'ndrangheta
Home Su La Cupola 'ndrangheta

 

Home
Su

 

La Relazione della Commissione antimafia 240 Kb download

da L' Unità del 20 febbraio 2008

'Ndrangheta, l'Antimafia: «È più viva che mai»

Massimo Solani

"Il contagio delle ‘ndrine da Limbadi e Rosarno all´Australia. Da San Luca a Duisburg. Molecole criminali che schizzano, si diffondono e si riproducono nel mondo. Una mafia liquida, che si infiltra dappertutto, riproducendo, in luoghi lontanissimi da quelli in cui è nata, il medesimo antico, elementare ed efficace modello organizzativo". E´ una fotografia viva e spietata la relazione della Commissione parlamentare Antimafia approvata martedì e trasmessa alle Camere: un affresco dettagliato di quello che è la ‘Ndrangheta, con la sua tradizione di riti arcaici e brutali abbinata alla modernità globalizzata delle holding economiche.

Un´azienda moderna e strutturata, capace di infiltrarsi in ogni aspetto della vita pubblica: dagli appalti alla sanità, dal traffico internazionale degli stupefacenti (le cosche calabresi siedono fianco a fianco coi grandi cartelli sudamericani e "muovono" tonnellate di roba in giro per l´Europa) al riciclaggio del denaro sporco dietro le facciate pulite di ristoranti e imprese edili. «Alla maniera di Al Qaida – si legge nella relazione - con un´analoga struttura tentacolare priva di una direzione strategica, ma caratterizzata da una sorta di intelligenza organica, di una vitalità che è quella delle neoplasie, e munita di una ragione sociale di enorme, temibile affidabilità». E per questo oggi la ‘ndrangheta è diventata «l´organizzazione più moderna, la più potente sul piano del traffico di cocaina, la più stabilmente radicata nelle regioni del centro e del nord Italia oltre che in numerosi paesi stranieri».

Un´organizzazione capace di fare affari con la politica e col mondo dell´imprenditoria. Di dettare leggi, condizionare elezioni e stabilire i prezzi degli appalti. Dai lavori per la realizzazione della "Salerno-Reggio Calabria" agli appalti delle Asl Calabresi. Perché è la Sanità il nuovo grande affare, insieme alla spartizione dei finanziamenti europei. «La sanità – è scritto nella relazione - è il buco nero della Calabria, il segno più evidente del degrado, la metafora dello scambio politico-mafioso e del disprezzo delle persone e del valore della vita». «La forza della ‘Ndrangheta - si legge nel documento della Commissione di palazzo San Macuto - è l´altra faccia della debolezza della politica. Ma le ragioni di questa non possono essere cercate fuori da sé. La debolezza è l´elemento centrale di un sistema clientelare di potere che per riprodurre consenso e voti non può essere messo in discussione, pena la crisi della sua presa sociale. È così che questo meccanismo produce anche la passivizzazione dei cittadini, pronti ad accettare corruzione e mediazione mafiosa in assenza di diritti esigibili, opportunità garantite dai concorsi pubblici agli appalti e trasparenza delle scelte politiche e della pubblica amministrazione».

Per questo ha sottolineato in una conferenza stampa il presidente della Commissione Antimafia Francesco Forgione, in una Calabria in cui le inchieste giudiziarie e i blitz della polizia hanno alzato il velo su quella zona grigia di commistione fra criminalità e poltica, «la questione morale riguarda tutti e tutti gli schieramenti politici. Se i partiti non hanno la forza di eliminare ogni zona d´ombra noi non ce la faremo – ha proseguito -. Per questo serve una opera di pulizia, a partire dalle candidature per le prossime elezioni». Un tema che la commissione aveva già sottolineato in passato approvando nei mesi scorsi un codice di autoregolamentazione, approvato da tutti i partiti, con l'impegno di non presentare chi sia rinviato a giudizio per tutti i reati di mafia, di racket e usura, di traffico di droga o di rifiuti e di riciclaggio. «Ma i partiti – ha concluso il presidente - riescono autonomamente a farla questa scelta, questa opera di moralizzazione e trasparenza?».
Da Il Sole 24 ore del 20 febbraio 2008

N'drangheta: l'atto di accusa dell'Antimafia contro la politica

di Marco Ludovico


Per la prima volta nella storia della commissione parlamentare Antimafia, la relazione finale è destinata alla 'ndrangheta. Perché senza dubbio la criminalità organizzata calabrese ora batte di gran lunga Cosa Nostra e Camorra: per potenza economica, militare e politica. Se la Calabria oggi ha ampie zone "sottratte alla democrazia e alla legalità", come dice il presidente Francesco Forgione, è a causa di un sistema criminale temuto e rispettato anche nello scenario mondiale. Tanto da non poter sapere né se, né quando potrà essere sconfitto, o perlomeno ridimensionato.
Ma la relazione dell'Antimafia è anche un prepotente atto di accusa sulle responsabilità delle istituzioni che - dalla complicità alla connivenza, dall'ignavia fino all'incapacità manifesta - sono responsabili di uno scenario legibus solutus, dove vige la legge del più forte e del più furbo. Istituzioni implicate a tutti i livelli: enti locali, come la Regione o i Comuni, sciolti a ripetizione ma invano per inquinamento mafioso; Governo centrale, "che ha lasciato la Calabria agli ultimi posti" sottolinea Forgione; magistrati, alcuni, coinvolti nelle trame criminali.
Intanto "la ‘ndrangheta, con le sue ricchezze e la sua capacità economica, riesce a soddisfare i bisogni della gente quando questi non trovano nella politica la possibilità di ricevere risposte pubbliche" dice la relazione. Il lavoro riconosciuto dei giudici e delle forze di Polizia è dunque un successo parziale per lo Stato mentre "quando i partiti e la politica arrivano, lo fanno sempre dopo la magistratura e intervengono spesso solo per autotutelare un sistema che non riescono e non vogliono mettere in discussione".
Nel documento, insomma, ci sono due imputati per il reato di omicidio della legalità: il sistema delle ‘ndrine, esecutore; la politica, mandante. "In intere aree della regione interessi e voti sono alimentati e gestiti sul mercato della politica dalle famiglie della ‘ndrangheta".
La Calabria, per tanti aspetti, sembra uno specchio quasi fedele dell'Italia. E Forgione si appella alla politica, alla vigilia delle elezioni, per adottare il codice approvato all'unanimità dall'Antimafia nell'aprile 2007, che invita i partiti a escludere dalle liste i candidati inquisiti per reati di mafia, estorsione, usura, riciclaggio e traffico illecito di rifiuti. Chissà se l'appello sarà ascoltato.

I segreti della ‘ndrangheta nella relazione dell'Antimafia

di Umberto Lucentini

«La strage di Duisburg è stata come un geiser. Uno zampillo ribollente e micidiale che da una fessura del suolo ha scagliato verso l'alto, finalmente visibile a tutti, il liquido miasmatico e pericolosissimo di una criminalità che partendo dalle profondità più remote della Calabria, si era da tempo diffusa ovunque nel sottosuolo oscuro della globalizzazione»: sono queste le frasi iniziali della relazione sulla ‘ndrangheta del presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Francesco Forgione, e approvata all'unanimità. E' la prima volta che l'Antimafia dedica una sua relazione al fenomeno criminale calabrese che Forgione sintetizza così: «La ‘ndrangheta è l'unica organizzazione mafiosa ad avere due sedi; quella principale in Calabria, l'altra nei comuni del centro-nord Italia oppure nei principali paesi stranieri che sono cruciali per i traffici internazionali di stupefacenti. Un'organizzazione mafiosa che trova il modo di affrontare le sfide e i cambiamenti imposti dalla modernità globale, nel modo più sorprendente e inatteso: rimanere uguale a se stessa. In Calabria come nel resto del mondo».

La relazione dell'Antimafia arriva dopo una missione in Germania di una delegazione guidata da Forgione, e prende le mosse proprio dalla strage di Duisburg. «Le indagini, finalmente coordinate, delle autorità italiane e tedesche» si legge nel testo dell'Antimafia, «consentono ben presto di verificare l'ipotesi investigativa formulata subito dopo il fatto. Responsabili della strage sono infatti appartenenti alla cosca Nirta–Strangio, e personaggio chiave dell'eccidio è una figura paradigmatica della ‘ndrangheta del terzo millennio, in perfetto equilibrio fra tradizione e modernità: Giovanni Strangio. Si tratta di un imprenditore della ristorazione in Germania (titolare di due ristoranti a Kaarst), è poliglotta, si muove con estrema disinvoltura sull'asse italo tedesco e fino al dicembre 2006 (quando, in occasione dei funerali di Maria Strangio, viene arrestato dalla Polizia per detenzione di una pistola) era sostanzialmente incensurato. Che un soggetto con queste caratteristiche (e, lo si ripete, con un curriculum criminale pressoché inesistente), chiaramente dedito al segmento affaristico dell'attività criminale sia diventato uno dei ricercati più importanti d'Italia e d'Europa per la partecipazione ad un'azione di sterminio eclatante e senza precedenti, dà un'idea efficace della posta in gioco per le cosche di San Luca».

La relazione di Forgione avverte: «Non vi è dubbio che gli appartenenti alla cosca Nirta-Strangio fossero consapevoli che il trasferimento della faida dalla Calabria in Germania avrebbe avuto l'effetto di accendere i riflettori sulla ‘ndrangheta generando un'accelerazione investigativa da parte italiana e una presa di coscienza della gravità del fenomeno da parte tedesca. Oggi la ‘ndrangheta, la mafia rurale e selvaggia dei sequestri di persona, è l'organizzazione più moderna, la più potente sul piano del traffico di cocaina (mediando fra le due rotte, quella africana e quella colombiana), quella capace di procurarsi e procurare micidiali armi da guerra e di distruzione».

L'impatto economico della ‘ndrangheta.
La relazione cita come esempio un blitz del 2004 scattato al termine di «una complessa indagine transnazionale durata alcuni anni che aveva interessato diverse regioni italiane: Lombardia, Calabria, Emilia-Romagna, Campania, Lazio, Liguria, Piemonte e Toscana; e poi paesi stranieri come Colombia, Australia, Olanda, Spagna e Francia. Le famiglie Mancuso di Limbadi e Pesce di Rosarno furono accusate di aver immesso sul mercato "ingentissimi quantitativi di cocaina tra il Sud America (Colombia e Venezuela), l'Europa (Italia, Francia, Spagna, Olanda e Germania), l'Africa (Togo) e l'Australia, riciclandone quindi i proventi con le più diversificate tecniche di trasferimento e di dissimulazione.» La droga era nascosta all'interno di containers che trasportavano carichi di marmo, plastica, cuoio, scatole di tonno, materiale tutto oggetto di import-export tra Sud America ed Europa. Una partita di droga di 434 kg di cocaina era arrivata al porto di Gioia Tauro nel marzo del 2000, un'altra di 250 kg sempre di cocaina proveniente da Cartagena in Colombia era arrivata a Gioia Tauro nel gennaio del 2004. Una parte del riciclaggio dei proventi avveniva in Australia attraverso «un sofisticato meccanismo di intermediazione che vedeva l'impiego di specialisti in grado di assicurare i passaggi bancari necessari a perfezionare i trasferimenti del denaro».

L'Antimafia ricostruisce come la ‘ndrangheta «ha adottato una strategia opposta a quella dei corleonesi e la Calabria non ha mai conosciuto una stagione di stragi o di morti eccellenti» almeno fino all'ultimo biennio: ma la strage di Duisburg e l'omicidio di Francesco Fortugno, vice presidente del Consiglio regionale della Calabria, dimostrano che qualcosa è cambiato.

Da Il Giornale

mercoledì 20 febbraio 2008

La 'drangheta è come Al Qaida

Roma - Come al Qaida. Questo l’identikit tracciato dalla commissione antimafia della più pericolosa tra le organizzazioni criminali, la ’Ndrangheta. Una mafia liquida che si infiltra dappertutto, riproducendo in luoghi lontanissimi da quelli in cui è nata il medesimo antico elementare ed efficace modello organizzativo. "La ’ndrangheta alle maniera delle grandi catene di fast food offre in tutto il mondo in posti diversissimi, l’identico, riconoscibile affidabile marchio e lo stesso prodotto criminale. Alla maniera di Al Qaida con una analoga struttura tentacolare priva di una direzione strategica ma caratterizzata da una sorta di intelligenza organica, di una vitalità che è quella delle neoplasie, e munita di una ragione sociale di enorme, temibile affidabilità".

Mafia liquida L’Antimafia riprende e mutua dal sociologo della post modernità Bauman il termine di "Mafia liquida" capace di riemergere in posti lontani e in attività finora non inserite nell’orizzonte delle mafie così come finora sono state conosciute. "Il segreto per la ’ndrangheta è questo. Tutto nella tensione tra un qui remoto e rurale e arcaico e un altrove globalizzato, post moderno e tecnologico. Tutto nella dialettica fra la dimensione familiare del nucleo di base e la diffusione mondiale della rete operativa. La capacità di far coesistere con inattesa efficacia una dimensione tribale con un’attitudine moderna e globalizzata è stata fino ad oggi la ragione della corsa al rialzo delle azioni della ’ndrangheta nella borsa mondiale delle associazioni criminali".

Conflitto ed espansione "Ma è proprio la fortissima espansione a mettere in forse questa forza che sembra ora inarrestabile - sostiene l’antimafia -. Le ’ndrine sono in continua competizione tra loro e, paradossalmente, la loro diffusione planetaria si accompagna ad una intensificata ossessione per il controllo (militare, politico, amministrativo, affaristico) dei territori di competenza". Una febbre di crescita che potrebbe "generare una crisi di sistema". Finora infatti la ’ndrangheta ha evitato la sovraesposizione, non ha mai realizzato azioni eclatanti pur avendo ucciso migliaia di persone. È stata realizzata una strategia opposta a quella dei corleonesi che hanno voluto la stagione delle stragi e - fatta eccezione per Ligato e Scopelliti - non ci sono stati omicidi eccellenti, in quest’ultimo biennio però la "febbre di crescita" ha portato ad azioni clamorose che non trovano riscontri nel passato: la strage di Duisburg e l’omicidio di Francesco Fortugno, vicepresidente del consiglio regionale della Calabria.

Azioni eclatanti "In entrambi i casi la ’ndrangheta accetta il rischio che queste azioni comportano. Per entrambi i casi, forse, l’accettazione di questo rischio potrebbe essere stato un calcolo sbagliato" sottolinea la relazione della commissione.

La relazione della Commissione Antimafia  240 Kb download

 
 

Home Definizione Origini Sottovalutazione Mafia e Politica Mafia e Chiesa Cosa Nostra Lotta alla mafia Le altre mafie Bibliografia Sitografia Filmografia

Scuola Media Statale "Giovanni XXIII" - Pietramelara

http://smspietramelara.altervista.org

Ipertesto realizzato e curato dal Prof. Giuseppe Landolfi

Contatto: obiettivomafia@libero.it

 

Sito in costruzione