La celtizzazione della Valle padana
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I Boi nel bolognese
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"I Boi nel Bolognese" [da I
Celti a sud delle Alpi, 1993, di Antonio Violante]
Nel IV secolo i Boi si sono insediati nell'Etruria padana a sud del Po,
in una pianura dalle molteplici influenze culturali: etrusche, liguri ed umbre
[...]. Di conseguenza [
] le varie comunità hanno in qualche modo
convissuto [sullo stesso territorio, ma separatamente]. Non è nota con
precisione l'estensione del territorio boico, [si sa che era] confinante con
quello di tribù galliche del tutto sconosciute archeologicamente: gli
Anamari a ovest nel Piacentino e i Lingoni a est, all'incirca nell'attuale Romagna.
[Anche dopo] la celtizzazione, l'etrusca Velzna, precedente capoluogo della regione, ha mantenuto il rango di centro urbano, nel quale i nuovi abitanti hanno continuato a servirsi dell'antico cimitero situato a ovest della città, risalente all'epoca villanoviana. Ivi nelle tombe [sono stati ritrovati numerosi] oggetti non celtici: elmi, vasellame ed altri oggetti di fattura etrusco-italica, [il che fa supporre che col tempo si sia avviato] un processo di osmosi culturale, se non etnica. [ ]
Si pensa quindi che a Bononia, divenuta capitale dei Boi, convivessero pacificamente varie etnie, come in altri centri della regione. In particolare, è lecito avanzare l'ipotesi che membri della nobiltà guerriera boica avessero sposato donne etrusche. Del resto la storiografia ha documentato, all'inizio del III secolo a.C., alleanze tra Etruschi e Celti.[ ]
A partire dal secondo quarto del III secolo, invece, le tombe assumono una fisionomia più marcatamente celtica, a indicare che il mondo boico, riducendo i contatti con le società italiche, ripiegava culturalmente su se stesso. Da un parte l'arrivo di nuove popolazioni d'oltralpe estranee ai costumi italici; dall'altra vi era l'attrazione sempre più forte esercitata dalla potenza romana, divenuta egemone in Italia peninsulare nel corso del III secolo, sulle classi dirigenti italiche.