Se le Foreste Casentinesi sono sempre state al
margine dei grandi eventi storici, hanno invece un certo ruolo nella letteratura,
almeno per l’abbondanza di citazioni anche in quelle opere che costituiscono le
pietre miliari della storia della letteratura italiana.
Prima
fra tutte “La Divina Commedia”.
Dante conosceva bene questo
territorio, che aveva attraversato più volte nei suoi viaggi tra Toscana e
Romagna. Ed infatti lo cita spesso in molti Canti della sua Commedia:
Nell’Inferno, Canto
XVI, parla della cascata dell’Acquacheta;
E sempre, nell’Inferno, Canto XXX, parla con il falsario
maestro Adamo e fa riferimento alla Fonte Branda (A questa vicenda è dedicata
pure una novella di Emma Perodi).
Nel Canto V del Purgatorio, Dante incontra Buonconte
Da Montefeltro, che prese parte alla battaglia di Campaldino e ne ascolta il
racconto di come il suo cadavere, trascinato dall’“Archian rubesto” non fosse
mai stato ritrovato.
Sempre nel Purgatorio, Canto XIV, Dante parla dei popoli
che vivono sulle terre attraversate dall’Arno e della loro corruzione. Quindi
si rivolge ai popoli che vivono sull’altro versante, in Romagna, e con essi non
è meno aspro, raffrontando la loro attuale corruzione con le virtù cortesi del
“buon” Lizio da Valbona (Valbona è una località nella vallata del Bidente di
Strabattenza). E, sempre per la cronaca, Lizio da Valbona comparirà pure in una
novella di Boccaccio.
Finalmente
nel Paradiso, Dante, trova qualche spirito buono del territorio a cavallo tra
Romagna e Toscana, che, anche se non proprio originario di questi luoghi, vi si
è stabilito:
il primo è San
Francesco, che si fonda il Santuario de La Verna e qui riceve le stimmate (Canto XI);
il secondo; cui fa
riferimento S. Benedetto da Norcia, è San Romualdo (Canto XXII), fondatore dell’ordine camaldolese.
Nei secoli successivi, invece, la
letteratura non fa più riferimenti al Casentino, al territorio delle Foreste
Casentinesi o ai versanti romagnoli di quest’area. Bisognerà attendere l’800,
quando il rinnovato interesse per la cultura e le tradizioni popolari, porterà
un’arguta dama quale fu Emma Perodi a raccogliere le
fiabe tradizionali del Casentino nel volume “Le Novelle Della Nonna”.
Il libro si sviluppa secondo due
trame parallele: le vicende di una povera famiglia del Casentino, i Marcucci,
che nelle sere di festa si radunano intorno al grande focolare per ascoltare la
loro nonna, chiamata Regina, che racconta loro antiche novelle. Novelle, che,
per di più, sono una cronaca fantasiosa (con tanto di diavoli, streghe,
spettri, scheletri ed altre creature fantastiche), ma con precisi rimandi agli eventi
storici (ad esempio la battaglia di Campaldino), dei fatti avvenuti attraverso
i secoli in questa zona.
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All’inizio del XX secolo poi, il
poeta Dino Campana, fino a qualche anno fa considerato un minore, ma oggi
gradualmente rivalutato, compie una traversata a piedi dalla natia Marradi fino
al santuario de La Verna, percorrendo la millenaria Foresta del Casentino. La
cronaca poetica di questa traversata è raccolta nei “Canti Orfici”.
Scarica i Canti Orfici (per
ora disponibili solo in formato “*.pdf”).
(Campigna: il viale dei tigli celebrato da Dino Campana nei
Canti Orfici)
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I libri scaricabili gratuitamente in questa pagina
provengono da alcune biblioteche virtuali presenti in rete, tra le quali
ricordo:
http://www.liberliber.it/home/index.asp
(da cui provengono le
Novelle della Nonna di E. Perodi e che sta preparando i Canti Orfici in formato
*.txt, che, però, non sono ancora disponibili);
http://www.letteraturaitaliana.net/
(da
cui provengono i Canti Orfici in formato *.txt)