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Istituto Comprensivo Statale "A. Gramsci" - Il Castello di Baia e ... dintorni


La storia del Castello di Baia


 

Castello di Baia - Primo piano.JPG (23070 byte)

La villa Cesare - La Fortezza - L'eruzione di Monte Nuovo
Il Castello tra Seicento e Ottocento - Dai Borboni ai nostri giorni
Il Museo Archeologico - Il Ninfeo dell'Imperatore Cludio


La villa di Cesare

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IL CASTELLO DI BAIA

Particolare dell'ingresso

Il Castello aragonese di Baia sorge sulle rovine di un'antica villa romana che, dopo essere stata di Giulio Cesare, fu, in età imperiale, uno delle più importanti costruzioni  di Baia. Ricerche archeologiche recenti hanno dimostrato, infatti,  che questa villa era un grande edificio che scendeva dalla collina fino al mare. Ora, i ruderi della villa romana sono sommersi dalle acque del mare, soprattutto a causa del bradisismo, ma tanti secoli fa, appunto nell'età di Cesare, era uno degli edifici - simbolo della nobiltà romana di Baia.

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La Fortezza

Il Castello di Baia n.6 (Particolare).JPG (12259 byte)
IL CASTELLO DI BAIA
Particolare

Dopo la caduta dell'Impero romano ed i secoli bui del Medioevo, la collina dove sorgeva la villa romana, fu abbandonata a se stessa fino al 1493, quando, a causa di un'invasione francese, i sovrani aragonesi che regnavano allora nel Regno di Napoli, si videro costretti a costruire una fortezza proprio là, sulla collina di Baia, per potenziare le difese del Regno. Fu Re Alfonso d'Aragona che ordinò la costruzione della fortezza a guardia delle acque del vicino mare, ma forse una specie di villaggio fortificato doveva già esistere nel Medioevo dove poi sarà costruito il Castello aragonese.

 

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L'eruzione di monte Nuovo

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IL CASTELLO DI BAIA
Le scale di accesso ai Bastioni

Il Castello, dunque, fatto costruire da Alfonso d'Aragona, rimase per circa quaranta anni a guardia del golfo di Baia, fino al 1538, anno in cui fu gravemente  danneggiato dall'eruzione del Monte Nuovo. Così, l'allora vicerè spagnolo Don Pedro de Toledo diede ordine di ristrutturare la fortezza aragonese che, però, perse il suo originario aspetto. Comunque, il castello ristrutturato fu ancora più imponente del passato, con mura poderose e alti bastioni che lo proteggevano ancora maggiormente sul lato meridionale. Altri lavori di rammodernamento furono operati successivamente, come il ribassamento delle torri aragonesi e la costruzione di un fortino a mare per contrastare gli attacchi navali; questo fortino era unito alla terraferma mediante un pontile interrotto da un ponte levatoio.

 

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Il Castello tra Seicento e Ottocento

Il Castello di Baia n.4 (particolare di una pianta del XVII .JPG (15425 byte)
Particolare di una pianta dei Campi Flegrei del secolo XVII

Tra il 1575 ed il 1643 ci furono altri cambiamenti nella fisionomia del Castello, infatti, a più riprese, furono aggiunte altre difese verso il mare, fu scavata una cisterna al di sotto della fortezza e si provvide a costruire baluardi ancora più massicci verso occidente. Da quel momento in poi, gli altri interventi che ci furono nel Castello si ridussero ad opere di manutenzione e di restauro, che si resero necessarie per il trascorrere del tempo e per l'incuria, anche a causa dell'assottigliarsi del numero dei soldati presenti che, anno dopo anno, dominazione dopo dominazione, furono sempre di meno fino a ridursi, nel 1837, durante il regno di Ferdinando II di Borbone, ad appena due militari.

 

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Dai Borboni ai nostri giorni

Castello di Baia - I luoghi.JPG (18500 byte)
I luoghi del Castello Aragonese

Il Castello aragonese di Baia capitolò definitivamente, quale fortezza del Regno delle Due Sicilie, il 4 ottobre 1860, grazie al blocco terrestre e navale operato dai garibaldini, ormai padroni di quasi tutto il Mezzogiorno d'Italia: resistevano, a quel punto, solo le fortezze di Gaeta, dove si era asserragliato Francesco II di Borbone, ultimo re di Napoli, e di Civitella del Tronto, nelle Marche. Dopo l'Unità d'Italia, ancora per qualche anno, il Castello di Baia fu adibito a piazzaforte militare, ma dopo il 1887, esaurito questo suo ruolo, per un certo periodo perse quell'importanza che avebva avuto per oltre quattro secoli; durante la Prima Guerra Mondiale fu un campo di concentramento per prigionieri austro - ungarici, nei decenni successivi ci fu, all'interno delle sue mura, un orfanatrofio militare e durante la Seconda Guerra Mondiale fu installata una batteria contraerea. Infine, dopo altri anni di incuria e di abbandono, negli ultimi tempi è stato tramutato nel Museo Archeologico che ha, di fatto, rivalutato quest'antica fortezza che fu aragonese, spagnola, austriaca, borbonica ed oggi fa parte del nostro ricco patrimonio storico - archeologico.

 

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Il Museo Archeologico

Oggi, il Castello Aragonese di Baia ospita il Museo Archeologico dei Campi Flegrei in uno spazio ricavato tra il bastione sud - occidentale della Prima Batteria S.Antonio e la Torre di nord - ovest.
Il museo si divide in tre parti:

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Museo Archeologico dei Campi Flegrei
Un settore della sala dei "Gessi di Baia"

Nella prima parte, al piano terra, in un locale vicino al viale d'ingresso, sono esposti i cosiddetti Gessi di Baia, circa 60 frammenti di calchi in gesso risalenti all'epoca romana.
 

 

Il Castello di Baia - Particolare di uno dei Cippi.JPG (9893 byte)
Museo Archeologico dei Campi Flegrei
Particolare di uno dei "Cippi"

Nella seconda parte, invece, ma in un altro locale, sono esposte 11 lastre di marmo, i cosiddetti cippi, ritrovate, sul finire degli anni Sessanta, nel Sacello degli Augustali di Miseno; esse sono soprattutto delle dediche a divinità e ad imperatori della Roma antica.
 

 

Il Castello di Baia - Statua della dea dell'Abbondanza.JPG (13646 byte)
Museo Archeologico dei Campi Flegrei
Statua della Dea dell'Abbondanza

Nella terza ed ultima parte del museo si possono ammirare statue e sculture di vario tipo: la statua equestre di Domiziano, una scultura della Dea dell'Abbondanza, una grossa lastra di marmo sulla quale si può vedere la Quadriga di Helios e la personificazione di Miseno.

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Il Ninfeo dell'Imperatore Claudio

Infine, in un locale che un tempo era una polveriera, si può ammirare la ricostruzione (più piccola dell'originale) del Ninfeo dell'imperatore Claudio.

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Museo Archeologico dei Campi Flegrei
La ricostruzione del Ninfeo dell'imperatore Claudio

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prodotto dagli alunni delle classi terze della scuola media nell'a.s.2002/03  nell'ambito del progetto

curricolo locale e arteAscuola
si consiglia la visualizzazione a schermo intero con risoluzione 800 x 600