Tra le erbe dure, tra i sassi, cogliendo con lo sguardo i fiorellini bassi, quasi un cuscino solo per gli occhi, un angolo per la pace, lontano dal vento forte, vicino al cielo... ho incontrato la felicità.
Aveva la luce del mio sguardo sospeso, il respiro fermo nei brividi della bellezza presente, la coscienza dell'attimo magico di un insieme colorato non asportabile. Aveva la luce di un lampo e ne aveva il tempo... la forza e l'effimera paura.
(soffermandomi)
E si accesero nei giochi della mente i fuochi della realtà, nell'odore d'erba e del vento che vibra sul petto, nel rumore dell'acqua che corre giù tra le rocce addolcite dal tempo, percorse da altri passi e piene di storie lontane.
L’immobile attenzione mia non fu per capire. Ascoltai con gli occhi, respirai con la pelle, registrai un inconsueto essere eccessivo dei miei sensi tutti, libero dai ricordi… consapevole delle distanze con l’ordinarietà.
(vivendo)
Mi staccai a prendere fiato, a ritrovare la mia mente ed in essa un bel dolce dolore, che esplose nel cuore e poi si posò come la neve, ed fu subito ricordo, vivo, presente… totalizzante.
La rappresentazione era perfetta, lucida, assomigliante al sogno, traboccante di serenità, e l’emozione non si placava, continuava, trasformandosi inesorabilmente, sotto gli occhi, in passato.
(ricordando)
Lentamente e poi forte ripresi la mia corsa, fermandomi ogni tanto a guardare su tra i sassi ormai lontani, ormai invisibili.
Mi rimane la paura e la voglia di tornare lassù, permeato dal timore che tutto sia diverso e irripetibile. Disposto a consumare anche il ricordo, ci tornerò.