Solitamente, in grotta, l'illuminazione e` la cosa che da' il maggior numero di problemi. Imparerai a fronteggiare questi con l'esperienza, dopo averli provati e subiti piu' volte. Cionondimeno elenchiamo una lista di problemi con suggerimenti su come affrontarli e risolverli.
E` bene che ogni speleologo si porti con se' dei materiali di emergenza personali, un po' come si porta il proprio cibo, per fronteggiare queste eventualita` con l'impianto di illuminazione. Il mio elenco comprende:
Sembrano tante cose, ma sono per lo piu' piccole e leggere: con cento grammi di materiale ci si assicura di poter fronteggiare ogni emergenza. Lo spit e il cono servono per un eventuale ultimo armo, durante una esplorazione, quando sono stati piazzati tutti gli altri. E` improbabile che cio' succeda, ma e` molto brutto fermarsi su un pozzetto, avere la corda, e non poterlo scendere perche` manca uno spit! Lo spezzoncino di matita serve in caso di necessita` se si perdono le matite rilevando. Ingiustificabile non poter rilevare per mancanza di matite!
E` estremamente importante che tutti i componenti di una squadra abbiano una buona luce! Questo rende l'attivita` molto piu' efficace, e sicura: e` sufficiente una persona al buio per mandare in crisi una squadra, senza contare la riduzione della sicurezza nelle operazioni.
2. Per questo motivo
quando qualcosa non va all'impianto di luce ci si ferma e lo si fa funzionare,
sempre, SEMPRE, SEMPRE! |
Ma veniamo ai problemi ...
Questo e` solitamente dovuto al rigonfiarsi della bombola perche` la polvere di calce occupa piu' volume dei sassi di carburo, oppure a residui di polvere sul filetto della chiusura. La cosa migliore da fare e` battere leggermente con la mazzetta sulla zona di giunzione delle due parti della bombola e riprovare ad aprirla. Si puo' anche battere la bombola contro la roccia o un altro oggetto solido. Se questo non e` sufficiente per aprirla ci si puo' aiutare a fare maggior forza avvolgendo due pezzi di fettuccia attorno alle due parti della bombola, in modo che tirandoli questi si stringano attorno alla bombola (con un nodo a bocca di lupo). In questo modo si riesce ad afferrare efficacemente la bombola anche se e` completamente ricoperta di fango.
Se il tubo s'e` staccato dalla bombola o, piu' raramente, dall'impianto sul casco, basta riattaccarlo. Fai attenzione pero' che non sia entrato del fango nel tubo e che questo non sia otturato.
Quando ti trovi sotto stillicidio l'acetilene tende a spegnersi a causa dell'acqua. In questo caso conviene progredire con l'elettrico finche' non esci dallo stillicidio, quindi liberare dall'acqua il beccuccio soffiandoci dentro e aspirandoci.
Potrebbe invece essere che la fiamma si e` spenta e non si riaccende perche` il piezo non funziona. Prima sincerarsi che esce acetilene dal beccuccio: basta sentirne il soffio o l'odore. Controllare che il piezo funzioni, cioe` che faccia la scintilla. Se questo non succede e` probabilmente dovuta all'acqua o, peggio, al fango: in ogni caso pulire il piezo e carcare di asciugarlo soffiandoci dentro. In genere non riprende a funzionare subito ma dopo un poco, se non succedono altri guai, funzionera' ancora. Se invece il piezo e` proprio rotto bisogna accendere l'acetilene con un accendino a gas (ad avercelo!) o farselo accendere da un altro speleologo.
In tal caso si riesce ad accendere l'acetilene ma la fiamma e` irregolare e poco luminosa. Se si ha si mette un beccuccio di ricambio. Se si e` persa anche la ghiera si puo' farne una con del filo di ferro e una fascetta stringitubo. Una volta ho dimenticato di mettere il beccuccio sull'impianto e mi sono fatto un'intera uscita (tra l'altro con scavo nel fango) con un beccuccio fissato in questo modo: ha funzionato perfettamente. Se non si puo' ricorrere a questa soluzione per mancanza di meteriali, si puo' fissare direttamente il beccuccio sul tubo e tenere questo in posizione con un elastico. Questa soluzione e` utilizzabile anche quando si distrugge completamente l'impianto di illuminazione.
E` indice di bassa pressione del gas nella bombola.
Se l'acqua non scende puo' essere dovuto alla mancanza d'acqua, ad una errata regolazione dello stilo, o all'occlusione del foro di aereazione. Nel primo caso basta aggiungere acqua; ad avercela! Per questo motivo e` utile portarsi un piccolo contenitore (un decilitro circa) con acqua per la lampada. E` pure utile avere una peretta per raccogliere l'acqua anche da piccole pozze; alternativamente si puo' raccoglierla aspirandola nella bocca, ma e` molto piu' scomodo. Il rimedio nei casi estremi di grotte assolutamente secche (e non e` il caso di quelle prealpine) e` discusso da Marbach e Rocourt: consiste nell'utilizzare liquidi che abbiamo in corpo (urina) che altrimenti disperderemmo senza pensarci tanto.
Se invece l'acqua non scende perche` il foro di aerazione e` occluso (in genere dal fango), bisogna cercare di liberarlo. All'uopo viene utile una spilla da balia (per la Fisma) o un pezzo di fil di ferro (per pulire l'interno della guaina nell'Ariane). Se si ha a disposizione abbondante acqua si puo' anche cercare di lavare il foro e la guaina; bisogna avere un cacciavite o un coltellino per rimuovere la fascetta stringitubo che la tiene fissata alla bombola. In particolari situazioni risulta impossibile mettersi a pulire la bombola e si puo' rimediare facendo scendere l'acqua a tratti rimuovendo lo stilo e aprendo il tappo di tanto in tanto.
Se non si ha un tappo di scorta, bisogna fare un tappo di fortuna con un poco di stoffa.
Se non si dispone di uno stilo di scorta si puo' cercare di regolare l'afflusso di acqua mettendo un poco di stoffa nel foro: questa regolazione e` poco controllabile ma risulta sufficiente per continuare. Marbach e Rocourt suggeriscono di mettere un po' di stoffa inumidita nello scoparto del carburo e di inumidirla di tanto in tanto. La prima soluzione mi sembra piu' semplice e pratica: l'ho verificata una volta ed e` risultata veramente efficace.
Questo succede per usura nelle Ariane in cui questo sostegno e` di plastica e si consuma con l'uso. In tal caso si puo' appendere la bombola legandola con un elastico al moschettone: risulta un poco scomodo ma non troppo. Anche nella Fisma puo' succedere di rompere il gancio di sostegno.
Per evitare l'usura del foro di sostegno della bombola si puo` proteggerlo: dopo aver dovuto cambiare la bombola perche` il foro era andato e anche quello della seconda si stava allargando troppo, sono ricorso all'espediente di ricoprirlo con una lamina metallica sulla parte superiore.
Molto raramente, ma possibile, puo` succedere che il piezo sia effettivamente rotto internamente. Il cristallo piezoelettrico, si puo` rompere in seguito alle ripetute sollecitazioni meccaniche. In tal caso non c'e` niente da fare (almeno in grotta): fatti accendere l'acetilene da un compagno, o usa l'elettrico. Quando esci, compra un nuovo piezo. Oppure smonta quello che hai e sostituisci il cristallo piezoelettrico (e` uguale a quelli che sono all'interno degli accendigas da cucina).
In tal caso se possibile si procede con la luce dei compagni. Pero` ci sono momenti in cui si e` da soli (per esempio salendo un pozzo frazionato). Una bombola di emergenza puo` essere costruita con un salsicciotto del carburo, legato stretto alle estremita`, contenente alcuni sassi di carburo, e in cui si mette di tanto in tanto una pezza imbevuta d'acqua. La luce e` molto irregolare e difficile da controllare, pero` permette di procedere.