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I diritti delle donne

Le donne dell'antico Egitto, al contrario di quanto si possa pensare, rivestivano un ruolo fondamentale e potevano vantare una posizione sociale impensabile per tutte le altre civiltà antiche ed anche per qualche paese contemporaneo.
Uomini e donne avevano pari dignità nella vita di tutti i giorni. A parità di lavoro uomini e donne venivano ricompensati con la medesima paga. Artigiani, funzionari, artisti erano spesso aiutati nel loro lavoro dalle mogli. I mestieri intrapresi dalle donne erano dei più vari: profetesse, prefiche (coloro che venivano pagate per piangere ai funerali), ma anche dottoresse e, in un unico caso risalente all'Antico Regno, visir.
Molte furono le donne divenute famose nella storia d'Egitto. Tra loro si possono ricordare la regina Teie, sposa di Amenofi III, che in occasione del matrimonio fece emettere un particolare scarabeo per festeggiare l'evento. Amenofi III e Teie si sposarono all'età di 4-5 anni, ma nonostante il matrimonio fu palesemente combinato, vissero una vita di coppia molto solida. Teie ebbe grande influenza sulle scelte del figlio Akhenaton che la ricorda spesso durante gli anni di regno. Altra donna che si distinse fu Ankhesenamon, moglie di Tutankhamon e più anziana del marito di qualche anno, che cercò di ribellarsi al potere del clero di Amon tentando di sposare il figlio del re ittita Zannanza poi ucciso in un attentato. Poi vi sono le più illustri Hatshepsut, Nefertiti, Nefertari e Cleopatra, ma non sono da dimenticare neanche Meritneith, Nitocri, Khantkaus II, e molte altre ancora.
Le donne che entravano nella vita di corte, le cosiddette principesse o concubine, risiedevano in un'ala del palazzo reale chiamata harem. Indossavano una corona con gazzella e dovevano assicurare il divertimento al faraone. L'harem era anche un luogo dove si svolgevano lavori come la tessitura e, come in occasione della successione di Ramesse III, centro di complotti.
La sposa reale era garante della successione al trono ricoprendo, se necessario, la carica di faraone fino alla salita al trono del legittimo erede. Era lei la sola a poter dare alla luce il successore del faraone. In caso avesse solo figlie femmine (Nefertiti) il successore, per legittimare il suo potere, doveva prenderne una come sposa (Tutankhamon e Ankhesenamon).
Amenofi I, insieme con la madre Ahmose Nefertari, fondarono Deir el-Medina.
Questi diritti furono mantenuti fino all'arrivo dei Tolomei che, in quanto provenienti da una cultura completamente diversa sotto questo aspetto quale quella greca, ne limitarono notevolmente le libertà.
In gioventù le donne sono raffigurate nude con la treccia dell'infanzia. Giocano con gli animali domestici, cani, gatti, upupe, a palla ed anche a cavallina. Vengono allattate fino ai 3 anni di età, mentre a 4 anni vanno già a scuola. Frequentano insieme ai maschi e molte di loro proseguono gli studi fino a raggiungere posizioni di riguardo all'interno della società. Spesso viene loro impartita un'educazione musicale che, in tempi più recenti come il Nuovo Regno, porterà alla nascita di compagnie di ballo pagate per allietare feste e ricevimenti.
"In Egitto, curioso paese in cui tutto avviene in modo straordinario, è la donna che ha pieno potere sul marito". Diodoro Siculo.

Le donne nel tempio

Le donne partecipavano alla vita quotidiana in vari momenti. Esse erano le "preparatrici", le "pure", le "custodi", le"suonatrici di sistro". Accompagnavano i funerali con pianti e lamenti (prefiche), erano musiciste, danzatrici e intrattenitrici di palazzo.
Un titolo molto diffuso era la cosiddetta "sposa del dio". La prima donna a fregiarsene fu Ahhotep, madre di Ahmose (XVIII dinastia). Questo titolo fu usato durante il Nuovo Regno dai faraoni della XXI dinastia per sopperire al distacco del clero di Amon che, nel frattempo, costituisce un principato autonomo a Tebe. Appositamente per la situazione creatasi, venne istituito il titolo di "Divine Adoratrici di Amon". Le donne con tale definizione erano considerate le spose esclusive del dio Amon e ciò, oltre ad avere carattere spirituale, permetteva loro di esercitare un certo potere politico nell'area di Tebe. In questo modo i faraoni di quel periodo cercarono di limitare il potere del clero sia sotto l'aspetto religioso che sotto l'aspetto politico. Il titolo di "Divine Adoratrici di Amon", in voga dalla XXI alla XXVI dinastia, veniva ereditato per adozione di una sorella o di una figlia.

Nitocri
La regina Nitocri visse durante la VI dinastia. Dopo la morte del fratello Merenra II, gli successe al trono regnando per 2 anni, un mese e un giorno. Alcune fonti sulla durata del suo regno affermano che potrebbe essere stato più lungo, ma non esistono prove archeologiche che confermino la salita al potere di Nitocri, per cui le informazioni attuali sono tratte da leggende.
Proprio una di queste leggende narra che Nitocri salì al potere in seguito all'assassinio di Merenra II. Impossessatasi del trono d'Egitto fece annegare gli autori di quel gesto e poi, per sfuggire alla loro vendetta, si tolse la vita.
Gli storici greci, come Eusebio ed Erodoto, concordano nel descrivere Nitocri come una donna di straordinaria bellezza, con meravigliosi capelli biondi, pelle chiara e guance rosa (cosa questa veramente sorprendente se si considera che le donne egiziane erano invece di tutt'altro aspetto). Erodoto invece identificò la regina Nitocri nella cortigiana Rodopi. Inoltre sia Eusebio che Erodoto, riportarono che fu lei a far costruire la terza piramide di Giza (Micerino), anche se, più realisticamente, la regina l'ha più semplicemente restaurata.
Un altro grande storico, Manetone, disse di lei:"E' la più nobile e bella donna del suo tempo. Costruì la terza piramide."
Questa terza piramide di cui si parla, male interpretata nel corso dei secoli, fece nascere una leggenda che narra l'esistenza di un fantasma di donna che si aggira intorno alla piramide di Micerino.

Hatshepsut
Fu il faraone-donna più famoso nella storia dell'Egitto.
Per ottenere il trono, Hatshepsut, ha dovuto lottare contro la diffidenza del clero e del palazzo. L'opportunità di governare si è presentata al momento della morte del padre Thutmosi I. Ella era l'unica figlia di Thutmosi I e della sposa reale Ahmose. La sua condizione di donna fece sì che al suo posto fu designato come erede Thutmosi II, figlio del re e di una sposa secondaria. Thutmosi II, che nel frattempo aveva sposato una sua sorella per affermare il suo sangue reale, morì molto presto senza avere avuto figli.
A questo punto fu designato un nuovo erede al trono: Thutmosi III. Costui era un nipote di Thutmosi I avente meno diritti di Hatshepsut, ma col vantaggio di essere maschio. La giovanissima età di Thutmosi III permise ad Hatshepsut di salire al potere col compito di "traghettare" il trono. Hatshepsut non si accontentò di questo ruolo transitorio e, sentendosi derubata di un trono che le apparteneva di diritto, iniziò una lunga fase di legittimazione dei suoi poteri. Dalla nonna paterna Ahmes-Nefertari ottenne l'eredità del titolo di "sposa divina di Amon" che le conferiva grande importanza politica e religiosa. Così il suo ruolo di faraone fu legittimato.
Ora occorreva conquistare l'opinione pubblica che, nonostante il riconoscimento politico-religioso della regina, le rimaneva avverso. Hatshepsut decise di farsi ritrarre come un faraone uomo: barba posticcia, cartiglio reale e corona. Anche nelle apparizioni ufficiali si vestiva e si comportava come un uomo.
Venne incoronata intorno al 1480 a.C. e durante il suo regno non mancarono neppure gli scandali. Pare infatti che Hatshepsut ebbe una storia d'amore con un architetto, Senmut, che per lei costruì lo splendido tempio di Deir El-Bahri. La figura di Senmut rimane di non semplice definizione. Originariamente egli non lavorava per il faraone, ma con l'avvento di Hatshepsut, ottenne molti riconoscimenti fino a divenire architetto unico della regina. In una statua, Senmut è rappresentato con in braccio un bambino che molti identificano come suo figlio e di Hatshepsut.
Il suo regno durò circa 20 anni. Dopo la sua morte i suoi cartigli e le sue rappresentazioni furono cancellati e distrutti.

Nefertiti
busto di NefertitiLa traduzione del nome Nefertiti significa "la bella è arrivata". Questo, per molti egittologi, sta a voler dire che le origini della regina erano straniere. Questa tesi non è suffragata però da prove certe, ma solo di indizi. Pochi anni prima della comparsa sulla scena politica di Nefertiti si hanno notizie dell'ingresso in Egitto di una principessa ittita, Taduhepa, mandata per sancire l'alleanza tra i due popoli. Non vi è traccia del matrimonio tra il faraone Amenofi III con questa donna ma, a distanza di qualche anno, si sa che Akhenaton (Amenofi IV) contrasse matrimonio con Nefertiti.
La famosa riforma religiosa di Akhenaton, per alcuni studiosi, è il frutto dell'influenza di Nefertiti sul marito. Nella vita politica Nefertiti godette di molti privilegi finora considerati esclusivi del faraone. In alcune raffigurazioni ella appare addirittura come conduttrice di una carro da guerra o nel gesto di tagliare la testa ai nemici, mentre sugli angoli dei sarcofagi delle alte personalità dello stato, al posto delle tradizionali dee, venivano poste delle statuette di Nefertiti. Tutto fa sembrare che Nefertiti ricoprì anche il ruolo di faraone. Ma quando? Ufficialmente Nefertiti sparì improvvisamente dalla vita di palazzo intorno al 14° anno di regno di Akhenaton in coincidenza della morte della figlia Maketaton. Accanto ad Akhenaton appare una nuova figura, quella di Kiya, una sposa minoritaria che appare sempre insieme al faraone nelle raffigurazioni ufficiali e di Smenkhara, forse figlio di Akhenaton e coreggente.
La data della morte di Nefertiti divide due principali teorie: una la vuole morta (peste?) prima di Akhenaton e quindi sostituita da Kiya, la seconda ipotizza una morta postuma a quella del marito e perciò sotto il nome di Smenkhara si celerebbe la figura di Nefertiti.

Nefertari
tomba di NefertariNon era sicuramente di sangue reale e di lei si dice che fu bellissima, "la bella fra le belle". Fu sposa reale di Ramesse II che non perse occasione per farle dono di splendidi templi e di una tomba favolosa nella Valle delle Regine.
Le raffigurazioni ufficiali che vedono la coppia ritratta insieme superano di gran lunga qualsiasi altra coppia reale. Nel tempio di Hathor ad Abu Simbel, Nefertari viene addirittura raffigurata (fatto unico nella storia dell'Egitto) delle stesse dimesioni del marito e quindi della stessa importanza.
Nefertari ebbe la titolatura di "sposa divina di Amon" che la definiva come sposa legittimata del faraone al di sopra di tutte le altre concubine. Inoltre fu l'unica a venire fregiata del titolo di "sovrana di tutte le terre", ossia l'equivalente femminile del faraone.
Nefertari, nella vita politica, fu una donna dalla grande determinazione. Venne raffigurata in battaglia e fu ottima ambasciatrice nei rapporti con gli Ittiti. In seguito alla battaglia di Kadesh, fu lei a sancirne la fine con il matrimonio tra Ramesse II e una figlia del re ittita.

Cleopatra

Cleopatra è sicuramente la più amata, odiata, esaltata, denigrata donna della storia. Su di lei sono stati scritti drammi, tragedie, commedie, opere musicali, moltissimi film, innumerevoli libri e dipinti tantissimi quadri.
Cleopatra VII nasce nel 69 a.C. ad Alessandria da uno dei due matrimoni di Tolomeo XII Neodioniso (80-51 a.C.) detto "Aulete" (il "flautista"), Cleopatraamante del vino e della musica.
Si narra che Cleopatra fosse una donna non molto bella, ma simpatica, intelligente, astuta, determinata e spietata. Tutte qualità ideali per governare un regno come quello d'Egitto.
Quando nel 51 a.C. il padre muore, Cleopatra ha 18 anni e si trova a sedere sul trono d'Egitto col fratello Tolomeo XIII di soli 10 anni. Roma nomina Pompeo tutore di Tolomeo XIII. Tra i due fratelli vi è un odio profondo che sfocia, per il volere del potentissimo eunuco Potino, nell'allontanamento da palazzo di Cleopatra che decide di rifugiarsi in Siria ed inizia ad organizzare un proprio esercito. In quel periodo a Roma scoppiò una guerra civile tra Giulio Cesare e Pompeo. I due si inseguirono fino in Egitto dove quest'ultimo fu assassinato dai cortigiani di Tolomeo XIII, forse per ingraziarsi Giulio Cesare. Quest'ultimo si stabilì nel palazzo di Alessandria dove convocò Tolomeo XIII e Cleopatra per porre fine ai conflitti dinastici. Cleopatra, per paura di essere uccisa dagli uomini di suo fratello, arrivò a Palazzo a bordo di una brigantino condotto da un suo servo fidato, Apollonio Siciliano, attraccò proprio sotto le mura e, quindi, si introdusse avvolta in un tappeto portato da Apollodoro sulle spalle. Giunto all'appartamento di Cesare il tappeto venne posato a terra e srotolato lasciando stupito il re romano. L'incontro terminò con la riconciliazione delle parti ma, in realtà, il governo dell'Egitto sarebbe stato nelle mani di Cleopatra. La regina d'Egitto era in grado di conversare, senza l'aiuto di interpreti, con Etiopi, Trogloditi, Siri, Arabi, Ebrei, Medi e Parti e molte altre lingue comprese, naturalmente, quella egizia e quella greca. Cesare, colpito dall'audacia e dall'astuzia di Cleopatra, fu del tutto conquistato dal suo fascino. Cleopatra portò Cesare in viaggio lungo il Nilo per mostrargli le bellezze d'Egitto. Durante il viaggio la regina rimane incinta e da alla luce un figlio maschio che chiamò Tolomeo XV Cesarione e che fu l'unico erede maschio di Cesare. Cesare, che subito dopo dovette partire per la Siria, poteva fare dell'Egitto una colonia romana come molte altre, ma, per amore di Cleopatra, uccise Tolomeo XIII facendolo annegare nel Nilo e lasciò la sua amata unica regina d'Egitto. Per stare vicino a Cesare, ma anche per scopi politici, Cleopatra si trasferisce a Roma dove, però, trova l'inospitale accoglienza dei Romani.
Cleopatra, con questa decisione, intendeva permettere al figlio Cesarione, una volta morto Cesare, di installarsi sul trono di un impero grande come quello di Alessandro Magno nato dall'unione di Roma con l'Egitto.
Il disappunto del popolo romano e le contestazioni nate in senato scaturiscono nell'assassinio di Giulio Cesare. Marco Antonio, alleato di Cesare, proclama Tolomeo XV Cesarione erede di Giulio Cesare davanti al senato, ma Ottaviano si oppone affermando di essere lui il legittimo successore al trono.
In questo clima burrascoso, Cleopatra decide di tornare in Egitto dove trova un'economia in grave crisi e la gente egiziana ridotta alla schiavitù dai Greci che, a loro volta, conducono una vita lussuosa e di potere. Cleopatra non cambia tale impostazione, ma la rende più accettabile da parte degli egiziani alleggerendo le tasse e migliorando il livello della vita. Per rilanciare il commercio riapre l'antica via carovaniera dal Nilo al mar Rosso facendola proteggere con torri di guardia dislocate lungo il percorso e visibili tra loro in modo da permettere la comunicazione in caso di agguati. Da questa via viene importato il porfido che verrà poi utilizzato dai Romani per costruire le statue degli imperatori.
Nel frattempo Marco Antonio diviene padrone dell'Impero Romano d'Oriente, mentre Ottaviano governa l'Europa Occidentale. Tra i due c'è molta rivalità, ma anche odio che li mette in conflitto più volte. Marco Antonio, per sconfiggere il nemico Ottaviano, ha bisogno dei tesori dell'Egitto e quindi convoca Cleopatra a Tarso, sulla costa turca. Si dice che la loro relazione iniziò dopo che Cleopatra si presentò ad un invito di Marco Antonio in Cilicia su un'imbarcazione dalle vele color porpora, la poppa d'oro e i remi d'argento. La regina, vestita come una Venere e accompagnata dal suono di flauti e liuti, stava distesa all'interno di un baldacchino circondato da amorini. Nel corso dell'incontro, Cleopatra si innamora di Antonio da cui avrà due gemelli, ma che poi deve lasciarla per partire in guerra. Cleopatra saprà del matrimonio del suo innamorato con un'altra donna. In questo momento di dolore e solitudine, Cleopatra riscopre l'antica religione egizia facendosi promotrice di preghiere, riti e donazioni agli Dei ormai abbandonate da anni. Dopo 3 anni, Marco Antonio, nonostante le molteplici insistenze della sua prima moglie Fulvia e poi della seconda moglie Ottavia, torna da Cleopatra per avere le ricchezze d'Egitto. Cleopatra, troppo astuta per mostrargli tutto il suo dolore, cede i tesori del suo regno in cambio di precise promesse. Così le terre dell'Arabia, le miniere di rame di Cipro, il Sinai, l'Armenia ed i campi di grano di tutto il nord Africa appartenenti a Roma, passano sotto il governo egiziano. Roma è furiosa, tutte quelle terre conquistate con il sangue dei Romani cedute alla regina che non ha mai accettato.
Ottaviano approfitta della situazione sferrando un attacco a Marco Antonio nella battaglia di Azio. Cleopatra, in maniera insolita, segue Antonio nella lotta affiancandogli le navi egiziani, ma ben presto è costretta a ritirarsi. Visto l'andamento del combattimento Cleopatra, ritirata ad Alessandria, decide di fuggire dall'Egitto, ma, durante i preparativi per la partenza, viene sorpresa dagli Abatei, a lungo sottomessi al suo potere, che le impediscono la fuga. Le truppe di Ottaviano, che nel frattempo avevano messo in fuga la flotta di Marco Antonio, si avvicinano minacciose ad Alessandria. Marco Antonio, rifugiatosi a palazzo con Cleopatra, si uccide con la sua spada e muore tra le braccia della regina d'Egitto. Temendo che anche Cleopatra tenti il suicidio, Ottaviano, ormai padrone di Alessandria, fa in modo che ogni oggetto portato alla regina sia accuratamente controllato. Il 12 agosto del 30 a.C., però, un contadino riesce a farle avere un cesto di fichi che nasconde un serpente. Cleopatra, accortasi della presenza del cobra, viene morsa e muore prima dell'arrivo di Ottaviano evitando così l'umiliazione di essere sconfitta. Suo figlio Cesarione viene ucciso da Ottaviano, mentre gli altri due figli gemelli spariscono senza lasciare traccia. Da questo momento, l'Egitto diventa una semplice provincia dell'Impero Romano.

BIBLIOGRAFIA
La donna nell'antico Egitto Enrichetta Leospo e Mario Tosi
inizio paginaintroduzione Altri argomenti: storia, società, vari, gioielli