Anticamente,
il paese di Nuxis veniva considerato "il giardino
del Sulcis" :
"Nuxis
deliziosa e bella
cha
sos montes ti faghen sentinella"
profumatissimi
frutteti carichi di arance, mandarini, limoni, bergamotti, ciliegie,
susine, fichi, e di frutti a volte anche rari, prodotti dall'abilità
degli innestatori locali. Uno di questi meravigliosi giardini era
situato in riva al fiume. Quello che maggiormente colpiva l'occhio del
visitatore che vi si avventurava, oltre all'insieme del panorama
incantevole, era la presenza, al centro di questo giardino, di alcuni
imponenti alberi di noce, ma soprattutto di un impianto per quei tempi
all'avanguardia e quasi maestoso:"su Morinu".
A
Nuxis infatti esisteva, dai primi del Novecento fino agli anni Cinquanta, un
mulino per la macinazione del grano, "su Morinu", ideato e
costruito da "ciu Nicolau Crobeddu", nonno del Sig. Gino
Pisanu che gentilmente ci ha fornito tutte le informazioni qui
riportate. Quest'opera era da
ritenersi davvero innovativa, per quei tempi, come prototipo di
alta tecnologia sia meccanica che idraulica. Non
era una semplice risorsa tecnologica che sveltiva questo genere di
operazioni, ma piuttosto costituiva, ed è da considerare, una vera piccola rivoluzione per l'economia
del paese. L'elemento base dell'alimentazione della popolazione locale
era il pane. Tutte le massaie facevano il pane in casa, adoperando la
farina ottenuta da un rudimentale attrezzo detto "Sa Mou",
fatto girare da un somarello e posseduto quasi esclusivamente dai proprietari
terrieri. Il popolino si trovava a disagio, per ottenere la farina, in
quanto l'attrezzatura veniva utilizzata in primo luogo dai proprietari e
solo in tempi successivi per le esigenze del resto della popolazione. La forza motrice
sfruttata come energia era l'acqua, che scorreva nella valle del Rio
Coxina e che, convogliata attraverso un canale, produceva una forte pressione e
metteva in movimento una ruota circolare, posta nel sotterraneo del
caseggiato. Un albero di ferro, collegato a tale ruota, faceva girare con una certa velocità una macina in pietra, producendo la farina.
Scendendo in una descrizione più dettagliata, seguendo i ricordi del
Sig.Gino Pisanu, l'acqua del fiume veniva
convogliata in un grosso vascone ("su Depositu") di una
capienza di circa 10 mc. d'acqua. Al fondo del vascone, vi era un foro
di circa 20 cm di diametro, collegato ad un canale lungo circa m.1,50 ,
largo 60 cm. e profondo 80 cm., sul cui fondo esisteva un altro
foro del diametro di circa 10 cm. A quest'ultimo foro era collegato un
tubo in ferro, sul quale erano stati
collegati altri tubi, in lamiera, di forma conica, che portavano il
diametro finale di uscita a circa 2 cm. Il Sig. Crobeddu aveva
edificato un caseggiato per ospitare il meccanismo, composto da un sotterraneo e da un piano sopraelevato.
Nel sotterraneo si trovava l'impianto principale, formato da un pezzo di
legno di ginepro (lungo circa m.1,50, largo 20 cm. e spesso 8 cm.)
con sopra una barra d'acciaio provvista di forellini. Sopra questi
forellini veniva appoggiata la ruota motrice , composta da un fuso
cilindrico in legno, ai lati del quale erano conficcate delle spatole
orizzontali (sempre in legno) lunghe circa 1 m., distanti da loro sui 5 cm
. Al centro della ruota stava un albero in ferro, posizionato sopra uno
dei forellini della barra d'acciaio, attraverso "sa Agula", un
supporto ancora in ferro, con la punta in acciaio. L'albero era piatto
alle estremità, tondo per il resto della sua lunghezza. All'estremità
superiore, quest'albero era bloccato da"sa marrixedda", che
consentiva alla ruota di girare sopra la prima pietra (cioè la macina),
fissata all'interno di un contenitore quadrangolare in legno ("su
Majou"), destinato a contenere la farina. Il grano si trovava in
una tramoggia, posta sopra "su Majou" , ancorata alle travi
del tetto per mezzo di funi, e scendeva in un cassone, posto sopra il
bocchettone di "su majou". La caduta del grano veniva regolata
da un utensile in legno, lungo press'a poco 40 cm., ("su Caleleddu"),
agganciato all'estremità del cassonetto e poggiato sulla macina.
Grazie
al Sig. Gino Pisanu possiamo offrire anche un breve elenco dei termini
in lingua sarda anticamente collegati a questa attività, con la
relativa traduzione in italiano.
Sa
cori de s'aqua
|
canale
dell'acqua |
su depositu |
vasca |
su canaleddu |
piccolo
canale |
is tubbixeddusu |
piccoli
tubi conici |
su cascinu |
pezzo
di legno di ginepro |
sa lastr'e acciaiu |
lastra
d'acciaio forata |
s'agula |
supporto
in ferro |
sa rora 'e turrasa de
lina |
ruota
in legno |
s'abbarraroi |
utensile
bloccaggio ruota |
s'asta de ferru |
albero |
sa marriscedda |
attrezzo
per appoggio macina |
is perdas de mou |
pietre
per macinare |
su maiou |
tramoggia |
sa crapita |
raccoglitore
per il grano |
su caleleddu |
pezzo
di legno con gancio |
su regoladori |
cordoncino
per dosare la caduta del grano |
su laccu |
contenitore
in legno per la farina |
sa crai |
regolatore
di velocità |