ROMA - "Ma di
quale orgoglio parlano gli omosessuali? Orgoglio di che chi? Per
che cosa? La verità, invece, è un'altra: manifestazioni come il
World Gay Pride non dovrebbero essere mai autorizzate,
tantomeno durante il Giubileo".
Non usa mezzi termini l'arcivescovo
Angelo Comastri, presidente del Comitato italiano del
Giubileo del 2000, nel condannare "a caldo" quanto detto
dal presidente del Consiglio Giuliano Amato in merito al raduno omosessuale
di luglio.
Monsignor Comastri, il premier
definisce il Gay Pride "inopportuno, ma inevitabile
perchè la Costituzione garantisce la libertà di espressione per
tutti i cittadini": cosa risponde?
"La risposta è semplice: quando
la libertà si trasforma in ostentazione, irrisione,
pericolo di sicurezza, mancanza di rispetto per gli altri, mi chiedo
cosa è la libertà".
Ma la Costituzione garantisce a tutti
i cittadini di manifestare il proprio pensiero.
"Il discorso è molto complesso.
Sul principio di libertà garantito dalla democrazia
credo che siamo tutti d'accordo, per fortuna. Ma - ripeto - quando
la libertà significa confusione, mancanza di rispetto,
annebbiamento delle coscienze: ma di quale libertà
stiamo parlando? Al centro della nostra società ci sono
dei valori universali che vanno difesi? O chiunque può
fare tutto? Se sì, allora diciamo chiaramente che non ci sono più regole
e ognuno può fare quello che vuole".
Il raduno gay andrebbe, dunque,
vietato?
"La Chiesa per sua natura non è
contro nessuno. Qui non si tratta di veti: gli
omosessuali vanno aiutati, anche capiti, ma non possiamo dire loro
che quello che fanno va bene".
Per Amato il raduno è
"inopportuno, ma inevitabile". "Questi tipi di raduni
sono inopportuni sempre, al di là del Giubileo. Che senso
ha organizzarli? Per ostentare quale tipo di orgoglio?".
Come presidente del Comitato italiano
del Giubileo, come giudica la posizione di Amato?
"Non entro nel merito delle posizioni politiche, che sono
sempre dettate da motivi di opportunità. Alla Chiesa
interessano altri ambiti: l'educazione, la formazione
delle coscienze, gli orientamenti culturali".
Il governo è diviso: i partiti di
sinistra difendono il raduno. È preoccupato?
"Ognuno può appoggiare chi vuole
e qualsiasi iniziativa. La verità, però, è una sola e
non si baratta a colpi di maggioranza. Qui, invece, stiamo andando avanti
verso preoccupanti forme di deregulation a tutti i livelli: addirittura
con queste manifestazioni non si capisce più che cosa è l'uomo e cosa
è la donna. Auspico che tutti possano trovare il senso della
misura".
Il governo sembra orientato a non
opporsi al raduno gay, pur vientando cortei e
manifestazioni vicino alle basiliche. E' un compromesso possibile?
"Se lo autorizzeranno se ne
dovranno assumere tutte le responsabilità. Secondo me,
certe manifestazioni sono inopportune sempre, in qualsiasi momento,
non è un problema di compromessi. La Chiesa è sempre
portatrice di fede, verità, rispetto dell'uomo, a
partire dal più piccolo, dal più povero e dal più indifeso.
Ma se proprio il raduno non potrà essere impedito, mi auguro almeno che
non sia offesa alla Chiesa e sia autorizzato in aree
circoscritte".
di ORAZIO LA ROCCA
(c) La Repubblica