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Garanzia per il territorio nazionale - International Warranty |
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 marzo 2006
Gessetto lungo, gessetto corto
Oggetto: ORDINE DI SERVIZIO Al fine di preservare la fotocopiatrice della segreteria (nel corridoio) e quella dei docenti (vano scale torretta piano terra) da una rapida usura, SI ORDINA
l’utilizzo del ciclostile per tutte le duplicazioni superiori a 18 copie.Non saranno ammesse deroghe, se non espressamente autorizzate dal dirigente scolastico o dal sottoscritto. Il codice di accesso delle citate fotocopiatrici è riservato e sarà accessibile solo agli Assistenti Amministrativi ed ai Collaboratori Scolastici che prestano servizio di portineria, centralino o assistenza agli uffici. F.to il D.G.S.A.
Oggetto: ORDINE DI SERVIZIO Al fine di garantire la durata delle scorte di gesso per l’intero anno scolastico, SI ORDINA
la fornitura da parte del personale A.T.A. a inizio settimana, e ad esclusione delle settimane con più di un giorno festivo, di cm. 2,5 di gesso per tutti i docenti ad eccezione dei soli docenti di matematica e fisica che hanno diritto a cm. 5.Non saranno ammesse deroghe, se non espressamente autorizzate dal dirigente scolastico o dal sottoscritto. I gessi, della lunghezza approssimativa di cm. 8, saranno accuratamente tagliati a inizio mese da un Collaboratore Scolastico e conservati, assieme alle scorte rimanenti, nella cassa sotto alla finestra del corridoio di destra del magazzino. Le chiavi del magazzino, del cancello lungo il corridoio e della cassa sono riservate e saranno accessibili solo agli Assistenti Amministrativi ed ai Collaboratori Scolastici che prestano servizio di portineria, centralino o assistenza agli uffici. F.to il D.G.S.A. La storia forse si ripete, non mai uguale esattamente però. L’anziana bidella (Collaboratrice scolastica, COLS, n.d.r.) controlla l’elenco coi nomi dei docenti e l’asterisco di fianco a quelli di matematica: gessetto lungo. L’attualizzatrice dell’illuminismo Voglio una storia seria; mi sono fatta una lampada. L’attualizzatore della sofistica Gorgia da Lentini (in Sicilia oggi, Magna Grecia all’epoca) sviluppa la sua analisi critica delle pretese verità formulando tre principi:
Colpo di mano: il viceré e il popolo Meglio prevenire che curare, meglio giocare d’anticipo piuttosto che dover rimediare alle mosse dell’avversario, la migliore difesa è l’attacco, il migliore alleato strategico è la sorpresa... Armati di tali succulenti pillole di saggezza e convinti che una pillola in più non può far ingrassare, ci si prepara all’ultimo giorno di scuola. Gli studenti, si sa, considerano l’ultimo giorno come già vacanza senza che sia neanche possibile proporre una riflessione sulla differenza fra limite interno e limite esterno: ma soprattutto, mancando a giugno il generale inverno, essi predispongono secchi e ogni altro recipiente adatto e riempirsi d’acqua tiepida o anche un po’ fresca. Come evitarlo? Spostiamo l’ultimo giorno di scuola e non glielo facciamo sapere, così non si preparano e, anche se si preparassero lo farebbero per il giorno sbagliato. Questo è il colpo di mano. Il re si è fatto rivoluzionario, il viceré approva e suggerisce il da farsi; o meglio, tanto per rimanere in tema di metafore acquatico-militari, è come se si preparasse lo sbarco in Normandia: non si deve far sapere prima il giorno. - Facciamo un finto posticipo: venerdì [6 giugno, penultimo giorno di scuola sul calendario, n.d.r.] quando saranno quasi pronti avvisiamo gli studenti con una circolare che stabilisca come ultimo giorno lunedì, per recuperare un giorno di sciopero o per un qualunque altro motivo poco meno non credibile. Poi lunedì gli diciamo che la scuola è già finita sabato e che quindi possono tranquillamente tornare a casa. - Sì, ma così allagano la scuola sabato e lunedì: sabato perché è l’ultimo giorno che pensano loro e lunedì perché li abbiamo presi in giro. - Allora anticipiamo: venerdì [il D-day, the day that is the day] alla terza ora con una circolare stabiliamo che sabato [7 giugno, il giorno ultimo diffuso dai calendari ufficiali solo per depistare] è già vacanza a tutti gli effetti, così loro vengono a scuola pensando che sia il penultimo giorno e invece è l’ultimo. Il colpo di mano, come lo sbarco del 6 giugno 1944, deve rimanere segreto per riuscire: gli studenti non devono neanche lontanamente sospettare che potrebbero fare venerdì quel che forse vogliono fare solo sabato. P.S. Il depistaggio è parzialmente riuscito. Il giorno dopo al D-day nessuno studente si è sognato di venire a scuola per l’ultimo giorno di lezione. Ma qualche docente invece sì. - Devo dimostrare la mia presenza anche oggi, credo; devo difendere la postazione. - Ma perché, oggi non c’è lezione? Finché non ho una comunicazione scritta e ufficiale io non rinuncio alle mie ore. - Nessuno mi ha avvisato che... la guerra è finita. - Ma va là, cretino, vatti a casa! Come con quei reparti giapponesi in mezzo al Pacifico e in guerra fino agli anni ‘50, o come col nostro 8 settembre la comunicazione ufficiale non è giunta oppure era ambigua: «circolare n. 374 del 6 giugno 2003 Sabato 7 giugno le lezioni regolari sono sospese, onde consentire a tutti gli studenti di assistere alle attività sportive che si svolgeranno nel campo della scuola. [...] A tutti raccomando un comportamento civile da ultimo giorno di scuola (di scuola, non di caserma).» Ahimè, la metafora militare non è mia; ahimè, la profeticità del semiserio è ormai troppo corta e irrimediabilmente minacciata dalla vicinanza del reale. O forse... è sempre e solo la storia che si ripete; ma, se è così, in un solo giorno sono passato dal 6 giugno all’8 settembre e dove sono finite le mie ferie estive? L’innovatore didattico, i prenotati, i piccoli indiani L’Italia è un paese di poeti, santi, navigatori, eroi (per caso), vati e... pedagogisti. C’è chi, in un Consiglio di classe, aborre le interrogazioni programmate anche per le classi terminali (la V, n.d.r.) e chi, per evitare la contraddizione materiale nel Consiglio assieme a quella in termini fra ‘interrogazione’ e ‘programmata’, dice candidamente: “io accetto i volontari... dal primo all’ultimo, e se in V non hanno ancora imparato a contare fino all’ultimo, chiamo io”. Contemporaneamente c’è anche chi, nello stesso Consiglio di classe, innova e passa alle interrogazioni prenotate: lo studente X è prenotato con una settimana d’anticipo per essere interrogato la III ora del giovedì, ad esempio. La prenotazione viene scritta sul Registro di classe in bella evidenza, onde: 1) obbligare moralmente lo studente prenotato a prepararsi almeno il giorno prima; 2) impietosire gli altri insegnanti perché non interroghino lo stesso X in altre quattro materie nella stessa mattina. Ma le innovazioni che funzionano richiedono una attenta valutazione e previsione di tutte le evenienze: che fare se lo studente prenotato non si presenta? Come evitare che qualcuno possa pensare di saltare un appuntamento sperando (e contando) magari di ottenere una nuova prenotazione di lì a una settimana o due? - “... c’è il sorteggio preventivo; due giorni prima si sorteggiano due o tre sostituti del prenotato-predestinato...” Ahimè, il sorteggio preventivo non risulta dal Registro di classe; ma dovrebbe suonare quasi come la canzoncina dei piccoli indiani a difesa del fortino: è predestinato X, se non c’è X allora ci sarà A; se non ci sono X e A, allora ci sarà B; se non ci sono X, A e B... Alla fine rimarrà comunque almeno l’innovatore a difendere il fortino e a interrogare se stesso sulla sua materia e sulle innovazioni didattiche. Corso 626, la vendetta; anzi, l’apocalisse Tutti gli operatori scolastici (personale, n.d.r.), ma anche gli operati (studenti, n.d.r.), devono essere in grado di sapersi correttamente comportare in caso di emergenza. Occorre uscire in modo composto e seguire i percorsi indicati allo scattare del segnale d’allarme, eventualmente occorre seguire le istruzioni impartite. - Ma non sarebbe meglio prevedere suoni d’allarme diversi per le diverse emergenze? - Certo così si saprebbe subito se è incendio, allagamento, terremoto... - Ma occorrerebbe accertarsi che tutti riconoscano immediatamente i diversi allarmi... - Sarebbe l’occasione ideale per fare, assieme all’educazione alla sicurezza, anche educazione musicale! - Un suono per il terremoto, vibrante che renda già l’idea, uno per l’allagamento meno vibrante, ma anche più potente, poi per gli incendi dei suoni diversificati... - Perché diversificati per gli incendi? - Occorre prevedere: incendio da Est e fuga sui lati Ovest e Sud; incendio sul lato Ovest e fuga a Sud; incendio a Nord e fuga a Est e Sud... - Ma chi si prende la responsabilità di suonare correttamente l’allarme? - Se complichiamo troppo... - No, basta chiedere un intervento esterno e fare preparare da una ditta specializzata le basi musicali per tutti i casi; gli studenti, poi, le impareranno prima di noi... - Così si dovrà dotare la ‘sala allarme’ di una apparecchiatura simile quella di una discoteca... - Benissimo, la useremo per le emergenze e... per le feste d’Istituto! - E per essere sicuri che nessuno sbagli a mettere su una base invece che l’altra? - Ogni ‘compilation emergenza’ che ci verrà fornita dalla ditta specializzata sarà in busta chiusa, con una etichetta chiara e in quattro lingue: italiano, francese, inglese, dialetto. Le istruzioni del «Piano d’emergenza per l’evacuazione» prevedono nell’indice delle ‘compilation d’emergenza’ anche il titolo «Apocalisse» senza alcun CD musicale nella busta, ma solo un foglietto con questa dicitura: -----------------
P.S. Sempre della serie ‘la profeticità del semiserio’...A scuola una mattina suona un allarme dal verso strano: certo di allarme si tratta, però. Meglio evacuare. Ad evacuazione avvenuta, il rientro: era solo l’allarme antifurto, erroneamente attivatosi. Nessuno aveva pensato ad istruire specificamente i presenti sui ‘diversi suoni’ degli allarmi... L’umano e la carta dei diritti - Faccio appello alla Convenzione di Ginevra: non si possono considerare due errori per una sola piccola parola. L’analista - Occorre fare una valutazione precisa dei dati, un’analisi attenta dei flussi... Ma che CA... di voti ho io? L’ambientalista - [...] Schopenhauer riesce a mettere assieme Kant e Platone, non vi sembra strano? Come sarà possibile? - Forse perché tutte le fotocopie che ci ha dato sono finite nello stesso cestino... - Sì, prof., c’è la raccolta differenziata: carta, vetro, filosofi. Tipi (ideali) e mode di accoglienza In tempi passati, ma non tanto lontani da essere completamente privi di senso, l’accoglienza non esisteva. O meglio non esisteva in forma di prescrizione ministeriale per le scuole: dal punto di vista cambiato dell’oggi la si faceva senza avvedersene e senza preoccuparsene. L’accoglienza carismatica «poggia sulla dedizione straordinaria al carattere sacro o alla forza eroica o al valore esemplare di una persona» (Max Weber, Economia e società, vol. 1, cap. 3, ed. orig. 1922, tr. it. 1961). Per non andare troppo indietro con la memoria o troppo lontano nello spazio, basta ricordare quell’accogliere un nuovo studente con una battuta tagliente e precisa come quelle che erano solite della maestra di Peppone e don Camillo. L’accoglienza tradizionale «poggia sulla credenza quotidiana del carattere sacro delle tradizioni valide da sempre e nella legittimità di coloro che sono chiamati a rivestire un’autorità» (Weber, idem). Sempre in tempi passati era certo possibile anche un altro tipo di “accoglienza” con il Rettore (Preside non-manager) e alcuni professori che con la loro stessa presenza e senza bisogno di proferire parola già hanno definitivamente convinto il nuovo alunno della serietà dell’istituzione e dell’impegno richiestovi. L’accoglienza razionale «poggia sulla credenza nella legalità di ordinamenti statuiti» e ha un suo tipo puro proprio nell’apparato amministrativo e burocratico basato su alcuni presupposti:
Proprio in nome dell’astrattezza delle norme le applicazioni razionali moderne dell’accoglienza sono state varie. Il legionario e Salomone Dal MMPI è giunta una nota. - Per evitare di gravare troppo su discipline fondamentali in fine d’anno, si propone di assegnare 4 delle 8 ore ai docenti di Educazione fisica e le altre 4 ai docenti di Lettere, Filosofia, Matematica o Scienze. Così ciascuno in base alle proprie competenze disciplinari potrà svolgere argomenti inerenti la sicurezza stradale, la consapevolezza nella guida degli autoveicoli, la preparazione fisica, l’ambiente... - Magari potrei finalmente farmi ascoltare sulle storia delle strade romane... - Ma poi i romani tenevano la destra o la sinistra le poche volte che incontravano qualcuno nell’altro senso? - Forse potrei far fare un disegno in prospettiva di una rotonda che non assomigli a un disco volante in crisi di identità... - Si potrebbe collegare il Codice all’etica delle strade e del rispetto ambientale... - Ma qual è esattamente l’etica delle strade? - Forse sarebbe migliore una decisione salomonica: vanno coinvolti tutti i docenti proprio per favorire questo incontro delle discipline non più nelle aule o nei corridoi dell’Istituto (o nelle ancor più vecchie piazze), ma in movimento nelle strade o nelle rotatorie... - Sì, ben venga Salomone: un’ora per ogni docente, senza particolari altre distinzioni. Ma occorre escludere i docenti di religione da questo incarico, non perché il grande re sia personaggio vetero-testamentario, ma perché essi non fanno lezione all’intera classe... - La decisione salomonica ha equità, ma manca di emozione, di onore, di spirito di rischio e dell’avventura, di dedizione incondizionata alla Patria... Dovremmo piuttosto fare come nella Legione straniera per le missioni disperate. - Cioè? - Tutti gli appartenenti a un Consiglio di classe - esclusi i docenti di religione - si presentano dal Comandante in campo (il Preside, n.d.r.) e scelgono la loro pagliuzza: a chi capita quella corta spetta l’onore di fare tutte le 8 ore. Cenerentola Il tempo? Una successione di istanti immobili messi in moto dalla differenza fra quello che sta prima e quello che sta dopo. Cenerentola un istante prima di mezzanotte è una principessa, ma... l’istante dopo è di nuovo Cenerentola. Una carrozza prima, ma dopo... Il tempo? L’anima degli affari, assieme al denaro. L’anima del mondo assieme al numero, che serve a contare denari e istanti. Così Cenerentola deve stare ben attenta a contare i rintocchi... Il tempo? La linea di confine discriminante fra scadente e scaduto. Scadente o scaduta la rata del mutuo, la principessa Cenerentola, la conserva di pomodoro? Tutte quante fra la mezzanotte che sta suonando il suo ultimo rintocco e le 0.00 cambiano di stato. Ecco che il Presidente ai nuovi esami di Stato può conferire, a tempo, la sua stessa ubiquità. La bottiglia di plastica... Gli ideali sono immagini della realtà e della materia. Nel mare ci sono le ostriche, attaccate al fondale. Ma ci sono anche le bottiglie di plastica piene d’acqua, che non galleggiano e non affondano, sono a pelo d’acqua, sott’acqua, piene d’acqua. Le si trova nei porti, in mezzo al mare, a volte sbattute e svuotate sulla battigia. Se la contendono, la battigia, assieme ai gusci dei molluschi e delle ostriche. Ma allora sono come gusci morti: l’ideale è diverso, è essere pieni d’acqua in mezzo all’acqua e sott’acqua e mai nel fondo. Il mio ideale è la bottiglia di plastica levigata dal mare e dalla salsedine che si riempie senz’affondare. Il mio ideale è il 5 e mezzo. Qualche volta 6-. Qualche volta 5, o ancora meno, quando c’è una mareggiata. Ma poi torna la bonaccia e la bottiglia appena sotto il velo del mare. L’incantatore dei pacchi di compiti Incanto dei compiti. Vendita all’asta con metodo inglese: si parte da un prezzo alto, ottimistico e fortunato per il venditore, e lo si abbassa per incontrare la domanda. Fascinazione del numero, fascinazione numerologica del tempo che scorre nel suono del numero. Il battitore d’asta come il pifferaio incantatore di serpenti, che risveglia il sonnacchioso cobra e lo attira nel vortice dell’incanto sonoro. Ogni compito e il suo voto incantato passa di mano con la magia d’incantesimo numerologico del prezzo d’asta discendente. Nella fretta che precede il Natale, un pacco di compiti dimenticato riprende vita, fa capolino dal cesto di vimini, attira l’attenzione e l’incanto. La fotocopia-dono (non gradito) - Prof.: Oh, vedete che la fotocopia sulla Belle époque ve l’avevo già data lo scorso anno! - Alunna: Ma io non c’ero e non ce l’ho. - Altra alunna: Neppure io c’ero. - Prof. (pensando fosse una bella idea-regalo): Beh, allora, potreste farvele regalare dai vostri morosi per Natale. - Alunna (pensando di vedersi regalare proprio quella fotocopia): Che tristezza! Colori, simboli, ed emblemi della tradizione: l’u/official-ità Occasione ufficiale. Colori ufficiali. Simboli ufficiali. Occasione d’officio. Colore degli arredi nell’officiare la cerimonia. Simboli officiali. - Magari la prima fila di sedie la facciamo mettendo quelle rosse [sbiadite, n.d.r.] della sala insegnanti. - Mah... e gli insegnanti nel frattempo che fanno? - Stanno in piedi. - ... in onore del Sindaco DS anche gli studenti dovranno indossare la camicia rossa? - No! Non esageriamo. C’è pure il prefetto! - Va bene. Allora basterà dire che qualche studente si tenga vicino qualcosa di rosso, ma non di troppo evidente: che so io, un fular, un ombrellino, una penna dal tappino rosso nel taschino... - Beh, la penna rossa... spetta al taschino-docente. - E poi la bandiera... - Perché la bandiera? - Sì la bandiera, non è troppo povero quel bianco fra il verde e il rosso? Non ci dovrebbe essere un qualche emblema proprio al centro? Funzioni strumentali e strumenti funzionali “... nel caso nessun docente presenti la propria disponibilità per una qualche funzione strumentale è data delega al dirigente di sondare la disponibilità di qualche docente...” - Ma quale strumento userà il Preside per sondare... - Il forcale. La tavola rotonda: i cavalieri, il sacro Graal, re Artù Come da normativa Ministeriale, le scuole decidon le Funzioni Obiettivo: gli incarichi particolari per la gestione della scuola e delle sue varie attività. - Questo anche al fine di rendere più appetibili alcuni incarichi: visto che è difficile trovare chi spontaneamente si propone. - A ben pensare in età medievale c’era stata la Constitutio de Feudis, per renderli ereditari: potremmo stilare una nuova Constitutio Incaricorum. - Per la 626 proponiamo, visto che nessuno ha fatto domanda, Messer Palamede. - Io accetto. Non ho fatto domanda solo perché pensavo fosse superfluo: nessuno avrebbe avuto l’ardire molesto di sfidarmi. - E sia. Investitura sul campo. - Tutti gli altri cavalieri sono pronti. - C’è solo un problema: come comportarsi con Ginevra e Lancillotto? - Si vedrà. Intanto è importante che ci riuniamo più spesso: Io, re Artù, e i miei dodici cavalieri. - Occorre cercare il sacro Graal. Bisogna sbrigarsi, non abbiamo molto tempo. - Sì, dobbiamo trovarlo a tutti i costi. - Ci è giunta notizia che altri cavalieri, provenienti da lande lontane già si sono messi in marcia. - Sì; è proprio così. Ho sentito che qualcuno lo ha visto a Sud, nelle terre rosse. - No, no. Si dice che qualcuno lo abbia trovato e poi perso, ma ha lasciato delle tracce. - Bene, seguiremo queste tracce. - Bisogna cercare su internet: alla voce POF. - Ma una volta che avremo trovato il Graal, come faremo a renderlo disponibile a tutti i nostri studenti? - Excalibur, vi aiuterà. - Dove la troviamo, come faremo ad essere sicuri che è proprio lei, Excalibur? - La riconoscerete perché, una volta trovato il Graal, Excalibur inizierà a fluttuare nell’aria e volerà in alto per trasformarsi in un display su cui far passare l’intero contenuto del Graal. - Certo, così chiunque lo vorrà potrà vedere il Graal. - Esatto basterà che sollevi gli occhi in alto... nell’atrio della scuola. - Non le stelle, non Dio vedrà chi giunto sia al luogo del sacro Graal ritrovato. Ma il display col POF che continuamente si reimpagina e continuamente si vivifica sul soffitto. Il Graal conservato e garantito da Excalibur per l’eternità. - Bene. Magari, di tanto in tanto, potremmo usare Excalibur per qualche sponsorizzazione e così rientrare delle spese... Il presente verbale è redatto e sottoscritto dal Collaboratore incaricato dal Preside. Bollino col timbro: soluzione finale per le circolari. Primo giorno di scuola. Effettivamente tutti gli anni si ripropone lo stesso problema: non sempre è possibile leggere tutte le circolari, anche solo quelle che interessano alle varie classi... Effettivamente bisognerebbe mettere una moratoria o un tetto massimo e farlo rispettare senza trucchi o inganni. Ad esempio: si potrebbe inserire nel POF d’Istituto che non si possono emanare più di due circolari al giorno da leggere non nella stessa ora; in questo modo la media dovrebbe virtuosamente attestarsi su 1 circolare e mezza al giorno. Prof. cerotto e prof. uncino (miti veri e miti falsi). Il mito è una immagine che rimane nella memoria attraverso le generazioni. Più che il personaggio stesso è un tratto del carattere, un gesto, una particolarità: un’immagine, appunto. Immagine debole. Immagine forte. |
A questa galleria ritengo di aggiungere sicuramente «Io sono 67/100», un personaggio che si trova nel file sulla quantofrenia e la didattica. Poi si può andare per qualche pseudo-personaggio anche al file dedicato a Machiavellismo e didattica. |
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