inquinamento agli eco-consapevoli. E’ ridicolo pensare che la bici sia una questione di minore inquinamento, come se la questione ecologica fosse oramai solo in mano a centraline di controllo e a fisici dell’ambiente. Ma è possibile che nessuno si accorga che è una questione di normale equità di accesso alle risorse? Lo spazio urbano è una risorsa a cui tutti devono accedere in maniera democratica ed egualitaria.
E’ ormai noto che le automobili occupano uno spazio che viene concesso loro con un esproprio illegale e generalizzato delle zone pubbliche della città. Le strade sono di tutti i cittadini e nessuna tassa di circolazione dovrebbe consentire l’esproprio da parte del più forte dello spazio che è di tutti. Le automobili non solo inquinano, ma devastano lo spazio della democrazia, del diritto generale di godimento di una città. In più sono assolutamente anacronistiche. Se Diderot dovesse scrivere oggi la voce Stupidità Umana su una appendice alla Encyclopédie sicuramente descriverebbe un ingorgo normale alle ore di punta in qualsiasi città europea.
Chi oggi ha il coraggio di sostenere che l’automobile è un mezzo per circolare, per spostarsi? Non lo dicono nemmeno più i pubblicitari, le puttane dell’ebbrezza a basso costo su una Suv. Se c’è un motivo per cui la gente oggi compra ancora le Suv e le grosse cilindrate e ci circola in città (vorrei sapere se Walter Veltroni o qualunque altro sindaco illuminato ha mai fatto una ordinanza che proibisce categoricamente alle Suv di circolare in città) è che è un modo di occupare lo spazio altrui - una Suv occupa lo spazio di venti persone in piedi e di dieci sedute. Ve lo dicono anche le sciure milanesi che vi spiegano che così si sentono protette dal caos e dalla violenza cittadina. Insomma a pensarci bene le Suv e le automobili sono oggi giustificabili solo dalla guerra urbana. Non è un caso che le Suv nascano proprio come veicoli di guerra e abbiano tanto successo nella Mosca dei nuovi ricchi. Si tratta della guerra per accaparrarsi la città e per dimostrare a tutti che la sicurezza è proporzionale alla dose di prepotenza gestibile.

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=h10rOAY0QjU

http://www.youtube.com/watch?v=9OUFEgL9bjI

http://www.youtube.com/watch?v=6Q_45HGoo2w

http://www.youtube.com/watch?v=HMUCt6xbTJU

http://www.youtube.com/watch?v=3wVkObGwTsc

video interessanti

video critical mass lecce

nuova pubblicità fiat 500

 

cicloroma

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Fa' la cosa giusta! 2007
Fiera del Consumo Critico e degli Stili di Vita Sostenibili

di MATTIA ECCHELI
La «cosa giusta» è economicamente ed ecologicamente più equilibrata. Ma anche curiosa, a tratti addirittura bizzarra (basti pensare alla carta in cacca di elefante o alla camicia di lino anti invecchiamento: ne riferiamo a parte). Eppure interessante. Tanto interessante che la terza edizione della fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, ospitata nei saloni di Trento Fiere in via Briamasco, è stata visitata ieri, nella sua giornata inaugurale, da oltre mille persone, il doppio del primo giorno dello scorso anno: «E quella di oggi (ieri per chi legge, ndr) - spiega Dario Pedrotti, il portavoce in sandali di Trentino Arcobaleno, il sodalizio che anima la rassegna - è stata una bella giornata di sole e per di più in mezzo ad un ponte».
Un successo annunciato, dunque: «La trovo interessante - conferma il presidente della Provincia Lorenzo Dellai prima di incontrare gli espositori - e mi sembra che migliori ogni anno. Ormai si è radicata». Di più, però, non se la sente di aggiungere: «Ho visto ancora poco - spiega - per questo ci tornerò domani (oggi per chi legge, ndr) per fare acquisti». Leggi tutto

 

1.000 partecipanti alla Prima Conferenza Nazionale sulla Mobilità Ciclistica

Ma la stampa nazionale ignora l'evento.
1.000 partecipanti alla Prima Conferenza Nazionale della Bicicletta svoltasi a Milano dal 9 all'11 novembre. L'evento, promosso dal Ministero dell'Ambiente e organizzato dalla Provincia di Milano, è stato sostenuto dai principali organismi che in Italia si occupano di bici: Associazione Italiana Città Ciclabili, Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori,  Associazione dei Mobility Manager "Euromobility", Federazione Ciclistica Italiana e Federazione Italiana Amici della Bicicletta.
 Il direttore della Fiab Luigi Riccardi, componente il Comitato tecnico scientifico della Conferenza, dichiara: "E' accaduto un fatto veramente storico: per la prima volta tutti i soggetti che si occupano di bici, dallo sport alla produzione, dall'ambientalismo alla mobilità urbana, dal cicloturismo alla salute, si sono messi insieme per discutere lo stato della mobilità ciclistica in Italia e chiedere che il tema entri nell'agenda politica di Governo. L'altissima partecipazione in termini quantativi e qualitativi sia di partecipanti che di relatori, ha di fatto decretato il successo dell'iniziativa. Che, come è stato ripetutamente sottolineato in maniera unanime, dovrà proseguire con appuntamenti successivi periodici e iniziative intermedie per dare continuità al lavoro di squadra appena intrapreso. Positivo l'impegno assunto, da parte dei rappresentanti del Ministero dell'Ambiente, di fare proprie alcune indicazioni del documento finale. Tra queste, l'immediata istitutuzione del Servizio Nazionale della Mobilità Ciclistica che non potrà che riconoscere formalmente "Bicitalia" quale progetto di rete ciclabile nazionale". "Peccato che alla Conferenza della Bici - conclude il direttore della Fiab Riccardi - siano stati assenti i rappresentanti di altri Ministeri ugualente competenti, quali Trasporti, Infrastrutture, Salute, Istruzione, Solidarietà sociale, e che la stampa nazionale abbia ignorato l'evento".Intanto sono andati a ruba i quaderno tecnici del Centro Studi Fiab Riccardo Gallimbeni distribuiti ai partecipanti alla Conferenza nazionale della Bici. Chi fosse interessato può scaricarli gratuitamente dal sito della FIAB www.fiab-onlus.it 
 
Lello Sforza

Ufficio Stampa FIAB onlus

(Federazione Italiana Amici della Bicicletta)

CICLISMO: PRODI AD AZZURRI, IMPEGNO PER DIFFONDERE CULTURA BICI

(AGI) - Roma, 4 dic. - "La bicicletta e' importantissima dal punto di vista della salute e dell'equilibrio urbano, ma l'urbanizzazione e' nata sostanzialmente senza piste ciclabili, con dei problemi per i bambini che vogliono imparare ad andare in bici. E' un dovere del governo risolvere questo problema, non tanto per favorire uno sport, ma un sistema di vita e di salute al fine di creare un senso di benessere e non solo di competizione tra i giovani". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Romano Prodi, che ha ricevuto in mattinata a palazzo Chigi i campioni di ciclismo su strada. Prodi ha ringraziato gli atleti azzurri vincitori del campionato del mondo nel settembre scorso, guidati dal commissario tecnico, Franco Ballerini, prendendo l'impegno del governo a prestare una maggiore attenzione all'assetto delle citta' per favorire questo sport. "Vi ringrazio davvero e vi porto la gratitudine di tutti gli italiani - ha detto Prodi - mi auguro che adesso possiate riposarvi, perche' credo che ne abbiate bisogno. Per poi ripartire in primavera. Ero un po' titubante nel farvi l'invito -ha ironizzato il presidente del Consiglio - ma poi mi sono detto: che vengano, almeno si riposano per un giorno... Sapete che ho una passione personale e un'ammirazione e stima per lo sport piu' duro che abbiamo, dove si concentra la maggior fatica". "Quest'anno credo che il festeggiamento sia appropriatissimo, - ha aggiunto - perche' c'e' stata una fila di vittorie culminate con il campionato del mondo. Per questo ringrazio anche i tecnici, perche' se c'e' l'intelligenza della squadra c'e' anche chi la guida. E ringrazio tutti i dirigenti che hanno favorito queste grandi affermazioni. Ma non dobbiamo dimenticare l'inattesa affermazione del ciclismo femminile, che ha suscitato una sorpresa maggiore".

 

 


News dal mondo della bici

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flashtour Segnaliamo questo splendido lavoro realizzato dagli amici di Ruotalibera Bari. Uno studio che può farci riflettere sui lavori futuri che dovremo affrontare per far meglio conoscere ed apprezzare la nostra terra.

 

 

 

 

 

Video Critical Mass da YOUTUBE

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http://www.youtube.com/watch?v=HMUCt6xbTJU

http://www.youtube.com/watch?v=3wVkObGwTsc

 

Libretto identificazione e registro online, - 10% furti

ruota(ANSA) - MILANO, 10 NOV - Contro i ladri di biciclette c'e' una difesa in piu': una vera e propria targa, con un libretto d'identificazione e registro online. Si tratta di un piccolo adesivo di riconoscimento dotato di un codice alfanumerico da incollare sulla bici che, anche se strappato, lascia una marcatura indelebile. I dati del mezzo, targa e numero di telaio, sono inseriti nel 'Registro Italiano Bici' con una foto. Il sistema, gia' in uso in molte citta', garantisce una riduzione del rischio furto del 10%.

 

Milano
9-10-11 Novembre 2007

il manifesto di "inbici"

approvato per acclamazione nella sessione plenaria conclusiva dell'11 novembre 2007

“due ruote per il futuro”

Sulla base delle tesi, dei lavori, delle analisi e delle riflessioni compiute nei tre giorni di attività, con la partecipazione di oltre 500 persone, amministratori pubblici e privati, tecnici, esperti, rappresentanti delle associazioni ciclo-ambientaliste e sportive, cittadini;

La Prima Conferenza Nazionale della Bici

Al fine di dare impulso alla mobilità ciclistica a livello urbano, turistico e sportivo
chiede
al Parlamento e al Governo nazionale di impegnarsi per:
1. l’istituzione fin dal prossimo esercizio finanziario del Servizio Nazionale per la Mobilità Ciclistica , con i seguenti compiti:
     a. la competenza istruttoria di tutti i provvedimenti in materia di sostegno alla mobilità ciclistica;
     b. la predisposizione del Piano Generale della Mobilità  Ciclistica a valenza almeno quinquennale, nel quale vengano definiti gli obiettivi di sviluppo dell’uso della bicicletta, per la mobilità quotidiana, per il turismo e per lo sport;
     c. la rilevazione e il monitoraggio, attraverso l’apporto delle Regioni e delle Province,  dell’estensione delle reti urbane ed extraurbane di itinerari e piste ciclabili (Censimento della Ciclabilità);
     d. la predisposizione della Rete nazionale di percorribilità ciclistica (prevista dalla delibera CIPE del febbraio 2001) a partire dalla proposta di rete di Bicitalia;
     e. la promozione di politiche che incrementino l’uso modale della bicicletta con l’obiettivo di conseguire in un quinquennio il 10% degli spostamenti totali quotidiani con la bicicletta; la definizione di standard e di linee guida in materia di ciclabilità e di moderazione del traffico;
     f. lo studio analitico degli incidenti che coinvolgono i ciclisti per individuare gli interventi f. necessari ad accrescere la sicurezza stradale;
    g. l’individuazione delle forme di incentivazione e defiscalizzazione per sviluppare l’uso della bicicletta;
    h. il raccordo fra i Ministeri competenti per coordinare tutte le diverse attività connesse alla mobilità ciclistica;
    i. l’individuazione di standard per la realizzazione e la gestione dei servizi di bike sharing, per agevolarne la diffusione in tutte le aree metropolitane;
    j. l’organizzazione di eventi nazionali, azioni pubblicitarie e di “marketing territoriale” per la promozione della bicicletta; 
Tale Servizio dovrebbe configurarsi, come una struttura leggera, in grado di coordinare, animare e promuovere le iniziative a livello interministeriale e coinvolgere le istituzioni regionali e locali, assieme ai portatori d’interesse diffuso, sul modello o come emanazione del Tavolo nazionale della Mobilità sostenibile, istituito dal Ministero dell’Ambiente;
2. La predisposizione e l’approvazione delle necessarie modifiche del Codice della Strada per tenere conto delle specifiche esigenze della mobilità ciclistica e per dare effettiva attuazione al principio programmatico contenuto nell’art. 1 del CdS stesso: Le norme e i provvedimenti attuativi s’ispirano al principio della sicurezza stradale, perseguendo gli obiettivi di una razionale gestione della mobilità, della protezione dell’ambiente e del risparmio energetico.
3. L’aggiornamento della legge 366/98 sulla mobilità ciclistica che ne renda efficace e incisiva l’azione benefica anche mediante lo stanziamento continuativo, a partire dalla Legge Finanziaria in discussione, delle risorse economiche necessarie, prevedendo fra l’altro:
     a. un vincolo di destinazione per la bicicletta di percentuali significative sugli stanziamenti previsti per la realizzazione di opere pubbliche stradali e di trasporto; gettiti di lotterie, trasferimento di quote degli introiti derivanti a vario titolo dalla motorizzazione;
     b. normative a tutela dei sedimi di viabilità e ferrovie minori nonché di argini e alzaie della rete idrica quali demanio per la mobilità ciclo-pedonale nazionale e locale;
     c. normative d’indirizzo per le regole tecniche più attente alla sicurezza;
     d. normative per la tutela assicurativa nazionale contro gli infortuni dei cittadini che utilizzano la bicicletta quale veicolo di spostamento quotidiano;
     e. regimi fiscali agevolati per le opere e i servizi alla mobilità sostenibile
4. L’attivazione di iniziative per rilanciare lo sport ciclistico a livello amatoriale al fine di formare nuove giovani generazioni alla pratica del ciclismo in tutte le sue declinazioni e promuovere azioni più incisive a tutela di un’etica dell’agonismo rispettosa della salute individuale di ogni singolo atleta;
chiede
alle Regioni di impegnarsi per:
1. promuovere una legislazione favorevole alla bicicletta, armonizzando gli strumenti adottati affinché venga attivato un disegno omogeneo di strategie in tutto il Paese;
2. farsi parte diligente per implementare le direttive nazionali, coordinando le attività delle Province e degli enti locali e affidando i reciproci compiti per realizzare una rete continua e razionale di percorsi protetti;
3. assicurare risorse costanti per le opere, i servizi, la manutenzione;
chiede
alle Province, ai Comuni e alle aree protette di impegnarsi per:
1. la pianificazione strategica e la realizzazione delle reti ciclabili a livello provinciale e locale, garantendo la continuità dei percorsi;
2. la promozione e l’attivazione dei servizi per l’intermodalità:
3. la promozione di sistemi unificati di bike sharing;
4. alle aree protette raccomanda la realizzazione di reti prive d’impatto per l’ambiente che promuovano un turismo sostenibile e partecipativo;
chiede
ai gestori del trasporto pubblico di impegnarsi per:
1. assicurare la massima diffusione del trasporto bici al seguito sia nel trasporto pubblico locale che sui treni a lunga percorrenza e delle velo-stazioni,
2. introdure sistemi tariffari incentivanti;

chiede
agli organismi sportivi di impegnarsi per:
3. promuovere ogni azione possibile per garantire l’etica sportiva a tutti i livelli, concertando con le federazioni internazionali standard che garantiscano il rispetto delle regole a tutela della salute in tutte le competizioni;
4. promuovere nuove azioni per il rilancio dello sport giovanile e la formazione delle nuove leve di praticanti, interagendo anche con la scuola;
5. promuovere azioni che riducano l’impatto ambientale delle grandi competizioni su strada e in montagna, impegnandosi a mitigare e compensare i danni eventualmente prodotti.
Propone
L’aggiornamento della Conferenza nazionale al 2009, consolidando il gruppo di lavoro (comitato tecnico scientifico) che ha organizzato l’appuntamento di Milano attraverso l’organizzazione d’iniziative intermedie.

 

 

 

 

Miscellaneous