Intra Tupino e l'acqua che discende del
colle eletto dal beato Ubaldo, fertile
costa d'alto monte pende,
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Tra il fiume Tupino e quello che scende dal
colle scelto (eletto) dal beato Ubaldo Baldassini (cioè il fiume
Chiascio che scende dal colle di Gubbio, dove il beato Ubaldo visse in
romitaggio per qualche tempo), discende una fertile costa da un alto monte
(il Subasio), |
onde Perugia sente freddo e caldo da
Porta Sole; e di rietro le piange per
grave giogo Nocera con Gualdo.
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dal quale monte (onde) Perugia risente il
freddo ed il caldo della parte orientale, dove si trova Porta Sole (ora
scomparsa, ma che dà ancora il nome ad un quartiere della città), che è
rivolta appunto verso il Subasio; e sulla costa opposta del Monte Subasio (di
rietro) Nocera Umbra e Gualdo Tadino soffrono per il grave giogo di quel
massiccio montuoso (che non solo non le ripara dai venti freddi, ma addirittura
sottrae loro qualche ora di sole, rendendole meno fertili). |
Di questa costa, là dov'ella frange più
sua rattezza, nacque al mondo un sole, come
fa questo tal volta di Gange.
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Da questa fertile costa, laddove ella si fa meno
ripida (frange la sua rattezza), venne al mondo un sole (S. Francesco
dai suoi biografi è spesso definito “sole”), così splendido come talvolta,
nel solstizio estivo, questo sole sorge dal Gange. S. Francesco era nato nel 1181 o nel 1182. |
La Verna |
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Però chi d'esso loco fa parole, non
dica Ascesi, ché direbbe corto, ma
Oriente, se proprio dir vuole. 57 |
Perciò, per il fatto che vi nacque S. Francesco,
chi parla di questo luogo non dovrebbe chiamarlo semplicemente Assisi (Ascesi),
perché lo chiamerebbe in modo inadeguato (corto), bensì dovrebbe
chiamarlo Oriente, che sarebbe più appropriato (se proprio dir vuole). |
Non era ancor molto lontan da l'orto, ch'el
cominciò a far sentir la terra de
la sua gran virtute alcun conforto; 60 |
Era ancora giovane (non era ancora molto lontano
dalla sua nascita - l’orto -), che iniziò a fare sentire al mondo un
qualche benefico influsso (conforto) della sua singolare virtù; Dopo aver atteso alla mercatura con il padre ed
una giovinezza mondana nella primavera del 1206 Francesco si converte ad una
vita ascetica. |
ché per tal donna, giovinetto, in guerra del
padre corse, a cui, come a la morte, la
porta del piacer nessun diserra; 63 |
Perché, ancora giovinetto, venne (corse)
in guerra col padre, per una donna cui, come alla morte, nessuno fa lieta
accoglienza; |
e dinanzi a la sua spirital corte et
coram patre le si fece unito; poscia
di dì in dì l'amò più forte. 66 |
E, dinnanzi alla curia episcopale di Assisi (spirital
corte – Francesco doveva essere giudicato da un tribunale episcopale,
perché aveva derubato il padre per ricostruire la Chiesa di S. Damiano) ed al
padre (il mercante Pietro Bernardone) si unì in matrimonio con la questa
donna (la Povertà); poi di giorno in giorno l’amò più intensamente. |
Questa, privata del primo marito, millecent'anni
e più dispetta e scura fino
a costui si stette sanza invito; 69 |
Questa, vedova del primo marito (Cristo), restò
per millecent’anni e più disprezzata ed abietta (scura) senza che
nessuno la ricercasse, fino al gesto di rinunzia ai beni di S. Francesco (fino
a costui); |
né valse udir che la trovò sicura con
Amiclate, al suon de la sua voce, colui
ch'a tutto 'l mondo fé paura;
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né giovò a farla amare (valse) sentir
narrare da Luciano (udir) che la trovò sicura ed impavida con il
pescatore Amiclate, facendo risuonare improvvisamente la sua voce (al suon
de la sua voce), Cesare, colui che fece paura a tutto il mondo; Narra Luciano che, durante la guerra civile tra
Cesare e Pompeo, un povero pescatore di nome Amiclate, tanto fiducioso e
sicuro nella sua povertà da lasciare aperta la porta della sua casupola,
ricevette in modo imperturbabile la visita di Cesare, il quale lo chiamò
improvvisamente per farsi traghettare da una sponda all’altra (per Dante
Cesare è il massimo eroe della storia romana, dato che era stato chiamato
dalla divina Provvidenza a portare la pace nel mondo ed a fondare
quell’impero che era prefigurazione di quello di Cristo). |
né valse esser costante né feroce, sì
che, dove Maria rimase giuso, ella
con Cristo pianse in su la croce.
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neppure giovò (a farla amare) l’essersi mostrata
perseverante e fieramente animosa fino in fondo (feroce), tanto che,
quando Maria rimase ai piedi della croce, anche lei (la Povertà) soffrì con
Cristo sulla croce. |
Ma perch'io non proceda troppo chiuso, Francesco
e Povertà per questi amanti prendi
oramai nel mio parlar diffuso.
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Ma affinché io non parli in modo troppo oscuro (chiuso),
intendi (prendi) ormai per questi amanti Francesco e Povertà nel mio
discorso lungamente diffuso nelle metafore (parlar diffuso). |
La lor concordia e i lor lieti sembianti, amore
e maraviglia e dolce sguardo facieno
esser cagion di pensier santi;
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La loro concordia ed i loro aspetti felici, il
loro amore e l’ammirazione che suscitavano e il loro dolce sguardo reciproco
suscitavano (facieno esser cagion), in altri, pensieri santi, cioè la
vocazione di amare la Povertà; |
tanto che 'l venerabile Bernardo si
scalzò prima, e dietro a tanta pace corse
e, correndo, li parve esser tardo.
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Tanto che il venerabile Bernardo di Quintavalle
(ricco signore di Assisi che 1209 si fece frate dopo aver donato le sue
ricchezze ai poveri) si scalzò per primo, e corse dietro a tanta felicità e,
pur correndo, gli parve di essere lento. |
Oh ignota ricchezza! oh ben ferace! Scalzasi
Egidio, scalzasi Silvestro dietro
a lo sposo, sì la sposa piace.
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Oh ignota ricchezza! Oh bene fertile e
produttivo di beatitudine (ferace)! Si scalzò Egidio (secondo Tommaso
da Celano costui era un uomo semplice di Assisi, retto e timorato di Dio), si
scalzò Silvestro (un prete di Assisi che, dopo un sogno miracoloso, si fece
francescano) dietro allo sposo, tanto la sposa è bella. |
La Verna
– Santa Maria degli Angeli |
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Indi sen va quel padre e quel maestro con
la sua donna e con quella famiglia che
già legava l'umile capestro. 90 |
Quindi (di là ,da Assisi, oppure dopo questi
avvenimenti) Francesco (quel padre e quel maestro) se ne va (a Roma)
con la Povertà e con un gruppo di discepoli (con quella famiglia) che
già indossavano la corda con cui si legavano le bestie (l’umile capestro,
adottata da S. Francesco come segno di umiltà) per cingersi i fianchi. |
Né li gravò viltà di cuor le ciglia per
esser fi' di Pietro Bernardone, né
per parer dispetto a maraviglia; 93 |
Né invilimento d’animo gli fece abbassare gli
occhi (li gravò… le ciglia) per il fatto di essere figlio di Pietro
Bernardone (cioè di un semplice mercante), né per il fatto di mostrarsi
esteriormente (parer) straordinariamente (A maraviglia) abietto
(dispetto); |
ma regalmente sua dura intenzione ad
Innocenzio aperse, e da lui ebbe primo
sigillo a sua religione. 96 |
ma con la dignitosa sicurezza di un re manifestò
al papa Innocenzo III la sua intenzione di dare una regola assai severa (dura)
all’ordine da lui fondato, e da questi ebbe il primo segno di approvazione (sigillo)
al suo ordine religioso (sua religione). |
Poi che la gente poverella crebbe dietro
a costui, la cui mirabil vita meglio
in gloria del ciel si canterebbe,
96 |
Dato che i frati minori (la gente poverella)
si moltiplicarono dietro a costui, la cui mirabile vita si canterebbe meglio
in cielo, dagli angeli, davanti a Dio, |
di seconda corona redimita fu
per Onorio da l'Etterno Spiro la
santa voglia d'esto archimandrita. 99 |
Il santo proposito (la santa voglia) di
questo pastore d’anime (archimandrita) fu incoronato (redimita)
da una seconda approvazione (seconda corona) da parte dello Spirito
Santo (Etterno Spiro) per opera di papa Onorio III. |
E poi che, per la sete del martiro, ne
la presenza del Soldan superba predicò
Cristo e li altri che 'l seguiro,
102 |
E dopo che, per il suo desiderio intenso di
essere martirizzato, predicò la dottrina di Cristo e degli Apostoli (li
altri che ‘l seguiro) alla presenza ostinatamente ferma (superba) del
Sultano (Malek-al-Kamil), Il metodo della non violenza e della persuasione
per S. Francesco era molto più coerente con la dottrina cristiana di quanto
non fossero le Crociate e, forse per questo motivo, si recò in visita dal
Sultano Malek-al-Kamil, il quale, dal canto suo, era molto ben disposto nei
confronti dei suoi sudditi cristiani, tanto che la Chiesa Copta lo considera
ancor oggi il sovrano più generoso che abbia mai avuto. |
e per trovare a conversione acerba troppo
la gente e per non stare indarno, redissi
al frutto de l'italica erba, 105 |
per aver trovato la gente mussulmana ancora
troppo riluttante (acerba) alla conversione, per non stare in ozio (indarno)
ritornò (redissi) a far fruttificare l’erba italica, |
nel crudo sasso intra Tevero e Arno da
Cristo prese l'ultimo sigillo, che
le sue membra due anni portarno.
108 |
sul monte (sasso) aspro e roccioso (crudo)
tra le valli del Tevere e dell’Arno (cioè La Verna) ricevette
da Cristo l’ultimo sigillo di approvazione (dopo quelli dei papi), cioè le
stigmate, che le membra del suo corpo portarono impresse per gli ultimi due
anni della sua vita (dal 1224 al 1226, anno della sua morte). |
La Verna |
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Quando a colui ch'a tanto ben sortillo piacque
di trarlo suso a la mercede ch'el
meritò nel suo farsi pusillo, 111 |
Quando a colui che lo aveva eletto (sortillo:
lo sortì), cioè a Dio, piacque di portarlo su, in Cielo, per ricevere la
ricompensa (mercede) che egli aveva meritato col farsi Suo piccolo
servo (pusillo), |
a' frati suoi, sì com'a giuste rede, raccomandò
la donna sua più cara, e
comandò che l'amassero a fede; 114 |
ai suoi frati, come ad eredi legittimi (giuste
rede), raccomandò la donna a lui più cara (cioè la Povertà), e comandò
che l’amassero con fedeltà (a fede); |
e del suo grembo l'anima preclara mover
si volle, tornando al suo regno, e
al suo corpo non volle altra bara. 117 |
e dal suo grembo (cioè dal grembo della Povertà)
la sua anima chiara più di ogni altra (preclara), si volle
allontanare, tornando al vero e proprio regno dell’uomo (cioè il Paradiso),
ed al suo corpo non volle altra bara se non il grembo della Povertà. |