Sbocciò tra cielo, deserto e mare, in un punto immaginario senza proprietà.
Erano così nuovi i suoi colori che fu motivo d'incanto per quanti lo avvicinarono.
L'assonanza con le bellezze idealizzate non consentì mai di scoprire la differenza tra ciò che rappresentava e quello che era.
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Questo mistero alimentò la sua magia e nelle pieghe della mente l'elevò al sogno, ai confini dell'immaterialità.
A volte il fiore assomigliava al mare. Ne portava le onde, il lento respiro, nelle forme di un giardino agitato.
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O divenne uguale alla tempesta più forte di quanto una barca potesse navigare.
E come il mare, il suo muovere seguiva sempre il sole, sia che fosse celato dalle nubi, sia nell'attesa delle notti. Nel giusto vento bagnò nuova terra e i suoi colori diventavano di fuoco.
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A volte il fiore assomigliava al deserto. Arido, apparentemente sterile, in attesa di una pioggia lontana con i semi nascosti tra le dune, come nascosto è anche il tempo diverso, nell'incedere uguale dei giorni.
E come la speranza, fiorì nel deserto davanti al mare, si elevò per un tempo e cambiò ogni cosa nei riflessi del mare o del deserto che erano dentro il fiore, ed esplose incredibilmente, un universo di altra vita.