Ripercorrendo a ritroso le strade delle mie storie non raccontate, ritrovo ancora appese le mie bandiere. Sono rimaste la, non c'era posto nella mia valigia: un bagaglio a mano di modesta capienza.
Guardo lontano e mi vedo allora, quasi a graffiare il mondo per lasciare il segno delle mie mani.
(fase seconda)
Oggi, come se fosse un dio nuovo a parlarmi, a sorreggermi, mi trovo ad ascoltare. Il passato arriva indiscriminato, deciso e senza confini. Immateriale, irraggiungibile, aspro, ma anche dolce abbandono, con la forza di chi torna quando non l'aspetti più, con nuovi colori e avvolto da un velo di nostalgia.
E' come sporgermi oltre la mia vita, sentir trascinare i pensieri oltre il muro del presente e raccogliere nella mente una parte di me che assomiglia al sogno, impalpabile, invadente... talmente forte da fermarmi a pensare.
(fase terza)
Qualcosa di imponderabile ha impedito a quelle storie di trovare spazio nelle parole di poi.
A volte per l'eccessiva distanza con la mia immagine, altre volte perché fossero solo mie, altre volte ancora per l'incredibilità, l'assurdità o per un omologarmi al tempo, o per stanchezza.
(fase quarta)
Ma oggi, nel rifluire delle memorie esse si rinnovano mostrando il loro valore assoluto, depurate da orgoglio o manie, e sono chiare e limpide e splendide e dolci e vive e mie.
Troveranno forma o forse no. Potranno rimanere ricordi, pensieri o diventare parole, rappresentazione del presente o del passato, ma ora sono di nuovo con me, in tanti modi, in ogni luogo, per sempre.