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Questa pagina è presente, con i primi personaggi, dal Marzo 2000
Precario Il primo personaggio di questo album è un precario. Non poteva che essere lui! I precari si identificano non tanto per il nome, ma per il luogo in cui sono precari. Il luogo da loro stessi eletto per il precariato... Precariato, che può anche durare decenni... tanto che all’anagrafe si viene riconosciuti come «Precario (nome) della Bassa Modenese (cognome)» e così via. Solo il codice fiscale non cambia: tanto quello non lo si usa quasi mai perché lo stipendio arriva raramente e sempre in ritardo (senza interessi, è ovvio). Il ritardo dello stipendio ha una funzione benefica e pedagogica. Si vuole insegnare al «Precario (nome) Camuno (cognome)» di non spendere subito tutto lo stipendio; fa parte, il ritardo dello stipendio, di un programma CEE (ora UE) per l’assistenza e l’educazione dei docenti al risparmio. Il nostro personaggio è infatti proprio lui, il Precario Camuno con la passione per la batteria jazz che candidamente afferma «mi alleno tutti i giorni, con le mie bacchette...» Le bacchette è riuscito a portarsele nel suo alloggio per picchiare sull’unico cuscino del mini-monolocale: «sì, perché il resto della batteria non potevo portarla...» Il mini-monolocale non ha telefono, solo una tazzina, un cucchiaio, due piatti, una forchetta, un coltello, l’allacciamento all’acqua, al gas, all’Enel. E’ così che precari (e precarie) coriacei, abituati a tutto da anni di dipendenza saltuaria allo Stato e di obbedienza trasversale (per qualcuno, i pochi fortunati, anche multimediale...) al MMPI (Magnifico Ministero Pubblica Istruzione, per i pochi fortunati Multi-magnifico: le iniziali si raddoppiano, come in FFSS [anche se MMPPII sarebbe troppo e non lo si usa]) si sono presentati al concorso, sia ordinario sia riservato. ******** Una News che è un’ulteriore conferma della profeticità del semiserio.E’ notizia di pochi giorni fa, la TAC e le radiografie hanno rivelato i veri motivi della morte dell’uomo ritrovato sui monti del bolzanino: è assassinio. Tale scoperta, a detta degli studiosi e assieme ad altri rilevamenti, porta soprattutto a modificare le ipotesi sulle origini di quell’uomo: non doveva essere un semplice montanaro deceduto per gli stenti, la fame, il freddo, ma apparteneva probabilmente a una classe sociale diversa, più elevata. Nessuno vuole ancora ammettere la verità! Si tratta di Precario, laureato e forse anche abilitato, in missione sulle alpi per conto del MMPI. Ma cosa può aver spinto qualcuno ad assassinarlo? Questo aggiunge una luce ancora più sinistra e preoccupante sulle condizioni del precariato. **** Alcuni commenti **** Mario: «Io trovo che sia più verosimile l'ipotesi del suicidio.»Guido: «[...] non ci credo, è inciampato in sè stesso.» Il docente congelato Ecco che il congelamento è la nuova geniale idea del MMPI. Come al solito si procede per gradi e per tentativi timidi: chi è di ruolo e farà il secondo corso in riservato non potrà utilizzarlo per un anno scolastico, cioè sarà congelato per quell’anno. Che idea! E se si congelassero i docenti soprannumerari per una decina d’anni senza dare loro né stipendio né pensione (tanto sono congelati e non possono lamentarsi, né alimentarsi, né tanto meno spendere per alimentarsi) e poi quando serviranno li si potrebbe scongelare e rimettere in cattedra; magari previo un piccolo corso di aggiornamento sulle ultime circolari ministeriali... Questa è la bozza dell’Ordinanza Ministeriale. Vista la legge 10/12/97, n. 425 e, in particolare, l'art. 3; visti gli artt. 4, 5 e 14 del DPR 23/7/98, n.323; visto l'art. 15 del medesimo DPR; visto il DM n. 357 del 18/9/1998; ritenuto, sulla base dei riscontri registrati, di modificare le norme sui soprannumerari; visto il testo unico delle leggi in materia di istruzione, approvato con DL 16/4/94, n. 297 e, in particolare, l'art. 205, comma 1; visto l'art. 17, comma 3, della legge 23/8/88, n. 400; udito parere del Consiglio di Stato n. 218/99 nell'adunanza della Sez. consultiva per gli atti normativi del 25/10/99; vista la comunicazione al Pres. Consiglio Ministri, a norma dell'art. 17, comma 3, della citata legge n. 400/1998; sentita l’ARAN; sentite le Organizzazioni sindacali; sentito il Comitato di bioetica DECRETA
• art. 1 - I docenti soprannumerari, senza speranza nei prossimi cinque anni di rientrare nella sede su cui risultano perdenti posto, vengono, in base alle più moderne tecnologie sviluppate al centro di crioterapia di Frascati (Roma) e sotto la supervisione di apposito comitato da istituirsi, sottoposti a trattamento di congelamento.• art. 2 - Nel caso che le famiglie, o gli aventi diritto entro il terzo grado di parentela, ne facciano apposita richiesta è loro consentito di riscuotere un decimo dello stipendio tabellare, esclusa l'indennità di funzione. • art. 3 - Tali somme verranno, se non riscosse, accantonate in apposito fondo con remunerazione legale da istituirsi presso la Cassa della Tesoreria centrale dello Stato fino alla sopravvenuta possibilità del docente di rientrare in servizio. • art. 4 - Il succitato fondo servirà anche al reperimento dei fondi di cassa per la riforma dei cicli, fino alla concorrenza degli stessi a un 70% del totale accantonato. f.to Il Ministro
Geniale. Altro che quelle bazzecole sulla riforma dei cicli! Come utilizzare il debito irredimibile di alcuni studenti? A questa domanda i pedagogisti del MMPI stanno invano cercando una risposta (ammesso che la cerchino e che la cerchino non in contenitori vuoti). Ma pare che in un istituto ex sperimentale per l'agricoltura e l’industria, e particolarmente in un Consiglio di classe della sua sede staccata, abbiano trovato una soluzione definitiva. La vicepreside: «Dobbiamo dare un segnale forte, non è possibile che così tanti studenti continuino per anni ad avere gli stessi debiti nelle stesse materie; occorre risolvere questa situazione!» Da uno stralcio del verbale del Consiglio risulta quanto segue. Queste sono piccole note sulla presenza e le forme della presenza dei membri del Consiglio di classe.
Tutti i membri del Consiglio di classe sono presenti. In base a tutti i RD, DL, DPR, leggi in vigore nella scuola italiana si ha presenza in atto per la sola presenza del contenente, che per la filosofia scolastica è il corpo; quando poi ci sia anche lo spirito si assiste a una manifestazione surrogatoria e integrativa. Il dubitatore esistenzialeAl suonare della campanella... «Chi sono io, dove sono io. Dove devo andare!» La soluzione del dubbio esistenziale (il solvente) Bisogna riuscire a dare un senso alla propria vita durante l’intervallo; facendo finta di non sapere che nessun filosofo c’è mai riuscito in più di 2500 anni. La navigatrice solitaria «Sto giocando a battaglia navale, ma in navigazione solitaria.» La signorina Pausa - «Prôfe. Pausa.» - «Ma che pausa e pausa... Sono appena entrato!» L’innominato Dall’alto della minuscola balaustra del secondo piano, dove era solito salire il Preside per osservare la prospettiva dell’atrio, una voce echeggia nell’edificio. - «Molla gli ormeggi. Alza la randa. Macchine avanti. Tagliate gli ormeggi! Barra a dritta!» - «Ssì, ciao.» Gli innominabili, ovvero la Sig.ra Privacy La privacy non è solo un principio giuridico, è una Signora che lavora attenta e sagace in segreteria, col supporto in solido della Presidenza. La Sig.ra Privacy impedisce a chiunque ne faccia richiesta di usare qualunque informazione personale su chicchessia, come sancito dal DPR... - «Mi servirebbe l’elenco degli allievi.» - «Non so se posso darglielo.» - «Ma io non voglio gli indirizzi. Mi servono solo i nomi per scriverli sul registro personale...» - «Non glieli posso dare comunque: l’anno scorso ci è stato vietato...» Confesso, sentendomi completamente responsabile sia disciplinarmente sia penalmente, di averli poi copiati quei nomi dal registro di classe. La prova del fatto è nel registro personale, con la mia grafia stampatello. Ci sono anche i testimoni: ogni tanto mi ricordavo qualche nome (non tutti, per mia fortuna) degli innominabili della Sig.ra Privacy. E quei nomi li usavo, colpevolmente e imprudentemente. Pensandoci, avrei dovuto dire: «innominabile del terzo banco con gli occhiali (l’innomine, non il banco) stai un po’ attento!» o cose simili... Ecco sì, non tutti uomini, ma «innomini» in nome dell’unica sua Sig.ra Privacy. Ma può un «innomine» stare attento? Il dott. Laboratorio (di Storia) - Mi presento: sono il Laboratorio di Storia. - Come dobbiamo chiamarla, Signor Laboratorio? - Basta Laboratorio, ma tanto per saperne qualcosa in più, vi dico che sono un luogo fisico, un luogo della memoria, un simbolo... - Si spieghi meglio. - Innanzi tutto io sono fisicamente: in me si raccolgono gli studenti e i docenti, che io accolgo amorevolmente fornendo loro tavoli, video, teatro e musica, computer multimediale e censimenti di siti, riviste e biblioteca essenziale oltre che il censimento dei materiali, infine anche un archivio di oggetti. Quindi, io sono luogo di memoria. Io sono centro fisico di documentazione da cui scaturisce memoria. Poi sono luogo pragmatico, cioè di compimento dell’azione: in me si realizza l’azione e la collaborazione di docenti e studenti nella sperimentazione ed esperienza (tedesco erlebnis) di ricerca storica. Io sono centro operativo di interrelazione. Io sono anche simbolo che raccoglie riferimenti culturali e propone lo sviluppo di percorsi di interpretazione dei fatti, così attraverso il mio simbolo si attua nella mente il mutamento della considerazione e della progettazione dell'insegnamento e dell'apprendimento della storia. Io sono centro spirituale di elevazione. A questo punto più della metà degli studenti si stanno tirando palline di carta, comunque ci sono diversi interessati e affascinati dalle parole del Sig. Laboratorio, alcuni anche si sforzano di capire (o forse semplicemente ancora non hanno preso la loro decisione...), uno di questi con una sfumatura maliziosa chiede: Per chi volesse saperne qualcosa in più, magari conoscere il Sig. Laboratorio, potergli stringere la mano almeno virtualmente, oppure immergersi mentalmente in lui (illaborarsi), basta andare al sito www.novecento.org e cercare le «illaboranti» e illuminanti note, che seguono la denuncia della «scarsa motivazione dei giovani allo studio della storia, come risulta dalle ultime indagini condotte in campo sociologico»... Il Sig. «Tuttavia»«Accolgo volentieri la Sua proposta, tuttavia...» [1] «Ho ascoltato una bella canzone, tuttavia cantata male.» [2] L’apertura alle posizioni e alle idee altrui è un obbligo nella scuola democratica e multi-forme. Tuttavia per molti studenti continuano ad esserci concetti difficili da capire, ad esempio quelli astratti con manifestazioni concrete variatissime; eppure proprio in questa possibile varietà sta la loro potenza: come una moneta, che è sempre la stessa, tuttavia utilizzata in tante e svariate occasioni. Un caso tipico è proprio il concetto di «forma». Spesso è difficile da comprendere anche la potenza di altri concetti, perché sono scarsi gli esempi di utilizzo. Fra questi ci sono le congiunzioni e prima fra loro il «tuttavia» (nella maggior parte dei casi è una congiunzione coordinante come nell’esempio 1; ma può assumere anche una forma avverbiale, introducendo una subordinata, nell’esempio 2...) Il «tuttavia» più che il concetto di «forma» racchiude tutto un mondo, un mondo completamente diverso dalla prima frase e dalla altrui proposta che democraticamente si accoglie appieno, un mondo che ne è spesso l’esatto opposto o, comunque, un pianeta sconosciuto a chi quella proposta ha formulato, ma perfettamente ordinato e preordinato in chi formula e applica adeguatamente il «tuttavia». La potenza del «tuttavia» sta nel suo essere completamente democratico realizzando esattamente il suo opposto, quello cioè che il «tuttavia» si era proposto di fare senza tenere in alcun conto l'eventuale proposta... Agli studenti, purtroppo, mancano questi fulgidi esempi di applicazione affinché possano finalmente capire quando il tuttavia è un avverbio e quando è congiunzione coordinante. Gli insegnati, invece, questi preziosi insegnamenti li ricevono nei Collegi docenti. Il Profeta I nuovi giorni, i nuovi astri e le nuove stagioni mi fanno affermare che assieme ai nuovi progetti si realizzerà questa profezia: «i professionali di oggi saranno i licei di domani.» The first new day Il primo giorno nella nuova scuola ho aperto il nuovo registro e per qualche attimo ho sentito Paolo Conte: «... wonderful, it’s wonderful...» Stavo solo guardando la sezione ‘Programma didattico’ con: 1) situazione di partenza; 2) finalità formative e obiettivi didattici; 3) criteri di scelta dei contenuti, metodi e strumenti di valutazione; in appendice, 32 spazi per il giudizio analitico su comportamento e profitto dell’alunno. P.S. Era la prima volta che avevo un registro rosso in tinta con gli infissi, ma non era la prima volta che copiavo di nascosto i nomi degli allievi dal registro di classe... Manager... Coca-Cola Presidi e Direttori didattici, con l’Autonomia, sono diventati manager. Tuttavia mi è giunta notizia che alcuni di questi manager, di fronte alle richieste di chiarimenti dei genitori sui cicli e sui contenuti nei progetti dell’autonomia e della riforma, hanno avuto qualche difficoltà nell’esplicitare in dettaglio metodi e formule del nuovo che avanza proprio in quanto nuovo, in quanto per sua essenza progettuale, in quanto per sua filianza ministeriale. Anche i funzionari dei Provveditorati-che-non-esistono-più di fronte alle richieste di chiarimenti sulle norme precise che avrebbero regolato, in questo anno di transizione e di avvio del nuovo, le sempiterne nomine di supplenza fino alla fine dell’anno hanno preferito un salutifero ‘lo scoprirete’. Così le nomine previste da alcuni Provveditorati-che-non-esistono-più a II quadrimestre già iniziato (!, mentre altri le avevano fatte alla fine del I) sono state ulteriormente rinviate perché un nuovo ordine (circolare o decreto) da aggiungersi al già sublime esistente avrebbe potuto chiarire, disvelare, forse mutare regole e formule. Ecco che funzionari e manager trattano autonomia, cicli, nomine come la formula della Coca-Cola, un segreto industriale protetto dalle leggi: un segreto che forse pochi conoscono, certo salendo nella scala gerarchica, ma che nessuno può rivelare. Il filosofo del diritto (post-hegeliano) «La legge è chiara, ma va interpretata.» Corso 626 - I responsabili referenti per la sicurezza aggiornati con un CD sono propriamente «formati» o «formattati»? - Ma noi ce l’abbiamo un piano di evacuazione? - Certo, si salvi chi può! Il docente alias Dopo le nomine sono nati i docenti alias; l’alter ego dei docenti, ovvero di tutti coloro che avrebbero dovuto avere le nomine annuali nelle sedi stabilite dai Provveditorati-che-non-esistono-più. Alcuni di questi alter ego già lavoravano, così rimangono «in corpore et spirito» dove hanno insegnato fin dall’inizio dell’anno, ma sono ora anche virtualmente in sevizio (come alias immateriali) nelle scuole diverse, secondo quando opportunamente stabilito a nomina dei Provveditorati-che-non-esistono-più. Alcuni, non avendo lavorato fino alle nomine, sono nominati a disposizione della scuola in cui avrebbero dovuto lavorare, ma in cui è comunque rimasto il docente che fino ad ora ha insegnato e che magari è, come si è appena visto, alias immateriale in un’altra scuola. Questo secondo tipo di docente alias è materiale e multipotente. Materiale, perché materialmente deve presentarsi nella sede scolastica a lui assegnata dalla nomina dei Provveditorati-che-non-esistono-più; multipotente perché, essendo completamente a disposizione, può sostituire qualunque altro docente di qualunque altra materia qualora se ne presenti la necessità. Ma, una volta stabilito un principio, come è possibile non essere completamente coerenti con esso, come è possibile non reiterarlo? Insomma, un docente alias (materiale o immateriale) perché non può essere alias oltre che di sé anche di ogni altro? magari pure degli studenti? Così il docente alias potrebbe ricoprire ogni ruolo (come in quella scena in cui Ridolini è tutti gli orchestrali e tutto il pubblico) divenendo quindi ogni docente e innestandosi al loro posto per ri-crearli. Il docente alias sarebbe così finalmente, oltre che alias, carne e sangue liberando sé e donando pienezza di vita a docenti e studenti non più coatti del sistema scolastico. Il beato martire della graticola Ogni proposta di beatificazione, che magari punti alla santificazione, necessita di testimoni, verbali, miracoli certificati e timbrati (senza timbro che miracolo è?). Spesso, se si inizia con un caso di martirio, si è già sulla buona strada. Esistono infinite varietà di griglie (graticole) nella docimologia e ancora più nella nuova maturità. E’ vero, ogni commissione copia l’altra e ognuno copia sé stesso e nessuno sa più da dove è venuta la graticola originaria e come sia diventata quel che è ora. C’è la graticola della prima prova: sdoppiata, triplicata, quintuplicata e sempre variata per le tipologie (analisi testuale, articolo, saggio, tema...) e per le richieste specifiche delle tracce. C’è quella della seconda prova, più stabile ma non stabilizzata. C’è quella proteiforme, meglio dire multi-forme, della III prova. Così inizia il martirio e così iniziò per S. Lorenzo, fissato su una prima e originaria graticola. Proprio nella III prova si vedono le graticole più interessanti: sovrapposte e inte-grate in modi trasversali. Come conciliare, in una sola, materie così diverse? Impossibile. Bene ogni materia avrà la sua graticola per obiettivi diversificati e capacità specifiche via via richieste; ma se poi a un commissario venisse in mente legittimamente di assegnare punti in base ai quesiti oltre che agli obiettivi? Insomma x punti per il primo quesito, il secondo, il terzo... divisi ciascuno in ‘a’ punti per le conoscenze, ‘b’ punti per il lessico, ‘c’ per i calcoli e l’applicazione, ‘d’ per l’originalità (e questa è solo l’ipotesi di una griglia semplice, quasi banale)... E non è finita: c’è anche la graticola per l’orale che, a ben guardare, dovrebbe essere ancora più multi-forme (molto multi-forme non si dice) coinvolgendo tutte le materie e tutte le abilità; tuttavia il docente-martire, già più volte inchiodato a altre graticole (quindi pluri-martire e non proto-martire), è ormai incapace di muoversi e preferisce farne una sola; l’ultima. Questo è il martirio, ma dove sta il miracolo? Semplice. Con tutte queste griglie sovrapposte non dovrebbe passare neanche un moscerino, ma com’è che passano pure i cammelli? Questo è il miracolo certificato e timbrato in molteplici copie (multi-ple) e per alcuni fortunati anche su supporto magnetico (il nuovo programma Conchiglia-2001). Mr. Efficienza, ovvero Copia e Incolla La perfezione nelle procedure scolastiche e burocratiche è data dalla loro standardizzazione (questo termine è oggi ancora più obbligatoriamente mutuato dall’ingegneria gestionale e aziendalistica): si tratta comunque di un obiettivo cui il MMPI punta da tempo, senza averlo al momento mai raggiunto. C’è chi però è sulla buona via, all’insegna di un italianissimo motto: «e checcivvuole?» (in fin dei conti, l’America come l’attivismo pedagogico li abbiamo scoperti noi, prima che altri se ne appropriassero realizzandone fama e consenso). Già da tempo i docenti, anche quelli dotati di computer vecchi e inesistenti competenze informatiche, hanno imparato l’essenziale (l’essenza, come tale intangibile, e in quanto informatica pure virtuale, forse virtuosa), insomma, quel che serve: il copia e incolla; tagliare giammai, a volte, non si sa perché, sparisce tutto! Il copia e incolla lo si applica nelle occasioni importanti, dai piani di lavoro, ricordandosi però di cambiare la data, alle verbalizzazioni finali anche in sede di maturità. Capita così che il primo della lista abbia ottenuto, poniamo, 34 agli scritti, il secondo 42... L’anno dopo il primo otterrà ancora 34, il secondo 42 e così via: occorre ovviamente ricordarsi di cambiare i nomi. Così la standardizzazione è realizzata. |
A questa galleria ritengo di aggiungere sicuramente «Io sono 67/100», un personaggio che si trova nel file sulla quantofrenia e la didattica. Poi si può andare per qualche pseudo-personaggio anche al file dedicato a Machiavellismo e didattica. |
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