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Personaggi e didattica

- Vol. III -


Volume I

  1. Precario
  2. Il docente congelato
  3. Lo studente plexiglassato
  4. I membri del Consiglio di classe
  5. Il dubitatore esistenziale
  6. Il solvente (del dubbio)
  7. La navigatrice solitaria
  8. La sig.na Pausa
  9. L'innominato
  10. Gli innominabili, ovvero la Sig.ra Privacy
  11. Il dott. Laboratorio (di Storia)
  12. Il sig. «Tuttavia»
  13. Il Profeta
  14. The first new day
  15. Manager... Coca-cola
  16. Il Filosofo del diritto
  17. Corso 626
  18. Il docente alias
  19. Il beato martire della graticola
  20. Mr. Efficienza, ovvero Copia e Incolla

Volume II

  1. School connection, ovvero il ‘bambacione®’
  2. L'abilitazione degenere
  3. Il docente asteriscato
  4. La medievalista
  5. La Provvidenza guercia
  6. L'educazione subdolo-subliminale
  7. Il buon samaritano
  8. Fotocopia e fotoincolla
  9. Primo sentimento vecchiaia
  10. Le tappe del Calvario
  11. La scuola nel buco
  12. Le gite, il cameriere e i pomoli...
  13. Asterisco: cifra della scuola
  14. Gli intercalari e lo spirito dei tempi
  15. La griglia del crociato...
  16. Ubi, ubi ubi (ubique), ubiquitatem
  17. Il gruppo e il suo lavoro nel campo
  18. Il circolatiere, ovvero...
  19. Guerrino elettronico o...
  20. La stanchezza preventiva

Volume III

  1. Gessetto lungo, gessetto corto
  2. L'attualizzatrice dell'Illuminismo
  3. L'attualizzatore della sofistica
  4. Colpo di mano: il viceré e il popolo
  5. L'innovatore didattico, i prenotati, i piccoli indiani
  6. Corso 626, la vendetta; anzi, l'apocalisse
  7. L'umano e la carta dei diritti
  8. L'analista
  9. L'ambientalista
  10. Tipi (ideali) e mode di accoglienza
  11. Il legionario e Salomone
  12. Cenerentola
  13. La bottiglia di plastica...
  14. L’incantatore dei pacchi di compiti
  15. La fotocopia-dono
  16. Colori, simboli, ed emblemi della tradizione: l’u/official-ità
  17. Funzioni strumentali e strumenti funzionali
  18. La tavola rotonda: i cavalieri, il sacro Graal, re Artù
  19. Bollino col timbro: soluzione finale...
  20. Prof. cerotto e prof. uncino

Volume IV

  1. «Que s’agit?» ovvero, la gita all’estero
  2. Ci presentiamo...
  3. Gli orfani prolificati e certificati
  4. Precario Val Brenta e innovazioni...
  5. Funzioni strumentali e simboli-funzionali
  6. Non tornano... i Cont
  7. Io, robot
  8. Io-robot e il Collegio docenti
  9. Io-robot e il Consiglio d'Istituto
  10. Fiat lux, ragione, fede, creazionismo
  11. Moltiplicatori di buone pratiche
  12. La prima trans
  13. Madonna Privacy del Registro
  14. Studente col timbro
  15. Il miracolo di madonna Privacy
Garanzia per il territorio nazionale - International Warranty

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 marzo 2006

E' possibile il voto elettronico sui personaggi semiseri: Vota il personaggio





























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Gessetto lungo, gessetto corto
Circolare n. 204 del 22/01/03a tutto il personale A.T.A.

Oggetto: ORDINE DI SERVIZIO
Al fine di preservare la fotocopiatrice della segreteria (nel corridoio) e quella dei docenti (vano scale torretta piano terra) da una rapida usura,
SI ORDINA
l’utilizzo del ciclostile per tutte le duplicazioni superiori a 18 copie.
Non saranno ammesse deroghe, se non espressamente autorizzate dal dirigente scolastico o dal sottoscritto.
Il codice di accesso delle citate fotocopiatrici è riservato e sarà accessibile solo agli Assistenti Amministrativi ed ai Collaboratori Scolastici che prestano servizio di portineria, centralino o assistenza agli uffici.
F.to il D.G.S.A.


Circolare n. 212 del 22/01/12a tutto il personale A.T.A.

Oggetto: ORDINE DI SERVIZIO
Al fine di garantire la durata delle scorte di gesso per l’intero anno scolastico,
SI ORDINA
la fornitura da parte del personale A.T.A. a inizio settimana, e ad esclusione delle settimane con più di un giorno festivo, di cm. 2,5 di gesso per tutti i docenti ad eccezione dei soli docenti di matematica e fisica che hanno diritto a cm. 5.
Non saranno ammesse deroghe, se non espressamente autorizzate dal dirigente scolastico o dal sottoscritto.
I gessi, della lunghezza approssimativa di cm. 8, saranno accuratamente tagliati a inizio mese da un Collaboratore Scolastico e conservati, assieme alle scorte rimanenti, nella cassa sotto alla finestra del corridoio di destra del magazzino.
Le chiavi del magazzino, del cancello lungo il corridoio e della cassa sono riservate e saranno accessibili solo agli Assistenti Amministrativi ed ai Collaboratori Scolastici che prestano servizio di portineria, centralino o assistenza agli uffici.
F.to il D.G.S.A.

La storia forse si ripete, non mai uguale esattamente però.
Forse l’uomo è sempre lo stesso; forse una volta pensata un’idea da qualcuno quella rimane nell’aria, ormai patrimonio degli altri e dello spirito. Patrimonio della storia, anche se nessuno la ricorda più: allora può tornare perfino fingendosi nuova.

L’anziana bidella (Collaboratrice scolastica, COLS, n.d.r.) controlla l’elenco coi nomi dei docenti e l’asterisco di fianco a quelli di matematica: gessetto lungo.
Ripete, come in una cantilena a due tonalità: “Gessetto lungo. Gessetto corto. Gessetto corto. Gessetto corto...”
In coda i docenti giunti mezz’ora prima delle lezioni per ritirare il proprio gessetto della settimana.
Si attende sotto la luce grigio nebbia di una lampada in una mattina non ancora nata di fine gennaio 2012: il periodo in cui passa in fretta il giorno della memoria.
Non ci sono tutti: qualcuno pur di non mettersi in fila ogni settimana non scrive col gesso, detta. Qualche altro anche cerca di non sentire la voce pungente che sputa secca fuori dai denti quel ‘corto’, come fosse un giudizio inappellabile, e appena si addolcisce di rispetto per quel ‘lungo’.


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L’attualizzatrice dell’illuminismo
Voglio una storia seria; mi sono fatta una lampada.




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L’attualizzatore della sofistica
Gorgia da Lentini (in Sicilia oggi, Magna Grecia all’epoca) sviluppa la sua analisi critica delle pretese verità formulando tre principi:
  1. nulla esiste [livello ontologico];
  2. se anche qualcosa esiste, non è comprensibile all’uomo [livello gnoseologico];
  3. se pure è comprensibile, certo non è comunicabile o spiegabile agli altri [livello linguistico].
Tali principi possono essere così attualizzati:
  1. non esiste che io ascolti [livello ontologico];
  2. se anche qualcosa ascolto, nulla va studiato che non sia oggetto di verifica programmata e non rinviabile [livello gnoseologico];
  3. se anche qualcosa ho studiato, non si deve dichiarare di conoscere nulla al di là del proprio nome e classe di appartenenza [livello linguistico].

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Colpo di mano: il viceré e il popolo
Meglio prevenire che curare, meglio giocare d’anticipo piuttosto che dover rimediare alle mosse dell’avversario, la migliore difesa è l’attacco, il migliore alleato strategico è la sorpresa...
Armati di tali succulenti pillole di saggezza e convinti che una pillola in più non può far ingrassare, ci si prepara all’ultimo giorno di scuola.
Gli studenti, si sa, considerano l’ultimo giorno come già vacanza senza che sia neanche possibile proporre una riflessione sulla differenza fra limite interno e limite esterno: ma soprattutto, mancando a giugno il generale inverno, essi predispongono secchi e ogni altro recipiente adatto e riempirsi d’acqua tiepida o anche un po’ fresca.
Come evitarlo? Spostiamo l’ultimo giorno di scuola e non glielo facciamo sapere, così non si preparano e, anche se si preparassero lo farebbero per il giorno sbagliato.
Questo è il colpo di mano.
Il re si è fatto rivoluzionario, il viceré approva e suggerisce il da farsi; o meglio, tanto per rimanere in tema di metafore acquatico-militari, è come se si preparasse lo sbarco in Normandia: non si deve far sapere prima il giorno.
- Facciamo un finto posticipo: venerdì [6 giugno, penultimo giorno di scuola sul calendario, n.d.r.] quando saranno quasi pronti avvisiamo gli studenti con una circolare che stabilisca come ultimo giorno lunedì, per recuperare un giorno di sciopero o per un qualunque altro motivo poco meno non credibile. Poi lunedì gli diciamo che la scuola è già finita sabato e che quindi possono tranquillamente tornare a casa.
- Sì, ma così allagano la scuola sabato e lunedì: sabato perché è l’ultimo giorno che pensano loro e lunedì perché li abbiamo presi in giro.
- Allora anticipiamo: venerdì [il D-day, the day that is the day] alla terza ora con una circolare stabiliamo che sabato [7 giugno, il giorno ultimo diffuso dai calendari ufficiali solo per depistare] è già vacanza a tutti gli effetti, così loro vengono a scuola pensando che sia il penultimo giorno e invece è l’ultimo.

Il colpo di mano, come lo sbarco del 6 giugno 1944, deve rimanere segreto per riuscire: gli studenti non devono neanche lontanamente sospettare che potrebbero fare venerdì quel che forse vogliono fare solo sabato.


P.S. Il depistaggio è parzialmente riuscito.
Il giorno dopo al D-day nessuno studente si è sognato di venire a scuola per l’ultimo giorno di lezione. Ma qualche docente invece sì.
- Devo dimostrare la mia presenza anche oggi, credo; devo difendere la postazione.
- Ma perché, oggi non c’è lezione? Finché non ho una comunicazione scritta e ufficiale io non rinuncio alle mie ore.
- Nessuno mi ha avvisato che... la guerra è finita.
- Ma va là, cretino, vatti a casa!
Come con quei reparti giapponesi in mezzo al Pacifico e in guerra fino agli anni ‘50, o come col nostro 8 settembre la comunicazione ufficiale non è giunta oppure era ambigua:
«circolare n. 374 del 6 giugno 2003
Sabato 7 giugno le lezioni regolari sono sospese, onde consentire a tutti gli studenti di assistere alle attività sportive che si svolgeranno nel campo della scuola. [...]
A tutti raccomando un comportamento civile da ultimo giorno di scuola (di scuola, non di caserma).»
Ahimè, la metafora militare non è mia; ahimè, la profeticità del semiserio è ormai troppo corta e irrimediabilmente minacciata dalla vicinanza del reale. O forse... è sempre e solo la storia che si ripete; ma, se è così, in un solo giorno sono passato dal 6 giugno all’8 settembre e dove sono finite le mie ferie estive?

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L’innovatore didattico, i prenotati, i piccoli indiani
L’Italia è un paese di poeti, santi, navigatori, eroi (per caso), vati e... pedagogisti.
C’è chi, in un Consiglio di classe, aborre le interrogazioni programmate anche per le classi terminali (la V, n.d.r.) e chi, per evitare la contraddizione materiale nel Consiglio assieme a quella in termini fra ‘interrogazione’ e ‘programmata’, dice candidamente: “io accetto i volontari... dal primo all’ultimo, e se in V non hanno ancora imparato a contare fino all’ultimo, chiamo io”.
Contemporaneamente c’è anche chi, nello stesso Consiglio di classe, innova e passa alle interrogazioni prenotate: lo studente X è prenotato con una settimana d’anticipo per essere interrogato la III ora del giovedì, ad esempio.
La prenotazione viene scritta sul Registro di classe in bella evidenza, onde:
1) obbligare moralmente lo studente prenotato a prepararsi almeno il giorno prima;
2) impietosire gli altri insegnanti perché non interroghino lo stesso X in altre quattro materie nella stessa mattina.
Ma le innovazioni che funzionano richiedono una attenta valutazione e previsione di tutte le evenienze: che fare se lo studente prenotato non si presenta? Come evitare che qualcuno possa pensare di saltare un appuntamento sperando (e contando) magari di ottenere una nuova prenotazione di lì a una settimana o due?
- “... c’è il sorteggio preventivo; due giorni prima si sorteggiano due o tre sostituti del prenotato-predestinato...”
Ahimè, il sorteggio preventivo non risulta dal Registro di classe; ma dovrebbe suonare quasi come la canzoncina dei piccoli indiani a difesa del fortino: è predestinato X, se non c’è X allora ci sarà A; se non ci sono X e A, allora ci sarà B; se non ci sono X, A e B...
Alla fine rimarrà comunque almeno l’innovatore a difendere il fortino e a interrogare se stesso sulla sua materia e sulle innovazioni didattiche.

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Corso 626, la vendetta; anzi, l’apocalisse
Tutti gli operatori scolastici (personale, n.d.r.), ma anche gli operati (studenti, n.d.r.), devono essere in grado di sapersi correttamente comportare in caso di emergenza.
Occorre uscire in modo composto e seguire i percorsi indicati allo scattare del segnale d’allarme, eventualmente occorre seguire le istruzioni impartite.
- Ma non sarebbe meglio prevedere suoni d’allarme diversi per le diverse emergenze?
- Certo così si saprebbe subito se è incendio, allagamento, terremoto...
- Ma occorrerebbe accertarsi che tutti riconoscano immediatamente i diversi allarmi...
- Sarebbe l’occasione ideale per fare, assieme all’educazione alla sicurezza, anche educazione musicale!
- Un suono per il terremoto, vibrante che renda già l’idea, uno per l’allagamento meno vibrante, ma anche più potente, poi per gli incendi dei suoni diversificati...
- Perché diversificati per gli incendi?
- Occorre prevedere: incendio da Est e fuga sui lati Ovest e Sud; incendio sul lato Ovest e fuga a Sud; incendio a Nord e fuga a Est e Sud...
- Ma chi si prende la responsabilità di suonare correttamente l’allarme?
- Se complichiamo troppo...
- No, basta chiedere un intervento esterno e fare preparare da una ditta specializzata le basi musicali per tutti i casi; gli studenti, poi, le impareranno prima di noi...
- Così si dovrà dotare la ‘sala allarme’ di una apparecchiatura simile quella di una discoteca...
- Benissimo, la useremo per le emergenze e... per le feste d’Istituto!
- E per essere sicuri che nessuno sbagli a mettere su una base invece che l’altra?
- Ogni ‘compilation emergenza’ che ci verrà fornita dalla ditta specializzata sarà in busta chiusa, con una etichetta chiara e in quattro lingue: italiano, francese, inglese, dialetto.

Le istruzioni del «Piano d’emergenza per l’evacuazione» prevedono nell’indice delle ‘compilation d’emergenza’ anche il titolo «Apocalisse» senza alcun CD musicale nella busta, ma solo un foglietto con questa dicitura:
«Melodia e trombe fornite direttamente dal Creatore © 2003 - Sistemi di sicurezza e prevenzione».

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P.S. Sempre della serie ‘la profeticità del semiserio’...
A scuola una mattina suona un allarme dal verso strano: certo di allarme si tratta, però. Meglio evacuare.
Ad evacuazione avvenuta, il rientro: era solo l’allarme antifurto, erroneamente attivatosi.
Nessuno aveva pensato ad istruire specificamente i presenti sui ‘diversi suoni’ degli allarmi...


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L’umano e la carta dei diritti
- Faccio appello alla Convenzione di Ginevra: non si possono considerare due errori per una sola piccola parola.

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L’analista
- Occorre fare una valutazione precisa dei dati, un’analisi attenta dei flussi...
Ma che CA... di voti ho io?

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L’ambientalista
- [...] Schopenhauer riesce a mettere assieme Kant e Platone, non vi sembra strano? Come sarà possibile?
- Forse perché tutte le fotocopie che ci ha dato sono finite nello stesso cestino...
- Sì, prof., c’è la raccolta differenziata: carta, vetro, filosofi.

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Tipi (ideali) e mode di accoglienza
In tempi passati, ma non tanto lontani da essere completamente privi di senso, l’accoglienza non esisteva. O meglio non esisteva in forma di prescrizione ministeriale per le scuole: dal punto di vista cambiato dell’oggi la si faceva senza avvedersene e senza preoccuparsene.
L’accoglienza carismatica «poggia sulla dedizione straordinaria al carattere sacro o alla forza eroica o al valore esemplare di una persona» (Max Weber, Economia e società, vol. 1, cap. 3, ed. orig. 1922, tr. it. 1961). Per non andare troppo indietro con la memoria o troppo lontano nello spazio, basta ricordare quell’accogliere un nuovo studente con una battuta tagliente e precisa come quelle che erano solite della maestra di Peppone e don Camillo.
L’accoglienza tradizionale «poggia sulla credenza quotidiana del carattere sacro delle tradizioni valide da sempre e nella legittimità di coloro che sono chiamati a rivestire un’autorità» (Weber, idem).
Sempre in tempi passati era certo possibile anche un altro tipo di “accoglienza” con il Rettore (Preside non-manager) e alcuni professori che con la loro stessa presenza e senza bisogno di proferire parola già hanno definitivamente convinto il nuovo alunno della serietà dell’istituzione e dell’impegno richiestovi.
L’accoglienza razionale «poggia sulla credenza nella legalità di ordinamenti statuiti» e ha un suo tipo puro proprio nell’apparato amministrativo e burocratico basato su alcuni presupposti:
  1. qualsiasi diritto può essere statuito razionalmente rispetto allo scopo, al valore, o ad entrambi;
  2. ogni diritto è un insieme di regole astratte;
  3. il “superiore” (detentore del potere legale) mentre comanda, da parte sua, ubbidisce all’ordinamento impersonale (Weber, idem).

Proprio in nome dell’astrattezza delle norme le applicazioni razionali moderne dell’accoglienza sono state varie.
Applicazione omerico-minimalista: si sono lasciati alcune mostre e alcuni materiali di lavoro, da scoprire percorrendo stanze e corridoi della scuola semideserta. Di tanto in tanto in qualche laboratorio (antro) era presente un insegnante.
Applicazione peripatetica e di autoproduzione: c’è chi ha preparato torte dolci e salate da offrire passeggiando per l’Istituto.
Applicazione managerial-attivista: assieme agli opuscoli illustrati sulla scuola si sono preparati anche gadget e giochetti a premio onde coinvolgere genitori e (futuri) studenti.
Applicazione tipo pacchetto organizzato: presenza obbligatoria in gruppi alla visione di un filmato sulla scuola e alla successiva illustrazione del funzionamento della segreteria e di tutti i laboratori.


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Il legionario e Salomone

Dal MMPI è giunta una nota.
Perché le strade sian più sicure, occorre che gli studenti tutti, motorizzati o non, siano consapevoli dei pericoli e delle norme, dei divieti e dei comportamenti corretti o anche solo opportuni.
La consapevolezza, specie per gli studenti motorizzati, non ha forma senza timbro, il timbro è entità astratta e invisibile senza carta, dunque urge (emerge) il patentino.
Alcune ore di insegnamento specificamente rivolte ai motorizzati, onde giungere al patentino col timbro visibile, vengono impartite da esperti. Ma 8 ore toccano ai docenti che si devono rivolgere all’intera classe.


- Per evitare di gravare troppo su discipline fondamentali in fine d’anno, si propone di assegnare 4 delle 8 ore ai docenti di Educazione fisica e le altre 4 ai docenti di Lettere, Filosofia, Matematica o Scienze. Così ciascuno in base alle proprie competenze disciplinari potrà svolgere argomenti inerenti la sicurezza stradale, la consapevolezza nella guida degli autoveicoli, la preparazione fisica, l’ambiente...
- Magari potrei finalmente farmi ascoltare sulle storia delle strade romane...
- Ma poi i romani tenevano la destra o la sinistra le poche volte che incontravano qualcuno nell’altro senso?
- Forse potrei far fare un disegno in prospettiva di una rotonda che non assomigli a un disco volante in crisi di identità...
- Si potrebbe collegare il Codice all’etica delle strade e del rispetto ambientale...
- Ma qual è esattamente l’etica delle strade?
- Forse sarebbe migliore una decisione salomonica: vanno coinvolti tutti i docenti proprio per favorire questo incontro delle discipline non più nelle aule o nei corridoi dell’Istituto (o nelle ancor più vecchie piazze), ma in movimento nelle strade o nelle rotatorie...
- Sì, ben venga Salomone: un’ora per ogni docente, senza particolari altre distinzioni. Ma occorre escludere i docenti di religione da questo incarico, non perché il grande re sia personaggio vetero-testamentario, ma perché essi non fanno lezione all’intera classe...
- La decisione salomonica ha equità, ma manca di emozione, di onore, di spirito di rischio e dell’avventura, di dedizione incondizionata alla Patria... Dovremmo piuttosto fare come nella Legione straniera per le missioni disperate.
- Cioè?
- Tutti gli appartenenti a un Consiglio di classe - esclusi i docenti di religione - si presentano dal Comandante in campo (il Preside, n.d.r.) e scelgono la loro pagliuzza: a chi capita quella corta spetta l’onore di fare tutte le 8 ore.

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Cenerentola
Il tempo? Una successione di istanti immobili messi in moto dalla differenza fra quello che sta prima e quello che sta dopo. Cenerentola un istante prima di mezzanotte è una principessa, ma... l’istante dopo è di nuovo Cenerentola. Una carrozza prima, ma dopo... Il tempo? L’anima degli affari, assieme al denaro. L’anima del mondo assieme al numero, che serve a contare denari e istanti.
Così Cenerentola deve stare ben attenta a contare i rintocchi...
Il tempo? La linea di confine discriminante fra scadente e scaduto. Scadente o scaduta la rata del mutuo, la principessa Cenerentola, la conserva di pomodoro?
Tutte quante fra la mezzanotte che sta suonando il suo ultimo rintocco e le 0.00 cambiano di stato.

Ecco che il Presidente ai nuovi esami di Stato può conferire, a tempo, la sua stessa ubiquità.
La delegata del Preside apre le buste e consegna i plichi a tutte le Commissioni fra le 8.00 e le 8.30.
Poi, come Cenerentola a mezzanotte, perde scarpette, carrozza e ubiquità.


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La bottiglia di plastica...
Gli ideali sono immagini della realtà e della materia.
Nel mare ci sono le ostriche, attaccate al fondale. Ma ci sono anche le bottiglie di plastica piene d’acqua, che non galleggiano e non affondano, sono a pelo d’acqua, sott’acqua, piene d’acqua.
Le si trova nei porti, in mezzo al mare, a volte sbattute e svuotate sulla battigia. Se la contendono, la battigia, assieme ai gusci dei molluschi e delle ostriche. Ma allora sono come gusci morti: l’ideale è diverso, è essere pieni d’acqua in mezzo all’acqua e sott’acqua e mai nel fondo. Il mio ideale è la bottiglia di plastica levigata dal mare e dalla salsedine che si riempie senz’affondare.
Il mio ideale è il 5 e mezzo. Qualche volta 6-. Qualche volta 5, o ancora meno, quando c’è una mareggiata. Ma poi torna la bonaccia e la bottiglia appena sotto il velo del mare.

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L’incantatore dei pacchi di compiti
Incanto dei compiti. Vendita all’asta con metodo inglese: si parte da un prezzo alto, ottimistico e fortunato per il venditore, e lo si abbassa per incontrare la domanda.
Fascinazione del numero, fascinazione numerologica del tempo che scorre nel suono del numero.
Il battitore d’asta come il pifferaio incantatore di serpenti, che risveglia il sonnacchioso cobra e lo attira nel vortice dell’incanto sonoro. Ogni compito e il suo voto incantato passa di mano con la magia d’incantesimo numerologico del prezzo d’asta discendente.
Nella fretta che precede il Natale, un pacco di compiti dimenticato riprende vita, fa capolino dal cesto di vimini, attira l’attenzione e l’incanto.

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La fotocopia-dono (non gradito)
- Prof.: Oh, vedete che la fotocopia sulla Belle époque ve l’avevo già data lo scorso anno!
- Alunna: Ma io non c’ero e non ce l’ho.
- Altra alunna: Neppure io c’ero.
- Prof. (pensando fosse una bella idea-regalo): Beh, allora, potreste farvele regalare dai vostri morosi per Natale.
- Alunna (pensando di vedersi regalare proprio quella fotocopia): Che tristezza!

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Colori, simboli, ed emblemi della tradizione: l’u/official-ità
Occasione ufficiale. Colori ufficiali. Simboli ufficiali.
Occasione d’officio. Colore degli arredi nell’officiare la cerimonia. Simboli officiali.

- Magari la prima fila di sedie la facciamo mettendo quelle rosse [sbiadite, n.d.r.] della sala insegnanti.
- Mah... e gli insegnanti nel frattempo che fanno?
- Stanno in piedi.
- ... in onore del Sindaco DS anche gli studenti dovranno indossare la camicia rossa?
- No! Non esageriamo. C’è pure il prefetto!
- Va bene. Allora basterà dire che qualche studente si tenga vicino qualcosa di rosso, ma non di troppo evidente: che so io, un fular, un ombrellino, una penna dal tappino rosso nel taschino...
- Beh, la penna rossa... spetta al taschino-docente.
- E poi la bandiera...
- Perché la bandiera?
- Sì la bandiera, non è troppo povero quel bianco fra il verde e il rosso? Non ci dovrebbe essere un qualche emblema proprio al centro?

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Funzioni strumentali e strumenti funzionali
“... nel caso nessun docente presenti la propria disponibilità per una qualche funzione strumentale è data delega al dirigente di sondare la disponibilità di qualche docente...”
- Ma quale strumento userà il Preside per sondare...
- Il forcale.

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La tavola rotonda: i cavalieri, il sacro Graal, re Artù

Come da normativa Ministeriale, le scuole decidon le Funzioni Obiettivo: gli incarichi particolari per la gestione della scuola e delle sue varie attività.
Tali funzioni sono standard, ma richiedono anche degli aggiustamenti in base alle necessità...

- Alla nostra scuola sono state assegnate 6 funzioni, ma pensando ai vari ambiti e ai vari carichi di lavoro siamo giunti a ripartirle in 12 diversi incarichi, sempre afferenti alle aree fondamentali come quelle della sicurezza, dell’accoglienza, dei servizi agli studenti...
- Questo anche al fine di rendere più appetibili alcuni incarichi: visto che è difficile trovare chi spontaneamente si propone.
- A ben pensare in età medievale c’era stata la Constitutio de Feudis, per renderli ereditari: potremmo stilare una nuova Constitutio Incaricorum.
- Per la 626 proponiamo, visto che nessuno ha fatto domanda, Messer Palamede.
- Io accetto. Non ho fatto domanda solo perché pensavo fosse superfluo: nessuno avrebbe avuto l’ardire molesto di sfidarmi.
- E sia. Investitura sul campo.
- Tutti gli altri cavalieri sono pronti.
- C’è solo un problema: come comportarsi con Ginevra e Lancillotto?
- Si vedrà. Intanto è importante che ci riuniamo più spesso: Io, re Artù, e i miei dodici cavalieri.
- Occorre cercare il sacro Graal. Bisogna sbrigarsi, non abbiamo molto tempo.
- Sì, dobbiamo trovarlo a tutti i costi.
- Ci è giunta notizia che altri cavalieri, provenienti da lande lontane già si sono messi in marcia.
- Sì; è proprio così. Ho sentito che qualcuno lo ha visto a Sud, nelle terre rosse.
- No, no. Si dice che qualcuno lo abbia trovato e poi perso, ma ha lasciato delle tracce.
- Bene, seguiremo queste tracce.
- Bisogna cercare su internet: alla voce POF.
- Ma una volta che avremo trovato il Graal, come faremo a renderlo disponibile a tutti i nostri studenti?
- Excalibur, vi aiuterà.
- Dove la troviamo, come faremo ad essere sicuri che è proprio lei, Excalibur?
- La riconoscerete perché, una volta trovato il Graal, Excalibur inizierà a fluttuare nell’aria e volerà in alto per trasformarsi in un display su cui far passare l’intero contenuto del Graal.
- Certo, così chiunque lo vorrà potrà vedere il Graal.
- Esatto basterà che sollevi gli occhi in alto... nell’atrio della scuola.
- Non le stelle, non Dio vedrà chi giunto sia al luogo del sacro Graal ritrovato. Ma il display col POF che continuamente si reimpagina e continuamente si vivifica sul soffitto.
Il Graal conservato e garantito da Excalibur per l’eternità.
- Bene. Magari, di tanto in tanto, potremmo usare Excalibur per qualche sponsorizzazione e così rientrare delle spese...

Il presente verbale è redatto e sottoscritto dal Collaboratore incaricato dal Preside.
f.to Merlino Mago


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Bollino col timbro: soluzione finale per le circolari.

Primo giorno di scuola.
- Vi leggo la circolare n. 12: sicuramente vi interessa. Il bar è aperto...
- Ma prof.! Come! Circolare n. 12! Vogliamo che lei ci legga anche le 11 precedenti.
- Non vi riguardano. Noi docenti abbiamo già fatto 3 Collegi, una riunione per materia, qualche Consiglio di classe, tanto per non perdere il vizio... Quelle circolari erano su questo, più o meno.
- Non importa: vogliamo che ci legga le 11 circolari precedenti. E’ un nostro diritto.
- Non ci penso nemmeno; e comunque non è un vostro diritto.

Effettivamente tutti gli anni si ripropone lo stesso problema: non sempre è possibile leggere tutte le circolari, anche solo quelle che interessano alle varie classi...
- I docenti non leggono le circolari.
- Prof., tante volte arriva una circolare e il prof. ci dice: ve la fate leggere la prossima ora, oppure ve la leggete da soli.
- Sì, a volte mi ritrovo quelle dell’ora precedente. E poi nella mia ora ne arrivano altre...
- Va beh, ma leggere due o tre circolari nella stessa ora è un po’ troppo. In media tutti gli anni sono circa due circolari al giorno, a volte anche qualcuna in più: in media!

Effettivamente bisognerebbe mettere una moratoria o un tetto massimo e farlo rispettare senza trucchi o inganni. Ad esempio: si potrebbe inserire nel POF d’Istituto che non si possono emanare più di due circolari al giorno da leggere non nella stessa ora; in questo modo la media dovrebbe virtuosamente attestarsi su 1 circolare e mezza al giorno.
- Trucchi?
- Sì, andrebbero rigorosamente vietate le circolari bis, ter e quater: così si bara sul numero complessivo a fine anno!
- Oppure... si potrebbe pensare a far diventare virtù e affezione ciò che è odiato e noioso onere.
- Cioè?
- Bisognerebbe trovare il modo di incentivare la lettura delle circolari, qualunque sia il loro numero.
- Si potrebbe mettere un bollino in calce a ogni circolare.
- Bollino?
- Sì, poi ogni insegnante raccoglie i bollini delle circolari e quando arriva poniamo a 25 bollini consegna la cartella in Vicepresidenza e chiede un premio.
- Ecco, forse la cosa potrebbe essere interessante. Forse potrebbe anche funzionare.
- Sì, magari, invece che la corsa alla «defezione-circolare», potrebbe esserci la corsa alla «lettura-circolare»; la febbre da bollino-circolare...
- Ma guarda che, se è così, tanto ci sarà sempre chi fa il furbo: stacca il bollino senza leggere la circolare.
- Ogni classe avrà un timbrino da apporre sopra al bollino-circolare per l’avvenuta lettura. In questo modo il docente che si trovi a leggere in classi diverse la stessa circolare avrà due bollini con lo stesso numero e potrà, quindi, inserirli nella tessera, perché avranno timbro diverso.
- E quelle circolari che sono lunghe più di due pagine? Non è giusto che uno prenda un bollino per aver letto due righe e un altro invece debba leggere due o tre pagine.
- Ci saranno i bollini doppi. Sempre da convalidare col timbro della classe, ovviamente.
- Ma... e i premi quali sarebbero?
- Bisogna pensare a qualcosa di interessante, magari di accattivante. Altrimenti...
- Uhm, i premi, dicevamo. Forse un portapenne con una tessera; un set di 3 tazzine con piattino decorato per due tessere; un bel portachiavi con 3 tessere...
- Sì, ma se questi sono i premi, l’iniziativa è destinata al fallimento.
- Magari si potrebbe aggiungere qualcosa di interessante e pure a costo zero...
- Cioè?
- Beh, sto pensando all’esonero da un’ora di Collegio docenti e/o Consigli di classe per una tessera, due ore con due...
- Potrebbe essere un’idea. Naturalmente gli scrutini vanno esclusi da questi esoneri...
- Poi a me, in effetti, le tazzine decorate sono sempre piaciute...
- Sì, sì va bene: tazzine, portapenne, portachiavi, matite colorate... esoneri vari.
- Magari si potrebbero anche fare accordi con raccolte punti di società esterne e già avviate. Il Ministero incentiva questo tipo di iniziative: sono un’occasione di raccordo fra la scuola e il mondo del lavoro e degli affari, il mondo che fa «impresa» e intraprende le raccolte bollini.
- Cioè?
- Beh, potremmo cercare di far valere qualche nostro bollino come jolly nelle raccolte di qualche supermercato o in quelle della benzina, del latte...
- Magari stipuliamo un vero e proprio contratto: gli insegnanti si impegnano a consumare un certo prodotto e la ditta interessata accetta i nostri bollini nelle proprie raccolte bollini.
- OK. Forse non lo sapete, ma la Vicepresidenza già da domani inizierà a lavorarci...


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Prof. cerotto e prof. uncino (miti veri e miti falsi).

Il mito è una immagine che rimane nella memoria attraverso le generazioni. Più che il personaggio stesso è un tratto del carattere, un gesto, una particolarità: un’immagine, appunto.
Gli dei delle mitologie sono l'immagine di un personaggio tramandata attraverso i secoli: ancora noi oggi, quando lo incontriamo, lo riconosciamo.
Certo ci sono miti e immagini più forti, più vere, e altre che sbiadiscono in fretta.
Il mito autentico dà l'immortalità. Senza bisogno di null’altro.
Il falso mito ha bisogno di puntelli per non sbiadire: Sepolcri nelle chiese fiorentine... o lapidi illustri... o monumenti... o strade e piazze...
Il marmo aiuta la memoria; e aiuta la memoria particolarmente di popoli distratti. Ancora più aiuta la memoria di scolaresche distratte...

Immagine debole.
Si racconta del prof. che un giorno va a scuola con un cerotto al dito: non posso scrivere, quindi non posso fare io il verbale del Consiglio di classe.
E’ un mito debole perché un cerotto... passa presto. E chi incontrasse un prof. con un cerotto non lo riconoscerebbe come personaggio mitico, come deità eterna.
Anche se poi il prof. quel cerotto lo porta da sei mesi.
Anche se si facesse il monumento al «prof. col cerotto», ci sarebbe solo il monumento a ricordare lo stratagemma geniale per non fare i verbali.

Immagine forte.
Si racconta anche della prof. con l’uncino: un uncino vecchio modello, non di quelli bionici e retrattili, ma proprio solo un uncino.
Quando la prof. doveva scrivere alla lavagna, svitava l’uncino e lo sostituiva con un porta-gesso sempre in metallo lucido, tirato fuori dal suo astuccio.
Quando il gesso finiva bastava sostituire il pezzetto consumato con un’altro e inserirlo nel porta-gesso. Certo a volte capitava che la sostituzione non fosse così tempestiva: è allora che il metallo strideva acido e acuto contro la lavagna, rigandola un po’. Finita la lezione, con calma bastava svitare il porta-gesso e riavvitare l’uncino.
Il mito della prof. con l'uncino è per l'eternità, è una leggenda più duratura del marmo...
Insomma è l’immortalità a portata di mano, anzi... di uncino!
L’immortalità non può certo essere incerottata, ma va afferrata, anzi... arpionata!


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A questa galleria ritengo di aggiungere sicuramente «Io sono 67/100», un personaggio che si trova nel file sulla quantofrenia e la didattica.
Poi si può andare per qualche pseudo-personaggio anche al file dedicato a Machiavellismo e didattica.

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Garanzia valida sul territorio nazionale -
International Warranty



Italiano
E’ superfluo osservare che quanto qui riportato è frutto della realtà scolastica.
Si garantisce pertanto che, nonostante le apparenze, non ci sia quasi nulla di inventato. :-)


English
It is obvious that everything here listed comes from scolastic reality.
It's given full warranty that almost nothing is changed from reality. :-)


Français
Il est évident que tout ici énuméré vienne de la réalité scolastic.
On donne la pleine garantie que presque rien n'est changé de la réalité. :-)


Deutsch
Es liegt auf der Hand, daß hier ausgedrucktes alles von der scolastic Wirklichkeit kommt.
Wird volle Garantie gegeben, die fast nichts wird geändert von der Wirklichkeit. :-)


Español
Es obvio que todo aquí enumerado viene de realidad scolastic.
Se da la garantía completa que casi no se cambia nada de realidad. :-)


Português
É óbvio que tudo alistado aqui vem da realidade scolastic.
É dado a garantia cheia que quase nada é mudado da realidade. :-)



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