Le corde si trasportano in genere nei sacchi. Esse vengono filate dentro, poche spire alla volta, cercando di evitare che la corda venga ritorta (Figura). Sul capo sotto si fa una gassa a otto e viene lasciata fuori dal sacco metre si infila la corda nel sacco. Poi si blocca il capo sopra con una mezza chiave su tale gassa. In tal modo quando si prende la corda per armare, si verifica subito che c'e` un nodo in fondo e si riconosce il capo superiore da usare per l'armo. Mentre si arma si tiene il capo col nodo a otto fuori dal sacco (agganciato con un moschettone se possibile). Un trucco per facilitare l'introduzione della corda nel sacco e` quello di farla passare in un moschettone posizionato in alto sopra il sacco.
Ricordo la convenzione per distinguere le corde nelle operazioni di
recupero:
Se si trasportano piu` corde si mette quella piu` lunga in fondo al sacco, filata e coi capi annodati come spiegato prima. Le altre (corte) sono inserite legate a matassa sopra di essa. Quando si arma, e` facile togliere queste e metterle in un altro sacco qualora si debba usare quella lunga.
Quando bisogna trasportare una corda fuori dal sacco, la si avvolge a matassa con una tecnica presa dall'alpinismo in modo da facilitarne il trasporto (Figura).
Anche quando si recupera la corda in cima al pozzo la si avvolge a matassa lasciando un tratto di corda fra la matassa e l'armo abbastanza lungo. La matassa viene bloccata usando il capo libero. Poi si passa il tratto di corda nel foro della matassa e lo si rivolta sopra in modo che la matassa resti appesa all'armo.
In fondo al pozzo la corda eccedente viene avvolta a matassa bloccata con la corda che sale. Se invece e` poca si lascia un nodo (bisogna ricordarsi di disfarlo quando si disarma, a meno che non si vuole misurare la scheda d'armo del pozzo.).
Per il disarmo si disfa il nodo (o la matassa) e si prepara la corda
disponendola al suolo in spire, partendo dal capo libero. Durante il disarmo
se ci sono dei terrazzi, si recupera la corda e la si prepara analogamente sul
terrazzo. E` molto noioso arrivare in cima ad un pozzo frazionato e non
riuscire a recuperare la corda! Bisogna ridiscendere riarmando, e vedere di
disincastrarla.
Alternativamente si puo` disarmare portandosi un sacco appeso in cui si infila la corda ogni decina di metri.
Se durante il disarmo si lasciano i nodi con piastre e moschettoni, si puo` poi, a casa, ricostruire la scheda d'armo del pozzo, misurando i tiri di corda prima di disfare i nodi e lavarla. Bisogna tener conto pure della corda che avanza sotto al pozzo, di eventuali deviatori, e aggiungere le altre note che complementano una scheda d'armo (massi instabili, condizioni in piena, ...).
La corda sul pozzo di ingresso di una cavita` che si apre verticale deve essere messa e tolta ad ogni uscita. Le principali motivazioni sono di carattere fisico: gli elementi atmosferici rovinano le corde. Pero` anche per spedizioni a breve distanza (un giorno) bisogna togliere la corda, credo per motivazioni di carattere "sociale": evitare responsabilita` dovute alla presenza della corda nel facilitare l'ingresso alla cavita` a persone non preparate, limitare la possibilita` di furti di materiale. A tale proposito e per evitare di non ritrovare la corda sul pozzo di ingresso, la corda di ingresso dovrebbe essere sempre attaccata anche in basso (se non ci sono frazionamenti non immediatamente raggiungibili).
E` possibile anche lasciare un foglio, in una cartelletta plastificata, specificante che c'e` una attivita` speleologica in corso nella cavita`.
Quando piu` squadre entrano in grotta bisogna avere un codice di comunicazione in modo che l'ultima squadra ad uscire rimuova la corda, senza bloccare altre squadre all'interno. Il primo speleo della prima squadra arma il pozzo di ingreso e fissa la corda sul fondo, lasciando un poco di corda libera (oppure esegue un nodo di fine corda, se c'e` un frazionamento non raggiungibile). Il primo speleo delle squadre successive in entrata esegue un nodo sul capo libero in basso. In uscita, l'ultimo speleo di ogni squadra disfa un nodo, finche` l'ultimo speleo dell'ultima squadra stacca la corda dal basso (o disfa l'ultimo nodo) e con cio` capisce che deve recuperare la corda.
Ai campi e` possibile lasciare armato anche i pozzi di ingresso. Essenzialmente il motivo e` che i campi sono una attivita` continuativa su un periodo di tempo ridotto, senza le pause settimanali come avviene per la restante attivita` nel corso dell'anno. Si e` sempre in zona, e si e` pressoche` certi di ritornare nella cavita` il giorno successivo, o quello dopo. Inoltre, spesso le corde al campo non sono piu` protette di quelle sugli armi.
Bisogna verificare spesso lo stato delle corde per trovare eventuali lesioni, quando si puliscono a casa, e anche quando si scende il pozzo. Gli sfregamenti sono la principale causa delle lesioni delle corde. Un armo mal fatto puó produrre una lesione in poco tempo: se la roccia e` tagliente sono sufficienti alcune discese e risalite per rovinare la corda, ma anche se la roccia e` smussata col tempo la corda si lesiona. Conviene spendere un poco di tempo per fare bene l'armo la prima volta piuttosto che perderlo poi per cambiarlo e cercare di aggiustarlo quando ci si accorge che si mangia la corda.
Un altro fattore critico per le corde e` l'acqua che scende nel pozzo. Un pozzo che e` asciutto o ha un leggero stillicidio nei periodi di magra puo` diventare quando ci sono le piene una cascata che sbatte violentemente la corda contro la roccia. In due anni la corda sulla risalita del camino mannaro e` stata lesionata gravemente dall'acqua (anche se nessun speleologo era salito o sceso in quel periodo): in piu` punti i trefoli erano piu` che esposti, e in un punto era spezzata!
Puo` capitare di trovare una corda lesionata, specialmente in zone esplorative dove puo` succedere di fare armi speditivi, con la corda appoggiata alla roccia. La discesa e risalita di pochi speleologi e` sufficiente per lesionare una corda che sfrega, soprattutto se il pozzo e` alto, e la zona di contatto e` vicina all'armo.
Quando trovi una corda lesionata esternamente, cioe` con la calza rotta o strappata, o internamente (i trefoli si piegano facilmente formando un angolo acuto), se hai a disposizione una altra corda cambiala subito. Se cio` questo non e` possibile devi fare un nodo sulla corda in modo da isolare la parte lesionata cosicche` non venga messa in tensione durante la progressione. Un nodo buono e` il guardafili, perche` i capi di corda escono nelle due direzioni opposte. Ancora meglio il nodo bolina nel doppino, o il nodo yosemite, che permettono di fare anche una gassa su cui attaccare la longe Se non te li rocordi, puoi usare un nodo ad otto, o anche un nodo guida (nodo semplice).
Naturalmente la corda va sostituita alla prima occasione, e se c'e` il rischio di lesionare ancora la corda, l'armo va aggiustato o rifatto.
Come lanciare la corda? Puo` capitare di dover lanciare un capo di corda ad un compagno che sta` facendo una risalita. Si piega la corda con pieghe alternate e piccole, facendo attenzione che non ci siano sovrapposizioni, e poi si lancia.
Come afferrare la corda? Certi passaggi hanno uno spezzone di corda per facilitare la progressione. In tal caso e` noioso mettere e togliere gli atrezzi per fare un metro. Basta afferrare la corda con una mano per aiutarsi: si avvolgono le dita intorno alla corda e quindi si serrano sul palmo (o almeno cosi dice il Badino!). In realta` si ottiene una presa molto piu` affidabile (all'occorrenza anche per sollevarsi di peso in sicurezza) avvolgendo la corda attorno al polso, con il capo a monte passante all'esterno del capo a valle, ed quindi afferrato dalle dita.
Alternativamente si puo` formare un nodo mezzo barcaiolo attorno alla mano.
Il capo in tensione entra sul polso fino alla parte inferiore della mano.
Poi ripassa sul polso (formando un doppino), si avvolge attorno alla mano,
e arriva a fermare il doppino.
[FIXME QUESTO E` DA SPIEGARE MEGLIO ... DEVO PURE CHIARIRMELO]
Afferrare la corda saldamente e senza strizzare le mani e` utile anche in lavori di disostruzione e scavo, quando occorre spostare materiale. (Naturalemnte in queste situazioni, se e` il caso e` meglio allestire dei paranchi).
Per far scendere gli atrezzi lungo un tiro di corda, se questa non e` legata in basso si puo` farle un nodo (semplice) in basso, recuperarla, e attaccare gli atrezzi al nodo, per poi calarli. Se la corda e` bloccata si lasciano cadere gli atrezzi lungo la corda dopo averli collegati ad essa con un moschettone. Per evitare il colpo in basso, si puo` formare una ampia ansa, oppure un nodo condro cui si bloccano.
Per recuperare gli atrezzi, si attaccano alla corda con un nodo (semplice). La corda non deve assere attaccata in basso, o almeno ci deve essere un tratto di corda libero abbastanza lungo de permettere il recupero.