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1.3 Altri Materiali

M.Cassani, "Palo smontabile in duralluminio per risalire", Atti IX Conv. Spel. Lombarda, 1979, p. 13-15

I materiali speciali comprendono:

1.3.1 Piccone, secchio (tanica), e mazza

Materiali da disostruzione speciale sono il piccone, il secchio (o meglio la tanica), la mazza da 5 kilogrammi. Questi non vengono portati in grotta di solito, ma solo in casi particolari, quando risultano importanti. Altri materiali da disostruzione sono le cariche esplosive: anche queste non vengono solitamente portate in grotta, ma solo quando e' necessario. In tal caso occorre portare anche il trapano con batterie, la punta per il foro, la sbarretta per spingere la carica in fondo al foro e il filo elettrico per fare detonare la carica.
Le disostruzioni sono trattate nella Sez. 9.4.

1.3.2 Palo da risalita

Il palo da risalita serve per superare (in risalita) strapiombi peraltro difficilmente affrontabili con altre tecniche. Ormai però l'impiego del trapano a batteria ha fatto passare in secondo piano il palo da risalita. Il palo comporta un notevole ingombro di trasporto, essendo costituito da spezzoni lunghi circa un metro e mezzo, ed è di limitata utilita`, dato che al più arriva ad una decina di metri. Al contrario, il trapano permette di affrontare risalite in pura artificiale molto impegnative ed è limitato solo dalla autonomia delle batterie (comunque con 30 fix, messi anche a solo ad ottanta centimetri uno dall'altro si arriva a 24 metri!), ed è ad ogni modo di piu' semplice trasporto. Per questo motivo pensiamo che ormai il palo da risalita si avvia a raggiungere le scalette metalliche nell'archivio storico dei materiali speleologici.

1.3.3 Staffe da risalita


Staffe Le staffe da risalita servono per innalzarsi, appoggiandocisi i piedi, nelle risalite in artificiale, nei punti in cui mancano gli appoggi. Consistono di un piolo in lega leggera (mai in plastica !) e una staffa di cordino, terminante con un anello di corda. Si usano in coppia, per appoggiare entrambi i piedi in modo da equilibrare la posizione, e si attaccano al moschettone d'armo con un moschettone passante negli anelli delle due staffe.

La lunghezza della staffa (compreso l'anello di cordino) e` circa 45-50 centimetri. Col moschettone arriva a 50-55 centimetri.

E` possibile usare staffe con piu` pioli (scalette da risalita) in modo da poter regolare la posizione del piede e da facilitare l'innalzamento sulle staffe. Tuttavia quelle corte, ad un solo piolo, sono le piu` efficaci visto che occorre comunque posizionare i piediin alto in modo da innalzarsi il piu` possibile nel mettere l'ancoraggio successivo.

Le staffe sono provvsite di un uncino (detto "fiffi") per agganciarle al moschettone d'armo. Questo dovrebbe avere anche un foro superiore per un piccolo cordino che permette di recuperare le staffe dall'alto.


1.3.4 Proiettore da illuminazione

Il proiettore da illuminazione (detto anche "pilone" o faro) e` invece molto utile per meglio illuminare una alta risalita e verificare la presenza di prosecuzioni prima di intraprendere la scalata. E` disponibile in vari modelli, tutti dotati di lampadina alogena, e con batterie incorporate ricaricabili. Quello da 500 candele ha una portata di 1 Km, e una autonomia di 35 minuti. Pesa 1300 grammi. Quello da grotta e` da 200 candele, con una portata di 700 m e autonomia di 20 minuti.

1.3.5 Trapano ad accumulatori

Il trapano ad accumulatori (batteria) e' determinante in operazioni di risalita impegnative e nelle disostruzioni. Probabilmente diventera` un accessorio principale nel sacco dello speleologo, e i grandi abissi del futuro verranno armati a trapano. In speleologia esso viene impiegato come martello perforatore, cioe` con l'azione della punta battente oltre che ruotante.

Le punte per il trapano sono ad innesto di tipo SDS-plus. La qualita` della punta e` rilevante per una buona resa. Una punta arrotondata e debole si scalda e riduce il rendimento anche del 60 %. Percio` conviene utilizzare sempre punte di qualita` ed in buono stato.

Solitamente il trapano viene adattato con uno spinotto per un collegamento esterno se le batterie sono separate. Questo permette di avere un trapano piu` leggero e maneggievole, con le batteria trasportate in un sacco. Tuttavia richiede di portare il cavo di collegamento. Questo cavo deve essere abbastanza lungo da permettere l'uso del trapano portando le batterie in un sacco in spalla, o lasciandole distanti; dunque una lunghezza di 3-4 metri.

Durante il trasporto, e` bene proteggere il trapano e, soprattutto, le batterie da urti e dall'acqua. A tal fine si puo` avvolgerli con plastica da imballaggi (quella con le bollicine d'aria) o gomma piuma (tipo materassino "dormiben"). Inoltre se c'e` il rischio che il sacco finisca in acqua si fa il passasacchi, cioe` ci si aiuta per evitare che il sacco si bagni, e a maggior garanzia si avvolgono trapano e batterie con sacchetti a chiusura ermetica (sacchetti di plastica resistente chiusi stretti con un elastico), prima di metterli negli imballaggi di protezione. Particolare cura occorre nel proteggere il mandrino del trapano dall'argilla durante il trasporto. Si puo` usare uno spezzone di punta inserita nel mendrino oppure una "cuffia" di gomma che avvolge l'intero mandrino.

In genere il trapano richiede una certa cura nel trasporto e utilizzo (non immergerlo nell'acqua, ne` riepirlo di argilla), e una costante manutenzione (pulizia e controllo), prima e dopo ogni uscita. Bisogna pulire e lubrificare il portapunta, e pulire accuratamente il resto, soprattutto le prese d'aria, gli spinotti, e i pulsanti. Il trapano viene conservato in luogo asciutto.

Il trapano deve avere un imbrago per portarlo in spalla, o un cordino, terminante con un moschettone, per appenderlo alla cintura.

Prima di perforare col trapano si deve saggiare la roccia col martello per sincerarsi di non mettere un ancoraggio su una placca che non tiene. Si inizia il foro trapanando leggermente, per evitare di svasarlo, poi si prosegue col percussore inserito. Il percussore entra in azione quando si esercita una sufficiente pressione. Con l'esperienza si puo` capire dal rumore del trapano, dalla velocita` di esecuzione, e dalla forza che si deve esercitare, se si sta` facendo un foro in una buona roccia o meno.

Bisogna fare attenzione poiché il trapano può girare anche al contrario (in senso antiorario): in tal caso si scalda la punta e si consuma la batteria senza fare granché di foro. Questa non e` una cosa di cui ci si accorge tanto facilmente a causa delle vibrazioni della punta, soprattutto se si sta risalendo, e si tiene il trapano con una sola mano, in alto sopra la testa. Ce se ne accorge dal fatto che il trapano fa insolitamente "fatica" a perforare la roccia.

Anche se CNSASS consiglia di impedire che si selezioni il verso di rotazione antiorario (per esempio, tagliando opportunamente la levetta) credo sia meglio lasciare tale possibilita`. Piuttosto si puo` aggiungere un blocco che renda la selezione inversa, piu` complessa di quella normale. La possibilità di girare al contrario è infatti utile quando la punta ha difficolta` ad uscire da un foro perche` questo e` intasato.

Il suggerimento di raddoppiare la ventola di raffreddamento deve essere preso in considerazione solo per trapani impiegati in operazioni che richiedono un uso intensivo, come per esempio per il soccorso.

1.3.6 Accumulatori

Il punto critico del sistema "trapano" sono gli accumulatori/batterie. Quelle fornite dai produttori hanno in genere autonomie ridotte (circa una dozzina di fix da 8) considerate le esigenze speleologiche, e, malgrado rappresentino il meglio come rapporto prestazioni peso, devono essere integrate con altre batterie. La scelta e` tra accumulatori al piombo (Pb) o quelli al nichel-cadmio (NiCd) da 4 Amh (Ampere-ora). I primi sono molto piu` pesanti (2.5 Kg per un accumulatore da 6.5Ah, pero` un pacco ne contiene due), non hanno memoria, e la tensione cade durante la scarica. Quelli al NiCd costano di piu` e sono piu` delicati, ma sono piu` leggeri (3.2 Kg quelle da 4 Ah), mantengono la tensione piu` costante durante la scarica e hanno migliori prestazioni (circa 1.3 volte degli accumulatori al piombo, e quasi quattro volte delle batterie originali).


Questo puo` essere controllato praticamente, collegando alla batteria un voltmetro in parallelo al trapano mentre si fanno dei fori di prova (all'esterno). In tal modo possiamo verificare la caduta di tensione durante l'utilizzo delle batterie.

La carica della batteria va accuratamente controllata prima di ogni spedizione per evitare di portare trapano e batteria a fare un giro per la grotta. Le batteria si scaricano da sole col tempo (autoscarica), soprattutto quelle Ni-Cd. Inoltre l'autoscarica e` tanto maggiore quanto piu` alta e` la temperatura. Percio` evitate di lasciare per giorni e giorni le batterie nel baule della macchina al sole d'estate. Infine l'energia che una batteria puo` fornire (capacita`) non e` data solo dalla capacita` nominale della batteria (e dallo stato di carica), ma dipende anche da


In genere la capacita` decresce aumentando la corrente e diminuendo la temperatura.

Anche se non sembrerebbe, le batterie richiedono maggior cura e manutenzione del trapano. Durante il trasporto il circuito deve restare aperto. Il danno di un cortocircuito nell'effettuare i contatti, non e` irrimediabile per le batterie al piombo (le scarica un poco), ma distrugge certamente una batteria Ni-Cd (puo` anche esplodere). Durante l'uso le batterie al piombo non devono essere scaricate sotto il 40% della carica nominale; punto in cui la tensione sotto carica vale 8-9 V, e ce se ne accorge perche` il trapano comincia a far fatica. A questo punto meglio smettere, per non danneggiare irreparabilmente le batterie. Anche le batterie Ni-Cd hanno questo problema, non devono essere scaricate sotto i 16 V. Pero` se non si scaricano abbastanza presentano l'effetto memoria: si ricaricano solo parzialmente. Le batterie devono essere ricaricate appena possibile. La ricarica delle batterie e` molto critica; rimandiamo alla sezione di approfondimenti su Batterie e trapano. Le batterie non devono essere lasciate al caldo e/o al sole a lungo tempo altrimenti si autoscaricano.

Controllare il pacco batterie per la tenuta e l'integrita` del contenitore. Controllare che i contatti siano in buono stato e non ossidati. Occorre controllare spesso il corpo delle batterie e sostituirle in caso di deformazioni, crepe o piccole fuoriuscite di elettrolita. Evitare il contatto di corde, fettuccie, imbraghi etc. con gli acidi o i vapori della batteria. Non pulire la batteria con solventi organici tipo benzina. Se possibile ricaricare le batterie in serie; non ricaricarle mai in parallelo.

Infine da non dimenticare che il sistema non consiste solo di trapano e batteria, ma anche di altri piccoli (o meno piccoli) accessori: le punte e l'eventuale cavo di connesione batteria-trapano. Basta scordarsi uno di questi per rendere inutilizzabile il tutto.

La punta per il foro deve essere quanto piu` corta possibile, per non dissipare energia e per perforare piu` efficacemente. Percio` si usa una punta corta per fare gli armi e le risalite, e una lunga per piazzare le cariche esplosive. La punta deve essere affilata (con taglienti di 0.3 mm) altrimenti non incide la roccia, e si surriscalda inutilmente, sprecando l'energia delle batterie e rischiando di rompersi. E` consigliabile portare una seconda punta di scorta, qualora la prima si perda o si spezzi.


Foto: lago

1.3.7 Materiali "acquatici"

I materiali per il superamento di ostacoli acquatici comprendono l'idrocostume, per passaggi eccezionalmente bagnati ma non sifonanti, il canotto, per laghetti ipogei (Figura), e i materiali da speleosub (bombola, boccaglio, maschera, muta, pinne, lampada), per il superamento dei sifoni non desifonabili.

Il canotto deve essere provvisto di una sagola galleggiante, lunga almeno tanto quanto due volte la larghezza del lago. Si legano i due capi della sagola alle due estremita` del canotto e la si passa in un moschettone ancorato su ognuna delle due sponde. In tal modo si forma un anello con cui e` possibile recuperare il canotto anche se si trova sull'altra sponda.


1.3.8 Materiali d'emergenza

Materiali di emergenza come il set di soccorso, la barella, materiali per il recupero di uno speleologo infortunato sono utilizzati dal soccorso speleologico. Non li portiamo mai in grotta e ci auguriamo di non doverlo fare.


http://geocities.com/marco_corvi/caving/m_index.htm
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