La storia |
Istituto Comprensivo Statale "A. Gramsci" - Il Castello di Baia e ... dintorni |
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La storia del Castello di Baia | |
La villa
Cesare - La Fortezza - L'eruzione di
Monte Nuovo |
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La villa di Cesare |
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Il Castello aragonese di Baia sorge sulle rovine di un'antica villa romana che, dopo essere stata di Giulio Cesare, fu, in età imperiale, uno delle più importanti costruzioni di Baia. Ricerche archeologiche recenti hanno dimostrato, infatti, che questa villa era un grande edificio che scendeva dalla collina fino al mare. Ora, i ruderi della villa romana sono sommersi dalle acque del mare, soprattutto a causa del bradisismo, ma tanti secoli fa, appunto nell'età di Cesare, era uno degli edifici - simbolo della nobiltà romana di Baia. |
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La Fortezza |
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Dopo la caduta
dell'Impero romano ed i secoli bui del Medioevo, la collina dove sorgeva la villa romana,
fu abbandonata a se stessa fino al 1493, quando, a causa di un'invasione francese, i
sovrani aragonesi che regnavano allora nel Regno di Napoli, si videro costretti a
costruire una fortezza proprio là, sulla collina di Baia, per potenziare le difese del
Regno. Fu Re Alfonso d'Aragona che ordinò la costruzione della fortezza a guardia delle
acque del vicino mare, ma forse una specie di villaggio fortificato doveva già esistere
nel Medioevo dove poi sarà costruito il Castello aragonese.
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L'eruzione di monte Nuovo |
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Il Castello, dunque,
fatto costruire da Alfonso d'Aragona, rimase per circa quaranta anni a guardia del golfo
di Baia, fino al 1538, anno in cui fu gravemente danneggiato dall'eruzione del Monte
Nuovo. Così, l'allora vicerè spagnolo Don Pedro de Toledo diede ordine di ristrutturare
la fortezza aragonese che, però, perse il suo originario aspetto. Comunque, il castello
ristrutturato fu ancora più imponente del passato, con mura poderose e alti bastioni che
lo proteggevano ancora maggiormente sul lato meridionale. Altri lavori di rammodernamento
furono operati successivamente, come il ribassamento delle torri aragonesi e la
costruzione di un fortino a mare per contrastare gli attacchi navali; questo fortino era
unito alla terraferma mediante un pontile interrotto da un ponte levatoio.
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Il Castello tra Seicento e Ottocento |
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Tra il 1575 ed il 1643 ci furono altri cambiamenti nella fisionomia del Castello, infatti, a più riprese, furono aggiunte altre difese verso il mare, fu scavata una cisterna al di sotto della fortezza e si provvide a costruire baluardi ancora più massicci verso occidente. Da quel momento in poi, gli altri interventi che ci furono nel Castello si ridussero ad opere di manutenzione e di restauro, che si resero necessarie per il trascorrere del tempo e per l'incuria, anche a causa dell'assottigliarsi del numero dei soldati presenti che, anno dopo anno, dominazione dopo dominazione, furono sempre di meno fino a ridursi, nel 1837, durante il regno di Ferdinando II di Borbone, ad appena due militari.
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Dai Borboni ai nostri giorni |
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Il Castello aragonese di Baia capitolò definitivamente, quale fortezza del Regno delle Due Sicilie, il 4 ottobre 1860, grazie al blocco terrestre e navale operato dai garibaldini, ormai padroni di quasi tutto il Mezzogiorno d'Italia: resistevano, a quel punto, solo le fortezze di Gaeta, dove si era asserragliato Francesco II di Borbone, ultimo re di Napoli, e di Civitella del Tronto, nelle Marche. Dopo l'Unità d'Italia, ancora per qualche anno, il Castello di Baia fu adibito a piazzaforte militare, ma dopo il 1887, esaurito questo suo ruolo, per un certo periodo perse quell'importanza che avebva avuto per oltre quattro secoli; durante la Prima Guerra Mondiale fu un campo di concentramento per prigionieri austro - ungarici, nei decenni successivi ci fu, all'interno delle sue mura, un orfanatrofio militare e durante la Seconda Guerra Mondiale fu installata una batteria contraerea. Infine, dopo altri anni di incuria e di abbandono, negli ultimi tempi è stato tramutato nel Museo Archeologico che ha, di fatto, rivalutato quest'antica fortezza che fu aragonese, spagnola, austriaca, borbonica ed oggi fa parte del nostro ricco patrimonio storico - archeologico.
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Il Museo Archeologico |
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Oggi, il Castello Aragonese di Baia ospita il Museo Archeologico dei Campi
Flegrei in uno spazio ricavato tra il bastione sud - occidentale della Prima Batteria
S.Antonio e la Torre di nord - ovest. |
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Nella prima parte, al piano terra, in un locale vicino al viale d'ingresso, sono esposti i cosiddetti Gessi di Baia, circa 60 frammenti di calchi in gesso risalenti all'epoca romana. |
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Nella seconda parte, invece, ma in un altro locale, sono esposte 11 lastre di marmo, i cosiddetti cippi, ritrovate, sul finire degli anni Sessanta, nel Sacello degli Augustali di Miseno; esse sono soprattutto delle dediche a divinità e ad imperatori della Roma antica. |
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Nella terza ed ultima parte del museo si possono ammirare statue e sculture di vario tipo: la statua equestre di Domiziano, una scultura della Dea dell'Abbondanza, una grossa lastra di marmo sulla quale si può vedere la Quadriga di Helios e la personificazione di Miseno. |
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Infine, in un locale che un
tempo era una polveriera, si può ammirare la ricostruzione (più piccola dell'originale)
del Ninfeo dell'imperatore Claudio. |
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prodotto dagli alunni delle classi terze della scuola media nell'a.s.2002/03 nell'ambito del progetto |
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curricolo locale e arteAscuola |