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Istituto Comprensivo Statale "A. Gramsci" - Il Castello di Baia e ... dintorni


I sistemi di difesa



Il termine "castello" rappresentava nel medioevo sia la cittadella arroccata (castrum), sia l'edificio per assolvere funzioni militari o dimora del signore.

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Il Castello di Baia

Nella zona flegrea tra le cittadelle fortificate vanno ricordate: il castrum Misenati (distrutto nel IX secolo), il castrum Cumanum , il castrum Putheolanum (attuale rione Terra), il castrum S.Martini (cosiddetto da un'antica chiesa dedicata al santo) sull'omonimo isolotto, un tempo attaccato alla terraferma.

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Le torri

Tra il XVI e XVIII secolo le coste italiane ed in particolare quelle meridionali furono saccheggiate dai corsari per cui si sentì il bisogno urgente di una maggiore difesa.Don Pedro de Toledo , vicerè di Napoli, diede ordine di costruire torri costiere . Furono costruite torri di avvistamento e di difesa disposte a poca distanza l'una dall'altra in modo da permettere un facile collegamento. La caratteristica di queste torri era di avere un'unica entrata a diversi metri di altezza con una passerella di legno per l'accesso che si ritirava in caso di assedio.
La difesa avveniva attraverso l'uso di colubrine e petriere , un fornello per le segnalazioni. Di giorno il pericolo era segnalato con fumate il cui numero variava a seconda del numero di galee avvistate; di notte con fuochi.

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Ma la maggiore costruzione militare fu certamente la rifondazione del Castello di Baia danneggiata dagli sconvolgimenti tellurici del 1538 ed ormai superato militarmente.
La forma del castello è dovuta alla sua funzione di guardia delle acque del golfo, infatti, esso si sviluppa ad est con una altezza di 250m. sul livello del mare ed è difeso dall'inaccessibile rupe tufacea.

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Le mura a scarpata

Le mura a scarpata, in alcuni punti dello spessore di 6m, rafforzate in seguito agli attacchi delle bombarde.

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Le torri sono quadrate (tipiche aragonesi) per permettere la disposizione di artiglierie pesanti.
C’erano 6 ponti levatoi collocati in punti strategici, trabocchetti mimetizzati ed una serie di cunicoli e tornanti che permettevano di accedere alla spiaggia; in particolare un "trabocchetto girevole", una botola mantenuta da un’asse che si apriva sotto il peso di pochi chili e si sprofondava in una fossa di circa 12m2 su punte di lance acuminate.

Finita la dominazione spagnola il Castello, impotente di fronte all’invasione austriaca, subisce dopo più di due secoli, l’umiliazione della resa; e così nel corso dei secoli successivi pur continuando ad essere un attrattiva per tutti come postazione da espugnare. Subisce altre modifiche nelle strutture per adeguarle ai tempi. Nel 1887 il Castello termina di essere considerato opera di fortificazione dello stato e quindi veniva svestito delle sue naturali funzioni militari e abbandonato a se stessa.

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Ingresso del Castello

Durante la prima Guerra Mondiale diventa luogo di espiazione per i prigionieri di guerra. Le celle erano l’una all’interno dell’altra.
Secondo una testimonianza del custode del castello Renato Lillini, un ufficiale tedesco, durante la seconda guerra mondiale chiese di poter visitare il castello ed in particolare le celle; quando riconobbe la cella n° 3 e le il nome inciso sul muro, piangendo ricordava le brutture subite.

Finita la guerra il castello si trasforma in un Orfanatrofio militare, per cui furono murate le celle e tutti i trabocchetti pericolosi. Il cantiere navale sorto a Baia nel 1939 per opera di B. Mussolini diventa un silurificio che saltò in aria durante il 2° conflitto mondiale ed il castello diventò un presidio militare. Anche qui si deve ricordare un episodio che ha evitato la distruzione del castello grazie all’intervento del custode Francesco Lillini il quale seppe con modestia, ma grande potere di persuasione, dissuadere il comandante che si allontanò.

 

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La garitta

Dal Piazzale Piave attraverso uno dei ponti levatoi ci si immette alla rampa 4 novembre; seguendo il viale, profumato dagli oleandri, si notano postazioni per il tiro leggero.

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Viale degli oleandri

Superata la Terrazza Cadorna, è visibile una garitta restaurata recentemente, si accede al piazzale Nervesa, dove è collocata una polveriera usata fino alla Seconda Guerra mondiale che somiglia nella struttura ad una chiesa.

Dal piazzale Nervesa si accede attraverso il ponte del Cavaliere (un altro ponte levatoio) al punto più alto del castello, la "Tenaglia", pieno di trabocchetti e scappatoie, punto di forza insuperabile in tutte le battaglie che un tempo risuonava dei passi di soldati armati di alabarda, oggi si gode un panorama bellissimo a lungo raggio.

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La torre Tenaglia


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prodotto dagli alunni delle classi terze della scuola media nell'a.s.2002/03  nell'ambito del progetto

curricolo locale e arteAscuola
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