Imhotep
nacque ad Ankhtue, un sobborgo di Menfi, il 16º giorno di Epifi (il
nostro 31 maggio) intorno al 2800 a.C. Il suo nome significa "colui che
viene in pace". Sua madre, Keredu-Ankh, era originaria di Mendes e suo
padre, Kanofer, era un architetto. Siccome in Egitto era comune tramandare
il mestiere di padre in figli, fu proprio seguendo le orme del padre che
Imhotep divenne architetto.
Platone parla di lui come di un diretto discendente di Atlantide che,
perciò, possedeva una religione di tipo monoteista.
Sotto il regno di Zoser, Imhotep ricoprì la carica di gran visir
di Eliopoli (tale carica gli è attribuita senza però essere
supportata da prove certe). Il visir, nell'Antico Egitto, era il vicere,
l'uomo tuttofare del faraone. Egli si occupava dell'amministrazione fiscale,
giudiziaria ed edilizia oltre che sostituire il faraone in sua assenza.
Imhotep, divenuto famoso per aver progettato e costruito la piramide a
gradoni di Zoser, fu il primo ad utilizzare la pietra per costruire edifici.
In una galleria della piramide di Zoser fu ritrovato un sigillo con scritto
"il carpentiere di Nekhen" che è il titolo con il quale
veniva identificato Imhotep.
Il suo nome è comunque legato anche ad altre strepitose capacità
come il riordino del calendario. Imhotep, che fu divinizzato nella XVIII
dinastia, era anche un uomo dalle grandi conoscenze in fatto di medicina
(anche quì non esistono documenti che provino che egli sia stato
un medico). E' Manetone il primo a ricordarlo come medico al tempo di
Zoser. Sembra che avesse anche scritto alcuni libri e delle poesie. Viene
accreditato di molti titoli come sacerdote-lettore capo o ritualista,
saggio, scriba, astrologo e mago. Una leggenda racconta che Imhotep, grazie
al titolo di visir (è da quì che si pensa che ricoprì
anche questa carica), pose fine a 7 anni di carestia.
Nel papiro di Oxyrynchus si afferma che il primo ad instaurare il suo
culto fu Micerino. Con Amenofi III, gli scribi,
prima di iniziare il loro lavoro, facevano cadere ina goccia di liquido
dal calamaio in onore di Imhotep, in offerta al suo spirito. Col Medio
Regno gli scribi iniziano a celebrarlo come grande letterato, mentre
in epoca saitica (XXIV-XXVI dinastia) raggiunge il culmine della sua notorietà
come dio guaritore. "Durante lo svolgimento di 6 feste annuali
veniva fatto oggetto di culto particolare" (Kurt Sethe Hurry).
La terrazza superiore del tempio di Hatshepsut è stata consacrata
per Imhotep e Amenhotep, architetto di Amenofi III. I Greci, dal canto
loro, lo divinizzarono in quanto dio della medicina accostandolo al un
loro dio Asclepio, mentre alcuni imperatori romani, Tiberio e Claudio,
scrissero lodi a lui dedicate. Imhotep fu anche accreditato di essere
figlio diretto degli dei. I Greci pensarono che egli fu frutto dell'unione
tra Efesto e una donna terrestre di nome Khrotionakh.
Un aneddoto racconta che, per guarire sua moglie Apopi da una malattia
agli occhi, sperimentò con successo una cura antibatteriologica.
Apopi, infatti, soffriva di una forma di congiuntivite molto diffusa in
Egitto, grazie al clima molto asciutto, e particolarmente pericolosa per
la vista. "La malattia è provocata da vermi piccoli che
non si vedono" questo capì Imhotep con grande intuito
e deduzione. Dopo vari tentativi realizzò una pasta verdastra composta
di alcune particolari sostanze che, spalmata sugli occhi, guarì
completamente la moglie. Imhotep aveva cominciato ad intraprendere una
strada che solo 40 secoli dopo, con l'aiuto del microscopio, avrebbe portato
alla batteriologia.
Alcuni ritrovamenti di utensili medici dimostrano come già al suo
tempo i malati venivano operati chirurgicamente. Sembra persino che Imhotep
operò con successo alcuni casi di tumore.
Si può affermare con buona certezza che Imhotep visse fino al regno
di Huni, cioè fino al termine della III dinastia. La sua tomba
dovrebbe trovarsi nei dintorni dell'Asklepleion, una cappella che si trova
a Saqqara o a Menfi, all'interno di una necropoli denominata Ankh-tawi,
dove sorge un santuario a lui dedicato.
Per il Canone di Torino, Imhotep è il figlio di Ptah.
Il nome di Imhotep è stato rinvenuto su una statua di Zoser e su
alcuni vasi di pietra all'interno della piramide a gradoni. Oltre alla
piramide di Zoser, progettò anche un tempio dedicato al dio-sole
di Eliopoli di cui però non rimangono altro che alcuni frammenti.
Altre testimonianze di Imhotep compaiono sul muro di recinzione della
piramide incompiuta di Sekhemkhet che di Zoser fu il successore.
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Figlio
di Nestaureret e di Padimut, Harwa abbraccia la carriera del padre. Alcune
scritte rinvenute su una statua che lo raffigura affermano che era un
giovane sacerdote quando Piankhy conquista l'Egitto. Probabilmente abbracciò
la causa nubiana durante l'avanzata del re Piankhy per mantenere la propria
posizione all'interno del clero di Tebe.
E' impossibile determinare con precisione quando Harwa divenne gran sacerdote,
ma la sua figura è già menzionata con Amenirdis I, la sorella
di Piankhy, che fu divinizzata proprio durante il regno del re nubiano.
Harwa fu gran sacerdote per circa 40 anni, da Piankhy a Taharqo (690-664
a.C.). Durante quest'ultimo periodo fece costruire la sua tomba. Il ritrovamento
nel luogo di sepoltura di un notevole numero di statuette e di papiri
(tra cui il capitolo 6 del Libro dei Morti
lo menziona come "Grande fra i grandi"), conferma il grande
potere che Harwa possedeva indicandolo come il vero governatore della
regione di Tebe che, a differenza del resto dell'Egitto, viveva un periodo
fiorente. Un graffito ritrovato vicino ad Assuan potrebbe far riconsiderare
la posizione di Montuemhat e Petamenofi (le cui tombe furono ritrovate
accanto a quella di Harwa) che consideravano Harwa loro antenato. La disposizione
delle tombe dei vari sacerdoti di quell'epoca che le vuole in qualche
modo collegate alla tomba di Harwa getta una luce diversa sulla dinastia
nubiana. Alcuni studi condotti dal professor Tiradritti, che sta portando
a nuova vita la tomba di Harwa, sembrano dar credito all'ipotesi che potrebbe
essere esistita una dinastia di funzionari nata proprio con Harwa. Alcuni
ushabty rinvenuti all'interno della tomba riportano insegne regali che
rinforzano l'ipotesi che Harwa ricoprisse in tutto e per tutto il ruolo
di faraone senza però esserne incaricato ufficialmente. Inoltre,
in alcuni documenti, Harwa veniva chiamato dagli stranieri "Uhr-uhru"
ossia "faraone", mentre Montuemhat viene indicato come re dal
re ittita Assurbanipal. Se questa tesi fosse confermata bisognerebbe anche
riconsiderare la posizione di Montuemhat e Petamenofi che di Harwa erano
i successori. La successione avveniva per nomina.
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Del
faraone Neferirkara si sa molto poco. Egli fu il terzo faraone della V
dinastia. Regnò dopo Userkaf e Sahura tra il 2446 a.C. e il 2426 a.C.
L'origine della V dinastia è narrata nel famoso papiro di Westcar dove
un tale di nome Djedi, che la leggenda vuole sia una sorta di mago, profetizza
la nascita di tre bambini, figli del dio Ra e di Redjedet (moglie di un
alto prelato di Eliopoli), che sarebbero stati destinati a regnare sull'Egitto.
Djedi, che confidò questa sua profezia al faraone Cheope,
rassicurò il suo interlocutore affermando che l'evento si sarebbe
verificato solo dopo il regno di suo figlio e di suo nipote, cioè Chefren
e Micerino. Gli studi sembrano aver accertato
che i primi due sovrani, Userkaf e Sahura, fossero figli di Shepseskaf
(ultimo faraone della IV dinastia) e di sua moglie Khantkaus I, figlia
di Micerino.
Altri studi sembrano invece dimostrare che Neferirkara fu il secondo figlio
di Khantkaus I, dopo Sahura, a regnare sull'Egitto. Non si conosce con
esattezza l'identità del padre che potrebbe anche essere Userkaf.
La vita di Neferirkara è poco nota, salvo per il fatto che, forse, fu
il primo sovrano dopo Radjedef ad adottare nuovamente il titolo di "Figlio
di Ra" nel protocollo reale. Sposò Khentkaus II, di cui si ignora
la provenienza, ed ebbe due figli, Neferefra e Niuserra. Il suo nome è
stato rinvenuto anche in Nubia e a Biblo.
La durata del suo regno è stata perduta sul Canone di Torino, mentre
la Pietra di Palermo, che sembra sia stata compilata proprio sotto il
regno di Neferirkara, è rotta dopo il decimo anno di reggenza.
Manetone gli assegna 20 anni di governo che, in seguito alle opere eseguite,
sembra accettato
da tutti gli studiosi.
Sotto il regno di Neferirkara visse il grande funzionario provinciale
Ti. Ti era il "capo parrucchiere della casa reale" e amministrava
i possessi funerari del faraone. Sposò la principessa Neferhetepes
e morì sotto il regno di Niuserra. Nello stesso periodo visse anche
il sacerdote Rawer. Nella sua tomba rinvenuta a Giza
le iscrizioni parlano di un curioso episodio: durante una cerimonia venne
accidentalmente urtato da un bastone del re. Il faraone, per risparmiargli
la vita, dichiarò la casualità dell'accaduto e, quindi,
l'impunibilità di Rawer.
In un'altra occasione, la visita di Neferirkara ad un cantiere diretto
da Uashptah, vi fu un imprevisto. L'architetto e visir Uashptah fu colto
da malore e rimase ferito. Venne soccorso da un ausiliario medico che
lo medicò con una "fasciatura provvisoria". Il malessere si manifestò
nuovamente durante il discorso del sovrano. Neferirkara, consapevole delle
precarie capacità mediche sul posto, fece trasportare il malato
al palazzo ed inviò con lui "i bambini del re, gli amici, i ritualisti
e i capi dei medici". Così, circondato da medici e da maghi, Uashptah
si trovò nelle migliori condizioni per guarire.
Un terzo episodio coinvolse il gran sacerdote Ptahshepses a cui venne
concesso di baciare il piede del faraone anzichè la terra che precedeva
il cammino del sovrano.
Tra le decisioni amministrative, Neferirkara esentò i templi dal
pagamento delle tasse.
Sotto il suo regno, come per quelli successivi, si registra il progressivo
aumento di potere dei funzionari provinciali che, alla fine della VI dinastia,
getteranno l'intero Paese nel disordine politico e amministrativo.
Neferirkara, come Sahura e Niuserra (che di Neferirkara era forse il figlio),
scelse Abusir quale luogo ideale per il proprio tempio funerario. Tale
scelta è quasi sicuramente da attribuirsi alle origini del faraone,
ossia alla città di Sakhebu.
La piramide di Neferirkara, il cui nome è piramide dello spirito
Ba, si trova ad Abusir accanto a quelle di Sahura e Niuserra e porta il
nome di "Neferirkara è manifesto". Non venne mai completata, come dimostra
lo strato inferiore della struttura realizzato in granito, a causa della
prematura morte del faraone e, in tempi successivi, la metà inferiore
del passaggio sopraelevato fu adattata per il faraone Niuserra. All'interno
della piramide di Neferirkara furono rinvenuti numerosi papiri scritti
in un corsivo molto particolare e di difficile interpretazione che furono
molto utili per ricostruire la storia dell'Antico
Regno da Isesi a Pepi II.
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SEZIONE
DELLA PIRAMIDE
a.
ingresso
b. corridoio
c. camera sepolcrale
MISURE
DELLA PIRAMIDE
Altezza
originale: 70 m
Lunghezza della base: 105 m
Angolo d'inclinazione 53° 7' 48"
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PIANTA
DEL TEMPIO FUNERARIO
a.
ingresso
b. vestibolo
c. cortile centrale
d. sala a 5 cappelle
e. santuario
f. magazzini
g. piramide di Neferirkara
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Le
ricerche pubblicate nel 1976 da Posener-Krieger evidenziano il contenuto
di questi papiri. Essi riguardano l'amministrazione dei magazzini (depositi
e prelievi di lino, natron, stoffe, grasso di bue, vasi), il personale
alle dipendenze del faraone, le operazioni economiche, i prodotti alimentari,
le vivande, il grano, le stoffe, la distribuzione dei viveri, l'architettura
del tempio, lettere ed altri documenti.
Tutti i documenti del magazzino sono organizzati così:
- anno
del documento
- indicazione
del regno
- soggetto
del documento
- organizzazione
del documento:
- data del servizio
- annuncio delle
- organizzazione degli uomini di servizio
- nomi degli uomini di servizio
Questo
modello rimane pressoché invariato ad eccezione del punto 4.
Altri interessanti papiri elencano le feste sostenute da Neferirkara:
Nome
della festa
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Descrizione
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Festa
di Sokar |
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Festa
di Hathor |
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Festa
degli emblemi divini |
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Festa
indeterminata |
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Festa
di Min |
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Festa
Sed |
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Festa
wdnt-ihj |
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Festa
della notte del re |
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