A Bruxelles il 2 e 3 Febbraio 2004 , in un rapporto dell'Unione europea è stato reso noto che lo spam costa ad i provider ed agli utenti di internet circa 6 miliardi di euro l'anno e che danneggia l'e–commerce in tutto il globo. Durante quei giorni è stata inoltre presentata una recente ricerca della Trans Atlantic Consumer Dialogue, in cui si affermano ancora una volta gli esiti negativi dello spam sul cresciente sviluppo del commercio elettronico. Infatti il 52% degli intervistati ha dichiarato di aver diminuito gli acquisti via internet o di non effettuarli più perché stanco di ricevere quotidianamente enormi quantitá di e–mail non richieste. Da un'altra indagine, questa volta effettuata nel novembre 2004 negli Stati Uniti, della Pew Internet and American Life Project, riguardo il comportamento degli utenti della rete, emerge che oltre l'80% degli utenti afferma di essere infastidito dal contenuto ripetitivo ed ingannevole delle e–mail indesiderate, il 75% è irritato dal non poter bloccarne la ricezione, mentre l'aspetto più preoccupante è che il 60% degli utenti afferma di aver ridotto l'uso di e–mail proprio a causa dello spam.
Chi pratica ″spamming″ ossia chi invia nella rete e–mail pubblicitarie indesiderate fa uso di appositi programmi che provvedono ad esaminare con periodicitá la rete alla ricerca di vecchi e nuovi indirizzi e–mail comparsi nel web.
Il primo suggerimento è quello di, può risultare un pó banale ma è certamente il piú efficace, tenere riservato il vostro indirizzo e–mail comunicandolo solo a persone di cui vi fidiate. Mantenete quindi il piú possibile riservato il vostro indirizzo e–mail. Qualora, infatti, il vostro indirizzo di posta elettronica dovesse venire scoperto da uno o piú spammer, questo viene rivenduto ad altri spammer e poi ad altri ancora: vi ritroverete quindi tonnellate di spam nella vostra casella di posta.